.|. Mai Piu'  .|.

Capitolo Dieci

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Giorni. Interminabili giorni erano passati da quel pomeriggio. Giorni che a Re Elassar sembrarono una tortura inflitta nel più profondo dello spirito. La solitudine era ritornata ad essere la sua peggiore amica, ora dopo ora, nelle gelide notti passate in quel letto che ormai aveva perso ogni calore. Quella stanza ormai aveva dimenticato la passione che si era consumata ed era ritornata ad essere quella di sempre.

Alla debole luce di una candela, il Re di Gondor tentava, per l’ennesima volta, di mettere su carta le proprie emozioni, per liberarsene, per togliersi quel peso che gli opprimeva il cuore. Ma per qualche ragione, quelle frasi non prendevano forma…l’inchiostro continuava a cedere in gocce, macchiando la pergamena chiara, ma nessuna parola veniva scritta. Quei pensieri restavano nella sua mente e continuavano a tormentarlo, mandando segnali inequivocabili al suo cuore che, con difficoltà, aveva ripreso a battere dopo le parole che Legolas aveva pronunciato quasi con indifferenza. La stessa indifferenza che riceveva ogni singola volta che andava a bussare alla sua porta.

Ogni sera, prima di ritirarsi nelle sue stanze, Aragorn raggiungeva la stanza del principe di Bosco Atro, e timidamente batteva col pungo su quel legno freddo e pesante che lo divideva da colui che aveva riacceso il suo fuoco. Ma il silenzio era l’unica risposta che riceveva, ogni volta. Ed ogni volta aumentava la sua consapevolezza di aver perso per sempre il suo migliore amico e la persona che…amava. Ed ancora era stato a causa di questo sentimento. Ancora stava soffrendo.

 

E nel buio di quella stanza, ad ogni singolo colpo, Legolas chiudeva gli occhi, cercando in se stesso la forza di non correre ad aprire la porta. Doveva resistere e restare dietro a quell’unica barriera che gli impediva di vederlo, di sentirlo, e di amarlo. Ma non si sentiva protetto, no! Si era ingannato, aveva creduto in qualcosa di inesistente e il dolore lo faceva tremare nell’oscurità…ma solo quella notte, tra le braccia di Aragorn, si era sentito al sicuro da tutto. E il suo cuore sussultava a quei ricordi, chiedendo disperatamente una tregua da quella solitudine.

Spesso si ritrovava a pensare che, forse, aveva fatto male ad allontanare l’uomo in quel modo. Forse doveva solo dargli del tempo…tempo per riflettere sui propri sentimenti. Quello stesso tempo che anche lui gli aveva chiesto, anche se per un motivo diverso. E come era accaduto a lui, forse anche per Aragorn le cose sarebbero cambiate…col tempo.

 

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“Ormai sei un uomo adulto e non dovrei dirti queste cose…” esclamò Meldir uscendo sul grande balcone che dava sui Giardini Reali  “…ma credo che dovresti indossare qualcosa di più pesante per restare qui fuori la notte, o ti prenderai un malanno!”

“Non mi importa!” rispose debolmente Re Elassar alzando le spalle, senza però voltarsi verso di lui “E non dovrebbe importare nemmeno a te!” appoggiò le mani al parapetto di marmo e sentì un brivido freddo lungo la schiena, che non sfuggì all’elfo di Granburrone.

“D’accordo…” ribatté fermandosi contro l’angolo della balaustra e incrociando le braccia sul petto “…allora resta pure qui fuori a tremare dal freddo…ma le cose non cambieranno! Legolas non verrà a trovarti nella tua stanza quando sarai a letto malato!”

A quell’affermazione, Aragorn si voltò verso di lui con l’indignazione dipinta sul volto…

“Cosa credi di saperne? Niente! Ecco cosa conosci! E non ho intenzione di scambiare parole con te se sei venuto qui per deridere ciò che provo!”

