.|. Mai Piu' .|.
Capitolo Sette ~
“Da dove devo iniziare?”
disse il principe di Bosco Atro avvicinandosi all’altro elfo, immobile,
sul grande balcone che dava sui giardini reali.
“Inizia dal perché ti
stavi concedendo a lui sul tavolo del salone…” rispose debolmente Meldir
sospirando “…quando mi avevi detto che non gli avresti donato il tuo corpo
per farlo tornare come un tempo!” si voltò e incrociò lo sguardo
dell’amico “Aragorn sta diventando quel Re che tutti avevano aspettato…ma
a quale prezzo?”
“Non gli ho mai concesso
altro che il mio amore…” mormorò Legolas fermandosi davanti a lui “…la mia
fiducia, la mia lealtà e la mia amicizia…è cambiato grazie a questo! Ma…”
“Ma ora sta cambiando
qualcosa anche in te, non è vero?” proseguì l’elfo di Granburrone
incrociando le braccia sul petto “Quell’amore che provi ti sta portando a
desiderare non solo la sua vicinanza ma…molto di più…”
“Dubitavo di me stesso e
dei miei desideri, lo sai ma…quando mi parla e mi guarda negli occhi, il
mio corpo inizia a cedere al sentimento che provo e, nonostante la paura
per tutto quello che potrebbe succedere io…voglio sentirlo…”
“Sai a cosa ti porterà
tutto questo?” gli chiese Meldir tenendo la voce bassa come se temesse lui
stesso le proprie parole “Pensi ancora a quello che accadrà se…”
“Credi che possa
dimenticarlo…?” lo interruppe subito l’elfo biondo, appoggiandosi alla
balaustra e osservando, per qualche momento, gli splendidi giardini
“Dimenticare che, nell’istante stesso in cui mi unirò a lui, i lunghi anni
della mia vita mi cadranno sulle spalle e mi consumeranno, portandomi allo
stesso destino che attende i Mortali…” chiuse gli occhi, respirando l’aria
notturna “…no, non posso certo dimenticarlo…”
“Sei ancora in tempo per
tornare indietro…come ha fatto Arwen anni fa…”
Legolas restò in silenzio
per qualche attimo, ma le sue labbra si incurvarono in un sorriso dolce ma
al tempo stesso triste…
“No, non posso…non ora che
il mio corpo ha iniziato a desiderarlo…”
“Puoi trovare conforto tra
le braccia di chiunque…non per forza tra le sue!” esclamò Meldir,
bloccandosi però quando vide lo sguardo dell’amico…
“Io non voglio più
conforto!” bisbigliò l’elfo di Bosco Atro a denti stretti “Voglio amore!”
“E credi che Aragorn sia
pronto a dartelo? Credi che riesca a dimenticare il suo dolore e quello
che l’ha causato per ricominciare ad amare? E se non accadesse?”
“Credevo approvassi la mia
scelta di restargli accanto…sei stato tu a…”
“Sì…ma…” mormorò Meldir
chiudendo gli occhi “…non credevo che saremmo arrivati a questo punto…non
credevo che avresti iniziato ad amarlo in questo modo…” rialzò le palpebre
e alzò lo sguardo al cielo con un sospiro “…anche se Elrond mi aveva
avvertito…lui l’aveva visto!” si voltò e vide gli occhi perplessi e
incuriositi dell’amico, così decise di rivelargli quello che aveva tenuto
nascosto a tutti “Sire Elrond aveva visto nel tempo che, un giorno, tu
saresti tornato a far parte della vita di Aragorn e gli avresti ridato la
speranza che aveva perso…ma prima di partire, mi disse anche che, presto o
tardi, il nostro popolo avrebbe perso la tua luce, ed io non dovevo fare
niente per impedirlo…ed ora, solo ora, comprendo le sue parole!”
