.|. Legami Immortali .|.

9. Min Galad Ben Daw (Una Luce nella Notte)

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E finalmente anche l’ultimo mese di attesa passò e la regina Arwen si preparò a dare alla luce l’erede degli Uomini, quel bambino nato dall’alleanza tra due popoli che per secoli avevano vissuto e combattuto insieme per il bene di quella Terra che i Valar avevano lasciato loro…ma quel tempo era ormai finito, il tempo degli Elfi era ormai finito…i Primi Nati stavano abbandonando la Terra di Mezzo, pochi erano rimasti in quei boschi che tanto avevano amato e che per anni erano stati la loro casa...Spesso Arwen ripensava a tutto questo, il piccolo che portava in grembo sarebbe diventato un Uomo, sovrano degli Uomini…non avrebbe conosciuto il popolo immortale…e provava un’immensa tristezza, lei, Legolas e pochi altri erano gli ultimi…gli ultimi rimasti a raccontare una storia durata migliaia di anni ma che presto sarebbe giunta a una fine…

Era sera ma la luna non rischiarava Minas Tirith, le nuvole coprivano ancora il cielo e la pioggia continuava imperterrita a cadere, come succedeva da mesi…durante il giorno cessava ma senza dare spazio al sole, e la notte ricominciava a bagnare Gondor…

Aragorn ed Eomer stavano attendendo fuori dalla stanza di Arwen, Gweridith si stava prendendo cura della regina insieme ad altre donne, e aveva fatto portare ai due re delle sedie ma solo una era stata occupata…Eomer continuava a camminare avanti e indietro lungo il corridoio, senza mai fermarsi…

“Te ne prego…vuoi sederti…” sussurrò Aragorn seguendo l’uomo con lo sguardo, appoggiò le braccia sui braccioli e sospirò “…questa cosa può andare avanti tutta notte e non vedo il bisogno di agitarsi…”

“Come non vedi il bisogno di agitarsi?” ribatté Eomer fissandolo ma rallentando solo di poco la sua andatura “E se qualcosa andasse storto?”

“Gweridith ha fatto nascere decine di bambini e anche le altre donne che sono con lei…”

“Sì ma…” lo interruppe il re di Rohan senza fermarsi “…questo non è un buon motivo per non preoccuparsi! E poi…non vedo perché te ne stai li seduto come se niente stesse accadendo!! Sei tu il padre! Tu dovresti passeggiare avanti e indietro in preda al panico…non io!”

Aragorn lo guardò e si mise a ridere

“Guarda che non è una legge…non c’è scritto da nessuna parte!”

“Oh…lo so…” sussurrò Eomer lasciandosi cedere sull’altra sedia con la testa tra le mani “…ma non capisco come fai a restare così calmo!”

“Forse non lo sono ma non lo do a vedere…” rispose il ramingo guardando fisso davanti a sé “…sono preoccupato quanto te e se non bastasse non ho notizie di Legolas da quando è partito…ho paura che gli sia successo qualcosa…”

“Ha detto che sarebbe tornato prima della nascita…” disse Eomer, vide Aragorn annuire e continuò “…e allora arriverà, dagli tempo, sarà stato fermato dal temporale…”

“Ora sei tu quello troppo tranquillo…” bisbigliò il ramingo guardando il re di Rohan sorridendo.

Ad un tratto sentirono dei passi veloci lungo il corridoio, entrambi si voltarono e quando quella persona girò l’angolo e apparve alla loro vista, Aragorn si alzò di scatto in piedi e gli corse incontro…

“Legolas!” disse abbracciandolo con forza “Oh Valar finalmente!”

“Il mio cavallo…aveva paura del temporale…” iniziò l’elfo ansimando per la corsa fatta “…ho dovuto rallentare il passo…Estel…lasciami…ho gli abiti fradici di pioggia…”

“Non mi interessa…” lo interruppe il ramingo stringendolo “…mi sei mancato così tanto…avevo paura che fosse successo qualcosa…che qualcosa ti impedisse di ritornare da me…”

Legolas sorrise e allontanò leggermente l’uomo da sé per guardarlo negli occhi

“Niente e nessuno può impedirmi di tornare da te…” sussurrò dolcemente accarezzandogli il viso, poi abbassò lo sguardo “…guarda…ora anche i tuoi vestiti devono asciugare…”

Aragorn aprì la bocca per parlare ma la voce di Gweridith echeggiò nel corridoio…

“Maestà!! E’ nato!!! E’ un maschio! Un bellissimo bambino!!!”

