.|. Carnevale a Venezia .|.

1. La Partenza

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MINAS TIRITH

Ormai la guerra dell’Anello era finita e pian piano gli abitanti della Terra di Mezzo stavano cercando di tornare alla solita vita. Non era facile dimenticare il terrore che Sauron aveva sparso nelle loro città, nelle loro case e nei loro cuori, ma a Minas Tirith si era accesa una nuova speranza: re Elessar ora sedeva sul trono, la gente si fidava di lui, di un uomo che aveva lottato per anni nell’ombra per impedire ai popoli liberi di finire sotto l’egemonia di Sauron.

Fuori da palazzo la vita scorreva lenta mentre all’interno si svolgevano frenetici i preparativi per le nozze del Re con Dama Arwen, arrivata da pochi giorni in città.

Tutta la Compagnia si trovava ancora nel palazzo di Minas Tirith, si sarebbero fermati sino al giorno delle nozze, e poi sarebbero ripartiti, ognuno verso la meta che si era scelto. Gli Elfi sarebbero andati verso i Porti Grigi, gli Hobbit sarebbero tornati nella loro amata Contea mentre Legolas e Gimli sarebbero partiti insieme per tener entrambi fede alla promessa che si erano scambiati, visitare prima le caverne del Fosso di Helm e poi la foresta di Fangorn.

Quel giorno Aragorn stava camminando nel giardino del palazzo, sentiva il bisogno di stare in pace e da solo con se stesso, si sentiva da giorni sopraffatto da un’angoscia che non sapeva spiegarsi. Camminò un po’ tra gli alberi e poi si sedette ai piedi di uno di questi… appoggiò la testa al tronco e chiuse gli occhi, doveva scacciare il pensiero di lui dalla sua mente… il pensiero dei suoi occhi, dei suoi lunghi capelli biondi che voleva accarezzare, delle sue labbra che voleva baciare… doveva scacciare dalla sua mente il pensiero di Legolas, ma come poteva farlo? Ma soprattutto perché si sentiva così attratto dal suo più caro amico? Forse quel bacio…

 

*** Quella mattina Aragorn si stava allenando da solo con la spada, nonostante la Guerra fosse finita non poteva ne tanto meno voleva perdere la sua destrezza e la sua abilità.

Si girò di scatto, come se stesse combattendo con un nemico invisibile, ma una volta giratosi su stesso sentì la sua spada fermarsi al tocco di un’altra. Subito si mise in guardia, ma poi si accorse di due profondi occhi azzurri che lo fissavano ridenti.

-         Maestà mi sembra un po’ fuori allenamento o sbaglio? –

-         Principe avrei potuto farle male… -

I due amici si guardarono negli occhi un attimo e poi scoppiarono insieme in una fragorosa risata.

-         Posso allenarmi un po’ con te Estel? –

-         Ma certo Legolas, è molto meglio avere qualcuno da battere che non sia il vento… -

-         Così sei sicuro di battermi Re? –

-         Certo che sì Principe! –

Si misero in posizione, uno di fronte all’altro ed iniziarono a combattere. Non era la prima volta che si allenavano, lo avevano sempre fatto, ma Aragorn dovette ammettere che Legolas aveva molto migliorato la sua tecnica, per di più era un elfo, ed in quanto a velocità e destrezza non c’erano paragoni.

Mentre tutti questi pensieri si affollavano nella sua mente distraendolo, Legolas riuscì a far cadere la spada dalla mano del Ramingo, allora buttò anche la sua sopra quella dell’amico e si portò di scatto alle sue spalle cingendogli la vita con le braccia e lo buttò a terra finendo disteso sopra di lui.

Aragorn si trovò con la faccia nell’erba:

-         Legolas va bene hai vinto, ma che ne dici di farmi alzare ora? Tu sei un elfo e sei molto leggero, ma ammetterai che questa posizione sia un po’ scomoda per me. –

Legolas fece per alzarsi, ma Aragorn con uno scatto lo buttò a terra gettandosi  poi su di lui. Iniziarono a combattere corpo a corpo e dopo un po’ il Re ebbe la meglio sul Principe che si trovò sdraiato con la schiena a terra e con il Ramingo seduto sulle sue cosce.

-         Mi sembra chiaro chi ha vinto Principe! – disse Aragorn ridendo.

