.|. La Notte degli Oscar .|.

by Elf Lady & Ewyn

Perché Viggo e Orlando non erano presenti alla notte degli Oscar
2004?

Sentimentale | Slash | Rating NC-17 | One Piece

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La FF è nata a quattro mani tra Ewyn ed Elf Lady. A me, Ewyn, dopo aver letto l’originale di Elf Lady si è scatenata la fantasia... solo che la ff era già scritta e scriverne un’altra sarebbe stato un plagio... così ho chiesto all’autrice se potevo modificarla e sottoporgliela , in modo che potesse cambiare tutte le cose che voleva... e quell’angelo di Elf ha accettato.

NdElf: dire di no a questa ragazza???? Giammai!!!! E l’idea era interessante, così…

Questo è il risultato.

Comunque sia nata è però sicura la natura di questa FF: è pura fantasia e non vuole offendere o giudicare le inclinazioni sessuali di nessuno.

 

Venerdì 27 febbraio 2004,

mattina in California,

sera in Spagna

 

“ Metto qualcosa in valigia e vado in aeroporto! Vengo lì da te!” la voce dell’uomo era decisa e sicura di sè.

“ No, Vig… Davvero… Mi sono scordato per un attimo che avevi la premiere di Hidalgo! Ti prego, posso stare da solo…”

“Tu sei matto! Non ci penso minimamente a lasciarti solo!”

“Vig... grazie... ma hai degli impegni…”

“Non m’importa! VOGLIO venire da te, tesoro…E così farò! Aspettami, tra poco sarò in Spagna…lì, da te… Ti amo! Ciao!”

“Vig! Vig!”

Ma ormai l’uomo dall’altra parte del mondo aveva riattaccato.

Orlando si era rassegnato ed aveva maledetto se’ stesso per aver chiamato Viggo, se solo avesse riflettuto... ma non era stato capace di resistere. Quando era rientrato in albergo ed aveva visto il sole tramontare dietro la Giralda e quella città incendiarsi nella luce del tramonto mentre il Guadalquivir diventava oro fuso il suo pensiero era corso a Viggo e non aveva più resistito. Aveva dovuto chiamarlo, aveva dovuto sentire la voce del suo amore. La Spagna era troppo immensamente bella, troppo dolce, troppo romantica per non acuire in lui il desiderio di Viggo, il desiderio di sentire la voce, il profumo dell’uomo che aveva rubato il suo cuore. Lo aveva chiamato perché aveva bisogno di sentire almeno la sua voce: da troppe settimane non riuscivano a vedersi, per via degli impegni di entrambi, e non aveva resistito… Viggo era la sua vita, la persona che lo faceva stare bene, che lo sapeva capire, confortare, amare. E quel giorno…desiderava tanto che fosse lì con lui! E così aveva inoltrato la chiamata, aspettando, un po’ impaziente, che Viggo rispondesse.

“Ciao Orli! Hai già finito di girare, cucciolo?”

“Mi manchi! Mi manchi da morire, Vig… Vieni qui, ti prego!” Un singhiozzo aveva rotto la sua voce...non appena aveva sentito la tenerezza nelle parole di Viggo non era più riuscito a trattenersi e

queste erano state le parole con cui la loro conversazione era cominciata.

Poi Orlando avrebbe voluto ritrattare quel pensiero così precipitoso, ma… era quello che sentiva e non poteva nasconderlo. Voleva abbracciare il suo uomo, stringerlo forte, baciarlo, toccarlo…

Ogni tanto la distanza gioca brutti scherzi, pensò il giovane attore inglese.

Ma Viggo lo aveva preso in parola, fregandosene dell’orario e dei suoi impegni e riattaccando in fretta per riuscire ad arrivare a prendere il primo aereo disponibile per la Spagna.

Entrambi erano felici ed euforici: finalmente si sarebbero rivisti, la “richiesta” di Orlando era stata solo una scusa...

Viggo era terrorizzato dall’idea di quella che sarebbe stata la sua prima premiere da attore protagonista... ”Il ritorno del Re” non contava, anche se lui era il Re... in quell’occasione c’erano i suoi amici, protagonisti quanto lui... ed ora aveva disperatamente bisogno della  gioia di vivere, della serenità e dell’amore che gli regalava Orlando.

 

“Dove sei?” Non aveva resistito, aveva dovuto chiamarlo nuovamente per essere sicuro che stava arrivando, per avere un’ora, un istante a cui aggrapparsi nell’attesa...

