.|. Mai Piu'  .|.

Capitolo Sei

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Legolas si fermò solo quando raggiunse il cortile del palazzo. Dopo un lungo momento si accorse della debole pioggia che stava cadendo su di lui e, istintivamente, alzò lo sguardo verso il cielo. Una goccia d’acqua si infranse sulle sue labbra…l’elfo passò la lingua su di esse, ed in quell’istante sentì il sapore di Aragorn. Fece qualche passo indietro, tornando sotto i portici, e ripeté il gesto, chiudendo gli occhi. Riusciva ancora a sentire l’ardore con cui l’uomo l’aveva baciato…e quelle mani che si erano posate, tremanti, sulle sue guance per impedirgli di allontanarsi. Nella sue mente si riformarono le immagini di quello che era accaduto e, senza riuscire a spiegarselo, quel bruciante desiderio gli provocò un brivido lungo il corpo che andò a risvegliare ogni singola fibra del suo essere. Possibile che, in fondo, desiderasse anche lui quel contatto con Aragorn? O forse era la passione dell’uomo a risvegliare il suo istinto, insieme all’amore che provava per lui? Ma allora perché quando si avvicinava a lui, il suo cuore batteva ma il suo corpo non reagiva a quella vicinanza , come invece era successo in quel momento?

Ad un tratto, mentre ancora quel piacevole calore si spandeva nelle sue vene, riaprì gli occhi e fissò il cielo plumbeo. Aveva paura. Ecco qual’era la risposta! Aveva paura di legarsi a lui fisicamente perché sarebbe stata l’ultima barriera da superare. L’ultimo ostacolo che lo separava dalla decisione di rinunciare alla propria vita per lui. Se in Aragorn avesse trovato definitivamente un amante, oltre che un compagno, allora la sua ricerca sarebbe giunta al termine.

Ma una parte di lui, lo temeva. Temeva la completa unione con lui, perché sarebbe stato l’inizio della sua fine come creatura immortale. Sospirò, deglutendo…non era forte come voleva dare a vedere in fondo. Non aveva il coraggio di Arwen, che aveva deciso di rinunciare alla sua vita eterna ancora prima di conoscere l’amore totale di Aragorn…aveva paura…troppa.

Mentre una parte del suo cuore era in preda al timore però, l’altra parte gridava per avere quello che, per troppo a lungo, aveva bramato…voleva Aragorn, il suo amore…e c’era un solo modo per scoprire quale delle due parti avrebbe avuto la meglio.

 

                                                                     ~

 

Dopo aver richiuso silenziosamente la porta dietro di sé, il principe di Bosco Atro si avvicinò al letto dove giaceva, profondamente addormentato, Re Elassar.

Rimase a lungo immobile, in piedi sul lato opposto del materasso, mentre il suo sguardo vagava su quel corpo completamente avvolto nelle coperte…riusciva a vedere solo il viso, anche quello però, seminascosto da alcune ciocche di capelli castani.

Lentamente, si sedette sul letto, appoggiandosi con la schiena ai cuscini, ma in quell’istante, come se l’altro si fosse accorto di quel movimento appena percettibile, Aragorn  si voltò su se stesso, distendendosi supino, e alzò un braccio, piegato, sopra la testa…il polso posato poco sopra l’orecchio, nella direzione dell’elfo.

Legolas sorrise quando, finalmente, riuscì a vedere l’espressione sul suo volto…imbronciata come quella di un bambino capriccioso…e senza riuscire a trattenersi, si chinò su di lui. Sfiorò per un breve istante, con il naso, il palmo della sua mano, prima di posare un dolce bacio sul polso…e l’uomo, forse inconsapevolmente, incurvò le labbra in un debole sorriso, mentre con l’altra mano, abbassava le lenzuola sul petto.

L’elfo restò fermo a lungo, con il timore di averlo svegliato, ma quando si accorse che il respiro del compagno continuava a essere profondo e regolare, fece scivolare due dita sul suo collo, completamente esposto verso di lui, e raggiunse il petto nudo che ora vedeva. Di scatto però, ritirò la mano, chiudendo gli occhi…ma dopo aver tirato un profondo respiro, rialzò le palpebre e con l’indice sfiorò un capezzolo. Continuò a ripetere quel gesto con lentezza fino a quando lo sentì irrigidirsi, ed allora, mordendosi debolmente il labbro inferiore, passò all’altro.

