.|. Mai Piu'  .|.

Capitolo Otto

~

Re Elassar si rialzò all’improvviso dal letto. Lasciò ricadere le coperte sul corpo del principe di Bosco Atro e si diresse verso il camino…appoggiò i gomiti sul ripiano sopra di esso e nascose il volto tra le mani. Nel silenzio che si era creato, risuonavano solo i respiri veloci di Legolas che, ancora, restava disteso immobile nel letto…fino a quando si udì, debole e roca, la voce dell’uomo…

“Non ci riesco…non riesco a farlo…non posso…”

Quelle parole, pronunciate con dolore e timore, riaccesero qualcosa nella mente dell’elfo che, lentamente, si mise seduto, volgendo lo sguardo verso di lui…

“Ed io nemmeno…non se mi privi di…”

“Ho paura!” esclamò all’improvviso Aragorn, lasciando il compagno ad osservarlo stupito “Una paura tremenda e accecante che mi toglie il fiato! Non desidero che questo ma…più mi avvicino a te, e più mi sembra di impazzire!” sospirò e lanciò un’occhiata alle proprie spalle per intravedere l’elfo “Io non ho mai fatto questo con un altro uomo e, soprattutto, con qualcuno che mi è sempre stato così vicino e…” deglutì, cercando di trovare le parole per continuare, ma udì un fruscio e si rese conto che il principe di Bosco Atro si stava alzando dal letto per raggiungerlo.

“Se solo riuscissi a parlarti di quello che provo…” disse Legolas tenendosi stretto in vita, con una mano, il lungo lenzuolo candido, mentre, passo dopo passo, si dirigeva verso di lui “…se solo potessi farlo…forse comprenderesti che…” si fermò dietro all’uomo e appoggiò la fronte sulle sue spalle, chiudendo gli occhi per un momento “…non sei l’unico ad avere paura, Aragorn…non sei l’unico ad essere terrorizzato da quello che sta accadendo!” alzò la mano libera e la fece scivolare lungo un braccio dell’uomo, fino a raggiungere la sua. Gentilmente lo costrinse a voltarsi, e quando incrociò i suoi occhi lucidi, proseguì “Ci sono decine di motivi che potrebbero impedirmi di restare qui con te…decine di ragioni che dovrebbero spingermi verso quella porta per scappare lontano…ma c’è…un solo motivo…un’unica ragione che invece mi trattiene qui…e da sola, basta per annullare tutte le altre…e cancellare ogni paura che si insinua nel mio cuore…” strinse il pugno sul polso dell’uomo e lo rialzò verso il viso. Gli diede un bacio sul palmo della mano per poi portarsela sul petto nudo, all’altezza del cuore, e sussurrò “…desideri conoscerla?”

Re Elassar sentì il cuore del compagno battere con una forza inaudita…tanto quanto il suo…erano così diversi, eppure così simili in fondo…lo guardò negli occhi…e non ebbe bisogno di altre conferme o sicurezze…comprese che quello che stavano facendo era giusto per entrambi e non doveva più temerlo. Con un solo sguardo, Legolas era riuscito a infondergli di nuovo quella speranza che credeva perduta…aveva amato, e poteva amare…ancora.

“No…” bisbigliò, stringendolo a sé con l’altro braccio “…non ne ho bisogno…credo di…conoscerla già…” e teneramente lo baciò, senza pretendere niente questa volta, assaporando solo le sue labbra morbide che si lasciavano lambire, schiudendosi ogni qualvolta con la lingua le sfiorava…

“Il tuo corpo è freddo ora…” sussurrò l’elfo sorridendogli “…prima ardeva dal desiderio…cosa…”

Aragorn si lasciò sfuggire una debole risata, abbassando lo sguardo imbarazzato…

“Sono un uomo e…a volte può succedere che…quando siamo nervosi…”

“Oh sì certo…” lo interruppe subito Legolas “…capisco…posso aiutarti in qualche modo a…”

Re Elassar si accorse che lo sguardo del compagno era sceso lungo il suo corpo e sorrise…

“Sì ma…concedimi qualche momento d’accordo?”