“Orli, tesoro…sono appena salito sull’aereo. Atterro alle 8 domani sera, aspettami. Adesso però devo spegnere il cellulare …”

“Sì, hai ragione,...Vig, aspetta... mi hai reso felice.. qui è notte fonda ma volevo salutarti un’ultima volta! Grazie!” la sua voce tremava per la commozione, per la gratitudine..

“E di cosa? Piccolo, anch’io sono felice di venire da te…” Dio, avrebbe voluto stringerlo, abbracciarlo, baciarlo...

“Anche se ti costringo ad un tour de force massacrante?”

“Sì, amore… E mi piaci anche per questo: per queste tue pazzie!”

Una risata cristallina da parte di entrambi.

“Vig…” la voce di Orlando si interruppe.

“Dimmi.” Lo incoraggiò Viggo, sapeva di dover chiudere, vedeva la hostess avvicinarsi...

“Voglio fare l’amore con te!”

L’uomo sospirò e rise.

“Anch’io, Orli…”

“Ti amo!” Mise tutto se stesso in quelle due parole, tutto ciò che provava, tutto il suo desiderio, tutto il suo amore, tutti i suoi sogni...

“Ti amo anch’io!”la voce di Viggo era un sussurro, calda e bassa, lo faceva fremere in ogni fibra Ora, però, devo spegnere, mi spiace. A tra poco…”

“A tra poco…”

 

A tra poco… Il giovane sorrise nel pensarlo e si rigirò nel letto,abbracciando il cuscino. Magari ci fosse voluto così poco! Aveva davanti ancora tutta un’intera giornata di riprese ma questa volta le promesse di quella terra meravigliosa sarebbero state mantenute. Siviglia avrebbe smesso di essere una sirena tentatrice che dispensava solo tristezza e sarebbe stata la dolce promessa di un amante che stava per arrivare.

 

Sabato 27 Febbraio 2004

Sera, Spagna

 

Orlando controllò l’orologio per l’ennesima volta... perchè non era andato a prendere Viggo all’aeroporto??? Lo sapeva il perchè... non avrebbe fatto in tempo... ma così, accidenti non resisteva più... eppure l’ultima volta che aveva chiamato gli avevano detto che il volo era stato puntuale... doveva essere tutta colpa del traffico di quella maledetta città...

Ricontrollò l’orologio: maledette lancette che non si muovevano mai... poi sentì bussare...

 

Si fiondò verso la porta, aprendola con forza. E lo vide.

“Vig! Oh Vig, finalmente!” la sua voce risuonò per tutto il corridoio, mentre gli saltava al collo, abbracciandolo forte e coprendogli il viso di piccoli, tenerissimi baci.

“Ciao Orli…” l’uomo stava sorridendo, mentre lo stringeva a sé, cercando di non crollare in terra sotto l’irruenza del ragazzo.

Rimasero così per lunghissimi istanti, poi Viggo continuando a sorridere, fece un passo verso la porta. “Mi fai entrare o pensi di rimanere qua tutta la notte?” Non aveva resistito a prenderlo un po’ in giro. Orlando si bloccò di colpo, rendendosi conto che stavano dando spettacolo e lo fece entrare, aiutandolo con la borsa ed appendendo la giacca a vento vicino alla porta.

“Pensavo non arrivassi più… Queste ore sono passate così lente che…” Ma l’uomo non lo fece continuare. Non appena la porta si richiuse alle loro spalle gli catturò le labbra tra le sue, iniziando a succhiarle sensualmente.

“Vig…” gemette il giovane, chiudendo gli occhi e cominciando ad accarezzare la schiena dell’uomo. “Mi sei mancato…”

Viggo non rispose: la sua lingua cominciò a cercare quella del compagno, assaporando ogni angolo di quella bocca che aveva tanto desiderato, e, lentamente, lo fece arretrare contro la parete.

Gli bloccò le mani sopra la testa e cominciò a muoversi contro di lui, passando la lingua dalla sua bocca alla mascella, al collo e poi su verso il lobo dell’orecchio e di nuovo giù fino a sfiorare quel punto caldo che faceva impazzire il suo compagno...

“Vig…Vig…è…” Orlando cercava di dire qualcosa, ma quel calore che stava crescendo in lui gli impediva di parlare. “E’…ora di cena…” perchè poi gli era venuta fuori quella frase... ma forse Viggo voleva mangiare qualcosa...

“E tu hai fame?” Chiese l’uomo ansimando e non smettendo di muoversi, continuando a lambire con la lingua quella pelle leggermente salata...

