.|.  Prosopa - Maschere .|.

Capitolo 3

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"Orlando? Che ci fai qui?"
:: Come se anche se fosse avresti il diritto di chiederlo... ah già, scusa, non stavo importunando il tuo passerotto, non temere..." Orli in quel momento era davvero fuori di sé , e la rabbia, mista a quell'amaro che sentiva in bocca, rischiava davvero di fargli dire cose che non voleva, o magari verità che voleva a tutti costi tenere segrete. Doveva andarsene, e immediatamente. Con un bel respiro trattenne le lacrime che stavano esplodendo e il suo volto acquistò quell'espressione fredda e sicura che aveva cercato di mostrare fino a poco fa nella stanza di Sean. Accennò un lievissimo sorriso "Sono venuto a dire a Sean che stasera ho altri impegni, e quindi non posso proprio uscire. Rimanderemo ancora ad un'altra sera... Divertitevi."
Prima che Viggo potesse rispondere, Orli l'aveva sorpassato e gli aveva dato le spalle, e camminava verso la sua stanza con passo sicuro.
Cominciava ad odiare quella dannata stanza, cominciava a conoscere a memoria ogni dannato angolo, sembrava non avesse altro posto dove andare che lì... e dove altro poteva andare? Si sentiva davvero solo adesso, vuoto, perché le uniche persone dalle quali avrebbe voluto rifugiarsi erano probabilmente poche stanze più in là a darsi piacere. Chissà quelle labbra che erano sue in questo momento dove erano posate... Chissà se Sean si addormenterà sul suo petto, con il suo respiro sulla fronte, le sue braccia forti che lo stringono?
Anche questa volta invece lui stringeva solo il cuscino, e si addormentò quasi subito. Domani avrebbe cominciato le riprese, e sarebbe stata indubbiamente un'ardua prova. Ironico che, nella sua guerra di Troia, Sean e Viggo sarebbero stati assieme contro di lui, Paride. (NdRaffie: Sean in realtà interpreta Ulisse; a Viggo ho dato il ruolo di Menelao, marito di Elena, la donna che Paride/Orli rapisce, e che quindi ovviamente odia Paride e lo vuole uccidere ^^; )
Ma lui non doveva curarsi di queste cose, visto che tutto ciò a cui doveva pensare era fare bene il suo lavoro e dimostrare le sue capacità, accanto ad attori del calibro di Pitt.
L'ultimo pensiero prima di chiudere gli occhi, fu la certezza che l'indomani avrebbe rimesso su la maschera, una maschera migliore di quella degli altri giorni.
 

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La mattinata era stata estenuante, per tutti gli attori, e Orli, sebbene non avesse girato troppe scene, era comunque spossato; fortuna che Viggo e Sean erano altrove, per girare altre scene che non lo riguardavano. Eric cercava di intavolare una conversazione, anche se Orli non era proprio dell'umore adatto, ma cosa poteva fare? Intanto che si incamminavano verso il selfservice, nella loro pausa pranzo, cercava di non pensare a nulla.
"Dai, non fare quella faccia, sei andato bene oggi eh? Forse dovresti solo concentrarti un po' di più, ma voglio dire, siamo solo all'inizio..."
"Grazie Eric, sono solo un po' stanco, e poi ieri non ho mangiato molto, per cui credo mi rifarò adesso..." .
Una volta seduti li vide in fondo al locale, che ridevano e parlavano concitamente. Ok era la volta che anche lui avrebbe smesso di piangersi addosso: aveva detto che non voleva essere un peso per Viggo? Bene, non lo sarebbe stato. Un bel sorriso e un cenno della testa per salutarli velocemente, e poi si era voltato quasi immediatamente. Anche lui aveva cominciato a scherzare e ridere con Eric, come se nulla fosse.
"Andiamo amico, quando la nostra "Elena" vedrà quelle gambette, ti cadrà ai piedi!!!"
