.|. Lacrime di Memoria .|.

Capitolo Tre

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§ Aragorn §

 

Mi alzai il mattino seguente di buon'ora...non capii bene dove mi trovavo…appena aprii gli occhi vidi sopra di me un fitto groviglio di foglie verdissime e rami , da cui filtrava la dorata luce mattutina...mi coprii il volto con il braccio e poco a poco mi ritornò tutto alla memoria...

Io e Faramir c’eravamo persi…

Poi io mi ero fatto male e…

Legolas.

I suoi occhi…la sua voce…

Mi voltai per vedere se Faramir riposava accanto a me. Lo vidi rannicchiato su un fianco mentre dormiva beatamente. Mi misi a sedere e diedi un’occhiata alla ferita .Era quasi rimarginata e il dolore era notevolmente diminuito. Lentamente, cercai di scendere dal flet.

Cominciai a camminare nella foresta ,mi stupivo di come ora mi sembrasse così accogliente e rigogliosa...mi fermai un attimo ad ammirare le querce enormi , mi chiesi che fine avesse fatto Legolas...o Haldir, quando ad un tratto qualcosa attirò la mia attenzione.

Udivo in maniera distinta il rumore dell'acqua che s’infrangeva...nei dintorni doveva esserci un ruscello o una cascata...

M’incamminai cercando di fidarmi del mio udito e poco dopo mi ritrovai di fronte ad un ammasso di cespugli e salici che celavano la vista della fonte da cui proveniva il rumore. Scostai lentamente alcuni rami di salice e restai senza fiato...

Era una bellissima sorgente...circondata da rocce bianchissime e da alberi rigogliosi...la piccola cascata buttava acqua cristallina che emanava un profumo dolcissimo. Ad un tratto sussultai.

Sotto la cascata c'era...Legolas.

Bellissimo...nudo...i lunghi capelli biondi gli si appiccicavano alla schiena candida, aveva il volto sollevato in modo da far scivolare l'acqua su di lui. Le sue esili mani si muovevano per tutto il suo corpo perfetto...

Eccole andare sulle spalle ,sul petto, sul ventre, scendere languidamente verso le cosce e poi risalire sui fianchi.

Sentii chiaramente la mia eccitazione crescere ad ogni suo movimento...ecco che inclina la testa...l'acqua gli scivola sulle spalle...

Come avrei voluto accarezzare quei capelli gocciolanti...baciargli le labbra imperlate d'acqua e...

<Vedo che vi educano proprio bene lì a palazzo...>una voce mi arrivò alle spalle facendomi saltare il cuore in gola. Mi voltai. Haldir mi guardava come se avesse voluto uccidermi seduta stante.<...se spiare qualcuno mentre fa il bagno non provoca il minimo rimorso portato dalla buona creanza...>

<Mi...mi spiace...io...>mi bloccai. Non trovai nessuna scusa adatta ma aggiunsi:

<Ad ogni modo...stavo giustappunto andandomene...>

<Vedo!>ribattè lui incrociando le braccia e rivolgendo alla mia eccitazione uno sguardo di sufficienza.

Arrossii e lo superai balbettando:

<Io...io torno all'accampamento...>

Vidi di sfuggita un sorrisetto posarsi sulle sue labbra e lo udii mormorare:

<Non bramate qualcosa che non potrete mai possedere...>

Mi girai di scatto ed esclamai:

<Cosa vuoi...>ma mi bloccai. Haldir era sparito. Come inghiottito dalla foresta.

 

§ Legolas §

 

M’illudevo che bagnando il mio corpo mi potessi purificare...ma non era così...

Io ero macchiato...ero sporco....l'anima e il corpo infangati dall'empietà che mai potrà dissolversi...

Assassino e peccatore.

Sentivo l’acqua che mi scorreva addosso…ma non lavava via la vergogna…il dolore e la paura…

<Ancora a farti il bagno?>

La voce di Haldir. Mi voltai. Era seduto su una pietra vicino alla riva, il volto poggiato su una mano e mi guardava con un’espressione intenerita.

Annuii in risposta e m’immersi di nuovo per qualche secondo. Quando riemersi ,mi passai entrambe le mani sul viso e sui capelli e vidi che Haldir mi porgeva una tunica bianca.

<Mettiti questa…avanti, è tanto che sei in acqua…>

Feci per alzarmi ma lanciai uno sguardo incerto a Haldir.

<Che c’è?>mi chiese. Mi passai le mani sulle braccia e sussurrai imbarazzato.

<Potresti…ecco…>

Lui mi guardò confuso per qualche istante ma poi esclamò:

<Oh, certo…scusami…>poggiò la tunica sulla pietra dove era seduto poco prima e mi diede le spalle. Uscii lentamente dall’acqua e m’infilai la tunica che sentivo che mi si appiccicava sulla pelle bagnata.

<Ti dà così fastidio che ti guardi?>sussurrò ad un tratto Haldir.

Rimasi in silenzio, sedendomi sulla pietra e prendendo una ciocca di capelli per farne una piccola treccia.

<Perdonami…>sussurrò Haldir subito dopo ,voltandosi. Scossi leggermente il capo in segno di diniego.

Si avvicinò e mormorò:

<Posso aiutarti?…>Senza rispondere gli diedi le spalle e sentii le sue dita tra i miei capelli.

No…non mi dava fastidio…ma non volevo che nessuno mi guardasse…a volte neanche io riuscivo a farlo…

Avevo paura che Haldir potesse scorgere sulla mia pelle le cicatrici di quella volta…anche se era impossibile, perché si erano rimarginate subito dopo, lasciando la pelle uguale a prima…

Ma io le vedevo…e vedevo le mie mani sporche di sangue…e avevo il timore che qualcun altro potesse accorgersene.

Mi rendevo conto di ferire Haldir con il mio comportamento, in fondo, lui era come un fratello per me...è l’unico che mi era stato vicino per tutta la mia vita…eppure non riuscivo ad essere completamente tranquillo neanche con lui…ero sempre sulla difensiva.

<Fatto…>sussurrò Haldir accarezzandomi la nuca. Piegai leggermente di lato la testa e sentii una trecciolina ,ancora bagnata, sfiorarmi la guancia. Annuii come per ringraziare e Haldir mi disse:

<Allora…torniamo indietro?>Mi alzai e c’incamminammo verso i flet.