“Sì…”

Viggo, a quella risposta, si bloccò e lo guardò fisso negli occhi, un po’ stupito e deluso. Gli occhi di Orlando luccicarono maliziosi e, mentre gli slacciava i primi bottoni della camicia di flanella, sussurrò: “Di te…”

L’uomo sorrise e si lasciò trasportare da quei tocchi leggeri ma sicuri del compagno.

 

Fecero l’amore tutta la notte, non avevano bisogno di nient’altro: solo di stare insieme, amarsi, scaldarsi, parlare, ridere, scherzare, toccarsi, baciarsi, accarezzarsi…

Avevano bisogno solo l’uno dell’altro.

 

 

Domenica 29 febbraio,

alba in Spagna,

sera tarda in California

 

Lo squillo fastidioso del telefono lo strappò al sonno beato in cui era finalmente sprofondato...

“Mmmmmm…” Mugugnò Orlando, tappandosi le orecchie con il cuscino.

Maledizione.. quel maledettissimo telefono non accennava a zittirsi... ma chi cavolo era...

Viggo si mosse e il giovane, credendo volesse andare a rispondere, gli mormorò da sotto il cuscino: “No, rimani qui, accanto a me. Tanto c’è la segreteria…” E proprio mentre terminò la frase, la segreteria si attivò.

 

“Ehi Orlando! Sono Elwood! Buongiorno a te! Qui è sera. Ci sei? Senti, volevo dirti che domani sera mi piacerebbe tanto che tu ci fossi… E’ la notte degli Oscar, cavolo! Non capita spesso nella vita, no? Dai, cazzone, muovi le tue chiappe dalla Penisola Iberica e vieni qui! Per favore! Ci saremo io, Dom, Billy, Sean, Liv, Ian, Peter…e ho sentito che sarà presente anche Johnny_il_Pirata! Dai! Puoi arrivare nel pomeriggio…ti vengo a prendere all’aeroporto, ti va? Su, Orli… Ah! Senti, sai per caso dov’è quell’altro rincoglionito di Vig??? E’ tutto il giorno che provo a rintracciarlo, ma a casa non c’è e il suo cel è spento… Cacchio! Ma che vi è preso a tutti?! Uff… Dai, Elfo_dei_miei_stivali, ti aspetto… E se non vieni…rischi che non ti rivolga più la parola! Così come farò con quell’artista_da_quattro_soldi_introvabile! Aaaaaaah! Sto impazzendo! No, è che sono eccitatissimo per domani! Sono sicuro che vinceremo! Ehi, Orli! Appena puoi, fammi sapere! Un abbraccio al mio elfo preferito! Bye!!!”

 

“Sant’Iddio! Pensavo non riattaccasse più!” Esclamò Viggo, sorridendo ed alzando con cura il cuscino da sopra il viso di Orlando, che aprì lentamente gli occhi.

“Buongiorno…” Gli sussurrò l’uomo, sfiorandogli le labbra.

“Ciao…” un sorriso gli illuminò il viso ed il cuore di Viggo perse un battito...

“Dio, come sei bello! Vorrei poterti fotografare in quest’istante.. Sei la creatura più dolce che abbia mai visto! Tu, tra queste lenzuola…vicino a me…con quell’aria ancora un po’ addormentata e quegli occhi teneri, sinceri… Ti amo da morire, sai?” E lo baciò delicatamente.

Le loro labbra iniziarono a sfiorarsi timidamente e ogni tanto la lingua si permetteva di assaggiarle, cercandosi e ritraendosi l’istante successivo.

 

Ehmmm……scusate se interrompo, ma mi è venuta in mente una “particolare” immy… ^__- [NdElf]

 

 

Il corpo di Viggo si fece più vicino a quello di Orlando, tanto che la loro pelle nuda si sfiorò, facendoli tremare entrambi. Le loro mani si strinsero sopra i cuscini, accanto alle loro teste.

“Possibile che ti voglia ancora?” un filo di voce uscì dalle labbra dell’uomo.

“Possibile…” il sorriso di Orlando avrebbe affascinato Lucifero stesso [scusate, non ho resistito NdEwyn]

“Dici?” Viggo gli si fece ancora più vicino, avvertendo il calore di Orlando, ma badando a sfiorare solo leggermente quella pelle che riluceva nella luce dell’alba.

“Sì…”

“E perché?”

“Perché ti voglio nuovamente anch’io…” fu solo un mormorio ma bastò per accendere il sangue nelle vene dell’americano..

