.|. Amore e Speranza .|.

4. La Riappacificazione

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Cavalcarono per un pò; Legolas, da parte sua cercava di tenere il cavallo il più lontano possibile da quello di Aragorn, spronandolo ad andare più veloce. Anche se il vento gli accarezzava il viso e gli scompigliava i capelli, non riusciva a lasciarsi alle spalle la sua discussione con Aragorn.

<Legolas! Rallenta... non riesco a starti dietro...> urlò il ramingo, ma l'elfo lo ignorò. A quel punto Aragorn spronò il suo destriero e riuscì finalmente ad affiancare Legolas

<Ehi... ma mi hai sentito?!>

<Certo che ti ho sentito... Urli come un ossesso!> l'uomo sbuffò alzando gli occhi al cielo e con voce supplichevole disse:

<Valar... Legolas! Smettiamola una volta per tutte! Io...>

<Non ho voglia di parlare...> poi con voce canzonatoria:

<...Meleth!>. Aragorn tentò di insistere e alzò leggermente il tono:

<Ma ti rendi conto per cosa abbiamo litigato?!... perchè non ci siamo salutati!!... se ci ripenso mi sento così stupido!...> Legolas lo fissò, ma non rispose. A quel punto Aragorn lasciò perdere, rallentò l'andatura del cavallo, fece un sospiro e fra sè sussurrò:

<E va bene... ci riprovo dopo...>.

 

***

 

Poco dopo giunsero al confine; si fermarono ad osservare la pianura circostante, scesero da cavallo e perlustrarono a piedi la zona, assicurandosi che la situazione fosse sotto controllo. Lasciarono i cavalli vicino ad un albero ed Aragorn sentenziò:

<Beh... per ora non c'è traccia di orchi... proporrei di sostare qui nel bosco, siamo coperti alla vista, ma allo stesso tempo abbiamo la visuale libera>. Legolas annuì ed Aragorn aggiunse:

<Qui potremo riposare e...> Legolas alzando un sopracciglio disse:

<E?!...> Aragorn, imbarazzato, abbassò lo sguardo e mormorò:

<E... chiarirci!...> Legolas annuì dubbioso.

Aragorn si sedette a terra, tra le possenti radici di un grosso albero e, allargando leggermente le gambe e battendosi le mani sulle cosce, disse:

<Vieni qui...> Legolas lo guardò titubante e l'uomo precisò:

<Parliamo...>. L'elfo incrociò le braccia al petto e voltando la testa disse:

<Non ho nulla da dirti...>. Aragorn stava per ribattere, ma sentì un nitrito...

<I cavalli! Non li abbiamo legati...> e si alzò correndo in direzione dei due animali, seguito da Legolas. Il ramingo legò velocemente le briglie del suo destriero ad un tronco e l'elfo, imitandolo, fece lo stesso; ma proprio mentre lo stava per legare, il cavallo si allontanò di scatto e la mano gli rimase impigliata tra le redini e il ramo e si ferì inevitabilmente.

<Ah! La mano!...> gridò; Aragorn subito si voltò preoccupato verso l'elfo che intanto era riuscito a liberare la mano e se la stringeva al petto, digrignando i denti per il dolore. Il ramingo fece per prendergliela, ma Legolas lo respinse.

<Lascia... non è niente!> ma Aragorn, tirando verso di sè la mano del compagno, sussurrò:

<Non fare il bambino!...>

<Io non faccio il bambino!> rispose l'elfo ritraendola

<Si invece!>esclamò Aragorn riprendendola.

<No!>

<Si!>

<No!>

<Si!>

<No!>

<Si!> Legolas rassegnato, stendendo il braccio esclamò:

<E va bene! Tieniti stà mano!...> così Aragorn, con aria soddisfatta, la strinse tra le sue valutando la ferita.

In un primo momento Legolas rimase immobile, con il braccio teso ed il capo voltato dalla parte opposta con il volto imbronciato come un bambino; però quando Aragorn cominciò ad accarezzargli dolcemente la mano e il polso, il suo viso si distese in un'espressione rilassata. Chiuse gli occhi assaporando quel dolce contatto... il ramingo se ne accorse e sorrise maliziosamente sfiorando più volte con le dita la pelle dell'elfo... il corpo di Legolas fu inondato da un intenso brivido di piacere, che da giorni non aveva avuto più l'occasione di provare.

<Mmh... c'è una scheggia di legno... provo a toglierla, va bene?> ma non ottenne alcuna risposta

<Legolas... mi hai sentito?> l'elfo sbattè le palpebre e mormorò:

<Co... cosa?!> Aragorn lo guardò alzando un sopracciglio e ripetè pazientemente:

<Ti è entrata una scheggia di legno nella mano... te la tolgo, va bene?>

<Si... si> rispose soprappensiero Legolas.

L'uomo estrasse rapidamente il frammento di legno

<Ahi!>

<Scusa! Non volevo farti male...>

<Non fa niente...>.

