.|. I Giorni della Verità .|.

4. Mael A Meleth

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Quella sera gli Elfi di Lòrien offrirono ai membri della compagnia una cena abbondante e del vino, cosa molto gradita soprattutto a Pipino, Merry e Gimli che ne approfittarono per berne diversi boccali. Aragorn era rimasto in disparte, aveva mangiato qualcosa ma non aveva toccato il vino.

"Tu non bevi ?" disse Boromir avvicinandosi a lui.

"Per adesso no, e poi i nostri piccoli amici bevono abbastanza per tutti!" rispose il ramingo sorridendo.

"Infatti" continuò Boromir ridendo "Se continuano così tra poco non riusciranno più a restare in piedi, se non sbaglio questo vino è molto forte..."

"Sì, per noi uomini e per le altre razze bastano pochi bicchieri per perdere il senso della realtà, ma non per gli Elfi, loro possono berne in grandi quantità e restare ancora abbastanza lucidi" disse Aragorn guardando gli hobbit che ormai iniziavano a dire frasi senza senso.

"Per fortuna siamo al sicuro qui, non dobbiamo preoccuparci, si sveglieranno domani senza memoria di ciò che è successo niente di più..."

Boromir sorrise "Già, forse è rimasto qualcuno ancora in possesso della sua mente..." disse indicando Frodo.

Aragorn lo guardò, l'hobbit aveva davanti a sé ancora il primo bicchiere e ne aveva bevuto solo pochi sorsi, parlava con gli altri ma sembrava assente, come se pensasse a qualcosa di diverso, ogni tanto incrociava il suo sguardo ma Frodo si girava immediatamente.

"Forse c'è qualcosa che lo preoccupa, è molto silenzioso da oggi pomeriggio..." continuò il cavaliere.

"Non saprei, se fossi un Elfo potrei cercare di leggergli nella mente ma purtroppo..." disse sorridendo Aragorn guardando l'amico.

"A proposito di Elfi, dov'è finito Legolas? E' da un bel po' di tempo che non lo vedo" disse Boromir.

"Non lo so" rispose il ramingo. Era la stessa cosa che si stava chiedendo da tutta la sera, dov'era andato? Non gli aveva detto niente e ora iniziava a preoccuparsi.

In lontananza si sentì il canto degli Elfi, questa volta non era un lamento ma una dolce melodia che rallegrava il cuore e lo spirito.

"Andiamo a sentire" gridò Pipino reggendosi a malapena sulle gambe

"Avanti andiamo" gli fece eco Merry seguito da Sam e Gimli. Frodo sembrava esitare ma alla fine li seguì.

"Forza Boromir, Aragorn..." disse il nano in lontananza.

"Vai pure" disse il ramingo a Boromir "Prometto di non bere troppo così non dovrai aiutare anche me più tardi..." e sorrise. Il cavaliere annuì ridendo e seguì gli altri.

Non si erano ancora allontanati quando Aragorn sentì qualcuno dietro di sé, non si voltò ma immaginava chi poteva essere.

"Dove sei stato?" disse "Iniziavo a preoccuparmi..."

"Vuoi danzare?" gli sussurrò dolcemente l'elfo "Aphado nîn (Seguimi)” e si incamminò tra gli alberi.

 

Aragorn respirò profondamente, poi lo seguì. Affrettò il passo per non rimanere indietro, Legolas si muoveva comunque più velocemente di lui e col buio non sarebbe stato facile ritrovarlo una volta perso. Lo vide salire delle scale che portavano ad una torre, non aveva mai visto quel posto e rimase per un attimo a guardare poi si avviò a sua volta dietro all'amico. Le scale portavano ad una stanza rotonda con delle finestre grandissime e decorate con dei cigni bianchi. All'esterno si vedeva tutto il bosco di Lothlòrien e ancora oltre, era uno spettacolo meraviglioso. In terra c'erano delle coperte azzurre, forse dello stesso materiale leggero usato per l'abito dell'elfo. Sembrava che nessuno ci avesse più messo piede da molto tempo anche se non c'era nemmeno un sottile strato di polvere. Aragorn vide in un angolo due boccali e un'anfora poi sentì di nuovo qualcuno dietro di sé.

