.|. Carnevale a Venezia .|.
5. In Albergo ~
-
E voi due
dove pensate di andare? –
Orlando ed Aragorn
si bloccarono di colpo nel sentire una voce alle loro spalle. Avevano
appena finito di risalire le scale di servizio ed ora si ritrovavano nel
corridoio in cui c’erano le stanze degli attori.
Orlando sudava
freddo, aveva riconosciuto quella voce forte ed autoritaria… se Aragorn
non gli avesse tenuto il gioco sarebbe successo un vero macello.
Piano il giovane
attore si girò e sorrise in direzione dell’uomo che aveva parlato. Aragorn
osservava tutti e due con sguardo assente… non riusciva a non pensare alle
emozioni che Orlando gli aveva provocato.
-
Allora
signori, dove pensate di andare vestiti in questo modo? –
-
Peter… - iniziò Orlando – ma dove vuoi che
andiamo? Abbiamo semplicemente provato i costumi… sai per vedere se ancora
ci andavano bene… -
Appena pronunciate
queste parole Orlando si diede mentalmente dello stupido… per quale
assurdo motivo i costumi non avrebbero più dovuto andargli bene?
-
Ah… certo…
Viggo tutto bene? – chiese il regista rivolto ad Aragorn.
Orlando si girò
verso l’uomo al suo fianco e si accorse che l’uomo era lì, ma la sua mente
era altrove. Gli diede una leggera gomitata e finalmente Aragorn sembrò
tornare sulla terra.
-
Eh… sì,
tutto bene, grazie. – disse sorridendo al regista.
Peter
osservò ancora i due uomini, gli stavano nascondendo qualcosa, non era uno
stupido e lo aveva capito, ma al tempo stesso non aveva voglia di
discutere con loro. Inoltre aveva visto lo sguardo di Viggo… c’erano
passione e desiderio che bruciavano nei suoi occhi e il regista si sentiva
il cuore colmo di gioia per il suo amico, finalmente sembrava che le cose
tra lui ed Orlando andassero bene.
-
Bene ragazzi
io ora scendo di sotto… - diede una sbirciatina al suo orologio – ora sono
le 19, ricordatevi che alle 21 in punto si cena, cercate di essere
puntuali, sono stato chiaro? –
-
Sì sì
chiarissimo! – rispose Orlando.
-
Ah, Viggo…
più tardi avrei bisogno di parlare con te. – disse ancora Peter rivolto ad
Aragorn.
-
Certo, non
ci sono problemi Peter. – rispose Aragorn cercando di dare un tono
tranquillo alla sua voce.
Il regista sorrise
ai due uomini e poi si avvio per il corridoio. I due restarono fianco a
fianco fino a che non videro scomparire il regista dietro un angolo del
pianerottolo dove si trovavano gli ascensori. Orlando si appoggiò al muro
e piano si fece scivolare fino a terra, tirò a se le ginocchia e si
appoggiò ad esse con la fronte, circondando le gambe con le braccia.
Aragorn continuava a guardarlo, poi piano mormorò:
-
Perché non
gli hai detto chi sono? Avevi detto che forse lui poteva aiutarci… -
Lentamente Orlando
alzò lo sguardo andando ad incrociare quello di Aragorn:
-
E’ meglio
aspettare che torni Viggo… insieme decideremo cosa fare… -
Ad un certo punto i
due sentirono una porta aprirsi e chiudersi ed istintivamente Orlando si
alzò. Un uomo veniva nella loro direzione e non appena li vide sorrise ai
suoi due amici:
-
Ragazzi che
ci fate in giro vestiti in quel modo? – chiese Billy indicando i vestiti
dei due.
-
Stavamo solo
provando i costumi Billy. – rispose Orlando.
-
Certo,
capisco. Bhe, io sto scendendo venite anche voi? –
-
No, -
rispose Orlando lanciando uno sguardo ad Aragorn che era fermo al suo
fianco – prima andiamo a toglierci i costumi. –
-
Ok, ragazzi a dopo. – disse Billy ed anche
lui scomparve dietro l’angolo.
Orlando si prese la
testa fra le mani, stava impazzendo. Prima Peter, dopo Billy… dovevano
togliersi dal corridoio prima che ancora qualcuno li vedesse.