Dalle labbra del Re di Gondor uscì un fiacco “Mmm…” ma Legolas si bloccò subito, non appena Aragorn si mosse, voltandosi ancora su se stesso. Questa volta però, si rigirò contro l’elfo…gli posò la guancia sul petto e con un braccio gli cinse la vita…prima di tranquillizzarsi nuovamente.

Il principe di Bosco Atro abbassò lo sguardo su di lui e non poté fare a meno che stringerlo dolcemente a sé. Per tutta la notte, fece quello che non aveva mai potuto fare e che aveva desiderato con tutto il cuore…lo tenne stretto a sé e lo guardò dormire…mentre intorno a loro tutto era silenzio.

 

                                                                     ~

 

Il Sole era appena sorto, e Re Elassar si risvegliò lentamente, ritrovandosi avvolto dallo stesso calore che lo aveva accompagnato, in sogno, per tutta la notte. Ancora con gli occhi chiusi, stiracchiò le gambe e strinse con forza quello che credeva essere un semplice cuscino…ma qualcosa gli fece comprendere che si stava sbagliando.

Stancamente rialzò le palpebre e si accorse, in pochi istanti, di non stare abbracciando un cuscino di piume, ma il corpo caldo della persona che aveva allontanato da sé la sera prima. Si mise lentamente a sedere e sentì un braccio scivolare dalla sua schiena e l’altro dalle sue spalle…ed infine si ritrovò a fissare due occhi blu, immobili.

Istintivamente alzò una mano per accarezzare quel volto ma si bloccò, non appena Legolas sbatté le palpebre, risvegliandosi dal sonno delle creature immortali.

“Aragorn…” sussurrò quando vide l’espressione stupita dell’uomo, rimettendosi subito a sedere.

“Cosa…” disse l’uomo, deglutendo però prima di continuare “…cosa fai qui?”

“Sono tornato qui ieri notte per parlarti ma tu stavi già riposando, così ho deciso di attendere il mattino e il tuo risveglio.” rispose subito l’elfo tenendo la voce bassa come se non volesse farsi sentire da qualcuno “Non volevo che finisse in quel modo, tra noi. Non volevo che tu credessi quelle cose su di me…cose che non corrispondono alla realtà. Vuoi ascoltarmi ora?”

Aragorn piegò le gambe contro di sé, sotto le coperte, e si passò le mani sul viso, prima di rivolgere di nuovo lo sguardo verso il compagno e mormorare “Parla.”

“In tutti questi anni…” iniziò Legolas fissandolo “…ho avuto il conforto di alcune persone, tutte appartenenti al mio popolo e quindi molto simili a me. Non ho mai…ricevuto le attenzioni di un Uomo e devo riuscire ad abituarmi a queste nostre diversità…io voglio riuscirci ma non posso farcela da solo perché…” tirò un profondo respiro “…perché ogni volta che ci provo, tu mi allontani e contemporaneamente…ho…paura di quello che potrebbe accadere se scoprissi che tu sei…” si fermò di scatto, stringendo le labbra, ed allora Aragorn inclinò la testa, scuotendola debolmente…

“Cosa..?”

“…il compagno che stavo cercando.”

Re Elassar abbassò all’improvviso lo sguardo sulle lenzuola bianche che lo ricoprivano e sentì il proprio respiro aumentare di velocità. Lui e Legolas…insieme, compagni…come dovevano essere lui ed Arwen…e se fosse accaduto di nuovo? Se ancora si fosse ritrovato nella stessa identica situazione e avrebbe dovuto dire addio anche a lui? Non voleva mai più soffrire in quel modo, se l’era detto tante volte…non voleva amare mai più così. E poi ora era un Sovrano, c’era il Regno, il popolo…non poteva permettersi una debolezza simile…nessuno l’avrebbe accettato…no…

“Ti rendi conto di ciò che mi stai chiedendo?” esclamò ad un tratto, rialzandosi dal letto e indossando la vestaglia…continuando però a dare le spalle all’elfo.

