.|. Risvegliarsi da un Incubo .|.

3. Risvegliarsi da un Incubo

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Apro la porta della stanza e lo vedo ancora lì… Ero sicuro di trovarlo ancora qui, seduto su quella sedia… Mi avvicino al letto dove Orlando dorme ormai da tre giorni… È come un incubo ed è orribile vederlo così… Lui che è così vitale e solare… Sospiro e appoggio una mano sulla spalla di Vig… Solo con questo gesto si accorge di me… Mi guarda, gli occhi gonfi… “Viggo, devi riposare. Non puoi continuare così!” Torna a guardare Orlando senza rispondere, non serve rispondere… Io tento, ma so benissimo che non si sposterà mai di qui… Non prima che Orli abbia riaperto gli occhi almeno… Dio, è così pallido… Non mi piace vederlo così… E posso perfettamente capire come si sente Viggo… Non oso pensare cosa farei se capitasse al mio Liji… Stringo più forte la mano sulla sua spalla come per fargli forza… E poi esco… Vado dalla macchinetta del caffè…

Più ci penso e più mi pare incredibile…

Mi sembra di sentire ancora il telefono che squilla, io che rispondo e dall’altra parte della cornetta un poliziotto che mi dice. “Mr. Monaghan? Sono il tenente O’neil del nono distretto di polizia di New York. Abbiamo trovato questo numero nel portafogli del Signor Bloom… Non sapevamo chi altri chiamare…” “Nel portafoglio di Orlando?” La mia voce già tremava… Iniziavo ad aver paura… E facevo bene. “Sì… Vede… Siete amici, giusto?… Non so come poter fare per mettermi in contatto con la famiglia…” “Mi scusi ma perché? Cos’è successo?” “Vede… Il Signor Bloom… Ha tentato il suicidio.” Silenzio, non sapevo che dire o come reagire. “C-Come… Come può essere?” Per poco non svengo alla notizia… Non potevo crederci… Non riuscivo a crederci… “È stato trovato da un’inserviente circa sei ore fa in una camera d’albergo, qui a New York, dove alloggiava da più di una settimana…” “Dove si trova adesso?” Dopodiché chiusi in fretta la telefonata… Un unico pensiero in testa… Dovevo raggiungerlo al più presto…

Mi accasciai sul divano e in quel momento Elijah aprì la porta di casa… Capì subito che c’era qualcosa che non andava…

Prendemmo il primo aereo… volevamo raggiungerlo il prima possibile. Appena atterrati chiamammo un taxi e andammo all’ospedale… Per tutto il viaggio nessuno dei due parlò… Solo sguardi preoccupati… Ci chiedevamo come fosse possibile… Come? E perché?… Dio… Orlando è l’ultima persona che avrebbe potuto fare una cosa simile o almeno era quello che credevamo…

Raggiungemmo la stanza e fu come entrare in un incubo a occhi aperti… Orribile… Lui era lì pallido… Sdraiato immobile su quel letto asettico, in quelle lenzuola rigide di amido e quelle macchine attaccate al suo corpo per controllargli il battito cardiaco… così debole… Poi vidi la sacca di sangue appesa in alto e il filo, rosso, che scendeva fino a sparire nel suo braccio e… Mi gelai… non appena vidi le bende intorno a entrambi i polsi… Elijah si appoggiò a me, non riusciva a reggersi in piedi… e io… io non so come facessi…

Passò un po’ di tempo e un poliziotto entrò nella stanza chiedendo di me… Diedi un bacio a Liji, sulla fronte, e uscii…

Parlai con il tenente… Mi mostrò la pagina di un giornale… Mi disse che avevano bloccato le stampe e che quella che avevo in mano era l’unica copia, la copia pilota… Gli dissi che niente doveva trapelare ai giornalisti più di quanto già non sapessero… O sarebbe stata davvero la fine…

Mi chiese dei suoi genitori. “Non so come contattare sua madre… Mi dispiace.” Un po’ deluso, infine, mi porse un foglio dentro una busta di plastica trasparente sigillata… Era macchiato di sangue e non solo… anche di lacrime… Iniziai a leggere… e capii… o almeno capii in parte quello che era successo… Mi si strinse il cuore… Potevo fare solo una cosa… Telefonare a Viggo… Stavo già male solo al pensiero… Come potevo?… Come?… Con quali parole potevo dirgli della situazione in cui verteva Orlando?

Feci squillare il telefono quasi ininterrottamente per un’ora e mezza… Avevo perso ogni speranza quando Henry rispose al telefono, erano le 23:30 circa… Sentii attraverso la cornetta Viggo che diceva. “Digli che lo richiamo.” … “È importante e urgente Henry… Non avrei chiamato se fosse diversamente… Passamelo ti prego.” Quasi gli urlai contro, avevo fretta e avevo perso fin troppo tempo… Poi sentii la sua voce, un po’ più bassa del solito… e più fredda… Non lo salutai, non gli chiesi come stava, dissi semplicemente. “Si tratta di Orlando… È all’ospedale.”… Non rispondeva… Non so a cosa pensasse. “Devi venire al più presto… Immediatamente!… Ha bisogno di te!” …Silenzio per diversi minuti, ero nervoso per tutto quello che era successo e ancora di più per il comportamento di Viggo. “Vig!!” Gridai. “Non credo di essere la persona più indicata…” Non lo lasciai finire… “Ha tentato di suicidarsi.” … “Devi venire e devi fare presto.”… Continuavo a parlare ma non ottenevo risposta… Fino a che non mi disse risoluto e quasi in collera, non so bene se con me, con Orlando o con se stesso. “Dov’è? In che ospedale?” E non appena risposi mi chiuse il telefono in faccia…