L’elfo annuì, ma dopo pochi istanti parlò di nuovo…

“Dimmi cosa ti piace…cosa ti aiuta a rilassarti…”

“Beh…quello che piace a tutti credo…” rispose ridendo l’uomo, scuotendo la testa…ma un gemito lasciò le sue labbra, quando sentì la mano del compagno scivolare tra le sue gambe e accarezzarlo sopra la stoffa. Non poté fare a meno di abbracciarlo, quando l’elfo si appoggiò dolcemente a lui, continuando quelle carezze, mentre con la testa appoggiata sulla sua spalla, gli dava lievi baci sul collo.

“Questo credo piaccia a tutti…” gli bisbigliò sorridendo “…ma Uomini ed Elfi non sono sempre così simili…ognuno ha le sue parti sensibili…”

“Come…le orecchie…” mormorò Aragorn chiudendo gli occhi, mentre quella mano iniziava a fargli ardere il sangue nelle vene “…per voi…”

“Non solo…ognuno di noi è diverso…il corpo può essere stimolato in molti modi, sempre più piacevoli…ma il vostro popolo, per quello che conosco, tende a dimenticarlo…”

“E a te cosa…piace…” sospirò il Re di Gondor quando sentì la mano del compagno intrufolarsi sotto la stoffa, ora che il suo corpo stava bruciando di desiderio…quel pugno si chiuse con forza su di lui, iniziando però a muoversi troppo velocemente…avrebbe perso subito la ragione in quel modo, così, sorridendo, afferrò il polso dell’elfo, rallentandolo “…piano…piano…non credo di avere la resistenza di un Elfo…”

“Perdonami…così…va meglio?”

“Mmm…sì…molto…” mormorò l’uomo…ma subito sul suo viso comparve un sorriso malizioso “…è merito dei lunghi anni passati ad impugnare il tuo arco?”

Legolas scoppiò a ridere contro il suo collo, ma tornò serio quando udì il compagno ripetere quella domanda…

“Cosa ti piace? Dimmelo…”

“Credo che…oltre a quelli che già conosci…i miei punti più sensibili siamo il collo, le spalle e la schiena…”

“Qualcos’altro?” ribatté Aragorn sorridendo, alzando però una mano. Con le dita iniziò a sfiorargli la schiena nuda, per poi salire sul collo e intrufolarsi tra i lunghi capelli biondi che lo ricoprivano “Non credi di essere troppo esigente…?”

“…no…” gemette Legolas socchiudendo le labbra quando iniziò a sentire quelle carezze “…sì…sì…sì…”

“Sì o no? Sei indeciso, principe di Bosco Atro?”

L’elfo non rispose, ma allontanò la mano dal corpo del compagno, facendogli però scivolare sui fianchi i pantaloni…quando raggiunsero terra, Re Elassar li tolse, gettandoli via con un piede, prima di sussurragli all’orecchio…

“Torniamo nel letto…?” Gli posò le mani sul fondoschiena, tirandolo a sé, per sentire quel corpo nudo che, però, era ancora fasciato da quel lenzuolo leggero che l’elfo aveva stretto in vita alla bene e meglio…così d’istinto strinse la mani sui suoi glutei come per spostarlo verso l’alto. Legolas, assecondando il suo movimento, si aggrappò alle spalle dell’uomo e, dandosi una spinta, incrociò le gambe dietro la sua schiena, tenendosi stretto a lui.

Aragorn non si aspettava una mossa simile, e per qualche momento barcollò, tanto che l’elfo spalancò gli occhi, fissandolo con timore che entrambi cadessero a terra. Ma presto recuperò l’equilibrio e sorrise…

“Sei più leggero di quanto mi aspettassi!”

“Elfo!” replicò Legolas alzando un sopracciglio divertito.

Re Elassar si incamminò col compagno tra le braccia. Passo dopo passo però, sentiva sotto ai piedi nudi il lenzuolo che ricopriva l’elfo dalla vita…e quando il letto era ormai vicino, si fermò, alzando gli occhi al soffitto…

“Se faccio un altro passo…finiamo tutti e due sul pavimento!”

Il principe di Bosco Atro voltò la testa, per vedere la situazione, e sorrise…

“No…siamo arrivati…continua!”

