.|. La Lettera .|. by Elwing In una grigia mattina autunnale il principe di Bosco Atro riceve una lettera: viene da Gondor, e contiene l'addio struggente di un amore impossibile, il suo unico amore: un uomo mortale, Re fiero e coraggioso che aveva trascorso l'intera esistenza dedicandosi al suo regno, rinunciando alla proprio felicità. Le sue ultime parole contengono una richiesta, che Legolas legge fra le lacrime... di vivere l'eternità anche per lui. Drammatico/Sentimentale | Slash | Rating PG | One Piece | Commenta - Leggi i Commenti |
“ Nella notte
lontana dove gli antichi
si disperdono nacque una voce
calda e distante. O dolce
vita, O dolce
morte, entrambe cullano
gli esseri nel loro grembo. Nel cielo,
brillar Si vedono le
stelle Ed oggi nei loro
occhi si vedono riflettere . Due occhi
d’amanti, ricchi di
speranze, interrotti dal
fato errante, fato ingiusto e
straziante che toglie agli
amanti le dolci speranze.” 3
Ottobre <….
Inizia il mese autunnale e con esso finisce la mia vita…. ….Ti
saluto mio eterno amore, Dai Valar io ti
sorveglio…> Così concluse
scrivendo un uomo stanco e malato, da troppo tempo. La sua bellezza
non era stata intaccata dalla sofferenza e dal dolore, e nei suoi occhi
brillavano ancora le antiche stelle. Si alzò incerto dalla sua
sedia ed indossò il suo sdrucito mantello. Nella notte si incamminò
da solo, e giunto al suo fido bianco cavallo, gli affidò una lettera: “
Portala a colui che ti cedette a ma tanti anni addietro. Amalo e
proteggilo come avrei fatto io”. Il bianco cavallo
sembrava ascoltarlo, d’improvviso si impennò e cavalcò via nella
notte. “ Domani, domani tu ti
alzerai e vivrai. Vivi il mio ricordo. Vivi la mia vita ormai terminata.”
E detto ciò si incamminò nella nebbia abbandonandosi al suo
destino. Il mattino si alzò
grigio, e la rugiada bagnava le foglie e gli alberi. Ad un tratto, nel
silenzio, un nitrito. Struggente, Dolorante. Il giovane addormentato
si alzò di sobbalzo nel letto, incuriosito si diresse silenziosamente alla
finestra e vide quel cavallo da lui conosciuto. Sorpreso, non si vestì
neanche e con la sua candida veste da notte scese di fretta dal suo
palazzo, e corse verso il destriero a piedi nudi sulla umida
terra. “ …Êl…” sussurrò
allibito, gli occhi erano sorpresi ma allo stesso tempo impauriti,
terrorizzati di sapere la verità. Perché il dolce cavallo era li? Lo aveva
donato al suo grande amore in suo ricordo. Mentre il giovane gli
accarezzava la lunga criniera argentea, vide una faretra di cuoio
finemente e regalmente intagliata appesa al collo del cavallo, l’afferrò
ed al suo interno vi scoprì una freccia di legno dal pennacchio azzurro,
alla quale era legata una lettera tramite un filo rosso di raso. Nessuna
intestazione, nessun mittente. Afferrò la leggiadra
faretra, sistemò il cavallo nella sua regale stalla, salì di corsa le
scale del palazzo ancora addormentato, e giunse alla sua scrivania. Accese
le svariate candele sul suo tavolo, estrasse la freccia, slegò la lettera
e trasse il respiro mentre teneva tra le mani tremanti quella lettera
bianca. L’aprì lentamente ed estrasse un foglio scritto a mano con un nero
inchiostro: la scrittura perfetta narrava così: <
3 Ottobre. Caro
Legolas…. Da
troppo tempo non ti ho visto. Molte
volte mi ero promesso e giurato che sarei venuto da te per un’ultima
volta, per vedere di nuovo il tuo volto, che solo in sogno riesco a
ricordare. Ma non potrò far fede alla mia promessa di
rivederti. Adesso
ti sognerò in eterno.> Una lacrima rigò il volto
