.|. Mai Piu' .|.
Capitolo Quattro ~
“Dove stiamo andando?”
chiese incuriosito Legolas, seguendo l’amico per i corridoi del palazzo
“Bastava che uscissimo da quel salone…”
“Durante queste feste,
quest’ala del castello è fin troppo frequentata…qualcuno avrebbe potuto
disturbarci…” rispose Aragorn sorridendogli “…ma io conosco una stanza a
cui nessuno può accedere…tranne il sovrano ovviamente…” si fermò e spinse
con forza un portone “…qui ci lasceranno parlare con tranquillità…”
L’elfo di Bosco Atro fissò
divertito l’amico prima di varcare la soglia…ma subito si ritrovò
circondato da leggere tende di seta che pendevano dal soffitto. Si guardò
attorno cercando di comprendere dove si trovasse, ma ad ogni passo, non
vedeva altro che la stoffa semitrasparente attorno a sé.
“Aragorn…?” chiamò con un
leggero timore nella voce, ma non ottenne risposta. Girò su se stesso più
volte ma la situazione non cambiò…lentamente si accorse che, a momenti, la
sua vista si annebbiava e la testa iniziava a girargli come se stesse per
perdere i sensi. Il cuore iniziò a battergli con forza nel petto e questa
volta la voce gli tremò “Aragorn! Dove sei? Non è divertente!”
Si fermò un istante,
chiudendo gli occhi, ma quando li riaprì tutto continuò a rimanere come
prima…face ancora qualche passo e incespicò, rischiando di cadere a
terra…abbassò lo sguardo e vide dei cuscini ai suoi piedi e poco più
avanti delle coperte…
“Aragorn! Ti prego! Non è
divertente! Non mi…”
Improvvisamente sentì due
braccia forti afferralo da dietro, avvolgendolo in parte in una delle
tende che lo circondavano e si lasciò sfuggire un gemito sorpreso…
“Non ti piace?” gli
bisbigliò Re Elassar all’orecchio, attraverso la stoffa leggera “Credevo
che avresti gradito visitare questa stanza…a me ricorda molto il tuo
popolo e il modo in cui celate ad occhi indiscreti dei posti importanti!”
lo strinse teneramente a sé e sentì sotto la mano, il cuore dell’elfo
battere prepotentemente “Non volevo spaventarti! Mi dispiace
credimi…volevo solo farti una sorpresa…”
Legolas respirò
profondamente prima di voltarsi nel suo abbraccio per poter vedere il suo
viso attraverso la tenda…
“Va bene ma…non sopporto i
luoghi chiusi…e non sopporto restare solo in questi luoghi…lo sai!” si
scostò leggermente da lui per lasciar scivolare via la tenda, ma si
accorse di non riuscire a reggersi in piedi, così si adagiò ancora contro
l’amico “Mi gira la testa…perché? Cosa mi hai fatto bere…?”
“Era solo vino…” gli
sussurrò l’uomo facendo qualche passo insieme a lui “…forse ti sei solo
agitato troppo…ecco, sediamoci qui per un po’ e cerca di calmarti…tutto
tornerà come prima…”
L’elfo si lasciò cadere
sui cuscini che ricoprivano il pavimento, insieme all’amico che ancora gli
cingeva la vita con un braccio, e sospirò, sorridendo dolcemente…
“Questo mi ricorda
l’ultima festa a Granburrone…prima che la Guerra iniziasse…”
“Allora eravamo seduti tra
le radici di un albero però…” ribatté debolmente Aragorn voltando la testa
verso di lui. Chiuse gli occhi e respirò il profumo dei capelli biondi
contro il suo viso, sfiorandoli con le labbra “…e non ti stavo stringendo
tra le braccia…”
“No…infatti…” mormorò
Legolas spostandosi leggermente quando sentì il respiro caldo dell’uomo
sulla guancia “…Aragorn dobbiamo parlare di quello che ti sta succedendo!