Eomer si alzò subito dalla sedia ma lasciò che Aragorn entrasse nella stanza per primo…rimase sulla porta, guardò Legolas e gli sorrise. Solo quando Re Elassar raggiunse il letto dove sedeva la sua sposa, Eomer e Legolas entrarono a loro volta, fermandosi a pochi passi da loro…le donne che avevano assistito la regina uscirono, richiudendo la porta.

“Ecco tuo figlio…” sussurrò Arwen accarezzando la fronte del piccolo che stringeva tra le braccia “…il tuo erede e futuro re degli Uomini…”

Aragorn fissò la sua sposa per un momento e poi il suo sguardo si spostò sul bambino…rimase in silenzio…avrebbe voluto dire molte cose ma quando vide la mano di suo figlio muoversi le sue labbra tremarono…

“Prendilo in braccio…” disse la regina sorridendogli. Il ramingo si chinò lentamente verso di lei e prese tra le braccia il piccolo, avvolto in una lunga coperta di seta bianca…gli passò dolcemente un dito sulla guancia e vide i suoi occhi aprirsi…ed erano azzurri, come i suoi…lo stava guardando…sentiva il calore del suo corpo, il suo respiro regolare…guardò di nuovo Arwen ma non riuscì a far altro che sorriderle…

Eomer si avvicinò lentamente alla dama e lei si voltò nella sua direzione, allungando una mano verso di lui…

“Stai bene?” gli sussurrò sedendosi sul letto vicino a lei e baciandole la fronte.

“Sì…” rispose Arwen stringendo la mano dell’uomo nella sua.

Legolas fece un passò ma poi si fermò di nuovo…guardò Aragorn e vide scivolare sulle sue guance alcune lacrime…ma sorrideva, sul suo viso risplendeva la gioia, la felicità…non l’aveva mai visto così…o forse sì, solo una volta…sentì una strana sensazione dentro di sé ma non le diede peso…si avvicinò alla finestra e aprì le tende…

“Le stelle risplendono nel giorno della sua nascita…” sussurrò “…le tenebre hanno lasciato posto alla luce della luna…la pioggia ha smesso di cadere…”

Aragorn guardò il compagno e gli sorrise.

“Come vuoi chiamarlo Aragorn?” gli chiese Arwen.

“Io credo…” bisbigliò il ramingo guardando il piccolo tra le sue braccia “…è nato sotto la luce delle stelle…”

“Come il nostro popolo…” disse Arwen guardando Legolas “…ma è tuo figlio…è un Uomo…”

“Non è solo mio figlio…” sussurrò Aragorn “…e desidero che porti con sé il ricordo degli Elfi…desidero che sappia quanto sono stati importanti per la Terra di Mezzo e…” fissò Legolas sorridendo “…per me…”

Si avvicinò al compagno e poi si voltò verso la finestra…

“Benvenuto Eldarion…” sussurrò “…Figlio del Popolo delle Stelle…”

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Le settimane passarono e tutto il popolo era ansioso di assistere alla festa per la presentazione del figlio di Re Elassar e della Regina Arwen…il loro futuro re…

A palazzo la vita continuava a svolgersi regolarmente, Arwen si prendeva quasi sempre cura del piccolo Eldarion ma quando Aragorn si liberava dagli impegni di sovrano correva da lei per tenere suo figlio e dare alla dama e ad Eomer qualche momento da passare insieme.