“Ti sto solo chiedendo di comprendere quello che sento…” mormorò Legolas stupito da quel tono di voce “…e di aiutarmi, dandomi il tempo per…”

“Per cosa?” lo interruppe freddamente l’uomo, mentre con le mani si bagnava il viso. Bevve un bicchiere d’acqua e sospirò, prima di voltarsi verso l’amico, tentando di sostenere il suo sguardo e non mostragli il dolore che sentiva, nel pronunciare quelle parole “Per capire se puoi trovarmi un po’ attraente o meno? Cosa vuoi che faccia? Che rimanga a guardarti, senza poterti toccare mentre tu decidi se sono all’altezza degli altri amanti che hai avuto?”

“Perché fai così?” gridò Legolas alzandosi in piedi di scatto e dirigendosi verso di lui “Perché ogni volta che cerco di avvicinarmi a te e di essere sincero, tu mi allontani come se fossi il peggiore dei nemici? Perché? Non ti ho mai fatto del male! Non potrei mai fartene! Ti amo troppo e non riesco nemmeno a pensare di poterti ferire!” si fermò ad un  passo da lui, fissandolo, e scosse debolmente la testa “Ma non tu non lo vuoi capire! Non vuoi fidarti di me! Non vuoi credere in noi!” e con quelle parole si voltò, raggiunse la porta e uscì, sbattendola con forza dietro di sé.

 

Aragorn strinse i denti e senza controllare la rabbia e il rimorso, colpì con un braccio l’anfora con l’acqua e la fece cadere in terra, mentre nella stanza risuonava il suo grido disperato che presto divenne un fioco lamento, mentre abbassava lo sguardo sull’acqua che bagnava il pavimento ai suoi piedi.

All’improvviso la porta si riaprì e, senza dire una parola, Legolas rientrò nella stanza rapidamente. Con decisione raggiunse l’uomo che aveva voltato la testa verso di lui e chiuse i pugni sulla vestaglia che indossava…prima di spingerlo contro la colonna di legno del letto a baldacchino e posare le labbra sulle sue con forza.

Re Elassar si lasciò sfuggire un gemito ma subito si perse in quel bacio che gli sembrava così irreale…l’elfo stava succhiando le sue labbra con un ardore indescrivibile e per un lungo momento non trovò la forza per rispondere. Rimase in balia di quella bocca che a lungo aveva desiderato e che ora, aveva preso il controllo su di lui…riuscì solo a stringere le mani sulle braccia del compagno per non farlo allontanare, quando Legolas si fermò, ansimando…

Ú-‘wannathon! Ú-vedithon haer o le! (Io non partirò! Io non ti lascerò!)” lo baciò di nuovo, lasciando, questa volta, che le loro lingue entrassero in contatto per qualche istante “Ú-bedithon namar! (Non dirò addio!)” fissò gli occhi chiari davanti a sé “Non a te!”   

“Legolas…” gemette Aragorn facendo scivolare le mani sulla schiena dell’elfo. Cercò di parlare di nuovo, ma appena sentì le labbra del compagno sfiorare le sue, si perse ed iniziò a possedere quella bocca come aveva fatto la sera prima…ma questa volta, l’elfo rispose e le loro lingue iniziarono a danzare sensualmente, fino a quando quel bacio appassionato si trasformò in dolci baci a fior di labbra, intervallati dai respiri rapidi.

Si esteliach nin? (Ora mi credi?)” sussurrò Legolas non appena l’uomo nascose il volto contro l’incavo del suo collo, e lo udì mugugnare debolmente…

“Possiamo veramente farlo? Possiamo realmente dimenticare ogni cosa?”