Orlando rideva "Sì, lo diceva anche Rush... questo mio gonnellino avrebbe aiutato a vendere più biglietti! (NdRaffie: Si, Geoffry Rush l'ha detto realmente ;)) Ma Eric, bisogna vedere se non cado prima io, questi calzari sono scomodissimi..." E poi sorridendo aggiunse "E poi scusa, non ti sei accorto che i miei gusti sono un tantino differenti? Lei è troppo... donna... per me!" Gli fece l'occhiolino e i due presero a ridere come pazzi. Si, stava decisamente recitando alla grande. Era il suo lavoro del resto, no? Anche se non era strano pensare che era veramente difficile, questa volta...
 

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Le giornate sembravano piuttosto lunghe, ma Orlando se la stava cavando abbastanza bene... anche se Petersen (NdRaffie: il regista di Troy) continuava a dirgli che era tutto ok ed era soddisfatto di lui, ma che "mancava qualcosa". Non era abbastanza convincente con Elena, non era abbastanza concentrato sul suo ruolo, lo avrebbe voluto un pochino più vero. Ma in effetti per Orli era davvero difficile dare il meglio di sé . Il pensiero era fisso, lo stress a fior di pelle, sotto quel sorriso sempre pronto per tutti, dietro alla battute e dietro quella sicurezza e indifferenza che sfoggiava ogni volta che li incrociava sul set e in albergo. E la sera la solita camera, uguale giorno dopo giorno... Di uscire con Eric e altri "che andavano per donne" non gli sembrava proprio il caso; Pitt era comunque molti gradini più su e non considerava quasi nessuno, se non per lavoro... anche se era comunque gentilissimo e molto disponibile, ma solo sul set, aveva altro da fare fuori. E Viggo e Sean, bè, era come se avesse dato loro il via libera, in poche parole. Lui evitava loro, e loro non consideravano lui. Sean ovviamente aveva preso alla lettera il suo prezioso consiglio, e stava bene attento a non far finire Viggo sulla stessa strada di Orli.
Lui e Viggo infatti non si erano più incrociati, e Orli stava bene attento che fosse così anche per ogni minimo sguardo. Era quello che aveva voluto no? E allora perché continuava a vedere il suo viso ovunque, e darsi del coglione, pensando spesso che li stava praticamente gettando l'uno tra le braccia dell'altro, arrendendosi come un perdente?
La cosa divertente era che ormai erano passate un paio di settimane, e Orli sapeva che sarebbe arrivata quella scena prima o poi... La scena in cui avrebbe affrontato Viggo, sul set. La sua proverbiale sfortuna ovviamente aveva già provveduto a rendergli noto che, anche se quella si sarebbe poi collocata molto più avanti nel film, era da girare adesso, per motivi che non era nemmeno stato a chiedere. Non era il suo lavoro chiedere quando girare e perché, il suo lavoro era quello di recitare, anche se con Viggo, stringere i denti e dare il meglio di sé .
 

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Quel mattino aveva fatto una colazione abbondante, e messo su il suo bel sorriso, ed era già sul set con una mezz'ora di anticipo. Alcune comparse erano comunque già presenti, a chiaccherare tra loro, e lui si sistemava il gonnellino e i lacci dei calzari per l'ultima volta. Poco dopo lo vide arrivare in lontananza :: sempre in anticipo, come sempre eh Viggo? ::
Un piccolo sorriso triste segnò la riga della sue labbra, quando si ricordò di mattine, su un altro ben conosciuto set, in cui lui era l'ultimo ad arrivare, mentre tutti lo prendevano in giro dicendogli di prendere esempio da Viggo, che arrivava sempre in anticipo... Di mattine in cui *comunque* lo prendevano in giro, assieme a Viggo, quando entrambi arrivavano in ritardo con delle chiare occhiaie da "notte selvaggia", ripetendo a Orli che era lui quello che doveva prendere esempio, e non il contrario... Era ancora più amaro quel sorriso, quando tra sé e sé Orlando sussurrò :: almeno Sean ti fa arrivare in orario... ::
"'giorno, Orlando" Viggo era arrivato e lo salutava avvicinandosi.
