.|. My Slut .|.

by Thilus

Una parola di troppo, magari detta per scherzare, a volte però può causare solo danni

Sentimentale | Slash | Rating PG-13 | One Piece

| Commenta - Leggi i commenti |

“Che significa?” Mi chiede dopo che mi sono alzato dal divano e da sopra il suo corpo…

“Significa che questa notte dormi qua…” Gli rispondo voltandomi e andando verso le scale.

“Ehi!? Ma che ti è preso? Dove vai?” Salgo al piano di sopra e vado in camera nostra… chiudendo dietro di me la porta… quando Vig la apre mi trova giusto giusto lì davanti con un cuscino e una coperta che praticamente gli butto addosso chiudendogli subito dopo la porta in faccia.

Così come sono vestito, una maglietta dei Lakers e un paio di boxer, mi butto sul letto coprendomi con il lenzuolo e intenzionato a dormire.

Sento la porta aprirsi e Vig che si avvicina sedendosi sul letto, di fianco a me, inizia ad accarezzarmi i capelli… mi scosto con un gesto secco… “Posso sapere cos’ho fatto?” Domanda alzandosi… mi volto verso di lui, ancora una volta con uno scatto, guardandolo negli occhi, arrabbiato. “Non ti sei neanche reso conto di quello che hai detto? Vero?”

Il suo sguardo diventa confuso, soppesa le mie parole… “No! Non te ne sei accorto…” e gli do nuovamente la schiena continuando. “Arrivaci!”

Dopo qualche istante di silenzio lo sento dire. “Non puoi essertela presa per quello!? L’ho detto solo per scherzare!” Per la seconda volta torno a guardarlo rivolgendogli una delle sue frasi preferite. “Ma davvero?!”

“Non lo penso mica!”

“Ci mancherebbe!!” Lo aggredisco ancora prima che finisca la frase. “Mi ha dato fastidio! E non sai quanto!” Gli dico serio… continuando “E non è neanche la prima volta che me lo dici.”

E dal momento che non ricevo nessuna risposta a riguardo, proseguo con un “buonanotte!” stizzito e un “spero tu non abbia freddo di sotto.”

 

È brutto dormire senza di lui… ormai ho fatto troppo l’abitudine alle sue braccia che mi avvolgono quando abbiamo la possibilità di stare finalmente un po’ insieme a casa nostra… e questa notte ho dormito male…

Esco dalla doccia, mi vesto e scendo di sotto, ho fame…

Vig è già dietro i fornelli… mi siedo al tavolo riempiendo d’aranciata il bicchiere che trovo sul vassoio… si accorge di me. “Ehi! Buongiorno… e io che volevo portarti la colazione a letto…” Ha usato il suo tono più dolce… “Hai qualcosa da farti perdonare?” E io quello più duro.

Prendo una fetta di pane tostato spalmandoci sopra del burro… Vig si siede di fronte a me.

“Mi dispiace… non dovevo dirlo.” Non gli rispondo…non lo guardo neanche. “Dico davvero!”

Alzo il viso incrociando il suo sguardo… “Ok… ti credo.” Poso la fetta di pane sul piatto ancora intonsa e mi alzo… mi è passata la fame…

Esco di casa…

Mi sembra persino di aver preso alcune delle sue abitudini…sto sellando il mio cavallo, Kandinskij…

E ora che ho finito, Vig mi raggiunge… non ho voglia di discutere ancora con lui…né di sentire ancora le sue scuse…ha capito che mi ha dato fastidio e che ci sono stato male…ma proprio non mi va giù…

Salgo in groppa al cavallo ma non faccio in tempo a dargli il comando per partire che anche Vig monta in sella… dietro di me… obbligandomi a spostarmi in avanti. “Che significa? Scendi!”

Ma lui prende le redini dalle mie mani e manda il cavallo al passo… “Volevo farla da solo questa passeggiata!”

“Facciamo pace?”  Mi sussurra sul collo…e un brivido traditore mi percorre la schiena.

Dopo un attimo. “Non lo so…” Riesco a dirgli freddo e distaccato… “Dormito bene sul divano?”

“Veramente ho dormito in una delle camere per gli ospiti…” Sul mio viso compare una smorfia…

“…comunque…ho dormito malissimo…mi sei mancato…” Sospiro, chiudendo gli occhi e ascoltando le sue parole…sussurrate dolcemente. “Avrei voluto stringerti a me, per tutta la notte…come la notte scorsa, o come quella prima…o quella prima ancora…”

Passeggiamo così…per un poco…io, che ascolto il suo respiro e lui…i miei silenzi.

“Allora, vuoi tenermi il muso?” Sorrido…consapevole del fatto che lui non può vederlo.  “Mi piace tenerti il muso…” Mi bacia il collo… tanti piccoli teneri baci sul collo…sulla guancia… giro appena il viso, quel tanto che basta per lasciare che le sue labbra sfiorino le mie… “Ti amo… e non devi dubitarne, mai!” Mi sussurra con quella sua voce bassa e sensuale, alla quale non so resistere. Impongo al mio corpo di riprendersi.

“Prova a dire ancora un volta, anche solo per scherzo, che sono la tua puttana e non te la cavi con così poco…capito?” È il mio modo per dirgli che abbiamo fatto pace.