"Melich ha? (Ti piace?)" gli chiese Legolas entrando nella stanza.

"E' molto bello" rispose Aragorn "Non l'avevo mai notato, a cosa serve?"

"Era usato per controllare il territorio nel caso arrivasse qualche nemico indesiderato, ma adesso che il pericolo è aumentato, gli Elfi hanno deciso di pattugliare a piedi tutto il bosco per maggiore sicurezza" rispose l'elfo avvicinandosi a una finestra.

"Perché mi hai portato qui?" chiese il ramingo sorridendo, sapeva che in quel posto nessuno li avrebbe disturbati, nessuno li avrebbe trovati, poteva passare tutta la notte con lui e al solo pensiero iniziava a sentire il fuoco dentro al suo corpo.

"Ho chiesto alla Dama dove potevo portare il mio Uomo e mi ha consigliato questo posto" rispose Legolas sorridendo.

Aragorn lo guardò stupito, sapeva che stava scherzando ma la convinzione con cui l'aveva detto lo preoccupava.

"Bene e...da quando sono diventato tuo? Io non sono come il tuo arco o le tue frecce..." voleva restare serio ma non ci riusciva, non vedeva l'ora di prenderlo tra le braccia e di stare con lui...

"Lo vedremo" disse l'elfo senza guardare negli occhi il compagno, raccolse i due boccali e versò del vino.

"Hai intenzione di farmi ubriacare Elfo?" disse divertito il ramingo.

"Sì...e non ho intenzione di farti solo quello...” sussurrò Legolas alzando gli occhi e fissando intensamente quelli del compagno. Aragorn si sentì bruciare, quello sguardo l’aveva eccitato più di cento carezze, non riusciva più a resistere, lo voleva, voleva essere suo...prese un boccale dalla mano del compagno e se lo avvicinò alla bocca.

“Aspetta” disse Legolas “Devi berlo in un solo sorso...e insieme a me”

Il ramingo lo guardò, aspettò che anche l’altro boccale fosse pieno poi iniziarono a bere.

Legolas finì per primo e rimase a osservare il compagno sorridendo. Sapeva che avrebbe avuto delle difficoltà...posò in terra il suo boccale e si avvicinò a lui. Vide del vino scorrergli dall’angolo della bocca fino al collo. Quando il ramingo finì di bere, l’elfo si avvicinò ancora di più a lui, con due dita seguì il percorso inverso del vino, dal collo fino alla bocca dell’uomo.

Aragorn sentì il suo tocco sulle labbra e non riuscì a trattenersi oltre, lasciò cadere il boccale, aprì la bocca e con la lingua iniziò a sfiorare le dita di Legolas...

L’elfo sorrise, cercando di rimanere calmo, poi allontanò la mano dal volto del compagno, e lentamente iniziò ad aprirgli i lacci della tunica.

 

Il ramingo lo guardava negli occhi e solo quando sentì le mani del compagno sul petto nudo si accorse di essere rimasto con solo i pantaloni addosso. Legolas lo spinse contro la parete baciandolo con ardore, rabbrividì nel sentire di nuovo quella forza nel compagno, quell’aggressività...quelle mani che gli stavano slacciando i pantaloni...

L’elfo si abbassò, tolse gli stivali dell’uomo e poi gli sfilò i pantaloni. Rialzandosi fece un passo indietro e lo guardò, la pelle abbronzata, il corpo muscoloso, si sentiva attratto da quell’uomo, lo voleva...

“Le melui (Sei bellissimo)” sussurrò continuando a guardarlo.

Aragorn sentiva gli occhi del compagno su di lui come fossero carezze...

“Tolo sì (Vieni qui)” disse a sua volta in elfico, non poteva più aspettare, desiderava di nuovo sentirlo vicino e sapeva che quella notte sarebbero stati più vicini di quanto non lo fossero mai stati…

"Melin...(Mi piace...)" sussurrò sorridendo l'elfo "...ir le iuithach lam nîn... (...quando usi la mia lingua...)"

