.|. Just You .|.

by Estel

All’alba la fantasia vaga e riaffiorano i ricordi, dolci e delicati ,perché legati alla persona che si ama…e insieme ai ricordi ,dubbi e paure…ma un bacio dato appena svegli e un caldo abbraccio lasciano dimenticare tutto e la felicità è unica e perfetta.…

Sentimentale | Slash | Rating NC-17 | One Piece

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Apro lentamente e di malavoglia gli occhi…una debole luce ,ulteriormente attenuata dalle serrande abbassate ,riempie la stanza ,rendendola simile a uno dei tanti scenari elfici che Pj amava utilizzare.

Ma di elfico questa stanza ,a parte la luce ,ha ben poco…o nulla! E’ nel disordine più totale ,sospiro mentre un debole sorriso mi compare sulle labbra…

Guardo ancora le T-shirt buttate a casaccio un po’ lì ,un po’ qui…i calzini ,logicamente spaiati, che giacciono alla rinfusa sul pavimento…abbasso lo sguardo alle lenzuola e a stento trattengo una risata…il piumone è appallottolato in fondo al letto e a coprirci c’e solo un leggero lenzuolo ,più stropicciato che mai…

La sveglia sul comodino emette un piccolo ‘bip’ e sul quadrante luminoso appare l’ora:

-6.00-

Sento un mugolio e girandomi verso di te ,vedo che dormi ancora ma come in dormiveglia ti giri su un fianco e ti attacchi a me.

Ti accarezzo i morbidi riccioli scuri e ti passo l’indice su tutto il sopracciglio ,per poi scendere lungo la palpebra e sfiorarti le ciglia…

Ancora non ti svegli e stuzzicarti è una cosa deliziosa…

Continuo a sfiorarti la gota ,per poi risalire sul naso ,seguirne il profilo e giungere infine alle tue labbra.

Sottili, schiuse e morbide…

Passo l’indice più e più volte su quelle tue bellissime labbra e alla fine le schiudi un poco di più…

Sei irresistibile…ed ho il dubbio che a volte non te ne renda conto…

Quando ti abbracci con tutti…quando distribuisci baci a destra e a manca…soffro ,sai?

Non posso mica proibirtelo! E’ il tuo carattere e io non voglio cambiarlo per pazzesco che sia…  

 Non mi sognerei mai di stressarti per renderti più simile a me perchè se fossi diverso non saresti più tu..

Ok…ok…prendimi per uno squilibrato…ma i fatti sono questi:

Viggo Mortensen ama Orlando Bloom…e ne è geloso…

Geloso da pazzi!

Guai a toccarti…guai a farti mangiare con gli occhi da qualcuno che non sono io…

Ma è normale?

Questo mio attaccamento morboso…è il risultato della mia paura…

Paura? Ma di che? Il grande Mortensen non può avere mica paura…lui è un uomo sicuro e determinato…

Cazzate.

Puri e semplici cazzate!!

Ma chi è Mortensen? Un uomo che ama alla pazzia un ragazzino di nome Orlando?

Chi sono io senza di te?

Senza i tuoi baci per coccolarmi, senza le tue carezze per riscaldarmi, senza la tua risata a tirarmi su il morale? Quando combatto una mia qualche battaglia, tu sei sempre lì, all’angolo del ring della vita ,con secchio e spugna, ad incitarmi e sostenermi…

La sveglia trilla di nuovo:

-6.30

Mi volto ancora per guardarti con un tenero sorriso sulle labbra…con due dita ti do un pizzicotto sulla gota .Non  ti svegli, fai solo una piccola smorfia…e io lascio che i miei ricordi navighino…

Se penso alla prima volta che ti ho visto…

 

***

 

Ero arrivato da pochi minuti sul set…ero l’ultimo, tra gli attori, ad aver raggiungo il luogo delle riprese perché il mio ruolo l’avevo accettato all’ultimo minuto e speravo di non avere di che pentirmene. Camminavo ancora un po’ scombussolato dal viaggio in aereo ,con accanto Peter che ,concitato, mi spiegava dov’era la mia roulotte, dove era situato il tendone per la colazione e così via…

<…credo di averti detto tutto…ora puoi andare ad indossare il costume di scena…eccola…lì è la roulotte del trucco…già ci sarà qualcuno così puoi cominciare a conoscere i tuoi colleghi…c’e ne sono di tipi originali, qui!>

