.|. I Giorni della Verità .|.

3. Momenti d'Amore

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Anche quel giorno passò, il sole iniziava lentamente a tramontare lasciando il posto alla brillante luna e alle miriadi di stelle che la circondavano. Nonostante l’oscurità avanzasse a Lothlòrien c’era sempre una luce naturale che rendeva tutto più magico. I membri della Compagnia avevano già cenato e grazie all’ottima cucina di Pipino, ora erano tutti sazi e pronti a passare un po’ di tempo insieme prima di andare a riposare. Aragorn non si era unito a loro, probabilmente era ancora a colloquio con Galadriel e Celeborn, quelle cose andavano sempre per le lunghe anche se le cose da dire sono poche.

Gli hobbit erano tutti riuniti intorno al fuoco e parlavano tra di loro, Gimli stava seduto dietro di loro e ascoltava le loro storie mentre Boromir e Legolas erano appoggiati ad un albero poco distanti dagli altri.

“Quanto tempo per informare qualcuno su un percorso” disse Boromir quando notò l’espressione preoccupata sul volto dell’elfo.

“Sì, per la mia gente è normale, quando c’è in gioco il destino della terra non badano al tempo che passa” rispose Legolas. Non resisteva più, di solito era sempre stato molto paziente ma non quel giorno, prese il suo arco e una freccia

“Vado qui vicino” disse al cavaliere e si allontanò.

Camminando arrivò ad una costruzione che gli Elfi usavano per le cerimonie di inizio stagione; era fatta di marmo bianco, una lastra rialzata fungeva da palco mentre due grossi massi rettangolari ne facilitavano la salita. Ai quattro angoli c’erano delle colonne che sostenevano il soffitto.

Legolas alzò lo sguardo, le stelle si riflettevano nei suoi occhi mentre la luce della luna illuminava il suo corpo dandogli quella bellezza così eterea che solo gli Elfi possiedono.

Raggiunse la costruzione e si sedette sul primo scalino posando l’arco al suo fianco, guardava dritto davanti a sé e i suoi occhi riuscivano a scorgere i movimenti degli altri amici, seppur molto distanti e nascosti da parecchi alberi.

 

“Aragorn, finalmente!!” gridò Gimli “Quali nuove dalla bella Dama?” Tutti si fermarono e guardarono l’uomo.

“Niente di pericoloso in arrivo” disse il ramingo sorridendo al nano “Abbiamo parlato a lungo ma senza aggiungere novità a ciò che già conoscete”

Un sospiro generale di sollievo riempì l’aria e gli hobbit continuarono il loro discorso.

Boromir si avvicinò ad Aragorn che guardava divertito i quattro piccoli amici e il nano

“Allora” gli disse “Cosa c’era di così importante?”

“A parte i soliti avvertimenti...niente di particolare, voleva ascoltare tutta la nostra storia e soprattutto la parte relativa alla morte di Gandalf, sembrava non convincerla. Per il resto...mi ha dato qualche consiglio sul percorso da seguire e sulle decisioni da prendere”

Aragorn si fermò e si guardò intorno

“Dov’è Legolas?” chiese.

“Se n’è andato un attimo fa” rispose Boromir “Era stanco di aspettare”

“Un Elfo stanco di aspettare...questa è una cosa nuova” disse il ramingo sorridendo “Vado a cercarlo...”

Aragorn s’incamminò nel bosco, non sapeva dove poteva essere, ma l’avrebbe trovato.

 

Legolas continuava a fissare i movimenti dei compagni, non riusciva a capire chi fossero, ma si divertiva ad indovinare; ma quanto tempo era passato da quando li aveva lasciati? “Probabilmente non molto” si disse. Ad un tratto intravide una sagoma scura che si dirigeva nella sua direzione, gli era difficile scorgerne il volto anche se sentiva distintamente i passi, fino a quando non fu più vicina...

“Cosa c’è in te che mi spinge ogni volta a venire a cercarti?” disse Aragorn sorridendo.

