.|. Heleg Urui - Ghiaccio Bollente .|.

2. Nuove Sensazioni

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Aragorn aveva pronunciato quelle frasi quasi senza respirare ed ora l’aria stava iniziando a rientrare nei suoi polmoni…ma proprio in quel momento rimase ancora senza fiato quando udì la risposta dell’elfo…

“Sì....” sussurrò Legolas annuendo “…ti prego…”

Il ramingo rimase immobile ancora per un lungo momento, con gli occhi fissi in quelli dell’amico, poi molto lentamente, alzò le braccia verso di lui.

Lo sguardo di Legolas si spostò su di esse e poi ancora sull’uomo…possibile che avesse paura? Perché allora il cuore gli batteva così forte? Fece un passo avanti e appoggiò titubante le mani su quelle del ramingo per poi farle scivolare lungo le sue braccia, fino a raggiungere le spalle.

Aragorn rimase ancora fermo, quasi avesse paura perfino a sfiorare l’amico…vedeva i suoi occhi blu vagare sulle sue braccia tese, quasi spaventato…se non avesse saputo che il comportamento dell’elfo era dovuto ad un uso del suo popolo, si sarebbe messo a ridere…ad un tratto si ricordò della prima volta che aveva abbracciato un altro elfo…Arwen…ma allora era tutto diverso…si erano appena giurati amore eterno e subito dopo si erano baciati…chiuse di scatto gli occhi per allontanare quei pensieri dolorosi ed allora sentì il corpo di Legolas più vicino, quasi sfiorava il suo…così lentamente richiuse le braccia, appoggiando le mani sulla sua schiena…sentì l’amico tremare e questa volta non riuscì a fare a meno di sorridere…l’elfo che era in grado di uccidere in pochi attimi decine di orchi, stava tremando tra le sue braccia…si spostò leggermente in avanti e lo strinse dolcemente a sé…e udì un debole sospiro vicino all’orecchio…stava per abbracciarlo più forte ma gli sembrò che le mani di Legolas, immobili sul suo petto, volessero spingerlo lontano da un momento all’altro…

“Legolas…” sussurrò, lasciandosi sfuggire una debole risata “…non restare così…rigido…lasciati andare…”

Lentamente sentì l’amico rilassare le braccia, poi tutto il corpo, così lo strinse completamente a sé, muovendo dolcemente le mani sulla sua schiena e lo sentì sospirare più profondamente…

“Puoi…puoi abbracciarmi anche tu…se lo desideri…” mormorò il ramingo quasi stupito dell’innocenza delle sue stesse parole.

Subito sentì le mani di Legolas scivolare lungo il suo petto, sui fianchi e raggiungere timidamente la sua schiena…e finalmente i loro corpi entrarono in completo contatto…poteva percepire chiaramente il battito accelerato del cuore dell’elfo…o forse no, non era quello di Legolas…era il suo cuore che batteva così forte…non gli era mai successo…non per un semplice abbraccio…poi udì un altro sospiro…no, questa volta non era solo un sospiro…

“Estel…”

Quando udì Legolas pronunciare il nome che gli Elfi gli avevano dato, un brivido lo percorse e senza pensare, strinse con più forza l’amico…

“Estel…” ripeté l’elfo dolcemente.

“Come ti senti adesso?” sussurrò Aragorn sorridendo quando sentì le mani dell’amico muoversi lungo la sua schiena lentamente “Ti piace?”

“Sì…” sospirò Legolas accennando a sua volta un sorriso “…sì mi piace…posso sentire…il tuo profumo e…il calore del tuo corpo che si unisce al mio…e…” abbassò la testa, appoggiando la fronte sulla spalla dell’uomo “…il tuo respiro, lento e profondo…e il tuo cuore…batte così forte…quasi quanto il mio…”

“Oh Legolas…” bisbigliò il ramingo dolcemente “…non ho mai sentito qualcuno parlare in questo modo di un semplice abbraccio…”

“Ho detto qualcosa di sbagliato?” chiese l’elfo accennando a rialzare la testa, ma l’uomo glielo impedì , iniziando ad accarezzargli i capelli…

“No…assolutamente no…l’hai solo descritto in un modo così…innocente ed intenso…non lo credevo possibile…io lo considero un’abitudine…e non riesco a immaginare come si possa restare un’intera vita senza…”

“Io non ho memoria di averlo mai fatto” sussurrò Legolas debolmente ed Aragorn non poté far altro che stringerlo più forte a sé, come se volesse, con quel solo abbraccio, colmare il vuoto di un’intera vita.