Arrivò la sera della festa, e dopo la cena tutti si radunarono in una parte dei giardini reali che erano stati aperti per il popolo, e dal balcone il re e la regina mostrarono alla gente il loro erede…i festeggiamenti continuarono a lungo e a notte inoltrata nuove luci di mille colori illuminarono il cielo per la gioia di tutti, grandi e bambini…

Legolas era appoggiato ad uno dei balconi, guardava dall’alto le centinaia di persone che passavano sotto di lui…si era unito agli altri solo per poco tempo, preferiva restare solo a pensare…da quando era tornato a Gondor e da quando era nato Eldarion molti pensieri non gli davano pace…si chiedeva in continuazione se anche suo padre aveva pianto quando l’aveva stretto per la prima volta tra le braccia e come poteva un padre arrivare ad odiare il proprio figlio…ma poi ripensava al volto di Aragorn quel giorno…solo quando si erano legati davanti ai Valar l’aveva visto piangere per la felicità…ed ora nel suo cuore iniziava a nascere quella paura…paura di essere messo da parte…paura di non avere più tutto l’amore del compagno…

Sentì un colpo e alzò la testa…una cascata di luci esplose nel cielo e le grida di gioia e gli applausi gli fecero eco…

“Perché resti qui tutto solo?” gli chiese Aragorn raggiungendolo e fermandosi al suo fianco.

“Perché non sei con Arwen e tuo figlio?” ribatté Legolas.

“Perché rispondi ad una domanda con un'altra domanda?” sussurrò il ramingo guardandolo.

L’elfo girò la testa verso di lui per controbattere di nuovo ma poi si mise a ridere…

“Abbiamo già fatto una volta questo gioco…”

“Già…e se non ricordo male si è concluso molto bene…” disse l’uomo sorridendogli.

“Sto bene…volevo solo riflettere…” sussurrò Legolas guardando le luci che risplendevano nel cielo colorandolo “Tu però dovresti essere con Arwen a guardare questi…fuochi d’artificio”

“No…” disse Aragorn accarezzandogli i capelli “…io voglio guardarli insieme a te…il mio posto è qui…e poi nessuno farà caso alla mia assenza…Gweridith ha portato Eldarion a dormire e Faramir ed Eowyn sono già spariti da un po’…è buio e tutti scambieranno Eomer per me…” fissò il compagno sorridendo e vide le luci colorate riflettersi nei suoi occhi…sentì una stretta al cuore, un misto di dolore e felicità…raggiunse la mano dell’elfo e la strinse nella sua…

Legolas girò la testa e vide lo sguardo del ramingo fisso su di sé

“Lo spettacolo è da quella parte…” disse sorridendo “…non guardare me o te lo perderai…”

Aragorn aprì la bocca per rispondere ma pronunciò una sola parola…

“Abbracciami” e si strinse a lui nascondendo il viso contro il suo collo.

“Estel…cos’hai?” sussurrò Legolas accarezzandogli la schiena e i capelli, lo sentiva respirare profondamente…lentamente…

“Sta passando troppo in fretta…troppo…non voglio che tutto finisca…non voglio…”

Legolas chiuse gli occhi…sapeva benissimo a cosa si stava riferendo…e il solo pensiero lo faceva stare malissimo…

“Non…non parliamone Estel ti prego…non possiamo cambiare la realtà, possiamo solo decidere cosa fare del tempo che ci viene concesso…”

“Ti amo…” bisbigliò Aragorn sospirando e rialzando la testa per guardarlo negli occhi.

“Baciami” sussurrò l’elfo sorridendogli. Il ramingo avvicinò le labbra alle sue e lo baciò dolcemente, fece scivolare una mano lungo il suo braccio e gli prese la mano, intrecciando le dita con le sue mentre con l’altra lo teneva stretto a sé…quando le loro dita si unirono sentì un gemito uscire dalle labbra del compagno…

“…anche a me piace tenerti così…” gli bisbigliò l’uomo.

