.|. Il Signore delle Palle - Le Due Palle .|.

by Egle & Elivi

Un piccolo hobbit, di nome Frodo Baggins, si svegliò di soprassalto, respirando affannosamente.
Sam, al suo fianco, si levò per soccorrerlo.
"Che succede, padron Frodo?"
L'hobbit si volse verso Sam e lo guardò allucinato.
"Oddio! Allora non era solo un brutto sogno!" e si ributtò a terra, coprendosi la testa con le mani, cantandosi una canzoncina infantile per calmarsi... la seconda parte di questa atipica Saga!

Comico/Humor | Slash e non! :D | Rating PG-13 | One Piece / prima parte online!

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Introduzione alla lettura

Il Signore delle Palle - Le due palle - The story so far…

Niente da aggiungere alla primissima introduzione già redatta nel primo capitolo della saga: "la compagnia delle palle". La storia continua e noi siamo orgogliose di presentarvela in tutta il suo sfavillante splendore.

Avvertenze

Nella storia sono presenti molti, molti riferimenti di natura sessuale, molte, molte parolacce e situazioni… ambigue, quindi sconsigliamo la lettura:
- A un pubblico troppo giovane o particolarmente sensibile.
- A persone gay, sia di un sesso che dell'altro, che non hanno senso dell'umorismo
- A fan di Viggo Mortensen che non hanno senso dell'umorismo
- A fan di Aragorn che non hanno senso dell'umorismo
- A fan di Legolas che non hanno senso dell'umorismo
- A chi si fuma gli Ent e non ha senso dell'umorismo
- A fan di Frodo che non hanno senso dell'umorismo
- A fan di Gollum che non hanno senso dell'umorismo
- A fan di Andy Serkins che non hanno senso dell'umorismo
- A fan di chi ha multiple personalità e non hanno (le personalità) senso dell'umorismo

Particolarmente consigliata a:
- fan de Il Signore degli Anelli con senso dell'umorismo
- fan de La Compagnia delle Palle
- fan di Boromir
- fan di Eomer
- fan di Merry e Pipino
- fan dell'erba pipa
- fan di Gandalf

IL SIGNORE DELLE PALLE

Il sole riluceva sulle vette innevate, il silenzio di quelle altezze era però interrotto da voci lontane.
"Tu non puoi passare! Sono un servitore del Fuoco Segreto e reggo la Fiamma di Anor… e sono dichiaratamente gay… ritorna nell'ombra…"
"Secondo voi che cavolo sta facendo?"
"Il fuoco oscuro non ti servirà a nulla Fiamma di Udul… tu non puoi passare"
Gandalf sorrise soddisfatto e stava per tornare verso la Compagnia, quando inciampò nei suoi stessi piedi e cadde nel vuoto.
"Visitate il mio sito: www.gandalfilgrigio.me" gridò precipitando nel baratro.
"Gandalf, non abbiamo capito! Ripeti" urlò Frodo di rimando.
"Visitate il mio sito: www.gandalfilgrig..."
Ma le sue parole si persero nella vastità delle grotte di Moria.
"GANDALF NOOOOOOOOOO" gridò Frodo disperato, ma Boromir gli impedì di seguire lo stregone nell'abisso.
Lo stregone precipitò per chilometri e chilometri inseguendo un mostro che non esisteva, del tutto ignaro fosse frutto della sua fantasia malata più un consistente aiuto del potente allucinogeno versato da Pipino nella sua pipa. Poco prima di toccare terra l'effetto però svanì. Gandalf, convinto di vincere la battaglia, si trovò improvvisamente solo e, vedendo il suolo avvicinarsi, cominciò ad avvertire una fitta di preoccupazione.
"Oh, oh" disse.

A qualche miglio di distanza un piccolo hobbit, di nome Frodo Baggins, si svegliava di soprassalto, respirando affannosamente.
Sam, al suo fianco, si levò per soccorrerlo.
"Che succede, padron Frodo?"
L'hobbit si volse verso Sam e lo guardò allucinato.
"Oddio! Allora non era solo un brutto sogno!" e si ributtò a terra, coprendosi la testa con le mani, cantandosi una canzoncina infantile per calmarsi.


LE DUE PALLE

I due Hobbit dovevano ancora raggiungere Mordor, era qualche giorno che camminavano e alla fine Frodo si era lasciato convincere da Sam ad usare una cordicella all'apparenza fragilina per scendere giù da un ripido pendio.
"Riuscite a vedere il fondo?" urlò Sam qualche metro sopra di lui, tentando di sporgersi per assicurarsi che il suo padrone stesse bene.
"No! L'unico fondo che riesco a vedere è il tuo sederone!"
"E… vi piace?" domandò Sam con un fremito carico di aspettative nelle voce.
Frodo represse un'esclamazione schifata.
"Continua a scendere e zitto…!"
Dopo qualche secondo Sam parlò di nuovo.
"Guardate di fianco a voi padron Frodo, non è un uomo quello che sta salendo su per la parete?"
Frodo si volse di malavoglia e guardò alla sua sinistra.
Un uomo in free climbing risaliva la roccia a mani nude.
"Manolo… no limits!" esclamò Frodo accennando un saluto che l'uomo si vide costretto a ricambiare. In montagna, che si salga o che si scenda, ci si saluta sempre tutti.
Staccò entrambe le mani dalla parete per salutare ma quello fu l'ultimo errore per Manolo.
Cadde dalla parete con un grido strozzato.
Frodo lo osservò cadere sul fondo commentando: "Manolo… limits!"
"O porco…" esclamò di nuovo Sam, dopo qualche secondo.
"Che c'è ancora?!"
"Prendetela, prendete quella scatolina!"
"Che scatolina?"
"Quella che vi sta passando di fianco proprio in questo momento!"
Frodo osservò la scatolina cadere, poco propenso a lasciare la presa sicura alla corda per prendere la stupida scatolina di Sam, almeno fino a che l'hobbit non specificò il suo contenuto: "E' il vostro Prozac!"
Frodo lasciò la corda e si fiondò senza indugio alcuno a recuperare il suo prezioso medicinale, precipitando nel vuoto.
"Padron Frodooooooooooooooo! Padron Frodo rispondete!" gridò Sam disperato, già sull'orlo delle lacrime. "Il padron Frodo è morto senza sapere che io lo amav…!"
"Sam, credo di aver trovato il fondo!" esclamò una voce appena sotto di lui.
"Padron Frodo? Ma allora siete vivo! Oh che gioia, sono ancora in tempo per dirvi che io vi a…"
"Ma anche NO!" lo interruppe Frodo brusco. "Valar aiutatemi, ma quando arriva Gollum a fare da terzo incomodo?" esclamò lacrimevole sfogliando il copione per cercare il punto in cui la creatura avrebbe fatto la sua comparsa.

Dopo alcune ore di cammino i due hobbit raggiunsero il culmine di un pendio e da lontano riuscivano a vedere le oscure vette di Mordor.
"Mordor! Il solo posto della terra di mezzo che non vogliamo vedere da vicino, ed è il solo posto che cerchiamo di raggiungere… e che non riusciamo a raggiungere. E' la verità padron Frodo, ci siamo persi. Gandalf non voleva che prendessimo questa via!"
"Non voleva che accedessero molte cose Sam!" esclamò Frodo guardandolo con sguardo eloquente "Ma sono accadute."
Improvvisamente Frodo fu preso da convulsioni e Sam lo scrutò con sguardo preoccupato.
"Padron Frodo! Sono le palle vero?"
L'hobbit si mise una mano sui maroni.
"Le palle di Draco…" specificò allora Sam.
"Diventano sempre più pesanti… senza parlare per eufemismi direi proprio che ne ho le palle piene!" bevve una lunga sorsata di acqua, accompagnandola con una massiccia dose di Prozac poi si voltò verso Sam, che nel frattempo si era seduto al suo fianco.
"Di cibo cosa è rimasto?"
Sam estrasse un po' di Lembas.
"Non pensavo Merry e Pipino ne avessero lasciato ancora in giro!" si illuminò Frodo.
"Non se non sai come convincerli!" rispose Sam sibillino, lanciando un sorriso storto a Frodo che si costrinse ad ingollare un'altra pasticca.

I due Hobbit continuarono il loro viaggio sui fianchi rocciosi delle montagne, seguiti da un'oscura e malevola presenza.
"Questo posto mi sembra familiare" disse Sam, appoggiandosi a un masso per non cadere, mentre la nebbia avvolgeva i loro corpi, mandando a ramengo anche il minimo sentore d'orientamento che possedevano.
"Perché ci siamo già passati. Stiamo girando in tondo" rispose Frodo, con sguardo assente.
"Ah che cos'è questo tanfo? Ci dev'essere una palude fetida! Sentite che odore?" proruppe Sam disgustato. Nascosto tra le rocce Gollum si annusò le ascelle, ritraendosi poi schifato.
"Andiamo sopravento tessssoro" disse, strisciando in un luogo da cui non poteva emanare la sua puzza fino agli Hobbit.
"Lo sento" mormorò Frodo, portandosi a fianco di Sam
"Davvero?" ansimò eccitato il giardiniere facendosi più vicino.
"Non siamo soli" continuò il portatore delle Palle ritraendosi spaventato.
"Ah" esclamò sconsolato Sam, allontanandosi con la coda fra le gambe.
"Evvai" sussurrò Frodo, mentre un guizzo di felicità gli illuminava gli occhi. Per un po' non avrebbe avuto bisogno del Prozac…

Lentamente calò la notte e i due Hobbit si accamparono al riparo di una parete rocciosa, inconsapevoli degli occhi azzurri che li fissavano.
"Sam, stai dormendo?"chiese Frodo, insospettito dai pesanti rantoli che provenivano dal suo compagno… di viaggio.
"Ehm… padron Frodo… ditemi che mi volete bene…" mugugnò Sam, abbioccato. Frodo trasalì, prima di immergersi maggiormente nel suo mantello e tentare di appisolarsi.
"I ladri! Quegli sporchi piccoli ladri. Dov'è? Dov'è? Ce lo hanno tolto… rubato. Il mio tessssoro" sibilò Gollum, strisciando verso di loro dalla parete rocciosa "Maledetti! Noi li odiamo. E' nostro e lo vogliamo" disse, quando Sam e Frodo balzarono in piedi in simultanea.
"Sapessi come lo voglio io" rispose l'Hobbit grasso, afferrando la creatura per le braccia e accorgendosi solo in quel momento che Gollum indossava un misero tanga, che metteva in risalto le chiappe ingrigite.
"Che schifo" esclamò mollando la presa. Gollum ne approfittò per saltare addosso a Frodo facendo per artigliargli i maroni.
"Le palle di Draco sono più in alto" ringhiò l'Hobbit allontanando le mani della creatura dal suo inguine.
"Ah già" disse Gollum, riprendendo a lottare con Frodo, finchè Sam non corse in aiuto del suo padrone, trascinando all'indietro insieme alla creatura, che però ebbe sorprendentemente la meglio, asfissiandolo con il tanfo delle sue ascelle.
"Lascialo o ti taglio la gola" ringhiò Frodo minacciando Gollum con la spada. Gollum si vide costretto ad arrendersi.
"Padron Frodo, mi avete salvato" esclamò Sam tutto gongolante.
"Lo so" mormorò Frodo, rinfoderando Pungolo
"Avrebbe potuto uccidermi"
"So anche questo"
"E avreste dovuto continuare il viaggio senza di me! Chi si sarebbe preso cura di voi?"
Il portatore delle palle chinò la testa sconsolato, coprendosi gli occhi con una mano e biascicando un "dannato copione!".
"Padron Frodo, non fate così! Guardatemi! Sto bene! Non sono ferito" gli disse Sam incoraggiante, circondandogli le spalle con un braccio.
"Appunto" mormorò l'Hobbit dai capelli ricci
"Ehm ssssscusssate… posssssiamo andare avanti nella ssscena? Tesssoro…" s'intromise Gollum, alzando un dito per attirare l'attenzione dei due.
Sam gli lanciò un'occhiataccia, prima di legargli la corda intorno al collo.
"Andiamo Fido"disse , dando uno strattone alla corda per farlo camminare.
"Noooo! Brucia l'hanno fatta quei maledettissssimi elfi. Toglicela"
"Zitto tu! E' inutile! Tutti gli orchi di Mordor sentiranno questo chiasso. Leghiamolo e lasciamolo qui"
"NO!" esclamarono contemporaneamente Gollum e Frodo.
"Voglio dire" tossicchiò il portatore delle palle, riprendendo un certo contegno "ora che lo vedo ho pietà di lui."
"Noi sssiamo gentili ssse loro sono gentili. Noi giuriamo di servire il padrone del tessssoro. Noi giuriamo su tesssoro… tesssssoro-oh oh oh oh" rispose Gollum prendendo una bottiglia di plastica vuota e dandosela sui maroni ricordando nei modi di fare l'inquietante Tafazzi vestito però con la tuta gommosa di Andy Serkins.
"Che sta facendo?" chiese con orrore Sam, guardandolo ballonzolare davanti a loro, continuando a darsi bottigliate sull'inguine e a cantilenare "oh oh oh oh-oh oooooh oh oh oh oh-oh ooooh!"
"Non lo so, ma mi fa senso" rispose Frodo, mentre Sam dava un altro strattone alla corda che fece cadere Gollum per terra.
"Conosci la strada per Mordor?" chiese Frodo, accucciandosi davanti alla creatura.
"Sì"
"Ci sei stato altre volte?"
"Sì. In gita alle elementari. E per vendere i bisssscotti quando ero un boy scout"
Sam fece una smorfia di disgusto.
"Ci condurrai al Nero Cancello" disse Frodo, liberandolo
"Sì. Di qua Hobbit! Seguitemi… oh oh oh oh-oh ooooooh oh oh oh oh-oh oooooh"
"Non mi fido di lui" disse Sam in un sussurro.
"Neanch'io" rispose Frodo, cominciando a fischiettare, mentre seguiva Gollum, felice di non essere più solo con Sam.