"Im darthad...ernil...(Sto aspettando...principe...)" disse il ramingo fissandolo "...renich im ù Edhel...a im ù alfirin...(ricorda che non sono un Elfo...e non sono immortale...)"

"Iston ha...(Lo so)" 

Legolas si avvicinò nuovamente e iniziò a baciargli dolcemente il collo, le spalle, il petto...intanto Aragorn gli slacciò l’abito e lo fece scivolare a terra. I baci dell’elfo divennero sempre più caldi poi si fermarono. Guardò nuovamente negli occhi il ramingo e scorse in lui il desiderio, lo strinse a sé e lo baciò con passione.

“Pensa a cosa vuoi Aragorn, re di Gondor” gli sussurrò sulle labbra “E lo avrai”

Aragorn lo fissò, non riusciva a parlare, la pelle calda del suo corpo, la stoffa dei pantaloni di Legolas contro di lui, i movimenti che faceva, lo facevano impazzire...ma il compagno aveva capito, non servivano le parole...

“Girati” disse Legolas, sapeva cosa voleva il ramingo, era una situazione nuova per lui ma lo desiderava con tutto se stesso.

L’uomo si girò verso la parete, sentì le mani dell’elfo accarezzargli la schiena e scendere più in basso, capì che si stava slacciando i pantaloni e chiuse gli occhi, per quanto aveva desiderato quel momento...

Legolas avvicinò una mano alla bocca del ramingo e sentì la sua lingua muoversi sul palmo, tra le dita, inumidendola con la saliva, cercava di non pensarci, ma ogni volta che lo sfiorava sentiva un fremito in tutto il corpo. Allontanò la mano da lui e la passò su se stesso cercando di non lasciarsi andare, di non cedere alla passione...

Aragorn sentì per qualche istante la testa dell’elfo sulla spalla poi mise le mani sulla parete quando sentì Legolas entrare in lui lentamente...

"Va...tutto...bene?" bisbigliò Legolas dolcemente, restando fermo per permettere al compagno di rilassarsi ma come risposta ottenne solo un gemito. Gli baciò il collo, l'orecchio, spostando con una mano i suoi capelli mentre con l'altra lo teneva stretto a sé...ad un tratto lo vide annuire.

Aragorn respirò profondamente, il dolore per un lungo momento fu intenso ma quando l’elfo iniziò a muoversi lentamente lasciò spazio al piacere, l’uomo tirò indietro un braccio posando la mano sulla schiena del compagno cercando di spingerlo il più possibile dentro di sé. Sentiva i capelli morbidi sfiorargli la schiena e le labbra baciargli le spalle.

"Non ci credo..." sussurrò tra i sospiri "...non riesco a credere che lo stiamo facendo veramente...Ah...va al di la di ogni mio sogno...non sai cosa mi passa per la mente ogni volta che ti guardo..."

“Shh...me lo dirai più tardi...dimmi se ti faccio male...” sussurrò l’elfo ma per tutta risposta sentì la mano di Aragorn spingerlo ancora più forte contro di lui. Legolas chiuse gli occhi, quel calore, i suoi gemiti lo spingevano sempre più vicino al limite...portò una mano sul petto del ramingo e scese fino a raggiungere il suo punto più sensibile. Iniziò a muovere la mano su di lui nello stesso modo in cui si muoveva tutto il suo corpo...

Aragorn posò indietro la testa sulla spalla dell’elfo

“...sì...continua...” gemette stringendo il pugno sulla parete.

Legolas iniziò a muoversi più velocemente, spingendosi contro di lui, dentro il suo corpo.

Il ramingo si lasciò andare contro il muro, mise la mano su quella dell'elfo che si muoveva su di lui, ma senza alterarne il ritmo, voleva sentire la sua forza...non riusciva più ad aspettare, non poteva, aprì la bocca e l'estasi lo raggiunse...

L'elfo sentì il corpo di Aragorn scuotersi violentemente provocandogli un'ondata di piacere che gli fece superare il limite...lo strinse e con un ultimo movimento si lasciò andare in lui...