“…non ti ho detto che potevi smettere di baciarmi però…” rispose Legolas accennando un sorriso. Aragorn lo baciò di nuovo e nessuno dei due si accorse che i fuochi d’artificio erano ormai terminati e che tutta la gente stava ritornando alle proprie case…Quella notte Legolas e Aragorn portarono sul balcone cuscini e coperte e rimasero a guardare le stelle a lungo, stretti l’uno nelle braccia dell’altro, in silenzio, al posto delle parole erano i loro baci e le loro carezze a narrare quello che sentivano…e quando Aragorn si addormentò, Legolas lo strinse di più a sé, osservando il suo volto, ascoltando il suo respiro…rimase sveglio ad assaporare quel momento che presto non avrebbe più potuto vivere… 

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E giunse infine anche il giorno delle partenze. Faramir ed Eowyn dovevano ritornare nell'Ithilien ed iniziare a vivere la loro nuova vita insieme...lasciarono Minas Tirith quando il sole era appena sorto, salutando con un gesto della mano e un sorriso Aragorn ed Eomer che li guardavano da un balcone. Ma quella non fu l'unica partenza quel giorno...anche il re di Rohan decise di lasciare per breve tempo Gondor per passare alcuni mesi da solo con la propria compagna, all'inizio Arwen era indecisa, non voleva lasciare il piccolo Eldarion solo, ma poi Aragorn riuscì a convincerla...

"Sei sicuro che sia la cosa giusta da fare?" chiese la dama ad Eomer prima di salire a cavallo.

"Certo...loro se la caveranno benissimo, e poi c'è sempre Gweridith ad aiutarli..." rispose l'uomo sorridendole "...è solo per qualche mese..."

"Va Arwen...ti sei sempre presa cura tu di Eldarion fino ad ora..." le disse Aragorn tenendo il figlio tra le braccia "...adesso è giunto il mio momento..."

"Io non so ancora se..." sussurrò la regina guardando indecisa il ramingo.

"Lo controllerò io, non preoccuparti...quando tornerai ritroverai tuo figlio come l'hai lasciato..." disse Legolas fissandola "...sì beh, forse un po' cresciuto..."

"Visto!" disse Eomer sorridendo "Aragorn si prenderà cura di Eldarion e Legolas si prenderà cura di Aragorn...è tutto sotto controllo..."

"Noto una punta di ilarità nelle tue parole, re di Rohan..." sussurrò il ramingo guardandolo "...la fiducia che riponete in noi quasi mi commuove..."

"E sia allora!" disse Arwen accarezzando la criniera di Asfaloth "Andiamo! Ma...Aragorn ti supplico non dargli tutto quello che vuole altrimenti..."

"Arrivederci Arwen!" la interruppe l'uomo sorridendole "Fate buon viaggio!" prese la manina del piccolo e la mosse con la sua "Saluta tua madre Eldarion..."

Legolas ed Eomer si misero a ridere, poi il re di Rohan spronò il cavallo subito seguito da Arwen...dopo poco però la dama si fermò voltandosi di nuovo verso il suo sposo, gridando

"E quando crescerà non lasciare che mangi troppi dolci!" e poi ripartì al galoppo.

Legolas rise e guardò il compagno accanto a sé

"Non abbiamo speranza..."

"Già...ma lo sapevo che sarebbe andata così..." rispose Aragorn cullando il bambino, ad un tratto voltò la testa verso l'elfo "...perché non lo tieni tu per un po'?"

"Cosa? No...io non..." sussurrò Legolas spalancando gli occhi, vide il ramingo avvicinarsi di più a lui e fece un passo indietro "...veramente Estel...io non so..."

"Andiamo Legolas! Non l'hai mai fatto...non ti farà del male..." disse Aragorn sorridendo ma vide che il compagno continuava a scuotere la testa "...mi hai detto che mi avresti aiutato a crescerlo...beh, inizia a prenderlo tra le braccia almeno...e poi non hai altra scelta, un altro passo e finirai contro quell'albero..."

Legolas si fermò, chiudendo gli occhi per un istante...ma di cosa aveva paura? Di affezionarsi troppo al piccolo? Di amarlo come se fosse suo figlio? O di soffrire quando avrebbe dovuto lasciarlo?...non lo sapeva ma si ritrovò ad alzare lentamente le braccia...dopo pochi attimi sentì un dolce peso e riaprì gli occhi...e quando vide il bambino che lo guardava non poté far altro che sorridere...avvicinò una mano al suo viso e Eldarion gli afferrò un dito iniziando a ridere e a muovere le gambe...