Io e Elijah restammo all’ospedale tutta la notte…

Eravamo in sala d’attesa, cercavamo di riposarci… Liji era sdraiato con la testa sulle mie gambe che dormiva… Mi svegliai dopo solo una, due ore di sonno… Erano circa le sei di mattina quando lo vidi… Vidi Viggo passarmi davanti… Svegliai Liji e lo raggiungemmo nella camera di Orlando…

Viggo era lì, in piedi, di fianco al letto… Teneva la mano di Orli tra le sue…

E da quel momento non gliel’ha mai lasciata se non per pochi e brevi minuti…

È più di un giorno che Vig è qui e continua a chiamarlo, a sussurrare il suo nome… Continua a parlargli… A ricordare momenti che hanno condiviso insieme…

Né io né Liji eravamo al corrente di tutto questo… Sospettavamo qualcosa… A volte abbiamo fatto allusioni che però non sono mai state né smentite o confermate… e ora… dio mi sento così inutile…

È già l’una di pomeriggio… Adesso attaccato al braccio di Orli non c’è più la sacca di sangue, ma quella di fisiologica… Spero si svegli presto… Non è in coma… solo… è come se non volesse svegliarsi… dorme…

… “Chiama il dottore!” La voce di Vig mi riscuote dai miei pensieri… “Chiama il dottore! Presto!” Ma i miei riflessi sono stanchi, come me. Vedo Liji che esce dalla stanza… Sposto lo sguardo di nuovo verso Viggo… La mano… Le dita della mano di Orlando stanno stringendo quella di Viggo… Guardo il suo viso e vedo che piano si sta muovendo… Gli occhi… molto lentamente li sta aprendo dopo aver sbattuto le palpebre un bel po’ di volte… mette a fuoco e riconosce Viggo… o almeno credo… spero…

In quel momento entra il dottore e Orli lascia la mano di Viggo per girarsi su un fianco e dargli le spalle, vedo una lacrima rigargli il volto… Ci chiedono di uscire…

Siamo agitati e nervosi, tutti e tre… quando il dottore dopo più di mezz’ora esce e ci dice qualcosa. “Fisicamente sta bene, si sta riprendendo molto bene e per ora non mi preoccupo… È la sua mente a preoccuparmi. È psicologicamente instabile e può risentirne anche la salute fisica… Vi chiedo una cosa… fatelo parlare. Ora che si è svegliato e abbiamo tratto tutti un sospiro di sollievo… Fategli superare quest’altro blocco, questo suo silenzio… e potrò dirlo guarito…” “Completamente?” Gli chiedo e lui mi sorride appena senza aggiungere niente... Non capisco...

E così… sono passati altri due giorni… Orli però… non parla… non mangia… nemmeno beve… non so neanche se ascolta noi che cerchiamo in tutti i modi di farlo ridere… di fargli dire qualcosa, anche solo una parola… Perché ne basta una sola… Ma niente…

Viggo… da quando si è risvegliato Orli… è silenzioso quanto lui… Gli resta solo a fianco, sembra non pretendere nulla da se stesso… o da Orlando…

Poco fa sono venuti a cambiargli le bende… ci hanno detto che potevamo restare… mi ha fatto impressione vedere i tagli quasi cicatrizzati… ma soprattutto vedere ‘quel’ tatuaggio sfregiato… Ora gli hanno messo due cerotti che gli coprono tutto il polso…

Riprenditi Orli… Ti prego…

Ora dorme… E sembra tranquillo… Anche se, come accade sempre, i suoi occhi iniziano a lacrimare anche se chiusi… Si muove nel sonno e gira il viso verso Viggo che con la mano gli accarezza la fronte, spostandogli la frangia ormai ricresciuta… Gli carezza la guancia asciugandogli le lacrime… Si concede… ruba… quei piccoli attimi di dolcezza che non credo Orli gli lascerebbe fare se fosse sveglio… Con il pollice segue il contorno delle sue labbra e poi lo vedo chinarsi su di lui e baciarlo… un bacio lieve, a fior di labbra e poi un altro, sulla fronte… Ora sono gli occhi di Vig a lacrimare…

Vorrei uscire dalla stanza, lasciarli soli… So che non avrei dovuto assistere a questo momento di intimità… Ma qualcosa mi trattiene… non so cosa…

E poco dopo vedo Orli svegliarsi e fermare il suo sguardo in quello di Viggo, non l’aveva ancora fatto… “Ho… ho fatto un sogno…” Sussurra e il mio cuore esulta. Ha parlato e dio, sono così felice… neanche fosse un bimbo che dice la sua prima parola… “C’eri anche tu…” Continua e Vig sorride… un sorriso dolcissimo che non gli avevo mai visto… e poi… poi ripete gli stessi gesti di un attimo prima… uno per uno… e dopo l’ultimo bacio… Anche Orli sorride appena e finalmente i suoi occhi non sono più spenti e velati, ma vi posso notare di nuovo quella luce che sempre li ha contraddistinti…

Dopodiché li richiude e si riaddormenta, si gira su un fianco… questa volta rivolto verso Viggo, con la mano ancora stretta nella sua.