Dopo alcuni minuti mi fermai, poggiando una mano sulla corteccia di un albero e mi venne in mente Aragorn…quello che mi aveva detto...per un attimo il cuore mi fece un battito in più…

<Legolas…>Haldir aveva poggiato una mano accanto alla mia e l’altra vicino alla mia spalla, facendomi così rimanere tra le sue braccia.

<Cosa c’è?>sussurrai guardandolo .Lui rimase in silenzio ma si avvicinò di più a me. M’irrigidii e lui mormorò:

<Rilassati…stai tranquillo, ti prego…non ti faccio nulla, lo sai…>

<Si, si lo so…>ma non potevo farci nulla…era la mia mente a rifiutare il contatto…

<Legolas…posso abbracciarti?…>vedendo che rimanevo in silenzio ,continuò<Ti prego…solo pochi secondi…>

Annuii e Haldir, con cautela, mi passò le braccia sulla vita, tirandomi verso di sé. Sentii che la sua tunica ,a contatto con la mia si bagnava, così sussurrai:

<Haldir…la tua tunica…>

Ma lui scosse la testa, rimanendo stretto a me. Notai che non mi stringeva troppo…come per paura di farmi male…

Me ne faceva?

Oppure no?

 

§ Aragorn §

 

<Si può sapere cosa è successo?>esclamò Faramir spazientito mentre camminavamo insieme nella foresta.<…mi sveglio e non ci sei…mi torni bianco come un cencio e non mi dici nulla?!>

Sorrisi e alzai le spalle, accelerando il passo.

<E’ solo che ho visto Legolas alla sorgente e…>

<Capito…>ammiccò lui.<…si stava facendo il bagno…?>

<Bhè…>mormorai a mezza voce.

<Ed era nudo?>sembrava quasi un’affermazione che una domanda ma risposi lo stesso per coprire l’imbarazzo:

<Perchè? Tu il bagno te lo fai vestito?!>ribattei.

Ridemmo entrambi ,continuando a camminare ma non allontanandoci troppo dagli alberi sui quali c’erano i flet.

<Piuttosto…come va la ferita?>chiese allora Faramir in tono preoccupato.

<Bene…è guarita quasi del tutto…quelle erbe medicinali sono portentose…>

Annuì, poi, dopo qualche istante mi domandò:

<Hai visto anche Haldir, stamattina?>

<Diciamo che…>Iniziai incerto, non trovando le parole giuste per spiegargli la situazione in cui mi ero venuto a trovare.

Mi fermai andando a sbattere contro Faramir che si era fermato di colpo, guardando dritto davanti a sé.

<Che cosa…>sussurrai seguendo il suo sguardo. Vidi ,distanti appena una decina di metri, Haldir e Legolas abbracciati…

O meglio, era Haldir che abbracciava Legolas…

Mi colpì molto l’espressione di Legolas, guardava nel vuoto, come se la cosa non lo riguardasse, come se volesse mantenersi a tutti i costi alienato dall’abbraccio.

Per fortuna, pensai, la boscaglia celava la nostra presenza.

Haldir lo teneva stretto a sé, nascondendo il volto sul collo di Legolas e aspirandone il profumo. Poco dopo vidi Legolas muovere le labbra, sussurrando qualcosa che non sentii. Haldir si scostò leggermente, annuendo, poi chiese qualcosa a Legolas, che non rispose.

Vidi che avvicinava le sue labbra a quelle di Legolas ma , quando stava per sfiorarle ,Legolas voltò di scatto la testa, con lo sguardo smarrito. Haldir sospirò e, prima che si allontanasse , gli diede un lieve bacio sulla guancia.

Rimasi interdetto da quel gesto. Non capivo che rapporto c’era tra di loro…amanti? Parenti? Amici?…cosa?

Guardai Faramir, che osservava in silenzio la scena. Qualcosa mi bruciò dentro e mi voltai bruscamente, tornando indietro. Sentii quasi subito i passi di Faramir dietro di me.

 

***

 

Ci ritrovammo più tardi tutti e quattro intorno al fuoco scoppiettante , mangiando alcuni frutti.

Osservavo Legolas ,che era seduto per terra di fronte a me ,attraverso le fiamme. Stava mangiando una mela rossa…

Mi sentì attanagliare dal piacere quando vidi i suoi denti bianchi addentare la buccia rossa e le sue labbra raccoglierne il succo. Socchiuse gli occhi mentre dava un altro morso e io ,scioccamente ,desiderai trovarmi al posto di quel frutto…

Quelle labbra…così invitanti…dovevano baciare da Dio…

<…ascoltando?>la voce di Faramir mi arrivò come attraverso una coltre di nebbia.

<Eh? Come, scusa?>chiesi confuso, scuotendomi.

Faramir e Haldir mi guardarono con enorme disappunto tanto che sentii di arrossire. Faramir sospirò e ripeté:

<Dicevo…avevo intenzione di fare un piccolo giro di perlustrazione finché siamo qui…tu conosci abbastanza questi luoghi ,Aragorn, ma mi piacerebbe dare un’occhiata a sentieri e territori personalmente…>

<Cioè vorresti esplorare questa foresta da solo?>chiesi incerto.

<In parole povere sì…sarà solo per due giorni al massimo…poi tornerò qui e potremo dirigerci altrove o tornare a casa…non occorre che tu mi accompagni, la ferita deve rimarginarsi del tutto ed è meglio che ti riposi un altro po’.>

<Capisco…stai attento però…non vorrei che tua padre se la prenda con me dopo, se non ti vede tornare, disperso chissà dove…>

Faramir sorrise e continuò:

<Stavo chiedendo a Haldir di indicarmi i sentieri più sicuri e le vie da evitare…loro conoscono il territorio meglio di chiunque di noi…>

<La foresta rappresenta un pericolo solo se è considerata tale…devi essere capace di immedesimarti in essa…entrare in simbiosi con lei…>rispose Haldir, aggiungendo altra legna al fuoco. Faramir si alzò e disse:

<Più che giusto…Aragorn mi raccomando, se non mi vedi tornare tra una settimana vienimi a cercare!>

<Ma…hai intenzione di partire stasera stessa?>chiesi stupito.

<Esatto…il tempo di preparare lo stretto necessario…>

<Allora faresti meglio ad affrettarti…>disse Haldir alzandosi a sua volta<La luna è luminosa e ti renderà più facile il cammino...ti mostro un sentiero facile da seguire…>

Haldir passò vicino a Legolas e gli accarezzò la testa dolcemente. L’elfo chiuse gli occhi al gesto di Haldir, ma non sembrava particolarmente turbato. Poi Haldir mi rivolse uno sguardo minaccioso di muto avvertimento e si allontanò con Faramir.