Decise che questa volta non gli avrebbe permesso di farsi ignorare, ma nemmeno di 'sbavargli sulla spalla', o tremare, o trasmettergli anche un minimo di interesse. Sorridendo con tutta la naturalezza del mondo lo salutò "Ehy Viggo. Siamo in anticipo eh! Hai visto, Orlando Bloom è cresciuto, sono addirittura qui una mezz'ora prima!" Viggo ricambiò il sorriso, e fece un cenno con la testa "Ho visto!" :: Beh, non mi sta ignorando, ma un frigorifero sarebbe meno glaciale di lui... Ma siamo qui per recitare giusto? ::
Per fortuna cominciarono ad arrivare altre comparse, e infine il regista con Eric.
Cominciava la prova....
 

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Era l'ennesima volta che Petersen urlava di fermarsi e riprendeva Orlando. Avrebbe dovuto essere una scena decisiva prima della grande guerra, e questo era lo scontro tra Menelao e Paride: si dovevano battere, e minacciarsi... Ma Viggo doveva pronunciare quelle parole, che facevano totalmente deconcentrare Orli... Era ovvio, visto che era l'uomo a cui aveva rapito la donna, che gli facesse tutte quelle battute con un leggero riferimento al sesso, ma Viggo pronunciava quelle cattiverie con un tale odio, che sembrava trascendere dalla recitazione, e Orli a volte confondeva la finzione con la realtà, e tutto lo stress accumulato non lo aiutava affatto. Sbagliava le battute, non guardava Viggo quando avrebbe dovuto, prendeva fiato quando avrebbe dovuto parlare o ribattere. Insomma, un macello. Alla milionesima volta riuscirono finalmente a girare la prima parte della scena in maniera abbastanza decente, e mentre Petersen andava verso Orlando, questo pregava dentro di sé che il regista non lo riprendesse davanti a Viggo... Aveva già fatto abbastanza danno, con questa figuraccia, e aveva già fatto perdere fin troppo tempo a lui e a tutti gli altri, non aveva bisogno di perdere ancora di più la testa.
"Orlando, per favore, dimmelo tu: se non te la senti in questo momento, possiamo anche fermarci un secondo, va bene?"
"No, va tutto bene davvero, sono sicuro che adesso andrà meglio... Grazie, e mi spiace davvero, dev'essere un po' di stress..."
"Va bene dai, hai fatto bene fin'ora, puoi andare bene ancora eh? Prendi esempio da Mortensen, visto come si concentra ed entra bene nel ruolo?"
:: Certo, prendi esempio da Viggo... sempre così perfetto... Lui entra bene nel suo ruolo... O le sue parole in realtà sono quelle che sente realmente? ::
Una volta avrebbe sentito Viggo appoggiare una mano sulla sua spalla, e si sarebbe voltato trovandolo nei panni di Aragorn, con quel sorriso e con quell'espressione protettiva e rilassante... Gli avrebbe chiesto se era tutto a posto, o magari l'avrebbe preso in giro scherzando sulla concentrazione degli elfi o simili. Ma adesso Viggo non si era nemmeno girato, e sembrava impaziente di ricominciare.