-         Va bene Estel mi hai battuto, ma solo questa volta. – disse a sua volta Legolas sorridendo dolcemente all’amico.

Si guardarono per un lungo, infinito attimo negli occhi, poi Aragorn si abbassò verso Legolas fino quasi a sfiorare le sue labbra. Con una mano accarezzò dolcemente la guancia dell’elfo, era bellissimo, non era la prima volta che se ne rendeva conto, se possibile era ancora più bello della sua futura sposa, aveva una luminosità che lo disarmava, di fronte a lui non si sentiva il grande Re che tutti dicevano lui fosse, ma solo un uomo, un semplice mortale attratto dal suo migliore amico.

Fu un attimo, in cui le labbra di Aragorn si poggiarono delicatamente su quelle di Legolas, quasi avesse paura di fargli male.

Fu solo un attimo perché dopo quel gesto Aragorn si alzò di colpo sopraffatto dalle mille sensazioni che quel semplice bacio gli avevano provocato.

In un attimo anche Legolas fu in piedi, il Ramingo si voltò a guardare l’elfo, non riusciva a capire dal suo sguardo quello che provava, poi in silenzio si avviò verso il palazzo.

Non vide perciò la lacrima scivolare sulle guance di Legolas:

“ Meleth… “ .

Legolas sapeva di amare Aragorn, lo aveva capita molto tempo prima, ma allo stesso tempo sapeva che il cuore del Ramingo apparteneva alla Stella del Vespro, e che per Estel lui era un semplice amico, ma ora quel bacio, lieve e dolce… perché? Cosa significava?

L’elfo guardò un attimo il cielo sopra di lui e poi sospirando si avviò verso il palazzo. ***

 

“Basta!!!” si disse Aragorn, non doveva più pensare a quello che era successo, era stato un attimo di debolezza, lui e Legolas erano molto amici ed era impensabile che potesse anche solo lontanamente provare sentimenti diversi dall’amicizia nei suoi confronti.

-         Sei pensieroso amico mio, qualcosa ti turba? – chiese Legolas sbucando all’improvviso da dietro un albero.

Aragorn sussultò nel sentire la voce di Legolas, da quel giorno nessuno dei due aveva più parlato con l’altro del bacio e lui non aveva la minima intenzione di far capire a Legolas che ancora ci pensava, era stato solo un attimo di smarrimento, niente di più.

-         No Legolas, non preoccuparti, nulla mi turba. Solo che con tutti questi preparativi, gente che corre da tutte le parti del palazzo, ho sentito il bisogno di restarmene un po’ da solo. Tutto qui… - disse Aragorn sorridendo a Legolas.

“No, ti prego Aragorn non farlo, non sorridermi così…” pensò Legolas, ma subito cancellò dalla mente il ricordo del bacio che si erano scambiati e guardando Aragorn sorrise a sua volta.

-         Ho capito Estel. Ti lascio da solo con i suoi pensieri. –

Attese per un attimo di sentire la voce del Ramingo, il suo cuore sperava che gli chiedesse di restare con lui, ma ciò non avvenne. Così l’elfo fece per incamminarsi ma ad un tratto sentì un calore avvolgerlo, si girò di scatto verso Aragorn e lo vide immerso in una strana luce, la stessa che sprigionava il suo corpo, si sentiva leggero, molto leggero e chiuse gli occhi.

Aragorn aveva provato le stesse sensazioni di Legolas ed aveva visto il suo amico avvolto dalla luce, si spaventò, non capiva che stava succedendo, vide Legolas chiudere gli occhi e fece lo stesso.

Rumore, risate, odori strani… aprirono gli occhi contemporaneamente e si guardarono per un istante, nei loro sguardi c’era una domanda che non riuscivano ad esprimere: dove erano finiti?

 

-         Sei sicuro che questa sia stata l’unica soluzione? –

Chiese la donna uscendo al fianco dell’uomo da dietro l’albero che li aveva nascosti agli occhi del Re di Gondor e del Principe del Bosco Atro.

Si portarono nel punto esatto dove pochi istanti prima Aragorn e Legolas erano spariti.

-         E’ l’unica soluzione e tu lo sai. Sono certo che andrà tutto bene e che essi sapranno trovare il loro cuore, ma soprattutto trovo che sia l’unico modo perché possano trovarsi. –

La donna lo guardò e poi in silenzio si avviarono verso il castello. Sapevano già cosa avrebbero detto agli altri, il Re e il Principe si erano allontanati per andare a controllare la situazione nei villaggi intorno a Minas Tirith e sarebbero stati via un paio di giorni.