Rimanemmo io e Legolas da soli. Volevo dire qualcosa ma il pensiero di quello che avevo visto quella mattina me lo impedì. Ad un tratto lui si alzò e fece per allontanarsi.

<Aspetta…aspetta, Legolas!>esclamai avvicinandomi a lui. Si voltò e mi guardò con uno sguardo interrogativo.

<Cosa c’è?>

<Ecco…dove stai andando?>

<Alla sorgente…>rispose lui con un sussurro.

<Potrei…farti compagnia?>

Lui mi guardò stupito e ripeté:

<Compagnia??>

Annuii speranzoso e lui si limitò ad abbassare lo sguardo. Continuò a camminare e io lo seguii…non mi avvicinai troppo, tuttavia, restai a qualche passo di distanza…era come se avessi percepito il suo desiderio di non avere qualcuno troppo vicino.

Arrivammo alla sorgente, dove l’avevo visto fare il bagno quella mattina e arrossii al ricordo. Lui si sedette sulla sponda, io mi fermai alle sue spalle. All’improvviso si portò una mano dietro la testa, si raccolse i lunghi capelli biondi ,per poi portarli davanti e accarezzarli.

Sospirai alla vista di quel collo…sembrava così liscio…morbido e caldo…

Poggiò il volto tra le braccia…così dolce e indifeso…

<Ti…piace stare qui?>chiesi cercando di rompere l’atmosfera tesa.

Lui chiuse gli occhi e sussurrò:

<Sì…mi piace sentire il rumore dell’acqua…sentirla sulla pelle…>

Mi passai una mano tra i capelli e sospirai, annuendo.

Ad un tratto un uccellino planò vicino ai piedi di Legolas. Lui inclinò la testa e porse la mano verso il piccolo animale. Questi si avvicinò saltellando, e poco dopo, aprendo le ali e spiccando un piccolo salto si posò sul dorso della mano di Legolas.

Sorrisi intenerito e osservai Legolas accarezzare con un dito la testa e il dorso dell’uccellino, mi avvicinai e mi sedetti accanto a lui, ma l’uccellino prese immediatamente il volo, allontanandosi nel cielo scuro.

Legolas mi guardò con una piccolissima nota di disappunto e mi sentii in imbarazzo.

<Scusami…non pensavo volasse via…>

Scese un silenzio imbarazzante di cui solo io, però, sembravo preoccuparmi…Ad un tratto un odore molto piacevole mi giunse al naso.

<Cos’è questo buon profumo?>chiesi guardandomi intorno e annusando l’aria.

<Camelie…>sussurrò Legolas<…vicino a dove ti sei seduto c’è né una pianta…>

Mi voltai e vidi che affianco a me c’era un arbusto dai cui rami frondosi pendevano bellissime camelie bianche…mi voltai di scatto verso l’elfo quando avvertii un movimento veloce da parte sua.

Senza che me ne accorgessi, infatti, una mia mano si era posata su quella di Legolas, che la ritirò immediatamente, arrossendo.

<Scusa…>mormorai con un sorriso,conquistato dal quel suo atteggiamento timido. Sperai che anche l’elfo si fosse lasciato sfuggire un accenno di sorriso ,ma mi sbagliai…

Osservai in silenzio le guance di Legolas tingersi nuovamente di porpora, perché avvertiva il mio sguardo su di lui ,alla fine, dopo parecchi minuti di silenzio sbottò:

<Cosa c’è? Perché mi stai fissando?> non mi guardò negli occhi, però, né la sua voce era particolarmente irritata. Allora gli chiesi, osservandolo assorto:

<Perchè non sorridi mai?>

Questa volta mi guardò stupito, spalancando per un attimo gli occhi. Avevo riaperto una ferita ancora non rimarginata, evidentemente…

<Perché ti interessa?>sussurrò,abbassando il volto.

<E’ solo che…ho notato che non ti ho mai visto sorridere…e…mi chiedevo il perché…hai un viso molto bello e credo che si illuminerebbe con un sorriso…>

Rimase in silenzio e io mi rassegnai a non ricevere risposta, quando poco dopo sussurrò:

<Io…non sorrido da molto tempo…non credo di esserne più capace…>

Sospirò, guardando la superficie del lago.

<Non ne ho la forza…>

Nascose il volto, fino agli occhi, tra le braccia. Li vidi riempirsi di lacrime. Mi sentii terribilmente in colpa, dandomi mentalmente dell’idiota.

<Legolas…non piangere…ti prego, scusa se ho detto qualcosa che…>

Scosse con forza la testa e poggiò una guancia sulle ginocchia, così da non vedermi in volto…

Avvertii una grande tristezza…la sentivo impregnare l’aria…

Legolas mi era talmente vicino che se avessi allungato una mano l’avrei accarezzato, l’avrei potuto abbracciare…ma mi sembrava lontano…lontanissimo, irraggiungibile.

<Io torno all’accampamento…>esclamò all’improvviso alzandosi come se nulla fosse successo. Mi alzai anche io velocemente e dissi:

<Aspetta…non andare…volevo chiederti…>

Ma mi interruppi bruscamente. Vidi che mi fissava in attesa e aggiunsi:

<E’ troppo stupida come domanda…lascia stare…>

<Le uniche domande stupide sono quelle non fatte…>disse con semplicità.

Sorrisi nervoso e dopo un sospiro lo guardai negli occhi e dissi:

<Posso baciarti?>

Vidi i suoi occhioni blu spalancarsi di nuovo e un rosso sempre più intenso colorargli le gote. Schiuse la bocca, confuso, e abbassò lo sguardo, tacendo.

<Legolas…ti prego…>supplicai. Lo volevo. Volevo quelle labbra. Volevo il loro sapore.

Legolas se le morse nervosamente, facendo vagare lo sguardo pur di non incontrare il mio. Ad un tratto ,con voce tremante e flebile ,sussurrò:

<Solo…solo un bacio?>

<Si! Solo un bacio!>esclamai illuminandomi. Lui annuì e io mi avvicinai al lui, provando a poggiare una mano su un suo fianco, ma lui si ritrasse e ripeté:

<Mi darai solo un bacio? Solo quello ,vero?>

Annuii con un sorriso, e provai di nuovo a poggiare una mano su un fianco, questa volta non si mosse, allora provai lentamente a cingergli la vita…rimase ancora immobile, ma sentivo che si sarebbe potuto scostare da un momento all’altro.

