.|. Amarth - Fino Alla Fine del Tempo .|.

12. Rhîw, l’inverno del cuore

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“Cosa turba il tuo cuore?” sussurrò la dama della luce avvicinandosi a lui.

“Conosci la risposta alla tua domanda…” ribatté debolmente Elrond continuando a guardare le stelle che brillavano nel cielo sopra di lui “…il mare mi ha portato il suo richiamo…ha abbracciato il destino che aveva scelto per un Uomo…ma la sua vita l’ha donata ad un altro ed ora è per lui che sta affrontando l’oblio…”

“Il figlio di Éomund le ha dato quell’amore che Elassar non poteva offrirle…” mormorò Galadriel fermandosi al fianco dell’altro elfo “…non c’è oblio nel loro amore…solo speranza…”

“Speranza…?” bisbigliò Elrond voltandosi verso la dama “Che speranza può esserci per lei? Ho lasciato mia figlia a perire dal dolore nella Terra dei Mortali…come posso credere di aver agito giustamente?”

“Molte cose non dipendono da noi…” rispose Galadriel guardandolo negli occhi “…e alcune di queste nemmeno i Valar stessi possono controllarle…solo Arwen ha la padronanza del proprio destino…”

“Ma la sua luce si spegnerà definitivamente nell’arco di pochi anni mortali…” la interruppe Elrond “…il suo corpo eterno morirà come sta succedendo al suo spirito…è questo il fato che ha scelto? Svanire per un amore che non potrà riavere mai più?”

Galadriel alzò lo sguardo oltre le spalle di Elrond e vide una foglia verde staccarsi dal ramo di un albero e posarsi a terra lentamente…

“…l’amore a volte è in grado di superare gli oceani del tempo…e noi non siamo gli unici a saperlo…” sussurrò “…lo sai bene…tu discendi da coloro che hanno navigato in questi oceani…” voltò la testa verso di lui e lo fissò per un lungo momento “…l’Alleanza tra Uomini ed Elfi può essere finita ma qualcosa è rimasto…i legami che si sono creati grazie ad essa sono talmente forti che non potranno mai svanire…nemmeno la morte potrà svolgere questo compito…” abbassò lo sguardo e fece qualche passo nella radura poi si fermò e sussurrò tra sé

“Dan ad min laeg lass dannatha ir estel en Edain pelitha (Ma ancora una foglia verde cadrà quando la speranza degli Uomini svanirà)”

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Era di nuovo inverno nella Terra di Mezzo, un inverno freddo e nevoso come non se ne vedevano da anni. Qualche mese prima Gondor fu scosso ancora da due gravi perdite, Merry e Pipino, gli hobbit della Contea che avevano dimorato in quel luogo negli ultimi anni, dopo la morte del re di Rohan, si erano spenti in pace nei loro letti, gli ultimi del loro popolo ad aver partecipato alla Guerra dell’Anello.

 

Quel giorno stranamente a Minas Tirith risplendeva il sole, e i suoi raggi, seppur deboli, riscaldavano il clima gelido.

Eldarion camminava lungo il corridoio, deciso a fare quello che da mesi aveva in mente…si fermò davanti ad una stanza, fece un profondo respiro ed entrò, lasciando la porta aperta dietro di sé. Senza dire una parola si diresse verso la finestra e aprì le pesanti tende lasciando entrare la luce e la esile figura seduta sulla poltrona alzò lo sguardo su di lui…

“C’è il sole madre!” esclamò il principe sorridendo “Non fa più freddo come nei giorni scorsi…” si avvicinò a lei e si inginocchiò prendendole la mano “…oggi possiamo uscire nei giardini…possiamo andare a raccogliere erbe o a cavalcare…come desideri…oppure sederci nel salone, davanti al fuoco, bere una tisana e parlare…”

Arwen lo fissò a lungo in silenzio poi alzò debolmente una mano e gli accarezzò il volto che sembrava ancora quello di un giovane anche se ormai era un uomo adulto…

“…o altrimenti possiamo preparare qualche dono per Eiliant ed Eden da dar loro quando verranno a trovarci le prossime settimane…” continuò Eldarion ma si fermò quando la dama gli mise due dita sulle labbra.