Meldir restò in silenzio un momento, ma non riuscì a fare a meno di sorridere…

“Quella era l’ultima delle mie intenzioni…ma sembra che abbia più effetto di qualsiasi altra! Devi per forza essere in collera con qualcuno per esprimere cosa senti realmente? Oppure sei ancora in grado di aprire il tuo cuore e le tue emozioni agli altri senza scontrarti con loro?”

“Smettila Meldir…” mormorò Aragorn scuotendo la testa e passandosi le mani sul viso “…io non so…” sospirò e guardò di nuovo l’amico “…non so come affrontare tutto questo! Fino a poco tempo fa scrivevo e in parte riuscivo a liberarmene ma ora…non trovo rimedio!”

“Perché non inizi col rivelarmi ciò che ti turba!”

“Saresti veramente disposto ad ascoltare?”

“Se non sbaglio…è questo il compito che Sire Elrond mi ha affidato!” rispose l’elfo sorridendogli “Sono qui per questo! Per ascoltarti e darti il mio sostegno! Sei stato tu a non averlo mai chiesto…”

Il Re di Gondor accennò a sua volta un sorriso, annuendo, e dopo aver respirato profondamente per un lungo momento, parlò…

“Cosa devo fare? Cosa devo fare con lui? Tu comprendi i suoi pensieri, fai parte del suo popolo, ma io…non so come devo comportarmi! Non lo capisco! Ci siamo avvicinati in un modo che non osavo sperare ed è stato stupendo…credevo che tutto si fosse risolto ed invece…si è tramutato in un incubo! Cosa gli ho fatto? Perché si è allontanato da me?”

“Tu lo desideri?” chiese subito Meldir e Aragorn spalancò gli occhi quasi stupito da quella domanda scontata.

“Certo! Lo desidero da impazzire…non ho mai desiderato nessuno in questo modo! Ed è qualcosa di così potente che non riesco a controllare! Ma sembra che sia questo mio desiderio a spingerlo lontano da me!”

“E desideri qualcos’altro oltre al suo corpo?”

“Io desidero lui!” esclamò l’uomo alzando la voce mentre si avvicinava all’elfo rapidamente “La sua vicinanza, la sua voce…ogni cosa!”

“Ne sei veramente convinto?”

“Ora sì! Ora più che mai! Non è la lussuria a spingermi verso di lui! Un tempo ne ero convinto ma ora…lui ha risvegliato qualcosa in me! Io sento qualcosa…provo qualcosa…e i Valar mi perdonino per i pensieri che hanno invaso la mia mente!” si appoggiò di nuovo alla balconata e abbassò la testa “Da anni ormai ho imparato a convivere col dolore che mi tormenta e con la solitudine…riuscivo a continuare, e andava bene…poi è arrivato lui! Credevo fosse solo un amico e invece tutto è cambiato! Nessuno…nessuno in tutto questo tempo aveva mai riacceso qualcosa in me…ma lui…con un sorriso o una parola riesce a scacciare ogni mia paura e a ridarmi la pace!” sospirò lentamente “Ho costruito intorno a me dei muri per evitare di soffrire di nuovo ma lui li ha abbattuti in pochi giorni…ed ora mi sembra di impazzire!”

“Non puoi impedire al tuo cuore di battere di nuovo Aragorn!” ribatté Meldir debolmente, bloccandosi però non appena l’uomo si voltò di scatto verso di lui.