<Non ne dubito…>mormorai tra me e me ,e dopo aver salutato Pj mi diressi verso la roulotte…ancora mi chiedevo se avevo fatto bene ad accettare questo lavoro…chissà se mi sarei trovato a mio agio con gli altri…

Pensando questo, abbassai la maniglia della porta ed entrai. Vidi qualcuno seduto, di spalle, con dei lunghi capelli biondi che ricadevano sulla schiena nuda e ,convinto che si trattasse di una ragazza ,indietreggiai balbettando:

<Mi...mi scusi…io...credo di avere sbagliato camerino…credevo fosse…>e nella foga di girarmi andai a sbattere violentemente la testa ad una mensola ,stordito dalla botta ,mi appoggiai al un tavolino di plastica che non reggette il mio peso e caddi a terra trascinandolo con me, con un risultato a dir poco disastroso…

Ad un tratto ,con la testa che mi rintronava(non avevo mai fatto così tanti danni messi assieme…) udii per la prima volta la tua risata.

Era chiara e limpida…come l’acqua di un torrente che tintinnava una volta che si infrangeva…

 Alzai a fatica gli occhi verso di te…e mi accorsi solo allora che non eri una ragazza…con una mano ti premevi la bocca per cercare di fermare la ridarella e con l’altra di tenevi lo stomaco, le lacrime ti sgorgavano dagli occhi. Avevi un volto reso ancora più angelico da quei lunghi capelli biondi che ,solo allora mi accorsi, erano una parrucca.

Indossavi una calzamaglia aderente che ti fasciava le gambe ,e una tunica aperta davanti ,in modo da far vedere il tuo petto glabro.

<Non è carino ridere in questo modo!>ribattei ,cercando di alzarmi. Tu volgesti di nuovo il tuo sguardo verso di me e mi osservasti per pochi istanti per poi scoppiare di nuovo a ridere:

<Perdonami…ma avresti…avresti dovuto vederti! Non so se è più divertente il fatto che pensavi di aver sbagliato camerino o il fatto che ti sei trascinato giù ,a momenti, l’intera roulotte!>

Ti guardai, avevi la risata contagiosa…e poco dopo mi ritrovai a ridere insieme a te. Una volta che ci fummo calmati mi presentai:

<Ad ogni modo…piacere di conoscerti…il mio nome è Viggo Mortensen…>

Allora i tuoi occhi si spalancarono di stupore misto a riverenza e sussurrasti:

<’Quel’ Viggo Mortensen??…Sire Aragorn?>

Sorrisi e annui.

<Io…sono Legolas…principe del reame Boscoso…>e facesti un piccolo inchino e continuasti<…ma un misero mortale come te può chiamarmi Orlando…>e mi superasti per correre fuori, allacciandoti la tunica, mentre scendevi la scalette della roulotte.

<Aspetta…!>ti richiamai. Tu ti voltasti ,continuando a camminare. Ad un tratto non sapevo cosa dirti…sapevo solo che volevo ancora parlarti e starti accanto…così ti chiesi la prima cosa che mi venne in mente:

< ‘Orlando’…e poi?>

Mi sorridesti e facendomi l’occhiolino esclamasti:

<Orlando…e basta!>poi ti voltasti e ti allontanasti di corsa

 

***

 

Orlando…Orlando…Orlando….Orlando…da quel giorno sempre e solo tu…eri già diventato parte di me…tutto il resto non contava, e non conta, niente…

Siamo sempre andati molto d’accordo…tanto da far nascere dei pettegolezzi su di noi...ma tu non vi davi peso…continuavi ad abbracciarmi ,a starmi vicino…troppo…e per me era una tortura…ti avvicinavi a me, e io dovevo trattenermi…non sai le volte che avrei voluto averti…sbatterti con violenza contro un muro e possedere la tua luce e la tua energia…

Mi facevi morire con l’innocenza del pudore che non avevi…

Non credo che ti rendesti conto di quanto eri desiderabile…di quanto eri bello…talmente bello da farmi male…più bello degli dei…

La nostra storia andò per molto avanti così…fino a che ,arrivarono gli ultimi giorni di riprese…

 

***

 

Eravamo in pausa e decidemmo di prendere un caffè. Ci dirigemmo verso il distributore automatico e ,mentre inserivo i soldi, tu ti appoggiasti a braccia conserte al muro. Ti guardai mentre la macchina ronzava ,preparando le bevande.