“…bado na ada lîn Eldarion…(Va con tuo padre Eldarion)” sussurrò Arwen con un filo di voce.

“No!” ribatté il principe alzandosi in piedi all’improvviso “Non voglio andarci con mio padre…voglio fare qualcosa con te!” fece qualche passo nella stanza e poi si voltò nuovamente verso di lei “Perché ti comporti così? Non esci più…non vuoi vedere nessuno…io…” si mise una mano sulla fronte e chiuse gli occhi un istante “…io non sopporto questa situazione…sono anni che vivi così…o forse sarebbe meglio dire che non vivi…anni madre!” la guardò nuovamente e vide i suoi occhi su di sé ma era come se non lo stesse vedendo così si avvicinò a lei, le mise le mani sulle braccia e la scosse

“Madre!” esclamò alzando la voce “Hai perso l’uomo che amavi e lo capisco ma non puoi continuare in questo modo!” notò ancora lo sguardo vuoto di Arwen come se non fosse veramente presente in quella stanza e sentì una forte rabbia crescere dentro di sé…

“Tu sei viva!” gridò “Viva!” e la scosse di nuovo ma non ottenne nessuna reazione “Eomer è morto ma tu no! Tu devi continuare a vivere!”

 

Lungo il corridoio risuonarono le grida di Eldarion e appena Legolas ed Aragorn le udirono corsero più velocemente possibile verso la stanza di Arwen.

“Eldarion!” esclamò l’elfo appena entrò, seguito dal compagno, prese il principe per un braccio cercando di allontanarlo dalla dama ma Eldarion si liberò, inginocchiandosi ancora davanti a lei.

“Tu devi vivere…” sussurrò fissandola intensamente mentre le lacrime di rabbia scivolarono sul suo viso “…hai perso il suo amore ma hai ancora il mio…il nostro…noi ti amiamo e il nostro desiderio è rivederti sorridere come un tempo…”

Arwen chiuse gli occhi un istante e quando li riaprì appoggiò la mano sulla guancia del figlio. Eldarion mise la propria mano su quella della madre e sussurrò

“A men ú gerim meleth nîn? (E noi non abbiamo il tuo amore?)”

La dama però non rispose, continuando a fissare in silenzio il figlio davanti a sé. Allora Aragorn si avvicinò a lui e lo fece alzare…Eldarion si allontanò alzando gli occhi verso il soffitto, cercando di calmarsi, poi guardò il padre…

“Perché fa così?” gli chiese “Perché non reagisce? È un Elfo ed è forte…perché non cerca di ritrovare quella forza che aveva?”

Aragorn aprì la bocca per rispondere ma Legolas lo precedette…

“Perché il dolore ha preso il sopravvento su di lei…” sussurrò “…e non riesce a combatterlo…”

“Non vuole combatterlo…” lo interruppe il ramingo lanciandogli un occhiata “…non vuole continuare a vivere senza la persona che ama…”

“Ma ci siamo noi!” ribatté Eldarion guardando i due compagni “Perché non pensa anche a noi?”

“Non è la stessa cosa Eldarion…” mormorò Legolas alzando lo sguardo su di lui “…per il nostro popolo l’amore è uno dei sentimenti più forti in assoluto…un Elfo può amare molte persone e molte cose ma quando dona il proprio cuore a qualcuno è per l’eternità…ed è per quell’amore che vive e…”

“…e quando lo perde come è successo a lei, perde ogni ragione di vita?…” proseguì Eldarion fissandolo “…questo significa che quando Eomer è morto…è morta anche mia madre?”

“No!” esclamò Aragorn facendo un passo verso il figlio “Lei non è morta…si sta lasciando andare per non affrontare il futuro senza di lui ma…” si fermò quando vide Eldarion mettersi di fronte a Legolas e fissarlo intensamente negli occhi…

“E succederà anche a te?” gli chiese il principe “Anche tu ti ridurrai in questo stato quando mio padre se ne andrà? Diventerai l’ombra di te stesso che vaga in silenzio per queste stanze in attesa della fine?” attese qualche momento ma l’elfo rimase in silenzio “Rispondimi!”

