.|. Passione Eterna .|.

2. Namàrië

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“No…” sussurrò di nuovo fermandosi, non poteva rinunciare a tutto adesso “Non andrò via…” e con quelle parole andò a sedersi sul tavolo di marmo appoggiando i piedi su una sedia davanti a sé. “Resterò qui fino a quando non ti deciderai a dirmi cosa ti sta succedendo…” e con calma incrociò le braccia sul petto.

Aragorn respirò profondamente e con una mano si asciugò il volto prima di girarsi. Quando lo vide gran parte della rabbia che provava svanì, era così bello sotto la luce della luna, quegli occhi blu, quell’espressione decisa sul volto…gli tornarono alla mente le notti passate con lui tra gli alberi, nel bosco di Lothlòrien, quando rimanevano soli cancellando tutto il resto, isolandosi da tutto e da tutti. Ma il dolore…anche in quei momenti…quando l’idea di doverlo perdere per andare incontro al proprio destino lo faceva stare male…e Legolas aveva sofferto, molto, quanto lui o forse di più, per la prima volta lo aveva visto piangere, l’elfo forte e coraggioso che conosceva aveva pianto per lui, perché sapeva di non poter fare niente per cambiare il destino. Poi però qualcosa era successo, la sorte aveva sorriso ad entrambi permettendo loro di stare insieme…e adesso…le stesse paure, lo stesso dolore di allora, non riusciva ad affrontarlo di nuovo…

“Non guardarmi in quel modo…ti prego…” sussurrò chiudendo gli occhi. Quello sguardo che gli faceva perdere la ragione, era troppo, non poteva sopportarlo in quel momento.

“Cosa vuoi da me Legolas?…Dimmelo…” disse avvicinandosi lentamente a lui.

“Che cosa ti aspetti che faccia? Sei venuto da me dicendo…Aragorn me ne vado per qualche tempo ma stai tranquillo, tornerò…”

Legolas lo fissava senza dire una parola, avrebbe voluto parlare ma non ci riusciva, nonostante il caldo sentiva dei continui brividi lungo la schiena.

“Ma certo vai pure, io resterò qui ad adempiere ai miei doveri di nuovo re…Ah e non preoccuparti ce la farò a vivere senza di te per…” chiuse gli occhi per un attimo come se non volesse dire quella parola “…anni, senza ascoltare i tuoi pensieri, senza le tue braccia che mi stringono, senza…Vai pure Legolas, riuscirò a vivere senza il tuo amore…E’ questo che volevi?”

Si fermò davanti all’elfo sospirando

“Vuoi che dica questo?…”

Legolas non rispose, non poteva, si sentiva malissimo perché sapeva che tutta quella situazione era dovuta a lui, ma doveva andare… Gli occhi di Aragorn si stavano di nuovo riempiendo di lacrime.

“Beh…non posso, non è vero…non ci riesco Legolas, credevo di essere forte ma non lo sono, sono debole…” la voce di Aragorn era più alta adesso, mise le mani sullo schienale della sedia dove Legolas appoggiava i piedi e abbassò la testa per un istante.

“Non ce la faccio…” disse alzando gli occhi su di lui. Ma quegli occhi…lo sguardo dell’elfo sembrava volergli dire ‘Ci riuscirai…ce la puoi fare…’

“…Non guardarmi così maledizione!…” gridò e violentemente strinse i pugni sulla sedia gettandola di lato contro il muro. Legolas spaventato per quel gesto si alzò di scatto in piedi appoggiando le mani al bordo del tavolo. Perché quella reazione? Cosa aveva fatto?

“Non ci riesco!” gridò di nuovo il ramingo, le lacrime gli rigavano il volto.

“…non ci riesco…” disse ancora, abbassando la testa, ma questa volta era un sussurro “…non ci riesco…” e ripentendolo si lasciò cadere in ginocchio.

Legolas respirava velocemente ma quando vide l’uomo inginocchiato davanti a sé la paura diminuì anche se non passò del tutto.

“Estel mi dispiace…” sussurrò e timidamente allungò una mano per accarezzargli i capelli, temeva in uno scatto violento ma no… Aragorn si avvicinò a lui appoggiando il viso contro il suo ventre e con le braccia gli cinse la vita stringendolo forte.