Era molto singolare vedere un Legolas assonnato che sbadigliava rumorosamente, poggiandosi a una macchinetta per il caffè ,che non trattenni un sorriso.

<Cosa ti ridi  ,sudicio mortale?>mormorasti stropicciandoti gli occhi.

<Non stropicciati gli occhi…hai ancora le lenti, no?>mormorai porgendoti un bicchiere di carta con dentro il caffè fumante.

<Smettila…sembri mia madre…>rispondesti con un gemito tra lo scocciato e il divertito…

<Perché hai così tanto sonno? Di solito sei un vulcano di energia…>chiesi sorseggiando dal mio bicchiere.

Tu abbassasti lo sguardo e le tue lunghe ciglia fecero una leggera ombra sulle tue guance diafane.

Sospirai e distolsi lo sguardo dalle tue labbra sensualmente dischiuse…

<Non sono riuscito a dormire…>.

<Perché?>chiesi di nuovo.

<Ecco…tra poco le riprese saranno finite…poi tutti andremo per strade diverse…e…ed è triste…ecco tutto…>mormorasti facendo un altro sorso. Mossi il mio bicchiere facendo oscillare il caffè e sussurrai:

<Non hai dormito per questo, Orlando?>mi accorsi con soddisfazione di un brivido che ti attraversò al suono della mia voce, così cercai di continuare:

<Oppure non hai dormito per pensare a qualcuno?>ma dove avevo trovato il coraggio per chiederglielo?

<Che vuoi dire?>mormorasti così piano che malapena riuscii a sentirti, ti poggiasti di nuovo al muro, tenendo il bicchiere ormai vuoto con entrambe le mani, ed evitando di guardarmi in faccia. Mi avvicinai fino a sfiorarti il corpo con il mio, poggiai il braccio sul muro, sopra la tua testa e ti guardai…sembravi così indifeso…

<Viggo…>mormorasti, cercando di allontanarti, ma ti bloccai ,mettendoti una mano su un fianco e tu mi guardasti. Le nostre labbra si avvicinarono ,vidi che lentamente chiudevi gli occhi, ma all’improvviso…

<Orlando! Viggo!!>

Era la voce di Elijha. Mi ritrassi immediatamente da te e poco dopo ecco apparire Elijha all’angolo, affiancato da Sean.

Lo fulminai con lo sguardo tanto che lui mi chiese:

<Vig? Tutto ok?>

Annuii e il suo sguardo si posò su di te che eri rimasto appoggiato al muro, in silenzio.

<Ehi…Orli, stai bene? Mi sembrate tutti e due molto strani…>sorridesti, solo come tu sai fare, quel sorriso che ti disarma ,tanto è dolce e genuino…

<Va tutto bene ,Lij…dobbiamo tornare sul set?>

Elijha ne rimase incantato…d’altronde avevo sempre sospettato che buona parte degli attori fosse invaghito di Orlando…

<Si…Pj vuole che adesso facciate la scena del Palantir…ma prima ha chiesto di togliervi i vestiti di scena…e…>

<Perché?>chiesi.

Elijha fece spallucce e disse:

<Bhè…è solo una prova…non ci sarà la macchina da ripresa a filmare…per cui a cosa servono i vestiti? Anche per evitare che si straccino forse…la scena è un po’ movimentata, no?…ma che ne so!>

Annuii distrattamente. Per me non era un problema… il mio costume è  quasi come  una seconda pelle…

<Bene…>mormorasti buttando il tuo bicchiere nella spazzatura e rivolgendomi uno dei tuoi sorrisi più dolci:

<...Io allora vado a cambiarmi..>

Avrei dato tutto quello che avevo per vederti mentre lo facevi…

<Allora ragazzi…è tutto chiaro? Dunque…potete iniziare…ricordatevi…è solo una prova ma recitate come se stessimo girando…>

Mentre Pj dava le ultime indicazioni a Billy ti osservavo…indossavi una maglietta nera a mezze maniche ,aderente ,che metteva in risalto il tuo corpo esile, dei jeans, neri anch’essi. Sul polso destro indossavi un piccolo polsino, nero, con una stella bianca disegnata sopra ,i capelli ti erano ricresciuti ultimamente e ti ricadevano con dei morbidi riccioli sul collo.

Oddio…eri la sensualità fatta a persona…dovetti costringermi a non prenderti lì, davanti a tutti…

<Siete pronti?…ok…allora…azione!>esclamò Peter.