Nella pianura verso Rohan, i membri della Lega Lesbiche della Terra di Mezzo stavano correndo con Merry e Pipino assicurati alle spalle di due donne armadio.
Improvvisamente un altro gruppo di lesbiche emerse da dietro alcune rocce
"Sei in ritardo" disse quella che sembrava il capo ed era brutta come il culo" il nostro cliente diventa impaziente. Ci ha assoldato per un lavoro fatto bene."
"Io non accetto ordini da lesbiche che si sono fatte tentare dal corno di Gondor" rispose sprezzante la leader della Lega Lesbiche, che era la stessa che le aveva date a Boromir.
La donna dilatò le narici annusando l'aria.
"Che sentì?"
"Feromoni maschili" rispose
"Sono sulle nostre tracce"
"Viggo" esultò Pipino, cominciando a tirare con i denti la spilla a forma di foglia finchè non si staccò dal mantello e non cadde a terra, mentre le lesbiche riprendevano la loro marcia.


Nel frattempo ad alcune miglia di distanza, Viggo era coricato su una roccia, con l'orecchio premuto contro al terreno.
"Che sta facendo?" chiese Legolas che aveva indossato nuovamente il suo completino da elfo silvano.
"Dice che la madre terra gli parla" rispose Gimli stringendosi nelle spalle.
"E lui le risponde?" insistette Legolas, sbattendo le lunghe ciglia scure.
"Affrettano il passo!" esclamò Viggo, rialzandosi "ci devono aver fiutati"
"E' colpa di Gimli" squittì Legolas indicando il Nano "Non si lava mai!"
"Presto" li chiamò Viggo, che si era messo già a correre lasciandoli indietro.
"Forza Gimli" lo incoraggiò Legolas, seguendo il Ramengo, mentre il Nano si attardava per riprendere fiato.
"Tre giorni e tre notti di inseguimenti. Niente cibo. Niente riposo e nessuna traccia della preda. Solo quello che può dire la nuda roccia e 'sta madre terra di cui continua a parlare Viggo, che tra l'altro sembra un indemoniato! Ci fa correre in continuazione… io gli ho detto di farsi un pugnetto, che avere tutta quella roba in corpo non gli fa bene… ma lui dice che ha voglia di Hobbit…"
Finito il monologo alla telecamera, anche il Nano riprese a correre, mentre Viggo per essere più figo saltava tutti i cespugli, che incontrava sul suo cammino con la stessa agilità dell'omino dell'olio Cuore, finché qualcosa che sbrilluccicava sotto al sole pomeridiano non attrasse la sua attenzione.
"Non a caso cadono le foglie di Lorien" disse, sollevando la spilla per mostrarla a Legolas.
"Ci credo… con quello che te le fanno pagare alle fiere, lasciale anche cadere!" commentò a mezza voce Legolas "Potrebbero essere ancora vivi!"
"A meno di un giorno da noi… vieni!" mormorò l'uomo facendosi più vicino all'elfo e accarezzandogli piano il collo con due dita, quando Gimli capitombolò giù dalla scarpata, interrompendo, per fortuna, l'intimità dei due guerrieri.
"Vieni Gimli, guadagniamo terreno" lo chiamò Legolas.
"Non è lui che doveva venire… ma porco… speriamo almeno di raggiungere presto gli Hobbit" disse Viggo ricominciando a correre.
Arrivati su un'altura Viggo, Legolas e Gimli osservarono assorti la pianura che si estendeva davanti a loro.
"Rohan, dimora dei signori dei cavalli" disse Viggo "Qualcosa di strano è all'opera qui. Un demone dà rapidità a queste lesbiche. Ci contrappone la sua virilità… Legolas, che cosa vedono i tuoi occhi di elfo?"
"Crabain da Dunland" rispose prontamente Legolas, scrutando l'orizzonte.
"Ennò di nuovo" imprecò Gimli, slanciandosi in avanti per trattenere Viggo dall'avvinghiarsi al giovane elfo per soddisfare le sue voglie, fino ad allora più o meno tenute sotto controllo dal continuo correre. "Legolas! Ma non li avevi già visti prima?"
"E io che ci posso fare se vedo solo uccelli"
"Beato te" mugugnò Viggo, tenuto schiacciato al suolo da Gimli che si era seduto sul suo addome e gli aveva puntato l'ascia alla gola.
"Aspettate vedo anche qualcos'altro. Il sentiero volta a nord est. Stanno portando gli Hobbit a Isengard"
"Saruman" disse Viggo rimettendosi in piedi e spazzolandosi i pantaloni.
"E adesso chi è sto Saru-man? Non dovrebbe chiamarsi… che so… Isengard-man? E poi chi è Saru? Un amico tuo sardo?"
"Legolas, non ricominciamo con sta storia dei nomi!" proruppe Gimli, spazientito.

Nel frattempo nella torre di Nan Curunir, Saru-man guardava bramoso in una palla… di cristallo.
"Il mondo sta cambiando. Chi ora ha le palle per opporsi la potere di Rowan… di Sauron e di Saru-man e all'unione delle due Palle? Il vecchio mondo brucerà tra le fiamme dell'industria, senza che io paghi i contributi sindacali agli orchetti. Guideremo la macchina della guerra con la spada e la lancia degli orchi e la voglia di cazzo repressa delle lesbiche" pensò lo stregone bianco, mirando le fornaci dove venivano fabbricati gli orchetti.
"Li voglio armati entro due settimane" disse a uno degli orchi, per poi risalire nei suoi appartamenti dove lo attendeva un uomo molto alto e molto brutto.
"Combatteremo per te!" tuonò l'energumeno, mentre Saru-man si accomodava sul suo trono.
"Giuralo" disse lo stregone, riducendo gli occhi a due fessure.
L'uomo estrasse un pugnale e si ferì il palmo della mano dicendo "moriremo per Saru-man"
Una scia di sangue cadde dalla sua mano chiusa a pugno, ridestando la sete dello stregone, che guardò il sangue con occhi bramosi.
"Mi mangerei il tuo fegato… con un buon Chianti" disse, risucchiando un po' di bava e facendo vibrare il labbro inferiore.
"Chiamatemi Clarisse Starling… che però sia interpretata da Winona Ryder"
"Ehi Christopher, stai facendo un miscuglio tra il tuo Dracula, quello di Francis Ford Coppola e Il Silenzio degli Innocenti. Non ti sembra di esagerare?" gli fece presente Peter Jackson, facendo cenno ai cameraman di smettere di girare.
Saru-man mise il broncio, rigirandosi sulla sedia.
"Oh ma io volevo fare Gandalf. Se devo fare il cattivo almeno fatemi fare un bel cattivo. Mi avete anche tagliato la scena dove le do a Gandalf" si lamentò bevendo un bicchiere di succo di pomodoro con la cannuccia. Ma era davvero succo di pomodoro?


"Fatece largo che passamo nooooooi li giovanotti de sta Rohan bellaaaaa! Semo ragazzi fatti cor pennelloooooo e le ragazze famo innamorà!!"
Le porte della città di Edoras vennero aperte al canto del gruppo di cavalieri che avanzavano al galoppo.
Eowyn udito il canto di battaglia degli ultras rohanesi, si affacciò dal balcone delle sue stanze giusto in tempo per vedere il fratello Eomer, entrare a palazzo portando con sé il corpo svenuto di Theodred.
"Theoden…" esclamò commossa una volta raggiunto il fratello nella stanza in cui era stato posto il cugino in agonia.
"Te sei sbagliata de nuovo Eowyn, lui se chiama Theodred…" la corresse Eomer portandosi una fiaschetta di vino alla bocca a bevendo un'ampia sorsata.
"Eh vabbè… una R in più o in meno…" disse la ragazza prima di allontanarsi con il fratello per raggiungere Re Theoden, seduto in stato catatonico nella sala del trono.
"Anvedi che faccia!" commentò Eomer in un sussurro, osservando il viso smunto e pallido dello zio.
"Tuo figlio ha subito una grave onta mio Signore!" disse Eowyn stentando a trattenere la commozione.
"Ha perso la partita senza manco averci er tempo de dire né A né Ba!" commentò Eomer, reprimendo il sadico istinto di schiaffeggiare la faccia bianca di Vermilinguo seduto li vicino. Ancora non gli aveva fatto nulla, ma Eomer aveva bisogno di scaricare l'ira. Tanto più che era risaputo che il viscido individuo era dichiaratamente Isengardiano e godeva nell'apprendere che Rohan aveva miseramente perso la partita disputata quello stesso pomeriggio.
"Se nun rafforziamo la difesa e potenziamo l'attacco, la squadra de li Orchi, vincerà er campionato quest'anno! Sono sicuro che ci sia lo zampino de Saru-man! Quello gioca sporco, e fornisce loro doping e attrezzature de prima qualità!"
"Saru-man il bianco è sempre stato nostro alleato!" disse Vermilinguo, grattandosi la testa untuosa con sommo appagamento.
Eomer represse un moto di disgusto.
"Li Orchi e le Orchesse Lesbiche, vagano liberamente per i campi di pallone, incontrollati, incontrastati… e so pagati pure bene! Frequenteno tutti li locali più IN della terra de Mezzo… e se fanno fotografà colle veline. Orchi che portano le… chiappe bianche de Saru-man!" e così dicendo allungò al Re una maglia nera che portava stampato sul petto a mo di stendardo la chiara impronta di due bianche e raggrinzite chiappe umane.
Eowyn fece una smorfia schifata.
Vermilinguo messo alle strette si passò la lingua sulle labbra e si chinò su Re Theoden, fingendo di non aver visto la maglia.
"Perché aggiungere queste preoccupazioni ad una mente che è già preoccupata. Non vedi? Tuo zio è affaticato dal tuo malcontento! Il tuo essere tifoso così infoiato!"
"Tifoso infoiato?" si alterò Eomer avanzando minaccioso verso Vermilinguo e prendendolo per il bavero sozzo del suo mantello.
"Da quant'è che Saru-man t'ha comprato? Qual'era er prezzo promesso, Grima? Perse noi tutte le partite, avresti avuto la tua parte der tesoro! Lo sapevo che c'era na spia che stava corrodendo la squadra dall'interno!!"
Eowyn vinta dallo schifo, decise di allontanarsi dalla sala seguito dallo sguardo attento e arrapato di Vermilinguo e dai cori di incitamento dei cavalieri presenti in sala che al passaggio della dama, ogni volta intonavano un coretto: "Ollellèèè, ollallàààààà, faccela vedeeeeee, faccela toccàààà!"
"Anvedi st'impuniti!" esclamò Eomer alterato, tornando poi con l'attenzione a Vermilinguo che in quel momento aveva la priorità su tutti gli altri "Troppo a lungo hai osservato mia sorella! Troppo a lungo hai seguito i suoi passi… e qui sotto…" disse indicando l'inguine di Grima "C'è quarcosa che me fa pensà che nun c'hai un coniglio in tasca! Che schifo! Se continui a pensare in quel modo di mia sorella, te strappo le braccine e te ce piglio a schiaffi, 'nfame!"
Peccato che però le sue minacce ebbero vita breve e non ebbero tempo di venir messe in atto. Un gruppo di cavalieri lo allontanarono da Vermilinguo, mentre questo si rassettava il mantello e il cavallo dei pantaloni.
"Vidi molte cose Eomer figlio di Eomund… troppe cose. Tu sei bandito ora in avanti dal regno di Rohan, la pena è il bando da tutte le partite di pallone di Rohan!"
"NOOOOOOOOOOOOO!" gridò rabbioso Eomer mentre veniva trascinato via.