Si voltò a guardare
Aragorn e si accorse che anche il Ramingo lo stava osservando, con quel
suo sguardo dolce e deciso al tempo stesso.
-
Andiamo Arag…
-
Aragorn posò un dito sulle labbra di Orlando e disse in sussurro:
-
Viggo… -
Orlando annuì
debolmente, poi prese per mano Aragorn e lo condusse fino alla sua stanza.
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-
Bene, ora da
che parte si va? – chiese Legolas guardando Viggo.
Avevano
attraversato le cucine, ed ora si trovarono in un corridoio. Viggo si
guardò attorno e si rese conto che la mattina lui ed Orlando non erano
passati di lì.
-
Viggo… - disse ancora Legolas.
L’uomo si voltò
verso l’elfo al suo fianco e rimase senza fiato, la bellezza di Legolas lo
abbagliava, ma non riusciva a spiegare cos’era la sensazione che aveva
dentro di se.
Mentre attraversava
le cucine tenendo per mano Legolas non riusciva a non pensare ad Orlando…
gli odori, i rumori di quel luogo gli avevano fatto tornare la ragione.
Quello che lui e
Legolas stavano facendo non era giusto… non era giusto per Orlando, per
Legolas, per Aragorn, ma soprattutto non era giusto nei confronti di se
stesso.
Non avrebbe avuto
senso passare una notte con Legolas… era Orlando che lui amava con tutto
se stesso, non si sarebbe trattato di un vero e proprio tradimento perché
probabilmente Orli non provava altro che un forte sentimento di amicizia
nei suoi confronti, ma per lui sarebbe stato lo stesso come tradirlo…
Legolas stava osservando Viggo negli occhi e riuscì a leggere i suoi
pensieri… non sapeva perché ma quello che pensava l’uomo non lo
infastidiva. Capiva Viggo… stavano entrambi per commettere una
sciocchezza… e per fortuna se ne erano accorti in tempo.
Lentamente il
biondo Principe di Bosco Atro appoggiò una mano sulla guancia dell’uomo.
Viggo si riprese dai suoi pensieri e fissò Legolas negli occhi… il suo
dolce sorriso sapeva riscaldargli l’anima.
-
Va tutto
bene Viggo… ci siamo persi in un sogno, ma ora entrambi abbiamo ritrovato
la ragione. – disse Legolas sorridendo all’uomo.
-
Hai ragione
Legolas… - e Viggo ricambiò il sorriso.
Ripresero a
camminare per il corridoio fino ad arrivare ad una porta, la aprirono e si
ritrovarono nella hall dell’albergo. Viggo sgranò gli occhi… si erano
ritrovati nell’ultimo posto dove dovevano stare.
Prese Legolas per
mano e lo guidò fino agli ascensori. Mentre aspettavano Legolas continuava
a guardarsi intorno con sguardo stupito… niente di quel luogo gli era
familiare, ma gli piaceva. Ad un certo punto sentì un rumore e si voltò di
scatto per vedere le porte dell’ascensore aprirsi.
Un uomo era fermo
sulla soglia con sguardo sbalordito…
Viggo
guardò l’uomo e appoggiandogli una mano sulla spalla gli disse:
-
Tutto bene
Peter? –
-
Ma… ma voi
due… ma che ci fate qui? – chiese il regista stupito.
-
Bhe vedi… io e Orlando… - si voltò verso
Legolas che ricambiò il suo sguardo - … stavamo girando per l’albergo… -
-
Ma… ma… ma…
- Peter non sapeva più che dire.
Ad un tratto i tre
furono interrotti dall’aprirsi delle porte dell’altro ascensore dal quale
uscì Billy. Il giovane interprete di Pipino guardò sbalordito i due amici
e poi esclamò:
-
Che ci fate
voi qui? –
-
Billy come che ci facciamo qui? – chiese
Viggo cercando di stare tranquillo, ma una certa ansia iniziava a farsi
spazio in lui.
-
Viggo… io vi ho lasciato solo qualche minuto
fa al nostro piano… - mormorò Billy.
-
Anche io vi
ho visti poco fa… ragazzi a che gioco state giocando? – chiese Peter – Va
bene la prova costumi… ma non potete avere anche il dono dell’obliquità, o
forse sbaglio? –
Viggo
non sapeva cosa rispondere, cosa significava che Peter e Billy li avevano
appena visti? Forse Orlando era tornato, ma lui…
Ad un tratto tutto
fu chiaro nella sua mente e mormorò:
-
Aragorn… -
Legolas si voltò verso di lui guardandolo con occhi spaventati, non
riusciva a capire cosa stesse succedendo.