Posai l’altra mano su una sua guancia e la sentii bollente. Mi avvicinai al suo volto ma proprio mentre mancavano pochi millimetri lui mi poggiò di scatto le punte delle dita sulle labbra.

Lo guardai sorpreso.

<Giuramelo…solo un bacio…>

Gli presi il polso e lo abbassai lentamente, poi avvicinandomi di nuovo al suo volto, tanto da sentire il calore delle sue guance e sussurrai:

<Te lo giuro…>

Lo udii sospirare e vidi che, come se ancora esitasse, chiudeva gli occhi, porgendo un poco il volto verso di me.

Sorrisi e mi avvicinai.

Ecco…

Lo sentivo…

Sentivo il suo profumo…

Sentivo sul mio volto il suo respiro leggero…

Finalmente…eccole…le tanto agognate labbra…

Le toccai…Valar…le assaggiai…

Di rose il colore…di sidro dolce il sapore…

Provai un forte senso di vertigine. Provai molto lentamente a schiuderle ,ma sentivo chiaramente che le teneva rigide.

Gli passai una mano dietro la nuca e lo attirai un po’ di più verso di me.

Riuscii a penetrare quella bocca…fece un piccolo gemito di disappunto ma subito dopo, rimasi stupito quando ,molto timidamente, cominciò a ricambiare il mio bacio.

Accompagnava i movimenti delle nostre lingue con leggeri movimenti del capo.

Credetti di impazzire. Era troppo eccitante. Indietreggiai per fargli posare la schiena ad un albero, e gli cinsi di nuovo la vita, ma questa volta con forza.

Lo sentii irrigidirsi e provò anche ad allontanarsi, ma io lo bloccai ,premendolo contro il tronco...poi…

Fu più forte di me…feci scivolare una mano sul suo inguine.

<Fe…fermati…>lo udii balbettare pianissimo. Feci più forza con le labbra e non feci caso a un suo gemito di protesta. Serrò i pugni sulle mie spalle e cercò di spostarsi di nuovo. Lo trattenni saldamente.

Feci risalire la mano sul suo ventre, per spostargli la tunica…appena toccai la sua pelle mi spinse via con tutta la forza che aveva e gridò:

<Smettila!!>

Lo osservai turbato, mentre ansimando, si riallacciava la tunica che avevo in parte slacciato e si lasciava cadere a terra in ginocchio, piangendo.

<Oh Valar…scusami, Legolas…io non so cosa…>

Ma lui scosse la testa e sussurrò:

<Non è colpa tua…è mia…perdonami Aragorn…è solo che…>si fermò asciugandosi le guance<…è solo che ho troppa paura…>

Mi inginocchiai accanto a lui e rimasti sorpreso quando, stringendolo a me con dolcezza, lui non si mosse. Anzi, sembrò accettare il mio tocco.

Cominciai ad accarezzargli il capo e a passargli le dita tra i capelli mentre gli sussurravo perdono.

Poco dopo lui si calmò e appena si allontanò provai un senso di freddo. Sospirai e ci alzammo.

<Scusa…>ripetei non sapendo cosa dire.

Lui scosse di nuovo il capo e rimanemmo in silenzio.

 

§ Legolas §

 

Non capivo…perché l’avevo lasciato fare? Perché avevo permesso a quell’uomo di baciarmi? E l’ho ricambiato…

E’ solo che…ne avevo sentito il bisogno…volevo che mi baciasse, volevo che mi stringesse a se e che…

<Ad ogni modo…mi piacerebbe vedere il tuo sorriso, un giorno o l’altro….>sussurrò Aragorn, e sentivo dal tono della voce che sorrideva.

Rimasi in silenzio, con le braccia conserte, strette al petto. Aragorn si voltò verso la pianta di camelie e ne raccolse una piccola appena sbocciata.

<…meraviglioso…>sussurrò osservando il fiore. Io annuii e lui mi si avvicinò e con mio grande stupore ,mi scostò una ciocca di capelli e poggiò il bocciolo dietro il mio orecchio.

<…io non mi riferivo alla camelia…>sussurrò con voce maliziosa e limpida.

Il cuore iniziò a battermi fortissimo, gli diedi le spalle e corsi via, più veloce che potevo.

Non mi fermai finchè non giunsi sul flet. Mi lasciai cadere in ginocchio ansimante.

Quando sentii il respiro tornare regolare alzai una mano e con dita tremanti, mi sfilai il fiore dai capelli. Lo osservai, rigirandolo tra le mani…

‘…non mi riferivo alla camelia…’

Aspirai il dolce profumo mischiato a quello di Aragorn…mi piacque…tanto…

Mi portai il fiore sul cuore e sentii qualcosa di piacevole attanagliarmi lo stomaco…chiusi gli occhi, confuso…

‘…non mi riferivo alla camelia…’

Sentii qualcosa di vago…qualcosa che sapeva di felicità ,ma non la riconobbi come tale…

<Legolas…>

La voce di Haldir alla mie spalle mi spiazzò del tutto. Sussultai, nascondendo il fiore tra le pieghe della tunica per poi sorprendermi a pensare al perché lo nascondevo… Potevo dire a Haldir che l’avevo raccolto io o…

Un momento…che bisogno c’era di preoccuparsi a cercare una scusa? Di cosa avevo paura?

Perché non volevo che Haldir sapesse che Aragorn…?

‘…non mi riferivo alla camelia…’

<…ti stavo cercando…>aggiunse Haldir posandomi una mano sulla spalla. Tremai lievemente a quel contatto e sentii Haldir sospirare lievemente, sostando la mano.

Rimanemmo in silenzio. Sentivo lo sguardo di Haldir pungermi la nuca e il suo respiro sfiorarmi il collo.

Chiusi gli occhi, sentendo il cuore battermi all’impazzata. Cosa mi stava prendendo?

Sentì Haldir sedersi dietro di me, e poco dopo le sue braccia cingermi la vita per posarsi sul mio grembo.

Mi imposi di non muovermi.

Dovevo calmarmi…mi stavo impanicando senza motivo…

<Stai tremando…di nuovo…>sussurrò Haldir .