“L’ultima cosa che volevo era farti soffrire, vederti così è tremendo…io…forse non lo vedi ma sto male…il dolore che sento al cuore è atroce…l’idea di vivere anche un solo giorno senza di te mi fa morire…e il pensiero che tu soffrirai per colpa mia durante tutto questo periodo…Se solo ci fosse un altro modo…Credimi ci ho pensato a lungo ma mio padre deve rivedere me non…”

“Lo so Legolas…” bisbigliò il ramingo continuando a tenere la testa bassa “Lo capisco…riesco a capire tutto quanto, anch’io agirei nel tuo stesso modo…è solo che…l’Uomo che c’è in me ha preso il sopravvento…” a quelle parole alzò lo sguardo incrociando gli occhi dell’elfo e vide che erano velati di lacrime.

“E’ così difficile…non so se ci riuscirò mio principe…vorrei prometterti che starò bene, che affronterò ogni giorno, ogni mese con la stessa forza con cui ho affrontato quelli passati…ma non posso…”

“Non devi promettermi niente Aragorn, io ti conosco, conosco il tuo cuore e la tua anima e so che ci riuscirai anche se adesso non lo credi possibile, dimmi solo che quando tornerò tu sarai ancora qui…perché…” le parole dell’elfo furono interrotte dalle lacrime che non riusciva più a trattenere.

“Io sarò qui Legolas…ti giuro che quando tornerai io sarò qui ad aspettarti” sussurrò il ramingo accennando un sorriso “Perché stai tremando?”

Legolas sorrise alzando le spalle.

“Non lo so…” bisbigliò “Alzati…avanti…sei il re non puoi inginocchiarti davanti a me, potrebbe passare qualcuno e vederci…”

“Nessuno può entrare in questa parte di giardino, solo Arwen ed io abbiamo la chiave del cancello ed è l’unico modo per accederci…” disse Aragorn “…in ogni caso…non mi interessa…non esiste nessun re quando siamo insieme…”

L’elfo lo guardava sorridendo mentre gli accarezzava una guancia

“Io sono un tuo umile servitore…” continuò l’uomo coprendo con la sua la mano del compagno

“Ogni tuo desiderio è un ordine…farei qualsiasi cosa per te”

“Qualsiasi?” gli chiese Legolas. Il ramingo annuì.

“Baciami Estel…ti prego…” sussurrò dolcemente.

“Oh Legolas quanto ti …” disse Aragorn, ma non riuscì a finire la frase, la voglia di abbracciarlo era troppa, così senza farselo ripetere si alzò di scatto in piedi e lo strinse tra le braccia baciandolo con passione, muovendo con forza la lingua insieme alla sua. Era dalla notte precedente che non sentiva più il suo calore ed ora iniziava a odiarsi per averlo allontanato tutto il giorno, quella molto probabilmente sarebbe stata l’ultima volta che avrebbero potuto stare insieme. L’indomani sarebbero partiti con gli altri e allontanarsi dal gruppo, per lui, re di Gondor, sarebbe stato impossibile.

Entrambi sentivano sulle labbra dell’altro il sapore salato delle lacrime che fino a pochi attimi prima avevano bagnato i loro volti.

“A volte mi chiedo…” sussurrò Aragorn accarezzando i capelli biondi dell’elfo e continuando a passare le labbra sulle sue “…se è possibile amare così tanto qualcuno…se è normale che ogni giorno mi svegli perché so di trovarti al mio fianco…Dimmi mio principe, credi sia possibile vivere per qualcuno?”

“Io so solo che da quando stiamo insieme la parola vita ha assunto un nuovo significato per me…Ho passato secoli su questa terra ma solo da quella notte ho iniziato a vivere veramente, ad amare veramente a…soffrire veramente” rispose Legolas chiudendo gli occhi, sentiva le mani dell’uomo che gli accarezzavano la schiena. Poi un pensiero…quella sera, forse sarebbe stata l’ultima, non avrebbe più sentito il suo corpo fino al ritorno.