“Sei sicuro di poter sostenere il mio peso se ti cado addosso?” gli chiese l’uomo cercando di guardare oltre le sue spalle.

“Al Fosso di Helm ho alzato il tuo peso e quello di Gimli insieme!”

“Ma allora non eri solo…”

“E adesso non vedo Gimli con te…quindi…”

Aragorn gli sorrise dolcemente e, timidamente, fece un altro passo, lasciando ricadere Legolas sul materasso per poi finire sopra di lui….e udì un lamento lasciare le sue labbra mentre tentava di trascinarsi indietro per raggiungere con la testa i cuscini.

“Ti ho sentito!” mormorò ridendo, risalendo lungo il suo corpo….restando senza fiato quando l’elfo gli sussurrò sensualmente…

“Anche io ti ho sentito! Ho sentito il tuo corpo vigoroso e…caldo contro al mio…e…” si fermò un istante per inumidirsi le labbra con la lingua “…mi è piaciuto…e…a te?”

Il Re di Gondor si lasciò sfuggire un sospiro mentre, rapidamente, allontanava il lenzuolo dal corpo del compagno. Se lo rialzò nuovamente sulle spalle per coprire entrambi e si lasciò ricadere lentamente sopra all’elfo…e questa volta nessuna stoffa li separava…la pelle lunare e perfetta contro quella ambrata e ruvida…corpi diversi ma in ugual modo bollenti e impazienti…

“Oh Valar…sì…” bisbigliò Aragorn iniziando a muoversi sopra di lui “…mi piace…mi piace…” ma ad un tratto abbassò la testa, nascondendo il viso contro l’incavo del suo collo “…ma ho paura di fare qualcosa di…sbagliato…non voglio farti del male…”

“E non me ne farai…” sussurrò Legolas accarezzandogli i capelli “…o almeno lo spero…”

Vide che l’uomo, a quelle parole, aveva rialzato la testa per guardarlo, intimorito, ed allora gli sorrise dolcemente, scuotendo la testa…

“Non me ne farai Aragorn…ora fa l’amore con me! Amami!”

“Legolas sei…”

“Shh!” bisbigliò subito l’elfo interrompendo l’ennesima domanda del compagno “Gado guith nîn manen gennich, min lû, ir ind a faer nîn!(Prendi il mio corpo come, un tempo, prendesti il mio cuore e il mio spirito!)

Ù-‘ennin bor sin! (Non li ho mai presi!)” bisbigliò l’uomo fissandolo.

Ú-istannech…dan na sin! (Non lo sapevi…ma è così!)”

Il Re di Gondor rimase in silenzio, senza però riuscire ad impedire alle proprie labbra di incurvarsi in uno splendido sorriso. Chinò la testa, e baciò l’elfo con dolcezza, ricominciando a muoversi sopra di lui…ma presto sentì le mani del compagno sulle spalle mentre, con un gesto rapido, invertiva le posizioni.

Legolas si sedette a cavalcioni sopra il bacino dell’uomo, abbassandosi poi sul suo petto, per poter baciarlo di nuovo.

“Aragorn…!” sospirò sulle sue labbra…una richiesta che subito Re Elassar comprese. Alzò le mani ed iniziò ad accarezzare quella schiena liscia, all’inizio solo con la punta delle dita, poi facendo aderire completamento il palmo, salì sul collo e ridiscese, ascoltando compiaciuto i gemiti sempre più intensi dell’elfo che, ora, aveva posato la testa sulla spalla, stringendosi a lui.

“Mmm…ancora…” bisbigliò Legolas quando sentì quelle mani calde fermarsi, ma l’uomo gli prese il volto, costringendolo ad alzare la testa per guardarlo negli occhi.

“Non riesco a continuare così…” gli sussurrò, inumidendosi le labbra “…sto impazzendo…ho bisogno di…sentirti…”

“Dove…” tentò di ribattere l’elfo ma sentì la gola secca, così si fermò, deglutendo “…dove tieni gli oli per il corpo?”

“Su quello scaffale laggiù…” rispose Aragorn indicando la parete opposta al letto, vicino al camino, ma appena sentì il compagno tentare di alzarsi, lo strinse a sé “No! Resta qui!”

