.|. Carnevale a Venezia .|.

5. In Albergo

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-         E voi due dove pensate di andare? –

Orlando ed Aragorn si bloccarono di colpo nel sentire una voce alle loro spalle. Avevano appena finito di risalire le scale di servizio ed ora si ritrovavano nel corridoio in cui c’erano le stanze degli attori.

Orlando sudava freddo, aveva riconosciuto quella voce forte ed autoritaria… se Aragorn non gli avesse tenuto il gioco sarebbe successo un vero macello.

Piano il giovane attore si girò e sorrise in direzione dell’uomo che aveva parlato. Aragorn osservava tutti e due con sguardo assente… non riusciva a non pensare alle emozioni che Orlando gli aveva provocato.

-         Allora signori, dove pensate di andare vestiti in questo modo? –

-         Peter… - iniziò Orlando – ma dove vuoi che andiamo? Abbiamo semplicemente provato i costumi… sai per vedere se ancora ci andavano bene… -

Appena pronunciate queste parole Orlando si diede mentalmente dello stupido… per quale assurdo motivo i costumi non avrebbero più dovuto andargli bene?

-         Ah… certo… Viggo tutto bene? – chiese il regista rivolto ad Aragorn.

Orlando si girò verso l’uomo al suo fianco e si accorse che l’uomo era lì, ma la sua mente era altrove. Gli diede una leggera gomitata e finalmente Aragorn sembrò tornare sulla terra.

-         Eh… sì, tutto bene, grazie. – disse sorridendo al regista.

Peter osservò ancora i due uomini, gli stavano nascondendo qualcosa, non era uno stupido e lo aveva capito, ma al tempo stesso non aveva voglia di discutere con loro. Inoltre aveva visto lo sguardo di Viggo… c’erano passione e desiderio che bruciavano nei suoi occhi e il regista si sentiva il cuore colmo di gioia per il suo amico, finalmente sembrava che le cose tra lui ed Orlando andassero bene.

-         Bene ragazzi io ora scendo di sotto… - diede una sbirciatina al suo orologio – ora sono le 19, ricordatevi che alle 21 in punto si cena, cercate di essere puntuali, sono stato chiaro? –

-         Sì sì chiarissimo! – rispose Orlando.

-         Ah, Viggo… più tardi avrei bisogno di parlare con te. – disse ancora Peter rivolto ad Aragorn.

-         Certo, non ci sono problemi Peter. – rispose Aragorn cercando di dare un tono tranquillo alla sua voce.

Il regista sorrise ai due uomini e poi si avvio per il corridoio. I due restarono fianco a fianco fino a che non videro scomparire il regista dietro un angolo del pianerottolo dove si trovavano gli ascensori. Orlando si appoggiò al muro e piano si fece scivolare fino a terra, tirò a se le ginocchia e si appoggiò ad esse con la fronte, circondando le gambe con le braccia. Aragorn continuava a guardarlo, poi piano mormorò:

-         Perché non gli hai detto chi sono? Avevi detto che forse lui poteva aiutarci… -

Lentamente Orlando alzò lo sguardo andando ad incrociare quello di Aragorn:

-         E’ meglio aspettare che torni Viggo… insieme decideremo cosa fare… -

Ad un certo punto i due sentirono una porta aprirsi e chiudersi ed istintivamente Orlando si alzò. Un uomo veniva nella loro direzione e non appena li vide sorrise ai suoi due amici:

-         Ragazzi che ci fate in giro vestiti in quel modo? – chiese Billy indicando i vestiti dei due.

-         Stavamo solo provando i costumi Billy. – rispose Orlando.

-         Certo, capisco. Bhe, io sto scendendo venite anche voi? –

-         No, - rispose Orlando lanciando uno sguardo ad Aragorn che era fermo al suo fianco – prima andiamo a toglierci i costumi. –

-         Ok, ragazzi a dopo. – disse Billy ed anche lui scomparve dietro l’angolo.

Orlando si prese la testa fra le mani, stava impazzendo. Prima Peter, dopo Billy… dovevano togliersi dal corridoio prima che ancora qualcuno li vedesse.