“Cosa voleva da te Dama Galadriel?” chiese Legolas cercando di non sorridere. Era felicissimo di rivederlo ma al tempo stesso...insomma, l’aveva lasciato da solo in quel momento quando più aveva bisogno di lui, la sua mente sapeva che non poteva fare altro ma il suo corpo non sentiva ragioni.

“Perché rispondi ad una domanda con un’altra domanda?” disse il ramingo avvicinandosi al luogo dove era seduto l’amico

“Ha voluto ascoltare tutta la nostra storia, dal nostro incontro a Gran Burrone fino a qui e...mi ha dato qualche consiglio”

L’elfo lo guardò stupito “...la nostra storia?...”

“Sì, e non immagineresti mai quanto è esperta riguardo a questi argomenti...” rispose l’uomo fermandosi davanti a lui.

“Ma...” Legolas continuava a fissarlo con gli occhi blu spalancati. Aragorn vedeva la paura in fondo a quegli occhi e sorridendo si spostò al suo fianco bisbigliandogli all’orecchio

“La Compagnia...il viaggio”

Fece un altro passo e, aprendo le gambe, si sedette sul secondo scalino, dietro all’elfo

“Mi ha dato qualche suggerimento sul percorso da fare, non sapevo quanto fosse informata sul territorio e sulle scorciatoie” continuò senza riuscire a trattenere una risata, accarezzando con la mano i capelli biondi davanti a sé. Legolas respirò profondamente spostando la testa per allontanarsi.

“Non è divertente” disse “Non farlo mai più altrimenti...” sentì le mani afferrargli la vita e tirarlo indietro.

“Altrimenti cosa mi fai?” sussurrò Aragorn baciandogli la guancia per poi continuare fino all’orecchio, con la lingua iniziò a sfiorarlo dal lobo fino alla punta.

“Non...” bisbigliò l’elfo, sentì di nuovo il suo corpo cedere sotto quei baci, appoggiò indietro la testa sulla spalla del ramingo chiudendo gli occhi.

“Non mi avevi mai detto quanto ti piacesse questo...” sussurrò l’uomo prendendo tra le labbra la punta dell’orecchio e succhiandola dolcemente.

Legolas aprì la bocca per parlare ma ne uscì solo un gemito, poi riprendendo un po’ di fiato

“E tu quando me lo hai chiesto?” bisbigliò

Aragorn sorrise continuando a baciarlo, con le mani iniziò a slacciare i primi lacci dell’abito passando le dita sulla gola dell’elfo.

Legolas sentiva contro la sua schiena la stessa eccitazione che si era impossessata di lui

“Aspetta...” disse “...siamo troppo vicini...potrebbero vederci...o sentirci...” ma le parole gli si spensero nella gola.

“Non ci vedranno” gli sussurrò Aragorn continuando ad aprire l’abito “Non hanno la tua vista”

L’elfo lo sapeva eppure gli sembravano così vicini, vedeva il fuoco acceso...

“E se non griderai troppo non ci sentiranno nemmeno” continuò sorridendo, lasciò il vestito e passò una mano sulla coscia di Legolas fermandosi pochi centimetri prima di raggiungere il centro. Sentiva il corpo dell’elfo completamente abbandonato contro il suo, sentiva i suoi respiri diventare sempre più frequenti, lo guardò e sorrise, come se gli fosse passato qualcosa per la mente.

“Sai una cosa” disse il ramingo “Hai ragione, forse siamo troppo vicini”

Legolas si girò verso l’uomo fissandolo, nei suoi occhi si poteva scorgere la passione, il desiderio...

“E’ meglio smettere...” e con quelle parole si alzò, scese dal gradino e fece qualche passo in avanti.

 

Pochi istanti dopo sentì un fischio vicino all’orecchio destro, lo spostamento d’aria gli mosse i capelli...e una freccia si conficcò nel tronco dell’albero ad un passo da lui. Aragorn sorrise, se non fosse stato un elfo a tirare sicuramente sarebbe stato colpito, c’era troppo buio in quel punto.

“Mi hai mancato” disse senza voltarsi

“Se avessi voluto colpirti a quest’ora saresti già morto” disse Legolas lasciando cadere l’arco a terra.