“Orlando…” la sua voce era rauca di desiderio.

“Prendimi. Prendimi ancora. Sono qui…” Orlando gli si fece contro e si strinse con forza contro di lui, afferrandolo per le spalle.

Non era possibile, cos’aveva quel ragazzo per fargli perdere la ragione in quel modo? Le labbra di Viggo cominciarono a percorrere un sentiero tracciato decine di volte ma dal sapore e dal fascino sempre nuovi. Non era mai sazio di quella pelle, di quel profumo. Cominciò dalle labbra che si aprirono per lui e poi scese al collo, alle spalle, al torace e poi sempre più giù, percorrendo col suo corpo quello di Orlando che gemeva e si contorceva contro di lui eccitandolo sempre di più...

Era andato, completamente... voleva solo sentirlo gemere ancora più forte, volevo sentirlo supplicare, stringere le sue mani nell’estasi del piacere. Scivolò ancora più in basso finchè non trovò quel punto così caldo... I gemiti di Orlando si fecero più confusi, più frequenti, mentre i muscoli si flettevano e le mani si cercavano, si stringevano...

Poi Viggo fece per allontanarsi ed una supplica a voce rauca uscì dalle labbra tremanti del giovane.

“Vig! Continua! Non togliere la tua bocca…Continua…ah! E’ bellissimo!”

La bocca di Viggo si riavvicinò e lo circondò, appiattendo la lingua per meglio carezzarlo...

“Più veloce…” Supplicò ancora, inarcando la schiena e stringendo ancora più forte le lenzuola sotto di sé. “Vig…ah…sì…così…”

“No…” ribattè l’uomo, alzandosi ed aprendo le gambe di Orlando. “Preferisco farti venire in un altro modo…” Lo guardò fisso negli occhi, avvicinando la sua eccitazione alla carne del giovane.

Nei suoi occhi una muta richiesta...

Come risposta, Orlando aprì ancora di più le gambe, per permettere all’uomo di stare più comodo.

“Scopami! Ma… continua a toccarmi, mi manca poco…Ah!”

Viggo entrò in lui con una spinta, cominciando a muoversi piano. Spiava il suo viso, cercando nei lineamenti del compagno i segnali per modulare le spinte, non voleva fargli male... La mascella di Orlando si contrasse ad una spinta più decisa e Viggo si bloccò. La reazione del ragazzo fu immediata.

“No! Non fermarti... Ah! Continua! Non è successo nulla…Aaah!” Viggo riprese..

Orlando si muoveva allo stesso ritmo dell’uomo...

“Orli…è magnifico!  Tu sei magnifico! E caldo…”

“Spingi! Ti prego, ancora! Sto per…Ah!” Gridò il giovane, dimenandosi sotto il corpo dell’uomo.

“Orli…tranquillo…ti stai movendo tr…”

“Vig! Adesso.... Non ti fermare! E la tua mano…continua!” Un'altra supplica urlata, mentre con le mani prese i fianchi di Viggo e lo spinse ancora più dentro di sé.

“Orlando!  Orlando.. …” continuava a pronunciare quel nome, mentre si stava perdendo tra le onde dell’estasi.

“Non ti fermare! Continua! Più forte …”

[Uh Signur! E’ la prima volta che scrivo di queste cose! Cioè: è la prima volta che uso questo linguaggio!!! ^__^’’ NdElf]

[siamo in due...^__^ NdEwyn]

 

“Orli!  Orli... Eccomi!Sto…”

“Vig! Anch’io… Ti sto sentendo! Vig!”

Una spinta più forte.

Il telefono cominciò a squillare...

“Orlando…”

“Vig!” Il pugno chiuso sul giovane aumentava d’intensità.

* Driiinnn-driiiinnn *

“Adesso!”

“Sì! Anch’io! Così…”

* Driiinnn-driiinnn *

“Ma proprio ora?” Imprecò Orlando, non smettendo di muoversi.

“Sì! Orlando! AH!”

“ Viggo! Ora…AH!”

* Driiinnn-driiinnn *

E nonostante il suono del telefono li avesse leggermente disturbati, raggiunsero l’apice insieme.