Peter
e Billy guardarono Viggo ed il primo a parlare fu il regista:
-
Aragorn? Viggo si può sapere che sta
succedendo? –
-
Ascolta
Peter, è una storia molto lunga ed ora non ho tempo per raccontartela… è
una storia assurda ed incredibile, ma adesso scusaci dobbiamo andare. –
Detto questo prese
Legolas per mano e lo trascinò nell’ascensore, sentì le voci di Billy e di
Peter che lo chiamavano, ma ormai le porte erano chiuse e lui e Legolas
stavano salendo.
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Nel frattempo
Aragorn ed Orlando erano arrivati nella camera dell’attore. Appena entrati
il Re di Gondor si guardò attorno, ma niente in quella stanza aveva
qualcosa di familiare per lui… a parte il letto, che lo fece sorridere.
Orlando si voltò
verso di lui e gli chiese:
-
Cosa ti fa
sorridere? –
Aragorn indicò il letto.
-
Bhe, siamo in una camera da letto… è normale
che ci sia il letto… - disse Orlando guardando stupito Aragorn.
-
No è che
stavo pensando, che è uguale in tutti i mondi, è l’unica cosa che mi è
familiare in questa stanza. –
Orlando sorrise
all’uomo di fronte a lui, poi gli voltò le spalle e si appoggiò alla
parete di fronte al letto. Doveva cercare di calmarsi, doveva trovare una
soluzione… Viggo.
Il pensiero
dell’uomo non riusciva a lasciarlo… lo amava e lo desiderava come mai
aveva desiderato qualcuno. Ad un tratto trasalì quando sentì sul suo petto
le mani di Aragorn ed un sussurro all’orecchio:
-
Abbiamo
lasciato un discorso in sospeso… -
Aragorn iniziò a baciare sensualmente il collo di Orlando, il giovane
sentì il desiderio crescere di nuovo in lui… fece scorrere le mani sulla
schiena di Aragorn accarezzandolo dolcemente.
Il Re di Gondor
rialzò la testa e sentì Orlando gemere contrariato, ma subito catturò le
sue labbra con passione e mentre le loro lingue giocavano insieme Orlando
iniziò a slacciare la tunica di Aragorn, mentre il ramingo a sua volta
slacciava la sua. Le mani si muovevano febbrilmente su di loro.
Orlando aprì
l’ultimo laccio della tunica del ramingo e la fece scivolare a terra.
Dolcemente lo prese per le spalle ed invertì la posizione, iniziò a
baciare l’uomo sul collo, poi scese sulle spalle, sul torace… sentiva i
gemiti dell’uomo, rialzò lo sguardo e vide che gli occhi di Aragorn non lo
avevano abbandonato ed osservavano ogni suo gesto. Si rialzò per
raggiungere ancora la bocca dell’uomo, ad un certo punto gettò indietro la
testa gemendo quando Aragorn iniziò ad accarezzarlo tra le gambe.
Nella mente di
Orlando tutto era confuso… Viggo…
-
Viggo… - sussurrò debolmente.
-
Shhh… -
disse Aragorn.
Il Re di Gondor
staccò la sua mano dal corpo del giovane e finì di slacciargli la camicia.
Appoggiò le mani
sulle sue spalle, ma improvvisamente qualcuno bussò alla porta con una
tale forza che i due si staccarono all’istante guardandosi negli occhi e
chiedendosi chi poteva essere.
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-
Viggo cosa sta succedendo? – chiese Legolas
guardando l’uomo che nel frattempo fissava la porta dell’ascensore.
-
Niente
Legolas, semplicemente penso che Orlando abbia trovato Aragorn o
viceversa. –
-
Ne sei
sicuro? – chiese ancora Legolas sorridendo.
-
No, non ne
ho la certezza, ma ragiona. Peter e Billy hanno detto che ci avevano
appena visti al piano… ora noi non eravamo, perciò sicuramente uno era
Orlando, mentre l’altro con ogni probabilità sarà Aragorn… -
-
E dove pensi
che siano adesso? –
-
Bhe… probabilmente nella stanza di Orli… -
detto questo l’uomo si voltò di scatto verso Legolas e negli occhi
dell’elfo lesse gli stessi dubbi e la stessa paura che c’era nei suoi.