“...ed io con te...” pronunciò le ultime parole con un tono così dolce che il ramingo dovette utilizzare tutta la sua forza per non cedere e correre ad abbracciarlo.

“Bene, io vado allora...” disse l’uomo facendo un altro passo. Un istante dopo sentì una mano prendergli il braccio e trascinarlo indietro fino alla costruzione.

“Tu non vai da nessuna parte!” disse Legolas spingendolo con forza contro la colonna di marmo

“Non puoi lasciarmi ancora così!” continuò stringendo con le mani l’abito del ramingo

“Non voglio...” sussurrò, sul suo viso c’era la stessa espressione di un bambino quando non riesce ad ottenere ciò che brama.

 

Aragorn sentì un impulso fortissimo di abbracciarlo, di baciarlo...ma l’elfo lo anticipò. Legolas si strinse a lui e posò le labbra su quelle dell’uomo, voracemente cercò la sua lingua, succhiandola con forza. In quel bacio c’era rabbia e dolcezza contemporaneamente.

Il ramingo rispose al bacio con la stessa intensità, era sorpreso di quanto il desiderio lo facesse diventare aggressivo, e la cosa gli piaceva, lo eccitava...

L’elfo iniziò a muoversi contro il suo corpo, spingendosi contro di lui. L’uomo gli mise una mano sul volto costringendo il compagno a guardarlo

“Mi dispiace veramente per questa mattina” sussurrò “Non avrei mai voluto lasciarti in quel modo”

Legolas lo fissò, nei suoi occhi non c’era più rabbia ma solo passione

“Lo so” rispose prima di baciarlo nuovamente con lo stesso vigore.

Aragorn avvicinò le mani al corpo del compagno, slacciando lo stesso bottone di ore prima, abbassando la stoffa e iniziò ad accarezzarlo.

L’elfo si sentì bruciare dalla passione quando la mano dell’uomo lo strinse e dolcemente iniziò a muoversi su di lui. Con le mani afferrò nuovamente gli abiti del compagno per avvicinarsi di più, chiuse gli occhi piegando indietro la testa.

“No” disse Aragorn mettendo l’altra mano sul volto dell’elfo costringendolo dolcemente a rialzare la testa “Non chiudere gli occhi...guardami”

Legolas lo fissò intensamente, cercando di non chiudere gli occhi ad ogni movimento della sua mano, il cuore batteva sempre più forte, il sangue ribolliva nelle sue vene, sentiva il momento avvicinarsi...

“...di più...più forte...” le sue labbra si erano mosse ma non sapeva se aveva pronunciato veramente quelle parole o se erano solo un suo pensiero.

Il ramingo gli sorrise, gli piaceva guardarlo, vederlo così...mise la mano libera dietro la schiena dell’elfo stringendolo a sé mentre l’altra si muoveva sempre più velocemente. Vide Legolas chiudere gli occhi e gettare la testa all’indietro, la bocca aperta, nel momento in cui raggiunse l’estasi...

Aragorn lo guardava, era così bello in quel momento, così affascinante...

L’elfo rialzò la testa aprendo lentamente gli occhi e incontrando quelli del compagno. L’uomo sentì il suo corpo fremere di desiderio, quello sguardo diceva più di mille parole...Legolas si abbandonò contro di lui appoggiando il volto sulla sua spalla, cercando di respirare più lentamente, cercando di controllare i brividi che ancora percorrevano il suo corpo, poi lentamente si lasciò scivolare in basso, inginocchiandosi...

Il ramingo lo seguì con lo sguardo, tremò al solo pensiero di ciò che stava per fare, respirò profondamente...

“Legolas” disse cercando di non rivelare il desiderio che bruciava in lui. Nell’udire il suo nome detto con tanta passione l’elfo alzò lo sguardo

“Non devi...se non...” continuò l’uomo, ma quando sentì i pantaloni slacciarsi e le mani del compagno su di lui si fermò, incapace di continuare.

“Posso fare tutto quello che voglio...ricordi?” disse Legolas.