Aragorn rialzò la testa e guardò gli occhi intensi davanti a sé ma non poté fare a meno di sorridere quando sentì l’elfo pronunciare…

“Ah non lo so…ma ci proveremo insieme”

 

                                                                     ~

Un'altra splendida giornata di sole era appena terminata, e nel cielo iniziavano a comparire le prime stelle della sera. Re Elassar era seduto ai piedi della lunga scala che dava nei cortili, e stava osservando gli stallieri che iniziavano a portare al riparo i cavalli per la notte. Solo qualche tempo prima, se qualcuno l’avesse visto in quel luogo, sarebbe rimasto sorpreso, ma ormai, tutti si erano abituati al nuovo sovrano che, per qualche ragione, sembrava rinato…anche se sul suo viso continuava a rimanere un velo di tristezza.

Erano passate settimana da quel mattino…quando lui e Legolas avevano vissuto quel breve momento di intimità, e da allora il suo comportamento era cambiato. Era diventato più disponibile, più sorridente, meno incline a scatti d’ira improvvisa, e tutti, a palazzo, avevano ringraziato i Valar…ma dentro di sé, Aragorn non aveva ancora trovato la serenità di cui aveva bisogno.

Da quel lontano giorno, aveva vissuto a stretto contatto con il principe di Bosco Atro, spesso avevano riposato nello stesso letto…ma solo in rare occasione era riuscito a rubargli un bacio…dei semplici sfioramenti di labbra che l’elfo interrompeva ancora prima che iniziassero a diventare più profondi. E lo stesso valeva per le carezze e gli abbracci…e quel desiderio insoddisfatto che sentiva dentro, cresceva e cresceva, restando però nient’altro che quello…un desiderio. Ormai non gli bastava più rinchiudersi nelle proprie stanze con la scusa di voler scrivere, per sfogare in solitudine quel fuoco che lo bruciava, e non avrebbe mai e poi mai chiesto ancora il conforto delle cortigiane, non ora che aveva quella splendida creatura con lui…ma era fatto di carne, e quei dolci sorrisi, quegli sguardi, non appagavano la sua lussuria. Aveva promesso a se stesso di dare a Legolas il tempo che aveva bisogno…ma non riusciva più a sopportare la sua vicinanza senza poterlo toccare, e se non bastasse, quello che provava nel cuore stava diventando così forte da farlo star male. Avrebbe voluto gridarlo ma la paura tremenda di soffrire di nuovo e il timore delle opinioni del suo popolo a quella rivelazione, lo bloccavano, costringendolo a soffocare quel sentimento che cresceva pari al desiderio. Come poteva trovare finalmente la felicità, sa questa dipendeva da ciò che era?

 

“Un sovrano non dovrebbe abbandonare la cena in questo modo!”

 

La voce del principe di Bosco Atro risuonò dolcemente nel silenzio, mentre, passo dopo passo, scendeva lentamente le scale per raggiungere l’uomo. Il debole vento che si era alzato, fece svolazzare indietro i lembi della lunga tunica di velluto grigio che indossava, e l’elfo si fermò, dietro al compagno, con le braccia lungo i fianchi e lo sguardo abbassato su di lui.

“Perché non sei rientrato?”

“Non avevo più fame…” borbottò Re Elassar lanciandogli solo una rapida occhiata, prima di tornare a fissare il cortile davanti a sé.

“Le cuoche erano preoccupate per te, credevano che non avessi gradito il cibo.”

Aragorn sospirò, rimettendosi in piedi…

“Non sarebbe una novità, ma sanno bene che non è così!”

“In ogni caso…hanno lasciato in caldo delle portate…” disse Legolas salendo di nuovo le scale quando vide l’uomo incamminarsi verso di lui “…non è molto, ma nel caso ti venisse ancora fame puoi…” si fermò quando, raggiunto il primo spiazzo tra le due rampe, sentì la mano del compagno afferrare la sua.

Re Elassar rallentò il passo, tirando dolcemente il compagno verso di sé, per farlo voltare, e quando incrociò i suoi occhi, mormorò…

“Perché hai messo quella…?” lanciò un’occhiata alla sua fronte “Hai intenzione di partire?”