“Aragorn…” disse riaprendo gli occhi “Hai detto…ogni mio desiderio…”

“Sì…qualsiasi cosa mio principe…” rispose sorridendo il ramingo. Non voleva più parlare, sentiva il corpo bruciare per la vicinanza con quello dell’elfo ma era così bello ascoltare la sua voce, tra pochi giorni ne sarebbe rimasto solo il ricordo.

“Amami…” sussurrò Legolas guardandolo intensamente “Amami…qui…adesso…”

Aragorn non riusciva a credere a quelle parole, il suo cuore iniziò a battere sempre più forte e, come se avesse perso il controllo sul suo corpo, spinse Legolas contro il tavolo di marmo, baciandolo ardentemente mentre gli slacciava la tunica.

L’elfo, sorpreso da tanta forza, non poté far altro che sedersi di nuovo e lentamente aprì il lungo abito del ramingo facendolo scivolare a terra. Pochi attimi dopo sentì sul petto le mani di Aragorn e sul collo la sua lingua.

“…voglio essere tuo…” bisbigliò Legolas e istintivamente incrociò le gambe dietro al corpo dell’uomo stringendoselo contro “…voglio sentire il tuo amore…prima di andare…”

Il ramingo non riusciva più a controllarsi, non era la prima volta che l’elfo usava la sua aggressività ma non così…quei gesti lo facevano veramente impazzire e quelle parole…per i Valar…il modo in cui le diceva… Lo abbracciò, succhiandogli dolcemente la punta dell’orecchio e iniziò a muovere il bacino, spingendo la propria eccitazione contro quella dell’elfo.

“Estel…voglio…” sussurrò Legolas “…voglio sentirti…dentro di me…”

Aragorn si fermò, dopo quelle parole, se avesse continuato con quei movimenti non avrebbe resistito oltre. Quanto gli piaceva, il suo elfo, timido e innocente che si trasformava completamente in quei momenti, adorava vederlo perdere il controllo…

“Non puoi dirmi queste cose…” disse sorridendo “…in questo modo poi…conosci l’effetto che hanno su di me…”

“Ma…” disse Legolas, subito però fu interrotto da un bacio.

“Shh…a volte mi fai veramente perdere la ragione…” sussurrò Aragorn “Sdraiati per un momento…”

L’elfo lo guardò, come indeciso, ma poi si lasciò cadere lentamente sulla lastra di marmo. Nonostante la temperatura elevata di quel periodo il tavolo era molto freddo, riusciva a percepirlo anche attraverso la tunica.

“Perfetto…” bisbigliò il ramingo un attimo prima di prendere il compagno per la vita e tirarlo verso di sé.

Gli occhi di Legolas si erano persi per qualche istante nel cielo stellato sopra di lui, era così limpido quella notte e la luna risplendeva come un grande diamante, ma il gesto di Aragorn lo riportò subito alla realtà. Alzò leggermente la testa, aveva sentito l’uomo dire qualcosa ma non aveva capito, quando però vide le sue mani slacciargli i pantaloni, la riabbassò chiudendo gli occhi. Pochi attimi dopo sentì su di sé le labbra di Aragorn. Senza poter fare diversamente appoggiò entrambe le mani sulla sua testa spingendosi nella sua bocca.

Il ramingo però si fermò e prese tra le sue le mani dell’elfo.

“Alzati…” disse, tirandolo dolcemente per aiutarlo. Legolas ormai aveva completamente perso il senso della realtà e senza obbiettare si lasciò guidare dalle sue braccia.

Aragorn si abbassò, gli tolse gli stivali e si rialzò prendendolo tra le braccia, costringendolo a mettersi in piedi, dopodiché gli sfilò i pantaloni, gettandoli poco lontano. Appena si alzò, l’elfo gli mise una mano dietro alla testa costringendolo ad un bacio appassionato. Il ramingo non si liberò dalla sua stretta per un lungo momento, ma appena Legolas si allontanò per riprendere fiato, gli passò un braccio attorno alla vita stringendolo a sé, mentre con l’altra mano iniziò ad accarezzarlo tra le gambe.