“Sì invece! È stato sempre così! Solo in questo modo potevo andare avanti con la mia esistenza! Ma da quando è arrivato qui…Valar!” Re Elassar si passò le mani sul viso, stringendo le labbra per un istante “Ho tentato in ogni modo di evitare che quel sentimento mi tormentasse ancora! Non volevo più soffrire! Non voglio più soffrire! Ma quella notte…quella notte ho veramente creduto di poter amare di nuovo! Senza riserve o dubbi! Amare incondizionatamente qualcuno fino alla fine…ed essere amato nello stesso modo! Ma poi…”

“La paura si è impadronita di te ancora una volta…” lo interruppe l’elfo di Granburrone “…la paura del dolore…il terrore di perdere nuovamente la persona che ami, non è così? Sono questi timori a tenerti sempre all’erta e ad impedirti di lasciarti andare!” vide l’uomo annuire e proseguì “Ma come puoi non renderti conto che proprio a causa di queste paure stai perdendo di nuovo l’amore?”

“Come…?” sussurrò Aragorn fissandolo intensamente “Io non…Legolas ha detto di aver fatto uno sbaglio…ha detto…”

“Ah!” esclamò Meldir alzando gli occhi al cielo “Voi Uomini e la vostra incapacità di guardare oltre le parole! Possibile che non comprendi? Legolas ha bisogno di sicurezze! Ha bisogno di sapere la verità! Non può donare il proprio cuore a qualcuno senza conoscere se quell’amore è ricambiato o meno! Noi Elfi possiamo morire di dolore…e l’amore è una delle principali cause della morte di una creatura immortale! Lui ha…sbagliato a donarti se stesso in questo modo senza essere certo dei tuoi sentimenti, sono il primo a riconoscerlo…ma aveva la speranza! Sperava di aver aperto di nuovo il tuo cuore all’amore…credeva di essere diventato qualcosa per te…”

“Ed è così!” ribatté all’istante Aragorn facendo un passo verso di lui “È così! Come può non esserne sicuro?”

“Gliel’hai mai detto? Gli hai mai rivelato ciò che provi per lui? Hai mai fatto qualcosa con lui che andasse oltre il semplice rapporto fisico?”

Il Re di Gondor abbassò di scatto lo sguardo, restando a bocca aperta, e l’elfo di Granburrone sospirò…

“Non è sempre facile Aragorn! Non sempre due persone si incontrano, si guardano e si innamorano perdutamente l’uno dell’altra senza bisogno di conferme o parole. A volte serve tempo e il desiderio di entrambi di continuare e imparare ciò che l’altro ha bisogno! L’amore si manifesta in varie forme…dobbiamo solo imparare a riconoscerlo e coltivarlo per farlo crescere ed ardere nel nostro cuore! Che esso nasca dalla lussuria o dall’amicizia poco importa…perché, in ogni caso, può diventare quell’amore che stavamo attendendo e che darà un senso alla nostra vita!” fece un passo avanti e appoggiò la mano sulla spalla dell’uomo “Ama Aragorn! Ama di nuovo! Affronta le tue paure e ritorna ad essere quello che eri!”

“Credo di poterlo fare…” mormorò debolmente Aragorn accennando un sorriso, prima di voltarsi e incamminarsi per ritornare nella stanza, sotto lo sguardo attento dell’altro.

“E lo farai…” bisbigliò Meldir tra sé “…anche se questa tua decisione significherà la fine per lui!”

Continuò a fissare l’uomo che ormai stava svanendo oltre la porta e non poté fare a meno di provare un senso di impotenza e tristezza. Così doveva andare dunque? Era sempre stato quello il suo compito? Attendere nell’ombra il ritorno di un amico, spingerlo verso il sovrano degli Uomini e restare in silenzio ad assistere alla nascita di qualcosa chiamato amore. Ascoltare, consigliare e metterlo in guardia pur sapendo già cosa sarebbe accaduto. E al tempo stesso, aiutare l’altro a comprendere e a dimenticare i propri timori, per poi attendere di nuovo ciò che il Destino aveva già scritto. Elrond l’aveva visto nel tempo, e lui aveva assistito all’avverarsi di un visione che avrebbe cambiato le sorti del popolo degli Uomini…e non solo. Non aveva mai avuto il dono della preveggenza, no…ma sentiva dentro di sé che presto quell’equilibrio si sarebbe spezzato. E il prezzo da pagare per la nascita di un amore sarebbe stato molto alto.