Nel frattempo il trio formato da Gimli, Legolas e Viggo continuava il suo estenuante inseguimento, dietro alle lesbiche della terra di mezzo.
"Continua a respirare, questo è il segreto! Respira!" sibilò il povero Gimli ormai senza fiato, mentre tentava di tenere il passo dei suoi compagni, che correvano così veloce che sembrava volessero seminarlo. Cosa che non si discostava poi molto dalla realtà.
"Corri veloce Legolas, corri!" incitava Viggo, convinto che se avessero avuto un po' di fortuna avrebbero distanziato il nano tanto quanto bastava per una sveltina dietro una roccia.
"Corrono come se avessero alle spalle i padroni con le fruste!" esclamò intanto Legolas, osservando il polverone lontano delle lesbiche che si allontanavano.
"Ecco perché mugolano a quel modo… secondo me godono!" disse Viggo guardando poi la distanza che li separava di Gimli "Godono… corri Legolas corri! Veloce, più veloce!"

Le lesbiche nel frattempo, tramontato il sole, assolutamente ignare del fatto che il fantastico trio di Viggo e compagnia erano ormai veramente vicini, gettarono malamente a terra Merry e Pipino e decisero di accamparsi vicino ad un innocuo boschetto.
"Non andremo più avanti, finché non faremo una pausa!" esclamò una delle Lesbiche più brutte dell'intera squadra, sbavando copiosamente dal labbro inferiore.
"Oltre cessa anche disgustosa…" commentò quella che si definiva la più carina in assoluto, rassettandosi i capelli, provati dalla lunga corsa.
"Accendete il fuoco!" gridò allora la Leader della Lega Lesbiche, con sollievo di tutte.
Pipino, legato come un salame e gettato a terra lontano dal suo amico, strisciando sui gomiti lo raggiunse richiamandolo.
"Pipino chiama Merry, Pipino chiama Merry? Mi senti?"
"Certo che ti sento, pezzo di deficiente, mi stati urlando nell'orecchio!" sibilò il povero Merry, tentando di sollevare la mano quel tanto che bastava per tirare una sberla all'hobbit.
"Credo che abbiamo fatto uno sbaglio a lasciare la contea, Pipino!" aggiunse poi, sospirando amareggiato.
"Abbiamo fatto uno sbaglio si… avevo il magazzino pieno di erba pipa… chissà che fine ha fatto? Scommetto che quel gran puzzone di tuo cugino, se l'è fumata tutta, alla facciazza nostra!"
Merry scosse la testa e preferì pensare ad altro, fino a che Pipino non interruppe nuovamente i suoi esercizi di zen, scotendolo bruscamente.
"Che cos'è questo rumore?" domandò l'hobbit tendendo l'orecchio.
Nell'aria si sentivano rimbombare una strana melodia.
"Scusa…" disse Merry facendo spallucce "E' da tre giorni che non mangio!"
"Ma no… il tuo stomaco non fa un rumore simile! Io dicevo quell'altro rumore!"
"Avrà mollato qualche lesbica!" tentò Merry.
"Ma Merry… dai… ascolta bene!"
Merry allora tese l'orecchio e udì la melodia che sibilava nell'aria.
"Sono gli alberi!" esclamò solenne, ben convinto di ciò che diceva.
Pipino lo guardò stranito.
"Merry…" disse, reclinando il capo per guardare il viso dell'altro hobbit da un'altra angolazione "… hai fumato qualcosa che dovrei provare?"
"Nulla che tu non abbia già sperimentato."
Improvvisamente una delle lesbiche alle loro spalle, si sfilò le mutandone grigie che indossava e le gettò lontano.
"Muoio di FAME! Sono tre giorni che non si conclude niente in questo circolo!"
"Sii… " si unì all'accorato appello la stessa lesbica che aveva provato una strana attrazione per il corno di Gondor "Perché non possiamo avere un uomo! Perché non i due hobbit!!!"
Merry e Pipino si strinsero l'uno all'altro terrorizzati.
"Sono giovani e pieni di vita! E se vale la regola della L devono anche essere ben dotati!"
"Loro non sono da trombare!" le ringhiò contro la Leader "L'ho sempre saputo che tu saresti stata indegna di entrare a far parte della nostra Lega! Per questo ti sei fatta tentare dal corno di Boromir! Per questo ora vuoi soddisfare le tue voglie su quei due insulsi maschi di hobbit!"
e così dicendo prese per il bavero i due piccoletti e li fece alzare in piedi.
"Oh dai… una sveltina veloce! Solo una volta… poi per non farci più tentare glielo tagliamo!"
Pipino si volse verso Merry, in preda al panico.
"Cosa vuole tagliarci questa?"
"Non ho il cuore di dirtelo Pipino, tu comincia a pregare!"
"Oh ma dai!" si lamentò la pseudo lesbica, lanciandosi allora sui due hobbit, decisa a prenderseli con la forza.
Il suo agguato non ebbe però un epilogo positivo. La leader delle lesbiche bloccò il suo attacco e cominciò a picchiarla senza pietà, ottenendo pieno appoggio da tutte le altre lesbiche.
"Una di noi stanotte ha deciso di donarsi a tutte!" gridò la Leader, una volta sottomessa la ribelle. Si elevarono grida di gioia e sulla povera malcapitata si formò un groviglio di donnone in pieno visibilio ormonale.
"Che schifo, che schifo, che schifo, che schifo!" gridava Pipino, mentre Merry approfittando del trambusto, cercava di portarlo via da quell'agghiacciante visione.
Peccato che proprio sul più bello, mentre i due hobbit si dissero sicuri di essersi allontanati da quel luogo di perdizione, convinti che presto avrebbero potuto rifugiarsi nel boschetto e fuggire da quell'incubo, non si sentì un scalpiccio di zoccoli di cavallo e in men che non si dica l'intero accampamento lesbiche fu colonizzato da un corposo gruppo di cavalieri.
"Cosa stanno facendo?!?" domandò Pipino ormai completamente sopraffatto dal terrore, osservando i cavalieri che raggiungevano gruppi di lesbiche e si slacciavano la patta dei pantaloni.
"Non guardare Pipino… non guardare per l'amor del cielo!"
Le grida dei due hobbit, si confusero con quelli del campo di battaglia, mentre una pallida luna brillava in cielo beffarda.

Qualche ora più tardi a qualche miglio di distanza, Legolas, che come gli altri due compagni ancora stava correndo a perdifiato, si fermò di botto.
"Sorge un sole rosso…" disse guardando il cielo con sguardo intenso.
"Che figo…" esclamò Viggo con occhi sognanti.
"Che palle…" ribatté Gimli, scotendo il capo.
"Stanotte qualcuno… deve aver versato del pomodoro!" concluse Legolas, riprendendo a correre.
"Ehm… che figo lo stesso..." ripeté Viggo, senza però riuscire a nascondere un po' di sconcerto.
"Che scemo…" disse invece Gimli.
Viggo però, udendo il rumore di zoccoli lontano, sentì il bisogno di fermare entrambi. Dopo aver fatto ai due cenno di seguirlo, li fece acquattare sotto una roccia.
"Viggo… la mano!" sibilò Gimli, accennando alla mano morta dell'uomo che strusciava sensualmente sulla sua chiappa.
"Ops… mi sono confuso, pensavo fosse quella di Legolas…" e così dicendo cambiò posizione, mentre un nugolo di cavalieri appariva all'orizzonte.
Viggo dopo aver lanciato uno sguardo scocciato a Legolas, decise di rimandare a dopo le smancerie e di dare la priorità, per una volta, alle faccende più serie.
Si alzò dunque in piedi, sbucando allo scoperto e mentre una leggera brezza, mista a puzzo di equino gli scompigliava la folta chioma bruna, gridò:
"Cavalieri di Rohan! Quali notizie dal Mark?"
"Mark?" Domandò Legolas, alzando un sopracciglio "Chi è 'sto Mark?"
"Bo… sarà mica Mark Landers?" rispose Gimli facendo spallucce, suggerendo tacitamente all'elfo di levarsi in piedi affinché questo fantomatico Mark scorgesse anche loro, in caso la vista di Viggo lo avesse spaventato a tal punto da fargli decidere di fuggire a gambe levate.
I cavalieri però fecero retromarcia collettiva e come uno stormo di uccelli…
"Ho sentito la parola uccelli?" esclamò Viggo voltandosi per localizzare la voce che aveva pronunciato la frase.
… e come uno stormo di volatili raggiungeva il terzetto, circondandoli, osservandoli minacciosi da dietro dei pesanti elmi di metallo.
"Che ce fanno, un elfo, un uomo e un nano nelle terre der Mark!" tuonò uno dei cavalieri.
"Moveteve a parlà, che nun c'ho tempo da perdè io!"
"Dimmi il tuo nome, signore dei cavalli e io ti dirò il mio!" esclamò Gimli belle che scocciato.
Il cavaliere lo guardò in cagnesco e scese da cavallo.
"Io so Eomer… detto Er Cupido!" disse mentre un coro d'incitamento da stadio accompagnava le sue parole.
"L'ultrà della squadra del Rohan!" rammentò allora Gimli "Quest'anno ve la passate malino eh?" sibilò poi malignamente.
Eomer incurvò le labbra in un ghigno iroso.
"A Nano… 'mo te gonfio!"
"Moriresti prima di vibrare il colpo!" esclamò allora Legolas estraendo fulmineamente una delle sue frecce.
"Ammazza!" esclamò Eomer.
"Appunto!" disse Legolas sempre più figo.
"Come sta crescendo bene il mio ragazzo!" si commosse Viggo soffiandosi il naso con una delle bandiere di Rohan che pendevano senza vita lì vicino.
"A 'nfame che stai a fà!" lo apostrofò uno dei cavalieri di Rohan. Tutti gli occhi della compagnia si puntarono su di lui e Viggo cercò di ridarsi un contegno.
"Io sono Viggo, figlio di Arathorn… e lui è Gimli, figlio di Gloin…"
"Gloin… ihihihih!" rise uno dei cavalieri.
"E lui è Legolas… del reame boscoso!"
"Che lui nun ce l'ha un padre? Porello…" chiese Eomer.
"E' vero! Tu sei figlio di Arathorn, lui è figlio di Gloin… e io? Io sono sbucato da un albero?" disse l'elfo abbassando l'arco e guardando con gli occhi sgranati Viggo.
"Ah, Legolas, lo sappiamo tutti che tua madre la dava via, per cui non si sa con certezza…" cominciò il Ramengo, quando Gimli lo fece tacere dandogli un pestone a un piede.
"Dava via cosa?" chiese innocentemente Legolas, spostando lo sguardo dall'uno all'altro.
"Poi te lo spiego… adesso possiamo andare avanti con la scena?"
Al cenno affermativo dei suoi due compagni di viaggio, Viggo riprese a parlare solenne.
"Siamo amici di Rohan e di Theodred… vostro Re!"
"Theoden… il Re è Theoden!" puntualizzò Eomer.
"Ah… mi sono confuso…"
"Tranquillo… capita de sbagliasse! Comunque Theoden nun sa più riconoscere li amici da li nemici… nemmeno la propria stirpe!" disse Eomer, levandosi il casco che fino a quel momento gli aveva ricoperto il capo, mostrando al pubblico urlante il suo bel viso di uomo rude.
Viggo, vedendolo, fu colpito da un moto di eccitazione così profondo che non riuscì a frenare l'impulso di avvinghiarsi alla sua gamba.
"Ma che sta a fa st'animale?!?"
"Non vi preoccupate. Se fa così significa che gli piacete!" lo giustificò Legolas per l'ennesima volta.
"Ah… mbè!" esclamò Eomer, scrollandosi Viggo di dosso con un calcione "Comunque Saru-man o chi per lui ha avvelenato la mente del re e stabilito er dominio su ste terre! La mia compagnia è de quelle fedeli alla squadra der maggico Rohan e per questo semo banditi… lo stregone bianco è astuto. Vaga qua e là, dicono, come un vecchio con mantello e cappuccio e ovunque le sue spie fuggono alle nostre reti… manco un gol!"
"Noi non siamo spie…" intervenne Viggo "Inseguiamo un gruppo di Uruk…" Gimli gli diede una manata sulla nuca
"Ahi!"
"Avevi una zanzara…" si scusò il nano ritirandosi per permettere a Viggo di continuare il discorso.
"Dicevo, un gruppo di Uruk… ahi!"
"Ne avevi un'altra…" si scuso questa volta Legolas.
"… un gruppo di Lesbiche, dirette ad Ovest…" concluse Viggo, con il collo ormai rosso pomodoro "Hanno fatto prigionieri due nostri amici."
"Le lesbiche le abbiamo trombate tutte stanotte…" confessò Eomer stringendo le labbra.
"Ma c'erano due hobbit, hai visto due hobbit con loro?" s'infervorò Gimli, terrorizzato da quello che avrebbe potuto sentire.
"Sono piccoli, dei bambini ai vostri occhi."
"Nun avemo risparmiato nessuno… abbiamo ammassato tutte le lesbiche e ce siamo dati da fà…"
"Trombati…" sussurrò scioccato Gimli abbassando il capo per contenere la commozione.
"Me dispiace…" si scusò Eomer, mostrando tutta la sensibilità di cui era capace.
Per discolparsi poi chiamò a sé due cavalli e li donò a Viggo e gli altri, onde offrir loro un mezzo di trasporto più veloce e confortevole.
"Cercate i vostri amici!" disse poi rimontando sul suo cavallo "Ma nun confidate nella speranza… ha abbandonato queste terre! 'Nnamo a Nord!" esclamò incitando la sua squadra.
I cavalieri si allontanarono sollevando un nuvolose di polvere, lasciando il trio solo soletto nelle terre del Mark.
"Io non ho mica capito che è successo a Merry e Pipino…" esclamò poi Legolas, prima di montare a cavallo assieme a Gimli. Precauzione presa dal nano per evitare che Viggo decidesse di fargli capire con i fatti quello che i Rohanesi avevano fatto alle lesbiche della Terra di Mezzo.

