.|. Libero di Amare .|.

11. Nostalgia di Casa

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Da quella memorabile notte passarono circa due mesi. Legolas continuava a lavorare come stalliere, ma ormai era divenuto un vero e proprio membro della "famiglia" reale. Da quando era arrivato a palazzo, aveva portato con sè una ventata di novità e freschezza; aveva determinato un inevitabile cambiamento nella vita di tutti, a cominciare ovviamente da Aragorn che finalmente si era innamorato della persona giusta ed aveva aquistato nuova grinta ed energia; era migliorato enche il rapporto tra Boromir ed Arwen in quanto quest'ultima, essendo al corrente della felicità ritrovata del consorte, non si sentiva più in colpa nei suoi confronti e viveva quindi con serenità la sua storia d'amore con il consigliere di corte.

Il rapporto tra Legolas ed Aragorn era sempre più forte e duraturo e più passavano i giorni, più l'amore che li univa cresceva e si intensificava...

Però, nonostante questo, l'elfo non era del tutto felice, gli mancava qualcosa... la sua anima era attanagliata da una sorda inquietudine, da un'ombra sottile e pungente...

Era nostalgia... si, Legolas sentiva la mancanza di casa sua, del suo popolo, della sua gente, di suo padre... gli mancavano gli alberi secolari e maestosi sui quali si era arrampicato migliaia di volte... gli mancavano i fiori, le foglie, il canto degli uccellini del bosco... i sapori e gli odori della sua dimora...

Da quando era stato catturato non aveva più rivisto la sua terra e per quanto l'amore di Aragorn gli riempisse il cuore di gioia, sentiva come se una parte di lui fosse andata perduta... come se avesse lasciato a Bosco Atro qualcosa che sentiva il bisogno di riprendersi...

Aragorn si era accorto di tutto questo... sapeva che qualcosa in Legolas non andava... lo aveva visto nei suoi occhi, lo aveva intuito nei suoi gesti, lo aveva sentito nella sua voce quando, mentendo, diceva di stare bene e di non avere nessun tipo di problema.

Così un giorno, mentre erano soli nella stanza del consiglio, aveva provato a parlargli e gli aveva domandato cosa l'opprimeva. Legolas, come al solito, aveva tergiversato evitando così di rispondere all'uomo. Ma quella volta Aragorn non si arrese: bloccò l'elfo nella stanza e lo tenne "prigioniero" finchè non si decise a confidarsi.

Venendo a conoscenza della nostalgia che provava Legolas, il re lo aveva tranquillizzato e gli aveva proposto di partire per Bosco Atro e di restarvi per qualche tempo, così da rassicurare re Thranduil della sorte del figlio e di placare l'inconscia sofferenza che da tempo stringeva il cuore di Legolas in una morsa.

Ma l'elfo aveva rifiutato. Aveva detto ad Aragorn che se sarebbe tornato nella sua terra, probabilmente non avrebbe avuto il coraggio di abbandonarla per una seconda volta... ormai il suo posto era lì, a Gondor al fianco dell'uomo che amava... il passato doveva essere lasciato alle spalle...

 

Era un caldo pomeriggio di primavera inoltrata... era pessata da poco l'ora di pranzo e Legolas si trovava in giardino, seduto su una panchina di marmo a godersi il caldo sole pomeridiano e qualche ora di relax prima di tornare a lavoro...

Ad un tratto due delicate mani coprirono gli occhi dell'elfo, il quale sorrise e disse dolcemente:

<Aragorn... lo so che sei tu!...> il re si sedette al suo fianco, gli mise un braccio intorno alle spalle e gli sussurrò all'orecchio:

<E come facevi ad esserne certo?!...>

<Io riconosco le tue mani... conosco a memoria ogni centimetro della tua pelle!...> Aragorn sorrise e disse:

<Ti ricordi?... sei stato tu il primo a fare questo gioco... la sera del nostro primo bacio... ricordo che arrivasti da dietro, mi misi le tue morbide mani sugli occhi e mi chiesi di indovinare chi fossi... poi ci abbracciammo e...> Legolas lo interruppe avvicinando la sua bocca a quella dell'uomo e sussurrandogli sulle labbra:

<... E ci baciammo!...> e lo baciò con passione, stringendolo forte a sè...

Quando il bacio terminò, i due compagni rimasero abbracciati, col sorriso sulle labbra ad ammirare l'orizzonte...

Aragorn, decidendo di riprendere quell'argomento che tanto gli stava a cuore, spezzò il silenzio:

<Legolas, amore...  c'è una cosa di cui dovremmo parlare...>

<Di cosa meleth nin?...>

<... Lo sai di cosa...>

lo sguardo dell'elfo si rabbuiò e dal suo viso scomparve quel luminoso sorriso... distolse lo sguardo e rispose con freddezza:

<E tu sai che non voglio trattare quell'argomento... per me la faccenda è chiusa!> Aragorn afferrò Legolas per le spalle ed esclamò alzando il tono di voce:

<E invece sai benissimo che non è così!... Legolas, non puoi continuare a far finta di niente!... sei ogni giorno più cupo, ti manca la tua terra... è normale! Che male ci sarebbe a tornare lì per rivedere la tua casa, per riabbracciare tuo padre?...> l'elfo scosse la testa

<Aragorn, tu non capisci...>

<E invece si Legolas! Io capisco, mi accorgo della tua sofferenza che cresce giorno dopo giorno!...>

Legolas si alzò di scatto e con sguardo e voce severa esclamò:

<Ma che ne vuoi sapere tu di quello che provo?!... sei re, hai il tuo bel regno e la tua bella vita... non puoi capire, non puoi!!>.