 

LOS ANGELES

Erano tutti riuniti nell’ufficio di Peter Jackson a Los Angeles, ognuno di loro guardava i compagni seduti di fianco domandandosi per quale assurdo motivo il regista de “Il Signore Degli Anelli” li avesse chiamati tutti quel giorno.

-         Io non capisco, non dovremo girare altre scene per “Il ritorno del Re” vero? –

Il primo a spezzare il silenzio era stato Billy. Tutti si voltarono sorpresi a guardarlo e Dominic disse:

-         Ti dispiacerebbe così tanto tornare in Nuova Zelanda, Billy? –

-         No, no… mi sono affezionato a quei luoghi, ma l’idea di dover indossare di nuovo quei piedi, bhe, ammetto che non mi attiri più di tanto. –

Tutti scoppiarono in una fragorosa risata.  Ad un tratto sentirono una voce calma e profonda venire dalle loro spalle e tutti si girarono ad osservare l’uomo che aveva parlato. Ormai avevano imparato a conoscerlo, erano diventati tutti molto amici, ma il carisma di Viggo continuava ad affascinarli:

-         A mio parere non credo si tratti di un ritorno in Nuova Zelanda, credo che il motivo sia un altro… -

-         Infatti Viggo ha ragione!!! – disse Peter Jackson entrato nella stanza mentre l’altro stava parlando.

-         Non è per un ritorno sul set che vi ho chiamati qui questa mattina. –

Il regista si guardò intorno per vedere se c’erano tutti: Billy, Dominic, Sean, Elijah, Sean Bean, Ian, John, Viggo ed Orlando… la Compagnia dell’Anello al completo era presente.

-         Mi è arrivata un’affascinante proposta dagli organizzatori del Carnevale di Venezia, vorrebbero avere per la sfilata annuale tutta la Compagnia al completo, pronta a sfilare in costume per le calle Veneziane. A me sembra un’idea molto carina, contando che dicono che il carnevale dalle quelle parti sia favoloso. Ora mi serve sapere cosa ne pensano i membri della Compagnia. –

Nella stanza calò il silenzio. Erano tutti stupiti dalla proposta di Peter, andare a Venezia, partecipare al Carnevale, l’idea era certo molto allettante.

“Venezia, la città dell’amore…” pensò Viggo lanciando uno sguardo furtivo in direzione di Orlando, seduto poco distante da lui. Tutti si accorsero dello sguardo che l’attore più maturo lanciò al più giovane, a nessuno era sconosciuto quello che Viggo provava per Orlando, bastava guardare i suoi occhi illuminarsi ogni qual volta lo vedeva, bastava notare le attenzioni continue che gli rivolgeva, bastava guardarli lavorare insieme per capire che tra di loro c’era qualcosa che andava al di la della semplice amicizia.

“Viggo è proprio perso per Orlando” pensò Sean Bean “chissà se anche per il giovane è lo stesso… bhe anche se lui prova gli stessi sentimenti di Viggo, è molto bravo a celarli…” .

-         Allora signori, si va o non si va? E’ chiaro: o tutti o nessuno… loro vogliono la Compagnia al completo… pure Boromir! – disse Peter sorridendo a Sean. –

-         Per me si può fare. – disse Elijah – E’ una cosa carina, senza contare che nessuno di noi è mai stato in Italia, sarebbe bello anche per i fans che abbiamo laggiù. –

-         Già, Lij ha ragione… - aggiunse Sean A. – anche io ci sto!!! –

Peter si guardò intorno e vide anche gli altri annuire, l’unico silenzioso e pensieroso fino a quel momento era stato Orlando.

-         Orlando qualche problema? – chiese il regista al giovane attore.

-         Eh, no scusa Peter tutto a posto… -

-         Sei per caso impegnato sul set di qualche film? –

-         No, no. E’ tutto ok. Anche a me piace l’idea di andare a Venezia. Conta pure sulla mia presenza. – aggiunse l’attore sorridendo al regista.