Non sei più la persona che conoscevo e…”
“Tutti cambiano Legolas!”
replicò subito l’uomo mettendosi seduto e passandosi le mani sul viso “Gli
anni passano e ognuno di noi deve fare i conti con la propria esistenza e
adeguarsi di conseguenza!”
“Ma non ti sei adeguato
alla realtà, non lo comprendi? Il tuo cuore è rimasto legato a qualcosa
che non avverrà più e hai chiuso te stesso in questa inutile speranza,
allontanando tutti e tutto!”
Re Elassar si lasciò
sfuggire una risata malinconica e scosse debolmente la testa…
“Se fosse così semplice
dimenticare, non credi che l’avrei già fatto? Ma questo non è un racconto
dove da una pagina all’altra l’eroe dimentica il suo dolore e cambia
vita…”
L’elfo voltò la testa
verso di lui e si accorse che gli occhi dell’amico erano lucidi…provò
un’incredibile tenerezza nei suoi confronti…avrebbe dato ogni cosa per
rivedere quell’antica luce sul suo viso, quella forza e quella
determinazione che l’avevano portato a diventare Re.
“Ma stai lasciando che
questo dolore ti privi di ogni cosa…” sussurrò dolcemente. Alzò una mano e
la passò tra i capelli dell’uomo, tirandolo verso di sé per fare in modo
che appoggiasse la testa sulla sua spalla “…non puoi vivere in solitudine,
non puoi chiuderti in te stesso per sempre…accetta l’aiuto degli altri ti
prego…”
Aragorn sospirò come se
stesse trattenendo le lacrime e, timidamente, avvicinò la fronte al collo
dell’elfo…
“Nessuno può aiutarmi!
Io…continuo a vederla qui ed a…immaginare come sarebbe dovuta essere la
mia vita con lei…ho provato così tanto a dire a me stesso che era finita
ma…non riesco a…” un altro intenso sospiro “…alcune cose non possono
essere cancellate nemmeno dal tempo ed io non ho la forza per…oh Valar…”
si fermò, trattenendo il respiro, le labbra strette per impedire alle
lacrime di scivolare sul suo viso.
“Aragorn ti prego…lascia
che ti aiuti!” mormorò dolcemente Legolas prendendo una mano dell’uomo tra
le proprie “Dammi una possibilità! Parlami…aprimi il tuo cuore e lascia
che…”
“Tu non sai…” bisbigliò Re
Elassar muovendo il volto contro il collo del compagno “…non sai quanto
stai già facendo…da quando sei giunto qui, le mie giornate sembrano meno
pesanti da sopportare e…” lentamente iniziò a sfiorare la pelle con le
labbra e si accorse subito che il respiro dell’elfo si era fatto più
rapido “…quando passeggio con te nei giardini, mi sembra di riuscire
finalmente a respirare…”
“Aragorn…” sussurrò il
principe di Bosco Atro quando sentì le labbra dell’uomo sul mento…doveva
allontanarlo subito, ma finalmente gli stava parlando, finalmente era
riuscito ad abbattere quel muro che si era costruito intorno…
Aragorn continuò a
baciargli dolcemente il viso, ignorando il tremore nella voce dell’elfo
quando aveva pronunciato il suo nome…era troppo inebriato dal quel profumo
e dal vino che aveva alterato i suoi sensi per accorgersi che Legolas si
era immobilizzato di scatto e gli aveva addirittura lasciato la mano…
“…ed anche le notti…”
proseguì con la voce roca per il desiderio che si stava accendendo
rapidamente nel suo corpo “…mi fa impazzire il pensiero che tu…” ma perse
il controllo prima di riuscire a completare la frase. Alzò una mano e la
posò sulla guancia dell’elfo, inclinò la testa e posò le labbra sulle
sue…all’inizio timidamente ma dopo solo pochi istanti, iniziò a succhiare
quelle di Legolas con fervore, cercando di penetrare tra di esse con la
lingua.