Aragorn si portò la mano di Legolas alla bocca e succhiò debolmente la piccola ferita. A quel gesto, l'elfo si lasciò sfuggire un sospiro di piacere, ma riprese subito il controllo sul proprio corpo e si liberò dalla presa del ramingo; abbassò lo sguardo sulla propria mano e scrutò il lieve graffio che spiccava sulla sua candida pelle.

<Hannon le...> sussurrò Legolas con gli occhi ancora bassi.

Aragorn mosse qualche timido passo verso di lui, gli si mise davanti e gli alzò il capo poggiandogli le dita sotto il mento. Lo guardò intensamente, quasi contemplandolo... perdendosi nei suoi grandi e profondi occhi blu, poi sorrise e disse:

<Come sei bello mio principe...> si inumidì le labbra e continuò:

<Legolas... non mi importa se tu non mi vuoi sentire, ma io...> ma l'elfo non lo fece finire... gli mise teneramente una mano dietro la nuca, si avvicinò al suo viso e gli chiuse la bocca con la propria, lasciandosi andare in un bacio appassionato e liberatorio.

Aragorn si stupì, ma poi non badò più ai pensieri e ai dubbi che aveva in testa, ma si concentrò sul proprio cuore... gli strinse le mani intorno alla vita, lo attirò di più a sè e continuò a baciarlo con tutta la passionalità che aveva in corpo...

Quando si allontanarono per riprendere fiato, Legolas mormorò:

<Scusami... è solo che... quando ti ho rivisto... ho provato talmente tanta gioia che non sapevo cosa dirti... ero teso... mi aspettavo che tu mi abbracciassi, ma sapevo anche che non potevi... e poi... e poi...> non riuscì a continuare... scoppiò improvvisamente in lacrime.

Aragorn lo fissava allibito... stava per dirgli qualcosa, ma Legolas, fra un singhiozzo e l'altro, riuscì a proseguire:

<Io... non sò che mi è preso... non so perché ti ho risposto in quel modo... non sò perchè ti ho trattato con freddezza... e soprattutto...> si fermò per un attimo, prese un grande respiro, come per darsi coraggio, poi terminò:

<...sopratutto non sò perchè ti ho tirato quel maledetto pugno!> e si nascose il viso tra le mani. Aragorn aprì le braccià e strinse il compagno in un abbraccio pieno di amore e comprensione. Legolas a sua volta, appoggiò la testa sul petto dell'uomo e tentò di calmarsi.

Ci fù un breve periodo di silenzio, poi Legolas alzò lo sguardo e, con la voce ancora provata dalle lacrime disse:

<Oh, Aragorn... mi sento così in colpa... non sò se riuscirai mai a perdonarmi...> il ramingo scoppiò in una risata inattesa:

<Se riuscirò mai a perdonarti?!... ma cosa ti salta in mente!?> baciò teneramente la fronte del compagno e continuò:

<Legolas... io ti amo troppo!... non ho mai amato nessuno come amo te... per me tu sei la perfezione... sei tutta la mia vita... non potrei andare avanti più di due giorni senza lo splendore dei tuoi occhi, il suono della tua voce, la delicatezza della tua pelle, la luminosità del tuo sorriso... non potrei vivere senza di te mio incantevole principe...> e lo strinse ancora più forte a sè, mentre sentiva gli occhi riempirsi di lacrime di gioia e commozione.

Legolas gli accarezzò la guancia, salì lungo l'orecchio e passò le dita tra i suoi capelli... poi disse:

<Ma io sono stato così ingiusto e infantile nei tuoi confronti...>

<Perchè, io no?!... anch'io mi sono impuntato su una sciocchezza...> Legolas chiuse gli occhi e disse:

<Ti chiedo scusa meleth nin... prometto che non si ripeterà mai più una cosa del genere...>

<Anch'io ti chiedo perdono... ma ora, ti prego... dimentichiamo tutto... non ce la faccio più a vederti triste... voglio sentire il tuo dolce calore sù di me... voglio il tuo cuore, voglio le tue labbra, voglio il tuo corpo... voglio te... te e nessun'altro, Legolas!...>.

L'elfo si staccò dal ramingo, gli prese il viso tra le mani, gli sfiorò sensualmente le labbra con la propria lingua e, con lo sguardo pieno di amore e desiderio, gli disse:

<Allora fammi tuo... dimentichiamo le incomprensioni e concentriamoci sul nostro amore... lasciamoci alle spalle questa brutta giornata e prepariamoci a vivere questa memorabile notte...> lo abbracciò e, posandogli la testa sulla spalla, gli sussurrò all'orecchio:

<Ti amo Estel!... mille vite immortali non varrebbero tanto quanto un unico giorno con te... lo dico dal profondo del cuore... ti amo mio re... ti amo e ti amerò per sempre, che il destino lo voglia o no!... ed ora... fammi tuo...> ed Aragorn rispose maliziosamente:

<Sarà fatto!... come volete voi, mio principe!...>.