Il principe di Bosco Atro sorrise, facendosi però forza, e mettendosi seduto.

“Devo prenderli…ne abbiamo bisogno!”

Re Elassar lo osservò per tutto il tempo e, quando finalmente l’elfo tornò nel letto, posando sul comodino alcune ampolle, lo tirò ancora sopra di sé con un gesto possessivo, spingendolo sul materasso con il proprio corpo.

“Non lasciarmi mai più solo in questo letto!” gli mormorò, tracciando poi con la lingua, la parte laterale del suo collo, fino al lobo dell’orecchio.

“Sono stati solo alcuni…ah…attimi…” tentò di ribattere Legolas, perdendosi però, non appena i denti dell’uomo sfiorarono la punta del suo orecchio, seguiti dalla lingua, le labbra, e poi di nuovo dal principio “…sì…Aragorn…sì…”

Quei gemiti furono la fine del Re di Gondor. Fece scivolare le mani sotto le cosce del compagno e gli aprì le gambe, iniziando a muoversi con foga tra di esse, sospirando il nome dell’elfo ogni qualvolta le loro eccitazioni entravano in pieno contatto.

Legolas chiuse gli occhi, allungando però una mano per afferrare una delle ampolle che aveva portato. Purtroppo i gesti rapidi dell’uomo, gli fecero tremare il braccio, che andò ad urtare alcune delle ampolle di vetro, facendole cadere a terra…ma finalmente riuscì a prenderne una…

“Cospargilo…su te stesso…ora!”

Aragorn non se lo fece ripetere, e afferrò l’ampolla, eseguendo l’ordine all’istante…ma dovette fermare la propria mano, per evitare di cedere al piacere, quando vide l’elfo allungare un braccio per prendere uno dei cuscini, e portaselo sotto ai fianchi…senza accorgersene, l’ampolla gli scivolò dalla mano e finì sul ventre di Legolas, che sobbalzò al contatto del liquido freddo.

“Oh…mi dispiace…io…” balbettò l’uomo, tentando di ripulire il corpo del compagno dal liquido che ormai si era sparso.

“No…non importa…” ribatté l’elfo accennando un sorriso divertito e fece la sua stessa cosa.

Le loro mani si sfiorarono, umide, bagnate, mentre l’olio scivolava tra le gambe dell’elfo e sui suoi fianchi…ed Aragorn alzò lo sguardo su di lui, incrociando i suoi occhi. Di colpo gli afferrò una mano, incrociò le dita con le sue e gliela portò sopra la testa, lasciandosi cadere sopra al suo corpo. Piegò leggermente le gambe e sentì, sopra le proprie, le cosce del compagno, allargarsi per dargli completo accesso al proprio corpo.

“Ho paura…” gli bisbigliò sulle labbra timidamente, accennando un sorriso nervoso, mentre con una mano si guidava verso di lui.

“Anche io ne ho…” sospirò Legolas, mordendosi il labbro inferiore quando sentì il vigore dell’uomo contro il proprio corpo “…ma lo voglio! Ti voglio!”

Fece scivolare una mano tra le proprie gambe, e la chiuse su quella del Re di Gondor, accompagnandolo contro di sé. Soffocò un lamento non appena lo sentì entrare nel proprio corpo, e, senza volerlo, strinse così forte la mano dell’uomo da fargli male.

“Ah…aspetta…Legolas!” sussurrò affannosamente Aragorn, ritirandosi indietro “Così non…”

L’elfo spalancò gli occhi, fissandolo con desiderio ma al tempo stesso con terrore, e scosse debolmente la testa…

“Io non…”

“Shh…no, va bene…” bisbigliò l’uomo, tentando di tenere a bada il proprio corpo che avrebbe voluto spingersi all’istante in quello ardente della persona sotto di sé, senza pensare a niente “…credo che…dobbiamo solo…rilassarci…entrambi…o ci faremo del male!”

Chinò la testa ed iniziò di nuovo a baciargli l’orecchio. Fece scivolare la mano libera tra le sue gambe per accarezzarlo, e subito sentì l’olio che era scivolato ovunque…ma non fece in tempo a pensare. Legolas avvicinò la propria mano alla sua, gli afferrò il polso, e la condusse più in basso.