Presto raggiunsero il luogo in cui era stato consumato… il massacro. Una testa di porco, insolitamente grigia, faceva mostra di sé, conficcata in cima a un palo.
"Il signore delle mosche!" esclamò Gimli, guardandola.
"Che schifo" commentò Legolas storcendo il naso per la puzza.
"Si vede che ai cavalieri, dopo tutto quel movimento, è venuta fame!" disse Viggo, guardandosi intorno in cerca di tracce. Gimli, che frugava in un gruppo di detriti, sollevò con gli occhi pieni di lacrime, qualcosa per mostrarla ai due guerrieri.
"E' una delle loro cinture"
Legolas, commosso, anche se ancora non capiva bene che stava succedendo, borbottava qualcosa di incomprensibile, con una mano pigiata sul cuore.
"Non eravamo con loro" mormorò il nano, tirando su con il naso carico di moccio.
"Ma porcooooooooo…" ruggì Viggo dando un calcio a un elmetto e cadendo il ginocchio.
"… ooooooooooooo…"
Legolas e Gimli lo fissarono aggrottando le sopracciglia.
"ooooooooooooooo…"
"Viggo?" lo chiamò cautamente Legolas, mettendo le mani sulle ginocchia per poterlo guardare in faccia.
"Porco cane mi sono fatto male a un piede!"
Legolas si coprì la bocca con una mano e cominciò a ridere, additandolo, tutto contento.
"Viggo si è fatto male" sussurrò a Gimli, che stava già ghignando abbondantemente di suo.
"E ha pure centrato un coniglio" disse il nano, indicando una sagoma coricata in mezzo all'erba.
"NOOOOOOOOOOOOO" fu il ruggito di Viggo, trascinandosi fino all'animaletto. Lo prese tra le braccia, ululando.
"Ma che sta facendo?" chiese Legolas
"Non lo so"
"L'ho ucciso… la sua anima non potrà raggiungere i Valar se non gli diamo una degna sepoltura, secondo il rito indiano… Gimli, accendi il fuoco!"
E fu così che i tre guerrieri si concessero un sontuoso banchetto con il coniglio ucciso per sbaglio da Viggo.
Il Ramengo si coricò con la pancia che trasbordava da sopra la cintura e le braccia incrociate dietro alla testa, fumando la sua amata pipa.
"Questa sì che è vita" disse Gimli togliendosi con un filo d'erba dei residui di cibo, che gli erano rimasti in mezzo ai denti. Lui non aveva tutto lo spazio di Viggo.
"Hai ragione" disse l'uomo, voltandosi a guardarlo e così facendo accorgendosi che c'erano strane orme tra i ciuffi d'erba, bruciati dal sole.
"Un hobbit giaceva qui" mormorò esaminando con una lente d'ingrandimento il terreno "Qui l'altro… hanno strisciato… qui erano uno sopra l'altro…"
"Perché erano uno sopra l'altro?"
"Sempre a pensare male, Legolas!" lo rimbrottò Gimli.
"Avevano le mani legate…" continuò Viggo afferrando un pezzo di corda "Le corde sono tagliate"
"Ci arrivavo anch'io… mi sono sorbito tutte le puntate di C.S.I."
"La mia mamma ha detto che sono troppo piccolo per vedere certe cose!" disse Legolas, innocentemente.
"Perché tua madre non ha mai conosciuto Viggo!"
"Sono scappati fin qui… si allontanano dalla trombata… verso la foresta di Fangorn!"
"Quale pazzia li ha condotti lì dentro?" borbottò Gimli, guardando sospettosamente i grandi alberi centenari. Viggo e Legolas si scambiarono un'occhiata, mentre il Ramengo stringeva una mano dell'elfo con la sua.
"Andiamo…"

Intanto nel cuore della foresta, due piccoli Hobbit si accasciavano ai piedi di un albero dopo una lunga corsa.
"Tu le vedi?" chiese Pipino, ansimando.
"Chi?"
"Come chi? Le lesbiche!"
"No, le abbiamo lasciate indietro a divertirsi"
"Ah, meno male" sospirò Pipino, passandosi una mano sulla fronte madida di sudore "Ho avuto tanta paura, Merry."
"Anch'io… non c'è rimasta un po' di erba pipa per risollevarci il morale, vero?" chiese l'hobbit sconsolato.
Pipino scrollò il capo, chiudendo le mani a pugno e appoggiandovi sopra il mento.
"Ma non abbiamo proprio nient'altro che può sostituire l'erba pipa?" chiese dopo un po' Pipino.
"Aspetta… provo a vedere che cos'ho nelle tasche" rispose Merry, cominciando a svuotare le tascone della giacca e deponendo tutto quello che trovava davanti ai loro piedi pelosi.
"Un temperino, la dentiera di tuo zio Alfred…"
"Io non ho uno zio Alfred!"
"Davvero?" ribattè l'hobbit stringendosi nelle spalle "Un biglietto omaggio per una birra da Rosi, i pennarelli di mio nipote, due figurine di Pikachu che ho fregato a Legolas…"
"Hai detto i pennarelli di tuo nipote?" lo interruppe Pipino, mentre un barlume di speranza gli accendeva lo sguardo.
"Dici che…"
"Proviamo!" tagliò corto l'hobbit prendendo un pennarello verde e cominciando a sniffarlo. "Hmmm… sa di alcol"
"C'hai ragione, Pipino!" concordò Merry dedicandosi a un grosso pennarello nero.
"No… quello lo voglio io! guarda com'è grosso!" gridò Pipino, lanciandosi sull'amico.
"A te non ti fa mica bene stare per troppo tempo a contatto con Viggo" ribattè Merry, proteggendosi il pacco con le mani.
"Non quello… quello! Passami il pennarello grosso"
"L'ho preso prima io!"
"No io!"
"No i… Merry! Ho visto una lesbica!" mormorò Pipino, cominciando a tremare dalla paura.
"Sei sicuro?"
"No… ma questa roba ci sta dentro una cifra!"
"In ogni caso è meglio non correre rischi! Sugli alberi" disse Merry, arrampicandosi sul grande albero, sotto cui erano seduti, ma non era arrivato nemmeno a metà tronco che mise un piede in fallo e cadde nel vuoto.
"Merryyyyy" gridò Pipino, direttamente nell'orecchio dell'albero, che scocciato gli lanciò un'occhiataccia.
"Merry-y-y-y" si spense lentamente Pipino accorgendosi che aveva infilato una mano in una delle grandi narici della pianta.
"Caccole di albero" disse schifato, tirando via la mano e pulendosela nella giacca, operazione che gli fece perdere la presa sui rami e lo fece precipitare di sotto. L'albero lo acchiappò al volo, per poi afferrare anche Merry e studiare entrambi con attenzione.
"Ma che belle bamboline!"
"Sta parlando, Merry, l'albero sta parlando! Presto, passami l'Uniposcar che sta roba fa troppo effetto"
"Albero? Io non sono un albero! Sono un Ent"
"Un pastore di alberi" disse Merry, estasiato.
"E tu come lo sai? Cioè… questa cosa obbrobriosa esiste davvero? Non sono le esalazioni dei pennarelli che fanno effetto?"
"No, no esiste! L'ho letto sul copione!"
"Ah ecco! Mi sembrava strano che siamo già arrivati a sto punto della storia senza che tu cominciassi a fare spoiler!"
"Qui dice che è un custode della foresta" continuò imperterrito l'hobbit sfogliando il copione.
"E tu come fai a saperlo?" s'intromise l'albero.
"Ti ho detto che l'ho let…"
"Non parlare con lui, signor Ent! Non incoraggiarlo altrimenti comincerà a dirti vita, morte e miracoli di tutto il cast!"
"Barbalbero, mi chiamano alcuni"
"No, te l'abbiamo per caso chiesto come ti chiami?"
"Merry! E tu non provocarlo!"
"Vi metterò nella mia casa per le bambole, piccole bambole."
"Non siamo bambole! Siamo Hobbit!"
"Hobbit? Mai sentito parlare degli Hobbit! Non sarete per caso come quello là che continua ad avvinghiarsi a tutti gli alberi? Perché se è così…" rispose Barbalbero, accompagnando l'ultima affermazione con una strizzata di maroni degli hobbit.
"Sta parlando di Viggo" sussurrò Pipino.
"No, noi non ci avvinghiamo agli alberi! Lo giuro!"
"Forse è così e forse non è così. Lo stregone bianco lo saprà." disse l'Ent, facendo per deporli a terra.
"Saru-man"
"E tu come lo sai?"
"L'ho letto sul copioneeee!" gridò Merry, mentre venivano deposti senza tanti complimenti per terra da Barbalbero.
"FIIICO!" mormorò Pipino guardando la sfavillante figura in piedi davanti a loro.