“Ti fidi di me?…” gli sussurrò “Voglio che questa notte rimanga impressa nella tua mente fino al tuo ritorno…Voglio vederti piangere non per la tristezza ma per il piacere…”

Legolas cercava di guardarlo per capire le sue intenzioni ma era difficile tenere gli occhi aperti ad ogni movimento della sua mano.

“Lasciati andare Legolas…lasciati amare…”

Improvvisamente i movimenti si fermarono, l’elfo lo fissò intensamente ma poco dopo sentì la mano di Aragorn scendere più sotto e un dito entrare in lui.

“Ara…” bisbigliò Legolas stringendo le mani sulle spalle dell’uomo, appoggiò la fronte alla sua senza distogliere lo sguardo dagli occhi azzurri che lo fissavano, pochi attimi dopo un altro dito si aggiunse a quello precedente.

“Dimmi se ti faccio male…” sussurrò il ramingo iniziando a muovere le dita lentamente dentro di lui. Catturò di nuovo le labbra dell’elfo e con lo stesso ritmo della mano iniziò a muovere la lingua nella sua bocca. Sentiva la mani di Legolas stringerlo e il suo respiro farsi più veloce, ad un tratto vide gli occhi blu dell’elfo spalancarsi, il suo corpo tremò violentemente, lasciò cadere la testa all’indietro e dalle sue labbra aperte uscì un gemito.

Aragorn lo strinse ancora di più sorridendo, e mosse di nuovo le dita nello stesso punto che aveva raggiunto.

“Legolas…torna qui…torna da me…” bisbigliò, non era sicuro che l’elfo l’avesse sentito ma invece il compagno rialzò lentamente la testa appoggiandola sulla sua spalla.

“…sono…qui…Estel…” le parole di Legolas erano intervallate da dei sospiri, non riusciva più a controllarsi, l’unica cosa che sentiva erano le dita di Aragorn dentro al suo corpo.

Il ramingo chiuse gli occhi per un momento…i gemiti di Legolas, il suo respiro caldo sul collo, il suo corpo che tremava ad ogni movimento della sua mano…avrebbe voluto far durare quel momento in eterno…l’elfo che amava, completamente perso tra le sua braccia…

“Aragorn…ti prego…non…” gemette Legolas “non…resisto più…ho bisogno…”

“Sai…che potrei tenerti così per tutta la notte…” sussurrò Aragorn abbassando la testa per guardare il volto del compagno e l’espressione di puro piacere che vide lo fece rabbrividire, poteva esistere una creatura più bella e affascinante?

“…mi…mi odi così tanto?…” chiese Legolas sorridendo ma il fiato gli venne a mancare quando l’uomo mosse le dita più velocemente “…Ara…ti prego…Oh…”

“Io ti amo Legolas…Ti amo con tutto il cuore…” disse il ramingo ma non riuscì a finire la frase…

“Allora dimostramelo…” sussurrò l’elfo alzando la testa e guardandolo dritto negli occhi “Amami…” le sue mani scivolarono sul ventre dell’uomo, slacciarono i pantaloni e iniziarono a muoversi su di lui “…adesso…”

 Aragorn non riuscì più a trattenersi, lo spinse di nuovo sul tavolo e non appena Legolas si sdraiò sulla lastra di marmo lo tirò a sé entrando con forza in lui. Iniziò a muoversi cercando di raggiungere ancora quel punto e quando sentì Legolas gridare il suo nome capì di averlo trovato. Non voleva che tutto finisse così presto ma quel calore e tutte le emozioni di quel giorno gli avevano fatto raggiungere il limite…

Legolas si sentiva perso, perso in un mondo di passione e di amore, non riusciva più a sentire le gambe, incrociate dietro alla schiena di Aragorn ma non gli importava, il piacere che stava provando era così intenso da cancellare ogni altra cosa, aveva già fatto l’amore con lui molte volte ma quella sera era diverso…era incredibilmente meglio…le onde che lo scuotevano erano accecanti…Si strinse più forte a lui quando lo sentì muoversi velocemente e si lasciò andare…

 

Aragorn ricadde esausto sopra di lui, accarezzando le gambe che ancora lo stringevano, quando riuscì a recuperare un po’ di fiato disse

“Se…se mi lasci mio principe sarei felice di raggiungerti lì sopra…” sentì la stretta dietro di sé allentarsi e alzò la testa, lo vide respirare profondamente con gli occhi chiusi e la bocca semiaperta, il suo corpo era ricoperto dal sudore della passione…mai prima d’ora l’aveva visto così. Ma poi notò un’altra cosa, sul suo viso…una lacrima stava scivolando dall’angolo del suo occhio…

Si allontanò per pochi attimi e raccolse la sua tunica nera, poi salì sulla lastra di marmo e si sdraiò al suo fianco, ricoprendo entrambi con l’abito aperto.