Aragorn guardava prima il compagno e poi il figlio…indeciso se intromettersi in quel discorso o meno…sapeva le intenzioni di Legolas e non voleva assolutamente che l’elfo si lasciasse morire ma lui non ci sarebbe più stato per impedirlo…ad un tratto udì la voce di Eldarion e nella sua mente ritornò quel pensiero che più volte l’aveva scosso…

“In ogni caso…io non te lo permetterò…” mormorò il principe fissando Legolas intensamente “…non lascerò che il dolore ti porti alla morte…”

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Passarono delle settimane e un giorno Eldarion decise di andare a far visita a Faerwyn, erano anni che non la vedeva anche se si scrivevano di continuo…ma era pericoloso viaggiare d’inverno e il cielo non prometteva nulla di buono. Aragorn cercò di dissuaderlo ma il principe non dava segno di voler cambiare idea, così il ramingo chiese a Legolas di accompagnarlo…

 

“Andiamo insieme!” esclamò l’elfo “Ci fermeremo qualche giorno nell’Ithilien e poi torneremo qui, da molto non lasciamo Minas Tirith…”

“Io non posso lasciare Gondor…” ribatté Aragorn voltandosi e facendo qualche passo verso la finestra “…e non voglio lasciare Arwen sola…non in questo stato…”

“Ma…io non desidero andare senza di te…” sussurrò Legolas sedendosi sul letto sospirando “…non puoi farlo seguire dai tuoi uomini?”

“In pochi saprebbero come affrontare questo clima…” rispose il ramingo scuotendo la testa “…e la maggior parte di loro sono troppo anziani per mettersi in viaggio…ho pensato a lungo ma non desidero che mio figlio muoia per il freddo a causa delle nuove guardie…sono ragazzi in gamba e abilissimi con le armi ma non hanno nessuna esperienza in questo campo…” respirò profondamente e appoggiò una mano al muro “…ti sto solo chiedendo un favore Legolas…”

“D’accordo…” disse l’elfo dopo un lungo momento di silenzio “…andrò con Eldarion…” si alzò in piedi e si mise dietro all’uomo, con una mano gli spostò delicatamente i capelli quasi del tutto grigi e gli baciò più volte il collo “…ma quando tornerò completamente infreddolito dovrai pensare tu a scaldarmi…”

Aragorn sorrise, si voltò lentamente e catturò le labbra del compagno in un lungo bacio poi rimase ad osservarlo fino a quando uscì dalla stanza…e allora si sedette sul letto con la testa tra le mani…gli aveva mentito…e aveva cercato in ogni modo di non incrociare il suo sguardo per evitare che scoprisse la verità…alcuni uomini erano in grado di accompagnare Eldarion e si erano offerti volontari, era stato lui a rifiutarli…e anche su un’altra cosa non era stato sincero…non era per Arwen che restava a palazzo…ma perché sentiva sempre di più il peso degli anni…quella forza che l’aveva accompagnato per oltre centosettanta primavere, ora stava svanendo…

 

Eldarion e Legolas partirono a cavallo la mattina seguente mentre il cielo si ricopriva di nuvole basse e grigie…cavalcarono velocemente e al sorgere della luna raggiunsero gli Emyn Arnen.

“Appena in tempo…” esclamò Eldarion alzando lo sguardo quando sentì alcune gocce di pioggia sul viso “…se ci fossimo fermati saremmo giunti qui completamente fradici…”

“Va da lei…” disse Legolas sorridendogli quando vide il principe sistemarsi accuratamente gli abiti eleganti che aveva indossato sotto il pesante mantello da viaggio “…riempio la mangiatoia dei cavalli e ti aspetto nel salone…”

Eldarion annuì sorridendo e corse via. Salì la scalinata e si diresse verso la sala ma prima di giungervi per farsi annunciare dalle guardie, intravide due persone in uno dei corridoi…rallentò il passo e si fermò…ma quello che vide lo fece rimanere senza fiato…un uomo dai lunghi capelli scuri stava accarezzando il volto di Faerwyn mentre lei gli sorrideva dolcemente…dopo qualche istante la dama gli prese la mano nelle sue e lo abbracciò, stringendosi a lui…rimase immobile come se avesse perso ogni capacità di agire fino a quando Faerwyn si voltò casualmente da quella parte e lo vide.