Aragorn sentì le dita del compagno giocherellare con le proprie, ma all’istante comprese il motivo di quel gesto e, lentamente, ne fece scivolare uno nel suo corpo. Udì il gemito di sorpresa dell’elfo, ma non attese, facendo seguire al primo dito, un altro.

“Così va meglio…?” gli bisbigliò, e il principe di Bosco Atro annuì, perdendosi in quelle piacevoli sensazioni…fino a quando un brivido intenso e improvviso lo scosse, e con un debole grido, spalancò gli occhi, afferrando il polso del compagno.

“Valar…Aragorn cosa…mi hai fatto…?” gemette tra i sospiri, mentre tentava in ogni modo di muovere nuovamente la mano che invece l’uomo aveva fermato.

“È stato bello?” gli chiese Re Elassar osservando il suo volto mentre, lentamente, ripeteva il movimento di poco prima.

“Cosa…” sospirò Legolas inarcando la schiena quando si sentì di nuovo spinto al limite del piacere “…per tutte le stelle del cielo…entra in me ora!”

Il Re di Gondor annuì, senza trovare però fiato per rispondere, lasciò la mano del compagno e mise entrambe sotto i suoi glutei, spingendosi con una lentezza ed un controllo, del quale non credeva essere capace, dentro di lui.

Legolas si aggrappò con forza alla testiera del letto, stringendo il legno nei pugni per tentare di resistere a quel dolore intenso che però si confuse quasi subito con una violenta ondata piacere, quando Aragorn si mosse, istintivamente, spingendosi in un’altra angolazione.

“È troppo…” mormorò l’uomo ansimando “…sei troppo…Valar…non resisterò a lungo!”

Iniziò a spingersi con forza dentro quel corpo che l’aveva accolto con un calore indescrivibile, e tutto intorno a lui sembrò diventare inconsistente…tutto tranne i gemiti sempre più alti di Legolas, le sue mani, che ora gli stringevano le spalle, e le sue gambe, incrociate dietro alla sua schiena come se temesse una sua improvvisa fuga. Di tanto in tanto udiva delle parole…ma non le comprendeva…sentiva solo quell’ardore che lo stava bruciando…e il proprio cuore che batteva all’impazzata come se, da un momento all’altro, potesse esplodere.

Spostò la fronte contro la guancia dell’elfo, quando sentì le sue caviglie stringersi contro la schiena, e rialzò le palpebre. E vide il suo viso…per la prima volta vide il viso di Legolas alterato dalla passione che stava vivendo, dal piacere che lui stesso gli stava dando…quelle labbra socchiuse che bisbigliavano il suo nome, arrivando quasi a gridarlo in alcuni momenti. Sentì un tuffo al cuore…e un brivido lo scosse fino a raggiungere il punto che stava ardendo nel corpo del compagno.

Si spinse con forza ancora e ancora dentro di lui, ma prima di lasciarsi sopraffare dall’estasi, si accorse che, a causa della sua foga, ad ogni suo movimento, Legolas stava battendo la testa contro la testiera di legno. Alzò una mano e la mise, in un gesto protettivo, tra il capo del compagno e il legno, stringendosi poi a lui in un ultimo assalto di passione che lo portò a raggiungere le stelle.

I suoi movimenti rallentarono, fino quasi a fermarsi, ed udì un lamento lasciare le labbra del compagno…solo in quel momento si rese conto che quel corpo sotto di lui stava ancora ardendo.

“Legolas…?” mormorò “Tu non…perdonami…io…” balbettò imbarazzato “…non intendevo…” alzò una mano e gli accarezzò una guancia, sfiorandogli con le dita, l’orecchio, e subito l’elfo mosse il volto contro di essa.