"Gli piaci..." sussurrò Aragorn guardando l'elfo "...è la prima volta che lo vedo così contento..."

"E' così..." disse Legolas muovendo il pollice sulle piccole dita "...dolce...indifeso...come può un padre non amare proprio figlio?...”

L’uomo lo fissò aggrottando le sopracciglia, stava per chiedergli a cosa si riferiva ma l’elfo alzò lo sguardo su di lui sorridendo…

“Potrò insegnarli ad usare l’arco quando crescerà?”

Aragorn si mise a ridere accarezzandogli il viso

“Ma certo…potrai insegnargli tutto quello che vuoi…”

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Mese dopo mese la vita continuava, Aragorn svolgeva come sempre i suoi dovere di sovrano mentre Legolas passava quasi tutto il suo tempo con il piccolo Eldarion, da quando l’aveva preso tra le braccia quel giorno non riusciva più a stargli lontano, a volte raggiungeva Gweridith e la congedava per prendere il suo posto vicino alla culla del bambino…non sapeva perché si comportava in quel modo ma si sentiva bene, quando stringeva tra le braccia il piccolo principe e lo vedeva sorridere…forse non voleva per nessuna ragione al mondo fargli mancare quell’amore e quell’affetto che lui non aveva mai ricevuto…

 

Era sera ed Aragorn era seduto sul pavimento, con la schiena appoggiata al letto, mentre con una mano dondolava la culla di suo figlio che però stava piangendo…

“Eldarion…ti supplico…dormi…” sussurrò tenendo a stento gli occhi aperti. Ad un tratto la porta si aprì e Legolas entrò lentamente nella stanza…

“Oh Valar vi ringrazio!” disse il ramingo sospirando, senza fermare il movimento della culla “Ma dov’eri?”

“Ero con Elenband a controllare…mah…Aragorn mi hai mandato tu al villaggio con lui…non ricordi?” rispose l’elfo avvicinandosi a lui, poi guardò il piccolo “Perché piange?”

“Non lo so…non lo so…” bisbigliò il ramingo appoggiando indietro la testa sul materasso “…sono due notti che continua…non mi ha lasciato chiudere occhio…”

Legolas si fermò davanti alla culla e prese tra le braccia il bambino

“Cos’hai Eldarion?” gli sussurrò dolcemente accarezzandogli il viso “Perché non fai dormire tuo padre?” abbassò lo sguardo e vide che l’uomo aveva chiuso gli occhi “Estel non basta dondolare la culla…e poi adesso puoi smettere, l’ho preso in braccio…”

Aragorn lasciò ricadere la mano a terra poi si voltò stancamente e risalì sul letto

“Ti giuro che era più facile dare la caccia agli orchi per giorni interi…” si lamentò sdraiandosi “…com’è possibile che continui a piangere per…” ad un tratto sentì che il pianto era cessato, girò la testa verso il compagno e vide che gli stava accarezzando le guance sussurrandogli parole in elfico che da quella distanza non riusciva a comprendere “Come hai fatto? Tu devi avere qualche potere magico che non mi hai mai rivelato…”

“Credo…sia per colpa dei denti…” disse Legolas cullando Eldarion dolcemente “…perché non hai chiamato Gweridith?”

“Perché è tardi…e poi almeno lei deve riposare la notte e…”

“E non volevi farle capire che non eri in grado di badare a tuo figlio…” continuò l’elfo sorridendogli “…credi di riuscire a tenerlo ancora per qualche momento? Vado a preparare qualcosa che dovrebbe aiutarlo a dormire…”

“Sì ma cerca di fare in fretta…” bisbigliò il ramingo allungando le braccia e riaprendo gli occhi a fatica.

Legolas gli diede Eldarion e si allontanò, quando ritornò con una tisana vide che Aragorn aveva chiuso di nuovo gli occhi e il piccolo era seduto vicino a lui, circondato dal suo braccio…

“Estel!” lo chiamò avvicinandosi al letto.