-         Bene, allora siamo tutti d’accordo. Signori si parte la settimana prossima. Rotta per Venezia!!! –

Gli attori si alzarono ed uscirono dalla stanza e finalmente Orlando e Viggo si trovarono vicini e soli:

-         Allora Viggo come va? – chiese il giovane per rompere l’imbarazzo che si era creato tra loro.

-         Tutto bene Orli, e tu? Ho sentito che sei molto impegnato… -

-         Sì, diciamo che le cose mi vanno piuttosto bene… e… senti Viggo per quello che è successo quella sera, ero ubriaco e … -

-         Sì lascia perdere Orli, non ne parliamo più, ok? – rispose Viggo sorridendo all’amico.

-         Ok, sai mi sentivo molto in imbarazzo per il mio comportamento, ma sono contento che abbiamo chiarito. –

-         Sì, certo. – mormorò Viggo – Tutto chiarito… -

Orlando non si accorse della piccola nota di delusione e di tristezza nella voce di Viggo. Ormai erano in strada e di fronte al grande stabile dove si trovavano gli uffici di Peter c’era una grande limousine nera.

-         Ti serve un passaggio Vig? – chiese Orlando.

-         No, grazie. Sono venuto con la mia macchina. –

-         Va bene. Allora ci si vede la settimana prossima. –

-         Sì, ci si vede Orli. –

Il giovane attore si avviò alla macchina mentre una guardia del corpo gli apriva la portiera, prima di salire Orlando si girò e fece un cenno di saluto a Viggo con la mano, il quale ricambiò.

Rimasto solo sul marciapiede Viggo guardò un attimo la macchina che si allontanava, poi si avviò verso la sua, parcheggiata non molto distante.

Inevitabilmente mentre camminava i pensieri tornarono a quella sera…

 

*** - Oh finalmente sei arrivato Vig, mancavi solo tu! –

Disse Peter accogliendo a braccia aperte uno dei suoi più cari amici. Sul set il rapporto tra loro era diventato molto profondo, ed ora appena potevano, in base ai loro impegni si rivedevano.

Entrarono nella bellissima villa di Peter e si avviarono in salotto.

-         Ti ringrazio di aver accettato di partecipare a questa festa, lo so che non ami la mondanità, nemmeno io. Però ogni tanto mi tocca dare una di queste festicciole, così la gente di Hollywood è contenta. –

-         Sì, hai ragione, comunque mi fa piacere essere qui questa sera. Avevo bisogno di distrarmi un po’. –

-         C’è anche una sorpresa per te. – disse i regista accennando un sorriso divertito.

-         Ah sì. Peter che mi hai combinato? Non vorrai farmi conoscere di nuovo qualche attricetta alle prime armi vero. Lo sai come la penso, non voglio storie in questo periodo… -

-         Sì, Vig. Non vuoi storie… ma guarda chi c’è… - disse indicando un lato del grande salone nel quale erano appena entrati.

Per un attimo il cuore di Viggo smise di battere, nel momento stesso in cui i suoi occhi si posarono su quella figura tanto familiare. La persona, che stava parlando con un giovane regista, sentendosi osservata si girò nella direzione dalla quale provenivano gli sguardi e vedendo il regista e Viggo fece un cenno di saluto nella loro direzione, si scusò con il suo interlocutore e li raggiunse.

-         Vig amico, che piacere rivederti. – disse il giovane abbracciando con trasporto l’amico.

-         Orlando… - mormorò Viggo sopraffatto da mille sensazioni – non pensavo proprio di trovarti qui stasera. E’ proprio una bella sorpresa. –

Viggo guardò verso Peter che ancora stava sogghignando, avrebbe avuto voglia di spaccargli la faccia, almeno avrebbe smesso di ridere. Il regista era una delle poche persone con la quale aveva parlato a lungo dei suoi sentimenti nei confronti di Orli, ed ora farglielo trovare lì, dopo molti mesi che non si vedevano equivaleva a fargli venire un infarto.

-         Bene ragazzi vi lascio, immagino avrete molte cose da raccontarvi dopo tutti questi mesi. – disse il regista lasciando soli i due amici.

-         Mmmmm … - mugugnò Orlando.

-         Che c’è? – gli chiese Viggo stupito.

-         Che ne dici di uscire un po’, qui fa un gran caldo… - disse Orlando mettendosi a ridere – oh bhe, forse ho solo bevuto un po’ troppo io… -

-         Sì, fa caldo… dai usciamo pazzo che non sei altro. –

Uscirono indisturbati nel grande giardino della villa e camminarono per un po’ in silenzio.