“Stai bene?” sussurrò dolcemente abbracciandolo.

“Sì…” bisbigliò Legolas aprendo gli occhi “E’ stato così…”

“Come?” chiese sorridendo Aragorn accarezzandogli la guancia.

“Non…non riesco a trovare le parole…” disse a bassa voce come se non volesse farsi sentire.

“Un elfo che non trova le parole per descrivere qualcosa…mi sorprendi sempre di più…”

“Non prenderti gioco di me…Non l’avevi mai fatto prima…” lo interruppe l’elfo.

“Cosa?…” gli chiese il ramingo anche se conosceva già la risposta.

“Lo sai…non mi avevi mai…toccato così…Perché proprio questa sera?”

“Volevo aspettare il momento giusto e ricordi…ti ho detto che volevo vederti piangere per il piacere…” sussurrò Aragorn e passò un dito sul suo viso dove era scivolata la lacrima, poi lo avvicinò alle labbra dell’elfo e le sfiorò “Beh, a quanto sembra ho vinto…ci sono riuscito…”

Legolas sorrise e mise una mano sulla sua guancia

“Aragorn…mi amerai ancora quando tornerò?” la sua voce era dolce ma piena di tristezza.

“Sì Legolas…non devi chiedermi queste cose…” rispose il ramingo fissandolo “Ti amerò più di adesso…se è possibile amare qualcuno più della vita stessa” lo strinse a sé baciandolo dolcemente.

“Legolas…” continuò l’uomo interrompendo il bacio “Prometti che tornerai da me ti prego…non appena potrai…promettimelo…”

“Te lo prometto…” sussurrò l’elfo “Amin mela lle Estel…ar amin meluva lle ten’oio…(Ti amo Estel e ti amerò sempre)” e con quelle parole lo baciò. Quel bacio fu lungo, dolce e sensuale, perché entrambi erano consapevoli che probabilmente sarebbe stato l’ultimo per molto tempo.

 

Infine arrivò il giorno della partenza e tutti gli ospiti che erano rimasti per lungo tempo a Minas Tirith si misero in viaggio. Aragorn cavalcava al fianco di Gandalf e vicino a loro Frodo e Sam. Legolas invece era in sella ad Arod come sempre in compagnia di Gimli. Il suo sguardo era sempre rivolto verso il ramingo che quando poteva rallentava il passo per affiancarsi a lui, ma le uniche cose che potevano scambiarsi erano opinioni sul percorso che stavano facendo. Dopo quindici giorni di viaggio raggiunsero Edoras, attraversando i verdi campi di Rohan, dove fu preparato il funerale per re Théoden. Quando la cerimonia fu terminata, tutti si riunirono al Palazzo d’Oro dove iniziò la festa per l’incoronazione del nuovo re. Eomer continuava a guardarsi attorno cercando di non far notare a nessun che il suo sguardo era attratto come sempre dalla regina Arwen ma, con sua grande sorpresa, si accorse che proprio gli occhi della bella dama erano fissi su di lui in continuazione. Quando la festa si avvicinò alla fine si alzò in piedi e annunciò il fidanzamento tra Faramir e sua sorella Eowyn.

Aragorn allora sorrise, almeno in quel momento il suo cuore aveva trovato un po’ di felicità nel vedere che la Dama di Rohan, colei che aveva sofferto per molto tempo a causa sua, aveva infine trovato la gioia.

Quando la festa finì, coloro che dovevano continuare il viaggio si apprestarono a partire, Faramir rimase e lo stesso fece Arwen che dovette salutare per sempre suo padre Elrond.