-
Viggo… Orlando e Aragorn loro… quello che è
successo a noi prima, se anche loro… -
Viggo
non rispose. Non riusciva a pensare a niente di peggio di Orlando tra le
braccia di un altro uomo. Questo pensiero gli fece crescere una tale
rabbia dentro che appena le porte dell’ascensore si aprirono corse fuori,
seguito da un Legolas stupito e disperato al tempo stesso… anche lui aveva
paura, paura di quello che sarebbe potuto accadere tra il suo Aragorn ed
Orlando.
Arrivarono di
fronte ad una porta e Viggo bussò con forza… se avesse potuto avrebbe
sbattuto a terra quella porta.
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Orlando aprì la
porta, stava per parlare ma appena vide la persona di fronte a lui tutte
le parole gli morirono in gola.
-
Viggo… - fu l’unica parola che gli riuscì di
pronunciare.
Viggo
osservava Orlando… il suo sguardo… quello sguardo lo aveva già visto
quella mattina… lo aveva visto alla festa quando si erano baciati, uno
sguardo colmo di desiderio. La sua tunica era slacciata e questo servì a
chiarire quei pochi dubbi che gli affollavano la mente.
Piano entrò nella
stanza e quello che vide non seppe nemmeno lui se lo lasciò con più
amarezza o con più sorpresa. Seduto sul bordo del letto c’era Aragorn
senza la tunica addosso.
L’uomo alzò lo
sguardo e quando incrociò quello di Viggo rimase senza fiato, era come
guardarsi allo specchio.
Dal canto suo
Orlando non riusciva a togliere gli occhi di dosso alla splendida creatura
che aveva di fronte… Aragorn aveva detto che si assomigliavano lui e
Legolas, ma non era vero. L’elfo emanava una luce magica, un qualcosa che
Orlando non sapeva spiegarsi.
Dolcemente Legolas
appoggiò una mano sulla spalla di Orlando che si scostò facendolo entrare
e richiudendo la porta alla sue spalle.
La situazione oltre
che assurda ed irreale era anche molto imbarazzante, in Orlando ed Aragorn
erano ancora chiari i segni dell’eccitazione e non c’era modo per
nasconderli a Viggo e Legolas.
Si osservarono in
silenzio per qualche minuto… cosa si poteva dire in una situazione del
genere? Il primo a parlare rompendo il silenzio e facendo trasalire gli
altri fu Legolas:
-
Questa
situazione è molto strana… due Aragorn e due Legolas nella stessa stanza…
-
-
Già… -
sussurrò Orlando.
Viggo
non riusciva a togliere gli occhi di dosso ad Aragorn, avrebbe avuto
voglia di prenderlo a pugni, come aveva osato toccare Orlando? Il suo
Orlando? Ma ad un tratto un lampo gli attraversò la mente e si rivide
mentre baciava Legolas… Orlando allora era lontano mille miglia dalla sua
mente, che diritto aveva di essere geloso di quello che stavano facendo i
due?
Gli sembrava di
impazzire… il suo cuore batteva all’impazzata e sentì che le gambe stavano
per cedergli e sarebbe caduto a terra se Aragorn non lo avesse preso di
peso e fatto sedere su una sedia.
Orlando si
precipitò da lui inginocchiandosi ai suoi piedi.
-
Viggo che succede? – gli chiese.
-
Orlando… -
l’uomo abbassò lo sguardo fissando negli occhi il giovane - … come che
succede? Tu e … Aragorn… -
L’uomo si mise le
mani sul volto.
Orlando si voltò a
guardare Aragorn come a chiedergli aiuto, poi il suo sguardo si posò su
Legolas che si trovava di fianco al Re.
-
Viggo calmati… - disse Legolas - … mettiti
nei panni di Orlando ed Aragorn… la situazione… anche noi prima… -
Si bloccò di colpo
quando sentì sul braccio una stretta così forte che avrebbe urlato dal
dolore se girandosi non avesse visto gli occhi di Aragorn bruciare di
rabbia e di delusione.
-
Voi prima
cosa? – urlò Aragorn in direzione di Legolas.