 

Legolas rimase per qualche istante immobile cercando di riprendere fiato poi lentamente uscì dal compagno e si mise contro la parete di fianco a lui.

Quando sentì il corpo dell'elfo allontanarsi, Aragorn appoggiò la testa contro il muro respirando profondamente, era la prima volta che viveva un'esperienza simile e il suo corpo aveva bisogno di abituarsi di nuovo alla normalità. Girò la testa verso il compagno e lo vide esausto con gli occhi chiusi mentre cercava di riprendere il controllo che aveva perso. Sorrise teneramente, si avvicinò a lui e lo abbracciò, passandogli una mano tra i capelli e l’altra lungo la schiena. L’elfo ricambiò il gesto stringendosi all’uomo più forte che poteva.

“Anirach darthad na nîn sen dû? (Vuoi restare qui con me questa notte?)” sussurrò Legolas all’orecchio del ramingo.

“Resterei dovunque con te” rispose Aragorn avvicinando con la mano il volto dell’elfo al suo “Non potrei mai lasciarti, per nessuna ragione al mondo”

Legolas lo guardò, allontanandosi da lui, non voleva dirlo, non doveva farlo, ma il suo cuore parlò per lui

“Non dire queste cose Aragorn...lo sai che non è così” e andò a sedersi sulle coperte azzurre distese sul pavimento.

 

Aragorn lo guardò “Perché dici così?” e si mise al suo fianco coprendosi con una delle coperte.

“Lo sai” continuò l’elfo “Questa cosa tra di noi...non potrà continuare...e ne siamo entrambi consapevoli, lo eravamo anche prima che tutto questo iniziasse e...forse non dovevamo permettere che accadesse...” teneva lo sguardo dritto davanti a sé, non voleva incrociare quello dell’uomo, sapeva che i suoi occhi gli avrebbero fatto perdere di nuovo il controllo.

“Legolas...io ho tentato in tutti modi...credimi, ho provato veramente a starti lontano, a nascondere anche a me stesso quello che provo ma non ci riesco, è più forte di me, ogni volta che ti vedo io...”

La voce del ramingo era così dolce e quelle parole rivelavano più di quello che voleva dire; Legolas non riuscì più a continuare quel discorso, non voleva che finisse tutto, non quella sera, non così...

“E’ per questo che non mi volevi con te in questa missione?” disse l’elfo sorridendo, guardandolo teneramente “Volevi tenermi il più lontano possibile da te? Quindi la storia dell’andare incontro al pericolo era tutta una bugia?”

Il ramingo capì le intenzioni del compagno, nemmeno lui voleva affrontare quel discorso anche se sapeva che prima o poi avrebbe dovuto farlo. Gli mise un braccio attorno alla vita tirandolo verso di sé

“Non era una bugia” disse, iniziando a baciarlo sulle tempie “Avevo paura per te, non potevo sopportare l’idea di vedere il mio Elfo ferito...”

A quelle parole Legolas lo fissò “Da quando sono diventato tuo?” disse sorridendo “Io non sono come la tua spada...” cercando di imitare il tono di voce che l’uomo aveva usato prima.

Aragorn rise e si sdraiò portando l’elfo con sé.

“Lo vedremo...” disse guardandolo intensamente. S’inginocchiò e gli tolse gli stivali poi gli sfilò lentamente i pantaloni. Per la prima volta lo vide completamente nudo, la luce della luna donava alla sua pelle un colore incantevole e faceva risplendere i suoi capelli come se fossero d’oro. Non trovava una parola che descrivesse ciò che aveva davanti, non era solo estremamente bello, era qualcosa di più…E quegli occhi blu che lo stavano fissando...

“Cosa c’è?” disse sorridendo l’elfo.

L’uomo non rispose, appoggiò le mani su di lui e accarezzò tutto il suo corpo, come se avesse tra le mani un tesoro prezioso. Si sdraiò sopra di lui baciandolo dolcemente, giocando con la sua lingua.

 

 

Il canto degli Elfi finì e tutti i Compagni si risvegliarono come da un bellissimo sogno.