-         Allora Vig, come va? – chiese Orlando.

-         Bene e tu? –

-         Tutto a posto, ho diversi progetti in cantiere. –

-         Sì lo so. Senza ombra di dubbio tra tutti noi sei quello che ha avuto più fortuna… eh il fascino di Legolas ha colpito ovunque… - aggiunse Viggo sorridendo all’amico.

-         Già, il fascino di Legolas… -

-         Orlando, qualcosa non va? –

-         No, Vig… -

-         Orli, ti conosco bene, che succede? –

-         Non lo so Vig – disse il giovane attore sedendosi su una panchina – solo che forse mi sento un po’ solo. In Nuova Zelanda era così diverso… -

-         Bhe, - iniziò Viggo sedendosi al suo fianco – la le cose erano diverse, perché dopo tanto lavoro insieme sono nate buone amicizie, che restano immutate tutt’ora, credimi Orli, sarà difficile trovare ancora su un set l’armonia che c’era in Nuova Zelanda, ma non farti abbattere e vai avanti per la tua strada amico mio, hai una brillante carriera che ti aspetta, sappi sfruttare tutte le occasioni che ti capitano. –

Orlando rimase in silenzio un attimo e Viggo si girò per osservarlo bene. Era così giovane e così bello. Sapeva che il giovane attore nemmeno lontanamente si rendeva conto dell’effetto che faceva alle persone con la sua bellezza genuina e fresca… nemmeno si rendeva conto dell’effetto che faceva a lui…

Ad un tratto Orlando si alzò, stupendo Viggo che lo guardò sorpreso. Sulle labbra aveva il suo splendido sorriso che gli illuminava il volto.

-         Sai che ti dico Vig, hai ragione. Lo sapevo che mi avrebbe fatto bene parlare con te. –

Viggo si alzò imitando l’amico e aggiunse:

-         La cosa più bella per me è saperti felice Orlando. –

Il giovane guardò l’uomo di fronte a lui e piano gli si avvicinò:

-         Grazie Vig… - mormorò prima di abbracciarlo.

Viggo rimase stupito dallo slancio di Orlando. Sulle prime rimase immobile ma poi si sentì avvolgere dal calore del corpo di Orli contro il suo e ricambiò l’abbraccio.

Ad un tratto il giovane interprete di Legolas sollevò lo sguardo ed i suoi occhi incontrarono quelli blu intensi di Viggo… l’interprete di Aragorn lo guardava e gli sorrideva dolcemente, e Orlando non resistette e preso dall’istinto del momento appoggiò delicatamente le sue labbra a quelle dell’amico.

Viggo rimase così stupito che non sapeva bene cosa fare… ma quando sentì la lingua di Orlando accarezzargli sensualmente le labbra aprì la bocca e la fece entrare.

Le loro lingue iniziarono a giocare tra di loro, sfiorandosi, toccandosi per poi lasciarsi e ritrovarsi ancora.

Il primo a staccarsi da quel bacio e ad interrompere la magia che si era creata fu proprio Orlando che guardò l’amico con gli occhi sbarrati.

-         Vig io… mi dispiace… penso di essere ubriaco, è meglio che rientri. –

Così dicendo girò le spalle ad un sempre più sorpreso Viggo che non riuscì a dire una parola. Quando si riprese da quelle sensazioni, l’unica cosa che riuscì a mormore fu:

-         Orli… -

La festa finì e Viggo e Orlando non ebbero più modo di stare soli, ma l’interprete di Aragorn si era ripromesso di chiedere spiegazioni al giovane su quello che era successo.

Ma poi il tempo era passato e gli impegni erano molti per entrambi, quel giorno nell’ufficio di Peter era la prima volta che si rivedevano da quella sera… ***

 

Sull’aereo privato tutti erano in fibrillazione, ancora poco e sarebbero atterrati a Venezia. Il viaggio era stato tranquillo e piacevole, avevano parlato della Nuova Zelanda, dei loro nuovi progetti. Avevano mangiato, riso e bevuto e così il tempo era passato più in fretta.

-         Signori siete pregarvi di allacciarvi le cinture di sicurezza, stiamo per atterrare a Venezia. –

Ecco, il pilota lo aveva annunciato, erano arrivati. La città dell’amore li attendeva.