“Parlamene ancora…” bisbigliò, respirando intensamente il profumo dell’elfo che ora riusciva a percepire…dolce e delicato come quello di un prato in fiore “…dimmi come ti senti…”

“Mi sento…protetto…” rispose Legolas spingendosi contro di lui come se fosse ancora troppo lontano “…sicuro e protetto come mi sentivo solo nella mia stanza…nel mio letto, sotto le coperte…in quei momenti credevo che niente e nessuno potesse farmi del male…anche quando l’Ombra dell’Oscuro Signore si insinuava tra gli alberi del nostro Bosco…ma adesso…sento anche il tuo calore ed è…piacevole, confortante…”

“Hai risposto tu stesso alle domande che tormentavano il tuo cuore…” disse il ramingo sorridendo, quando sentì quanto l’amico si stesse abituando a quella situazione fino ad allora sconosciuta.

“Ma ancora non comprendo perché ne sento il bisogno…” mormorò l’elfo rialzando la testa per guardare l’uomo negli occhi…nel farlo gli sfiorò la guancia con la propria e sentì una nuova ondata di calore lungo il corpo “…io non…non capisco perché adesso…”

“A questo non so risponderti ma…forse è la situazione che stiamo vivendo…” rispose Aragorn “…è difficile continuare da soli, senza l’appoggio di qualcuno, senza nessuno su cui contare…e forse, come Frodo e Sam hanno loro stessi e i loro amici…anche tu hai bisogno di una sicurezza…”

“Io ho sempre contato solo sulle mie forze…” sussurrò Legolas, quasi gli risultasse difficile credere alle parole dell’uomo “…non ho nessuno su cui contare…”

“No Legolas! Non è vero!” ribatté il ramingo, senza riflettere alzò una mano e l’appoggiò sulla sua guancia “Io sono tuo amico…potrai sempre contare su di me!”

L’elfo sentì quel dolce calore sul viso e le sue palpebre, per un breve istante, accennarono a chiudersi, come per abbandonarsi a quel gesto.

“Credimi…fidati di me…” continuò Aragorn sorridendogli e vide che anche l’amico stava accennando un sorriso.

“Lo farò…” bisbigliò Legolas.

Si guardarono in silenzio, a lungo, fino a quando Aragorn pronunciò quelle parole…

“È tardi, va a riposare per qualche ora, al sorgere del sole dovremo ripartire” e così dicendo fece un passo indietro, allontanandosi da lui…subito sentì l’elfo opporre una certa resistenza per impedirglielo…lo fissò mentre indietreggiava e gli sembrò che quegli occhi blu lo supplicassero di non farlo…

Legolas riabbassò le braccia e per un momento continuò a sentire quel calore dentro di sé, nonostante Aragorn si fosse allontanato completamente…guardò l’uomo e annuì, voltandosi e incamminandosi lentamente verso la radura…cercando con tutte le proprie forze di resistere alla tentazione di tornare da lui e farsi stringere fino al sorgere del sole.

 

Ed un’altra splendida giornata iniziò, nonostante il Male e l’Oscurità stesse diventando più potente…in qualche modo però, in quel Bosco sembrava che la pace e la luce fossero le uniche padrone, ed in ognuno dei membri della Compagnia, questa sensazione aumentava, più si avvicinavano al cuore di quel luogo.

Era pomeriggio ed Aragorn, ad un tratto, accelerò il passo, lasciando indietro gli altri Compagni…

“Restate qui!” gridò, un attimo prima di svanire tra gli alberi.

Tutti si fermarono e gli hobbit ne approfittarono per sedersi e riposare…Legolas però si guardò attorno e senza attendere un solo istante, seguì velocemente il ramingo.