“Allora...” disse Pipino guardandosi attorno “Dove sono Aragorn e Legolas?”

“Già, ultimamente spariscono sempre...” disse Sam

“Perché non andiamo a cercarli?” continuò Pipino “Anzi, facciamo un gioco, chi li trova per primo vince, però dobbiamo trovarli tutti e due!!”

“E cosa si vince?” lo interruppe Merry

“Non lo so...lasciami pensare...intanto iniziamo il gioco”

“Fate pure” disse Gimli “Io vado a dormire, sono troppo stanco!”

“Infatti, anche io, diteci chi ha vinto domani!” gli fece eco Boromir.

I piccoli hobbit s’incamminarono, Frodo faceva fatica a stare dietro agli amici, il poco vino che aveva bevuto iniziava a fare effetto, ma non poteva lasciarli andare...

Ad un certo punto Merry iniziò a correre, aveva visto qualcosa in lontananza. Arrivarono ad una torre molto alta, i raggi della luna la facevano risplendere sotto ai loro occhi.

“Che bello!!!” disse Pipino “Dai saliamo! Magari da quell’altezza riusciamo a vedere dove sono!” e fece qualche passo in direzione delle scale. Frodo guardò la torre e se fossero lì?

“Io non credo sia una buona idea” disse, gli altri lo guardarono perplessi.

“Ma perché Padron Frodo? E’ divertente!” disse Sam

“Per noi forse ma...magari loro stanno...discutendo di qualcosa...qualcosa molto importante riguardo il viaggio, e noi li disturberemmo per niente...forse...stanno organizzando qualche strategia di combattimento...”

“A quest’ora?” disse Pipino sorridendo “Dai Frodo...”

L’hobbit sapeva di non essere stato molto convincente, ma no poteva fare altrimenti...se anche loro avessero visto...quel pomeriggio.

“Ho detto di no!” disse Frodo con un’espressione seria sul volto “Sono io che vi ho portato in questo viaggio, sono io il portatore dell’Anello e sono io che decido...adesso noi torniamo dagli altri e ci riposiamo!” si girò facendo qualche passo nella direzione da dove erano venuti “Andiamo Sam!”

Sperava di averli convinti questa volta, non sapeva più che altro dire per fermarli senza però insinuare dubbi nella loro mente.

Sam guardò gli altri due alzando le spalle e seguì l’amico. Anche Merry e Pipino si guardarono sbalorditi, ma perché quella reazione?

“Ehi Frodo...aspetta...” gridò Merry

“Oh sei sempre il solito!!” continuò Pipino seguendo gli altri.

 

Legolas sentì il corpo caldo di Aragorn sul suo, gli piaceva sentire quel contatto...i brividi di piacere iniziarono a percorrerlo quando il ramingo si mosse su di lui, contro di lui, sfiorandolo con la sua eccitazione...

“Dimmi cosa vuoi Legolas, principe di Bosco Atro” gli sussurrò Aragorn, continuando a muoversi lentamente “E lo avrai”

Il ramingo alzò la testa e lo guardò negli occhi, sul suo volto c’era quell’espressione così dolce che aveva il potere di fargli perdere la testa, quell’espressione che lo faceva sembrare così indifeso, così innocente...l’eccitazione cresceva sempre di più in lui, avrebbe voluto prenderlo in quell’istante, farlo suo completamente, ma doveva resistere ancora un po’.

Allungò un braccio e prese l’anfora che era appoggiata poco distante

“Edro ethir lîn...(Apri la bocca...)” sussurrò.

L’elfo aprì lentamente le labbra continuando a guardare il volto dell’uomo.

Aragorn versò un po’ di vino nella bocca di Legolas poi spostando la mano lasciò cadere il resto sul suo corpo...

 

Legolas sentì il vino scorrere lungo tutto il suo corpo, sul petto, sul ventre, scendere sui fianchi e tra le gambe...cercò di respirare profondamente quando il ramingo, dopo aver posato l’anfora ormai vuota, iniziò a bere la bevanda su di lui, con le labbra, con la lingua, avidamente, senza lasciarne nemmeno una goccia...La passione che provava iniziava a farsi sempre più forte...ormai l'uomo aveva raggiunto il ventre...