Una violenta scossa di piacere attraversò i loro corpo ansimanti e sudati. Viggo crollò su Orlando, allungando una mano per carezzargli il viso e spostargli una ciocca di capelli dagli occhi. In quell’istante la segreteria ripartì:

 

“Ciao Orli, sono Dom! Senti…ci credi se ti dico che qui la tensione è al massimo??? Non sto più nella pelle per domani! Ma non sono l’unico ad essere fuori come una cabina! Lij mi continua a chiamare e lo stesso fa Billy! Ormai non li sopporto più! Beh, sai che facciamo? Li ho invitati qui da me e domani ce ne andiamo da Peter… Non ce la facciamo a stare da soli.. e poi chiusi in una stanza! E in tre per giunta! Che ti metti a fare in tre?! Sconcerie? Scherzi a parte, tu sei dei nostri domani? Fammi sapere! E Vig? Sai qualcosa di lui? C’è davvero un ramingo in quell’uomo…non è mai in casa! Baci e abbracci, fratello! Peace & love!”

 

“Non si smentisce mai Dom, eh?!?” La voce dell’uomo era carica di ironia.

“Già…come al solito: tempismo perfetto!” Orlando sorrise.. Viggo e Dom riuscivano sempre a beccarsi...

“Sì, per rompere! In questo senso ha veramente un tempismo…”

“Lodevole!” Continuò Orlando, voltandosi verso il compagno e dandogli un piccolo bacio.

“Che facciamo?” Non voleva imporsi a Viggo...

“Non vorrai andare alla premiazione, vero?” Ribattè serio l’uomo.

“Mmmmmm…no. Sempre che la serata si prospetti diversa…” Rispose Orlando con il tono e lo sguardo carichi della malizia che gli era caratteristica.

“Allora ti dirò: la serata ti si prospetta diversa. Niente Hobbit, niente Elfi, niente Raminghi, niente flash dei fotografi, niente interviste, niente caos… solo tu ed io, qui…in questa stanza…in questo letto…e magari con la televisione accesa…giusto per stare aggiornati sulle premiazioni!” Viggo rotolò su un fianco badando bene ad attirarsi Orlando sul petto.

“Lasciami pensare... niente belle ragazze che urlano..., niente attrici divine che fanno a gara per farsi fotografare con me... te, un letto ed un televisore al loro posto.. io….direi…che è perfetto!” E ridendo Orlando si allungò fino a baciarlo ancora ancora una volta,  nascondendosi sotto le lenzuola...

 

Domenica 29 febbraio,

sera, Spagna

 

Orlando era appoggiato sulla balustra dell’argine. Il Guadalquivir che aveva incendiato i suoi pensieri scorreva placido ed i suoi flutti si infrangevano debolmente contro la riva più in basso. Viggo era dietro di lui, lo circondava con le sue braccia e col suo corpo, il mento appoggiato sulla spalla. Ammiravano entrambi quella città che li aveva accolti con il suo fascino meraviglioso e che aveva regalato loro ore d’incanto... Quel meraviglioso ponte a campata unica era lì davanti a loro, punteggiato da mille luci, potevano vedere i fari delle macchine percorrerlo...

“Vig...”

“Dimmi amore...”

“Niente.. volevo solo sentire la tua voce...”

Viggo sorrise e lo strinse più forte a sè. Avevano cenato in uno dei tanti ristorantini nella città vecchia. Uno di quei posti in cui nessuno fa domande, il cibo è ottimo e se, anche se non conosci lo spagnolo, riesci a chiacchierare col padrone che non ti chiede se quel bellissimo ragazzo che è con te è veramente Orlando Bloom. L’avevano riconosciuto, ne era certo, ma non li avevano disturbati, avevano solo sorriso e la padrona gli aveva lanciato uno sguardo che voleva dire mille cose. Non era certo che Orlando se ne fosse accorto.

“Vig..”

“Dimmi, tesoro mio...”

“Veramente preferivo amore..” un sorriso curvò la bocca di Orlando.

“Dimmi, amore...”

Scoppiarono a ridere...

“Sul serio, Viggo, se non fosse così freddo avrei voglia di buttarmi in acqua...”

Viggo scoppiò nuovamente a ridere..

Orlando si girò e gli colpì il petto con i pugni, badando bene a non abbandonare quel caldo nido che erano le braccia dell’uomo.

“Piantala di prendermi in giro..”

“Non ti prendo in giro... è che ne ero certo.. e quindi ho fatto riservare la piscina del tuo albergo per noi..”

“Tu... cosa hai fatto???”

Viggo ripetè con lo stesso tono che si usa per un ragazzino: “ho fatto riservare la piscina del tuo albergo per noi..”

“E adesso me lo dici?”

“Adesso mi dici che vuoi fare il bagno????”.

Scoppiarono a ridere, si presero per mano e si misero a correre come due ragazzini verso l’albergo.