“Cosa succede?” chiese Legolas ad Aragorn quando lo vide in piedi con lo sguardo perso verso i colli.

“Arwen ed Elrond si stanno dicendo addio, lei rimarrà qui e poi tornerà a Gondor, non verrà con noi…” rispose il ramingo.

Dopo molto tempo Arwen li raggiunse.

“Sei sicura di voler restare?” gli chiese Aragorn.

“Sì…vorrei passare un po’ di tempo qui se non hai niente in contrario mio re…” gli rispose sorridendo. L’uomo annuì.

“Addio Legolas…ritorna presto…” sussurrò Arwen abbracciandolo. Quando si allontanò da lui lo fissò per un lungo istante senza parlare.

“Restagli vicino ti prego Arwen…”

“Cercherò di fare il possibile, il mio amore per lui è forte ma è del tuo che ha bisogno…”

 

Il gruppo ripartì nuovamente e raggiunse il Fosso di Helm. Durante il percorso Aragorn guardava spesso in direzione di Legolas ma la maggior parte delle volte lo sguardo dell’elfo era rivolto verso il basso.

“Eccoci Mastro Elfo, è giunto il momento di mantenere la tua promessa…” disse Gimli incamminandosi verso l’entrata delle Caverne Scintillanti.

Legolas accennò un sorriso e lo seguì, prima però si girò verso Aragorn e lo guardò per un lungo momento.

Il ramingo rimase fuori dalle caverne per tutto il tempo mentre gli altri si riposavano disperdendosi in giro ma rimanendo comunque nelle vicinanze, per un po’ rimase a guardare gli hobbit riuniti attorno a Merry che rimirava tra le mani il corno donatogli da Eomer ed Eowyn. Finalmente sentì la voce di Gimli e li vide tornare. Guardò Legolas preoccupato, c’era qualcosa di strano in lui, sapeva che non amava l’idea di ritornare in quel posto.

“Allora Mastro Elfo cosa ne pensi?” chiese il nano sorridendo.

“Credo che sia tu l’unico in grado di trovare parole adatte a descriverle amico mio…” sussurrò l’elfo “Ora scusatemi…” e si voltò allontanandosi velocemente.

“Ma cos’è successo Gimli?” gli chiese Aragorn seguendo con lo sguardo Legolas.

“Non lo so, non ha detto una parola…è la prima volta che un Nano sconfigge un Elfo in una competizione verbale…comunque ora rechiamoci a Fangorn, anche io devo mantenere la mia promessa” rispose Gimli.

Aragorn si guardò attorno, nessuno sembrava interessato al loro discorso così, non appena il nano si fu allontanato si incamminò nella stessa direzione presa dall’elfo poco prima. Lo vide appoggiato ad un albero, non molto lontano, la testa alzata e gli occhi blu aperti che fissavano il cielo azzurro.

“Legolas cosa succede?…” disse “Stai bene?”

“Ora sì…” sussurrò l’elfo “Ma là dentro…Oh Aragorn…non riuscivo a sopportarla, mi toglieva il respiro, nonostante l’ampiezza…”

“Cosa Legolas?” chiese il ramingo avvicinandosi a lui.

“L’oscurità, il buio, era così opprimente…alzavo gli occhi ma vedevo solo roccia, mi sentivo in trappola…” rispose Legolas respirando profondamente “Anche adesso la sento ancora…forse perché il mio cuore è colmo di tristezza, non riesco a liberarmene…”

Aragorn continuava a guardarlo, non riusciva a comprendere in pieno le sue parole, anche se lo conosceva bene gli Elfi hanno un modo di vedere le cose diverso da quello Umano, ma capiva che c’era qualcosa che non andava.

“Posso fare qualcosa? Se posso aiutarti…io non capisco completamente ma…” disse l’uomo.

“No, devo farcela da solo…” sussurrò Legolas sorridendo “Però…se puoi…” si guardò attorno prima di continuare “Puoi abbracciarmi Aragorn?”