Il principe di Bosco Atro
spalancò gli occhi all’improvviso ma dopo un primo attimo di confusione,
strinse i pugni sugli abiti dell’uomo e lo spinse via con forza, facendolo
quasi ricadere all’indietro.
“Aragorn!” esclamò tra i
respiri rapidi, mentre, con fatica si rimetteva in piedi, barcollando
“Cosa credevi di fare?”
“Mi sembra più che ovvio
quello che volevo fare…non trovi?” ribatté a bassa voce l’uomo, tenendo lo
sguardo basso per l’imbarazzo.
“Come…come hai potuto
fraintendere le mie parole fino a questo punto?” mormorò Legolas con voce
tremante “Credevo fossimo amici e per questo motivo sono rimasto qui…in
nome della nostra amicizia…ed è questa che ti sto donando, non il mio
corpo…come hai potuto credere che…”
“Come ho potuto…” ripeté
Aragorn ridendo debolmente mentre a sua volta si rimetteva in piedi “…come
ho potuto…”
“Sei ubriaco…” sussurrò
l’elfo guardandolo quasi disgustato “…dai queste feste per poter bere
finché vuoi e perdere la ragione? Non è così? Solo in questo modo riesci a
non pensare a quello che sei e…a quello che sei diventato!”
“Oh e sentiamo!” gridò
all’improvviso l’uomo, alzando lo sguardo su di lui “Che cosa sono
diventato? Mio vecchio amico che conosce ogni cosa ed ha la soluzione per
tutto! Sentiamo…”
“Sei diventato un…codardo
che ha paura di quello potrebbe ancora essere se aprisse di nuovo il suo
cuore all’amore e alla fiducia! Un uomo che ha perso il coraggio di
affrontare la vita a testa alta e preferisce restare chiuso nel suo dolore
e nella sua solitudine!”
Legolas si fermò in
silenzio, quando vide una maschera impassibile, comparire sul volto
dell’amico…ma i suoi occhi lo tradivano…erano velati dalla tristezza e
dalla consapevolezza che quelle parole erano vere.
“Bene…se è così che la
pensi…” mormorò Aragorn abbassando lo sguardo “…sappi che ho perso anche
la voglia di parlare con te…” e con quelle parole si incamminò tra le
tende barcollando.
“Aspetta…” lo richiamò
l’elfo scuotendo la testa “Aspetta!” gridò, ma niente, Re Elassar aveva
già lasciato quella stanza. Si guardò attorno sconfortato, mentre le
guance ancora gli bruciavano per quello che era avvenuto, e lentamente si
avviò verso l’uscita…la testa gli girava ancora e la vista a momenti era
annebbiata, ma doveva trovarlo e parlargli prima che Aragorn ricostruisse
di nuovo quel muro tra loro.
~
Re Elassar era disteso sul
grande divano di velluto rosso, e con lui c’erano due splendide dame con
addosso solo pochi veli. Una di esse era inginocchiata tra le gambe del
sovrano e sensualmente gli stava sfiorando il petto nudo, mentre l’altra
era seduta a terra sul tappeto e con le mani stava aprendo i pantaloni
scuri che l’uomo indossava. Aragorn restava immobile. Con gli occhi
spalancati fissava il soffitto come se non fosse interessato a quello che
le donne gli stavano facendo, anche se il suo desiderio era ben
evidente…ma non era causato dalle loro carezze, no…ma dal pensiero delle
labbra di Legolas che aveva assaggiato poco prima. Nonostante quello che
l’elfo gli aveva detto, continuava a volerlo…sapeva bene che era la verità
ma si sentiva in ogni modo ferito dalle sue parole e gli sembrava di
impazzire perché aveva una tremenda paura di averlo perso.