Orli non ebbe il tempo di pensare oltre, perché quando la scena riprese, si sentì come se il film fosse la realtà. Non vedeva più Paride e Menelao, ma solo Viggo che era davanti a lui, ancora con quelle parole pronunciate con odio e fredda cattiveria, e lo aveva ferito ad una gamba. Si accasciò al suolo come richiedeva il copione, mentre la vista ancora gli si annebbiava, e vedeva Viggo ridere, ridere di gusto, con odio feroce, mentre tutti intorno - il resto dell'esercito - lo circondavano e ridevano con Viggo, tante risate rivolte verso di lui, di scherno, di odio, risate di persone che ridevano del suo dolore, ridevano della sua fine.... Il suo volto esprimeva tutto il dolore, la rassegnazione, la consapevolezza di avere perso e di non poter fare più nulla, mentre tutti ridevano su di lui... su quel perdente che era. E continuava a guardarsi intorno, sperduto, fino a fissare gli occhi dell'uomo che amava, che con la spada alzata e la risata che gli echeggiava nelle orecchie si avvicinava per dargli il colpo di grazia... ma non aveva pietà, no, perché ancora in piedi davanti alla sua figura inginocchiata ed umiliata continuava a ridere invece che finirlo, e gli feriva le orecchie con quella risata tagliente... Doveva spostare lo sguardo, ma intorno i visi dei soldati si trasformarono tutti nel volto di Sean, e le risate erano sempre più forti, fino a fargli scoppiare la testa! Cento Sean, tutti attorno a lui, e gli pareva di soffocare... e un solo Viggo, che faceva più male di tutti gli altri, pronto a porre fine alla sua vita, e lui non aveva scampo. Le lacrime si stavano fermando al bordo degli occhi, senza scendere, come bloccate, e quasi si svegliò da quell'incubo, quando, come da copione, l'aria fredda gli fece capire che era arrivato Eric a cavallo, e lo aveva caricato. Orlando si fece prendere a peso morto, e mentre cavalcavano lontano da lì ebbe il tempo di sbattere più volte le palpebre per allontanare le lacrime.
"STTTOOOOOOOOPPPP!!!"
A quell'urlo Eric e Orli tornarono al galoppo sulla scena, e Orli con un agile scatto scese da cavallo e si sforzò di tornare impassibile e tranquillo.
Petersen avanzava verso di lui e gli strinse la mano agitato "M-E-R-A-V-G-L-I-O-S-O Bloom, veramente un'interpretazione perfetta!!! Sei stato fantastico, davvero non ho parole! Mi dicevano che eri pieno di sorprese, e sono sicuro che questa è solo la prima di una lunga serie d'accordo? Quello sguardo sperduto, quel dolore, così incredibilmente reale... Proprio quello che volevo, alla lettera... Bravissimo, dannatamente vero! Teniamo questa!" Orli sorrise un po' timido "Grazie, troppo gentile... mi sono solo concentrato un po' di più, nulla di speciale..."
Eric intervenne mentre il regista si stava allontanando a dare altre direttive, dandogli una pacca sulla spalla: "Ma scherzi, nulla di speciale? Sei troppo modesto!! Non sapevo più se eri Paride o se eri tu, ancora un poco e ti vedevo piangere davvero!!" :: Si... Non sai *quanto* poco... ::
(NdRaffie: Non so come sarà girata questa scena nel film, non so quando cronologicamente, e non so nemmeno *se* ci sarà ;) Era solo un accenno spoiler da un report di una comparsa, uscito a fine Ottobre... per cui, largo alla mia fantasia... si prestava solo bene per cui l'ho fatta mia ^^)
 

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Ormai erano giorni che erano bloccati a causa dei forti temporali, e il pericolo dell'uragano era dietro l'angolo. Per cui le riprese erano ferme, e il nervosismo aleggiava per tutto l'albergo. Orli si sentiva davvero frustrato, perché nemmeno girare poteva ora essergli d'aiuto per distrarsi da certi pensieri, e la vista di quella camera, e di tutte le pareti di quell'albergo - compreso il rumore del maledetto ascensore che odiava! - lo stavano facendo sentire claustrofobico. Così aveva lasciato Eric e gli altri al bar, e stava girando per l'albergo senza meta, evitando per bene il suo piano (ossia lo stesso di Sean) e quello di Viggo. Dopo aver girato a lungo arrivò alla sala del biliardo, ma si fermò quasi raggelando, prima di entrare, quando sentì due o tre voci concitate fare il suo nome. Erano comparse evidentemente, perché non riconosceva nessuno di loro...
"Si, Bloom! Certo che è gay, non lo vedi come sbava dietro a Mortensen?"