“Oh…la corona…?” rispose l’elfo accennando un sorriso “…no, certo che no…a cena, quando te ne sei andato, stavo discutendo con Meldir sul fatto che tutti qui, ormai, hanno iniziato a considerarmi uno di loro, dimenticandosi del mio titolo…così mi ha consigliato di indossarla qualche volta, per ricordare che, in fondo, sono sempre un principe degli Elfi…l’ho accontentato ma…sinceramente non credo sia importante…”

Aragorn si lasciò sfuggire una debole risata e scosse la testa…

“Meldir ha intenzione di attentare alla mia salute mentale con questi scherzi…” istintivamente strinse più forte la mano del compagno nella sua “…credevo che volessi andare e…”

“Perché dovrei farlo…?” esclamò Legolas sorridendo “Ora torniamo nel salone…c’è il dolce che ti aspetta…” e fece per proseguire, ma l’uomo glielo impedì di nuovo. Lo tirò dolcemente a sé e, senza toccarlo, avvicinò il volto al suo, respirando intensamente il suo profumo, prima di dargli un tenero bacio sulla guancia…

“Non voglio quel dolce…” gli bisbigliò “…Legolas posso…posso baciarti?”

Sentì la mano del compagno irrigidirsi nella sua, e lui stesso si accorse di quanto fosse assurda quella supplica, ma non poteva farne a meno…ne aveva bisogno e non gli importava se poteva sembrare debole…una volta forse avrebbe preso ciò che voleva senza chiedere…ma non adesso, non con Legolas…

“Perché me lo chiedi…?” mormorò l’elfo respirando intensamente. Sapeva bene che Aragorn non intendeva quei semplici baci che si scambiavano ogni tanto, e una parte del suo corpo si mise all’erta ma l’altra…l’altra parte aveva abbassato ogni difesa al solo suono di quella voce che amava.

“Ti prego…posso…possiamo farlo?” sussurrò nuovamente Re Elassar, abbassando lo sguardo sulle labbra socchiuse del compagno. Provava quasi vergogna per se stesso…si era ridotto ad implorare Legolas per un solo bacio…un bacio che l’avrebbe fatto ardere, lasciandolo ancora una volta scontento…ma non aveva via d’uscita.

Ad un tratto, confuso tra i respiri rapidi di entrambi, udì quel debole sussurro…

“Sì…”

…e non riuscì a trattenere un sospiro di sollievo. Posò dolcemente le labbra su quelle dell’elfo, iniziando a sfiorarle, a succhiarle con delicatezza tra le proprie, per poi lambirle con la punta della lingua, intrufolandosi tra di esse per brevi istanti. Finalmente sentì il compagno rispondere, all’inizio timidamente con sfioramenti appena accennati, poi con sempre più passione…sentì la lingua di Legolas cercare la sua, accarezzarla, succhiarla sensualmente…ed allora posò una mano sulla sua guancia, mentre con l’altra continuava a stringere quella dell’elfo, perdendosi completamente in quelle sensazioni.

Dopo un lungo momento di passione, Legolas reclinò indietro la testa, ansimando, e si passò la lingua sulle labbra con un sorriso. A quel gesto, Aragorn sentì il sangue ribollire nelle vene e il suo corpo reagire con violenza, ma cercò di trattenersi il più possibile, limitandosi a far scivolare la mano sul collo del compagno che, lentamente, rialzò la testa per guardarlo negli occhi…

“Il tuo sapore è…” mormorò l’elfo continuando a sorridergli “…sai di vino e…carne…”

Aragorn inclinò la testa, fissandolo stupito per un istante, ma non riuscì a trattenere una risata..

“E questo ti disturba…?”

“No…” rispose subito Legolas scuotendo la testa “…no è bello…mi piace…è così reale, così…Umano…” senza rendersene conto abbassò lo sguardo sulle labbra dell’uomo, mentre con la lingua sfiorava nuovamente le proprie “…nessuno mi ha mai baciato così dopo aver cenato ed è…strano sentire questi sapori mescolati tra loro…insieme al tuo…”

Re Elassar deglutì, tentando con tutte le proprie forze di non spingere il compagno contro il muro e muoversi contro di lui fino a spegnere quel fuoco che gli stava divorando il basso ventre…

“E com’è il mio sapore…?” bisbigliò.