“Eldarion!” esclamò la donna sorpresa, allontanandosi di scatto dall’uomo e le prime parole che le vennero spontanee furono “Cosa fai qui?”

Il principe rimase un lungo momento in silenzio con lo sguardo fisso su quel viso bellissimo poi indietreggiò…

“Niente…” bisbigliò voltandosi e incamminandosi nella direzione dalla quale era appena arrivato.

Faerwyn gli corse dietro e gli prese un braccio per fermarlo

“Aspetta!”

“Cosa devo aspettare?” ribatté bruscamente Eldarion voltandosi verso di lei “Devo attendere per vederti mentre baci quell’uomo? Beh…no grazie…preferisco andarmene…”

“Non è come credi…” disse la dama fissandolo “...quello che c’era tra noi è finito da tempo ed ora è solo mio amico…mi è stato vicino quando i miei genitori sono morti…”

“Certo…” bisbigliò il principe con un sorriso nervoso sul viso “…forse perché a lui lo hai permesso…quante volte ti ho scritto che avrei desiderato restarti accanto? Ma la tua risposta era sempre quella…avevi bisogno del tempo per riprenderti e per riordinare il regno…”

“Ed era vero…” ribatté la donna ma Eldarion la interruppe

“E allora perché non hai chiesto anche a lui quel tempo?” gridò il principe ma subito chiuse gli occhi, respirando a fondo per calmarsi.

“Non alzare la voce con me!” ribatté Faerwyn fissandolo “Non sai come mi sono sentita per mesi…lui mi conosceva, sapeva come parlarmi per alleggerire le mie pene…”

“Ed io no?” la interruppe debolmente Eldarion “Perché non mi hai permesso di aiutarti?” vide la dama aprire la bocca per rispondere ma alzò una mano verso di lei “Forse perché non conosco te…ma solo il tuo corpo…” e con quelle parole si voltò, allontanandosi velocemente e non vide le lacrime scivolare sul viso di Faerwyn.

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“Hai dimenticato qualcosa?” chiese Legolas quando vide Eldarion dirigersi velocemente verso il proprio cavallo.

“Ad bedim na Gondor (Ritorniamo a Gondor)” rispose a bassa voce il principe sellando nuovamente il destriero.

“Eldarion…cos’è successo?” sussurrò l’elfo mettendosi dalla parte opposta dell’animale e guardando il principe.

“Non ha bisogno di me…” mormorò Eldarion tirando l’ultima cinghia e salendo in sella “…ti aspetto al di là dei cancelli…” e con quelle parole galoppò via.

 

Legolas lo raggiunse e per molto tempo cavalcarono in silenzio sotto la pioggia che cadeva violentemente ma, appena traversarono l’Anduin , quella pioggia diminuì, trasformandosi presto in neve.

“Ci mancava la neve! Perfetto!” esclamò Eldarion sbuffando. Continuarono ancora ma ad un tratto Legolas rallentò l’andatura fino a fermarsi…

“Cosa c’è ora?” gli chiese il principe guardandolo.

“I cavalli hanno freddo…” sussurrò l’elfo accarezzando la criniera del proprio destriero “…e la notte è troppo buia…alcuni tratti potrebbero essere ghiacciati…dobbiamo fermarci…”

“Oh no! Non ci penso proprio!” ribatté Eldarion alzando la voce “Cavalcheremo fino a casa e poi potranno scaldarsi…non ho intenzione di passare la notte qui fuori…”

“Ed io non ho intenzione di rischiare la vita di questi animali solo perché ti è successo qualcosa di spiacevole che non vuoi rivelarmi!” lo interruppe Legolas fissandolo “Tieniti i tuoi segreti ma torniamo indietro fino alle rocce che abbiamo superato poco fa…c’erano alcune caverne abbastanza grandi per ripararci tutti quanti…”

Eldarion rimase in silenzio stringendo le labbra…anche se non voleva ammetterlo aveva gli abiti fradici di pioggia e stava tremando per il freddo…sarebbe stato da stupidi continuare in quelle condizioni e con quel tempo, così mise da parte il suo orgoglio e galoppò verso il luogo suggerito dall’elfo.