Si voltò a guardare Aragorn e si accorse che anche il Ramingo lo stava osservando, con quel suo sguardo dolce e deciso al tempo stesso.

-         Andiamo Arag… -

Aragorn posò un dito sulle labbra di Orlando e disse in sussurro:

-         Viggo… -

Orlando annuì debolmente, poi prese per mano Aragorn e lo condusse fino alla sua stanza.

 

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-         Bene, ora da che parte si va? – chiese Legolas guardando Viggo.

Avevano attraversato le cucine, ed ora si trovarono in un corridoio. Viggo si guardò attorno e si rese conto che la mattina lui ed Orlando non erano passati di lì.

-         Viggo… - disse ancora Legolas.

L’uomo si voltò verso l’elfo al suo fianco e rimase senza fiato, la bellezza di Legolas lo abbagliava, ma non riusciva a spiegare cos’era la sensazione che aveva dentro di se.

Mentre attraversava le cucine tenendo per mano Legolas non riusciva a non pensare ad Orlando… gli odori, i rumori di quel luogo gli avevano fatto tornare la ragione.

Quello che lui e Legolas stavano facendo non era giusto… non era giusto per Orlando, per Legolas, per Aragorn, ma soprattutto non era giusto nei confronti di se stesso.

Non avrebbe avuto senso passare una notte con Legolas… era Orlando che lui amava con tutto se stesso, non si sarebbe trattato di un vero e proprio tradimento perché probabilmente Orli non provava altro che un forte sentimento di amicizia nei suoi confronti, ma per lui sarebbe stato lo stesso come tradirlo…

Legolas stava osservando Viggo negli occhi e riuscì a leggere i suoi pensieri… non sapeva perché ma quello che pensava l’uomo non lo infastidiva. Capiva Viggo… stavano entrambi per commettere una sciocchezza… e per fortuna se ne erano accorti in tempo.

Lentamente il biondo Principe di Bosco Atro appoggiò una mano sulla guancia dell’uomo. Viggo si riprese dai suoi pensieri e fissò Legolas negli occhi… il suo dolce sorriso sapeva riscaldargli l’anima.

-         Va tutto bene Viggo… ci siamo persi in un sogno, ma ora entrambi abbiamo ritrovato la ragione. – disse Legolas sorridendo all’uomo.

-         Hai ragione Legolas… - e Viggo ricambiò il sorriso.

Ripresero a camminare per il corridoio fino ad arrivare ad una porta, la aprirono e si ritrovarono nella hall dell’albergo. Viggo sgranò gli occhi… si erano ritrovati nell’ultimo posto dove dovevano stare.

Prese Legolas per mano e lo guidò fino agli ascensori. Mentre aspettavano Legolas continuava a guardarsi intorno con sguardo stupito… niente di quel luogo gli era familiare, ma gli piaceva. Ad un certo punto sentì un rumore e si voltò di scatto per vedere le porte dell’ascensore aprirsi.

Un uomo era fermo sulla soglia con sguardo sbalordito…

Viggo guardò l’uomo e appoggiandogli una mano sulla spalla gli disse:

-         Tutto bene Peter? –

-         Ma… ma voi due… ma che ci fate qui? – chiese il regista stupito.

-         Bhe vedi… io e Orlando… - si voltò verso Legolas che ricambiò il suo sguardo - … stavamo girando per l’albergo… -

-         Ma… ma… ma… - Peter non sapeva più che dire.

Ad un tratto i tre furono interrotti dall’aprirsi delle porte dell’altro ascensore dal quale uscì Billy. Il giovane interprete di Pipino guardò sbalordito i due amici e poi esclamò:

-         Che ci fate voi qui? –

-         Billy come che ci facciamo qui? – chiese Viggo cercando di stare tranquillo, ma una certa ansia iniziava a farsi spazio in lui.

-         Viggo… io vi ho lasciato solo qualche minuto fa al nostro piano… - mormorò Billy.