Come aveva potuto essere
così stupido e avventato! Era l’unica persona a cui ancora teneva, per cui
ancora provava qualcosa di forte ed ora, per quella sciocca ossessione
l’aveva perso. Ma non poteva ignorare quello che sentiva…quel fuoco che lo
bruciava ad ogni sguardo o semplice carezza…ma cosa gli stava succedendo?
Dei colpi violenti alla
porta lo destarono da quei pensieri e lentamente si rimise seduto,
allontanando le due donne da sé…
“Aspettate qui!” esclamò,
alzandosi in piedi e legando in vita la vestaglia color smeraldo che
portava, dopo aver riallacciato i pantaloni.
“Vostra Maestà….” si
lamentarono le due sedendosi sul divano con un’espressione imbronciata sul
viso “…avete dato ordine che nessuno vi disturbasse…lasciate stare e
tornate qui!”
Aragorn non badò ai loro
richiami, ma le due donne stavano ancora parlando quando aprì la porta e
si ritrovò davanti il principe di Bosco Atro.
Legolas restò un momento
in silenzio, guardando l’amico negli occhi fino a quando le due dame
smisero di lamentarsi…
“Ti ho forse disturbato?”
“Sì…” rispose seccamente
Re Elassar, infastidito dall’espressione sdegnata sul viso dell’elfo.
“Mi dispiace…ma devo
parlarti ora”
“Ti ho già detto che non
desidero più parlare con te e come vedi, delle persone mi stanno
aspettando…quindi…”
Il principe di Bosco Atro
strinse le labbra, lanciando un’occhiata oltre le spalle dell’uomo, quando
questi fece per voltarsi…
“Cosa devo fare per avere
ancora la tua attenzione?” esclamò subito alzando la voce “Devo diventare
una delle tue cortigiane? È questo che vuoi da me?”
Aragorn abbassò le
palpebre e, sospirando, chiuse la porta dietro di sé, facendo un passo nel
corridoio, accanto all’amico…
“Non ti ho mai chiesto una
cosa simile.”
“Eppure poco fa mi hai
trattato come una di loro…”
Re Elassar si passò una
mano sul viso, facendola scivolare tra i capelli scuri…
“Non credevo che un bacio
fosse così disonorevole per te!”
“Non intendevo questo…io…”
“Tu cosa…?” lo interruppe
l’uomo alzando lo sguardo su di lui “Mi hai respinto come se fosse il
gesto più spregevole di questa terra! E per quanto possa sembrare…immorale
da parte mia, ho sempre creduto che per voi Elfi fosse diverso!” vide
Legolas abbassare all’improvviso lo sguardo a terra “Ma forse non è perché
sono un uomo…ma perché sono Mortale…”
“Aragorn noi siamo
amici…non c’è mai stata alcuna differenza tra noi ma…”
“Ma non ti senti attratto
da me…” finì Re Elassar sospirando “…già…non provi desiderio per me, solo
questa amicizia…”
“Ne parli come se fosse
nulla!” replicò Legolas fissandolo “Come puoi? È stata questa amicizia a
tenerci uniti fino ad ora! È stata questa amicizia a convincermi a restare
qui con te!”
Aragorn si lasciò sfuggire
una risata…
“Sì certo…”
“Come puoi ridere di
questo?” gridò l’elfo all’improvviso, spingendolo con forza contro il muro
“Come puoi Aragorn? Tu non sai quello che provo per te! Non me l’hai mai
chiesto! Non ti è mai interessato saperlo! E adesso osi ridere di ciò che
non conosci e lo consideri una sciocchezza?” si fermò un istante per
respirare quando sentì un giramento di testa, senza però mai allontanare
lo sguardo da quello stupito dell’uomo “Sai la cosa assurda qual’è invece?
Quell’inutile attrazione che dici di provare per me! Se hai deciso di
dimenticare la nostra amicizia d’accordo, posso cercare di accettarlo…ma
non puoi considerarmi alla stregua delle tue cortigiane, perché, a
differenza loro, io tengo a te, ti amo e farei ogni cosa per vederti di
nuovo felice! Ma non è col mio corpo che posso donarti nuovamente quello
di cui hai bisogno!”