Orlando era sbiancato. Non solo parlavano di lui, non solo ridevano sulle sue preferenze sessuali, ma parlavano in quel modo di Viggo come se fosse così evidente... Ma se aveva fatto del suo meglio per nascondere tutto e fingere disinteresse... come poteva...
"Si, ma non vedi che Mortensen non lo caga di striscio? Ha la tresca con quell'altro.... Magari se l'è fatto quando giravano quell'altro film e non è rimasto soddisfatto!!" Ridevano.
A Orli tremavano le gambe, e quasi gli mancava il respiro... Ma perché doveva essere sempre nel posto sbagliato al momento sbagliato?? Ma che cavolo aveva questo maledetto albergo per richiamarlo sempre a sentire o vedere cose che non avrebbe voluto nemmeno sognare?!?!?
Appoggiò una mano contro il muro, e sussultò quando sentì una mano sulla spalla.
"Orlando. Vieni via di qui"
Viggo. Stava per rispondere, ma non gli uscivano le parole... non capiva nemmeno che se Viggo era lì e si preoccupava di non farlo ascoltare, forse...
Le voci proseguirono
"Ma si, guarda che girava la voce eh? Pare l'abbia detto Mortensen stesso... ho un amico che ha sentito che lui stesso dice che Bloom era solo un ragazzino, pesante, sempre in mezzo ai piedi... ci credo che adesso cerchi di starci lontano... In effetti quel ragazzo abbraccia tutti, probabilmente si era appiccicato e non lo mollava più tipo colla!"
:: Viggo... dice questo... in giro, di me?... :: Si era voltato a guardarlo negli occhi per un solo attimo, le lacrime che già scendevano a cascata, e l'espressione piena di angoscia e rabbia, il respiro affannoso... era davvero troppo "Fammi passare Viggo!!! Fammi passare!" Parlava sussurrando tra i denti, secco, con la voce spezzata. "Orlando, calmati, sono tutte cazzate... non ho mai..." Ma Viggo non fece in tempo a finire la frase, che Orli era già schizzato via e correva senza sentire che l'altro stava urlando il suo nome. Era arrivato correndo fino alla porta, e solo quando gli si era richiusa dietro di sé aveva sentito la voce ovattata di Viggo da dentro, che lo stava rincorrendo "Orlando, è pericoloso!!!!! Orlando!!!!"
Ma lui era già lontano, e correva mentre il temporale rimbombava nelle sue orecchie, correva senza capire, né vedere nulla.
 

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Aveva freddo, troppo freddo. Aveva corso fino a lì e non sapeva quanto tempo era passato, né dove fosse, e sinceramente non voleva nemmeno saperlo... Voleva solo tenere gli occhi chiusi così e dimenticare tutto, non sentire più nulla... La pioggia picchiava forte sopra di lui, sul suo viso, e le lacrime si mischiavano all'acqua. Le gocce scendevano sulla fronte, e dai ciuffi dei capelli, stretti tra le sue mani che tremavano. La maglietta nera era appiccicata sul suo petto, che andava su e giù freneticamente, e i jeans erano altrettanto zuppi, neri a causa del fango che si formava sull'asfalto su cui si era accucciato, appoggiato ad un muro. Ma non smetteva di piovere... Ormai non sentiva più nemmeno il rumore del vento fortissimo, o quello della pioggia, e nemmeno i tuoni più potenti gli arrivavano alle orecchie... Si sentiva scivolare via, perdere i sensi... Ma due braccia lo riportarono alla realtà.
"Orli!!! Orli non chiudere gli occhi! Orli!!!!" Lo scuotevano, e solo quando sentì quella voce, la *sua* voce, che pronunciava *quel* nome, 'Orli' e non Orlando, con quella preoccupazione e quell'affetto... affetto? Si decise ad aprirli e capire dove si trovava... E lo vide, bagnato come lui, con quelle braccia forti e calde che lo stringevano... Ma si sentì di nuovo morire quando si ricordò, tutto o quasi, e si ricordò perché era lì...