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Aragorn entrò in silenzio nella stanza di Arwen e si sedette sul letto con lo sguardo fisso sul pavimento…era fredda quella stanza…fredda e vuota come il cuore della dama seduta sulla poltrona accanto alla finestra.

“Perché li hai lasciati andare?” sussurrò Arwen senza voltarsi verso lo sposo “Perché l’hai mandato con lui?”

“Qualcosa mi ha spinto a farlo…” rispose l’uomo sospirando “…come se fosse stata una volontà più potente della mia…” restò un lungo momento in silenzio poi rivolse lo sguardo verso la sposa vestita di scuro “…da tempo mi chiedo se sia giusto…per noi…per lui…ma quel desiderio è troppo forte…”

“E lo accetteresti?” gli chiese la dama voltando lentamente la testa verso di lui ma non attese la risposta…gli bastò guardarlo negli occhi “Menti…e nemmeno lui potrebbe mai accettarlo…”

“È l’unico modo…” ribatté Aragorn “…io non voglio che…”

“La scelta spetta a lui…” lo interruppe Arwen “…sa benissimo cosa lo attende…” girò di nuovo la testa e rivolse lo sguardo fuori dalla finestra, osservando in silenzio la neve che cominciava a cadere “…e presto saprà anche cos’altro potrebbe riservargli il futuro…”

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“Perché mai ai cavalli la grotta più grande?” chiese Eldarion sedendosi accanto al fuoco che Legolas aveva appena acceso.

“Perché loro in questa non ci stavano…” rispose l’elfo tranquillamente, prese la sua coperta e con essa chiuse l’entrata della grotta, sistemandola come poteva con alcuni sassi, per impedire alla neve e al vento di raffreddare quel piccolo ambiente.

Eldarion sospirò e si tolse il pesante mantello scuro, gettandolo in un angolo, poi si guardò e scosse la testa “Non asciugheranno mai…”

“Non se li terrai tutti addosso…” mormorò Legolas “…togli la casacca e mettila accanto al fuoco…la tunica è più leggera e da sola impiegherà meno tempo…”

Il principe lo fece quasi senza pensare…la sua mente era rimasta a quello che era successo poco prima con Faerwyn ma quando rialzò lo sguardo sull’elfo e vide che aveva fatto la stessa cosa sentì un tuffo al cuore…e un brivido lungo la schiena…la tunica chiara di Legolas, a causa della pioggia, aderiva completamente al suo corpo, sottolineando ogni muscolo e ogni dettaglio…

“Adesso vuoi dirmi cos’è successo con Faerwyn?” gli chiese l’elfo sedendosi accanto a lui.

“No…” sussurrò Eldarion abbassando lo sguardo.

“Va bene…non dirmelo…” disse Legolas, gli mise una mano sotto al mento e gli rialzò il volto “…guardami…”

L’elfo lo fissò intensamente per un lungo momento poi chiuse gli occhi

“Mi dispiace…” mormorò “…ma forse ti sbagli…non credi che possa essere la verità?”

“Anche se lo fosse non mi importa…” rispose il principe buttando un ramoscello tra le fiamme “…per lei non sono altro che un semplice amante con cui dividere il proprio letto e niente di più…”

“…o forse ti ama ma ha paura ad ammetterlo anche a se stessa, mascherando così quel sentimento con la lussuria…” continuò Legolas “…ha perso le persone che amava da poco e forse teme di affezionarsi troppo a qualcuno…”

“Sì certo…” bisbigliò per nulla convinto Eldarion…si stese, mettendo un braccio sotto la testa e guardò il soffitto di pietra.

“Tu la ami?”

A quella domanda innocente il principe trattenne il respiro e girò la testa verso l’entrata della grotta…

“Hai messo anche per i cavalli una coperta?” chiese facendo finta di niente.

“No…” sussurrò Legolas, poi inclinò la testa guardandolo “…non hai risposto alla mia domanda…” aspettò ancora in silenzio poi ripeté “..la ami?”