“Non smettere…” gemette “…ti prego…continua a toccarmi…”

Re Elassar annuì, anche se sapeva benissimo che l’elfo non aveva visto la sua risposta, visto che teneva gli occhi chiusi, e chinò la testa per raggiungere l’altro lato del suo viso. Iniziò a succhiargli con ardore la punta dell’orecchio, mentre sfiorava sensualmente con le dita l’altro, scendendo di tanto in tanto, per accarezzargli il collo. Quasi subito però, sentì la mano di Legolas cercare disperatamente la sua che giaceva immobile sul materasso, ed afferragli il polso per spingerla tra le proprie gambe…

“Toccami…Aragorn…” sussurrò il principe di Bosco Atro tra i respiri affannosi “…parlami…parlami…ah…”

“Qualsiasi cosa Legolas…” gli bisbigliò all’orecchio prima di stringere il pugno su di lui e iniziare a muoverlo con decisione “…tutto quello che vuoi…” sentì le gambe del compagno chiudersi con forza contro i suoi fianchi, mentre alzava il bacino a ritmo della sua mano.

“Ancora…parlami…parlami…”

La voce di Legolas era poco più di un sussurro a confronto dei gemiti di piacere che lasciavano, ad ogni istante, le sue labbra socchiuse, ed Aragorn avrebbe voluto più di ogni altra cosa guardare il suo viso in quei momenti, ma non poteva farlo e, contemporaneamente accarezzarlo, baciarlo e bisbigliargli all’orecchio…così si accontentò di ascoltare quei sospiri sempre più rapidi e irregolari…

“Aragorn…!”

“Ti piace…?” gli chiese non appena udì quell’ennesimo richiamo a causa del suo silenzio “Sei vicino Legolas? Dimmelo!”

“Sì…sì…sono…” tentò di rispondere l’elfo, ma l’uomo voleva sentire solo una risposta…e non era a parole…

“Ti sto dando piacere…? Stai per raggiungerlo…? Dimmi quanto sei vicino, Legolas! Dimmelo!”

“Io…sto per…Aragorn!” gemette disperatamente il principe di Bosco Atro prima di far scivolare entrambe le mani tra i capelli dell’uomo. Inarcò la schiena e sentì il proprio corpo pervaso dalle onde dell’estasi, che lo lasciarono ansimante e quasi senza forze.

Re Elassar chiuse gli occhi quando il liquido caldo del compagno gli bagnò il ventre e la mano, ma continuò ad accarezzarlo dolcemente, fino a quando sentì le gambe dell’elfo lasciare la presa sul suo corpo e cadere di nuovo sul materasso. Solo allora scivolò fuori da lui, cercando di allontanarsi, ma Legolas non glielo permise, così si limitò a distendersi al suo fianco, mentre ancora l’elfo lo teneva stretto a sé.

 

“Hai pronunciato il mio nome mentre raggiungevi il piacere…” gli bisbigliò Aragorn contro il collo, senza riuscire a trattenere un sorriso.

“Non avrei…dovuto?” ribatté Legolas ansimando.

“…è stato bellissimo…non avrei mai immaginato che sarebbe stato ancora più bello di quanto avessi sognato…”

“Ed io non ho mai provato niente di simile…” mormorò l’elfo timidamente “…sentirti dentro di me è stato…incredibile…”

Il Re di Gondor rise debolmente, scuotendo la testa…

“Non ti credo! Avanti! Non sono stato in grado di…portarti al limite insieme a me. Sicuramente qualcuno degli Elfi che hanno diviso il tuo letto è stato molto più…”

Legolas aggrottò le sopracciglia, scostando leggermente l’uomo per guardarlo negli occhi…

“Cosa stai dicendo? Ho diviso il mio letto con loro, ci siamo dati conforto…ma non ho mai concesso a nessuno il mio corpo…come avrebbero potuto darmi più di quanto tu mi hai donato poco fa?” vide il compagno spalancare gli occhi all’improvviso, stupito e incredulo “Tu hai…veramente dimenticato cosa significa dare conforto per il mio popolo, non è così?”

“Io…credevo…” balbettò Re Elassar deglutendo a fatica “…ho sempre creduto che…”

“Aragorn no!” esclamò l’elfo sorpreso, fissando negli occhi il compagno “Nessuno di noi in quei momenti prende il corpo dell’altro o concede il proprio! Sarebbe assurdo! Come hai potuto crederlo? Ci diamo piacere, questo è vero ma…”

“Come ho potuto…” lo interruppe Aragorn restando a bocca aperta, mentre per l’imbarazzo si rimetteva seduto, allontanando lo sguardo da lui “…insomma…mi sembrava ovvio che nel darsi conforto era incluso anche…come potevo sapere che voi…” si fermò quando sentì una risata risuonare nella stanza, e sospirò “Ed ora non ridere di me!”