-         Anche io vi ho visti poco fa… ragazzi a che gioco state giocando? – chiese Peter – Va bene la prova costumi… ma non potete avere anche il dono dell’obliquità, o forse sbaglio? –

Viggo non sapeva cosa rispondere, cosa significava che Peter e Billy li avevano appena visti? Forse Orlando era tornato, ma lui…

Ad un tratto tutto fu chiaro nella sua mente e mormorò:

-         Aragorn… -

Legolas si voltò verso di lui guardandolo con occhi spaventati, non riusciva a capire cosa stesse succedendo.

Peter e Billy guardarono Viggo ed il primo a parlare fu il regista:

-         Aragorn? Viggo si può sapere che sta succedendo? –

-         Ascolta Peter, è una storia molto lunga ed ora non ho tempo per raccontartela… è una storia assurda ed incredibile, ma adesso scusaci dobbiamo andare. –

Detto questo prese Legolas per mano e lo trascinò nell’ascensore, sentì le voci di Billy e di Peter che lo chiamavano, ma ormai le porte erano chiuse e lui e Legolas stavano salendo.

 

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Nel frattempo Aragorn ed Orlando erano arrivati nella camera dell’attore. Appena entrati il Re di Gondor si guardò attorno, ma niente in quella stanza aveva qualcosa di familiare per lui… a parte il letto, che lo fece sorridere.

Orlando si voltò verso di lui e gli chiese:

-         Cosa ti fa sorridere? –

Aragorn indicò il letto.

-         Bhe, siamo in una camera da letto… è normale che ci sia il letto… - disse Orlando guardando stupito Aragorn.

-         No è che stavo pensando, che è uguale in tutti i mondi, è l’unica cosa che mi è familiare in questa stanza. –

Orlando sorrise all’uomo di fronte a lui, poi gli voltò le spalle e si appoggiò alla parete di fronte al letto. Doveva cercare di calmarsi, doveva trovare una soluzione… Viggo.

Il pensiero dell’uomo non riusciva a lasciarlo… lo amava e lo desiderava come mai aveva desiderato qualcuno. Ad un tratto trasalì quando sentì sul suo petto le mani di Aragorn ed un sussurro all’orecchio:

-         Abbiamo lasciato un discorso in sospeso… -

Aragorn iniziò a baciare sensualmente il collo di Orlando, il giovane sentì il desiderio crescere di nuovo in lui… fece scorrere le mani sulla schiena di Aragorn accarezzandolo dolcemente.

Il Re di Gondor rialzò la testa e sentì Orlando gemere contrariato, ma subito catturò le sue labbra con passione e mentre le loro lingue giocavano insieme Orlando iniziò a slacciare la tunica di Aragorn, mentre il ramingo a sua volta slacciava la sua. Le mani si muovevano febbrilmente su di loro.

Orlando aprì l’ultimo laccio della tunica del ramingo e la fece scivolare a terra. Dolcemente lo prese per le spalle ed invertì la posizione, iniziò a baciare l’uomo sul collo, poi scese sulle spalle, sul torace… sentiva i gemiti dell’uomo, rialzò lo sguardo e vide che gli occhi di Aragorn non lo avevano abbandonato ed osservavano ogni suo gesto. Si rialzò per raggiungere ancora la bocca dell’uomo, ad un certo punto gettò indietro la testa gemendo quando Aragorn iniziò ad accarezzarlo tra le gambe.

Nella mente di Orlando tutto era confuso… Viggo…

-         Viggo… - sussurrò debolmente.

-         Shhh… - disse Aragorn.

Il Re di Gondor staccò la sua mano dal corpo del giovane e finì di slacciargli la camicia.

Appoggiò le mani sulle sue spalle, ma improvvisamente qualcuno bussò alla porta con una tale forza che i due si staccarono all’istante guardandosi negli occhi e chiedendosi chi poteva essere.

 

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-         Viggo cosa sta succedendo? – chiese Legolas guardando l’uomo che nel frattempo fissava la porta dell’ascensore.

-         Niente Legolas, semplicemente penso che Orlando abbia trovato Aragorn o viceversa. –

-         Ne sei sicuro? – chiese ancora Legolas sorridendo.