Aragorn lo guardò ma non riuscì a tenere fisso quello sguardo ancora per molto, quando sentì il calore della sua bocca, della sua lingua, chiuse gli occhi appoggiando la testa alla colonna; una mano era fissa sul blocco di marmo mentre l’altra accarezzava i capelli biondi dell’elfo. Si sentiva sempre più vicino a ciò che aveva desiderato per tutto il giorno, anche mentre parlava con la Dama il suo pensiero correva da Legolas, dalle sue mani, dalla sua bocca...sapeva di non riuscire a trattenersi ancora per molto ma le sensazioni che provava erano così forti, avrebbe voluto far durare quel momento il più a lungo possibile ma quel calore, quelle labbra lo portavano troppo oltre...

Legolas sentiva le dita del ramingo tra i suoi capelli, chiuse gli occhi cercando di concentrarsi non sul suo piacere ma su quello dell’uomo, era la prima volta che lo faceva e voleva dare ad Aragorn tutto ciò che poteva. Le carezze sulla testa si fermarono, con la mano il compagno lo tirava verso di sé e pochi istanti dopo sentì il liquido caldo di Aragorn nella bocca.

 

L’elfo si rialzò lentamente, guardò il volto del ramingo sorridendo, gli occhi chiusi e la bocca semiaperta, respirava ancora a fatica...appoggiò delicatamente una mano sulla sua guancia.

Al tocco del compagno Aragorn riaprì gli occhi incontrando quelli di Legolas e perdendosi in quel profondo blu per un momento, poi alzò a sua volta la mano sfiorandogli il viso

“Ma cos’ho fatto per meritarmi un simile dono?” disse sorridendo. Lo tirò a se baciandolo con tutta la passione che provava per lui e sentì nella bocca dell’elfo il suo sapore.

Legolas si strinse a lui con tutta la forza che aveva, non voleva che quel momento finisse, ma sapeva che dopo poco avrebbero dovuto tornare dagli altri.

“Lo so” disse l’elfo quando Aragorn si fermò fissandolo “Dobbiamo tornare”

Fece qualche passo riprendendo l’arco e si girò in attesa, guardando l’uomo che gli sorrideva.

“Veramente...” disse il ramingo “...stavo per dire un’altra cosa...però hai ragione...torniamo dagli altri” e s’incamminò superando Legolas continuando a sorridere.

“Cosa volevi dire?” gli chiese l’elfo mettendosi davanti a lui e fissandolo incuriosito.

“Niente di importante” rispose l’uomo “E poi adesso non abbiamo tempo, gli altri ci aspettano” e s’incamminò di nuovo.

“Ma...aspetta...” Legolas rimase indietro continuando a guardarlo.

“Forza Legolas...cammina...” disse ridendo Aragorn fermandosi e girandosi verso di lui.

L’elfo si diresse verso di lui velocemente, lo superò, fissandolo con un’espressione preoccupata sul volto, e s’incamminò da solo verso l’accampamento.

Il ramingo rimase immobile, sorridendo poi lo richiamò “Legolas...fermati!”

“Cosa?” gridò l’elfo girandosi di scatto. Aragorn lo raggiunse e gli si avvicinò guardandolo intensamente

“E’ stato bellissimo” sussurrò dolcemente sistemandogli i lacci dell’abito che prima aveva aperto “Andiamo...”  poi sorridendo si avviò tra gli alberi.

Legolas rimase immobile, quelle parole si erano fatte strada lungo tutto il suo corpo come un brivido, sorrise, poi raggiunse Aragorn correndo e insieme si diressero verso la radura.

 

“Pipino, basta adesso!” disse Merry alzandosi in piedi “Non vedi che siamo tutti stanchi!”

“Ma ho appena aperto bocca! Dillo a Sam, è tutta sera che continua!” replicò Pipino.

“Non è vero! Padron Frodo io non...” si lamentò Sam girandosi verso l’altro hobbit.

“Sam, per una volta ha ragione lui, hai parlato per molto tempo” disse sorridendo Frodo “Forse è meglio andare a dormire adesso!”