 

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Aragorn entrò nelle proprie stanze con la testa bassa. Nella sua mente si ripetevano le parole di Meldir mentre, passo dopo passo, raggiungeva la camera da letto. Solo dopo un lungo momento, dopo essersi slacciato la vestaglia, alzò lo sguardo e si lasciò sfuggire un sospiro sorpreso…nel ritrovarsi di fronte il principe di Bosco Atro, fasciato in una splendida tunica blu notte che gli raggiungeva le caviglie.

Legolas restò in silenzio, sostenendo lo sguardo del compagno…solo quando il Re di Gondor aprì la bocca per parlare, si rialzò dal letto, sul quale si era seduto appena arrivato, e fece un passo verso di lui, mantenendo comunque una certa distanza.

“Perdonami!” disse, chinando leggermente la testa “Non avevo nessun diritto di entrare nelle tue stanze senza il tuo permesso ma desideravo parlarti e credevo di trovarti qui vista l’ora. Ma mi sbagliavo…così ho deciso di attendere il tuo ritorno. Se sei in collera con me per questo, posso comprendere…e se non desideri quindi ascoltare ciò che sono venuto a dire…”

“No!” esclamò all’improvviso Aragorn, abbassando subito la voce quando si accorse di averlo quasi gridato “No…io…non sono in collera con te per questo, non potrei mai esserlo! E desidero ascoltare le tue parole!” gli fece cenno con una mano di sedersi nuovamente sul letto, ma l’elfo scosse la testa.

“Non in questo posto…” sussurrò “…seguimi!”

 

“Credevo non gradissi questa stanza!” disse il Re di Gondor seguendo il compagno tra le tende di seta sottili che pendevano dal soffitto “Avevi detto che…”

“Non sopporto i luoghi chiusi, questo è vero…” ribatté Legolas fermandosi, quando raggiunse la zona con i cuscini e le coperte distese sul pavimento “…ma come hai detto tu, qui c’è qualcosa che mi ricorda il mio popolo, ed è bello…tranquillo…a differenza del resto del palazzo.”

Con un movimento rapido si sedette sui cuscini e rialzò lo sguardo verso l’uomo, attendendo che anche lui facesse la stessa cosa.

“Io volevo scusarmi per il mio comportamento…” iniziò, quando anche Aragorn si sistemò comodamente, con le gambe incrociate, davanti a lui “…per quello che ho detto giorni fa nella biblioteca e per non averti risposto, ogni volta che hai bussato alla mia porta…”

“No, non importa!” esclamò subito l’uomo “Non devi scusarti per…”

“Aragorn!” ribatté l’elfo fissandolo “Io parlo e tu resti zitto questa volta! D’accordo?”

Il Re di Gondor, sorpreso da quell’atteggiamento, non poté far altro che annuire e restare in silenzio, osservando il volto del compagno davanti a sé.

“Non avevo mai agito in quel modo. Ho lasciato che l’impulso prendesse il sopravvento sulla ragione ed ho sbagliato. Avrei dovuto riflettere prima di dire quelle cose ed invece mi sono lasciato sopraffare dalle emozioni ed è…insolito per il mio popolo un atteggiamento simile ma credo sia…a causa di ciò che provo…a causa…di come tu mi fai sentire.”

Legolas deglutì, abbassando per un attimo gli occhi sulle proprie gambe ma si rese conto che Aragorn stava per ribattere, così proseguì…

“Le tue parole e i tuoi gesti mi confondono…e non riesco a comprendere se sia…normale o meno. Alcune volte mi trasmetti…delle cose…ed altre volte invece, l’esatto opposto. Il mio cuore è continuamente sospinto da una parte all’altra e mi è impossibile trovare le risposte alle domande che mi assillano. I miei pensieri sono, costantemente, in contrasto tra loro quando invece dovrebbe essere…” si fermò e chiuse gli occhi, mentre un debole sorriso gli incurvava le labbra “…ecco è questo! Io non so come dovrebbe essere! Ed ho disperatamente bisogno di saperlo!” rialzò le palpebre e fissò intensamente il Re di Gondor “Devo avere delle risposte! Devo!”