L’elfo chiuse gli occhi quando sentì la lingua di Aragorn raggiungere quel punto...quando sentì il calore della sua bocca...mise una mano sulla testa dell’uomo, passando le dita tra i suoi capelli...

 

Il suo corpo si stava sciogliendo sotto quello del ramingo, il fuoco nelle sue vene bruciava sempre di più...senza volerlo iniziò a muovere il bacino per assecondare i movimenti di Aragorn, spingendosi più forte nella sua bocca.

Dopo un attimo si fermò, la sensazione era bellissima ma non voleva che tutto finisse così, prima desiderava averlo,sentire il compagno completamente.

“...A...Aragorn...dartho (aspetta)... saes (ti prego)...” sussurrò cercando di mantenere la calma, ma la sua voce lo tradiva.

Il ramingo si fermò, salì lungo il suo corpo e gli baciò il collo

“Iston man anírach le...dan ú aníron naegrad  le...(So cosa vuoi…ma non voglio farti male…)” gli bisbigliò all’orecchio

“Im boe le (Ho bisogno di te)”

Posò di nuovo le labbra su quelle dell’elfo mentre fece scivolare una mano sul suo corpo...strinse dolcemente il pugno su di lui iniziando a muoverlo sempre più velocemente...

Legolas tremò, il piacere era troppo forte...inarcò la schiena e pochi istanti dopo perse ogni controllo...

Aragorn non smetteva di guardarlo, in quei momenti il viso dell’elfo lo affascinava ancora di più...sentì il compagno sciogliersi tra le sue mani, lasciò il corpo di Legolas e passò la mano su di sé, lentamente, cercando di non pensare al calore ma era così difficile resistere...sentiva il bisogno di lasciarsi andare...

“Estel...”

Quella voce...quel nome...alzò la testa e incrociò lo sguardo dell’elfo, gli occhi blu semichiusi, respirava ancora velocemente.

“Pedo ha ad...(Dillo ancora...)” sussurrò il ramingo, sentiva il suo cuore battere sempre più forte...da quanto tempo nessuno lo chiamava più così...da quanto tempo Legolas non lo chiamava più così…

“Estel...” disse di nuovo l’elfo sorridendo, con una mano accarezzò il volto dell’uomo e lo tirò sopra di se.

Aragorn gli passò un dito sulle labbra, adorava sentire l’elfo chiamarlo così, riusciva a dirlo in un modo così dolce...mise una mano sotto la schiena del compagno e si avvicinò di più a lui...

“Estel...aníron le (Ti voglio)” sussurrò Legolas alzando leggermente la testa e baciandolo con ardore.

Il ramingo fece scivolare la mano più un basso alzando il bacino del compagno poi lentamente entrò in lui...chiuse gli occhi, stringendo le labbra, il calore che lo accolse lo faceva impazzire...si spinse ancora di più dentro di lui ma sentì l’elfo irrigidirsi, si fermò e iniziò a baciargli il collo...

Legolas aprì gli occhi, sentì il suo corpo spezzarsi in due, il dolore era fortissimo...con una mano strinse la coperta sotto di sé mentre con l’altra, ferma sul braccio di Aragorn, avrebbe voluto allontanarlo ma il gesto fu l’opposto. Come se non rispondesse più ai suoi comandi, con la mano lo tirò forte verso di sé, chiudendo gli occhi per resistere al dolore...

Aragorn entrò completamente in lui continuando a baciarlo, a passare la lingua sul suo orecchio.

“Rilassati...” gli sussurrò, rimanendo immobile per fare abituare il corpo del compagno, non voleva fargli del male, teneva troppo a lui, lo amava...Questo pensiero lo spaventò anche se nella sua mente c’era già da molto tempo, poteva amarlo veramente? Più di quanto amasse Arwen?

 

I suoi pensieri furono interrotti quando sentì Legolas muoversi sotto di lui...lo tirava a sé, lo voleva...