Re Elassar rimase immobile
ad osservare l’elfo che, respirando intensamente, si passava le mani sul
viso, voltandosi…ma poi lo udì sussurrare quelle parole…
“È assurdo quello che dici
provare Aragorn! È inutile!”
…ed allora perse quel
controllo che aveva cercato di mantenere fino a quel momento e, come poco
prima era accaduto a lui, spinse Legolas contro il muro, bloccandogli le
braccia contro di esso…
“Assurdo e inutile?” gli
bisbigliò sulle labbra, fissando intensamente gli occhi blu che lo
guardavano intimoriti “Per la prima volta dopo anni mi sono sentito ancora
vivo! Sei riuscito a risvegliarmi da quel sonno dei sensi nel quale ero
caduto! Ho ricominciato a bramare qualcosa! A desiderare con tutto me
stesso! E non una notte con donne che nemmeno conosco…ma te! Ho iniziato a
desiderarti, a desiderare il tuo corpo! Il tuo! Non quelli che loro mi
offrono per il mio piacere! Resto con loro e non posso fare a meno di
pensare a te! E mi sono rimproverato per questo!” sospirò “Valar mi sono
ripetuto all’infinito che non era giusto! Io sono un Uomo e un Re e…non
posso permettermi simili debolezze ma…non riesco a smettere! Se vuoi
condannarmi per questo…se credi che questo mio desiderio rovini quello che
si era creato tra noi…allora fallo…sono colpevole della fine della nostra
amicizia! Ma non ti ho mai…mai considerato alla pari di una di quelle
donne perché io ti…” si bloccò. All’improvviso, come se avesse perso la
voce. Perché io ti amo…era quello che stava per dire…? Non era
possibile…si era ripromesso di non permettere mai più a quel sentimento di
entrare nel suo cuore. E allora perché stava per dirlo? Perché sentiva il
bisogno di dirglielo? E solo in quell’istante si rese conto che la stessa
cosa l’aveva detta Legolas poco prima…quelle parole che erano scivolate
via tra le altre, ora stavano risuonando nella sua mente…io tengo a te,
ti amo e farei ogni cosa per vederti di nuovo felice…non poteva
essere…non doveva essere così!
Bruscamente lasciò le
braccia dell’elfo e si voltò, raggiungendo la porta…
“Vattene via ora!” esclamò
freddamente, mentre ancora Legolas lo stava fissando per comprendere, per
dare un senso alle sue parole e al repentino cambio di atteggiamento…
“No…dobbiamo
parlare…dobbiamo…” sussurrò debolmente, seguendolo, ma si bloccò non
appena l’uomo si voltò di scatto verso di lui…
“Non serve a niente
parlare dannazione!” gli gridò Aragorn “Possibile che non lo capisci? È
inutile! Non cambierà niente! Niente! Credi di poter risolvere tutto con
le parole? Forse è così per il tuo popolo, ma per il mio è ben diverso!
Non tutto può essere risolto con le parole e…” si bloccò un istante mentre
con lo sguardo percorreva il corpo dell’elfo davanti a sé, e abbassando la
voce, terminò “…a volte le parole non sono abbastanza!”
Legolas abbassò le
palpebre sospirando, mentre alle sue orecchie giungeva il colpo della
pesante porta di legno che si richiudeva. Aveva fallito. Di nuovo.
“Aragorn!” gridò un’ultima
volta, bussando alla porta, ma sapeva già che non avrebbe ricevuto nessuna
risposta.