“Era nel mio destino
dunque…” mormorò Legolas abbassando all’improvviso lo sguardo “..era
questo che i Valar avevano in serbo per me…”
“No, non necessariamente…”
intervenne subito Meldir scuotendo la testa “…Sire Elrond ha visto molte
cose, alcune delle quali non si sono verificate grazie all’intervento di
qualcuno che è stato in grado di modificarle…credo che il suo fosse solo
un avvertimento nei miei confronti, voleva impedirmi di modificare le tue
scelte, ma solo tu puoi decidere del tuo destino, Legolas…ognuno ha la
possibilità di cambiare ciò che è scritto, deve solo volerlo!”
A quelle parole, il
principe di Bosco Atro trattenne il respiro…Aragorn aveva detto le stesse
cose quel giorno, nella sua stanza…
“Grazie Meldir!” mormorò,
prima di tornare rapidamente verso l’entrata ma, senza volerlo, udì
comunque le ultime parole dell’elfo…
“Pensa a ciò che fai!
Aragorn è confuso! Non lasciarti accecare dall’amore!”
~
Il fuoco bruciava nel
grande camino di pietra, ma le sue fiamme lentamente, stavano perdendo la
loro intensità, così Re Elassar allungò un braccio e afferrò della legna,
gettandola con noncuranza tra di esse. Posò di nuovo le mani sulle gambe,
incrociate davanti a sé, e chiuse gli occhi, assaporando il nuovo calore
sul viso. Aveva indossato i pantaloni per riposare e la vestaglia, ma non
se l’era sentita di andare a letto, aveva preferito sedersi sul tappeto,
davanti al fuoco, e restare così…ad osservare le fiamme come spesso aveva
fatto durante la Guerra dell’Anello, quando tutti dormivano e lui solo
vegliava sul loro riposo…ma sapeva fin troppo bene di non essere mai stato
solo. Legolas era sempre a pochi passi da lui, seduto ai piedi di qualche
albero o su di una roccia. Ed insieme, in silenzio, passavano la
notte…sicuri e confortati dalla presenza dell’altro.
E ricordava altrettanto
bene le volte in cui l’elfo gli sussurrava insistentemente che doveva
riposare, che non serviva a nessuno ridotto in quello stato…ed ogni
singola volta, ignorava le sue parole, solo per sentirsele ripetere dopo
poco. Sorrise. L’apprensione con cui Legolas lo seguiva, in alcuni momenti
gli era sembrata esagerata, inadeguata alla situazione che stavano
vivendo…se solo avesse saputo, a quel tempo, che quella preoccupazione,
quelle attenzioni, si sarebbero trasformate in amore…
Era così immerso nei
ricordi da non udire la porta aprirsi e richiudersi, e i passi leggeri
raggiungerlo…solo quando sentì due mani sulle spalle, si rese conto di non
essere più solo, e a quell’inaspettato contatto, sobbalzò…
“Mi hai spaventato!”
mormorò quando sentì il compagno inginocchiarsi dietro di lui.
“Mi dispiace…non era mia
intenzione…” ribatté Legolas iniziando a massaggiargli lentamente le
spalle e il collo.
“Lo spero…” mugugnò tra sé
l’uomo, ma l’elfo lo udì in ogni caso e rise debolmente prima di
proseguire con il discorso che si era preparato mentalmente pochi momenti
prima…
“Sei arrabbiato con me
perché sono andato a parlare con Meldir?”
“No, non lo sono!” rispose
Aragorn, trattenendo il respiro quando sentì il viso del compagno accanto
alla guancia.
“Sei geloso perché ha
passato quella notte con me?”
“No non…non lo sono!”
“Bugiardo…” gli bisbigliò
l’elfo all’orecchio “…l’ho visto nei tuoi occhi poco fa…”
“Non importa!” replicò il
Re di Gondor sospirando. Il respiro caldo del compagno sul viso stava già
iniziando a mandare chiari segnali al suo corpo “Non mi devi alcuna
spiegazione!”
Legolas sorrise,
sfiorandogli volutamente l’orecchio con le labbra…
“Come sei suscettibile, Re
Elassar!”