“Legolas!” lo richiamò Boromir, ma l’elfo era già sparito.

“Mastro Elfo!” gli fece subito eco Gimli.

“Quale parte di ‘Restate qui’ non ha capito?” esclamò Pipino e gli altri hobbit accennarono un sorriso, mentre il cavaliere di Gondor scuoteva la testa.

“Sen i vad fael (Questa è la strada giusta)” disse Legolas fermandosi dietro all’uomo.

Aragorn si voltò di scatto con la mano già pronta sull’elsa della spada, il cuore gli batteva all’impazzata per la sorpresa…

“Legolas!” esclamò fissandolo “Avevo detto…”

“Ú manen i nauth lîn (Non è come credi)” mormorò l’elfo scuotendo al testa “Gerim ad lû (Abbiamo ancora tempo)”

Il ramingo rimase in silenzio, quasi stupito che l’amico avesse compreso, con un semplice sguardo, le sue preoccupazioni

“Forse…” rispose sospirando e continuando a controllare la zona “…ma forse potevamo ripartire prima…”

“Hai fatto una giusta scelta…” ribatté Legolas mettendosi al suo fianco “…ora gli hobbit sono sazi e hanno recuperato le forze per continuare…non ho udito un solo lamento…” sentì la debole risata di Aragorn e sorrise “…giungeremo al calare della notte e poi dovremo solamente attendere …il mio popolo pattuglia questi confini senza sosta, entro pochi giorni ci troveranno e ci condurranno da loro…non temere…puoi abbracciarmi?”

Il ramingo stava annuendo quando udì quelle ultime parole, dette come se facessero parte dell’intero discorso, e rimase a bocca aperta…

“Come?”

“Vorresti…abbracciarmi come questa notte?” chiese timidamente Legolas, come se tutta la sicurezza di poco prima fosse svanita “Posso…stringerti ancora?”

Aragorn rimase sbalordito da quella richiesta ma subito annuì, per paura che l’amico interpretasse il suo silenzio come un rifiuto…ed all’istante sentì il corpo dell’elfo contro il proprio…si stringeva a lui con forza…una forza che la sera prima non aveva sentito…mentre contro l’orecchio udiva il suo respiro veloce.

“Ah…aspetta…” mormorò afferrando le sue braccia “…piano Legolas…non così forte…non…non mi permetti di respirare…”

Legolas si allontanò di scatto, fissandolo con gli occhi spalancati, terrorizzato dall’idea di avergli fatto del male…

“Mi dispiace…perdonami…io…”

“No, non…non importa…” lo interruppe il ramingo, sorridendogli per rassicurarlo “…devi solo capire che non sono un orco a cui devi staccare la testa…ma piuttosto…” si fermò, cercando di trovare un paragone ma l’unica cosa che gli venne in mente fu “…un morbido e delicato cuscino di piume…”

L’elfo, dopo un momento, annuì, avvicinandosi nuovamente a lui…si ricordò di tutte le volte che aveva stretto il suo cuscino, da bambino, quando ancora aveva paura dell’oscurità ed in quel modo trovava un po’ di sollievo…così mise una mano dietro alla testa di Aragorn e l’altra sulla sua schiena…lo abbracciò dolcemente, chiudendo gli occhi e iniziando ad accarezzarlo…

Il ramingo si abbandonò tra le sue braccia, appoggiando le mani sulla vita dell’amico…sorrise quando sentì la differenza tra quell’abbraccio e quello precedente…il primo era stato violento, possessivo…questo era dolce, delicato, rilassante…e dei brividi piacevoli iniziarono a percorrerlo, come le dita di Legolas scorrevano tra i suoi capelli…

“Non era difficile visto?” sussurrò.

“No, non lo era” rispose l’elfo sorridendo e stringendolo con più forza, senza però esagerare come poco prima.

Aragorn appoggiò la fronte contro il suo collo, stupito di come un semplice abbraccio riuscisse a farlo sentire meglio, a ridargli la forza e il coraggio per proseguire in quella Missione quasi impossibile. Ad un tratto si accorse che, senza volerlo, aveva lasciato scivolare le mani sulle cosce di Legolas e con le dita le stava sfiorando…si fermò di colpo, chiudendo i pugni…ma cosa stava facendo?