dell’elfo, non aveva il coraggio di leggere oltre, ma a costo di
distruggersi il suo cuore avrebbe ascoltato fino alla fine le parole del
suo amore. <
Non è passato un giorno senza che io ti pensassi intensamente, e questo mi
fa sentire in colpa nei confronti della mia sposa e regina. Amore
lontano e distante, unica speranza che guida la mia vita. Non
voglio risultare a te noioso, non voglio farti perdere altro tempo della
tua vita così lunga ed interminabile. Volevo solo dirti quanto mi manchi e
mi sei mancato; volevo solo dirti quanto ti amo e ti ho amato, dalla prima
volta che i tuoi tristi occhi di immortale mi hanno guardato. Quel
primo bacio che ci scambiammo sulle rive di Lothlorien e del suo argenteo
fiume, al chiaro della luna, mentre tutti erano avvolti nel caldo
sonno. Non
dimenticherò mai quei momenti, e spero che anche te non mi abbia del tutto
dimenticato: vorrei essere ancora lì, in fondo al tuo cuore. Il
destino non poteva coronare il nostro amore e l’ ha condannato, alla
sofferenza, al travaglio, alla lontananza. Oh
mio dolce amore, ormai è giunto il tramonto sopra il mio cuore, stanco
ormai fatico a scrivere questi ultimi pensieri. Ti
prego vivi ancora, vivi per me, vivi la vita che avrei voluto proseguire.
Vivi…. vivi… Inizia
il mese autunnale e con esso finisce la mia vita…sarò seppellito a condor,
dove i miei avi già riposano. Sarà una breve cerimonia intima il sei di
Ottobre. Se
vuoi partecipare ne sarò lieto e col mio spirito consolerò il tuo animo
fragile e sensibile. Ti
saluto mio eterno Amore. Dai
Valar io ti sorveglio. Ricordati di me, Please Remember me…
Mae Govannen. Addio.
Aragorn. > Un lungo silenzio
imperversò nella stanza. Gli occhi di Legolas
continuavano a fissare la lettera bagnata di lacrime, fissi,
spenti… E d’un tratto scoppiò in
un lungo singhiozzo straziante. Si mise in viaggio di
primo pomeriggio, mentre tutti erano a caccia, senza luce nel volto, senza
salutare nessuno, e così cavalcò per due giorni fino ad arrivare a Gondor
in tempo. Il suo cavallo lo guidò
al luogo di sepoltura e lui cavalcò senza vita fino a lì. In mezzo ad un piccolo
bosco sotto le fronde ombrose di un alto Salice Piangente in riva ad un
laghetto. “ Bel luogo” sorrise
tristemente Legolas. Rimase in groppa al suo
bianco cavallo per tutta la funzione, alle spalle degli invitati, alle
spalle di sua moglie Arwen ed i suoi figli, alle spalle dei suoi sudditi
più fedeli, rimase Legolas all’oscuro negli alberi. Solo, triste,
sconsolato. Solo Arwen, la sposa,
alla fine si voltò, gli sorrise e lo baciò sulla fronte, :” Grazie, grazie
di esser venuto..” disse lei tra le lacrime e se ne andò. Rimase da solo davanti
alla tomba. Piangendo scese da
cavallo e si accovacciò sulla dura pietra… Così vi rimase da solo
per giorni stravolto. Cacciava nel boschetto
adiacente il sepolcro, mangiava, bevevo e riposava sulle sponde del
laghetto. Da solo. Nessuno dei suoi cari e
dei suoi amici seppe più nulla di lui. Scomparve quel pomeriggio
nebbioso di ottobre da solo col suo cavallo e non fece mai più ritorno a
Mirkwood. Visse da solo sulla
pietra dell’amato per anni finché non decise che il suo tempo era
giunto. Stanco si incamminò da
solo per luoghi lontani e sconosciuti, lasciando dietro di se un canto, un
canto triste e speranzoso che narrava del suo eterno amore… Giunse così alla fine
alle Terre Imperiture, qui poteva finalmente riposare senza più
soffrire. E qui con sua grande
sorpresa incontrò il suo lui, l’unico uomo tra Elfi, e con lui
rimase, Per sempre. |