Lentamente si incamminò
lungo i corridoi, appoggiandosi di continuo contro le pareti per
sostenersi. Si sentiva sempre più debole e quasi le gambe non riuscivano a
sostenerlo, vedeva sempre più confuso e il cuore gli batteva all’impazzata
per tutte le emozioni che lo avevano pervaso. Svoltò in un altro corridoio
e, dopo qualche momento, quando riuscì a mettere a fuoco la vista, si
accorse che tre uomini e tre donne erano seduti sul pavimento, in
atteggiamenti molto intimi…ma appena vide una bottiglia di vino nella mano
di uno di loro, un lampo di lucidità gli fece comprendere il motivo per
cui si sentiva così male…era stato quel vino…quel vino che Aragorn gli
aveva fatto bere e che invece Meldir gli aveva pregato di non bere.
“Ehi guardate un po’!”
esclamò uno degli uomini ridendo “Guardate chi è venuto a trovarci!”
“È l’amico di Re Elassar
vero?”
“Già…l’elfo di Bosco
Atro!” gli fecero eco gli altri, alzandosi goffamente in piedi.
“Avvicinati avanti!
Unisciti a noi!”
Quando udì quelle voci,
Legolas si accorse di averli ormai raggiunti…la sua mente gli faceva anche
strani scherzi, li aveva visti lontani solo pochi attimi prima e invece…
“Grazie ma…devo…andare
nella mia stanza ora!” rispose e, ingenuamente, passo accanto a loro,
continuando a sorreggersi contro la parete.
“Oh ma possiamo
accompagnarti noi! Non è vero?” esclamò uno degli uomini ridendo
maliziosamente, prima di far segno col capo agli altri due di bloccare la
strada al principe di Bosco Atro.
Le tre donne si guardarono
per qualche istante, confuse, prima di rialzarsi e fare un passo indietro.
Erano anche loro ubriache ma non a tal punto da non accorgersi di quello
che i tre uomini avevano intenzione di fare…
“Ehi ragazzi! Lasciatelo
stare avanti!” disse una di loro sorridendo e cercando di afferrare il
braccio dell’uomo fermo accanto a lei “Ci siamo noi! Non vi bastiamo più?”
“E sta zitta!” ribatté
bruscamente lui scostandola in malo modo “Quando ci ricapita l’occasione
di avere un elfo a nostra completa disposizione!”
“Già…voglio proprio vedere
se le voci che circolano su di loro sono vere!” esclamò un altro ridendo
di gusto prima di pararsi di fronte a Legolas e bloccargli la strada.
“E tu sei disposto a
soddisfare la nostra curiosità vero?” continuò il terzo, mettendosi dietro
di lui.
“Lasciatemi passare!”
gridò l’elfo…ma quel grido si spense non appena i due uomini gli
afferrarono le braccia e lo spinsero contro il muro, bloccandolo
completamente contro di esso.
“Bene bene! Da dove
cominciamo?” mormorò il terzo uomo mettendosi davanti a lui mentre con lo
sguardo percorreva il corpo di Legolas come un predatore con la sua preda.
“Re Elassar ha dato ordine
di non importunarlo!” esclamò una delle donne alzando la voce “Sapete che
è suo amico! Se lo toccate vi punirà con le prigioni!”
“Se fosse stato suo amico
non gli avrebbe fatto bere quel vino…” ribatté uno degli uomini sorridendo
“…e non lo avrebbe lasciato vagare da solo per il palazzo in questo stato!
Sa bene quali sono le conseguenze!” e alzando una mano, la passò tra i
capelli dell’elfo.
Le tre donne restarono in
silenzio ancora per un momento, ma poi, bisbigliandosi qualcosa
all’orecchio, si allontanarono rapidamente.
“Ehi voi tre!” gridò uno
degli uomini.
“Lasciale andare! Non
abbiamo più bisogno di loro!”
“Già…adesso abbiamo te,
vero?”
“Lasciatemi!” mormorò
debolmente Legolas cercando di liberarsi con la poco forza che aveva, ma
sapeva che sarebbe stato inutile “Non desidero queste attenzioni da voi!