Legolas sospirò, mordendosi debolmente il labbro inferiore e, senza trattenersi, lo baciò di nuovo, esplorando ogni parte della sua bocca come se lo stesse gustando per comprendere. Quando si allontanò, lasciando Aragorn senza fiato, mormorò…

“Diverso da quello di chiunque altro abbia mai sentito e…credo…mi piaccia…”

“Tu invece…sai di zucchero…” disse l’uomo sfiorandogli le labbra rapidamente con la punta della lingua, e udì la risata divertita del compagno…

“È stato quel dolce che ancora ti aspetta sul tavolo del salone!”

“Se decidessi di mangiarlo…dopo vorrai nuovamente assaggiare le mie labbra per scoprire se il mio sapore è cambiato?”

“Credo di sì…” rispose l’elfo sorridendo e all’istante si sentì trascinato lungo le scale dal Re di Gondor che, rapidamente, le stava salendo, portandolo con sé, per raggiungere la sala da pranzo.

 

                                                                     ~

Entrarono nella stanza ed Aragorn lasciò la mano del compagno per dirigersi al tavolo, dove ancora erano posati alcuni piatti, tra cui quello con una fetta di torta e le posate.

Il principe di Bosco Atro osservò divertito l’uomo che, senza nemmeno sedersi, dopo aver afferrato una forchetta, aveva divorato un pezzo del dolce…

“Vieni qui allora!” esclamò Re Elassar dopo aver inghiottito quasi a fatica, ma Legolas scosse la testa sorridendo…

“Non hai ancora terminato! Siediti e finisci il tuo dolce!”

L’uomo, sospirando, ubbidì e, fingendo di essere calmo, si sedette al tavolo, finendo, boccone dopo boccone la fetta di torta. Solo quando il piatto era ormai vuoto, si rese conto che l’elfo l’aveva raggiunto e si era appoggiato al suo fianco, contro il ripiano del tavolo.

“E adesso?” bisbigliò, alzando lo sguardo su di lui.

“Mmm…sì, credo possa…” tentò di rispondere Legolas, ma Re Elassar lo precedette. Si alzò in piedi di scatto, tanto che la sedia ricadde all’indietro sul pavimento di pietra e, stringendo il corpo del compagno a sé, lo baciò con ardore, lasciandosi sfuggire un gemito quando Legolas rispose subito, con la stessa intensità. Senza pensare a quello che stava facendo e a dove si trovava, abbassò rapidamente una mano e gettò a terra i piatti e le posate, per poi spingere l’elfo lateralmente sul ripiano di legno.

Legolas udì i piatti andare in frantumi, ma non ci badò più di tanto. Aveva chiuso gli occhi e si stava lasciando trasportare da quelle piacevoli sensazioni che iniziava a sentire tra le braccia dell’uomo. Sentì che Aragorn lo stava spingendo sul tavolo ma non oppose resistenza e si distese sul lato, incrociando le braccia dietro al collo del compagno, mentre quel bacio appassionato continuava. Dopo qualche momento piegò una gamba, e appoggiò il piede sul ripiano di legno…la sua mente gli lanciò qualche debole segnale…non era un gesto molto regale ma non gli importava. Il suo corpo stava iniziando a scaldarsi sempre di più, soprattutto da quando il Re di Gondor aveva posato una mano sulla sua guancia e con le dita gli sfiorava distrattamente l’orecchio.

Ad un tratto, Aragorn interruppe quel bacio per scendere con le labbra sul collo dell’elfo…

“Com’è stato adesso?” gli mormorò contro la pelle delicata e udì chiaramente il compagno sospirare un “Sì” prima di riuscire a parlare…

“È stato più…dolce…” sussurrò Legolas sorridendo, continuando a tenere gli occhi chiusi “…ma altrettanto bello…”

“Desideri che assaggi qualcos’altro, principe?”

L’elfo strinse le labbra per soffocare un gemito, quando quella domanda mandò un chiaro segnale a quella parte del suo corpo che stava già pulsando, ma cercò di mantenere il controllo…

“Dovrei…dovrei pensarci…” rispose “…tu cosa vorresti…ah!”