<Sto bene…>mormorai

<Legolas ascolta…ti dà così fastidio quando ti tocco?>

<Non è che mi dia fastidio…>mormorai incerto.

<Oggi…quando ti stavo per baciare ti sei scostato…e poco fa…hai tremato al solo tocco delle mie dita…>

Voltai il viso e incrociai i suoi occhi. Erano pieni di dolore.

Mi girai e mi ritrovai tra le sue braccia. Subito sentii Haldir stringermi più forte..

<No…non è che mi dia fastidio…è solo che…oh, Haldir, è difficile spiegarlo…>sussurrai a fatica.

Haldir sorrise e mi diede un bacio sulla fronte.

<Va bene…non importa…>proseguì tenendomi per le spalle<Ricorda che ti sarò sempre accanto…non devi avere paura di me, Legolas…>mi diede un buffetto su una guancia e dopo che io annuii si allontanò un poco e si distese su un fianco, dandomi le spalle. Era ferito, anche se cercava di non farmelo vedere…

Non volevo che Haldir soffrisse…ma neanche io lo capivo il perché del mio comportamento… ero contendo delle attenzione di Haldir, dei suoi baci, delle sue carezze…mi ha aiutato a non impazzire dalla solitudine ,a non lasciarmi andare alla più totale disperazione.

Ma Aragorn…lui mi aveva fatto emozionare…Haldir non era mai riuscito a farmi arrossire, non mi aveva mai fatto battere il cuore tanto da farmi male…i suoi baci non mi causavano un’emozione travolgente…come quell’unico bacio di Aragorn…

Mi sono sentito violato, è vero, quando aveva cominciato a toccarmi…ma era come se il mio corpo e il mio cuore lo desiderassero ma era la mia mente a ripudiarlo…

Mi sentivo diviso in due…

Volevo lasciarmi andare…dimenticare tutto…

Volevo qualcuno che mi…

Amasse…

Sembrava qualcosa di così impossibile…

Io non posso essere amato…anche Haldir…perché aveva sacrificato la sua vita per me?

Passare un’intera esistenza isolato…per cosa?

Ma certo…per pena…che altro?

Ma che esistenza era la mia?

Fatta solo di soffrire e di far soffrire…

Mi resi conto di stare praticamente singhiozzando. Mi asciugai le guance con il dorso della mano e spostai lo sguardo su Haldir…non si era svegliato. Mi cinsi le ginocchia con le braccia. Una folata di vento mi gelò la schiena.

Non capii il motivo ma mi vennero in mente le mani di Aragorn…dovevano essere così calde…e il loro tocco così gentile…

 

***

 

Arrivai in pochi istanti al flet di Aragorn e Faramir perché distavano poco da quello mio e di Haldir…era necessario solo arrampicarsi per qualche ramo…

Mi dovetti fermare un paio di volte però, perché ogni volta che ripensavo ad Aragorn ,sentivo il corpo bruciare…non capivo più nulla, allora mi fermavo e aspettavo finchè quel calore non passava…ma era sempre più frequente…

Finalmente arrivai sopra il loro flet e mi sedetti su un ramo posto leggermente più in alto.

Aragorn era disteso supino, le braccia incrociate dietro la testa e osservava il cielo sopra di sé…chissà a che pensava…

Sentii il cuore pizzicarmi di un altro nuovo sentimento quando mi chiesi: ‘Chissà a chi pensa...’

<Aragorn…>sussurrai. Lui alzò il capo, si voltò di colpo e mi guardò stupito.

<Legolas? Cosa c’è? E’ successo qualcosa?>chiese alzandosi.

<Io…>deglutii ,sentendo il respiro affannoso. Ma che mi era venuto in mente?!<…no, nulla…ero venuto perché…>

Mi interruppi e abbassai lo sguardo, lo sentii avvicinarsi e posarmi una mano su una coscia. Era calda. Come l’immaginavo.

<Perché?>mi chiese con voce talmente preoccupata che lo guardai in viso.

<Volevo vederti…non riuscivo a dormire…>il suo sguardo si illuminò e mi sorrise ,ma io aggiunsi frettolosamente:<…ma forse ti ho disturbato…vado…vado via…scusami ancora…>E feci per rialzarmi dal ramo sul quale ero seduto.

<No! Dove vai?! Aspetta!> esclamò prendendomi per un polso e aggiungendo:

<Non mi hai assolutamente disturbato…>poi osservandomi con dolcezza disse in un soffio:

<Resta…>

Lo guardai per alcuni istanti, poi annuii e con un piccolo salto atterrai sul flet. Una caviglia mi si storse leggermente e rischiai di cadere, ma Aragorn mi riprese subito per la vita. Rimasi immobile, stringendo spasmodicamente le mani sulle sue braccia.

<Tutto bene?>mi chiese preoccupato. Annuii e sentii il suo respiro vicino al mio orecchio e strinsi ancora di più le mani.

<Sei sicuro di non esserti fatto male?>

<Si…sto bene..>mormorai mentre lentamente allentavo la presa dalle sue braccia.

Aragorn mi sorresse ancora per qualche istante, tenendomi per la vita e guardandomi negli occhi, poi fece scivolare le mani sui miei fianchi e si sedette. Mi inginocchiai subito al suo fianco. Rimanemmo in silenzio per qualche istante e poi gli chiesi:

<Faramir?>

<Oh…è andato via poco fa…e Haldir invece?>

Feci spallucce. Sembrava un incontro segreto tra due amanti. Arrossii a quel pensiero, tormentando un lembo di tunica tra le dita. Lui me le prese tra una sua mano e chiese:

<Come mai non riuscivi a dormire?>

<Non lo so…io…ti pensavo e…e allora avevo voglia di sentirti vicino e…e io…>

<Ti ho offeso dandoti quel fiore stasera?>sussurrò lui interrompendomi.

<Oh no! Assolutamente…anzi, io…>farfugliai mentre il ricordo delle sue dita che mi sfioravano l’orecchio mi fece venire i brividi lungo la schiena.

<Ne sono felice…>aggiunse Aragorn con un sorriso

<Potrei…dormire accanto a te?>

Mi guardò doppiamente stupito, tanto che aggiunsi in fretta<…no, lascia…>

Ma lui mi posò una mano su una spalla e sussurrò con un sorriso, attirandomi verso di sé:

<Stenditi…stenditi qui affianco a me…>

Mi morsi le labbra mentre lentamente mi stendevo al suo fianco. Aragorn mi osservava con uno sguardo teneramente divertito ,mentre con movimenti incerti mi accoccolavo su un fianco, poggiando la testa sulla sua spalla.