“Oh…Legolas non mi va di parlare di questo…”ribatté Eldarion chiudendo un istante gli occhi “…non sono dell’umore giusto per farlo…te ne prego…” e con la mano iniziò a muovere un lembo della tunica, alzandola e abbassandola sul ventre per cercare di farla asciugare prima.

“Come desideri…” mormorò l’elfo accennando un sorriso, abbassò lo sguardo sulle fiamme ma la sua attenzione fu attirata da una cicatrice sul ventre del principe “…cosa ti è successo?”

Eldarion guardò l’elfo e poi se stesso…

“Non è niente…qualche settimana fa mi stavo allenando con una delle guardie e mi sono ferito…”

“È strano che non sia già sparita…” mormorò Legolas avvicinandosi di più a lui “…anch’io ti avevo ferito ma i curatori hanno detto che nell’arco di due giorni i tagli si erano rimarginati completamente…” allungò una mano e con le dita sfiorò delicatamente la cicatrice “…forse era più profonda…”

Eldarion sentì il proprio respiro aumentare di intensità al tocco dell’elfo…vedeva i suoi blu fissi su di sé e quell’espressione preoccupata come quando pensava a qualcosa che non riusciva a comprendere…ma anche quell’espressione lievemente corrucciata che aveva già visto sul suo viso quando Legolas era disteso sotto di lui e lo supplicava di toccarlo…a quel pensiero si sentì bruciare e tutto il freddo di poco prima svanì…riabbassò di scatto la tunica e si voltò sul fianco…

“…o…o forse in alcune parti del mio corpo sono più Uomo che Elfo…” mormorò ma subito si accorse di quello che aveva detto e alzò imbarazzato lo sguardo “…cioè…volevo dire…non intendevo…”

Legolas lo fissò un istante ma poi si mise a ridere

“Ho capito cosa intendevi…” disse allegramente.

“Stai ridendo?” sussurrò Eldarion guardandolo.

“Sì…scusa ma…dovevi vedere la tua espressione…” rispose l’elfo cercando di tornare serio.

“No…” ribatté sorridendo il principe “…tu stai ridendo…era da tempo che non lo facevi…da quando…”

“Shh…” bisbigliò Legolas mettendogli l’indice sulle labbra e scuotendo la testa. Eldarion capì subito che non voleva parlare della morte di Eomer e di Arwen, così annuì e lo osservò mentre si stendeva a sua volta…rimase a fissarlo a lungo, mentre gli occhi dell’elfo erano persi nel vuoto…poi si voltò dalla parte opposta e chiuse gli occhi, cercando di dormire…

Legolas inclinò la testa verso di lui e vide il corpo del principe tremare…sorrise dolcemente e si avvicinò di più a lui, girandosi a sua volta su un fianco e stringendolo a sé con un braccio.

Eldarion non aveva preso ancora completamente sonno quando sentì un calore contro la schiena e il respiro caldo di Legolas sul collo…forse era un sogno…doveva essere un sogno…ma poi quel braccio attorno alla vita e la sua mano sul petto…sentiva le palpebre pesanti e una profonda stanchezza…un lieve torpore lo pervase…sentiva le raffiche di vento fuori dalla grotta…e il respiro regolare dell’elfo dietro di lui…

 

E ad un tratto quella mano si mosse…Eldarion sentì le dita di Legolas farsi strada lentamente sotto i lembi della tunica e sfiorargli il petto con movimenti leggerissimi, appena percettibili…trattenne il fiato per qualche istante…indeciso se credere o meno a quello che stava succedendo ma quelle carezze si intensificarono e la mano dell’elfo salì lungo il suo petto fino a raggiungergli il mento, invitandolo delicatamente a voltarsi…Il principe si girò dalla parte opposta e si ritrovò di fronte quei due occhi blu che lo fissavano…rimase immobile a guardarlo ma poi, come se il suo corpo si muovesse di volontà propria, alzò una mano e sfiorò quelle labbra perfette, leggermente socchiuse…Legolas baciò dolcemente la punta delle sue dita più volte poi gli prese il polso e se lo portò sulla vita…inclinò la testa e posò le labbra sulle sue, muovendole lentamente…

“Questo è un sogno…” gli sussurrò Eldarion con gli occhi semichiusi quando l’elfo si allontanò leggermente.

