.|. Legami d'Amore e Scie di Stelle .|.

 

5. La Maledizione

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L’urlo riecheggiò in ogni angolo di quei remoti cunicoli sotterranei, destando le creature che affidavano il loro riposo al perpetuo silenzio delle buie gallerie.

Ma questo grido straziante non commosse Meyra, che imperturbabile si legò il medaglione al collo, e costrinse Legolas a rialzarsi… “Suvvia, Principe, le pare il modo di comportarsi? Questi luoghi sono pericolosi…” lo rimproverò…lui, ancora scosso dalla rivelazione, non aveva aperto gli occhi, e si ostinava a piangere, anche se sommessamente, come farebbe una cascatella nascosta. “Tu…sapevi che avrei reagito così…non portavi lutti…ma dolorosi ricordi…” furono le sue prime parole.

Meyra accennò un mesto sorriso, lo prese per mano e lo incitò a proseguire ancora un poco…Dove mi porterà tutto questo? Devo superare altre sofferenze? Pensava inquieto il biondo elfo…Ti verranno svelate molte cose Legolas…come ad un elfo vengono svelati gli astri celesti la prima notte che vive…ti sarà tutto più chiaro… rispose mentalmente lei…”Ah…eccoci!” esclamò infine la strana sacerdotessa (ora a lui pareva tale). Erano giunti in uno spazio maggiormente ampio e più arioso del precedente…c’erano degli antichi ruderi che affascinarono la mente del giovane arciere infallibile…fantasticava, come molti prima di lui, di trovarsi in una sala regale e non era molto lontano dalla verità…uno strano seggio in sasso, alla maniera di Gondor antica, si situava al centro dello spiazzo, mentre di fronte erano state collocate delle seggiole in legno riccamente decorate (segno di alto lignaggio) la cui fattura però sfuggiva completamente alle vaste conoscenze artistiche del Principe... e costui ne era alquanto sorpreso…Meyra prese posto sul lungo tavolo che precedeva la lunga fila di seggiole, e invitò silenziosamente Legolas a fare altrettanto…egli, dopo un attimo di esitazione, scelse di accomodarsi sul seggio reale, anche se il suo fisico notò con notevole disappunto la fredda pietra che intorpidiva i sensi…

Sembra un Gran Consiglio…e io sono l’imputato pensò lui rabbrividendo d’un tratto

Meyra si eresse e prese a camminare avanti e indietro per la sala…lentamente il Principe percepì la tensione che lei stava volutamente alimentando…finché lei non iniziò : “Dunque…le cose funzionano così…io cercherò di provocare un moto di curiosità in te attraverso degli oggetti, delle parole, delle immagini…e tu porrai le domande…” Lui annuì, fremente dall’agitazione ”Fai un respiro profondo, Legolas”

Lui eseguì. Solo allora, lei strinse in mano il medaglione che teneva al collo, lo rivolse verso Legolas, e fissandolo intensamente i suoi occhi presero ad illuminarsi d’un’intensa luce che veniva irradiata anche dal ciondolo…Legolas, sconcertato e catturato da quella luce ipnotica, guardò nel monile e…

Galad…al principio non vide nulla, ma udiva chiaramente il suono di una voce cristallina che cantava soavemente…sillabava solamente, non aveva senso il canto ma era una delizia per orecchie che sapevano ascoltare…all’improvviso, cessò.