Il ramingo iniziò a muoversi lentamente, baciandolo più dolcemente possibile...sentiva già l’eccitazione del compagno crescere di nuovo contro il suo corpo, ogni volta che la sfiorava un brivido lo percorreva.

L’elfo si muoveva con lui, cercò di spingersi contro l’uomo per restargli vicino più che poteva...tutte quelle sensazioni unite, dolore e piacere, lo facevano bruciare sempre di più...non avrebbe resistito ancora per molto...

“...athalion...(più forte)” gemette “...Ai...Estel saes...(Ah...Estel ti prego...)”

Aragorn non aspettava altro, si era trattenuto fino a quel momento per paura di fargli troppo male ma ora...appoggiò la testa sulla spalla del compagno e fece scivolare anche l’altra mano sotto il corpo dell’elfo stringendolo il più possibile e iniziò ad aumentare il ritmo, spingendosi con forza dentro di lui...

Sentì le mani di Legolas sulla schiena, i suoi sospiri...

“...così?...” sussurrò il ramingo baciando la pelle bollente sotto di lui.

“...sì...sì...” bisbigliò l’elfo, il suo corpo ardeva...sentiva il momento avvicinarsi prepotentemente.

Aragorn aveva raggiunto il limite, il piacere ora era veramente troppo forte, impossibile da trattenere...si strinse al compagno con tutta la forza che aveva...

“...le nach nîn...(tu sei mio)” gemette spingendosi più che poteva in lui, sentì il corpo dell’elfo scuotersi e un calore sul ventre

“...a im non lîn...(ed io sono tuo)” lasciando esplodere la passione che lo bruciava.

Legolas chiuse gli occhi...

 

Aragorn uscì lentamente dal compagno e si sdraiò al suo fianco cercando di riprendere fiato poi si girò verso di lui e solo allora notò una lacrima che scivolava sulla guancia dell’elfo.

“Legolas...cosa c’è?” disse “Ti ho fatto male?...Guardami...”

L’elfo tenne gli occhi chiusi, se li avesse aperti non sarebbe riuscito a trattenere le lacrime

“Non è quello...” sussurrò, cercava di respirare profondamente “E’ solo che...”

“Dimmelo ti prego” disse il ramingo mettendosi seduto “Non sopporto vederti soffrire”

“Quello che hai detto poco fa...” continuò l’elfo “Lo sai...io sarò tuo per sempre...ma tu non sarai mai mio...”

“Perché dici così?” ribatté Aragorn “Tiro nîn (Guardami)”

Legolas aprì gli occhi, si sedette a sua volta e si voltò verso di lui, un velo di lacrime oscurava quel blu intenso...

“Perché...” si avvicinò una mano al petto e poi toccò quello del compagno.

L’uomo seguì la sua mano con lo sguardo e se ne rese conto...sul corpo di Legolas era rimasto il segno del medaglione che portava al collo, il medaglione di Arwen...rimase senza parole, quanto avrebbe voluto stringerlo tra le braccia, rassicurarlo, ma in fondo al suo cuore sapeva che non sarebbe servito...

“Legolas io non...” sussurrò il ramingo.

“Non devi dire niente, tu appartieni a lei, non a me...lo so...arriverà il momento...tu dovrai tornare da Arwen ed io...devo abituarmi all’idea...”

La voce dell’elfo si faceva sempre più bassa, come se volesse nascondere le sue parole...

"...è solo che...è difficile andare avanti sapendo di non poter essere nient'altro che questo per te..." vide lo sguardo dell'uomo e fece un profondo respiro prima di continuare "...min ael melethron (un semplice amante)"

"No Legolas..." lo interruppe Aragorn "...tu non sei un semplice amante per me...io sento..."

“Lo so e..." continuò l'elfo "...è anche questo che rende tutto ancora più difficile...se solo tu non provassi niente per me…”

“Io non posso nascondere i miei sentimenti, né con te e né con lei, non posso tornare da Arwen come se non fosse successo niente tra noi, non posso lasciarti, non posso dimenticare...”