-         No, non ne ho la certezza, ma ragiona. Peter e Billy hanno detto che ci avevano appena visti al piano… ora noi non eravamo, perciò sicuramente uno era Orlando, mentre l’altro con ogni probabilità sarà Aragorn… -

-         E dove pensi che siano adesso? –

-         Bhe… probabilmente nella stanza di Orli… - detto questo l’uomo si voltò di scatto verso Legolas e negli occhi dell’elfo lesse gli stessi dubbi e la stessa paura che c’era nei suoi.

-         Viggo… Orlando e Aragorn loro… quello che è successo a noi prima, se anche loro… -

Viggo non rispose. Non riusciva a pensare a niente di peggio di Orlando tra le braccia di un altro uomo. Questo pensiero gli fece crescere una tale rabbia dentro che appena le porte dell’ascensore si aprirono corse fuori, seguito da un Legolas stupito e disperato al tempo stesso… anche lui aveva paura, paura di quello che sarebbe potuto accadere tra il suo Aragorn ed Orlando.

Arrivarono di fronte ad una porta e Viggo bussò con forza… se avesse potuto avrebbe sbattuto a terra quella porta.

 

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Orlando aprì la porta, stava per parlare ma appena vide la persona di fronte a lui tutte le parole gli morirono in gola.

-         Viggo… - fu l’unica parola che gli riuscì di pronunciare.

Viggo osservava Orlando… il suo sguardo… quello sguardo lo aveva già visto quella mattina… lo aveva visto alla festa quando si erano baciati, uno sguardo colmo di desiderio. La sua tunica era slacciata e questo servì a chiarire quei pochi dubbi che gli affollavano la mente.

Piano entrò nella stanza e quello che vide non seppe nemmeno lui se lo lasciò con più amarezza o con più sorpresa. Seduto sul bordo del letto c’era Aragorn senza la tunica addosso.

L’uomo alzò lo sguardo e quando incrociò quello di Viggo rimase senza fiato, era come guardarsi allo specchio.

Dal canto suo Orlando non riusciva a togliere gli occhi di dosso alla splendida creatura che aveva di fronte… Aragorn aveva detto che si assomigliavano lui e Legolas, ma non era vero. L’elfo emanava una luce magica, un qualcosa che Orlando non sapeva spiegarsi.

Dolcemente Legolas appoggiò una mano sulla spalla di Orlando che si scostò facendolo entrare e richiudendo la porta alla sue spalle.

La situazione oltre che assurda ed irreale era anche molto imbarazzante, in Orlando ed Aragorn erano ancora chiari i segni dell’eccitazione e non c’era modo per nasconderli a Viggo e Legolas.

Si osservarono in silenzio per qualche minuto… cosa si poteva dire in una situazione del genere? Il primo a parlare rompendo il silenzio e facendo trasalire gli altri fu Legolas:

-         Questa situazione è molto strana… due Aragorn e due Legolas nella stessa stanza… -

-         Già… - sussurrò Orlando.

Viggo non riusciva a togliere gli occhi di dosso ad Aragorn, avrebbe avuto voglia di prenderlo a pugni, come aveva osato toccare Orlando? Il suo Orlando? Ma ad un tratto un lampo gli attraversò la mente e si rivide mentre baciava Legolas… Orlando allora era lontano mille miglia dalla sua mente, che diritto aveva di essere geloso di quello che stavano facendo i due?

Gli sembrava di impazzire… il suo cuore batteva all’impazzata e sentì che le gambe stavano per cedergli e sarebbe caduto a terra se Aragorn non lo avesse preso di peso e fatto sedere su una sedia.

Orlando si precipitò da lui inginocchiandosi ai suoi piedi.

-         Viggo che succede? – gli chiese.

-         Orlando… - l’uomo abbassò lo sguardo fissando negli occhi il giovane - … come che succede? Tu e … Aragorn… -

L’uomo si mise le mani sul volto.

Orlando si voltò a guardare Aragorn come a chiedergli aiuto, poi il suo sguardo si posò su Legolas che si trovava di fianco al Re.