“Già, è vero, sarà questo posto, mi piace molto quest’atmosfera, è un peccato che prima o poi dovremo andarcene!” sussurrò Sam alzandosi “Guardate nonostante io abbia parlato per tutta sera Gimli e Boromir si sono addormentati!”

“Ed è quello che faremo subito anche noi!” disse Merry sbadigliando “Buona notte a tutti!”

I quattro hobbit si diressero verso il luogo dove avevano riposato anche la notte precedente. Sam, Merry e Pipino si addormentarono subito, Frodo invece rimase sveglio, voleva aspettare Aragorn, non riusciva a credere che in tutto quel tempo passato con Dama Galadriel nessun argomento riguardante il futuro della Compagnia e dell’Anello era stato affrontato. Sentiva gli occhi sempre più pesanti, molto probabilmente il sonno si era già impadronito di lui, forse non vide realmente Aragorn e Legolas tornare insieme dal bosco e forse non vide nemmeno ciò che successe dopo, forse stava già sognando, o forse no?

 

“Stanno già dormendo?” disse stupefatto Aragorn “Li ho lasciati pochi attimi fa, erano tutti occupati a raccontarsi storie e adesso...”

“Forse sono passati più di pochi attimi” sussurrò Legolas guardandosi attorno. Il fuoco era ancora acceso ed attorno ad esso erano distese le coperte su cui si erano seduti gli hobbit poco prima.

“Comunque adesso sono tutti profondamente addormentati” disse il ramingo girandosi verso l’elfo sorridendo “Ti va di restare un po’ qui a parlare?” e si sedette accanto al fuoco.

Legolas si inginocchiò accanto a lui, era così strana quella situazione, nelle ultime ore non si era più fermato a riflettere su ciò che stava accadendo, aveva agito d’impulso e adesso che se ne stava rendendo conto la cosa lo spaventava. Nella sua lunga vita mai aveva provato delle emozioni simili che lo spingessero ad agire senza pensare, non sapeva come affrontare i sentimenti che sentiva farsi strada sempre più prepotentemente nel suo cuore, non riusciva a spiegarsi perché...perché si sentiva perso senza di lui? Perché non riusciva più a fare a meno della sua voce, del suo volto...del suo corpo, anche adesso avrebbe voluto baciarlo, accarezzarlo, stringerlo fra le sue braccia e farsi stringere come poco prima. Cosa c’era in Aragorn che riusciva ad abbassare ogni sua difesa e renderlo vulnerabile sotto ogni aspetto?

“Cosa c’è?” disse l’uomo guardandolo “C’è qualcosa che ti preoccupa?”

“No, niente” disse l’elfo sorridendo “Stavo solo cercando di riordinare le idee, sembra che la mia mente non voglia più collaborare lasciando spazio solo alle emozioni”

“Sì, deve essere l'aria di queste parti” disse Aragorn sospirando “ Perché anche io ho lo stesso problema, cerco di riflettere ma il pensiero è sempre quello...tu” si girò verso di lui sorridendo.

Legolas lo fissò “Non è vero” gli disse “Adesso non stavi pensando a me” e sorrise dolcemente.

“Stai cercando di leggermi nel pensiero Elfo?” continuò il ramingo voltandosi completamente verso il compagno.

“Provaci adesso” e lo guardò dritto negli occhi con un’espressione seria avvicinando il volto a quello dell’elfo. Legolas rimase qualche istante a fissarlo come ipnotizzato da quei profondi occhi azzurri poi, senza riuscire a fare diversamente, lo tirò verso di sé baciandolo teneramente.

 

“Basta Sam smettila...Zitto!”

I due si girarono di scatto ma era solo Pipino che parlava nel sonno.

Si guardarono sorridendo “Forse è meglio fare quello che stavi pensando” disse Legolas a bassa voce, si alzò e andò a sedersi ai piedi di un albero “Riposati” sussurrò.

Aragorn lo guardò divertito, non era quello il suo pensiero in quell’istante ma forse l’elfo era riuscito a scorgere la sua stanchezza nel profondo della sua mente, era veramente esausto così si sdraiò sulle coperte, diede un’ultima occhiata al compagno e chiuse gli occhi addormentandosi poco dopo.