Sentii la sua mano posarsi delicatamente sulla mia spalla e un calore diffondersi in tutto il corpo.

<L’altro giorno…hai detto di essere un principe…>dissi.

<Si…è così.>

<Ti piace la vita di palazzo?>

Sorprendentemente lo sentii sospirare afflitto.

<No…>disse sconsolato<…è assolutamente tedioso ,sebbene non riscuota le antipatie di nessuno dei nostri sudditi o servitori, quasi tutti si rivolgono a me come ‘il principe’ o ‘il figlio del re’…e mio padre insiste continuamente che io prenda il suo posto…>

Lo guardai sorpreso. Era la stessa situazione che avevo vissuto io a palazzo, provai molta empatia…rimasi soprappensiero e dissi:

<Si…ti capisco…anche io quando vivevo a palazzo…>mi interruppi bruscamente appena mi resi conto di quello che avevo detto.

Aragorn mi osservò in silenzio per alcuni attimi poi sussurrò:

<Tu sei il principe di Boscoatro…>

Annuii lentamente.

Principe…me ne ero quasi scordato… ‘principe Legolas’…come suonava distante…

<Perché te ne sei andato?>

‘Assassino…’

‘Papà….Ti prego…io ti voglio bene…’

‘Tua madre è morta per causa tua!’

<Scusa ma…non mi va di parlarne…è un ricordo molto doloroso…>mormorai stringendomi a lui. Aragorn posò una guancia sul mio capo.

<Capisco…non preoccuparti…>poi dopo qualche istante gli chiesi, deciso a non rinvangare il mio passato a Boscoatro:

<Aragorn…c’è qualcosa nella tua vita che ti è piaciuto immensamente e che vorresti rifare?>

<Mmh…fammi pensare…>disse lui con un divertente tono falsamente meditabondo<Sì…effettivamente una cosa c’è…>

<Cosa?>chiesi interessato. Lui tornò serio e mi chiese:

<Ti ricordi quando ti ho baciato?>

Mi alzai ,poggiandomi su un gomito e lo guardai assorto. Lui continuò:

<Ecco…quella è una cosa che rifarei non una, ma mille e mille volte ancora…>

In quell’istante sentii qualcosa di strano dentro di me…qualcosa di piacevole…

Era una sensazione nuova…o forse no…forse era qualcosa che avevo dimenticato…

Un tepore dolce…delizioso…e in quel momento io…

Sorrisi…

Aragorn mi guardava con gli occhi e la bocca spalancati.

<Che c’è?>chiesi ridendo lievemente…

<Tu…tu stai…ridendo e…prima hai sorriso…>

<Oh…>mormorai imbarazzato tornando serio.

Aragorn mi sfiorò le labbra con la punta delle dita e sussurrò emozionato:

<Fallo di nuovo…ti prego…sorridi…!>

Lo feci. Mi stupii nel vedere che era piacevole…che era semplice… Aragorn mi guardava con gli occhi lucidi, sorridendo anche lui. Gli poggiai una mano su una guancia e avvicinando le mie labbra alle sue sussurrai:

<Ora però…non sorridere o non posso baciarti…>

Lui rise e prendendomi il volto tra le mani mormorò:

<Chi lo dice?>Risi.E subito lui mi baciò. Quando allontanò le sue labbra mormorò:

<Perdonami…non ho resistito…sei…adorabile!>

Sorrisi mentre gli cingevo il collo con le braccia. Lui mi accarezzò la testa con dolcezza e disse:

<Ti ringrazio…>

Scossi la testa e chiudendo lentamente gli occhi, posai di nuovo le labbra su quelle di Aragorn.

Sentii la serenità fluire nel cuore e sospirai…

Stavo avvertendo la felicità…

 

§ Haldir §

 

Quando mi svegliai, cercai ,tastando con la mano ,il corpo di Legolas, credendo di trovarlo accanto a me.Spalancai gli occhi quando mi resi effettivamente conto che Legolas non era lì. Mi alzai e scesi velocemente dall’albero e mi diressi quasi correndo alla sorgente. Non lo trovai…

Com’era possibile? Non poteva essersi allontanato troppo…me lo avrebbe detto…

E se qualcosa della nostra conversazione di ieri lo aveva turbato?

Decisi di cercare Aragorn e chiedergli se lo aveva visto, anche se l’idea di chiedere l’aiuto a un mortale non mi ispirava minimamente.

Mi diressi verso il suo flet e salii sull’albero dove io e Faramir pochi giorni prima l’avevamo costruito…

Faramir…chissà dov’era ora?

Scossi la testa…non era il momento di pensare a Faramir…

Mi issai sull’ultimo ramo dal quale poi sarei potuto salire sul flet.

<Aragorn!>chiamai.Non ricevendo risposta mi issai sul  ramo ed esclamai:

<Aragorn…sei sveglio? Hai visto Legolas per ca…so…>rimasi immobile e a bocca aperta quando vidi Legolas stretto al corpo di Aragorn e lui che lo teneva vicino a sé poggiandogli una mano sulla schiena…stavano dormendo, ma il sangue mi ribollì a tal punto che afferrai Aragorn per i vestiti e scuotendolo con forza gridai:

<Maledetto! Cosa hai fatto a Legolas?!>

<Haldir…>mormorò Aragorn confuso, aprendo gli occhi<Di cosa stai…>

<Non fare finta di niente! Perché stava giacendo accanto a te? Che cosa gli hai fatto?!>

<Haldir…smettila…>sussurrò Legolas mettendosi in ginocchio e cercando di fermarmi prendendomi un braccio.

<No! Questo uomo ti ha toccato! Ti stava abbracciando e chissà cosa…>

<Non mi ha fatto nulla…basta Haldir…>disse con lo sguardo supplichevole.

<Ti…ti ha portato lui qui?>chiesi allora sentendo la rabbia non diminuire. Legolas abbassò lo sguardo e mormorò, quasi in imbarazzo:

<No…sono venuto io…>

<Tu…?>sussurrai guardandolo confuso…Ad ogni modo non riuscivo a crederlo…non potevo…

Lasciai i vestiti del ramingo e alzandomi sibilai, guardandolo dritto negli occhi:

<Tu….Vieni con me…devo parlarti…>

Aragorn si alzò ,seguito da Legolas che si avvicinò a me con gli occhi spaventati:

<Haldir, non fare sciocchezze…non è nulla di…>sussurrò affannosamente. Ma io gli dissi:

<Non preoccuparti…ma voglio che tu rimanga qui…>

Legolas mi osservò per qualche istante, smarrito, e poi abbassò il capo.