“Dobbiamo tornare dagli altri e continuare, adesso!” esclamò alzando la voce, come se volesse dirlo a se stesso più che all’amico, fece un passo indietro e osservò gli occhi intensi di Legolas che sembravano chiedersi se avesse fatto qualcosa di sbagliato…ma poi l’elfo annuì, stringendo le labbra e tornando indietro.

 

Il sole era appena tramontato e la Compagnia si era fermata per la notte, dopo aver finalmente raggiunto il punto prestabilito.

Aragorn aveva detto a tutti che in quel luogo erano al sicuro, gli Elfi di Lòrien proteggevano quella zona e presto li avrebbero trovati e portati dai Signori del Bosco d’Oro…fino ad allora potevano riposare, senza comunque allontanarsi troppo.

Sam stava preparando la cena e insieme a lui, Frodo, Merry e Pipino lo stavano aiutando, alcuni attivamente…e altri solo col pensiero, mentre Gimli fumava la sua pipa non distante da loro.

“Secondo voi chi sta guardando?” chiese a bassa voce Pipino per farsi sentire solo dagli amici che si guardarono attorno per capire a chi si stesse riferendo…e videro Legolas seduto ai piedi di un albero, con lo sguardo fisso sui due uomini che stavano sistemando la legna per il fuoco.

“Io credo Boromir…” continuò Pipino “…non si sono più parlati dall’altro giorno e le occhiate che si lanciano non sono per niente amichevoli…”

“No, Aragorn…” ribatté Merry “…prima l’ha seguito…forse hanno discusso su qualcosa…”

“Mmm…” mugugnò Pipino non convinto “…secondo voi invece?” si voltò verso Frodo e Sam…e notò che si stavano sorridendo mentre, di nascosto, si erano stretti la mano e con le dita si sfioravano dolcemente.

“Ehi!” sussurrò Merry appena se ne accorse “Non davanti a noi almeno!”

“Non avete un minimo di decenza?” disse Pipino, colpendo Sam al braccio “Andate…ovunque ma non qui…se proprio non potete farne a meno!”

“Non abbiamo fatto niente!” si lamentò Sam lasciando la mano di Frodo per massaggiarsi il punto colpito.

Frodo a stento trattenne una risata prima di sussurrare

“Non ancora…”

Pipino e Merry si guardarono scuotendo la testa…

“Lo sapevo!” mormorarono all’unisono prima di alzarsi e raggiungere il nano per farsi regalare un po’ di Erba Pipa.

 

Legolas attese che Gimli si addormentasse, dopo il turno di guardia, poi si alzò per prendere il suo posto…passeggiò a lungo attorno alla radura, fermandosi di tanto in tanto a guardare il cielo stellato. Stava per tornare quando udì delle voci al di la di alcuni alberi…e subito capì a chi appartenevano…si ripeté che era sbagliato spiarli ma ormai le sue gambe l’avevano già portato abbastanza vicino per scorgerli…

“Non ci saremo allontanati troppo?” chiese Sam guardandosi attorno.

“No” rispose Frodo fissando il suo viso.

“Non credi sia meglio aspettare che sia Aragorn a controllare la zona? Ora c’è Legolas e potrebbe sentirci e…”

“No” ribatté nuovamente Frodo, mettendo le mani sul petto del compagno e spingendolo lentamente contro un albero…e sorrise “Adesso…”

“Frodo…”

“Sam…” sussurrò dolcemente l’hobbit inclinando la testa…e si lasciò sfuggire un gemito quando Sam lo tirò a sé, facendo scivolare una mano dietro al suo collo e l’altra sulla sua schiena, per poi baciarlo con passione per un lungo momento…solo quando entrambi sentirono il bisogno di respirare, si fermarono, continuando però a darsi dolci baci sulle labbra…

“Non sai quante volte l’ho sognato in questi giorni” gli sussurrò Frodo accarezzandogli il viso.

“Non quanto me, Padron Frod…Frodo…” si corresse Sam sorridendogli “…non quanto me…” e posò nuovamente le labbra sulle sue.