Molte miglia lontano da lì, altri due Hobbit stavano arrancando tra gli acquitrini, seguendo la creatura chiamata Gollum, verso Mordor.
"Odio questo posto" disse Sam, mangiando un po' di Lembas "c'è troppo silenzio. Mai visto né sentito un uccello in due giorni"
"No, nessssun uccellino da mangiare. Nessssun uccellino da sssgranocchiare… e noi sssiamo affamati sììì… affamati sssiamo tessorooo"
"Beh un uccellino ci sarebbe…" mormorò Sam, lanciando uno sguardo eccitato in direzione di Frodo, che rabbrividì dal disgusto.
"Tieni!" disse rivolto a Gollum, lanciandogli un pezzetto di Lembas, deciso a non cogliere i tentativi di approccio di Sam.
Gollum si portò alla bocca il cibo elfico, ma dovette sputarlo dopo poco, perché gli risultava indigesto.
"Vuole sssstrozzarci! Noi moriremo di fame" gridò Gollum,tossendo.
"Beh muori allora! Sai che liberazione" ringhiò Sam, incacchiato perché Frodo si ostinava a fare il prezioso con lui.
"Crudele Hobbit! Non gli interessssssa se abbiamo fame…"
"Sapessi che fame, che ho io…" mugugnò tra sé e sé Sam.
"Non è come il padrone… al padrone interesssssa…" sibilò Gollum , sfiorando con la punta delle dita il polpaccio di Frodo, risalendo la sua gamba verso l'inguine.
"Non toccarmi!" Frodo gli diede un manrovescio spendendolo lontano.
"E possibile che tutti vogliano solo… vabbè! Proseguiamo il viaggio che prima arriviamo alla fine e meglio sarà per tutti". Accorgendosi dello sguardo cupo di Sam alla prospettiva di terminare il viaggio aggiunse sottovoce "o almeno per me"
I due Hobbit e Gollum continuarono a camminare nelle paludi, seguendo le indicazioni dell'ex possessore delle palle.
"Per di qua. Non sssseguite le luci" disse Gollum, arrancando attraverso le pozze d'acqua putrida.
"Avete capito bene, padron Frodo?" chiese Sam, conoscendo la propensione dell'amico a non stare mai sentire quello che gli dicevano: Frodo, non far girare le palle, Frodo non seguire le luci… e puntualmente poco dopo Sam vide il suo padrone cadere in acqua a peso morto.
"Frodo!"gridò disperato, ma l'hobbit era ormai in un paese dalle tonalità verdeggianti, in cui sirene bellissime gli galleggiavano intorno, invitandolo a giocare con loro. Frodo sorrise beato, allungando una mano per toccare quelle dolci visioni, quando una mano lo acchiappò per il bavero della giacca e lo trascinò a riva.
"Gollum" mormorò l'hobbit guardando incredulo il suo salvatore.
"Non sssseguite le luci!" ripetè la creatura allontanandosi.
"Padron Frodo! State bene? Oh è la centesima volta che rischio di perdervi e io non vi ho ancora detto che…" piagnucolò Sam, abbracciandolo stretto.
"Ma perché mi avete tirato su?" lo interruppe bruscamente Frodo "Ero in un mondo bellissimo, dove ero eterosessuale, nessuno cercava di incularmi e c'erano delle sirene con le tette più grosse di quelle di Rosi!"
"Nessuno ha le tette più grosse di quelle di Rosi"
"Sam! Hai guardato le tette a Rosi?" chiese l'hobbit riccioluto, sgranando gli occhi, già abbastanza grandi e inquietanti.
"Sì… cioè no! Perdonatemi padron Frodo! Non so più cosa dico! Lo shock del timore di avervi perso deve avermi dato alla testa!" si scusò Sam, rimettendosi in piedi e facendo cenno all'altro di precederlo così da poterlo riacciuffare in caso volesse farsi un altro bagno.
I tre proseguirono per gli acquitrini, finchè non calò la notte. Sam si coricò supino e si addormentò in fretta, incurante di Gollum, che era vittima di uno dei suoi frequenti attacchi di quadrupla personalità e che saltellava tutt'intorno dandosi una bottiglia sui maroni e cantilenando "Oh oh oh oohhhh"
Frodo, che non riusciva a prendere sonno, decise di parlare un po' con lui…o con Tafazzi o con la sua personalità dominante in quel momento.
"Gollum" lo chiamò sedendosi davanti a lui. La creatura s'immobilizzò con la bottiglia ancora a mezz'aria.
"Perché fai così?"
"Cosssssì come tesssssoro?"
"Perché continui a darti bottigliate sui maroni… non fa mica bene…"
"Perché no tessssoro… intanto io on ho più niente… ho non più il mio tesssorooo…" disse sollevandosi in gonnellino.
Frodo fece una smorfia di disgusto, distogliendo lo sguardo.
"E pensare che una volta non eri qualcosa di molto diverso da un Hobbit… non è vero, Smeagol?"
Gollum s'immobilizzò nel sentire il suo nome.
"Bene, d'ora in avanti ti chiamerò Smeagol e ti darò una nuova personalità! Io ti farò redimere!" disse Frodo fieramente, salendo sopra una roccia mentre un raggio di sole lo illuminava come un occhio di bue.
Ma non fece nemmeno a finire il suo comizio che una sirena (senza tette) cominciò a suonare nelle paludi desolate.
"Che cossssssa ssssuccede tessssoroooo?" sbraitò Gollum,mentre Sam balzò in piedi e cominciò a trascinare Frodo verso un cespuglio.
"No Sam, non voglio! Sam! Tieni a posto quelle mani!" gridò il povero Hobbit tentando di scivolare via dai tentacoli di Sam che lo palpavano un po' ovunque.
"Padron Frodo, una ricognizione aerea! Dobbiamo nasconderci" rispose Sam, spingendolo sotto un misero alberello.
Frodo rovesciò gli occhi, portandosi una mano alle palle… di Draco.
"Padron Frodo, state tranquillo! Ci sono io" lo rincuorò Sam prendendogli una mano tra le sue.
"Appunto" mormorò sconsolato l'hobbit, mentre un'ombra oscurava il cielo, gelando l'aria con un terribile richiamo.
Dopo un paio di svolazzamenti lì intorno, lo spettro si allontanò.
"Andiamo hobbit, il nero cancello è vicino" disse Gollum, mentre Frodo e Sam si rimettevano in piedi a fatica.
"Ma quando finirà questo viaggio?" piagnucolò Frodo, lanciando occhiate sospettose a Sam e riprendendo la marcia.

Viggo, Legolas e Gimli si erano nel frattempo addentrati nella foresta. Tutt'intorno a loro vi era solo oscurità… e alberi coperti di muffa puzzolente.
"Bleee, sangue di lesbica!" esclamò con ribrezzo Gimli dopo aver leccato avidamente una sostanza viscida su di una foglia.
"Cosa credevi che fosse, NutElfa?" lo rimproverò Viggo, scotendo la testa, mentre Legolas si avvicinava a Gimli per esaminare la foglia e accertarsi non fosse la cioccolata che lui tanto amava.
"La mia mamma mi ci preparava i panini per la merenda, quando ero nel mio bosco" disse tristemente il piccolo elfo esponendo all'aria il labbro inferiore.
"Oh caro Legolas…" esclamò Viggo avvicinandosi all'elfo e circondandogli le spalle con un braccio "Comprendo la tua mestizia, ma per vincerla se vuoi posso insegnarti tanti altri modi con cui utilizzare la Nutelfa."
Legolas spalancò gli occhi, che già pregustavano chissà quali meraviglie.
"Perché esistono altri modi per gustarla?"
"Non puoi nemmeno immaginare quanti!" disse Viggo, già pronto a dare concretezza delle sue parole, prima che Gimli non lo minacciasse, scoprendo parte del suo petto villoso.
Viggo si ritrasse come un vampiro col crocifisso.
Camminarono di nuovo per un lungo tratto fino a che Viggo non decise di fermarsi nuovamente.
"Eddai porco cane! Possibile che ti avvinghi ad ogni albero che incontri? Averlo saputo prima li avrei abbattuti tutti 'sti arbusti rinsecchiti!" esclamò Gimli alzando la sua ascia.
Viggo osservò l'ascia di Gimli come ipnotizzato.
"Certo tu non mi dai una mano facendo così!" e così dicendo si staccò dall'albero - che tra l'altro tirò un sospiro di sollievo - e si chinò a terra per osservare delle tracce che aveva intravisto con la coda dell'occhio.
"Queste orme sono strane!" disse fiutando tutt'intorno.
"Ma cos'è, un cane?" chiese Legolas osservando Viggo che si aggirava nei dintorni a quattro zampe.
"No, semplicemente credo che questa storia gli abbia dato alla testa, ora si crede Sherlock Holmes. Però… ha ragione… l'aria è così tersa qui dentro. E dire che già avrebbe dovuto cominciare ad olezzare di Nano!"
"Questa foresta è vecchia…" disse Legolas guardandosi attorno con aria mistica, mentre sul suo viso si riflettevano i pochi bagliori di luce che penetravano nell'intrico dei rami della foresta "Molto vecchia… piena di ricordi… e rabbia!"
Gimli e Viggo si impietrirono a guardare l'elfo, spalancando le labbra.
"Che figo!" esclamarono all'unisono, ma mentre Viggo storse la bocca schifato e sospettoso sentendo la frase pronunciata dal Nano, il Nano sollevò inconsciamente l'ascia.
"Gli alberi parlano tra loro!" esclamò nuovamente Legolas, con un gridolino che gli fece perdere la sua ascesi.
"E ti credo! Dopo tutto quello che ha fatto loro Viggo! Dovranno pure mettere in allarme gli altri." esclamò il Nano mentre il Ramengo tentava di fargli abbassare l'ascia.
"Aragorn, Nad no ennas!" esclamò improvvisamente Legolas in allarme.
"Che ha detto?" domandò allora Gimli avvicinandosi sospettoso.
Viggo ricambiò con uno sguardo di sfida. Non gli era andato giù l'apprezzamento del Nano fatto al suo piccolo elfo, non avrebbe mai immaginato che Gimli avesse certe tendenze.
"Cose personali!" disse facendo spallucce e riprendendo a correre.
"Man cenich?" domandò poi a Legolas.
"Lo stregone bianco si avvicina!" esclamò questo scambiando un'occhiata con il ramengo che si ritrovò immediatamente eccitato nonostante la situazione tesa.
"Non lasciare che parli…" sussurrò Viggo mettendo una mano alla spada per impedire che si alzasse qualcos'altro "Ci farebbe un incantesimo."
Legolas annuì a lisciò le piume della freccia incoccata all'arco, senza accorgersi che con quella mossa aveva dato il via a qualcosa di estremamente pericoloso.
Viggo spalancò gli occhi e si avventò sull'elfo.
"Dobbiamo agire in fretta!" disse scaraventandolo a terra, mentre Legolas troppo stordito per reagire si limitò ad emettere dei gridolini confusi.
Gimli non sapendo che fare alzò di nuovo l'ascia, un paio di alberi si diedero alla fuga, mentre nell'aria prese a roboare una melodia conosciuta.
"Cos'è?" domandarono all'unisono Viggo, Legolas e Gimli, mentre davanti a loro esplodeva un bagliore di luce che poi si scoprì essere un grosso riflettore puntato su un uomo completamente vestito di bianco.
"La Madonna!" gridò Viggo scansandosi immediatamente dall'elfo "Non lo faccio più, giuro che non lo faccio più!"
Legolas si alzò in piedi aiutato da Gimli.
"Ma che Madonna, semmai…" disse la voce dell'uomo che schioccò le dita e partì la musica.

Everybody
Rock your body
Everybody
Rock your body right,
Gandalf's back alright!

Gandalf prese a ballare sotto lo sguardo basito di tutti i presenti con ritmo sincopato.
"Ma ogni volta che ci addentriamo in una foresta dobbiamo assistere ad un balletto?" esclamò Gimli scocciato.
"Sarà la prassi!" disse Viggo facendo spallucce.

Oh Valar I'm back again
Viggo, Gimli, everybody sing
Gonna bring the flavor
Show you how
Gotta a question for you
Better answer now
Am I original
Yeah
Am I the only one
Yeah
Am I sexual
Yeah
Am I everything you need
You better rock your body now

Everybody yeah
Rock your body yeah
Everybody
Rock your body right
Gandalf's back alright...

Gandalf interruppe la musica e si fermò sul posto, ansimando intensamente.
"Finito?" domandò Gimli, sempre più scocciato.
"Ancora, ancora!" esclamava invece Legolas eccitatissimo, canticchiando a tratti la canzoncina dello stregone.
"Sono vecchio per queste cose…" ansimò Gandalf ricomponendosi.
"Gandalf??? Ma allora sei vivo!" esclamò il trio realizzando solo in quel momento chi avevano di fronte.
"Eh già…" disse lo stregone mostrando una sfilza di denti bianchi tanto quanto i suoi capelli e la sua veste.
"Ma che hai fatto, ti hanno messo nella candeggina?" domandò innocentemente Legolas, socchiudendo gli occhi, disturbato da tanto candore.
Gandalf sospirò di nuovo e fece schioccare nuovamente le dita. Questa volta partì la musica di un jingle pubblicitario.
Gandalf, grazie ad un incantesimo illusorio, si sdoppiò e la sua copia grigia prese a parlare.

"Uffa, nessuno mi vuole perché sono vecchio e grigio…" si lamentò Gandalf recitando la sua parte, mentre l'altro Gandalf innalzava un fustino di ammorbidente.
"No, ma tu Gandalf il grigio non sei grigio, sei solamente sporco…"
Dal nulla apparve una vasca da bagno e Gandalf il bianco vi immerse poco signorilmente il vecchio e sozzo Gandalf il Grigio, cominciando a strofinarlo con foga.
Alla fine del bagno le due entità si unirono nuovamente e il Jingle si fece più potente.
"Per un bucato più pulito e bianco usate GANDALF! Valar come lava!"