Aragorn però, a quel
leggero contatto, allontanò la testa, chinandola in avanti in modo che i
capelli gli nascondessero il volto…
“Sono stanco di fare
questo gioco…” mormorò “…stanco di sentirti così vicino e poi venire
rifiutato!” tirò un profondo respiro e scosse debolmente la testa “E tu lo
fai sempre! Sempre! Hai mai pensato a come mi possa sentire? Sono un uomo
con un corpo e dei desideri…ed è tremendamente difficile resistere
quando…mi parli in questo modo o…mi sfiori…”
“Anche io lo sono…”
sussurrò l’elfo appoggiando la fronte alla testa del compagno, continuando
a tenere le mani sulle sue spalle “…e pur essendo un Elfo, non significa
che non abbia un corpo e dei desideri…”
“Ma purtroppo i nostri
desideri, a quanto sembra, non sono per niente simili…” ribatté l’uomo.
Dopo un lungo momento di silenzio però, udì il compagno bisbigliare
qualcosa tra i suoi capelli, che però non riuscì a comprendere, così
aggrottò le sopracciglia “…non ho compreso cosa…”
“Recitami quella poesia
che hai scritto per me!” ripeté Legolas chiudendo gli occhi “Quella dove
dicevi…vorrei afferrare quelle braccia che troppe volte mi hanno
stretto con rispetto…”
Aragorn trattenne il fiato
per un istante quando udì il compagno pronunciare quel verso…era indeciso
se continuare realmente o meno, ma sentì le mani dell’elfo scivolargli
sulla schiena e poi sul petto, e lì fermarsi, immobili, in attesa…così,
quasi sussurrando, proseguì…
“Vorrei lacerare quella
stoffa che ti rende ancora più irreale
e sfiorare la tua pelle
luminosa e perfetta.”
...si bloccò quando udì un
sospiro vicino al collo e deglutì nervosamente…
“Lambire con le mie
labbra ogni singola parte di te,
assaggiare il tuo
sapore e perdermi nel tuo profumo
che troppe volte mi ha
tentato, portandomi sull’orlo della follia.
Vorrei…”
…questa volta sentì
Legolas muoversi lentamente dietro di sé…si era seduto sulle cosce,
aprendo leggermente le gambe per stringersi al corpo dell’uomo. Ora
Aragorn poteva sentire il suo calore contro la schiena…e non solo…
“…vorrei… affondare le
mani tra i tuoi capelli,
per sentirli scorrere
tra le dita, morbidi e lisci,
fili di seta dorata da
accarezzare.”
...un debole gemito,
mentre le labbra dell’elfo erano scese a sfioragli il collo…ed anche Re
Elassar chiuse gli occhi, prima di proseguire…la voce sempre più debole e
instabile…
“Vorrei prendere il tuo
corpo in ogni modo possibile,
ignorando quella
moralità a cui devo attenermi,
regole che perdono ogni
senso quando solo mi sfiori…”
…un altro gemito…ma questa
volta non proveniva dalle labbra dell’elfo. Aragorn aveva sentito, contro
la schiena, il fuoco che stava bruciando nel corpo del compagno. Per un
attimo perse la memoria di ciò che aveva scritto ma un sospiro lo incitò a
continuare…
“Ancora…”
“Vorrei stringerti e
abbandonarmi nel tuo calore,
per darti tutto ciò che
due compagni posso scambiarsi.
E sentirti gridare il
mio nome, non per avvertimento o richiamo,
ma almeno una volta,
per piacere.
Vorrei, ma…”
“Shh!” lo interruppe in
quell’istante Legolas, muovendo lentamente le mani sul suo petto “Cosa
vorresti…?”
L’uomo posò le mani su
quelle del compagno, resistendo però all’istinto di spingerle verso il
basso, ma non riuscì a fare a meno di chinare indietro la testa sulla
spalla dell’elfo…
“Legolas ti prego…non ce
la faccio…”
“Cosa vorresti?” ripeté
nuovamente il principe di Bosco Atro, e finalmente, dopo un lungo sospiro,
udì quelle parole lasciare le labbra socchiuse di Aragorn…
“Vorrei fare l’amore con
te…”
…ed allora, timidamente,
sussurrò quello che avrebbe segnato la sua fine come essere immortale…
“Anche io!”