“Perdonami ma…balbetti come quando Sire Elrond ti rimproverava e tu cercavi di difendere inutilmente le tue azioni!” ribatté Legolas divertito, rialzandosi a sua volta nel letto. Si accorse che l’uomo continuava a tenere lo sguardo basso per la vergogna, così, sorridendo, si voltò, mettendosi seduto sulle sue gambe e, teneramente, gli passò le braccia dietro al collo, stringendolo a sé. “Credevo sapessi che noi Elfi non concediamo il nostro corpo così facilmente…cerchiamo e diamo piacere, sì…ma ci uniamo a qualcuno solo quando è l’amore a spingerci”

“Mi sento uno sciocco!” mugugnò Aragorn contro la sua spalla mentre rialzava le braccia per cingergli la vita “Impazzivo perché credevo che tu e Meldir quella sera…mentre invece quasi avevi paura a baciarmi…”

“Ti sbagliavi Re Elassar!” gli sussurrò l’elfo sorridendo “Non sai quanto! Meldir è legato ad una dama di Imladris e attende disperatamente il momento di poterla riabbracciare, al di là del Mare.”

Ad un tratto iniziò a sentire sulla schiena le mani del compagno. L’uomo aveva iniziato ad accarezzarlo dolcemente, dalle spalle fino ai glutei, e il suo corpo stava reagendo con forza a quegli stimoli sensuali. Non gli era mai successo di sentirsi così dopo aver già raggiunto una volta il piacere, ma sapeva che nel suo popolo non era insolito, anzi. Aveva sentito di compagni che si amavano più volte, senza aver bisogno di tempo per riprendersi…ma a lui non era mai accaduto, non aveva mai avuto un compagno…fino ad ora.

“Aragorn non…fare così…aspetta!”

Il Re di Gondor si accorse che le guance dell’elfo si erano tinte di rosso, e il suo sguardo si era abbassato imbarazzato.

“Cos’ho fatto?” gli chiese perplesso, senza però smettere di accarezzarlo.

“No…niente ma…” tentò di rispondere Legolas sorridendo, agitandosi tra le sue braccia in un vano tentativo di allontanarsi “…se mi tocchi così…”

“Oh…!” esclamò Aragorn prima che le sue labbra si incurvassero in un sorriso malizioso “Questo ti piace…? E troppo forse…” abbassò lo sguardo tra le gambe del compagno e si passò la lingua sulle labbra “…a quanto vedo!”

“Aspetta…smetti di accarezzarmi…” mormorò l’elfo deglutendo quando sentì quel fuoco nelle vene aumentare “…smetti e…mi passerà…”

“Non voglio che ti passi!” gli bisbigliò all’orecchio l’uomo, sfiorandogli con la punta della lingua il profilo “Devi solo darmi qualche momento…a differenza degli Elfi, a quanto sembra, noi Uomini abbiamo bisogno di un po’ di tempo per recuperare…”

“Vuoi amarmi ancora?” chiese debolmente Legolas, sorridendo quando udì la repentina risposta del compagno…

“Sempre! Tutta la notte! Fino al sorgere del nuovo giorno! E poi ancora…”

Re Elassar si fermò in silenzio un breve istante, prima di tirare a sé l’elfo e baciarlo con passione…

“Faresti una cosa per me?” gli bisbigliò sulle labbra dopo un momento.

“Sì!” rispose subito Legolas sorridendogli, ma restò senza fiato a fissarlo quando udì la sua richiesta…

“Toccati! Desidero guardarti mentre ti accarezzi!”

“Perché? Non…non ce n’è motivo…” mormorò il principe di Bosco Atro con un sorriso nervoso e imbarazzato “…non ne ho bisogno per…”

“Io sì…” lo interruppe Aragorn fissandolo negli occhi “…solo per qualche momento…ti prego…”

L’elfo annuì e, pur titubando, si fece scivolare una mano su una coscia, per poi chiudere il pugno su di sé. Abbassò le palpebre e, con la mano libera, iniziò ad accarezzarsi il collo e il petto, respirando intensamente.