"Lasciami perdere Viggo... non voglio starti tra i piedi... vattene..." La voce era debole e strozzata. "Orli, finiscila di fare il cretino, è pericoloso e stai congelando, sono ore che ti cerco!!! Avanti prima che..."
Prese a singhiozzare "Ti prego Viggo vattene!! Non voglio essere un peso..." Ma Viggo lo bloccò e gli prese il mento con le mani per costringerlo a guardarlo bene in faccia
"Orli, adesso sta' zitto e dimentica ogni parola che hai sentito: sono tutte cazzate, non ho mai detto, né pensato, cose simili. Adesso credi a me, e ti fai portare dentro. Intesi?"
Orlando non sapeva cosa dire, era anche troppo debole per capire o per ribattere...
Viggo, ancora più deciso, rimarcò: "Ti fidi di me, o no?!"
Qualcosa gli diceva di credere in lui... Provò ad alzarsi in piedi, ma crollò quasi subito, sorretto da quelle braccia forti che aveva desiderato tanto... e che ora erano lì, ma perché? Per pietà? Per sensi di colpa? Per... per cosa? Non riusciva a ragionare bene, soprattutto ora che aveva sentito Viggo accucciarsi accanto a lui mentre riscivolava per terra. Gli stava mettendo la giacca sulle spalle, e gli stava scaldando le mani, che fino a poco prima non sentiva più, con le sue, stringendole... e un brivido lo scosse fino a farlo tremare ancora di più, ma questa volta per ragioni diverse, quando sentì le labbra calde di Viggo sulle sue dita fredde che riprendevano vita. Quel calore lo avvolgeva... Poi si sentì sollevare, Viggo lo stava prendendo in braccio, e Orli lo lasciò fare, non del tutto coscente, e appoggiò la testa sulla sua spalla, socchiudendo gli occhi.
 

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Quando sentì i sensi tornare, piano piano cercò di capire dov'era... sentì una sensazione di caldo e di sicurezza, e la coperta di lana sopra alla sua pelle... Pelle? Aprì gli occhi delicatamente e si trovò in quella che assomigliava alla sua stanza, e si accorse di sentirsi al caldo, sotto le coperte, nudo... Nel letto di Viggo. I battiti accelerarono, ma si accorse subito che Viggo era seduto su una sedia a fianco del letto, e lo guardava "Viggo.... scusa io..." Si tirò la coperta fino sotto al mento "Orlando, stai meglio?"
"Sì... mi spiace che hai dovuto, si insomma, immagino che i vestiti siano stati bagnati...."
:: ora vedi di dire un'altra cazzata eh? Già lo hai disturbato abbastanza, ti ha dovuto portare qui e anche spogliare, e poi non volevi essere un peso... bravo Orli... Aspetta... spogliare? Respira... calmo... Viggo ti ha spogliato e ora sei sul suo letto... Inspira...::
Arrossì violentemente in preda a quei pensieri che non riusciva a fermare, senza riuscire a guardare Viggo. Si ricordava ora delle sue mani a contatto con il suo petto, mentre prendevano il posto della maglietta bagnata, ricordava come incosciente si era fatto sbottonare i jeans... ricordava come dolcemente Viggo gli avesse sfregato l'asciugamano tra i capelli, e su tutto il corpo, con quella dolcezza che una volta gli era così familiare... Già sentiva il suo piacere crescere involontariemente e benediva la spessa coperta di lana... ma perché si era curato in quel modo di lui? Lo sguardo che aveva Viggo ora gli sembrava lontano anni luce da quello che aveva visto in quei momenti, ma quindi se l'era forse sognato? Il freddo e l'acqua gli avevano dato alla testa e si era forse immaginato tutto? No, era tutto così vero... E allora perché tutta quella dolcezza sembrava fosse evaporata ora?
"Non c'è problema... Adesso sarà meglio che ti riposi, puoi stare in camera mia mentre io vado..."