 

“Buttati, l’acqua è calda! Vieni!”

Orlando fu il primo a tuffarsi in acqua; poi, dopo aver gridato quella frase, si girò verso il compagno: vide che, con lentezza, si stava togliendo l’accappatoio, lasciandolo ricadere a terra e rimanendo con solo il costume nero addosso. Lo vide avvicinarsi al bordo della piscina con una sensualità quasi felina, per poi tuffarsi, senza troppa foga, in quell’acqua scintillante.

“Così attillato…” Pensò ad alta voce il giovane.

“Come?” Chiese Viggo riemergendo e spostandosi i capelli bagnati all’indietro e andando verso di lui.

“No…dicevo che…” Orlando si sentì un po’ in imbarazzo per quel pensiero che gli era venuto in mente e non lo guardò negli occhi.

“Avanti, dimmi!” Lo esortò sorridendo l’uomo, che intanto gli aveva appoggiato le mani sui fianchi e glieli accarezzava dolcemente. Orlando sentì le sue guance tingersi di rosso e riscaldarsi.

“No, è che…stavo pensando…che…”

“Sì…” Ribattè Viggo, curioso, e spingendo il giovane verso il bordo della piscina.

“Che…il tuo costume è così aderente…che…”

“Che…” Gli fece eco, avvicinando il viso all’incavo del collo di Orlando e cominciando a baciarlo. Il giovane emise un gemito di piacere, si aggrappò alle spalle dell’uomo e proseguì:

“Che lascia poco spazio all’immaginazione…”

“E te ne dispiace?”

“Oh no…anche perché, comunque, la mia fantasia non ha limiti…Ah…”

“Ah sì?!”

“S…Sì…” Rispose a fatica, dato che Viggo aveva iniziato a leccarlo sensualmente in ogni punto raggiungibile.

“Vig..se fai così…”

“Se fai così…cosa? Cosa succede?”

“Ah…succede che…ah…metto in atto le mie fantasie!”

“Mmmmmm…potrebbe essere interessante… E sarebbero?”

Orlando stava impazzendo di nuovo... lo faceva apposta, usava la voce da quell’attore consumato che era....

“Beh, non sono così difficili. Ah…prova a immaginare…tu ed io, qui…tu con quel costume attillato, quel corpo, quelle mani, quella lingua…aah…”

“E tu, con la tua eccitazione vicino alla mia…” Il suo tono era basso, rauco... Orlando rimase un attimo sorpreso, sembrava non comprendere, poi si accorse che nell’impeto della passione aveva messo le sue gambe intorno alla vita del compagno e…i loro corpi si stavano sfiorando… sott’acqua… Sorrise, cercando di sembrare il meno impacciato e nervoso possibile.

“Viggo, te lo dico…sarò sincero: se vai avanti così, ti prendo qui!”

“Qui?” L’americano inarcò un sopracciglio e sorrise guardandolo fisso...

“Sì! In acqua, oppure per terra…se continui così non ci arrivo, in camera”

“Orlando?!” Viggo trovò il suo tono più scandalizzato... “ Possibile che tu mi legga nel pensiero?”

I due risero, ma non appena cominciarono a baciarsi e a toccarsi, l’atmosfera si riscaldò.

“Orlando ti voglio…ti voglio ancora!”

“Anch’io, Vig… Voglio ancora fare l’amore con te!”

“E allora fammi tuo…”

 

Viggo cominciò ad esplorare il corpo del compagno anche sott’acqua: una mano lo percorreva in ogni centimetro, mentre l’altra si era insinuata sotto il costume.

Orlando gemeva di piacere e il sentire le mani bollenti e forti dell’uomo su di sé, gli faceva perdere ogni contatto con la realtà.

“Ah…Viggo…ah…Vig aspetta! Non qui…”

“E perché no? La tua fantasia diceva che…”

“No, è meglio di no. Potrebbe arrivare qualcuno…” la voce di Orlando era titubante, sommessa...

“Ma stasera la piscina è tutta per noi…” non voleva aspettare, voleva che lo prendesse subito, in quel momento...

“Sì, è vero, ma non me la sento.” Viggo si arrese... mai avrebbe forzato Orlando a fare qualcosa che non volesse profondamente...