Gli occhi del Re di Gondor faticavano a seguire ogni suo singolo movimento, ma non volevano perdersi niente…non un singolo gesto di quella splendida creatura che si stava dando piacere sopra a lui…ma più guardava Legolas toccarsi, più sentiva il proprio corpo ardere e chiedere con disperazione le stesse attenzioni. Allungò un braccio e, alla cieca, recuperò un’altra delle ampolle d’olio profumato che era caduta sul comodino. Si versò il contenuto in una mano e, con incredibile lentezza, la passò su di sé, senza mai smettere di osservare il compagno…

“Legolas…” sussurrò, cercando di richiamarlo, ma si accorse che l’elfo era troppo perso nel proprio piacere per accorgersi, così lasciò cadere l’ampolla di vetro sul materasso e avvicinò la mano libera al suo viso. Gli passò due dita sulle labbra socchiuse, prima di farle scivolare tra di esse…istintivamente, Legolas le lambì con la lingua ma qualche istante dopo, sentì quelle stesse dita sfiorare la punta della sua eccitazione, ed allora si lasciò sfuggire un gemito di piacere, mentre lasciava ricadere la testa in avanti, contro la spalla dell’uomo.

“Legolas…Legolas fermati!” gli mormorò Aragorn “Guardami!” e vide finalmente i suoi occhi blu aprirsi, con un’espressione intimorita sul viso, come se fosse stato sorpreso a fare qualcosa di sbagliato “Vuoi sentirmi ancora?”

L’elfo si limitò ad annuire, ma subito sentì sui fianchi le mani del compagno che lo tiravano in avanti, sopra di sé. Lo guardò negli occhi, tirando un profondo respiro, e scese sul corpo ardente dell’uomo.

Aragorn si morse il labbro inferiore nel tentativo di non spingersi con forza dentro di lui, ma quando si sentì avvolto nel suo calore, di nuovo, perse per un momento la ragione e, quasi con violenza, tirò il compagno contro di sé, fermandosi però, non appena udì un lamento…

“Mi dispiace…perdonami!” gli bisbigliò, guardandolo negli occhi “Non volevo!”

“No…non…” sospirò Legolas deglutendo, con le mani strette sulle sue spalle “…va bene…devo solo…” si mosse lentamente, spostandosi sul corpo dell’uomo fino a quando un’ondata di piacere lo scosse. Si inumidì le labbra sorridendo, prima di iniziare a muoversi con forza e gemette “…così! Così…sì…”

Re Elassar non riuscì a far altro che gemere il suo nome e stringergli i fianchi, assecondando ogni suo movimento. Alzò lo sguardo, appoggiando la testa indietro, contro i cuscini e si sentì percorrere da un brivido incandescente…quasi non lo credeva possibile, eppure era così…Legolas era seduto sopra di lui e stava cercando il proprio piacere sul suo corpo…gemeva il suo nome…ancora e ancora. Chiuse gli occhi quando quei pensieri lo spinsero ancora di più vicino al limite, ma non voleva sbagliare ancora e pensare solo a se stesso, no…fece scivolare una mano sul ventre dell’elfo e chiuse saldamente il pugno sul compagno, muovendolo con lo stesso ritmo del suo bacino.

Ad un tratto, Legolas nascose il volto contro il collo dell’uomo, stringendosi con forza a lui, prima che le onde dell’estasi lo consumassero ed anche Aragorn lo seguì pochi istanti dopo, spingendosi in quel corpo caldo un’ultima volta, mentre il liquido bollente de compagno gli scivolava sul ventre.

Restò immobile, ascoltando il respiro rapido dell’elfo, e sentì un tuffo al cuore…stava stringendo la persona che amava alla fine…e sapeva fin troppo bene che era così…non poteva più negarlo. Sorrise dolcemente e gli sfiorò la guancia con il naso e le labbra, prima di sussurrargli…

“Credo di essermi…perdutamente…e…irrimediabilmente…innamorato di te…”

E a quelle parole, se possibile, Legolas si strinse a lui con ancora più forza.