Legolas aprì gli occhi e si accorse di trovarsi in una parte dimenticata di Bosco Atro che si trovava a molte ore di distanza dal nucleo abitato…lui un giorno vi ci era arrivato, perso nei suoi pensieri tristi…ma ciò era accaduto molti anni addietro…

Legolas! Lui si girò al richiamo e non credette ai suoi occhi…Madre…

Apparsa a lui in tutta la sua luminosità, la Regina gli rivolse un dolce sorriso…

Figlio mio…a lungo ho atteso la tua venuta…gli disse accarezzandogli i lunghi capelli biondi…lui le pose una mano sul viso delicatamente e trasse un sospiro…

Mi attendevi? Com’è possibile…è reale questo? Le chiese perplesso…

Lei si allontanò senza rispondere, e mentre sfiorava la corteccia di un albero maestoso, si fece trasportare dai ricordi, e cominciò a narrare, quasi a se stessa…

…qui…io e tuo padre ci siamo incontrati la prima stellata…eravamo molto ingenui, allora…un sorriso le incorniciò nuovamente il volto…io desideravo ardentemente vedere gli astri lucenti, e all’inizio nemmeno mi accorsi che tuo padre sedeva accanto a me…si fermò ad assaporare il dolce ricordo…e infine proseguì :

…mi prese una ciocca fra le dita e mi fissò con tale intensità che credetti di averci scorto una stella brillare…m’innamorai perdutamente di lui…si girò per guardare dritto negli occhi il Principe, quel figlio tanto amato e desiderato…non riuscì a trattenere una lacrima, a testimoniare che i ricordi più dolenti non avrebbero tardato a venire a galla…La Regina si morse il labbro superiore, e si appoggiò ad un tronco traendo un lungo sospiro… Ma…provò…non sapevo che una maledizione incombeva sulla mia famiglia da immemorabile tempo…tirò su col naso mentre il figlio le cinse le spalle in un tenero abbraccio…colpiva soltanto ogni seconda generazione, e solo i secondogeniti, quale io sono…che diceva la maledizione, Madre? Le chiese per facilitarla nel rievocare la storia…lei si strinse a lui e dopo qualche singhiozzo, recitò un poema :

gli occhi d’un bimbo beato

sono intensi come un cielo stellato

nel tempo del vero amore

sfiorerai gioia e passione

ma già arcieri e cavalieri giungono

a spezzare il triangolo

nulla sarà più come prima

neppure per voi, creature di rima.

Il figlio si strinse alla Madre costringendola a soffocare i singulti nella tunica che portava. Poi lei smise di colpo, gli prese le mani tra le sue, e così lo congedò :

ora sai…e comprenderai molto. È ora che tu vada, figliolo…  Legolas provava sentimenti contrastanti : da una parte voleva restarle accanto per non svegliarsi da quel sogno, dall’altra avrebbe voluto accorrere dal Re, per chiedere conferma…

Combattuto, restò un momento come di sasso, ma poi avvertì di nuovo quella strana sensazione…un gran freddo che lo costrinse a chiudere gli occhi e…

 

Era di nuovo sottoterra. Con Meyra. Riscossosi dal torpore, si accanì contro di lei :

“Cosa mi hai fatto, strega? Quale sortilegio mi hai lanciato, eh?” aveva uno sguardo furioso, che pochi fino ad allora avevano saputo sostenere…ma Meyra rispose con uno sguardo di sfida, e ribatté : “Credevo che ti avrebbe fatto piacere rivedere la Regina…non è stato un sogno, lei era reale…l’hai abbracciata, no?”lui rimase interdetto “Ditemi, Vostra Altezza, cosa avete dedotto dal vostro incontro?” lo schernì lei. Lui alzò il labbro superiore a mostrare una sfilza di denti candidi e bianchi, ma dai canini ben appuntiti… “Ora invece ti trasporterò nel passato, avrai l’occasione di vedere i Regnanti in tenera età…ma attento, se interagirai con loro rischierai di stravolgere il corso della Storia…puoi immaginare le conseguenze…

perciò sii lesto e prudente…” lanciato l’avvertimento, Meyra si concentrò sul difficile passaggio interspaziale e temporale…Legolas avvertì come uno strano formicolio diffuso in tutto il corpo e realizzò troppo tardi che si stava smaterializzando…

Oh Valar…e adesso? Fu il suo ultimo pensiero su questa Terra…