 

§ Aragorn §

 

<Cosa avevi intenzione di fare!?>tuonò Haldir non appena rimanemmo soli in una raduna poco distante.

<Nulla…non gli ho fatto nulla di…>borbottai guardandolo con nervosismo, ma lui non vi diede peso e mi interruppe:

<Stavate dormendo abbracciati!>

<Anche tu lo fai mi sembra…>risposi con un tono di sufficienza. Non riuscivo a capire il motivo di tutta questa gelosia.

<Non puoi paragonare il rapporto mio e di Legolas con il tuo!>ribattè lui fulminandomi con lo sguardo.

<Perché? Quale sarebbe il vostro rapporto?>chiesi allora deciso a farla finita. Dovevo sapere cosa c’era tra loro due o non ne sarei mai venuto a capo!

Rimase in silenzio, abbassando lo sguardo.

<Amici?>chiesi.

<No…noi…>mormorò lui, quasi in imbarazzo.

<Fratelli?>

<No…>

<Amanti?>a quella parola Haldir avvampò guardandomi con odio e mormorando tra i denti:

<Taci!>

Calò un silenzio carico di rabbia e poco dopo dissi con voce neutra.

<Lo ami.>

Lo sapevo. Lo sapevamo entrambi.

<Si…io lo amo…>sussurrò, quasi sconfitto<…e mi sono sempre ripromesso di proteggerlo da tutti…anche da me stesso se necessario…e di non farlo mai più soffrire da quando…>si interruppe di colpo.

<Da quando…cosa?>chiesi guardandolo con lo sguardo interrogativo<Haldir…cosa è successo a Legolas?>

<Lui… ha dovuto sopportare strazi che in tenera età distruggono Aragorn… distruggono lo spirito…il cuore…il corpo…>lo guardai ancora più confuso…cosa voleva dire? Mi guardò e continuò con voce addolorata:

<Lui…lui è stato picchiato, insultato, incolpato, odiato…da suo padre…dall’unica persona che non avrebbe mai dovuto fare nulla di tutto ciò! Suo padre! E’ cresciuto sentendosi ripetere ‘assassino’…>

<Assassino?>sussurrai allibito.

<Il padre lo incolpò ingiustamente della morte della propria moglie…ha dovuto vivere con la consapevolezza di essere detestato! Quando ciò che chiedeva era solo amore…e poi…>

Haldir si interruppe ,passandosi una mano sul volto. Percepii stanchezza…e dolore in quel semplice gesto.

<Haldir…cosa è successo ancora?>

Lui scosse la testa, sospirando, ma io ripetei, quasi disperato .

<Haldir! Ti prego…>Dovevo sapere…capire!

<…era poco più di un bimbo…e…e l’hanno preso con la forza…hanno giocato con il suo corpo…>

Fu come se la testa mi rintronasse.

<Stai scherzando, vero?? Dimmi che è uno scherzo Haldir!> balbettai mentre sentivo il respiro accelerare e lui continuò:

<Puoi immaginare la paura che deve aver provato Legolas in quel momento? Così piccolo, così innocente…riesci a immaginare delle mani perverse e crudeli,desiderose solo di far del male,profanare quel corpo?Le vedi?Le senti le urla…la vergogna…la paura…puoi sentirle?!>

Ero rimasto senza parole.

Ripensai al viso di Legolas, così dolce…

<Aver passato una vita intera con lui e non essere stato capace di proteggerlo…hai idea di che vuol dire aver impresso a fuoco nella tua mente degli occhi innocenti come i suoi colmi di terrore?…tu non sai cosa vuol dire vederlo chiudersi in sé stesso ogni giorno di più…guardare inerme le sue lacrime con la consapevolezza di non poterle asciugare….non sai cosa si possa provare stringendo a sé quel corpo tremante e non riuscire a confortarlo…non sai cosa significa vederlo piangere di nascosto…non sai cosa vuol dire non vedere più il suo sorriso illuminarti l’esistenza…tu non sai cosa vuol dire amarlo, Aragorn!!>

Concluse mentre quasi tremava dalla rabbia.

<E’ per questo che non permetto che nessuno si avvicini più a lui…>aggiunse pochi istanti dopo.

<Io lo amo Haldir…>mormorai prima di rendermi conto di cosa stessi dicendo…

Ma era vero…lo amavo…quella creatura mi aveva coinvolto troppo…

<Lo amo e non posso e non voglio evitarlo! Mi spiace Haldir, ma io voglio Legolas…>

Haldir mi guardò. Ma non con odio…

Se possibile, credo che in quegli occhi ci fosse qualcosa peggiore dell’odio…

 

§ Legolas §

 

Avevo seguito Haldir e Aragorn per paura che la discussione sfociasse in una lite. Per un po’ mi limitai ad osservarli da lontano, assicurandomi solo che non venissero alle mani. Ma poi, avevo visto che la discussione di era fatta più animata, così mi avvicinai poco a  poco ,nascondendomi dietro gli alberi. Appena arrivai dietro una quercia mi accovacciai tra le sue radici e mi misi ad ascoltare con il cuore che mi batteva forte…che cosa avrebbe detto Haldir? E Aragorn? Cosa stava succedendo?

<…era poco più di un bimbo…l’hanno preso con la forza…hanno giocato con il suo corpo…>

La voce di Haldir mi fece mozzare il respiro….

Come poteva essere?!…Haldir sapeva… Che gli abbia detto qualcosa Elrond? No…impossibile…ma allora…come era potuto accadere?!

E soprattutto…per quale assurda ragione lo stava dicendo ad Aragorn??

<…stai scherzando, vero?? Dimmi che è uno scherzo Haldir!>sentii rispondere . Mi alzai di scatto, come se fossi sotto qualche incantesimo e iniziai a correre sempre più veloce…volevo allontanarmi…volevo sparire…

La voce di Aragorn mi colpì come uno schiaffo. Era…disgustato…

Provava ribrezzo per me….

‘…anche la persona che amerai ti disprezzerà se lo verrà a sapere…’

Ti disprezzerà…’

Oh no…non le lacrime adesso…

‘Stai scherzando??’