 

Legolas rimase immobile con gli occhi sbarrati…poi lentamente si allontanò fino a quando alle sue orecchie non arrivarono più i sospiri dei due hobbit…si fermò e appoggiò le mani al tronco di un albero, abbassando la testa per recuperare il respiro che, per qualche motivo, gli era venuto a mancare.

Debolmente alzò una mano e con le dita si sfiorò le labbra, le inumidì con la lingua e ripeté il gesto…ma ancora non riusciva a spiegarsi quelle sensazioni che l’avevano scosso di nuovo.

“Va pure a riposare Legolas…prendo io il tuo posto…” disse Aragorn avvicinandosi a lui “…anche se non c’è bisogno di prestare così tanta attenzione, qui non…” alzò lo sguardo e incrociò quello inquieto dell’elfo “…cosa succede?”

Legolas chiuse gli occhi per un attimo, lasciando ricadere le braccia lungo i fianchi sospirando

“Io non lo so…” mormorò “…continuo a non comprendere…perché loro agiscono in quel modo? Cosa li spinge a farlo?”

“Loro?” chiese Aragorn appoggiandosi all’albero “Intendi Frodo e Sam? Credevo che avessi compreso perché abbracciandosi riescono a…”

“Non è quello…” lo interruppe l’elfo “…non solo…io li ho visti e…so che è sbagliato spiarli ma…li ho visti stringersi più forte e avvicinare le labbra…”

“Ah…” esclamò il ramingo deglutendo “…vedi loro…forse dovevo parlartene la scorsa notte…loro sono più che amici e quello a cui hai assistito è una manifestazione dell’affetto che provano l’uno per l’altro…”

“E a cosa serve?” gli chiese Legolas fissandolo interessato.

Il ramingo rimase senza parole a guardare il volto dell’amico…come poteva rispondergli? Come faceva a spiegargli il perché due persone sentono il bisogno di baciarsi e stare insieme? Come faceva a spiegare l’affetto, i sentimenti…e l’amore ad una persona che aveva vissuto due secoli senza averne mai una dimostrazione?

“Estel?” lo richiamò l’elfo aggrottando le sopracciglia quando non udì una risposta.

“Io non posso risponderti Legolas…” sussurrò l’uomo stringendo le labbra “…vorrei ma…per la verità non so come risponderti…non riesco a trovare le parole per…” ma si bloccò quando udì la voce dell’amico…

“Allora mostramelo…” mormorò Legolas facendo un passo verso di lui “…aiutami a capire perché mi sento così…”

Aragorn sentì il proprio cuore iniziare a battere con forza e aumentò ancora quando incrociò gli occhi dell’amico…non c’era malizia nel suo sguardo ma quell’ingenuità che lo affascinava…e ancora una volta si chiese come fosse possibile che una creatura così splendida non conoscesse i desideri e l’amore…

“Legolas non…non credo di poterlo fare…” disse con un filo di voce “…non sarebbe corretto…non si tratta più di un abbraccio, è qualcosa di diverso…”

“Ma cosa?” gli chiese l’elfo fissandolo intensamente “Perché è diverso? Cosa significa?”

“Legolas…” bisbigliò il ramingo scuotendo la testa.

“Hai detto che potevo contare su di te…” ribatté Legolas guardandolo a lungo, poi abbassò lo sguardo, voltandosi per andarsene…ma subito sentì sulla spalla la mano dell’uomo…così si girò di nuovo e si ritrovò tra le sue braccia…

“Ed è così…” gli bisbigliò Aragorn all’orecchio “…tu puoi contare su di me…” inclinò la testa e con le labbra gli sfiorò la guancia…appoggiò la fronte alla sua e vide che l’elfo aveva chiuso gli occhi “…guardami…” appena incrociò il suo sguardo continuò “…sei sicuro di volerlo?”

“Sì…voglio comprendere…” rispose Legolas debolmente mentre il suo respiro si faceva sempre più rapido.