“Non sto dormendo…” sussurrò l’uomo senza muoversi “…sono sveglio…sono sveglio…sono sveglio…sono…”

“Ho capito…” lo interruppe Legolas ridendo e sedendosi sul letto “…lo tengo io adesso…buonanotte…” prese Eldarion e gli fece bere un po’ dell’infuso che aveva preparato, poi lo fece sdraiare vicino ad Aragorn e si stese a sua volta con il viso rivolto al piccolo, rimase a guardarlo per quasi tutta la notte e il suo sguardo si posava frequentemente anche sul compagno…pensava alla vita, ai legami che tengono uniti genitori e figli e all’amore…si chiedeva se quell’amore che Aragorn provava per lui fosse lo stesso che provava per il proprio figlio…da molto ormai sentiva di amare Eldarion e forse era quello il tipo di amore che un padre deve provare per il proprio bambino…ma era un sentimento nuovo, diverso…poteva essere più forte? Più profondo?

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Passarono altre settimane e quel giorno Legolas stava passeggiando vicino alle stalle con Eldarion tra le braccia…era pomeriggio e Aragorn gli aveva detto di aspettarlo in quel posto ma l’uomo non si era ancora presentato…

“Tuo padre è in ritardo…” disse l’elfo accarezzando la testa del bambino e guardandosi attorno, Eldarion però iniziò a muoversi, allungando la manina verso le stalle…

“Caaaa…caaaa…”

Legolas lo guardò per un momento

“Cosa vuoi? Non ti capisco quando fai così…” sussurrò, ma il bambino continuava “…aspetta…guardami…” gli mise una mano sotto il mento, girandogli la testa verso di sé e lo fissò intensamente negli occhi “…ah…i cavalli…va bene, andiamo…” si incamminò verso le stelle ed entrò fermandosi vicino ad un destriero bianco “…perché le tue parole non sono chiare come i tuoi pensieri…” bisbigliò sorridendo. Mise Eldarion sopra il cavallo continuando a tenerlo stretto con le mani e il bambino iniziò a ridere e a muoversi…

“Caaa…”

Legolas si mise a ridere continuando a tenere gli occhi fissi su di lui

“Cavallo…Eldarion, si chiama cavallo…” gli disse, il piccolo girò la testa verso di lui “…no, allora proviamo con roch…sai dire roch…” ma Eldarion iniziò di nuovo a dire la stessa parola di prima “…va bene, ritorniamo a cavallo…”

Ad un tratto il bambino strinse il pugno sulla criniera del puledro, iniziando a tirare verso di sé..

“No!” disse l’elfo alzando leggermente la voce “No Eldarion lascialo!” riprese il piccolo in braccio e lo fissò negli occhi “Non devi mai farlo! E come se qualcuno arrivasse e iniziasse a tirarti i capelli…” poi però si fermò e sorrise “…ma perché te lo sto dicendo…non mi capisci…” sentì la voce di Aragorn e uscì dalla stalla “Andiamo…tuo padre ci sta chiamando…”

“Legolas mi dispiace tanto!” disse il ramingo raggiungendoli “C’era una disputa da risolvere e…”

“Non importa…” lo interruppe l’elfo sorridendogli “…adesso sei qui…”

Si incamminarono e raggiunsero quella parte dei giardini riservata alla famiglia reale, si fermarono in una radura, Aragorn stese a terra la coperta che portava con sé e si sedettero.

“Finalmente una giornata di riposo!” disse il ramingo allungando le gambe, prese degli animali di stoffa che aveva portato insieme alla coperta e li diede a Eldarion. Legolas li guardò aggrottando le sopracciglia…

“Li ha fatti Gweridith per lui…” sussurrò l’uomo sorridendogli “…sono molto belli, soprattutto il cavallo…”

“Caaa…” iniziò a ripetere Eldarion muovendo l’animale di stoffa.