Legolas continuava a guardarlo, era così bello, sicuro di sé ma al tempo stesso fragile, era il primo uomo a fargli provare delle emozioni così forti, il primo che riuscisse a fargli perdere completamente il controllo, non riusciva a resistergli...o forse non voleva farlo. Aveva paura di quello che sarebbe successo il giorno seguente e quello dopo ancora restandogli accanto e soprattutto il suo cuore era consapevole che qualcun altro lo stava aspettando...

L’elfo rimase tutta notte a guardare Aragorn dormire accanto al fuoco, cercando di razionalizzare ciò che provava per lui ma non ci riuscì, solo una cosa era chiara nella sua mente...lo voleva più d’ogni altra cosa, lo desiderava anima e corpo.

 

Il sole era già sorto quando Aragorn riaprì gli occhi sentendo una mano accarezzargli i capelli

“Da quanto tempo non dormivi?” gli chiese l’elfo allungando un braccio per aiutare l’uomo a rialzarsi.

“Non me lo ricordo” rispose il ramingo guardandosi attorno “Dove sono gli altri?”

“Sono andati a prendere qualcosa per fare colazione” continuò Legolas “Forse è meglio andare ad aiutarli “

“Forse...” disse Aragorn. Il suo sguardo si spostava lungo il corpo dell’elfo mentre gli tornava alla mente tutto quello che era successo la sera prima. Quanto desiderava sentirlo di nuovo su di lui, sapeva che quello non era né il momento né il luogo adatto ma quegli occhi blu avevano il potere di farlo impazzire.

Legolas lo guardò negli occhi sorridendo “Cosa c’è?”

“Non guardarmi così ti prego” disse Aragorn passandosi una mano sul volto “Cerco di essere forte, di mantenere il controllo ma tu riesci a farmelo perdere in pochi istanti” si avvicinò all’elfo tanto da poter sfiorare le sue labbra. In lontananza si sentirono le voci degli hobbit

“Andiamo dagli altri...” disse sospirando e si incamminò verso i Compagni. Legolas sorrise e lo seguì.

 

Anche quella giornata passò, i Compagni rimasero per la maggior parte del tempo riuniti a discutere su quando sarebbero partiti mentre Aragorn spiegava loro la strada che gli avevano consigliato Galadriel e Celeborn il giorno prima. Cercava di non pensare a lui ma quando il suo sguardo incrociava quello di Legolas anche se solo per pochi istanti, il cuore iniziava a battere più forte e nel suo corpo il sangue diventava incandescente. Cosa sarebbe successo una volta lasciato quel posto? Se non fosse più riuscito a rimanere solo con lui?

Quando il discorso finì Merry e Pipino si alzarono in piedi

“Adesso è ora di mangiare” disse Pipino “Ho visto un albero con dei frutti bellissimi solo che sono troppo in alto...”

“Già” continuò Merry “Ci vorrebbe un elfo per raggiungerli...” ed entrambi guardarono Legolas

L’elfo sorrise “Va bene andiamo”

“Sìììì!” gridarono i due hobbit e iniziarono a correre lungo un sentiero. Legolas lanciò un’occhiata ad Aragorn che gli sorrise e si avviò dietro i due piccoli amici.

“Andiamo anche noi” disse Frodo incamminandosi seguito da Sam. Gimli e Boromir rimasero un po’ indietro “Tu non vieni?” gridò il nano al ramingo che era rimasto seduto.

“Più tardi” rispose l’uomo “Mangiate pure anche la mia parte!”

Aragorn voleva restare solo per pensare anche se sapeva già a che conclusione sarebbe giunto. Con la mano si toccò il petto, sentì il medaglione che aveva al collo...Arwen. Cosa doveva fare? Era sicuro di amarla o almeno lo era fino a poco tempo fa, prima di sfiorare le labbra di Legolas, prima di scoprire che anche l’elfo provava qualcosa per lui. E adesso lui cosa provava? Arwen aveva deciso di rinunciare alla sua immortalità per lui e ora la ripagava perdendosi tra le braccia della persona più cara ad entrambi. Non poteva farle questo eppure la passione con cui voleva Legolas era più forte di ogni rimorso, era accecante, non lasciava spazio ad altro. Poteva essere amore? Poteva amare due persone contemporaneamente e in un modo così diverso? E se gli avessero imposto una scelta, quale sarebbe stata la sua risposta? Non lo sapeva, non poteva scegliere, non voleva farlo...però in quel momento sentiva il bisogno di andare da lui, di guardarlo, di perdersi nei suoi occhi e di non pensare ad altro...almeno per adesso.