Aragorn rimase molto scosso e turbato da quelle parole, soprattutto dal tono che Legolas aveva usato per pronunciarle...

Fissò l'elfo con occhi tristi ed interrogativi, poi tirò un profondo respiro, abbassò lo sguardo e disse con profonda amarezza:

<Hai ragione Legolas, non posso capire... apparteniamo a due mondi completamente diversi, abbiamo alle spalle storie differenti, eppure pensavo che era il nostro amore a tenerci uniti... puoi pensarla come vuoi, ma io mi rendo conto di quello che hai passato... capisco perfettamente che ti manca la tua casa, la tua vecchia vita... sei tu che non riesci ad accettarlo...> dagli occhi dell'uomo iniziarono a sgorgare lacrime sincere... accorgendosene, Legolas si rese conto di ciò che aveva detto e in quel momento si sentì un mostro e si disprezzò per come aveva trattato il suo amore... si sedette lentamente sulla panchina, si avvicinò ad Aragorn e gli disse:

<Aragorn... io... mi dispiace, perdonami!... non so che mi è preso!...>

l'uomo si rasserenò ascoltando le scuse dell'elfo, ma continuò a piangere e a parlare con il cuore:

<Legolas... io voglio solo il tuo bene... voglio guardarti negli occhi e vederti completamente felice... non riesco a percepire la tua angoscia e a fare finta di niente!...> posò dolcemente una mano sulla guancia dell'elfo e proseguì:

<Io ti amo e ti vorrei per sempre al mio fianco, ma non posso pretendere che tu resti qui e che dimentichi le tue origini, non sarebbe giusto!... forse il tuo posto non è qui... sai bene che non potrei mai sopportare di starti lontano, ma se vederti tornare a Bosco Atro tra le tua gente vorrebbe dire saperti finalmente sereno, beh, non esiterei a lasciarti andare, anche se ne soffrirei da morire... voglio solo che tu sia felice Legolas!>.

L'elfo rimase profondamente colpito e commosso dal discorso di Aragorn... abbracciò forte l'uomo e lo strinse a sè più che poteva, poi disse con voce tremante  dall'emozione:

<Oh, meleth nin!... che belle cose hai detto!...> e il re, rimanendo serrato in quel tenero abbraccio:

<Ho detto solo la verità...>

<Aragorn... mi dispiace enormemente per come ti ho risposto prima, mi odio per come ti ho trattato... giuro che non lo farò mai più!...>

<Non preoccuparti Legolas, per me è già acqua passata...>

<Amore mio... io non so cosa dire, tu mi hai aperto il tuo cuore ed io non ho saputo ascoltare... ma ora nella mia mente tutto è più chiaro, soprattutto grazie a te!...> l'elfo sorrise al suo compagno, gli asciugò con le labbra le lacrime che gli avevano rigato il viso e disse:

<Hai ragione: io non volevo accettare la situazione, ma ora finalmente ho preso la mia decisione...>

Aragorn lo guardò con un filo di apprensione e mormorò:

<E qual è?...>

<Ho deciso di seguire il tuo consiglio... voglio partire e tornare a casa mia, ne avverto la necessità!...>

<E poi cos'hai intenzione di fare?...>

<Non temere amore, non ti lascerò... non lo farei per nessuna ragione al mondo!... rimarremo a Bosco Atro per breve tempo, anche solo per qualche giorno... poi torneremo qui a Gondor...>

<Ne sei sicuro Legolas?... sei certo che una volta tornato a casa non sentirai il bisogno di rimanere?...>

<No Aragorn, non sacrificherò il nostro amore per il mio egoismo!... l'importante è che riveda mio padre... dopo tutto potremo tornare a Bosco Atro ogni volta che lo desidereremo!...>.

Aragorn riacquistò il sorriso e disse dolcemente:

<Era proprio questo che cercavo di farti capire, Legolas!...>

<Lo so, sono stato uno sciocco!... ho cercato di soffocare nel silenzio la mia pena e ho finito solo per peggiorare le cose!...>

<Non importa amore, quello che è stato è stato... non sei assolutamente uno sciocco, non lo sei mai stato!...>

Legolas guardò Aragorn intensamente... si sorrisero e si abbandonarono in un frenetico bacio che li liberò di tutta la tensione che avevano accumulato.

Quando allontanarono le labbra le une dalle altre, Aragorn disse:

<Bene, partiremo domani stesso!... tuo padre sarà molto preoccupato... ma quant'è che manchi da casa?>

<Dunque... se faccio i conti da quando mi hanno rapito... sono circa tre mesi...>

<Tre mesi?... ma è tanto!>

<Già, ma gli ultimi due mesi, a differenza del primo, sono stati bellissimi!...> disse Legolas sorridendo dolcemente e posando poi un bacio leggero sulle labbra di Aragorn.

<Allora non c'è altro tempo da perdere!... partiremo domani all'alba, in sella ai miei due destrieri più veloci... finalmente rivedrai la tua casa!... sei contento?...>

<Molto!... grazie per tutto ciò che fai per me!... se non ci fossi tu non so come farei... ma come potrò mai ringraziarti per tutto questo?!...> l'uomo rispose con un tocco di malizia:

<Ad esempio...  potresti baciarmi!...>

<Oh, lo faccio volentieri!...> avvicinarono le labbra e si baciarono con immensa passione, facendo scontrare le lingue in un'armoniosa battaglia...

Quando quell'interminabile bacio finì, Aragorn e Legolas si alzarono in piedi e, abbracciati, si avviarono varso l'entrata del palazzo...