"Oddio ci si è rincitrullito lo stregone!" urlò Gimli dandosela a gambe, nascondendosi dietro uno dei pochi coraggiosi alberi che ancora resistevano alla vicinanza di Viggo.
"Fiiiiiiiiico!" recitò Legolas imitando Merry e Pipino.
"Fico? Si, mi chiamavano così un tempo!" esclamò Gandalf divenendo pensoso.
Viggo lo guardò dubbioso, tormentato da un ragionevole dubbio.
"Ma sei sicuro? Io credevo ti chiamassero Gandalf…"
"Si, Gandalf il Figo!"
"Ma non eri il Grigio?" si intromise Legolas, rassettandosi il vestito ancora sporco di terriccio.
"Si, Gandalf il Figo… Grigio!"
"Ed ora come ti chiami?" domandò Gimli in lontananza, sempre nascosto dietro un albero.
"Ora sono Gandalf il Figo, prima Grigio e poi Bianco!"
"Io non so se riesco a ricordarmi di chiamarti così ogni volta!" esclamò Legolas già preoccupato.
Gandalf sfoderò un sorriso circolare e fece spallucce.
"Non pretendo tanto, visto che sembra che siamo in confidenza, voi potete chiamarmi semplicemente Gandy!"
"Come il pacifista indiano che praticava la non violenza?" disse Legolas nuovamente in crisi mistica.
Gandalf spalancò gli occhi.
"No…" esclamò tranquillamente "Come lo stregone più figo di tutti che farà macelli!"
Dopo aver spiegato al gruppetto come aveva fatto a sopravvivere ad un volo di ben 1000 metri, in cui credeva di aver combattuto contro un Balrog di Morgoth ed era finito dritto dritto in una grossa ciotola di pura candeggina delle lavandaie di un villaggio turistico appena sopra Moria, avvertì loro che non c'era più bisogno di continuare la ricerca di Merry e Pipino, poiché loro erano sani e salvi, non più nelle grinfie di un gruppo di lesbiche represse, non inculati, ma drogati e felici in compagnia di Barbalbero, uno degli Ent della foresta di Fangorn.
Percorsero quindi tutti insieme nuovamente la foresta, e Gandy spiegò loro che dovevano dirigersi verso la città di Edoras, per portare il loro aiuto a Rohan che ora verteva in una situazione ben più pericolosa di quella dei due giovani Hobbit.
Giunti al limite del bosco Gandalf prese a fischiettare un motivetto acuto.
"Ma gli sembra il caso di cantare ora?" si agitò Gimli, reprimendo l'istinto di alzare nuovamente la sua grossa ascia.
Da lontano però fece la sua comparsa un cavallo completamente bianco, bello e luminoso come un fiocco di neve.
"Quello è uno dei Mearas se un incantesimo non inganna i miei occhi…" esclamò Legolas affascinato "Ma… Gandy… hai lavato anche il cavallo?"
"Lui è Ombromanto… il signore di tutti i cavalli ed è stato mio compagno in molti pericoli!"
"Quindi è caduto con te nella candeggina!" riprese Legolas, poco propenso ad accantonare l'argomento. La discrezione, come per accade per tutti i bambini, non era il suo forte.
Il gruppo montò… a cavallo e prese finalmente la strada versò Rohan.

Nel frattempo Sam, Frodo e Gollum raggiungevano il nero cancello di Mordor.
"Il padrone dice di indicargli la sssstrada per Mordor, e Sssssmeagol lo fa, come dice il padrone!"
"Infatti!" esclamò Frodo, terrorizzato all'idea di dover attraversare quel cancello, ma al contempo sollevato dal fatto di poter finalmente giungere al termine di quella tragica situazione. Tanto più che Sam in quelle ultime ore sembrava divenire sempre più impaziente e a volte lo guardava con uno sguardo che non preannunciava niente di buono… per le sue chiappe.
"E' finita allora!" commentò Sam, voltandosi verso Frodo, con occhi velati dalle lacrime. "Non riusciremo mai ad entrare!"
Frodo si portò le mani sul sedere e si allontanò sconvolto.
"Ad entrare dal cancello… intendevo!" precisò l'hobbit scotendo la testa.
"Ovvio che ci entreremo… ma solo li! Non avrai altro accesso per oggi… e per sempre!" disse Frodo allungando il collo, sempre mantenendo le mani sulle chiappe, per vedere un gruppo di soldati che marciavano verso il cancello che si stava aprendo.
Gollum, preso dalla tensione, cominciò a martoriarsi i maroni con la solita bottiglia vuota.
"Oh oh oh oh oh oh ooooooooooooooh!"
Mentre nell'aria aleggiava il suono di un corno.
"Boromir?" disse Frodo aguzzando la vista, per guardare meglio colui che stava suonando. "Ci mancava l'altro inchiappettatore folle per oggi!"
"Boromir voleva incularti?" esclamò sconvolto Sam, spalancando bocca e occhi in una maschera di stupore.
"Secondo te perché sono fuggito? Non crederai abbia lasciato la mia scorta solo perché volevo fare lo sborone!"
Sam si incupì immediatamente pensando con rammarico che se Frodo non si era concesso ad un uomo fascinoso come Boromir, difficilmente si sarebbe donato ad uno come lui. Forse era arrivato il momento di cominciare una dieta… e di metter su un po' di barba… o magari sarebbe solo bastato compiere un atto eroico per divenire una specie di mito agli occhi del padrone.
Così si chinò su una roccia, pronto a fare lo scatto che gli avrebbe permesso di attraversare i cancelli di Mordor, dimostrando a Frodo ciò ci cui era capace.
"Di qui si scende…" esclamò sorridendo a trentadue denti, prima di scivolare miseramente, mentre la roccia su cui era poggiato crollava sotto il suo abbondante peso…
"Aiudoooooooooooooooooooooooooooooooo!" urlò rotolando giù per il pendio.
"Eccheccazzo! Ma perché non fai un favore alla comunità a non scompari una volta per tutte?" esclamò Frodo sbuffando, vedendosi costretto ad inseguire l'amico per impedire venisse scoperto, mentre Gollum in preda al delirio continuava la sua danza propiziatoria a suon di randellate folli e Sam gridava, sempre rotolando un agitato: "Ai… suoi… ordiniiiiii!"
"Sam dai vieni fuori da li!" ringhiò raggiungendolo.
"Non posso, sono incastrato!" urlò questo, divincolandosi dal terreno in cui era caduto in trappola fino alla vita.
"Cioè… mi dici come cacchio hai fatto ad insabbiarti in questo modo?"
"Non lo so!" piagnucolò, mentre un paio di soldati nemici, attratti dal polverone provocato da Sam abbandonavano la fila e prendevano ad avvicinarsi alla coppia di Hobbit.
"Ma nemmeno ad impegnarsi dico io!" protestò Frodo, chinandosi su Sam e coprendo entrambi con il mantello elfico, che permise loro di mimetizzarsi perfettamente con il terreno circostante.
Le due guardie si guardarono attorno senza vedere niente di interessante.
"Te vist nient?" domandò la prima guardia alla seconda, scocciata.
"Se ghè?" disse l'altra.
"Nimal porco! Parli no de seghe, voeri savè se, seconda ti, ghè un quei cos' che va no!"
"Mi ho vist nient!"
"E alura 'ndem, poedi no sta chi tut'al dì!"
"Ma va a da via i ciapp'!" sibilò la seconda guardia, seguendo la prima, abbandonando Frodo e Sam ancora nascosti sotto il mantello.
"Padron Frrrrodo!" sussurrò Sam, sentendo i capelli dell'altro Hobbit sfiorargli una guancia.
"Zitto li… le guardie non sono ancora abbastanza lontane!"
"Si, ma padron Frrrrrrrodo! Lo sapete che voi ed io non siamo mai stati così vicini?"
Solo in quel momento Frodo vide il terriccio di fronte a Sam sollevarsi come se sottoposto a pressione.
"Sam?" domandò terrorizzato "Dimmi che è una talpa quella che sta scavando lì sotto!"
"Se è questo che volete sentire…" esclamò Sam, mentre Frodo, mandando all'aria il mantello si allontanava il più possibile da Sam e scappava verso il cancello di Mordor che si stava per chiudere.
"Padron Frodo aspettatemiiiiiiii!" urlò Sam liberandosi dalla terra inseguendo il padrone.
"Non te l'ho chiesto io di venire con meeeeeee!" gridò questo sperando di seminare l'hobbit.
Ma proprio quando Frodo vide la possibilità di lasciarsi alle spalle il molesto servitore, penetrando da solo a Mordor, ecco che Gollum, rotolando nel suo delirio Tafazziano, gli si parò di fronte, brandendo almeno due bottiglie vuote.
"Provate con me Padrone!"
Le porte di Mordor vennero richiuse con un tonfo.
"No… no…" sussurrò Frodo spalancando gli occhi già ampiamente a palla. "No… no… no… NOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO! Dannato, schifoso Tafazzi!!!" disse poi prendendolo per il collo, in preda a raptus omicida "Ce l'avevo quasi fatta, ho sfiorato la libertà e tu che fai?? Mi chiedi se voglio provare a tirarmi randellate sui maroni?? Sai che ti dico? Eh? Lo sai che ti dico????"
Gollum scosse la testa terrorizzato.
Frodo lo lasciò andare e prese una delle bottiglie vuote.
"Oh oh oh oh oh oooooooooooooooooooh!"
Sam li raggiunse, assistendo allo spettacolino senza riuscire a spiccicare una sola parola.
"Padron Frodo, avete bisogno del vostro Prozac, mi sa!" esclamò dopo un po', cercando di impedire al padrone di rovinarsi come Gollum.
"Oh oh oh… ma scherzi? Questa terapia è molto più efficace e poi tanto ormai che altro posso fare? Non posso più liberarmi di voi, non posso più entrare a Mordor! Tanto vale rovinarsi del tutto!!!" stillò Frodo in preda all'isteria più pura.
Gollum commosso da quella scena patetica, si avvicinò a Frodo, strappandogli di mano la bottiglia.
"C'è un'altra ssssssstrada più sssssegreta per entrare a Mordor, una sssssssstrada buia!"
"Davvero?" domandarono in coro Frodo e Sam.
"E perché non lo hai detto prima????" urlò Sam, sputacchiando saliva ovunque. Irritato dall'aver rischiato la perdita di una parte più che importante del suo padrone.
"Perchè il padrone non lo ha chiessssssto!"
"C'ha mica tutti i torti!" disse Frodo facendo spallucce.
"C'è un ssssentiero e poi delle ssssscale e dopo… una galleria!" e così dicendo prese a carezzare Frodo con passionalità.
"Ci ha condotto fin qua Sam!"
"Padron Frodo, no!" esclamò Sam osservando quello scambio di gesti affettuosi con sdegno.
"Ha mantenuto la sua parola! Facci strada Smeagol."
Gollum sorrise.
"Il buon Ssssmeagol aiuta sssssempre!"
Sam cadde in uno stato di cupa depressione.
"Sam!" lo richiamò Frodo avviandosi dietro un saltellante Gollum "Il mio Prozac!"
Il viso di Sam si illuminò di un nuovo sorriso. Forse non era ancora tutto perduto.

Merry e Pipino nel frattempo erano rimasti soli, sempre nella foresta degli Ent, momentaneamente abbandonati da Barbalbero che diceva di dover fare qualcosa di tremendamente importante.
Merry si mise seduto osservando Pipino che beveva dell'acqua seduto vicino ad un'allegra sorgente.
"Barbalbero? Dove è finito?" domandò stropicciandosi gli occhi e pulendosi la bocca dalla bavetta post riposino.
"Ho fatto un sogno l'altra notte!" rispose invece Pipino, eludendo brillantemente la domanda.
"Ancora la tua vicina di casa che fa la doccia?"
"Ma no! Ho sognato che ci fumavamo Barbalbero… e poi tu vomitavi!" esclamò Pipino in estasi.
"Sicuro che sia stato solo un sogno?" domandò Merry osservando una chiazza verdognola al suo fianco.
"Si… cioè… credo di si! Oddio pensi davvero che saremmo riusciti a fumarci Barbalbero???" esclamò Pipino, terrorizzato ma al contempo attirato dall'idea.
Merry scosse la testa sbuffando.
"Lasciamo perdere… che fai?"
Dalla gola di Pipino proruppe uno strano gorgoglio.
"Cos'è stato? Lo hai sentito?" domandò Merry ottenendo da Pipino un diniego e un rutto.
"Hai parlato in Entese!" esclamò poi avvicinandosi sospettoso all'hobbit.
"Merry ma che cavolo dici?! Ho solo ruttato!"
"No, quello non era un rutto…" esclamò guardando poi il cavallo dei pantaloni dell'amico, stranamente rigonfio "E laggiù sei più dotato!"
"Chi?"
"Tu!"
"Più dotato di chi?" domandò Pipino sorridendo, decisamente consapevole di quello che stava accadendo.
"Di me!" ribattè Merry sconcertato.
"Ma andiamo… sono sempre stato più dotato di te!" esclamò Pipino risistemandosi il pacco.
"Pipino, lo sanno tutti che quello più dotato tra i due ero io! Tu sei quello che ce l'ha piccolo… altrimenti secondo te perché usare Pipino come nomignolo?"
"Ma non diciamo sciocchezze… sai qual è il significato del nome Pipino?"
"No, qual'è?" domandò Merry, attendendo di vedere dove sarebbe andato a parare l'amico.
"Significa 'Grande Essere'! Se capisci ciò che intendo!"
"Deficiente!" lo apostrofò Merry, scandalizzato "Quello è il significato del nome Azim! E grande essere ha un significato metaforico… non copiare le battute del Principe dei ladri!"
"Il principe dei ladri… cioè Lupin?"
"Ma no, deficiente! Robin Hood!"
"Robin Hood rubava??? Io credevo tirasse solo le frecce, come Legolas!"
"Si vabbè… buonanotte!" esclamò esasperato Merry tentando di fregare l'acqua a Pipino continuava ad ingollare.
"Ma è ancora giorno!" disse Pipino scansandosi per impedire che Merry bevesse dalla sua ciotola.
"Ma oggi sei più scemo del solito o sbaglio? Cosa c'è dentro quell'acqua? Che è una specie di Viagra lo avevo capito, ma non pensavo contenesse anche un potente allucinogeno! Dammela!"
Pipino si alzò in piedi per scappare, ma Merry fu più veloce, agguantò la ciotola con l'acqua e ne bevve un lungo sorso.
"No, fermo, non puoi!" continuava ad urlare Pipino inseguendolo, fino a quando l'ombra di Barbalbero non li sovrastò.
"Non fate i giochini scemi… dobbiamo andare!" esclamò Barbalbero sollevandoli come due piume e posandoseli tra i rami che aveva per capelli.
"Allora non ce lo siamo fumati!" esclamò Merry, rassicurato.
"C'è sempre tempo per quello" rispose Pipino staccando una foglia della già abbastanza striminzita chioma dell'albero e sbriciolandola dentro alla pipa.