Era piuttosto buffo vedere ‘Pipino’ con una camicia a  motivi hawaiani e un paio di pantaloni beige urlare con una sfera in mano…Dominic gridò…era il mio turno…mi buttai sul Palantir e lo staccai dalle mani di Billy, subito sentii le tue braccia esili cingermi la vita e le tue labbra sfiorarmi il collo, un brivido mi percosse, rotolammo a terra e tu finisti sotto di me…ma rimanemmo immobili ,mentre Ian completava la scena. Nessuno badava a noi…

Non udivo più le battute…sentivo solo il tuo respiro sul mio volto e vedevo  i tuoi occhi vagare nei miei.

<E’…è venuta bene…>sussurrasti pianissimo...cercando di non guardarmi negli occhi.

<Orlando…>richiamai la tua attenzione e tu mi rivolgesti uno sguardo supplichevole…o forse fui io a immaginarmelo così…non resistetti. Lasciai che il mio volto si insinuasse tra il tuo collo e la tua spalla, inspirai il tuo profumo, sapevi di buono…sapevi di cannella… e ti morsi lentamente il collo…

<Stop…Bene! Bravi…>esclamò Peter spezzando la magia del momento, e io allontanai il mio viso da tuo, ma quando lo feci vidi i tuoi occhi delusi e udii uscire dalle tue labbra un gemito di insoddisfazione.

Allora decisi. Mi alzai velocemente e feci fare lo stesso a te, prendendoti per una mano.

<Viggo…Orlando…la scena è venuta perfetta e…ehi…ma dove andate…?>esclamò Peter quando vide che ti afferrai per un polso e ti trascinai via sotto gli sguardi allibiti di tutti.

<Peter…abbiamo finito?>esclamai prima di chiudere la porta alle mie spalle.

<Si…per oggi si...ma…cosa..?>mi chiese il poveretto sempre più confuso.

<Allora a  domani…tranquillo…è tutto a posto…>e chiusi la porta della sala – prove.

Ignorammo domande e altri convenevoli vari di chi ci incrociava lungo il tragitto… Non dicemmo una parola finché non arrivammo alla mia roulotte. Entrai velocemente e ti trascinai con forza dentro, appena richiusi la porta ti sbattei con violenza contro di essa, baciandoti con un tale ardore da ferirti le labbra. Vidi la tua piccola lingua raccogliere il tuo sangue ,mentre i tuoi occhi, socchiusi ,emanavano mille riflessi…

Eri una visione troppo provocante.

In quel preciso momento me ne resi effettivamente conto.

Sapevo.

Sapevo che sarebbe successo…

Doveva succedere.

Lo sapevamo entrambi e lo volevamo entrambi…

Ti afferrai per le braccia e ti gettai sopra il letto, strappandoti letteralmente i vestiti di dosso e facendo lo stesso con i miei. Ti imprigionai tra il materasso e il mio corpo bollente di desiderio...Ti bloccai i fianchi con le gambe e inizia a baciarti dappertutto, soffermandomi in quei punti dove vedevo che godevi di più, come il petto, stuzzicavo i tuoi capezzoli ,mentre sospiravi.

Com’era morbida la tua pelle…avevo passato mesi a immaginare come poteva essere e questo superava di gran lunga le mie aspettative…

Ormai avvertivo che c’era già un movimento che ci legava come una marea…implacabile e inarrestabile.

Non un gemito o un lamento da parte tua…mi assecondavi in tutti i miei movimenti…come se anche tu avevi da sempre desiderato quello che stava succedendo…ad un tratto decidesti di prendere le redini della situazione…mi baciavi e poi ti allontanavi proprio quando stavo per ricambiare i tuoi baci…

Ti eri accorto che ormai dipendevo da te e dalla tua bocca.

Ma quel gioco mi sembrava più una tortura, così ti misi una mano dietro la testa e mi impossessai con foga della tue labbra, come a volerti sbranare…ma tu non provasti a fermarmi, accogliesti la mia lingua nella tua bocca calda, ci giocasti, lasciando che ti seducesse e  che si impossessaste di te.

<Ti voglio…cazzo…quanto ti voglio!>mormorai con voce rauca sulle tue labbra ,che si fecero uscire un ennesimo sospiro inebriante di piacere come a voler dire:

‘Prendimi…Dio…prendimi ora!!’

Ti sfiorai le cosce e sentii la tua pelle fremere al mio tocco e le tue dita stringersi sulle mie braccia. I tuoi occhi mi rivolsero una preghiera di silenziosa fiducia…ma lo vedevo che eri spaventato quanto me…

Occhi simili a carboni ardenti ma talmente dolci da far sembrare il miele amaro.