"Potresti... restare qui a parlare un po'?"
Si morsicò immediatamente la lingua, e distolse lo sguardo, ma cosa gli era girato? Viggo non sembrava affatto a suo agio, probabilmente pensava al modo migliore per liberarsi di quella noia, e lui ancora quasi lo pregava di restare? Ma in fondo, voleva solo averlo accanto un pochino, nulla di più...
"Orlando, credo che tu debba solo riposare un po'..."
"Si, hai ragione, ma mi sento meglio..."
"Ma se stai tremando... avrai mica la febbre alta? Sentiamo... "
Si, stava tremando, e ancora di più quando Viggo si alzò per sedersi accanto a lui sul letto. Averlo così vicino... sempre più vicino poi, visto che stava avvicinando le labbra alla sua fronte per sentire la temperatura. Sarebbe quasi svenuto a quel contatto, e chiuse gli occhi...
Ma anche quando sentì mancare il calore di quelle labbra sulla sua fronte, sentì il respiro vicino al suo viso. Sempre più vicino, fino a mischiarsi al suo. Erano lì, le labbra che non si sfioravano per pochi millimetri, che si avvicinavano e allontanavano impercettibilmente, ma ancora non si toccavano... la tensione che aumentava attimo dopo attimo, attimi che sembravano un'eternità... Ma era così dolce sentirlo così vicino, anche se quelle labbra non erano sulle sue... Sentiva il cuore battere come se stesse per scoppiare, nella testa quel senso inebriante, quel calore... E non sapeva se desiderava di più perdersi e baciarlo, o restare così tutta la vita. Respirava piano, il suo respiro a ritmo con quello dell'altro... Ma non si muoveva... per l'indecisione, per la tensione, ma soprattutto per quel senso di beato smarrimento, di calore, di eterno. E poi non avrebbe mai voluto avvicinarsi per primo... ma lo aspettava, e lo desiderava così tanto... lui, quel contatto, o restare per sempre così.
Le labbra si erano ora sfiorate, leggermente... Si sentì perso come avvolto da mille luci e flash, quando finalmente la distanza si accorciò del tutto, e sentì il bacio esplodere, e si sentì catturare da quel calore che lo avvolgeva, in ogni punto della sua bocca, della sua lingua... della sua mente. Quel sapore che gli era mancato così tanto, adesso era suo, e non riusciva a fare altro che seguire la sensazione della sua lingua e sentirlo fino all'ultimo, senza respirare, senza pensare...
Si era adesso solo sollevato come per sedersi, mentre la coperta era scivolata giù, quasi fino all'inguine... ma non osava toccare Viggo, quasi come se bruciasse al solo contatto. Stringeva le coperte tra le dita, sempre più forte, e ancora di più quando si sentì sfiorare mentre la mano di Viggo scivolava sul suo petto che era rimasto scoperto, e andava giù, verso quella parte del suo corpo che si era già risvegliata da un po'... L'altra mano gli accarezzava sensualmente i capelli, e lui si sentiva fremere sotto quei tocchi, si sentiva scoppiare, sempre di più....
Ma quando la mano era quasi vicina al punto desiderato, e Orli stava inarcando la schiena, senza fermare il bacio, si sentì gettato improvvisamente alla realtà, perso senza quel contatto.
Viggo si era alzato e sembrava leggermente agitato.
"Scusa Orlando, non so cosa mi è preso..."