“Certo che puoi...Tu devi...devi tornare da colei che ami, diventare re di Gondor, riprenderti ciò che è tuo di diritto, senza guardare al passato...” Legolas sentiva il suo cuore spezzarsi, non avrebbe mai voluto dire quelle cose ma era la verità.

“La amo? Non sono più sicuro di niente...io credevo di amarla ma...se è amore ciò che provo per Arwen...cos’è quello che provo per te?” prese la mano dell’elfo e se la mise sul petto “Senti...Perché il mio cuore batte così forte ogni volta che ti sono vicino? Perché mi sento perso senza di te? Ogni volta che ti guardo tutto il resto scompare...cos’è questo sentimento? Dimmelo!”

Legolas lo guardò, erano le stesse cose che provava lui...perché doveva essere tutto così difficile...se solo non fossero legati da questo sentimento...se solo non si amassero...

“Tu non puoi amarmi Aragorn...non può essere amore...non deve...” sussurrò l’elfo cercando di non rivelare il dolore che sentiva.

“Non è una mia scelta Legolas, posso comandare molte cose ma non il mio cuore...non posso svegliarmi una mattina e decidere di non provare più niente per te” Aragorn continuava a stringere la mano dell’elfo sul suo petto “Non posso e non voglio...”

 

L’elfo richiuse gli occhi per un istante, quelle parole lo rendevano felice ma al tempo stesso lo ferivano più di un pugnale, come poteva lasciarlo? Dimenticare tutto quello che avevano vissuto insieme...non ci riusciva ma sapeva che l’unica cosa da fare era allontanarsi da lui, se non fisicamente almeno con la mente e il cuore...sarebbe arrivato il momento, prima o poi, quando lui sarebbe tornato da Arwen…

“Tu devi Aragorn...” sussurrò Legolas riaprendo gli occhi, era straziante sapere che avrebbero dovuto dirsi addio, quando la loro missione si fosse conclusa.

“Devo?” il ramingo alzò la voce anche se continuava a mantenere un tono dolce “Chi lo dice? Il mio destino non è scritto...”

“Sì invece!” lo interruppe bruscamente Legolas “Il tuo, il mio, il destino di tutti quanti noi è scritto su un libro, non possiamo cambiarlo...quando tutto questo sarà finito tu tornerai da Arwen, la sposerai, diventerai re di Gondor, avrai un erede e vivrete felici per sempre...ed io non posso farci niente...” i suoi occhi iniziarono a riempirsi di nuovo di lacrime.

Aragorn lo guardava, in fondo al suo cuore sapeva che le parole del compagno erano vere e la cosa gli faceva ancora più male.

“...io non vivrò per sempre Legolas...” sussurrò fissando quegli occhi lucidi.

L’elfo sospirò “...ed anche allora lei sarà al tuo fianco, resterà con te fino alla fine, sarà l’ultimo volto che vedrai prima di andartene...sarà l’ultima persona a vederti sorridere...” le lacrime gli scivolarono sulle guance.

“E’ così difficile...” la sua voce era spezzata dal pianto “...se solo tu non...dimmi che non provi niente per me Aragorn...ti prego...dimmi che non mi vuoi...dimmi che non mi ami...”

 

Il ramingo non riuscì più a resistere, lo strinse tra le braccia, baciandogli la fronte, non sopportava questa situazione, avrebbe voluto cancellare tutti quanti, far sparire l’Anello, la missione, i doveri di futuro re...Arwen...e rimanere solo con Legolas ma purtroppo non spettava a lui decidere. Continuava a sentirlo sussurrare quelle parole...

"Pedo ù anirach nîn...pedo ù velich nîn...saes...saes...(dimmi che non mi vuoi...dimmi che non mi ami...ti prego...ti prego..)"

“Legolas...io non...” respirò profondamente “...io non posso...” sentì le braccia dell’elfo cingerlo con forza. Chiuse gli occhi e una lacrima gli scivolò sulla guancia. Alzò un braccio dietro la testa e con la mano slacciò la catena che lo teneva legato al suo futuro...