Mi immersi in te e subito un grido di dolore cercò di lasciare le tue labbra, ma tu lo bloccasti mordendole con forza.

Vidi una tua mano stringere spasmodicamente il lenzuolo candido sotto di noi ,sorridendo dolcemente la presi nella mia e le poggiai entrambe, con le dita intrecciate, sul cuscino, accanto alla tua testa. Le guardammo, erano unite, strette, aggrappate l’una all’altra.

Poi ci guardammo negli occhi…un misto di paura, passione ,desiderio si fondevano in una provocante miscela che si riversò su di noi.

<Viggo…>

Una supplica. Una richiesta di continuare a farti godere di quel piacere che bruciava in noi.

Quel piacere che, ora ne ero orgogliosamente sicuro ,solo io potevo darti.

<Ti prego…>continuasti<…non fermarti…>

Affondai di nuovo in te con rinnovato vigore ,sempre più veloce fino a che non sentii il tuo corpo muoversi in sintonia perfetta con il mio.

<Viggo!!>urlasti inarcandola schiena<…Cristo!!…Vig…>

Le parole ti uscivano a fatica ,facendosi spazio tra i tuoi gemiti e sospiri.

<Si…urla il mio nome…voglio sentire la tua voce gridare il mio nome…>mormorai baciandoti la gola.

Non dicesti nulla. Un’altra spinta ,più poderosa delle altre, e i tuoi occhi si spalancarono, mi avventai di nuovo sulle tue labbra e mentre mi mordevo quello inferiore dissi:

<Urlalo…>

Respiravi a fatica e mormorasti confusamente in preda alla lussuria:

<Vig…Viggo…>

Ti sfiorai sensualmente con le labbra l’orecchio e mormorai:

<Orlando…>

Sentii il tuo corpo sotto di me fremere violentemente.

Sorrisi.

Ti avevo in pugno.

Potevo farti venire solo con il suono della mia voce.

Ti leccai il lobo, mordendolo e ripetei con voce ancora più profonda:

<Orlando…>

Un gemito.

Eri al limite.

Scesi sul collo, leccandolo e ripetei:

<Urlalo…senza limite ,né pudore…non frenarti…lasciati portare dove c’è un’ultima vertigine…>

Un altro gemito. Più forte degli altri. Il tuo corpo si tese. Le tue labbra vermiglie tremarono mentre facesti scivolare la mano libera dietro il mio collo, e urlasti con quanto fiato avevi in corpo:

<Viggo!!!!>

Non avevo mai sentito il mio nome pronunciato in quella maniera.

Mi ero sbagliato.

Sei tu che mi facesti venire con la tua voce. Meglio non sottovalutarti in futuro, bimbo…

Mi accasciai sul tuo corpo, sentendo il tuo cuore che batteva contro il mio petto, mentre con una mano mi accarezzavi i capelli, mi tirai lievemente su vidi che respiravi ancora un po’ affannosamente, con gli occhi chiusi e le sopracciglia lievemente aggrottate..

Eri adorabile…ti baciai la fronte, scesi poi sulle gote, e ti posai una mano sulla guancia. Allora apristi gli occhi.

Erano ancora brillanti e seducenti.

<Sei la prova dell’esistenza di un paradiso, Orlando…>mormorai con un lieve sorriso.

Ti guardai e mi sentii felice…come non mi sentivo da tempo.

Era come se tutto fosse illuminato da una luce più chiara e più splendente…

Tu sorrisi e un calore mi avvolse. Non avrei mai pensato di vedere il tuo sorriso in una circostanza del genere. Ma il bello della vita è che non sai mai quello che ti aspetta dietro l’angolo.

Eri andato oltre il limite incatenato a me. E non desideravo altro.

Mi spostai di lato, ti presi per i fianchi e invertimmo le posizioni, ora ti avevo sopra di me e per la prima volta mi accorsi di un delizioso rossore che ti tingeva le guance…

<Ti amo Orlando…>

Tu spalancasti i tuoi occhioni e mi guardasti seriamente.

<Non mi stai prendendo in giro?>

<Potrei ,Orlando?>ti chiesi allora.

<No…>mormorasti. E allora vidi un’altra cosa per la prima volta.

Le tue lacrime.

Le tue labbra tremavano leggermente mentre si stiravano in un sorriso.