Nel frattempo nel palazzo di Edoras, un vecchio e smunto re Theoden sedeva con la testa ciondolante sul trono del regno. Inginocchiata ai suoi piedi Eowyn gli accarezzava piano una mano, trattenendo a stento le lacrime.
"Mio signore, tuo figlio si è dato al golf, rinunciando ai diritti sul trono e sulla squadra del maggico Rohan" disse con voce incrinata. Il re volse impercettibilmente la testa verso di lei, senza reagire. "Non andrai da lui. Non farai nulla… e 'mo tocca a me pensare sempre a tutto!" sbottò Eowyn, allontanandosi con uno svolazzamento di gonne. Raggiunse la camera del cugino e s'inginocchiò di fianco al letto in silenziosa contemplazione della maglia con i colori di Rohan abbandonata sul materasso.
In quel momento Vermilinguo strisciò nella stanza, facendo schioccare la lingua in segno di apprezzamento nel vedere le forme sinuose di Eowyn , malcelate dal vestito bianco.
"Oh egli dev'essere partito durante la notte. Che tragedia per il re perdere il suo unico figlio ed erede. La panchina del Rohan è sempre più vuota…capisco!" disse con voce melliflua, sedendosi sul letto e mostrando una fila di denti gialli. "Non è facile accettare la sua scomparsa, specialmente ora che tuo fratello è risultato positivo al controllo del doping" continuò, appoggiando una mano sulla spalla della ragazza.
"lasciami sola serpente" gridò lei rimettendosi in piedi e indietreggiando di un passo.
"Oh ma tu sei sola" rispose Vermilinguo con una certa soddisfazione nella voce "Chi lo sa che cosa hai detto alle tenebre nelle amare veglie notturne…"
"Brutto bastardo! Hai fatto un altro buco nel muro della mia camera!" urlò Eowyn dandogli uno sberlone. In preda a un raptus di violenza prese a colpire il losco figuro, che immerse la testa nel collo di pelliccia per cercare di sfuggire alle botte della ragazza.
"Così bella! Così fredda…" mormorò, mentre Eowyn riacquistava finalmente la calma e si risistemava il vestito "come un mattino di pallida primavera legato ancora al gelo dell'inverno…" disse, sfiorandole una guancia fino a scendere lungo la linea delicata del collo.
"Le tue parole sono veleno! Ti sei di nuovo mangiato la zuppa di cipolle! Senti che alito!" sbottò Eowyn, uscendo dalla camera disgustata.
Raggiunse l'entrata del palazzo, respirando profondamente l'aria fresca per cercare di non vomitare, ancora asfissiata dall'alito di Vermilinguo. Il suo sguardo si posò su tre cavalieri più un peso morto -Gimli- che avanzavano velocemente attraverso i campi attorno alla città.
Eowyn estrasse il copione dando una rapida sbirciata alle pagine.
"Innamorarsi del più carino" lesse ad alta voce per poi riportare l'attenzione sul quartetto.
"Quello è un po' troppo vecchio… va bene il fascino maturo, però è quasi meglio Saru-man!
Voto per il vecchiardo 5" disse sollevando una paletta verde con il numero 5. Poi si volse verso le guardie al suo fianco. Pric aveva dato un 2 e Prac un 7.
"Prac! Non credevo che ti piacessero gli uomini maturi… diciamo pure marci…"
La guardia chinò il viso, imbarazzato.
"Poi c'è quello peloso, ma se riesco a vedergli da di qua i peli, chissà com'è da vicino! No, decisamente no! Voto: 2."
Pric diede voto 0 e Prac 1.
"Forse quello moro… sì, è bello, prestante, con fascino del selvaggio…"
In quel momento Viggo sorrise, mostrando i suoi fantastici denti.
Eowyn si ritrasse schifata, così come le guardie.
Tutti alzarono una paletta con sopra il voto 7. Solo perché Eowyn aveva dato 5 al vecchio.
"Però il biondino…viso pulito, lineamenti delicati…ah sì lui mi piace! decisamente mi piace!" disse Eowyn mostrando tutta fiera un bel 10. Pric e Prac si dichiararono d'accordo.
"Okay, allora vada per il biondino"
"Ehm… Miranda" la chiamò una voce fuori campo che si rivelò essere quella del regista. "Non è lui. E' Viggo il più figo"
La ragazza estrasse il copione cominciando a sfogliarlo furiosamente.
"Ma no! Ma a me non piace quello! Non posso innamorarmi di quell'altro?"
Peter Jackson scosse la testa in segno di diniego.
"Maledetto PJ" ringhiò, ritornando nel castello, decisa a non lasciar perdere così facilmente.

Mentre Eowyn litigava con il regista, il fantastico quartetto entrava nella città di Edoras. Viggo osservò una bandiera con lo stemma della lupa del maggico Rohan svolazzare nell'aria e poi cadere accanto agli zoccoli del suo cavallo.
"Secondo te ha un significato… una specie di presagio, Gandalf?" chiese Gimli, senza ottenere risposta.
"Devi chiamarlo Gandalf il Figo o Gandy altrimenti non si gira" gli disse, Legolas, lanciandogli un'occhiata da sopra alla spalla.
Il Nano sbuffò.
Vennero accolti molto freddamente sulle scale del palazzo da un gruppo di guerrieri, che impedì loro di entrare. Il loro capo, Hama, si parò di fronte allo stregone con sguardo truce.
"Non potete stare davanti a Re Theoden così armati, Gandalf il Grigio, per ordine di Grima Vermilinguo"
Lo stregone fece segno ai suoi compagni di viaggio di abbandonare le armi.
"Nessuno può toccare la mia spada!" disse veemente Viggo, stringendo al petto l'arma.
"La richiesta di Theoden è superflua, ma è stupido opporsi. Viggo, dagli la spada" tentò di rabbonirlo Gandalf.
"Gno, gno e gno! La spada è mia e nessuno la tocca…" esclamò l'uomo, abbassando lo sguardo e arrossendo violentemente "Tranne Legolas"
"Davvero?" squittì l'elfo tutto contento.
"Si" rispose il Ramengo, sorridendogli.
I guerrieri fecero una smorfia di disgusto.
"Falla toccare a chi vuoi" disse Hama "Ma la deporrai qui, se non vuoi combattere solo contro tutti gli uomini di Edoras"
"Non solo!" esclamò Gimli accarezzando la lama della sua ascia e lanciando alla guardia uno sguardo torvo come se si trovasse di fronte un giovane albero che intendeva abbattere.
"Ma basta! Sempre a fare gli sboroooni! E ce l'abbiamo solo noi! E lo sappiamo usare solo noi!" sbottò Gandalf aprendo le braccia in un gesto di stizza.
"Hai ragione, Gandalf! Dobbiamo smetterla di fare i bambini…" si dichiarò d'accordo Viggo.
Legolas sfoderò entrambi i pugnali facendoli volteggiare a mezz'aria.
"Tiratela un po' meno" borbottò Gimli, consegnando la sua ascia.
Viggo posò con cura la spada accanto al muro, sussurrandole paroline dolci.
"Il tuo bastone" disse Hama, lanciando un'occhiata sospettosa al bastone di Gandy.
"Oh non vorrai separare un povero vecchio dal suo sostegno per camminare"
La guardia rimase lì un pò indecisa, ma analizzando bene l'aspetto di Gandalf decise che non poteva essere poi così pericoloso, con o senza bastone.
Gandalf ammiccò in direzione di Viggo, che gli rivolse un'espressione complice, senza aver veramente capito che stava accadendo, ma tenendosi il pacco con entrambe le mani dato che si sentiva sguarnito senza spada.
Gandalf prese Legolas sottobraccio e il quartetto fece il suo ingresso trionfale nella sala principale del palazzo.
"Mio signore sta arrivando Gandalf il Grigio. E' messaggero di sventura" sussurrò Vermilinguo all'orecchio del re, mentre i guerrieri avanzavano.
"La cortesia del tuo palazzo è alquanto diminuita ultimamente, re Theoden" disse Gandalf, mentre i soldati di Rohan seguivano ogni loro passo con attenzione.
"Perché dovrei darti il benvenuto, Gandalf. Corvo. Tempesta!"
"Ma che sta dicendo?" mormorò Legolas. Gimli si strinse nelle spalle.
"Una giusta domanda mio signore" disse Vermilinguo, che evidentemente aveva capito che cavolo aveva detto il re.
"Tarda è l'ora in cui..."
"Oh basta! Pestiamoli" gridò Gandalf gettando a terra il mantello e mostrando il suo bellissimo completino bianco. Viggo e Gimli cominciarono a dar botte a destra e a manca, mentre Legolas sfoderava mosse da karaketa.
"Ma dove hai imparato?" chiese Gimli ammirato
"Ieri sera mi sono guardato le Tartarughe Nijia in Tv" rispose il principe di Bosco Atro.
"Io lo sapevo che dovevo smetterla di fare domande" borbottò il Nano, sedendosi sull'addome di Vermilinguo per non farlo scappare.
Intanto Gandalf incedeva solenne nel bel mezzo della lotta, nello sfavillante splendore donatogli dalla candeggina.
"Theoden, figlio di Thengel, troppo a lungo sei rimasto nell'ombra". In quel momento un faro venne puntato sul viso smunto del vegliardo.
"Io ti libero dall'incantesimo... esci da questo corpo... esci da questo corpo"
Theoden cominciò a dimenarsi sulla sedia, sputacchiando roba verde tutt'intorno.
"A me fa senso" mormorò Legolas portandosi le mani chiuse a pugno alla bocca "La mia mamma mi aveva detto di non guardare L'Esorcista!Figuriamoci partecipare a un remake" piagnucolò.
"Oh povero il mio piccolino" disse Viggo, correndo ad abbracciarlo, felice che Gimli fosse troppo occupato a tormentare Vermilinguo per tenerlo a bada. Intanto Eowyn arrivò di corsa e face per scagliarsi su Legolas, ma Viggo, geloso, l'afferrò al volo, approfittandone per toccarle le bocce.
"Non hai ucciso me! Non ucciderai lui" tuonò Gandalf .
"Ma chi ha mai cercato di ucciderti, scusa?" disse una voce nota proveniente dal corpo di Theoden.
"Non è possibile…" fu l'udibile sussurro di Viggo
"Zio Boromir!" cinguettò Legolas saltellando tutto contento "Ma che ci fai nel corpo di Theoden?"
"Beh, dato che il mio è trasparente dovevo pur trovarmi un corpo da possedere! Ma proprio sto relitto umano dovevo beccarmi!"
"Boromir! Piantala di giocare! Esci dal corpo di Re Theoden! Subito!" gridò Gandy puntandolo minacciosamente con il bastone bianco.
In quel momento una luce mistica investì in pieno il vegliardo, che cominciò a perdere anni... anzi millenni in pochi secondi. Eowyn piantò violentemente il gomito nel fianco di Viggo, divincolandosi dalla sua stretta.
Poi si voltò a guardarlo incredula. Si prese le tette tra le mani e le palpò abbondantemente, con grande stupore da parte dei presenti.
"Viggo, guarda… ho le tette!" gridò tutta felice.
"Lo vedo" bofonchiò Viggo con la bava alla bocca e gli occhi così sgranati che sembravano quelli di Frodo.
"Ho le tette! Ho le tette... ma..." continuò lasciando scivolare la mano fino all'inguine della ragazza "Ah! Non ho il Corno di Gondor!"
"Boromir! Vattene dal corpo di Eowyn!" sbottò Gandalf spazientito.
Una luce si proiettò su Eowyn, che barcollò all'indietro. Legolas la sorresse per le spalle, con sommo godimento di questa e somma soddisfazione di Boromir.
"Ah l'avevo detto che il mio bambino era un maschio con tutti gli attributi" disse la voce leggermente affannata di Boromir.
"Sei stanco?" chiese Viggo, momentaneamente dimentico di Legolas, in balia di Eowyn.
"Possedere la gente è faticoso"
"Eh lo so. Ti capisco" mormorò Viggo comprensivo, dandosi una sistemata al pacco.
"Torneròòòòò" fu l'ultimo saluto di Boromir prima che le finestre si aprissero e un vento forte penetrasse nella sala, facendo alzare la gonna di Eowyn.
Legolas si portò una mano alla bocca, sconvolto.
"Le ho visto le mutandine" disse a bassa voce.
La ragazza, rossa in viso, si rimise a posto il vestito, inginocchiandosi di fianco al trono.
"Zio! Ma come sei diventato affascinante con i capelli e la barba biondi!" disse, commossa.
Il re la guardò per un lungo istante , prima di sorriderle.
"Conosco il tuo viso! Eowyn!"
"Ah mi riconosce! buon segno!" disse la dama bianca di Rohan, mentre Theoden si alzava dal trono maestosamente.
"Gandalf?"
"Respira di nuovo l'aria libera, amico mio"
"Ma tu hai mai visto l'aria prigioniera?" sussurrò Legolas a Gimli, che era stranamente scomparso per tutto quel tempo. Il Nano si strinse nelle spalle.
"Come sono stati di recente i miei sogni…" disse Re Theoden, guardandosi assorto una mano.
"Le tue dita riconoscerebbero meglio la tua forza se afferrassero la tua spada"
Re Theoden si portò le mani all'inguine.
"Non quella, zio!" disse Eowyn, porgendogli la spada.
"Sembra quella di Anemone di Rayearth" mormorò Legolas.
"Ah Legolas! Ci hai rotto con i tuoi cartoni animati!" sbottò Gimli, fumando l'ennesima sigaretta.
"Ma sei nervoso? Non dovresti fumare! Non è sano"
"Ma io fumo sempre dopo... vabbè, lascia stare!"
"Dopo cosaaaa?"
"Lascia stare!"
"Dov'è Vermilinguo! voglio dargli una bella lezione! Con le sue stregonerie mi avrebbe fatto camminare a quattro zampe come una bestia" tuonò il re, sollevando la spada.
"Questa avrei voluto vederla" disse Viggo tra sè e sè.
"E avrebbe voluto far mettere anche a me a quattro zampe." aggiunse Eowyn schifata, facendo incazzare maggiormente Theoden.
"Anche questa avrei voluto vederla" mormorò Viggo.
"Ehm... Vermilinguo è scappato... comunque gli ho già dato io una bella lezione!" disse Gimli, arrossendo vistosamente.
"Gli hai conficcato l'ascia nel cranio?" chiese Legolas.
"Sì, qualcosa del genere" bofonchiò il Nano.
"Dov'è Theodred? Dov'è mio figlio?" domandò il re cercando il ragazzo nella sala, senza che nessuno avesse il coraggio di dirgli che suo figlio si era dato al golf.

