.|. The Night Before You Die .|.

 

1. Lettera di Aragorn

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Mia cara Arwen.

In questo momento siedo nella fortezza di Helm.

Fra poche ore saranno qui. Gli Uruk-hai. E la battaglia avrà inizio.

Non ho speranze, Arwen.

Ed è per questo che sono qui a scriverti questa lettera.

Nel momento in cui la leggerai, qui sarà comunque tutto finito. Nel bene o nel male. E mi conforta sapere che, in ogni modo, tutto questo passerà. Che io lo voglia o no, qualunque cosa accada, qualunque fazione vinca, passerà. Sarà finito, domattina all’alba. Prego gli dei di poter essere lì per vederla.

Ma tu, già. Tu non sai nulla di tutto questo. Tu sarai sorpresa quando apprenderai che qui c’è stata una battaglia.

Tu rimarrai a struggerti nel tuo palazzo a Gramburrone domandandoti come sarà andata a finire, se ci rivedremo e ci ameremo per sempre, eccetera, eccetera.

Tu non sei qui con me, Arwen. Né ti chiederei mai di esserlo.

Da qui, non so chi ritornerà. E mai mi augurerei qualcosa di male, per te.

Ma voglio che tu sappia che, se anche io dovessi sopravvivere, se anche io dovessi tornare… nulla sarebbe più come prima. Nulla.

Perché tu non sai.

Tu non puoi sapere.

Tu non sai quanto ho visto e fatto e sofferto e sperato e lottato… Dei. È ingiusto questo mio risentimento nei tuoi confronti, ma io… io ho paura. Io non so se vedrò l’alba di domani. Nessuno di noi lo sa, nessuno di noi ci crede.

Ed in tutto questo, nel buio e nella paura, io…

Sto piangendo, Arwen. Sto piangendo qui, seduto a questo scrittoio, vicino a questa candela. Sto piangendo e la mia mano trema mentre scrivo.

C’è qualcosa che devo dirti.

Arwen. Io tremo al pensiero di ciò che potrebbe succedere. So che noi morremo. Noi tutti morremo, probabilmente. Ma non è questo che mi tormenta.

È solo ora che me ne accorgo, Arwen… non accusarmi di averti mentito, di averti ingannata, non è così, io non l’ho voluto. È solo ora che me ne rendo conto, solo ora… ora, ad un respiro dalla morte, io tremo e singhiozzo perché non sono in grado… non sono in grado di salvarlo, Arwen, con tutta la mia abilità e spavalderia non posso fare niente, è condannato come tutti noi ed io non posso fare assolutamente nulla per proteggerlo, nulla è in mio potere per salvare la sua vita, ed io non voglio che muoia, non voglio… farei qualunque cosa, commetterei qualsiasi bassezza pur di assicurarmi la sua salvezza.

Non sopravviveremo a domani. Non ce la faremo. Non possiamo farcela. Ed io non posso fare nulla per salvarlo.

Ho provato a convincerlo. Ho provato, l’ho supplicato di andarsene, di fuggire, di sopravvivere almeno lui, per non sprecare qui la sua immortalità, per sé stesso, per… per me…

Oh, Valar…

Scusami, ti prego… ma comprendi lo sfogo di un uomo che fronteggia la morte, che siede aspettando la morte che dovrà sfidare a duello.

La mia spada sarà sicura, ed il mio scudo robusto. Ma non per me.

Io darò la vita, se necessario, per proteggerlo.

Per proteggere Legolas.

Perché io lo amo.

Lo amo, Arwen. Non è il delirio di un uomo morente. È che questi momenti di disperazione, questi momenti in cui scrivo la fine della mia vita, sono i più intensi che io abbia mai affrontato. E lui è con me. Ed è grazie a lui se non ho ceduto alla disperazione mesi fa. Grazie a ciò che mi donava con uno sguardo soltanto.

Ma non pensare che sarebbe stato lo stesso con chiunque altro.

Lo amo perché è  a questo che la mia vita era destinata, fin dal suo principio.

Ora capisco che il nostro amore, sussurrato nei felici giardini di Gramburrone, era un’illusione. Un sogno. Un sogno insulso. Un sogno falso.

Non era quella la realtà, Arwen.

Ho avuto paura di entrare nella vita, di scoprire cosa il mondo aveva in serbo per me… cosa il mondo era.

Ed ora lo so.

E avrei così tanto ancora da imparare, vedere, sentire… e, se solo mi fosse concesso di sopravvivere a questa battaglia, lo farei. Vorrei farlo.

Con lui al mio fianco.

Questa è una lettera d’addio, Arwen.

Se anche ci rivedremo, vorrei che tu dimenticassi il giardino fasullo che è esistito per noi due.

È ora di affrontare la vita anche per te, Arwen.

Io ho capito che è questo che voglio. È lui che voglio. È per lui che respiro. È per lui che morirò, domani, se sarà necessario. Per proteggere lui, e lui solo.

Se almeno lui dovesse tornare, vorrei che tu… lo so che è chiederti molto, ma ti prego. In nome di ciò che è stato. Esaudisci il desiderio di un guerriero. Di un guerriero giunto alla fine.

Vorrei che tu semplicemente lo conducessi con te. Con te, nel tuo viaggio oltre il mare.

Vorrei che tu lo conducessi dove potrebbe ritrovare una nuova vita. Dove potrebbe dimenticarsi di me, di noi tutti, di questo sangue, di questa stessa terra per la cui salvezza morremo tra breve.

Non odiarlo, Arwen.

Ha tentato di non cedere. Ha tentato, per te. Entrambi abbiamo tentato.

Non siamo stati capaci. Non sarebbe stato giusto.

Nonostante questo, non è successo nulla, tra noi. Qualche fuggevole, disperato sguardo. Qualche abbraccio spasmodico. Brevi parole, sussurrate a fatica, timorose, angosciate. Quanto tempo perso.

Ma ora tempo non ne ho più.

Ora andrò da lui, Arwen. Andrò da lui, e gli dirò tutto. Parlerò chiaro. Perché non è più tempo di indugiare, di crearsi problemi, scrupoli, imbarazzi. Non c’è più tempo.

Andrò da lui, e ci sarà a malapena tempo per la verità. Non aggiungerò altri secondi a tutti quelli che ho già sprecato.

E piango, Arwen, piango perché ho capito tutto questo solo ora, solo ora che è la fine. Solo ora.

Piango perché, qualunque cosa succeda, morirò prima ancora che se ne formi il ricordo. La dimenticherò. La perderò.

Andrò da lui, e faremo l’amore.

Anche se è facile, ora scrivendo su questa pergamena, decidere cosa farò. E' facile, mentre questa candela mi illumina appena, credere di avere potere su me stesso e le mie decisioni. In verità, non so cosa farò. Non so se sarò capace di tenere fede al mio progetto. Sono un uomo - solo un uomo. E la mia volontà è debole. Lo è stata sempre, dall'alba dei tempi.

Prego tutti gli dei… prego tutti gli dei perché lo proteggano, e lo traggano in salvo da questa ennesima lotta… Perché devo capirlo solo ora? Perché ora, ora che tutto sta per giungere ad una conclusione?

Non voglio morire.

Non voglio che lui muoia.

Non ora che finalmente ci siamo trovati… non ora… non ora…

Non c’è più tempo…

Perché?

Perché?

Perché…

 

Addio, Arwen.

 

Aragorn