“Shh…” bisbigliò Legolas sorridendo…lo fece stendere delicatamente a terra e si mise sopra di lui “…lo so…” e lo baciò di nuovo con più passione. Appena Eldarion sentì la lingua dell’elfo muoversi con la sua perse totalmente il controllo…fece scivolare le dita tra i suoi lunghi capelli biondi e lo spinse di lato, invertendo le posizioni e stringendolo a sé con tutta la forza che aveva.

“…oh Valar…” sospirò accarezzandogli il viso “…è solo un sogno…”

Legolas gli sorrise dolcemente, alzò una mano e la mise dietro alla sua testa, tirandolo a sé in un altro bacio e contemporaneamente si voltò per tornare alla posizione precedente.

“…lo so…” ripeté e fece scivolare un ginocchio tra le sue gambe per aprirle.

Eldarion si lasciò andare completamente e non riuscì a trattenere un gemito quando Legolas iniziò a muovere il bacino contro il suo, senza mai smettere di baciarlo…presto entrambi si ritrovarono a soffocare i gemiti dell’altro con le labbra mentre i movimenti diventavano più intensi e più veloci…

“…se…solo fosse vero…” gemette Eldarion stringendo l’elfo contro di sé “…se solo tu mi amassi…”

“…potrei amarti…” sussurrò Legolas fissandolo intensamente “…potrei farlo…”

“…ed io potrei essere il tuo futuro…” sospirò Eldarion…e i loro corpi cedettero alla passione…lampi accecanti di luci li avvolsero…e un soffio di vento penetrò nella grotta, attraverso la coperta appesa, spegnendo quell’ultima fiamma che era rimasta ad ardere mentre i deboli raggi del sole mattutino rischiaravano la grotta.

 

Eldarion aprì all’improvviso gli occhi e si trovò di fronte quelli blu di Legolas spalancati…sentiva il proprio respiro e quello dell’elfo ancora veloci mentre il cuore batteva all’impazzata…timidamente alzò una mano e gli sfiorò una guancia, come per assicurarsi che fosse vero e lo stesso fece Legolas…rimasero così a lungo…immobili a guardarsi intensamente…fino a quando il principe parlò con un filo di voce

“È stato un sogno?”

“Non lo so…” rispose debolmente l’elfo.

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“Perché Loro hanno fatto questo?” chiese l’antico sovrano di Bosco Atro avvicinandosi al ruscello “Perché hanno dato a mio figlio questa falsa speranza?” si fermò a pochi passi dall’altro elfo e continuò “È un semplice Mortale come il padre e presto o tardi anche lui si spegnerà…che motivo c’era di dargli quest’illusione? I Signori di Valinor desiderano forse vedere quanto può soffrire uno di noi, spingendolo ad affrontare due volte l’amarezza della mortalità e il dolore che essa comporta?”

“Le tue parole sono cariche di preoccupazione per tuo figlio e le comprendo…” sussurrò Celeborn voltandosi verso di lui “…ma non ci è concesso conoscere i loro piani…forse la prova che dovrà superare Legolas sarà ben diversa…”

“Prova? Di che prova stai parlando?” chiese Thranduil fissandolo “Perché mai i Potenti dovrebbero mettere alla prova mio figlio?”

Celeborn guardò in lontananza tra gli alberi.

“…decidere tra un amore perduto e uno appena iniziato…affrontare la solitudine eterna o una nuova, seppur anch’essa breve, felicità…” sospirò e si voltò di nuovo verso l’altro elfo “…c’è molto altro in gioco Thranduil…non solo la sorte di Legolas e degli Uomini che lo amano…dobbiamo confidare nella Loro saggezza…”

Alzò lo sguardo oltre le spalle di Thranduil e vide la sua bianca sposa avvicinarsi lentamente…la guardò negli occhi per un lungo momento poi sussurrò

“Ma per quello che ci è dato sapere…tuo figlio ha già fatto la sua scelta…”