Lasciatemi andare!”
“Non desidero queste
attenzioni da voi…?” ripeté uno di loro imitando la sua voce per
schernirlo “Ma come parli? Sei proprio un principino ben educato! Ma tra
poco vedremo se con quella bocca sei capace di fare altrettanto bene come
con le parole!”
L’elfo spalancò gli occhi
mentre la paura si dipingeva sul suo viso ma subito sentì le palpebre
pesanti e le gambe deboli…
“Tenetelo sveglio!”
esclamò l’uomo “Non fategli perdere i sensi! Non ci serve un elfo
addormentato!” e con quelle parole avvicinò le mani alla tunica che
Legolas indossava.
~
“Dannazione!” gridò Re
Elassar, rialzandosi ancora una volta dal divano su cui era disteso con le
due donne, non appena sentì dei colpi violenti alla porta. Si richiuse la
vestaglia e andò ad aprire, ma restò sbalordito nel vedere due cortigiane
che a stento si reggevano in piedi.
“Per quale motivo avete
osato disturbarmi?” chiese seccamente guardando le loro espressioni
intimorite “Conoscete gli ordini!”
“Vostra Maestà
perdonateci…ma…”
“…il vostro amico…”
“Legolas…?” esclamò
Aragorn spalancando gli occhi “Cosa è successo? Parlate!”
“Alcuni uomini che erano
con noi l’hanno preso…”
“…in fondo ai corridoi che
danno nelle cucine…non l’hanno lasciato passare e…”
Senza attendere la fine di
quella frase, il Re di Gondor superò le due donne, correndo lungo il
corridoio senza pensare a niente, se non a Legolas…era in
pericolo…potevano fargli del male.
Corse e corse a
perdifiato, fino a quando udì delle risate e delle voci…e presto, svoltato
un angolo, vide anche a chi appartenevano.
Due uomini stavano tenendo
Legolas fermo, contro il muro, mentre il terzo gli aveva aperto la tunica
ed ora stava facendo scivolare le mani sul suo ventre, per raggiungere i
pantaloni. La testa dell’elfo era reclinata in avanti, i lunghi capelli
gli ricoprivano in parte in viso, ma le palpebre sembravano abbassate…
“Fermatevi maledizione!”
gridò all’improvviso. La sua voce risuonò nel silenzio del corridoio,
rimbombando come un tuono, e i tre uomini si voltarono verso di lui con il
terrore dipinto sul volto. Senza attendere un solo istante, lasciarono
andare Legolas, che si accasciò al suolo privo di forze, e scapparono a
gambe levate, barcollando da una parte all’altra.
Aragorn cercò di
raggiungerli per poterli riconoscere ma appena vide l’elfo cadere a terra,
le sue priorità cambiarono. Si inginocchiò accanto a lui, aiutandolo a
rimettersi seduto con la schiena contro alla parete, e lo chiamò
dolcemente, più volte…
“Legolas…Legolas è finita,
se ne sono andati…apri gli occhi avanti!”
Lentamente vide quelle
palpebre rialzarsi e presto incrociò il suo sguardo, ancora pieno di
paura.
“Legolas…è finita…sono…”
“Lasciami!” gridò
all’improvviso, spingendo lontano l’uomo da sé “Non mi toccare! Vattene!”
Re Elassar si rimise in
piedi, guardandolo perplesso, mentre l’elfo tentava, a fatica, di
rialzarsi a sua volta, restando appoggiato al muro.
“Sono io…Legolas, sono
io…” gli mormorò facendo di nuovo un passo verso di lui, ma quando vide lo
sguardo di ghiaccio che l’amico gli lanciò, si bloccò immobile.