“Va bene, come vuoi.” Sospirò e si allontanò da lui. Si girò e facendo forza sulle braccia si mise a sedere sul bordo, girandosi a mezz’aria. I suoi movimenti furono fluidi mentre i suoi muscoli si tendevano. Il suo corpo reso lucido dall’acqua di delineò perfettamente nella luce radente e la sua pelle luccicò dorata cosparsa da mille goccioline. Fu troppo per Orlando che era rimasto in acqua. Il ragazzo lo bloccò, afferrandogli un piede per impedirgli di alzarsi.

“Rimani seduto lì…” Gli disse con voce bassa e sensuale, avvicinandosi piano. Allargò di poco le gambe del compagno, ma notò la posizione un po’ scomoda.

“Sdraiati, spostandoti leggermente un po’ più indietro…” la sua voce non ammetteva repliche.

Viggo obbedì a quel comando, comprendendo che Orlando aveva completamente scordato dove si trovasse. Un sorriso compiaciuto e felice si delineò sulle sue labbra e, uscendo anche con le gambe dall’acqua, si distese lungo il pavimento umido e un po’ scivoloso. Anche il giovane emerse dalla piscina e, appoggiato sulle ginocchia, cominciò a segnare con la lingua un percorso impreciso e casuale sul ventre dell’uomo…

“Orli…ah…”

“Sssshh…” Lo ammonì Orlando, che con movimenti delicati gli aveva abbassato il costume. Indugiò qualche istante, ma poi la sua bocca passò dall’inguine al membro dell’uomo.

Non appena Viggo si sentì accogliere in quella bocca calda e umida, s’irrigidì leggermente, per poi, però, lasciarsi andare alle onde di piacere che solo Orlando sapeva dargli.

“Orlando…così…così…continua...”

La sua voce echeggiò per tutta la sala. Voce che, ben presto, si tramutò in gemiti e piccola grida di piacere, così come i respiri si fecero via via più rauchi e irregolari.

“Non smettere…è bellissimo…”

Questa richiesta di Viggo fu inutile, dato che Orlando non aveva alcuna intenzione di smettere: voleva sentire il compagno sciogliersi nella sua bocca…sentirlo urlare, implorare, gridare il suo nome. E voleva sentire il suo sapore…dolce e delicato come ricordava.

“Orlando!”

E questo suo desiderio venne esaudito: poco dopo l’uomo si lasciò andare completamente, gridò il suo nome  e permise al liquido caldo di riempire la sua bocca.

Bagnato e sudato, Viggo riaprì gli occhi, rimasti chiusi per tutto il tempo in cui Orlando gli aveva dato piacere.

“Amore mio, vieni qui…” Disse, avvicinando una mano al viso del giovane e portandoselo vicino al suo. “Ti amo…” Continuò, baciandolo con passione.

Anche il corpo di Orlando chiedeva soddisfazione e Viggo se ne accorse: l’eccitazione del giovane che batteva contro il suo ventre non passò inosservata.

“Prendimi, qui…ora…” Gli sussurrò all’orecchio. Orlando lo guardò negli occhi.

“Sì, Orli. Adesso, qui…fammi tuo. Vieni dentro di me. Voglio sentirti…E so che anche tu lo vuoi… Mi vuoi…”

“Sì, è vero: ti voglio. Qui, adesso…” E lo baciò con forza. Cominciò a toccarlo e lo stesso fece l’uomo, finchè non furono pronti…

“Adesso Orli…Vieni…Ti prego…”

Il giovane attore inglese si alzò leggermente per togliersi il costume, per poi riavvicinarsi al corpo dell’uomo. Si fece strada tra le sue gambe muscolose e, teneramente e senza fretta, entrò in lui.

Un grido di piacere uscì dalla bocca di entrambi.

Era una sensazione bellissima quella che stavano provando: il calore del proprio compagno, il desiderio, l’amore, le carezze, i gemiti, le lingue che si incontravano e danzavano insieme, i corpi nudi, la pelle bagnata, i capelli umidi…le mani intrecciate..che si stringevano… Le spinte di piacere, i loro nomi urlati … Le richieste e le suppliche sussurrate…

 

Orlando non ci mise molto a raggiungere l’apice del piacere e quando uscì dal compagno, fissandolo e con tono sicuro, gli disse: “Ti amo!”

Gli occhi dell’uomo si velarono di lacrime, come quelli di Orlando.

Continuarono a fissarsi, intensamente…incantati…persi nel loro mondo fatto di amore e rispetto, di felicità e di comprensione… catturati dalla magia dei  momenti trascorsi insieme… Imprigionati dalla voglia di stare insieme, per sempre…

 

 

 

 

                                                                           And the Oscar goes to…

 

 

“ Peter Jackson for The Lord of the Rings!