Aragorn gli sorrise e delicatamente appoggiò le labbra sulle sue, lo strinse più forte quando sentì Legolas cercare di ritrarsi e con la mano gli accarezzò la guancia…lentamente iniziò a sfiorare le labbra dell’elfo con le proprie, fino a quando sentì l’amico fare lo stesso…si allontanò leggermente e sorrise…

“Ti piace?” mormorò e vide Legolas annuire ed inumidirsi le labbra.

“Sì…è strano…” sussurrò “…la tua…” alzò la mano e sfiorò il mento dell’uomo “…questa…mi solletica la pelle ma…non è fastidioso…”

“Se lo facessi con una donna sarebbe diverso!” ribatté ridendo il ramingo.

“Io voglio farlo con te…”

Le parole di Legolas gli provocarono un brivido lungo il corpo…smise di ridere e lo fissò intensamente…era giusto quello che stava facendo? Aveva forse perso la ragione? Stava insegnando al suo migliore amico l’affetto e l’amore…lui che si era ripromesso di starne lontano per non soffrire più come era successo…ma probabilmente era arrivato in un punto dal quale era impossibile tornare indietro…

Gli prese il volto tra le mani e lo baciò di nuovo…questa volta gli sfiorò le labbra con la lingua e lentamente la fece scivolare nella sua bocca…non sentì la risposta dell’elfo, così dolcemente iniziò a lambire ogni punto che riusciva a raggiungere…i denti, il palato, soffermandosi in particolare sulla sua lingua che, timidamente, iniziò a rispondere…si sfiorarono, scivolando l’una sull’altra sensualmente, combattendo una battaglia della quale Aragorn aveva la supremazia…

Ma ben presto il vigore di Legolas, che era rimasto celato fino a quel momento, insicuro e titubante, ebbe la meglio…prese tra le mani il volto del ramingo, assaporando le sue labbra come prima il compagno aveva fatto con le sue, ma con tutto l’ardore che aveva iniziato a bruciarlo…la lotta si spostò nella bocca dell’uomo che non poté far altro che chiudere i pugni sulla schiena dell’elfo e stringersi a lui, per combattere contro quella forza esplosiva che aveva preso il sopravvento su di lui…avidamente, prepotentemente, la lingua di Legolas cercava e si muoveva con quella di Aragorn in un bacio che stava diventando l’espressione della passione tenuta repressa per centinaia di anni.

Più l’elfo prendeva possesso della sue labbra, più il ramingo sentiva le gambe cedere, come se Legolas stesse risucchiando da lui la linfa vitale, ma a quella debolezza si aggiungeva una nuova forza…il sangue che scorreva nelle sue vene stava diventando incandescente, tanto quanto quel bacio che gli toglieva il fiato…attimo dopo attimo, il suo corpo lottava, combattuto tra il desiderio e il bisogno di respirare…fino a quando la necessità ebbe il sopravvento…afferrò le braccia dell’amico e lo allontanò violentemente, piegandosi poi su se stesso, con le mani sulle ginocchia, ansimando…quando l’aria ricominciò a circolare dentro di lui, rialzò la testa e lo vide…

Legolas lo stava fissando, le labbra socchiuse, mentre a sua volta cercava di recuperare il respiro, e gli occhi sbarrati, velati da qualcosa che Aragorn non riusciva a decifrare…poi, nel silenzio della notte, turbato solo dai loro sospiri profondi, sussurrò…

“Mi sentivo perso…”

Il ramingo si rimise dritto e lo guardò in silenzio, aggrottando le sopracciglia…e l’elfo proseguì…

“…non capivo dove mi trovavo e…tutto era confuso…sentivo solo…”

“Cosa sentivi Legolas?” gli chiese debolmente l’uomo avvicinandosi a lui.