…ma questa volta non riuscì a trattenere il sospiro di piacere…l’uomo era risalito lungo il suo collo con i baci e aveva iniziato a sfiorargli il profilo dell’orecchio con la punta della lingua.

Aragorn chiuse gli occhi e con le labbra prese a succhiargli ogni singolo punto di quella parte del corpo che, sapeva bene, era molto sensibile nella razza elfica. I gemiti che udiva lo inebriavano, come quel profumo intenso e il calore di Legolas contro di sé…ma perse il controllo quando sentì la sua mano tra i capelli…quelle lunghe dita scivolare tra di essi freneticamente come se il compagno stesse cercando di tirarlo ancora più vicino…ed allora, dolcemente ma con la voce tremante per il desiderio, gli bisbigliò all’orecchio…

“Vorrei fare l’amore con te…”

 

Il principe di Bosco Atro spalancò all’istante gli occhi e per un attimo sentì il proprio cuore fermarsi, solo per iniziare a battere di nuovo con una forza inaudita. Senza accorgersene, doveva essersi immobilizzato, perché Aragorn aveva rialzato la testa, ed ora lo stava fissando con un’espressione intimorita sul viso.

 

“Signori!”

 

La voce di Meldir risuonò all’improvviso nella stanza e i due compagni si allontanarono di scatto, fermandosi, immobili, vicino al tavolo con lo sguardo basso per l’imbarazzo.

“Questo non è il luogo adatto per lasciarsi andare a simili atteggiamenti, non credete?” proseguì l’elfo di Granburrone in tono severo, fermandosi davanti al Re di Gondor “Tu per primo dovresti saperlo!”

“Eravamo soli!” ribatté Aragorn passandosi una mano tra i capelli “Nessuno ci ha…”

“Al contrario!” lo interruppe Meldir alzando la voce “Le cuoche sono state richiamate dal rumore dei piatti e della sedia…ed hanno visto ogni cosa…una di loro è corsa a chiamarmi preoccupata perché credeva che il sovrano avesse perso la ragione!” lanciò un’occhiata a Legolas prima di continuare “Non spetta a me giudicare le vostre azioni, ma vi consiglio vivamente di riflettere su quello che state facendo la prossima volta!” e con quelle parole lasciò la stanza, richiudendo la porta dietro di sé.

“Cosa accadrà adesso?” chiese preoccupato Legolas, tenendo lo sguardo fisso sul pavimento.

“Niente…” rispose Re Elassar tirando un profondo respiro “…domani parlerò con le cuoche e le rassicurerò che non è accaduto niente di preoccupante…che era solo uno scherzo tra amici…mi inventerò qualcosa…” 

“Bene…” mormorò l’elfo e, senza aggiungere altro, si incamminò verso l’uscita, rallentando solo quando udì il richiamo dell’uomo.

“Aspetta! Dove stai andando?”

“Devo parlare con Meldir…”

“No, non devi!” ribatté di scatto Re Elassar facendo qualche passo verso di lui “Non ce n’è bisogno! Non è necessario che…”

“Non ha a che fare con te Aragorn…” lo interruppe l’elfo senza voltarsi “…devo parlare con lui…e devo farlo ora…”

“Perché con lui?” gridò all’improvviso Re Elassar, tanto che Legolas girò la testa verso di lui stupito “Perché vuoi andare da lui? Dici di amarmi ma raramente mi concedi un semplice bacio, mentre invece…dividi il tuo letto con lui e lasci che per l’intera notte ti…”

“Questo non ha niente a che fare con il motivo per cui devo parlargli!” ribatté subito l’elfo, fissandolo negli occhi, cercando di mascherare l’imbarazzo “Non so come tu ne sia venuto a conoscenza ma…se provassi per un momento a ricordare chi eri un tempo, forse ricorderesti anche cosa significa dare conforto per il mio popolo! Stavo impazzendo tra queste mura e lui ha solo…” si fermò, in silenzio, prima di voltarsi di nuovo verso la porta “…ma non ti devo nessuna spiegazione, a più tardi!” e uscì rapidamente dalla stanza, lasciando, ancora una volta, il Re di Gondor solo e confuso.