<Anche io…ti amo…>

 

***

 

Da quella volta…quante volte abbiamo fatto l’amore?

Dieci? Venti? Quaranta? Cento volte?

E chi lo sa…

So solo che lo facemmo con travolgente passione o con dolce tenerezza…

Come è successo questa sera…

Ti stropicci un 'occhio e ti accoccoli di nuovo sul tuo cuscino ,sospirando. Sorrido. Mi volto verso il mio comodino e prendo un piccolo quaderno che uso come agenda degli appunti...me lo hai regalato tu diverso tempo fa...la apro e prendo la penna blu che è infilata nel piccolo laccetto, mi metto su un fianco e ti osservo...

Vedo che all'improvviso fai un piccolo sorriso...stai sognando...ma non so dove sei...pur vicino ma così distante...ti sfioro il petto con un tocco leggero della mano...il cuore ti batte ma...per che batte non ne so niente...

Chissà?

Fantasie che l'insonnia dà...

Magari adesso un ' altro sta con te...

Piano piano vorrei svegliarti per rassicurarmi e per parlarti un po’...e invece non lo faccio...

Forse ho paura di capire con chi sei realmente...

Tu sei qui con me ma la tua mente dov'è?

Quando sogni non sei più mio. Seguo il ritmo del tuo respiro e i leggeri movimenti della fronte.

Ancora ,l’orologio emette l’ennesimo –bip-

-7.00.

Sospiro ,scuotendo la testa e poso la punta della penna sul foglio e lascio che la mia fantasia si muova da sola...prendendo ispirazione solo da te…

 

“Tu sei la strada che sto percorrendo

Sei la mia meta da raggiungere

Sei un sogno ambiguo nella buia notte

Un bisogno costantemente inappagabile

Tu

Come pena e dolore

Come gioia e piacere

Tu

Come pioggia battente e come sole

Entri dentro di me

E mi sconvolgi

Mi disarmi

Mi rendi dipendente da te

Sei un sorriso e sei una lacrima

Mi guardi.

I tuoi occhi escludono il resto da noi.

E tutto si ripete nuovamente

Come un accattivante circolo vizioso

Dal quale non voglio ,né posso, uscire.

Sei speranza e disperazione

Sei innocenza e malizia

Sei puro e sei peccato.

Buio e luce nella mia anima

Mi spaventi e mi affascini

Mi attiri

Mi hai portato al largo

Trascinato da un’inarrestabile marea

Ed è troppo tardi per tornare indietro

Ormai la mia vita sei solo Tu

Sei il mio destino

Sei il mio futuro

L’inferno che brucia

Il paradiso che ristora

E di tutto questo non ti rendi conto…

E così sorrido, sereno, e ti bacio…

Bacio il mio dolce angelo e il mio sensuale peccato.

E tutto questo sei solo tu.”

…..

La rileggo...la intitolerò :"Just You"...ma non esprime certo tutto quello che tu rappresenti...è solo una parte minuscola...

Faccio per chiudere l’agenda ma da essa scivolano via delle foto. Le guardo e sorrido, mi ricordo perfettamente quando le ho scattate…

Ah…questa qui…

Te l’ho scattata appena siamo tornati dalla Nuova Zelanda. Ti portai nel mio appartamento a New York e rimanemmo lì per qualche tempo…una mattina ,aprendo gli occhi ti vidi già sveglio, mentre con quello sguardo perso nel vuoto osservavi la neve che scendeva mesta e calma fuori dalla finestra…non resistetti ,presi una macchinetta fotografica e ti scattai questa foto...è tra le mie preferite…

Ne osservo un’altra…questa qui te la scattai nel giorno in cui eri stato scelto come protagonista per il film ‘The Calcium Kid’.

Eri nervoso e facilmente irritabile ,così per distrarti decisi di portarti un po’ in giro per la ‘Grande Mela’.

Ci fermammo a mangiare in un fast-food e tu continuasti , con mio gran divertimento, a farfugliare preoccupato:

<E se poi…e magari…cioè…è…è il mio primo film da protagonista e non so se…Oddio, VIG!!!>esclamasti appena sentisti il rumore dello scatto della macchinetta.< Quando sono nel corso di una crisi esistenziale ,potresti evitare di puntarmi un obiettivo contro?? Almeno quando stiamo mangiando per carità!!!>

Risi di cuore…come eri furioso quella volta…ma una volta tornati a casa mi feci perdonare…

Faccio per riporre le foto, quando un’altra attira la mia attenzione…la prendo in mano e la osservo…hai sempre detto che è la tua preferita…perché siamo noi due insieme…

Già…insieme…sospiro e poso l'agenda ,aperta, sul comodino e ripongo la penna per voltarmi di nuovo verso di te, giusto in tempo per vederti stiracchiare braccia e gambe, come un gattino che si crogiola al sole...ancora non apri gli occhi ,però...vuoi rimanere il più possibile nei tuoi sogni...perfetti e meravigliosi...