“…te…” rispose Legolas con un filo di voce “…il tuo sapore, il tuo respiro, il tuo profumo…ero avvolto da te…mi sembrava di essere su una barca, trascinata dai flutti e…la corrente impetuosa mi portava verso le rapide ed io non facevo niente per impedirlo…io…volevo raggiungerle e gettarmi da esse per poter annegare tra le tue labbra…”

Aragorn aprì la bocca per dire qualcosa ma non ci riuscì…ogni parola dell’elfo lo affascinava  come se gli stesse dicendo cose mai sentite…ma forse era proprio così…per lui un bacio era sempre stato solo un bacio, per Legolas invece era un insieme di nuove sensazioni…ma perché il cuore gli rimbombava ancora nella testa? Si sentiva stordito come se lui stesso non avesse mai provato nulla del genere. Vide l’amico fare un passo verso di lui…la sua mente gli disse di indietreggiare, per protezione, forse, da qualcosa che ancora non riusciva a spiegarsi , ma il suo corpo non si mosse, era come stregato dagli occhi blu che lo stavano fissando.

L’elfo alzò una mano e sfiorò dolcemente le labbra del ramingo, con l’altra fece lo stesso sulle proprie…

“Cosa hai provato tu?” gli sussurrò senza mai interrompere il contatto visivo…Aragorn però, dopo un attimo di indecisione, sorrise, abbassando la testa quasi imbarazzato…

“Io non sono in grado di descriverlo come fai tu…non ho le…percezioni di un Elfo…”

“Non importa…” ribatté Legolas spostando la mano sulla sua guancia “…desidero saperlo…”

“È stato…bello…” iniziò il ramingo esitante, si sentiva quasi stupido a parlarne “…voglio dire…intenso…qualcosa che da tempo non provavo…e poi…non mi era mai successo di rimanere quasi soffocato da un bacio…” vide Legolas aggrottare le sopracciglia preoccupato e subito scosse la testa “…no…intendevo dire che…mi hai fatto rimanere totalmente senza fiato e…” sospirò, appoggiandosi una mano sulla fronte quando notò che le sue parole non avevano mutato l’espressione dell’amico “…io non…” lo fissò negli occhi e gli sfiorò le labbra con l’indice “…tu hai qualcosa che mi lascia senza parole…tieni celata questa…passione e quando la esprimi mi trascini con te…io…” sorrise, socchiudendo un istante gli occhi “…ricordo il tuo corpo che tremava tra le mie braccia, le tue labbra incredibilmente morbide e…il calore della tua bocca mi ha…completamente rapito…” mentre parlava, accarezzava con le dita il volto dell’elfo che, ad ogni tocco leggero, abbassava le palpebre…quando l’uomo rimase in silenzio, Legolas sorrise, avvicinandosi ulteriormente a lui.

“Posso…possiamo farlo di nuovo?” mormorò debolmente ed Aragorn non riuscì a fare a meno di sorridere…

“Non devi chiederlo Legolas…se desideri abbracciare o baciare qualcuno, e sai che l’altra persona lo desidera quanto te…devi solamente farlo…” alzò una mano e gli accarezzò i capelli…un gesto innocente, amichevole, che per anni aveva voluto fare ma solo in quei giorni, per delle strane coincidenze, Legolas si era avvicinato così tanto a lui…stranamente però sentiva che c’era qualcosa di diverso…era come se non lo accarezzasse come un amico ma come un…amante…ed era sbagliato, non doveva permettere alla lussuria di annebbiare la ragione…quel pensiero gli provocò un brivido e ritrasse di scatto la mano…

“E tu…lo desideri? Desideri che accada ancora?” sussurrò l’elfo abbassando lo sguardo sulle labbra del ramingo…e lo stesse fece Aragorn prima di pronunciare quella parola…

“Immensamente…”

Non aveva pensato, nemmeno per un istante, aveva risposto impulsivamente…forse non era giusto…non doveva, ma appena sentì di nuovo le labbra di Legolas sulle proprie, ogni dubbio svanì.

Si baciarono dolcemente fino a quando Aragorn sentì l’elfo chiedere di più…la lingua dell’amico gli sfiorò le labbra…ma l’uomo si allontanò, chiudendo gli occhi…

“Dobbiamo tornare alla radura…è meglio…tornare…”

Legolas lo fissò, scrutando il suo volto, cercando di comprendere se avesse fatto qualcosa di sbagliato ma il sorriso del ramingo lo rassicurò, così entrambi raggiunsero l’accampamento…ma Aragorn rimase qualche passo indietro, respirando profondamente per far dimenticare al proprio corpo l’euforia che l’aveva invaso.