“Waaaaaaaaaaahhhhhhh!!!!” L’urlo di gioia di Orlando e Viggo risuonò per tutta la suite.

“Grande! Grande Peter!!! Sei il migliore!” Gridò il giovane, seguito a ruota da un “WOW!!” di Viggo.

Applaudirono insieme con gli ospiti dell’Accademy, con Ian, Liv, Elijah, Dom, Billy e Sean…. E una lacrima solcò il loro viso.

Si abbracciarono. Forte.

“Sono felice, Vig…”

“Anch’io…anch’io lo sono tanto…” erano commossi entrambi...

Rimasero fermi in quell’abbraccio finchè non sentirono il programma interrompersi bruscamente.

“Canale saltato…” Disse l’uomo, spegnendo la televisione.

“Per fortuna siamo riusciti a guastarci tutto fino quasi alla fine…”

“Già…” rispose flebilmente Orlando. L’uomo gli mise una mano sotto il mento.

“Che c’è?” scrutò nei suoi occhi, voleva sapere il perchè di quell’improvvisa tristezza...

“Vig… devo ringraziare tanto Peter… Perché mi ha scelto per questo indimenticabile film e perché… mi ha permesso di conoscerti.”

“Orlando…amore…”

“Sì, Vig… questo film mi ha portato a te…”

“Hai ragione, è stata una fortuna per entrambi. Se non avessi accettato la parte del ramingo, non ti avrei mai incontrato. E invece…”

“E invece eccoci qua: seduti su un letto di una suite spagnola, con una bottiglia di champagne, stuzzichini e…pure un po’ di stanchezza, data l’ora!”

L’uomo sorrise, tornando ad abbracciare Orlando ed accarezzandogli i capelli.

“Però..? C’è un però vero?”

Orlando non rispose e Viggo non volle insistere, si limitò a dolci carezze, a piccoli baci. Sapeva che il suo Orlie non gli avrebbe nascosto nulla, aveva solo bisogno di un po’ di tempo...

“Viggo... ogni tanto ci pensi...? “

“A cosa, amore mio?”

“Al fatto che è tutto finito...che tra dieci anni nessuno si ricorderà più di questo film e che Il Signore degli Anelli tornerà ad essere un libro per coloro che lo conoscono...”

Viggo sorrise tristemente: il suo amore stava crescendo...Gli prese il volto tra le mani e lo costrinse a fissare lo sguardo nel suo.

“Orlando, tutte le cose hanno una fine, tutte. Ma noi siamo fortunati. Io ho avuto te e tu hai avuto me ed entrambi abbiamo il nostro amore. E dentro di me so che sarà per sempre, così come Legolas ed Aragorn vivranno finchè qualcuno saprà leggere grazie ad un professore di Oxdorf.” Lo baciò e mise in quel bacio tutta la sua dolcezza e tutta l’intensità del sentimento che provava per quel meraviglioso giovane uomo che teneva tra le braccia.

Orlando si lasciò trascinare da quel bacio e si perse in quel caldo abbraccio e finalmente seppe che esisteva un luogo dove non aveva più paura, dove non c’era più tristezza, nè timore e dove lui era Orlando ed Orlando era l’universo. Seppe di essere arrivato a casa. Lì tra le braccia di Viggo.

Quando si staccarono rimase stretto al suo uomo, poi sorrise e, rialzandosi leggermente gli sfiorò la guancia.

“Sai…mi spiace che tu non sia stato candidato come miglior attore protagonista…” spostò il viso per vedere meglio il compagno.

Viggo sorrise teneramente.

“Pazienza, sarà per la prossima! Anzi, a dire la verità…poco importa.” Alzò leggermente le spalle.. e sorrise..solo Orlando poteva passare dall’eternità ai dettagli quotidiani...ma lo amava anche per quello...

“Sì, hai ragione... tanti attori bravissimi non hanno mai ricevuto l’Oscar…”

“Già…ma non mi riferivo a quello. Io il mio Oscar l’ ho vinto…”

Orlando sorrise, baciandolo sulla guancia e toccandogliela dolcemente.

“E’ vero, l’ hai vinto…”

“Anche tu, sai?” Viggo continuava a sorridere

“Sì…entrambi siamo vincitori. Tu hai vinto…” Orlando non terminò la frase perché Viggo gli fece eco:

“ Tu hai vinto…” E insieme, spontaneamente e all’unisono…:

“… L’Oscar del mio cuore.”

 

 

The End