Che sogni può avere un ragazzo di 27 anni?

Hai tutta la vita davanti...e spesso di domando cosa sogni...Chi sogni...

Muovi i piedi cercando i miei e le tue braccia si muovono per cingere la mia vita. Sento le tue dita sottili solleticarmi i fianchi ed è piacevole.

Sorrido deliziato mentre ti alzi un poco per affondare il tuo viso tra il mio collo e la spalla. Piano piano ti sposti sopra di me e non riesco a trattenere un sospiro nel sentire la tua pelle così deliziosamente calda e vellutata.

<Orlando...>Non resisto più. Per quanto siano dolci e intriganti questi tuoi movimenti ho il bisogno di vedere i tuoi occhi...di vedere te...di averti di nuovo tutto per me.

E tu non tardi ad esaudire questa mia tacita richiesta.

I tuoi occhi, quasi chiusi ,si accendono all'improvviso spalancandosi in me.

Non riesco a trattenermi. Prendo le tue labbra con foga e mio malgrado te le ferisco, come la prima volta che ci siamo baciati ,e tu ,proprio come quella volta succhi il tuo sangue. Me ne accorgo solo quando mi allontano di poco da te e rimango turbato:

<Mi...mi spiace...>mormoro.

<'Sta zitto!>ribatti ridendo e attirandomi di nuovo verso ti te ,premendo con forza le tue labbra sulle mie.

Sento la tua bocca come un ' inferno di fuoco...ma contemporaneamente sa di vaniglia e miele...cannubio troppo provocante...Mi sposto dalla tua bocca per baciarti tutto il viso ,mentre ti tengo per i fianchi.

I tuoi occhi ridono mentre si posano sulla mia agenda e mi chiedi:

<Cosa ha scritto il mio grande poeta?>

Sussulto. E faccio scattare la mia mano richiudendo l'agenda. Sono solo versi stupidi...non valgono nulla...

Tu mi guardi ancora più divertito...

<Perchè non vuoi che lo veda? C'e scritto qualcosa di me?>

<No...no...assolutamente...>Provo a sussurrare ma il tremito della mia voce mi tradisce e tu subito prendi l'agenda e ti metti a sedere sul letto, soddisfatto ,mentre sfogli le pagine. Rassegnato mi tiro anche io a sedere e ti cingo la vita, poggiando il mento sulla tua spalla:

<Eccola! E' una poesia?>esclami.Io annuisco e tu, trepidante come un bimbo inizi a leggere mentalmente.

Poco dopo sento la tua schiena fremere e ti guardo in volto:

<Orlando?>

Ti volti verso di me e con un flebile sorriso sussurri:

<E'...bella...molto...pensi davvero questo di me?>

<Anche di più Orlando...è una misera parte di ciò che il mio cuore e il mio animo pensano di te...non è possibile definirti in pochi versi...sei sfuggente...inafferrabile, eppure concreto...sei dolce ma talvolta amaro...>sussurro osservando i tuoi occhi e le tue labbra alternativamente<Sei il mio errore migliore e nel frattempo la cosa più giusta che abbia fatto...Sei la mia combinazione...ma sei talmente diverso da me...potresti chiedermi di tutto e non sarei in grado di negartelo...>sospirai quando vedo che i tuoi occhi vagano.<...mi ami?>

Come uno sparo queste mie stesse parole risuonano nella stanza. Ti volti di colpo verso di me e ti aggrappi alle mie spalle e sussurri affannosamente:

<Lo...lo dubiti ,Vig?>

Non rispondo e un gemito esce dalle tue labbra.

<Come puoi dubitarlo? Perchè me lo chiedi?>

<...cosa sognavi prima? Perchè stavi sorridendo?>domando cercando di restare calmo ma le parole mi escono più brusche di quanto vorrei. Che motivo ho di arrabbiarmi tanto?