Mentre la popolazione di Edoras dava commossa l'ultimo saluto al campo da calcio, orfano della squadra del maggico Rohan, due bambini sporchi e affamati come Oliver Twist arrivarono a palazzo, recanti la notizia dell'attacco degli orchi. Re Theoden, seduto solennemente sul trono, ascoltava i consigli di Gandalf, che lo spingeva ad affrontare il potere congiunto delle due Palle -quella di Sauron e quella di Saru-man -. Poco distante, Gimli assottigliava le scorte alimentari del regno, sbrodolandosi abbondantemente, mentre Legolas appoggiato a una colonna con le braccia incrociate sul petto, fissava la scena con occhi assenti.
"Legolas?" lo chiamò Viggo, facendo ampi gesti con entrambe le mani davanti alla sua faccia. Dato che l'elfo non reagiva, il Ramengo si avvinghiò a lui, sfogando le sue voglie.
"Ma Viggo! Ma che fai?" squittì il principe di Bosco Atro, scostandosi scioccato.
"Ah scusa! pensavo che dormissi!"
"Perchè di solito fai così quando dormo?"
Viggo annuì, vergognoso.
"E io che pensavo che fosse la rugiada a bagnarmi i vestiti!"
"Come puoi approfittarti in codesto modo di un giovane elfo?" lo difese Eowyn, scompigliando affettuosamente i capelli di Legolas e così facendo sfiorandogli la punta dell'orecchio.
Legolas rabbrividì tutto, emettendo uno strano verso.
Sia Eowyn che Viggo lo osservarono con le bocche spalancate. La ragazza gli toccò di nuovo la punta dell'orecchio con la dita e Legolas cominciò a fare strane smorfie, strusciando la testa contro la sua mano.
"Fallo ancora! Fallo ancora!" esclamò l'elfo quando Eowyn allontanò la mano.
"Dici che l'orecchio è una delle sue zone erogene?" balbettò Viggo sempre più scioccato.
"Non lo so" rispose la dama bianca, riprendendo ad accarezzare la punta dell'orecchio dell'elfo, che iniziò a battere velocemente il suolo con il piede, come Tamburino,il coniglio amico di Bambi e di Ombromanto.
"Sì dico che questa è una delle sue zone erogene" esclamò trionfante Eowyn, mentre Legolas emetteva sospiri di piacere e aumentava il ritmo con cui il suo piede batteva il pavimento.
"Scopriamo se ne ha altre!" propose Viggo facendo per avvicinarsi quando l'ascia di Gimli puntata sul suo petto lo spinse ad indietreggiare.
"Sciò sciò!" ringhiò il Nano, accorso per strappare Legolas dalle grinfie dei due affamati.
Intanto Theoden, contro il parere di Gandalf, aveva deciso di fuggire dall'attacco degli orchi conducendo il popolo di Edoras al Fosso di Helm, fortezza che da secoli difendeva la gente di Rohan dagli attacchi nemici. Lo stregone, incazzato nero, anche se era ancora lindo e pinto, si fece scortare nelle scuderie dai suoi tre compagni con il proposito di partire per cercare aiuto in quegli ubriaconi dei seguaci de Er Cupido Eomer.
"Theoden ha una volontà forte, ma temo per lui. Temo per la sopravvivenza di Rohan..."
"E a me chemmefrega! Ho mollato i Sovrintendenti a Gondor per tutti 'sti anni a scaldarmi il trono! Io sono l'erede al trono di Gondor! Non di Rohan!" lo interruppe Viggo di cattivo umore. Gandalf gli mollò uno scappellotto, imprecando a bassa voce.
"Egli avrà bisogno di te prima della fine, Viggo… quindi vedi di farti un pugnetto così la pianti di lagnarti sempre! Le difese devono reggere!"
"Reggeranno" assicurò il Ramengo, anche se con la mente era già da qualche altra parte...
Gandalf gli rivolse un mezzo sorriso d'intesa prima di dedicarsi al suo cavallo.
"Il Fico Pellegrino mi chiamavano. Per trecento vite degli Uomini ho vagato su questa terra e ora non ho tempo"
"Gandalf, scusa se te lo dico, ma era più figa la battuta di Elrond nel primo film... quando diceva E io ero là, tremila anni fa" s'intromise Legolas.
Lo stregone fece finta di non udirlo, salendo a cavallo, mentre Viggo gli apriva il cancello.
"Se ho fortuna la mia ricerca non sarà vana. Attendi il mio arrivo: alla prima luce del quinto giorno, all'alba guarda a est"
Viggo estrasse il cellulare dalla tasca posteriore dei pantaloni, mettendo il promemoria: 5 giorni. alba. guardare est. Gandalf fa il culo a tutti... poi si bloccò per rileggere l'ultimo pezzo. Decise di cambiarlo in: io faccio il culo a tutti.
"Molto meglio" si compiacque, mentre lo stregone incitava il cavallo, che per poco non investì Legolas e Gimli.
"Ehi non sai che nei box c'è il limite!" gli gridò dietro il Nano, ma lo stregone ormai era lontano.

Gli abitanti della città di Edoras stavano facendo su armi e bagagli, per partire alla volta del Fosso di Helm. Anche Eowyn si stava dando da fare, dopo aver provato l'ennesimo approccio con Legolas, nel mettere da parte quante più armi potesse. Voleva essere preparata per qualsiasi evenienza.
Sfoderò una spada ed eseguì poche abili mosse nella sala del trono, finchè la sua lama non si scontrò con quella dura del Ramengo.
"Hai destrezza con la lama" disse Viggo già eccitato. Non aveva scartato a priori il suggerimento di Gandalf, ma il suo motto era: fatti non pugnetti! Per cui...
Eowyn poco contenta di quel contatto, fece roteare la spada e la puntò alla gola di Viggo, che rinfoderò la sua.
"Le donne di questo paese hanno imparato da tempo a maneggiare la spada" rispose la dama bianca senza scomporsi "Quelle senza spada possono morire su di essa! Non temo nè morte nè dolore"
"Cosa temi, mia signora?"
"Dovermi accoppiare con te!" mormorò Eowyn coprendosi gli occhi con una mano. "Ma perchè non potevo innamorarmi di Legolas? E' alto, bello...è anche lui un principe !Per non parlare dell'esperienze che deve essersi fatto in tutti questi secoli..." e così dicendo si voltò verso l'elfo seduto in un angolo intento a giocare con due bambini.
"Se non mi fai vincere non gioco più" piagnucolò l'elfo mettendo il broncio.
"Va bene,Legolas! Ti faccio vincere!" disse la bambina, dandogli un buffetto sulla guancia.
"Hm forse no..." mormorò Eowyn, estraendo il copione "Vabbè, però Peter mi ha assicurato che alla fine mi prendo un gran pezzo di figo..." concluse allontanandosi con aria sognate e lasciando Viggo lì interdetto.

Mentre la popolazione di Edoras abbandonava la città, Vermilinguo raggiungeva la torre di Saru-man per fare rapporto su quanto era accaduto a Rohan.
"Fuggiranno al Fosso di Helm, la grande fortezza di Rohan..."
Saru-man sollevò una mano per interromperlo, con gli occhi neri che sfavillavano nella semioscurità.
"Va' a farti un bagno... puzzi di Nano!"
Vermilinguo distorse le labbra in un ghigno schifato, bofonchiando qualcosa sul fatto che non fosse consenziente.
Saru-man, non riuscendo più a sopportare quel puzzo immondo decise di andare a trovare beneficio odorifero nelle grotte, e qui affiancò uno degli orchi più brutti del gruppo.
"Manda i tuoi mannari selvaggi!" esclamò solenne, mentre l'orco ringhiava soddisfatto, lanciando uno sguardo nella voragine in cui si agitavano un numero indistinguibile di animali feroci.
"E' arrivato il momento di riunire l'ordine della Fenice!"
"Ehm, padrone… Saru-man… non è che vi state confondendo? Questa frase la dice Silente nel quarto libro di Harry Potter…"
"Silenzio!" sbottò lo stregone lanciando mille lampi dagli occhi. "Come osi contraddirmi? Non sono mannari quelli che allevi in quella buca?" chiese.
"Ehr… si, padrone!"
"E non c'è tra loro quel lupo mannaro che abbiamo rapito a suon di randellate sul far della sera, mentre coglieva i funghi?"
"Remus J. Lupin… signore… si!"
"E non è il giovane Lupin membro dell'ordine della Fenice creata da Silente, fratello minore di Gandalf il Grigio?"
"Ehm… pare…"
Saru-man non nascose un intima soddisfazione.
"Dunque vedi che c'ho ragione… perché i fatti… mi COSANO!"
L'orco annuii senza aggiungere altro. Era evidente che Saru-man aveva sciolto sostanze altamente dannose in quello che diceva essere succo di pomodoro.
 

Continua con la seconda, eccitantissima (ah si??? N.d.Viggo ingrifato) parte...