“Legolas quello che…” tentò di ribattere Aragorn, ma fu di nuovo bloccato dal compagno.

“No! Non ora! Non voglio conoscerle ora! Il tempo aiuterà entrambi a trovarle…solo in questo modo saranno le risposte giuste.”

Re Elassar restò per un attimo perplesso da quelle parole, ma poi annuì sorridendogli, prima di tirare un profondo respiro…

“Ed allora attenderemo il momento opportuno…ma…lascia che ti dica una cosa, ti prego!” allungò una mano ed afferrò dolcemente quella del compagno “Quella confusione di cui parli…quei dubbi…sono le stesse cose che provo io. Sono continuamente tormentato da domande e da insicurezze  e…” ma si fermò, appena comprese dal suo sguardo che non era necessario continuare. Gli sorrise e si avvicinò la mano che teneva stretta, alle labbra, baciandogli con tenerezza le dita…

“D’accordo…non ora…” fece solo in tempo a mormorare…prima di ritrovarsi tra le braccia dell’elfo che, di scatto, si era messo in ginocchio per chinarsi in avanti e baciarlo.

Aragorn rimase immobile, rispondendo semplicemente alle labbra del compagno, fino a quando questi si allontanò, restando però accosciato davanti a lui con un velo di timore dipinto sul viso.

“Per che cos’era questo?” sussurrò l’uomo senza riuscire a trattenere una debole risata liberatoria.

“Non lo so…” rispose Legolas tenendo lo sguardo basso “…io non…non avrei dovuto farlo ma ne ho sentito il bisogno ed è successo! Non sono riuscito a controllarmi ed è sbagliato! Mi dispiace!”

“Non devi dispiacerti!” ribatté subito il Re di Gondor costringendolo a rialzare il viso con una mano “Non è sbagliato…è solo inaspettato, tutto qui! Anche io ne avevo bisogno, tu non sai…”

“Ma non corrisponde a quello che penso!” lo interruppe l’elfo scuotendo la testa “Mi sono ripetuto decine di volte che la cosa giusta da fare era attendere…darti tempo per comprendere e solo allora, quando saresti tornato da me con quelle risposte, avrei dovuto espormi di nuovo ma…tutto è andato in frantumi!” strinse le labbra fissando gli occhi chiari che lo stavano scrutando e, quasi senza voce, prosegui “Perché mi fai questo? Perché mi fai sentire così confuso e combattuto su qualcosa che invece dovrebbe essere sicura e semplice? Io dovevo starti lontano, parlarti semplicemente di questa cosa e tornare nelle mie stanze…e aspettare! Ed invece è successo questo! Perché non riesco a fare ciò che dovrei?”

Aragorn tentò di aprire bocca per ribattere ma non ci riuscì perché, dopo aver ripreso fiato, Legolas continuò, alzando la voce quasi per ripetere quelle cose a se stesso…

“Possibile che sia cambiato tutto quanto a questo punto? È assurdo! Io…quasi non riconosco più me stesso! Io non sono così! Non ho mai agito così! Sono sempre stato abituato alla bellezza del mio popolo, completamente diversa da quella della vostra razza, e fino a poco tempo fa non ti trovavo attraente…invece ora…sento di desiderarti come non ho mai desiderato nessuno! E sono giunto qui con la gioia di riabbracciare un vecchio amico! Ma ora quell’amico è diventato tutto quello che…” si bloccò di colpo quando vide gli occhi dell’uomo spalancarsi, quasi in attesa di qualcosa…ma allora sorrise nervosamente, abbassando lo sguardo “…e sta accadendo di nuovo! Valar! Come puoi essere in grado di farmi perdere la ragione? Non dovevo dire tutto questo ed invece…”