~
“Valar…” gemette Re
Elassar alzando una mano. La fece scivolare tra i capelli del compagno,
sfiorandogli volutamente l’orecchio con il palmo, e sentì le braccia
dell’elfo stringersi con forza attorno a lui “…dillo di nuovo, ti prego!”
Legolas sorrise, muovendo
la fronte contro la tempia dell’uomo…
“Anch’io voglio fare
l’amore con te.”
“Perché? Perché proprio
ora?”
“Non lo so…” bisbigliò il
principe di Bosco Atro “…ma sento che è arrivato il momento per entrambi…”
Posò di nuovo le mani sulle spalle del compagno e, questa volta, le fece
scivolare in avanti, aprendogli la vestaglia color porpora fino alla vita.
Raggiunse la cintura e la slacciò, lasciando poi scorrere via la stoffa
leggera, lungo le braccia del Re di Gondor.
Aragorn restò immobile ma
presto sentì sulla pelle nuda, le dita di Legolas che, timidamente,
avevano iniziato a sfiorarlo, percorrendo dei sentieri immaginari, giù
fino al profilo dei pantaloni, per poi tornare sulle spalle. Assaporò quel
calore che si stava diffondendo nel suo corpo, in silenzio, ma ad un
tratto afferrò un polso del compagno…
“Tolo sí! (Vieni
qui)” mormorò, tirandolo in avanti. Quando l’elfo ubbidì, mettendosi
seduto sulle sue gambe che, poco prima, aveva disteso, gli posò una mano
sulla guancia “Tirio nin! (Guardami)”
“Ti sto guardando!”
ribatté l’elfo sorridendogli, ma subito si accorse che, invece, lo sguardo
dell’uomo vagava sul suo corpo, così chinò in avanti la testa “Baciami!”
Re Elassar alzò
all’improvviso gli occhi su di lui, ma non si fece certo ripetere quella
richiesta. Lo strinse a sé e posò le labbra sulle sue, penetrando tra di
esse all’istante con la lingua…e restò piacevolmente sorpreso quando anche
l’elfo rispose subito allo stesso modo.
Quel bacio però, non durò
molto, L’elfo si allontanò leggermente, e iniziò a slacciarsi i lacci
della lunga tunica di velluto. Cercò di tenere lo sguardo fisso in quello
del compagno, ma dopo pochi istanti, lo abbassò su di sé, quando si rese
conto di non riuscire ad aprire quell’abito che aveva già tolto centinaia
di volte.
“Daro…(Fermo)”
mormorò Aragorn con un sorriso divertito sul viso “…lascia fare a me!”
appoggiò le mani su quelle del compagno, per allontanarle, e le sentì
tremare con forza, così continuando l’opera che l’elfo aveva appena
iniziato, bisbigliò “Caim lîn girir manen laiss ne gwaew! (Le tue
mani tremano come foglie nella bufera)”
“Na tan i mathon ned…(È
quello che sento dentro)” ribatté Legolas seguendo con lo sguardo le dita
dell’uomo che, rapidamente…forse troppo…lo privavano dell’abito che
indossava.
Quando anche quella tunica
finì a terra, i due compagni si guardarono negli occhi, ma il Re di Gondor
non riuscì a fare a meno di toccare quel corpo perfetto davanti a sé, giù
fino al ventre, accarezzando sensualmente ogni muscolo, e poi di nuovo su,
per sfiorare con la punta delle dita i capezzoli…e lì si soffermò, non
appena vide le palpebre dell’elfo tremare e udì un debolissimo sospiro
lasciare le sue labbra…
“…Estel…”
“Pedo nin man anírach…(Dimmi
cosa vuoi)” gli bisbigliò, avvicinando il viso al suo, mentre con le mani
toglieva delicatamente la corona dalla sua fronte, per posarla sul
tappeto…ma deglutì, quasi stupito quando udì la voce del compagno
pronunciare quelle parole…
“Bedim ne chaust a
melim men! (Andiamo nel letto e amiamoci)”
Legolas gli sorrise quando
notò la sua espressione…quella di qualcuno che vede avverarsi uno dei suoi
sogni ma non riesce a crederci, così, senza attendere oltre, si rialzò,
porgendo poi una mano al compagno.