Il ramingo sorrise e lo strinse tra le braccia, accarezzandogli la testa, poi si ricordò di non essere poi così lontano dagli altri ma…era solo un abbraccio, se qualcuno li avesse visti avrebbe trovato una scusa qualsiasi, erano amici in fondo, aveva visto molte volte Frodo e Sam abbracciarsi, non c’era niente di male…

Respirò profondamente e sentì il profumo di Legolas…aveva abbassato la testa appoggiandola sulla sua spalla, l’elfo era di poco più alto di lui e le labbra del ramingo ora potevano quasi sfiorare il suo collo. Non doveva farlo…non doveva…ma l’istinto prese il sopravvento, dolcemente baciò la pelle candida…

“No…” sussurrò l’elfo “Non…”

“Si…scusa…” disse il ramingo inclinando la testa per guardarlo negli occhi, vide però che il compagno stava sorridendo “Va meglio?” e avvicinò le labbra alle sue fino a sfiorarle. In quel momento Legolas spalancò gli occhi…delle voci…anche Aragorn ora le sentiva ma non riusciva ad allontanarsi da lui…solo un bacio…ancora un bacio prima di dirgli addio…

L’elfo rialzò leggermente la testa e guardò in lontananza per pochi attimi, poi mise una mano dietro alla testa dell’uomo stringendolo a sé e baciandolo ardentemente. Aragorn rimase sorpreso dalla sua reazione ma appena sentì il dolce sapore delle sue labbra la mente lo lasciò, dimenticando ogni cosa…anche le voci che si stavano avvicinando sempre di più…

Quando, con molte difficoltà, dovette allontanarsi da lui per respirare, si voltò…

“Dovremmo andare…o meglio…dicono…Gandalf dice che è il momento di rimettersi in viaggio…” disse Frodo velocemente guardandoli sorridendo. Al suo fianco c’era Sam che li fissava a bocca aperta ma con lo stesso sorriso sulle labbra.

“Arriviamo subito, grazie” disse Legolas sorridendogli a sua volta.

“Va bene…forza Sam…torniamo…” ribatté l’hobbit mettendo un braccio sulle spalle di Sam e trascinandolo via in tutta fretta.

Aragorn si rigirò lentamente verso l’elfo con un’espressione stupita sul volto

“Ma…”

“Cosa?” chiese Legolas guardandolo divertito.

“Come cosa….Sam!” rispose l’uomo alzando un braccio nella direzione che gli hobbit avevano preso “Non c’era solo Frodo c’era anche…”

“Lo sa…” sussurrò l’elfo “Ci ha visti una notte, nei boschi di Lothlòrien, mentre passeggiava con Frodo…l’ho letto nella sua mente pochi giorni dopo aver lasciato quel posto..”

“E quando avevi intenzione di dirmelo?” ribatté l’uomo “Per curiosità, c’è qualcun altro a conoscenza della storia che potrebbe privarmi della corona?”

Legolas sorrise, lo guardò negli occhi per un momento e vide il timore nel suo sguardo

“No mio re…” bisbigliò “…il tuo regno è salvo” e si incamminò verso l’accampamento.

Aragorn abbassò la testa ridendo, sapeva di non aver nulla da temere nulla né da Frodo né da Sam e tantomeno da Arwen, così seguì l’elfo raggiungendo gli altri quasi pronti per partire.

 

Lasciarono il Fosso di Helm e si diressero a Isengard, durante il tragitto ammirarono ciò che gli Ent avevano fatto. Arrivarono quindi dove una volta si trovavano i cancelli, ora c’erano due grandi alberi e un lungo sentiero circondato dal verde conduceva fino ad Orthanc. Finalmente li raggiunse Barbalbero seguito da Sveltolampo. Tutti assistettero al discorso tra gli Ent e Gandalf, durante il quale Sveltolampo consegnò le chiavi di Orthanc al nuovo re.

Legolas osservò per tutto il tempo i movimenti di Aragorn come per imprimerli nella memoria, il momento si stava avvicinando…Allora Barbalbero invitò i presenti ad attraversare la sua foresta per abbreviare il percorso, molti declinarono l’invito perché dovevano recarsi verso direzioni differenti ma l’elfo e il nano smontarono da cavallo.