L’elfo si mise a ridere e Aragorn gli accarezzò dolcemente una guancia

“Sei felice…” bisbigliò guardandolo “…quando sei ritornato da Bosco Atro mi sembravi diverso, c’era qualcosa che ti faceva soffrire…ma da quando stai con lui sei di nuovo luminoso come sempre…ma…non mi hai ancora raccontato cosa ti ha detto tuo padre…”

“Lui…sa di noi…” iniziò Legolas respirando profondamente “…ha cercato di convincermi a cambiare idea, a diventare re e…ha anche tentato di impedirmi di ritornare qui…”

Aragorn spalancò gli occhi, aprì la bocca per parlare ma l’elfo continuò

“Ma per fortuna Lanthir mi ha aiutato e adesso è tutto come prima…più o meno, certo…”

“Legolas sei sicuro di aver fatto la scelta giusta?”

“Il mio posto è qui Estel…con te…” sussurrò l’elfo guardando il bambino che giocava davanti a lui “…e comunque non posso più tornare indietro, mio padre ha detto che se me ne andavo potevo anche non tornare mai più…”

“Oh Legolas mi dispiace…” bisbigliò Aragorn avvicinandosi a lui e baciandogli la fronte “…mi dispiace…”

“Non è tua la colpa…” disse Legolas fissandolo “…possiamo parlare d’altro adesso?...”

“Se vuoi possiamo non parlare affatto…” rispose il ramingo baciandogli di nuovo la fronte e continuando sulla guancia e sul mento fino a raggiungere le sue labbra.

“Aragorn…” sussurrò l’elfo rispondendo al bacio, sentì che il compagno lo stava spingendo indietro e ripeté “Aragorn…” si sdraiò e l’uomo si mise sopra di lui continuando a baciarlo

“Estel!” gemette Legolas allontanandolo leggermente e girando la testa verso Eldarion che continuava a giocare “Non davanti a lui!”

“Ci stiamo solo baciando…” gli sussurrò Aragorn sulle labbra “…non c’è niente di male…e poi anche lui dovrà imparare prima o poi…” vide l’espressione stupita sul volto del compagno e sorrise “…quando sarà il momento e troverà una persona splendida come quella che ho trovato io…”

Legolas gli sorrise e lo baciò dolcemente accarezzandogli i capelli ma ad un tratto senti un peso sul petto, entrambi aprirono gli occhi e videro che Eldarion si era mosso fino a loro e si era infilato sotto il braccio di Aragorn ed ora stava battendo le manine sul petto dell’elfo pronunciando una parola…

“Ada…ada…ada…”

Legolas e Aragorn si misero a ridere ma poi il ramingo si fermò con la bocca aperta…

“Cosa sta dicendo?” bisbigliò guardando prima il compagno e poi il proprio figlio.

“Sì…gli ho insegnato a dire padre nella mia lingua…” rispose l’elfo sorridendo “…dagli tempo e riuscirà a dire adar completamente…”

“E’…è bellissimo…” sussurrò Aragorn prendendo il piccolo tra le braccia. Legolas lo guardò e vide che gli occhi del compagno erano lucidi per l'emozione.

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Passò dell'altro tempo e quella mattina Legolas decise di fare una gradita sorpresa al re di Gondor. Aragorn era a colloquio con i Consiglieri così l'elfo aspettò pazientemente la fine della riunione, con Eldarion tra le braccia. Il bambino però iniziò a muoversi e a indicare il pavimento

"Giùù...giùùù!!"

"Shh Eldarion...non devono sentirci, è una sorpresa..." sussurrò Legolas ma il piccolo non ne voleva sapere di restare in silenzio così si inginocchiò, posandolo a terra. Eldarion lentamente si mise in piedi, afferrando le mani dell'elfo per aiutarsi e iniziò a camminare. Legolas non potendo fare diversamente lo seguì tenendogli le piccole mani per evitare che cadesse. Ad un tratto la porta si aprì e tutti i Consiglieri uscirono dalla stanza parlando tra loro, quando videro Legolas col bambino però si fermarono sorridendo e applaudendo

"Guardate! Il principe Eldarion sta crescendo!"

"E' vero! Riesce già a camminare!"

L'elfo sorrise, aspettò che gli uomini si allontanassero e poi riprese in braccio il piccolo.

"Andiamo da tuo padre adesso..." sussurrò.

"Adar! Adar!"