Aragorn l’afferrò, ma non
appena fu in piedi, cinse con il braccio la schiena dell’elfo e lo strinse
a sé per sentire, finalmente, il calore di quel corpo seminudo contro il
proprio. La sua mente però, aveva ancora delle difese alzate, e, senza
volerlo veramente, gli sussurrò quelle parole…
“Dimmi che non lo stai
facendo per pietà nei miei confronti! Non potrei sopportarlo!”
“Non ho mai provato pietà
per te!” gli rispose subito il principe di Bosco Atro accarezzandogli i
capelli “Ben lontano da ciò è quello che sento! E se non mi hai mai
creduto…credimi ora, perché tutto potrei fare, fuorché mentirti!”
Re Elassar lo fissò negli
occhi ma poi, chiudendoli, posò le labbra sulle sue, iniziando un bacio
ricco d’ardore e desiderio. Lentamente spinse il compagno all’indietro,
fino a quando raggiunsero il letto, ed insieme si distesero sul materasso,
continuando a baciarsi. Solo dopo un lungo momento, l’uomo si allontanò,
scendendo sul collo candido mentre col viso sfiorava, volutamente, i
capelli biondi, per sentirli, morbidi e profumati, sulla pelle.
Legolas gli posò le mani
sulle spalle, e sentì che il corpo del Re di Gondor stava tremando…così
abbassò lo sguardo e vide, ai piedi del letto, le coperte che,
probabilmente, l’uomo aveva spostato prima del suo arrivo, per prepararsi
al riposo…
“Possiamo…alzare quelle se
vuoi…” mormorò “…il fuoco non scalda abbastanza…”
Aragorn alzò la testa per
comprendere di cosa stesse parlando e gli sorrise…
“Non mi sembra faccia
freddo ma…se desideri possiamo coprirci…”
“No…voglio dire…credevo ne
sentissi tu il bisogno…per me non è importante…” ribatté subito l’elfo, ma
appena si accorse che l’uomo stava per ricominciare a baciargli il collo,
continuò “…anche se, a dire il vero, sarebbe…”
“Cosa…?” gli bisbigliò il
Re di Gondor all’orecchio…e si fermò, respirando intensamente, quando lo
sentì pronunciare con un tono estremamente dolce e disarmante, quella
semplice parola…
“…bello…”
In pochi attimi, si
inginocchiò e rialzò le lenzuola bianche sopra di sé, per poi distendersi
nuovamente sul compagno, facendosi forza nelle braccia, però, per non
toccare il suo corpo…
“Questo è bello?”
Legolas abbassò lo sguardo
con una punto di imbarazzo…
“Sì, io…credo di sì…credo
che, la prima unione tra due persone, dovrebbe essere così…”
Re Elassar aggrottò le
sopracciglia, non riuscì a comprendere fino in fondo quelle parole…ma
appena si accorse del rossore sulle guance dell’elfo, perse totalmente il
controllo. Chinò la testa e lo baciò con passione…quando le loro lingue
iniziarono a danzare, si lasciò cadere sopra di lui, gemendo contro le sue
labbra non appena sentì l’eccitazione del compagno contro il ventre.
Conscio che, sicuramente, Legolas stava sentendo la stessa cosa, iniziò a
muovere con incredibile lentezza il bacino, facendo in modo che i due
corpi entrassero in contatto, attraverso la leggera stoffa dei pantaloni
che ancora ricopriva entrambi.