-
Lascialo… -
mormorò Viggo.
Quando si accorse
che Aragorn non voleva mollare la presa, Viggo si alzò di scatto facendo
cadere a terra Orlando che non riusciva più a dire nulla ormai.
Viggo
si mise di fronte ad Aragorn e questa volta disse con voce decisa:
-
Aragorn lascialo! –
-
E’ un ordine
uomo? – chiese il Ramingo.
-
Sì! –
rispose Viggo.
Aragorn abbassò lo sguardo e lasciò il polso di Legolas… che stava
facendo? Perché incolpare Legolas e Viggo di qualcosa che anche lui ed
Orlando fino a pochi attimi prima…
-
Io penso che
stiamo impazzendo e che dovremmo darci una calmata tutti e quattro. –
mormorò Orlando.
Gli altri tre si
voltarono a guardarlo. Il ragazzo era ancora a terra e non accennava ad
alzarsi. Viggo lo guardò e capì ciò che aveva fatto. Piano si avvicinò al
giovane attore, si inginocchiò dietro di lui e appoggiò le mani sulle sue
spalle. Orlando disse ancora:
-
Lasciami
Viggo! –
L’attore si alzò di
scatto, quasi avesse preso la scossa, mai prima d’ora Orlando gli aveva
parlato in un tono così gelido.
Piano il giovane si
alzò da terra e guardò gli altri tre dicendo:
-
Io ed
Aragorn abbiamo sbagliato… ma mai, nemmeno per un attimo ho smesso di
pensare a te… baciavo Aragorn e pensavo a te… toccavo Aragorn e pensavo a
te… sentivo le sue mani su di me e desideravo fossero le tue… -
Disse quest’ultima
frase guardando negli occhi Viggo.
L’uomo dal canto
suo non fu in grado di dire nulla… sapeva però che Orlando meritava la
verità:
-
Io invece ho
pensato solo a me stesso e a quello che desiderava il mio corpo in quel
momento Orlando… - disse fissando il giovane negli occhi – ed il mio corpo
desiderava Legolas… anche se il mio cuore non ha mai smesso di amare te… -
Dette queste parole
l’uomo si avviò alla porta, si fermò con la mano sulla maniglia in attesa
di un gesto di Orlando, ma quando si accorse che niente stava succedendo
alle sue spalle, premette la maniglia ed uscì dalla stanza richiudendosi
la porta alle spalle.
Orlando si sedette
sul letto mentre Legolas ed Aragorn continuavano a guardarlo.
L’uomo si mise
accanto al giovane ed appoggiandogli una mano sulla spalla gli disse:
-
Mi dispiace
Orlando… -
-
Anche a me…
non so cosa ci sia preso, ma credimi Orlando… appena rientrati in albergo
sia io che lui avevamo dimenticato tutto tranne una cosa, quello che
proviamo per voi due… - sussurrò Legolas.
Aragorn si alzò e si mise di fronte all’elfo, alzò una mano
accarezzandogli una guancia ed un sospiro uscì dalle sue labbra quando le
sue dita toccarono la pelle morbida di Legolas. Finalmente il suo elfo.
Senza pensare attirò Legolas a se abbracciandolo con forza quasi per paura
che potesse scappare.
Orlando fissava i
due davanti a lui e si sentì percorrere da un brivido.
Piano Legolas si
staccò dall’abbraccio di Aragorn e mormorò:
-
Non sei
arrabbiato con me Estel? –
-
No, Legolas…
abbiamo rischiato di perderci nel desiderio, abbiamo rischiato di non
poterci ritrovare… ma ora ci siamo ritrovati e solo questo conta per me. –
rispose Aragorn sorridendo a Legolas.
Ad un tratto i due
si ricordarono di non essere soli e si voltarono verso Orlando che
continuava a fissarli.
Legolas si sedette al suo fianco e chiese al giovane:
-
Orlando
tutto bene? Hai bisogno di qualcosa? –
Orlando non
riusciva a togliere gli occhi di dosso a Legolas, perciò non si accorse
del sorriso malizioso che comparve sulle labbra di Aragorn. L’elfo invece
se ne accorse e guardò negli occhi del ramingo leggendogli nel pensiero.
“Proviamo…” pensò
l’elfo.
Piano mise una mano
dietro la testa di Orlando poggiando le sue labbra su quelle del giovane.