Orli ormai non si sarebbe più potuto fermare, no, non adesso!!! Respirava affannosamente, e lo guardava con gli occhi sbarrati :: Viggo... non puoi fermarti adesso... non dopo che... ::
Era convinto che non avrebbe mai desiderato una cosa del genere, non se non poteva avere il suo amore: se prima si era autoconvinto che non desiderava il suo corpo, i suoi baci, la sua pelle, quelle mani su di lui, ora stava impazzendo... in quel momento desiderava tutto quello, ogni centimetro di quella pelle, desiderava quelle mani su di sé , e subito, a qualunque condizione, *qualunque*. E poi vedeva il piacere dell'amico tirare contro i suoi jeans, a dimostrargli che anche l'altro desiderava la stessa cosa. E cavolo se la doveva desiderare, aveva fatto tutto da solo... Orli non si era nemmeno mosso, si era lasciato baciare e poi aveva lasciato che le sue mani prendessero strada... Doveva dirgli qualcosa, allora! Per fargli capire che era quello che voleva anche lui... Gli prese la mano e lo tirò verso il letto "Viggo non devi farti problemi... a me va bene così... voglio dire, a me va bene anche se..."
"Orlando, ascolta, noi..."
No, non resisteva più, doveva sentirlo, e avrebbe mentito, avrebbe detto qualunque cosa per poter fingere di essere amato ancora una volta!
"andiamo, non sono un ragazzino innamorato... stiamo parlando di sesso Vig, ci sei? Dimentica tutto, lasciati andare... Voglio sentirti... devo sentirti... solo stanotte, anche solo un attimo, ma ti voglio sentire. Viggo ora!!! "
Viggo si era riseduto sul letto, mentre lasciava che Orli gli slacciasse i bottoni della camicia, e riprendesse il bacio... La sua mano era di nuovo frenetica tra i capelli del giovane, mentre l'altra riprendeva la strada che aveva interrotto prima...
:: Va bene così... va bene così.... anche se non mi ami, va bene così... stringimi, ti prego, toccami, fatti sentire, Viggo, come una volta... :: Sapeva che per l'altro era solo sesso, glielo aveva confermato lui, l'aveva convinto lui stesso che era solo il sesso che li guidava ora, e sapeva quindi che doveva sembrare fino in fondo che fosse così anche per lui, o Viggo sarebbe fuggito... Ma avrebbe voluto sussurrargli quello che provava, stringerlo forte per fargli sentire tutto quello che gli scoppiava dentro e che faceva così male, perché reprimere tutta la cascata di sentimenti che stava straripando in lui era... Non ragionava più, mentre sbottonava anche i bottoni dei suoi jeans, ma si fermò all'improvviso, sudato e tremante....
"Viggo io, scusami... tu stai con..."
:: ma sono impazzito? Ancora penso a quello? E ancora chiedo scusa? Ha cominciato lui del resto, e io... :: Non ci fu più posto nemmeno per quei pensieri sconnessi, perché Viggo bloccò immediatamente sia quelli che le sue parole, si sbottonò freneticamente l'ultimo bottone e si sfilò anche l'ultimo indumento, spostando la coperta che era l'ultima cosa che li separava, e riprese a baciarlo, sdraiandosi su di lui... Orli sentiva le mani di Viggo accarezzarlo dappertutto, mentre lui invece con una mano gli afferrò i capelli con passione, e con l'altra seguì la linea della sua schiena fino a sfiorargli le natiche... Sentì a mala pena la voce nel suo orecchio, tra un bacio e l'altro, assieme al calore di quella lingua che si confondeva con le parole... E quella voce roca, bassa, profonda, che lo faceva sentire così vivo, che lo raggiungeva fino al centro del suo essere...
Si accorse poi di quello che Viggo stava sussurrando, ansimando "Io e Sean non stiamo assieme... esiste il sesso ricordi? Come noi... solo sesso..."
Orli non sapeva se essere felice per la prima frase, o disperato per la consapevolezza della seconda... ma in realtà in quel momento non sapeva davvero nulla: chiuse gli occhi... ormai il suo cuore non aveva più voce in capitolo, per quando potesse urlare, perché il suo corpo si faceva sentire molto, molto più forte......

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Ehm!! Lo so che mi odiate, ma non temete... la scenettina prosegue nel prox capitolo, non vi lascio all'oscuro delle cosacce!!!!! ;) È che a me viene difficile descriverle, per cui devo concentrarmi mooolto di più hihi :D
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