Tu mi guardi non capendo e rispondi subito,:

<Sognavo di te...>e lo dici come se fosse la cosa più scontata del mondo.

Ti guardo e questa volta sono io a gemere.

Come ho potuto essere così stupido, infantile e inutilmente geloso??? Tu subito mi abbracci ,sedendoti sulle mie gambe.

<Scusami...ma avevo paura...paura che tu non mi potessi amare più...>sussurro affondando il viso nel tuo collo e stringendoti a me più forte che posso, tanto che ho paura di farti male.<Vig...>provi a interrompermi.

<No...lasciami finire...tu sei giovane...sei una della stella più richieste nel mondo...hai una vita davanti...ed io ho il terrore che tu non mi possa considerare degno di viverla accanto a te...paura che tu preferisca trovare qualcun altro che riesca a starti dietro...nelle tue esperienze...nelle tue fantasie e nei tuoi sogni...>

E senza volerlo lascio scivolare una mia mano su di te...strappandoti un sospiro. Ti tocco di nuovo e tu sospiri ancora ma sussurri:

<Sei...sei uno sciocco Vig...io non voglio nessun altro accanto a me...io...>infilo la mano nei tuoi boxer e ti mordo il collo e fai fatica a continuare<...io...voglio...so...solo...te...Viggo…cosa mi serve avere la vita se non posso condividerla con te? E le mie mani ,a cosa servono se non possono toccarti? E quanto mi pare inutile la mia bocca se non posso baciarti! Non pensare mai di non essere importante per me…sei la colonna portante della mia esistenza…hai capito amore?>

<Orlando...scusami per averne dubitato...>Tu scuoti la testa e ti sdrai di nuovo portandomi con te...

<Non c'e nulla da perdonare...>mormori mentre mi prendi il viso tra le mani e mi baci con dolcezza esasperante...

-bip-

Ancora quella maledetta sveglia!

-8.00

Sospiro e allontano il mio volto dal tuo e guardo rassegnato quell’accidentaccio di orologio che ho avuto il cattivo gusto di lasciare acceso! Faccio per alzarmi per spegnerla e dedicarmi a te, ma tu ,fraintendendo il mio gesto e pensando che volessi alzarmi per prepararmi ad uscire, mi afferri una mano e mi tiri verso di te. Ti cado sopra ma tu non ti lamenti.

<Viggo…>Hai quel faccino deluso e imbronciato che adoro! Decido di torturarti un po’ e così ti rispondo:

<No, Orli…mi spiace ma devo assolutamente andare a un’intervista per ‘Hidalgo’ e non posso fare tardi…>

Ma tu mi baci il collo e mormori maliziosamente:

<Prendimi…ora…>

Bhè…in fondo i divi non sono forse famosi per i loro proverbiali ritardi?

<Ti amo Orlando ,e questa è la mia sola verità...>Ti sussurro ad un orecchio ,mentre tu ridi e arrossisci deliziosamente….

 

                                                                                                §

 

Si…si…lo so…Just You non si può paragonare alle mie altre One Piece che sono lacrimevoli…ma è una della prime volte che provo a scrivere una RPS e preferivo iniziare con una one piece appunto…  Non so cosa sia realmente ‘Just You’…Oddio ragà…lasciate perdere…stà fiction è una cosa che non ha né capo e né coda…non so spiegarvelo…spero solo ke non faccia schifo…

Devo ringraziare Meleth che ha scritto la ‘poesia di Viggo’…senza di lei mi sarei dovuta arrangiare con qualche canzone di Meneguzzi

- Orrore!!>.<Nd Meleth

- Meleth…hai visto ke Viggo lo considero?? Tu ke dici ke non me lo filo mai…praticamente l’ha ‘dettata’ lui la fic…:P Nd Estel

- Almeno questo me lo devi…dopo quella soffiata ke ti ho dato a catalogazione sui componenti kimici dei colori!!! Nd MelethKeE’UnaSecchiaACatalogazione

- Tvb ^^….a proposito…non c’e il compito di Storia dell’arte a fine mese?NdEstelKeAncheSeHa8AstoriaDell’ArteSiAffidaAMelethCheHa9

- E con ciò? Nd MelethKeSiInsospettisce

- Ti ho detto ke Viggo avrà una bellissima parte nella mia prossima fic…??^^…Nd Estel Speranzosa

- Ok…Ok…già ho capito…-_- Nd Meleth Rassegnata

- Yuppy ^^ Nd Estel super happy

Un kiss a tutti!!!