“Adoro sentirti parlare così!” bisbigliò Aragorn sorridendogli dolcemente “Adoro vedere le tue labbra che si muovono e…tremano ad ogni parola mentre i tuoi occhi vagano nello spazio come se stessero cercando le frasi più appropriate e le tue mani…” abbassò lo sguardo e le strinse tra le proprie “…le tue mani si chiudono come se ti stessero dando la forza per proseguire…”

Legolas chiuse gli occhi con un sospiro…

“Cosa mi fai?”

“E tu…?” gli bisbigliò l’uomo in risposta “Tu cosa fai a me? Mi hai riportato la vita...mi hai riportato la felicità…mi hai riportato…l’amore…” pronunciò l’ultima parola così debolmente che solo un elfo avrebbe potuto riconoscerla…ma Legolas restò in silenzio, non rispose, limitandosi a fissare gli occhi chiari del compagno che lo stavano guardando.

Aragorn sostenne quello sguardo a lungo…così a lungo da perdersi in quel blu profondo. Si sentì quasi risucchiato nel turbinio di emozioni che quegli occhi intensi gli trasmettevano e dovette abbassare la testa di scatto quando sentì il fiato venirgli a mancare…

“È…è strano…” mormorò sorridendo ma con una punta di nervosismo nella voce“…quello che ho sentito…mi sembrava di annegare nei tuoi occhi…non era mai successo…”

“Nemmeno con Arwen…?” chiese timidamente il principe di Bosco Atro. Non doveva nominarla…sapeva benissimo che sarebbe stato un errore…ma non era riuscito a controllarsi…ancora. La risposta di Aragorn, rapida e decisa, lo fece però sussultare…

“No…non mi è mai successo con lei…”

“Devo andare ora!” esclamò all’improvviso con gli occhi spalancati e il respiro veloce “È tardi e…” tentò di rimettersi in piedi ma il Re di Gondor gli afferrò subito un braccio, impedendoglielo.

“Resta qui con me! Solo per poco…resta disteso qui con me! Voglio…vorrei guardare ancora il tuo viso…solo questo…”

Legolas si ritrovò ad annuire senza nemmeno pensare ad una possibile risposta, e lentamente si sdraiò sul fianco, accanto al compagno che si era lasciato andare sopra ai cuscini dietro di sé. Sentì chiaramente gli occhi dell’uomo cercare i suoi e per qualche attimo incrociò il suo sguardo, solo per poi riabbassarlo sulle sue labbra leggermente socchiuse. Deglutì, tentando di resistere all’impulso di baciarle…di sentile contro le proprie e sentire quella barba leggera solleticargli la pelle…ma dopo un momento, fallì nel suo intento. Si spostò verso il corpo di Aragorn e posò le labbra sulle sue….con estrema dolcezza all’inizio, le sfiorò, succhiandole gentilmente tra le proprie…ma quando sentì le braccia dell’uomo cingergli la vita, qualcosa lo spinse a lasciarsi andare. Si spostò di scatto sopra al compagno e fece scivolare istintivamente le ginocchia tra le sue gambe, mentre quel bacio diventava sempre più appassionato.

Aragorn si lasciò sfuggire un gemito di sorpresa e piacere quando Legolas prese quell’iniziativa, e si ritrovò a rispondere con ardore alla lingua dell’elfo che esplorava la sua bocca mentre, senza esitare, lo lasciava scivolare tra le proprie gambe. Fece scorrere le dita di entrambe le mani tra i lunghi capelli biondi, tirandolo più che poteva contro di sé, soffocando i sospiri del compagno quando, involontariamente, gli sfiorò le orecchie con i palmi.