“E’ arrivato il momento di mantenere la tua promessa Gimli…” disse Legolas guardandolo “Con il permesso di Barbalbero attraverseremo la foresta fino ad arrivare nelle nostre terre…”

“Certo, che nessuno possa dire in futuro che una promessa di un nano non è stata mantenuta…” ribatté Gimli “Anche se…non mi trovo a mio agio in mezzo a tutti questi alberi…Bene, addio giovani hobbit…” e con quelle parole abbracciò ad uno ad uno i piccoli amici che erano scesi da cavallo “Arriverete sani e salvi a casa e forse un giorno ci rincontreremo anche se temo che non potremo più riunirci tutti insieme”

“Addio Gimli…Addio Legolas…” disse Gandalf “Confido che il destino abbia in servo per tutti noi un nuovo incontro ma per ora…vi lascio a farvi gli ultimi saluti…voglio vedere se qui vicino riesco a trovare un vecchio amico” e partì al trotto seguito da Galadriel, Celeborn, Elrond e tutti gli elfi che salutarono con un gesto della mano prima di allontanarsi.

“Eccoci allora alla fine della Compagnia dell’Anello…Addio Gimli…” disse Aragorn inginocchiandosi davanti a lui e abbracciandolo “Spero che un giorno tornerai con gli aiuti che mi hai promesso..." Il nano sorrise annuendo poi fece qualche passo tra gli alberi di Fangorn borbottando tra sé “…fosse per me resterei volentieri a Gondor…qui non si vede nemmeno una roccia…”

Legolas nel frattempo stava salutando gli altri, quando arrivò a Frodo si abbassò abbracciandolo “Grazie…di tutto…” gli disse. Il piccolo hobbit sorrise senza dire una parola.

L’elfo si alzò e si avvicinò ad Aragorn che assisteva alla scena sorridendo, si fermò a pochi passi da lui. Quando si guardarono negli occhi tutto intorno a loro scomparve, era il momento, dovevano dirsi addio.

Legolas sentiva il cuore battere e le gambe indebolirsi, aprì la bocca per dire quella parola ma Aragorn lo prese tra le braccia stringendolo, una mano tra i suoi capelli e una dietro la schiena.

“Uuma lemba amin (Non lasciarmi)” sussurrò il ramingo chiudendo gli occhi, cercando di trattenere le lacrime che non doveva versare.

“Estel…lle…” disse Legolas passando le dita tra i suoi capelli e stringendolo a sua volta.

“Amin sinta (Lo so)” lo interruppe l’uomo respirando profondamente per sentire più che poteva il suo profumo “Amin mela lle tarenamin  (Ti amo mio principe)”

“Ar’ amin mela lle aranamin (Ed io amo te mio re)” sussurrò l’elfo…non riusciva…non riusciva a lasciarlo… “Rina amin…Saesa (Ricordati di me…ti prego)”

“Legolas…amin gurthaya ten’lle (Legolas…morirei per te)” bisbigliò Aragorn continuando ad accarezzare i capelli biondi, non li avrebbe più sentiti…morbidi, sottili scivolare tra le sue dita.

“N’uma…(No…)” disse l’elfo allontanandosi con difficoltà dal corpo dell’uomo per guardarlo di nuovo negli occhi “Coia…coia ten’amin (Vivi…vivi per me)” Quegli occhi azzurri…le sue labbra…gli sorrise, sentiva le lacrime farsi più vicine “Miqula amin…(Baciami)” sussurrò, anche se sapeva che era impossibile.

“Legolas amin…” bisbigliò il ramingo, non poteva…non doveva davanti agli altri…prese tra le mani il volto dell’elfo e alzando leggermente la testa posò le labbra sulla sua fronte, chiudendo gli occhi.

Legolas respirò profondamente…doveva andare…

“Amin harmuva onalle e’ cormamin (Custodirò il tuo dono nel mio cuore)” lo guardò negli occhi per un istante durante il quale il tempo sembrava essersi fermato…

“Namarie…” sussurrò, allontanandosi da lui, prese le redini di Arod e si incamminò nella foresta seguendo le orme di Gimli, una lacrima però scivolò sulla sua guancia ma il vento che si alzò in quel momento la portò lontano.