L’elfo chiuse gli occhi,
cercando di tenere a bada, in parte, tutte quelle emozioni…euforia,
desiderio, amore…e paura…paura…più tentava di non pensarci, e più quel
timore gli occupava la mente…quella, per lui, sarebbe stata la fine e
l’inizio di una nuova vita…e il suo cuore batteva e al tempo stesso, si
fermava, ogni singolo instante che Aragorn lo sfiorava, con le labbra o
con le dita. Continuava a ripetersi che l’amava…ma contemporaneamente, il
solo pensiero di quel sentimento, gli gelava il sangue…e se quello, da
parte dell’uomo, non fosse stata altro che lussuria e niente più, celata
sotto la maschera di quell’amicizia che li legava? Meldir poteva aver
ragione…forse Aragorn era solo confuso, e aveva scambiato quello che
provava per qualcosa che, in realtà, aveva rinnegato da tempo…forse
Aragorn non voleva amarlo…forse era veramente tutto opera del desiderio e
niente più…
All’improvviso sentì la
voce del compagno, aveva mormorato qualcosa, tra i sospiri frequenti,
mentre con le mani era sceso lungo il suo corpo…quelle mani gli avevano
slacciato i pantaloni, ed avevano abbassato la stoffa…rapidamente, quasi
con violenza, l’avevano privato dell’unico indumento che ancora indossava
e che ora giaceva ai piedi del letto. E ancora quelle mani…quelle mani
che, fino a quel momento, avevano dato tenere carezze, erano diventate
avide e brutali…come quelle labbra, che prima baciavano e sfioravano, ora
divoravano quasi con crudeltà. Il gelo lo invase…quel sangue che aveva
sentito scorrere bollente nelle vene, era diventato di ghiaccio…e quel
corpo che stava bruciando per quelle parole recitate con passione poco
prima, si immobilizzò, come una splendida statua che, però, non è in grado
di provare niente.
Aragorn si avventò
nuovamente sul collo dell’elfo, mentre faceva scivolare le mani sotto la
sua schiena, per tirarlo a sé…non doveva più pensare…basta! Qualche
momento prima, l’aveva guardato. Aveva visto Legolas disteso nel suo
letto, sotto di lui, l’espressione serena mentre assaporava quel dolce
piacere…e aveva sentito un improvviso terrore gelargli il sangue. Stava
per unirsi con colui che era stato il suo migliore amico, nel letto che
doveva dividere con Arwen…quel letto che non aveva mai sostenuto il peso
di due corpi, insieme. Quelle mura stavano per vedere quello per cui erano
state costruite…stavano per vedere l’amore tra due persone, riscaldare
quella stanza fredda…e fu quella parola a bloccarlo. Amore, per la prima
volta teneva tra le braccia una persona a cui teneva, una persona che
amava…paura di sbagliare di nuovo tutto quanto…timore di amare e di
perdere…e terrore nel vedere realizzato, infine, qualcosa che aveva tanto
sognato…
Ad un tratto, quell’ardore
che sentiva bruciare nel corpo, si spense, offuscato da quei pensieri ed
emozioni contrastanti. Attimo dopo attimo, la paura si sostituì al
desiderio, lasciandolo in balia di qualcosa che non aveva mai provato.
Si fermò immobile, per un
breve momento, chiudendo gli occhi per impedire a quelle lacrime, piene di
frustrazione e angoscia, di bagnargli il viso…ma poi, tentò di cancellare
quei pensieri con l’unico modo che, fino a quel giorno, aveva
conosciuto…con la lussuria.
Iniziò ad accarezzare il
corpo del compagno con forza, mentre quei baci sulla pelle candida,
diventavano sempre più feroci.
“Voglio vederti…” mugugnò
contro il suo petto.
Con le mani allontanò
quella stoffa che ancora ricopriva il corpo dell’elfo, in un gesto brusco
e privo di attenzioni, per poi gettarsi nuovamente su di lui. Ma più lo
toccava in quel modo, più sentiva quel corpo, all’inizio caldo e
passionale, diventare gelido e immobile…e quell’avvilimento che provava,
aumentò ancora di più. Fu solo quando strinse Legolas a sé che si accorse
che tutto quell’ardore che bruciava in lui, era svanito…ora stava
abbracciando, ancora una volta, una bellissima statua che fissava con
occhi spalancati e privi di piacere, il soffitto della stanza.
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