“So benissimo chi sei!”
bisbigliò il principe facendo qualche passo. Si voltò, dandogli le spalle
per proseguire ma perse subito l’equilibrio…
In quel momento, due
braccia forti lo afferrarono, aiutandolo a rimettersi in piedi…
“Va tutto bene…” gli
sussurrò Meldir, accarezzandogli dolcemente il viso “…è tutto passato…”
Dietro all’elfo di
Granburrone comparve la terza donna che, dopo un rapido inchino, si
allontanò velocemente, lasciando i tre da soli.
“Legolas…mi dispiace, ti
prego, ascoltami!” disse Aragorn facendo un passo verso i due elfi, ma il
principe di Bosco Atro si voltò di scatto verso di lui, barcollando…
“Ascoltarti?” gli gridò
con la voce ancora spezzata dalla paura per quello che stava per succedere
“Cosa dovrei ascoltare? Non serve parlare, non è così? Io sono venuto da
te per parlare! Ma mi hai chiuso la porta in faccia! Mi sono fidato di te
e con che risultato? Mi hai fatto bere quel vino mescolato a chissà quale
erba che mi ha fatto perdere tutte le forze! Quegli uomini stavano per
prendere il mio corpo contro la mia volontà!” vacillò per un istante e
Meldir allungò le braccia di nuovo, ma Legolas riuscì a mantenere
l’equilibrio “Perché mi hai fatto bere quel vino? Perché? Volevi forse
abbassare le mie difese per approfittare di me come stavano facendo quegli
uomini?” la voce gli si spense in gola, e chiuse gli occhi per un istante
“…oh Valar…eri mio amico…”
“No! Ti scongiuro Legolas,
non è come credi! Io non…”
“Io mi fidavo di te! Mi
fidavo! E tu…” ma l’elfo di Bosco Atro non riuscì a terminare la frase, le
palpebre si abbassarono definitivamente e perse i sensi all’improvviso.
Meldir fece in tempo a prenderlo tra le braccia, prima che cadesse al
suolo, e lentamente si inginocchiò, portandolo con sé.
“Come hai potuto farlo?”
sibilò Meldir alzando lo sguardo sull’uomo che si era avvicinato a loro
“Sai bene che quelle erbe hanno questo effetto su di noi!”
“Io non credevo…” mormorò
Re Elassar, ma l’elfo di Granburrone lo interruppe bruscamente…
“No! Tu non pensavi! Non
pensi e non ragioni da tempo ormai! Sei così racchiuso nel tuo dolore per
quello che non potrai più avere da non accorgerti degli altri e di quello
che stanno facendo per te! Sei così spaventato dall’idea di poter ancora
amare e di poterti ancora fidare di qualcuno da allontanare chiunque
cerchi di aiutarti e di darti quel conforto che tanto desideri!”
“Io non sono perfetto come
voi!” ribatté debolmente Aragorn abbassando lo sguardo.
“Non nasconderti dietro a
questa scusa!” sussurrò Meldir rialzandosi in piedi e prendendo Legolas
tra le braccia “Devi solo chiudere una volta per tutte quella porta sul
tuo passato e aprire quella del tuo futuro!” e con quelle parole si voltò,
facendo qualche passo.
Re Elassar rimase in
silenzio, ma dopo un momento esclamò…
“Aspetta! Non…non
allontanarlo da me ora! Portalo nelle mie stanze ti prego! Devo parlargli
al suo risveglio…altrimenti lo perderò!”
“Cosa ti fa pensare che tu
non l’abbia già perso?” bisbigliò Meldir sospirando, ma senza voltarsi
verso l’uomo.
“Legolas…mi ha detto di
credere in lui…in noi…ed è quello che sto facendo!” rispose Aragorn
facendo un passo verso di lui “Ti prego!”
L’elfo di Granburrone
restò in silenzio, ma sulle sue labbra si formò un sorriso…prima di
voltarsi verso il sovrano però, la sua espressione tornò ad essere severa…
“D’accordo…ma se gli farai
ancora qualcosa di male, dimenticherò il motivo per cui Elrond mi ha
ordinato di restare qui!”
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