"Bravo Eldarion! L'hai detto nel modo corretto..." disse Legolas entrando nella stanza "...adesso ricordati quello che abbiamo provato prima..."

"Cos'erano quegli applausi?" chiese Aragorn avvicinandosi al compagno.

"Mmm...niente di importante..." rispose l'elfo cercando di non ridere ma vide che il ramingo lo stava raggiungendo "No! Aspetta! Fermati dove sei!"

L'uomo si bloccò di colpo sorpreso, vide il compagno chinarsi e appoggiare a terra Eldarion tenendolo per la vita e poi lo sentì sussurrare

"Ora va da tuo padre Eldarion"

Spalancò gli occhi quando il bambino lentamente iniziò a camminare verso di lui ridendo, sentiva il cuore battere fortissimo più suo figlio si avvicinava...fece un passo in avanti e si inginocchiò e quando il piccolo lo raggiunse, lo strinse a sé, baciandogli la fronte dolcemente...

“Il mio Eldarion…” sussurrò “…sei stato bravissimo…” poi si rivolse all’elfo che li aveva raggiunti sorridendo “Quando è successo?”

“A dir la verità sono già diversi giorni, volevo aspettare il ritorno di Arwen per fare una sorpresa ad entrambi ma poi tu l’avresti scoperto da solo…”

“Arwen resterà lontano ancora per molto tempo…” iniziò Aragorn alzando lo sguardo su di lui “…poco fa è arrivato un messaggero da Rohan con una lettera di Eomer, deve risolvere alcuni problemi riguardanti il regno e se non bastasse gli stanno facendo molte pressioni affinché si sposi e abbia un erede…”

Eldarion si girò, alzando le mani verso Legolas e l’elfo lo riprese in braccio.

“Ma…Arwen?”

“Lei ha deciso di restare per aiutarlo dicendo di essere stata mandata da me…” rispose il ramingo rimettendosi in piedi “…ma non so proprio come Eomer potrà risolvere la questione del matrimonio senza…”

“Senza sposarsi…” continuò l’elfo abbassando lo sguardo.

Eldarion iniziò a muovere le manine tra i capelli dell’elfo, giocando con la piccola treccia che ne teneva raccolte alcune ciocche…

“Immaginavo che prima o poi sarebbe successo…” disse l’uomo “…ma mettendomi nei suoi panni non sono mai riuscito a trovare una soluzione…quale donna sposerebbe un uomo che ha già donato il proprio cuore ad un’altra persona?”

“Arwen l’ha fatto e forse…Ah!” Legolas si interruppe di colpo gridando quando Eldarion strinse il pugno sul suo orecchio tirando verso di sé…

“No! Eldarion lascialo!” disse Aragorn cercando di allontanare il bambino dal compagno “Non si deve fare!” lo prese tra le sue braccia e scoppiò a ridere mentre l’elfo si copriva l’orecchio con una mano.

“Non è divertente Estel!” sussurrò fissando il ramingo.

“Scusa…” bisbigliò cercando di tornare serio, poi si rivolse al figlio “Guardami Eldarion…devi imparare che le orecchie degli elfi sono molto…sensibili…non devi più farlo…” scosse la testa e sorrise quando il bambino lo imitò “…bravo…no…non devi trattare così Legolas…”

“Perché altrimenti Legolas si vendica su tuo padre…” sussurrò l’elfo sorridendo “…e a tuo padre non piacerà il mio modo di vendicarmi…”

Aragorn lo fissò ridendo, sentì che Eldarion aveva appoggiato la testa sulla sua spalla e gli accarezzò il viso dolcemente

“Eldarion dovresti chiedergli scusa…” disse ma poi sorrise maliziosamente “…anzi, ho un’idea migliore, per questa volta sarò io a chiedergli perdono da parte tua…più tardi…”

Legolas gli sorrise e si avvicinò al compagno, sussurrandogli all’orecchio

“Mi ha fatto molto male…le tue scuse dovranno durare diverso tempo…” baciò il bambino sulla guancia e uscì dalla stanza.

Aragorn sospirò e guardò il piccolo che teneva tra le braccia

“Non è ora di andare a riposare Eldarion?”