Un dolore mi attanagliò lo stomaco…

‘Ti disprezzerà…proverà disgusto nel solo vederti…’

Disperazione.

‘Dimmi che è uno scherzo…’

Correndo arrivai alla sorgente, poggiai le mani sulle gambe e mi piegai in avanti per riprendere fiato. Non riuscii a reprimere un singhiozzo e mi lascia scivolare a terra sulle ginocchia…le lacrime mi offuscavano la vista…i palmi delle mani mi sanguinavano per quanto forte vi avevo piantato le unghie…

Mi ero reso conto per la prima volta in vita mia di amare qualcuno…

 

§ Haldir §

 

Mi allontanai da Aragorn furioso e deciso a convincere Legolas a non avvicinarsi più a quel mortale.

Quell’uomo aveva portato solo guai…

Trovai Legolas inginocchiato vicino alla sorgente, sorrisi al pensiero di trovarlo lì…mi piaceva guardarlo quando si faceva il bagno, ovviamente quando ero sicuro che lui non se né accorgesse…ma non potevo farne a meno…avevo passato decenni a fantasticare sul suo corpo, sul suo candore, sulla sua dolcezza e sul suo calore…

Appena mi avvicinai però, vidi che le spalle gli tremavano violentemente.

<Legolas…>sussurrai sfiorandogli una spalla. Lui appena udì la mia voce si alzò di scatto e si allontanò da me.

Mi rivolse uno sguardo di fuoco, mentre le lacrime gli solcavano il viso reso ancora più pallido dalla rabbia…

<Cosa c’è?>sussurrai avvicinandomi, ma Legolas si allontanò di nuovo di qualche passo, scuotendo la testa e sibilando:

<Stammi lontano…non avvicinarti…>

Una scossa di dolore mi attraversò il corpo…aveva lo stesso sguardo di quando lo trovai a Rivendell, solo che ora, oltre al dolore c’era anche astio…

<Legolas…calmati…>dissi lentamente e tendendogli le mani<…dimmi che ti è successo…>

<Come fai a saperlo?!>gridò lui con tutta la voce che aveva in corpo.

<Cosa?>chiesi sinceramente…non capivo di che stesse parlando.

<Come hai fatto?!! Perché glielo hai detto?! Perché?!>

<Legolas, ma…>

<Tu sapevi di quello che mi era successo a Rivendell! Sapevi che qualcuno mi prese con la forza! Sapevi! E l’hai detto ad Aragorn!!>

Era questo…aveva sentito tutto allora...

< Dimmi come è possibile che tu l’abbia saputo! Come?!!>

<Io…io l’ho letto nei tuoi pensieri…>sussurrai incapace di mentirgli oltre.

L’avevo tradito, lo so…ho fatto qualcosa di ignobile…

E lui lo sapeva fin troppo bene…. mi guardò con gli occhi spalancati e mormorò:

<Cosa…?>il suo viso assunse un’espressione di pura incredulità.<Com’è possibile?…quando…come?>

<…mentre stavi dormendo…>aggiunsi avvilito, in un bisbiglio.

All’incredulità si sostituì la delusione. Mi osservava scuotendo lentamente la testa e io risposi con foga:

<Non avrei dovuto ,lo so…ma tu ti agitavi nel sonno…piangevi e…>

<Come hai potuto!>gridò lui interrompendomi<Come?!!Io…mi fidavo di te!>

<Legolas…non fare così…>sussurrai mentre il respiro mi usciva quasi a fatica.

<Tu…ti rendi conto di cosa hai fatto?! Hai violato il mio animo !La mia mente! Il più intimo dei miei segreti!!>

<Perdonami…>ripetei abbassando il volto.

<Perché?!>

Non risposi.

<Perché glielo hai detto??>

Continuai a tacere.

<Perché?!!>

Legolas batté i pugni sul mio petto e sbattendomi contro un albero mi sussurrò sulle labbra:

<Perché l’hai detto ad Aragorn?>

Posai gli occhi su quelle labbra che tanto a lungo avevo agognato e sussurrai sfinito:

<Perché…ti amo…>

Mi guardò stupito e io, approfittando della sua distrazione, lo presi per le spalle e invertii le posizioni. Premetti con forza le mie labbra sulle sue. Lui alzò le braccia per spingermi via, ma io gli presi entrambi i polsi e glieli bloccai sopra la testa.

<Ti amo, Legolas…>sussurrai allontanando il mio volto dal suo.

Lui rimase in silenzio, poi abbassando lo sguardo sogghignò:

<… ‘Ti amo’…si dice così adesso?>

<E’ la verità…>sussurrai in ansia.

<Strano modo per dimostrarmelo ,non credi?>ribattè lui con lo sguardo acceso d’ira.

<Io…>

<Come puoi dire di amarmi?! Secondo che cosa?!…non me lo hai mai detto! In centinaia d’anni non me lo hai mai detto! Mai! Perché ora?!! Vuoi farti gioco di me ,Haldir? E’ questo che vuoi?>

<No…no…>mormorai scuotendo la testa…non volevo arrivare a quello.<Ti prego…non arrabbiarti…>

Si sciolse dalla mia presa e mi diede le spalle, tremando di rabbia.

<Legolas…>mormorai prendendogli delicatamente un polso per farlo girare verso di me.

<Lasciami!!!!>

Non lo vidi arrivare ma l’impatto della sua mano sul mio viso lo avvertii come una frustata. Rimasi talmente turbato che non mi portai nemmeno la mano sulla guancia, che cominciava a scottare sempre di più.

Lo guardai mentre le lacrime gli traboccavano dagli occhi, le labbra gli tremavano,

<Io…ti odio!! Ti odio! Io ti odio!>gridò.

E corse via, sparendo nel fitto della foresta.

Ti odio

Una folata di aria gelida mi avrebbe fatto provare meno freddo…

Ti odio

Una pugnalata mi avrebbe fatto soffrire di meno…

Ti odio

Le sue lacrime…

Perché consideri così importante quell’uomo?

Perché non lo sono anche io?

Non ti ho potuto proteggere, lo so, ma non gridarmi che mi odinon tu…no, ti prego…

Chiusi gli occhi e mi portai una mano sulla guancia. Bruciava ancora.

Avevo rimproverato Aragorn di non desiderare qualcosa che non gli era possibile ottenere…avrei dovuto accorgermene anche io che per me era lo stesso…

 

                                                                                          ***