 

“Non è rimasto niente per me?” disse sorridendo il ramingo avvicinandosi agli altri.

“L’ultimo frutto ce l’ha Legolas” disse Pipino finendo di masticare “Sono veramente buoni lo sai?”

Aragorn girò lentamente la testa in direzione del compagno alzando un sopracciglio

“Ah sì!” disse “E hai intenzione di tenertelo Elfo?”

“Dovrei forse darlo a te?” disse Legolas accennando un sorriso “E perché?”

I due si guardavano cercando di mantenere un’espressione seria sul viso anche se avrebbero voluto scoppiare a ridere

“Perché sono io il capo della Compagnia adesso, ricordi?” continuò il ramingo in tono grave “Quindi ti ordino di darmi quel frutto Legolas!”

Gli hobbit, Gimli e Boromir rimasero in silenzio osservando la scena, non avevano mai visto Aragorn usare quel tono autoritario e ne erano quasi intimoriti, ma non sembrava essere lo stesso per Legolas.

“No!” disse l’elfo senza distogliere lo sguardo da quello dell’uomo, aveva capito il suo gioco e non voleva lasciarlo vincere.

”No??” disse Aragorn avvicinandosi sempre di più al compagno che teneva in una mano il frutto ”Vorrà dire che me lo prenderò con la forza” e allungò un braccio nella sua direzione.

Legolas nascose la mano dietro la schiena sorridendo. I due iniziarono allora a giocare come bambini che si contendono un trofeo, l’elfo si piegava per non far prendere il frutto al compagno mentre il ramingo cercava di bloccargli le braccia per raggiungerlo, fino a quando non caddero entrambi in terra ridendo. Aragorn era finito disteso su Legolas e gli teneva le braccia alzate sopra la testa, nella sua mano c’era ancora il frutto, i due si guardarono intensamente e solo in quel momento si ricordarono degli altri compagni che li stavano fissando a bocca aperta.

Si rialzarono sistemandosi gli abiti e videro le facce di Sam, Merry, Pipino, Gimli e Boromir...solo Frodo stava sorridendo divertito, gli piaceva vedere i due amici così sereni nonostante tutto, e gli tornò in mente quello che aveva creduto di aver sognato la notte prima...

 

“Bene” disse Boromir rompendo il silenzio “Forse adesso conviene tornare prima che si faccia buio...” e si alzò seguito dagli altri che ancora stavano fissando i due amici.

Legolas abbassò la testa cercando di non ridere poi guardò Aragorn. Anche il ramingo lo stava guardando sorridendo, diede un morso al frutto poi glielo lanciò sussurrando

“Ho vinto io” e si girò facendo qualche passo nella stessa direzione che avevano preso gli altri.

Aragorn guardò in lontananza da quella parte e lasciò cadere a terra il frutto, poi prese per un braccio l’elfo, costringendolo a girarsi e lo strinse tra le braccia, baciandolo con forza.

Legolas sentì le labbra del ramingo divorarlo con passione mentre la lingua esplorava ogni parte della sua bocca, si sentiva mancare il fiato quando l’uomo si fermò.

Aragorn gli sorrise passandosi la lingua sulle labbra

“Abbiamo vinto entrambi” disse sorridendo “ Era buono, o forse sono state le tue labbra a renderlo così...”

L’elfo lo guardò ridendo “Tu sei pazzo!”

“Sei tu che mi fai impazzire” rispose il ramingo avviandosi per il sentiero.

Nessuno dei due si era però accorto di Frodo che era rimasto indietro e li stava osservando a bocca aperta dietro ad un albero.