Senza rendersene conto, iniziò a toccare le labbra di Legolas con i denti, in quegli interminabili istanti in cui si allontanava per riprendere brevemente fiato, lambendole con la lingua per poi ripetere il gesto. Udì dei deboli gemiti soffocati quando prese a mordere con ardore quella carne morbida e sentì l’istinto di smettere per non fargli del male…ma al contrario, l’elfo iniziò ad imitare le sue azioni con ancor più intensità, quasi volesse divorarlo per potergli restare ancor più vicino.

Re Elassar fece scivolare una mano lungo la schiena del compagno, raggiungendo il suo fondoschiena per tirarlo contro di sé. Ad ogni più piccolo movimento sentiva l’eccitazione di Legolas premere contro la propria, attraverso le stoffe leggere che le dividevano e stava impazzendo…sapeva che quella notte non si sarebbero scambiati altro che quel bacio, ed era giusto…ma voleva possederlo con tutto se stesso pur riconoscendo che non avrebbe resistito più di pochi momenti al suo calore. Quei semplici movimenti lo stavano distruggendo attimo dopo attimo e quando l’elfo affondò di nuovo la lingua nella sua bocca, si sentì spinto al limite…

“Fermati!” gemette all’improvviso, utilizzando tutta la forza di volontà che possedeva per allontanare leggermente il volto del compagno dal proprio “Fermati…sto per…” ma non riuscì a finire la frase.

Legolas lo fissò intensamente, scuotendo per pochi istanti la testa, prima di tornare a baciarlo con lo stesso ardore violento. Si strinse a lui con forza e sentì le cosce dell’uomo chiudersi contro i suoi fianchi mentre il suo bacino si rialzava, scosso delle onde del piacere…piacere che presto raggiunse anche lui, lasciandolo ansimante sopra al corpo stremato del Re di Gondor.

I respiri rapidi di entrambi si unirono, mentre ancora le labbra si stavano sfiorando lentamente, dopo aver abbandonato il loro furore in quell’ultimo attacco di passione.

Solo dopo un lungo momento, Legolas abbassò la testa, nascondendo il volto contro il collo dell’uomo, mentre sussurrava quasi con disperazione quelle parole…

“Ho sbagliato tutto quanto! Ogni cosa! Non doveva essere così! Ma è successo e…non riesco più a fare a meno di te!”

“E lo trovi così orrendo?” gli bisbigliò Aragorn all’orecchio, mentre con la mano gli accarezzava la testa.

“Tu non credi che lo sia?” mugugnò debolmente l’elfo contro il suo collo “Sbagliato, voglio dire…non credi sia sbagliato concedere se stessi e il proprio cuore a qualcuno senza conoscere cosa, questa persona, prova per te? Ci conosciamo da così tanto tempo eppure…non abbiamo il coraggio di confidarci cosa veramente sentiamo…”

“Legolas io…ho temuto per troppi anni i miei sentimenti, li ho nascosti agli occhi di tutti e ai miei, per andare avanti…per proteggermi…ma questo non è servito a niente perché ogni mia difesa non è bastata ad impedirti di prendere possesso, fin dal primo istante, dei miei pensieri…e del mio cuore…”

A quelle parole Legolas si rialzò, guardando negli occhi il compagno per qualche attimo, prima di rimettersi in piedi e sistemarsi alla bene e meglio gli abiti…

“È meglio che vada a…”

“Sì…sì certo…” ribatté subito Aragorn mettendosi seduto, quasi imbarazzato, quando si ricordò di quello che era avvenuto poco prima “…ora anche io vado…a cambiarmi d’abito…”

L’elfo annuì facendo qualche passo, con la testa bassa…

“Buonanotte Aragorn…se desideri parlarmi…sai dove trovarmi…”

Il Re di Gondor rialzò lo sguardo verso di lui ma l’elfo era già sparito oltre le tende leggere…e così non fece in tempo a scorgere il sorriso luminoso che era comparso sul suo bel viso.

“Buonanotte Legolas…a presto…”