L’attore trasalì a quel contatto, ma non riusciva a staccarsi dalle labbra
del Principe.
Aragorn si sedette sulla sedia dove, fino a poco tempo prima era seduto
Viggo. Osservò i due che si baciavano e la scena lo fece bruciare… stava
guardando Legolas che baciava se stesso… era troppo anche per lui.
Si rialzò e
appoggiò una mano sulla testa di Orlando che lo fissò per un attimo negli
occhi.
Il giovane si alzò
e si allontanò dal letto in direzione della porta, ma prima di aprirla si
girò verso i due e disse:
-
Che avevate
in mente? –
-
Di farti
capire una volta per tutte che quello che desidera il nostro corpo alle
volte non è quello che vuole il nostro cuore… - disse Aragorn guardandolo.
-
Io non
capisco Aragorn… io ho baciato Legolas… e dentro di me… -
-
Mi hai
desiderato, così come io ho desiderato te Orlando, - disse Legolas sempre
seduto sul letto fissandolo negli occhi – ma questo non toglie che non è
te che il mio cuore desidera amare… e nemmeno Viggo desiderava realmente
me, ma il mio corpo che è molto simile al tuo, hai capito adesso? –
-
Sì ho capito
Legolas… non confondere il desiderio con l’amore… il fatto che però io
desideri Viggo non vuol dire che non lo ami vero? – chiese Orlando
stupito.
-
Orlando!!! –
urlarono gli altri due insieme.
Il giovane attore
li guardò e tutti e tre si misero istintivamente a ridere.
-
Bene io vado
da Viggo… voi restate qui e mi raccomando, non uscite per nessuna ragione
al mondo. –
-
Non
preoccuparti, abbiamo molte cose di cui parlare… - disse Aragorn
scambiando uno sguardo con Legolas.
Orlando annuì ed
uscì dalla stanza lasciando soli il Principe di Bosco Atro ed il Re di
Gondor.
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Appena uscito dalla
stanza di Orlando, Viggo si era recato con passo spedito nella sua. Una
volta entrato si era sdraiato sul leggo chiudendo gli occhi… piano le
immagini di quella giornata si affollarono nella sua mente. Di colpo suonò
il telefono, non voleva rispondere, ma immaginava si trattasse di qualcosa
di urgente. Alzò la cornetta e dall’altra parte del filo sentì la voce di
Peter:
-
Viggo va
tutto bene? – chiese il regista.
-
Sì Peter.
Non preoccuparti, domattina ti spiegherò tutto. Non aspettatemi per cena,
ho un forte mal di testa e preferisco restare in camera. –
-
Sicuro Viggo
che non ti serva niente? –
-
Sì Peter ne
sono sicuro. –
-
Senti ed
Orlando? – chiese ancora il regista.
-
Peter scusa
un attimo bussano alla porta. –
Viggo appoggiò la
cornetta sul comodino ed andò ad aprire la porta ritrovandosi di fronte
Orlando. Si spostò di lato per farlo entrare. Il giovane entrò e notò che
Viggo era al telefono.
L’uomo lo guardò un
attimo negli occhi, poi si voltò e riprese la cornetta in mano dicendo:
-
Peter adesso
scusami ma ho da fare. –
-
No Viggo
aspetta – urlò il regista – sai per caso se anche Orlando non scende a
cena? – disse con tono malizioso.
-
Cosa ti fa
pensare che io possa sapere cosa ha intenzione di fare Orlando? – rispose
l’uomo quasi urlando.
Orlando si avvicinò
all’uomo mettendosi alle sue spalle e con dolcezza prese la cornetta dalle
mani di Viggo che si lasciò cadere stancamente sul letto. L’attore più
giovane lo osservò mentre lentamente rialzò la schiena dal materasso
mettendosi a sedere sul bordo del letto. Avvicinò la cornetta all’orecchio
e disse:
-
Peter
ascolta sono Orlando… ne io ne Viggo scendiamo a cena stasera, abbiamo
molte cose di cui parlare. –
-
Ok. –
rispose il regista che non ebbe tempo di aggiungere altro perché Orlando
aveva riattaccato.
Orlando si sedette
sul letto accanto a Viggo. C’era silenzio in quella stanza rotto solo dal
respiro dei due uomini.
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