-         Viggo calmati… - disse Legolas - … mettiti nei panni di Orlando ed Aragorn… la situazione… anche noi prima… -

Si bloccò di colpo quando sentì sul braccio una stretta così forte che avrebbe urlato dal dolore se girandosi non avesse visto gli occhi di Aragorn bruciare di rabbia e di delusione.

-         Voi prima cosa? – urlò Aragorn in direzione di Legolas.

-         Lascialo… - mormorò Viggo.

Quando si accorse che Aragorn non voleva mollare la presa, Viggo si alzò di scatto facendo cadere a terra Orlando che non riusciva più a dire nulla ormai.

Viggo si mise di fronte ad Aragorn e questa volta disse con voce decisa:

-         Aragorn lascialo! –

-         E’ un ordine uomo? – chiese il Ramingo.

-         Sì! – rispose Viggo.

Aragorn abbassò lo sguardo e lasciò il polso di Legolas… che stava facendo? Perché incolpare Legolas e Viggo di qualcosa che anche lui ed Orlando fino a pochi attimi prima…

-         Io penso che stiamo impazzendo e che dovremmo darci una calmata tutti e quattro. – mormorò Orlando.

Gli altri tre si voltarono a guardarlo. Il ragazzo era ancora a terra e non accennava ad alzarsi. Viggo lo guardò e capì ciò che aveva fatto. Piano si avvicinò al giovane attore, si inginocchiò dietro di lui e appoggiò le mani sulle sue spalle. Orlando disse ancora:

-         Lasciami Viggo! –

L’attore si alzò di scatto, quasi avesse preso la scossa, mai prima d’ora Orlando gli aveva parlato in un tono così gelido.

Piano il giovane si alzò da terra e guardò gli altri tre dicendo:

-         Io ed Aragorn abbiamo sbagliato… ma mai, nemmeno per un attimo ho smesso di pensare a te… baciavo Aragorn e pensavo a te… toccavo Aragorn e pensavo a te… sentivo le sue mani su di me e desideravo fossero le tue… -

Disse quest’ultima frase guardando negli occhi Viggo.

L’uomo dal canto suo non fu in grado di dire nulla… sapeva però che Orlando meritava la verità:

-         Io invece ho pensato solo a me stesso e a quello che desiderava il mio corpo in quel momento Orlando… - disse fissando il giovane negli occhi – ed il mio corpo desiderava Legolas… anche se il mio cuore non ha mai smesso di amare te… -

Dette queste parole l’uomo si avviò alla porta, si fermò con la mano sulla maniglia in attesa di un gesto di Orlando, ma quando si accorse che niente stava succedendo alle sue spalle, premette la maniglia ed uscì dalla stanza richiudendosi la porta alle spalle.

Orlando si sedette sul letto mentre Legolas ed Aragorn continuavano a guardarlo.

L’uomo si mise accanto al giovane ed appoggiandogli una mano sulla spalla gli disse:

-         Mi dispiace Orlando… -

-         Anche a me… non so cosa ci sia preso, ma credimi Orlando… appena rientrati in albergo sia io che lui avevamo dimenticato tutto tranne una cosa, quello che proviamo per voi due… - sussurrò Legolas.

Aragorn si alzò e si mise di fronte all’elfo, alzò una mano accarezzandogli una guancia ed un sospiro uscì dalle sue labbra quando le sue dita toccarono la pelle morbida di Legolas. Finalmente il suo elfo. Senza pensare attirò Legolas a se abbracciandolo con forza quasi per paura che potesse scappare.

Orlando fissava i due davanti a lui e si sentì percorrere da un brivido.

Piano Legolas si staccò dall’abbraccio di Aragorn e mormorò:

-         Non sei arrabbiato con me Estel? –

-         No, Legolas… abbiamo rischiato di perderci nel desiderio, abbiamo rischiato di non poterci ritrovare… ma ora ci siamo ritrovati e solo questo conta per me. – rispose Aragorn sorridendo a Legolas.

Ad un tratto i due si ricordarono di non essere soli e si voltarono verso Orlando che continuava a fissarli.

Legolas si sedette al suo fianco e chiese al giovane:

-         Orlando tutto bene? Hai bisogno di qualcosa? –

Orlando non riusciva a togliere gli occhi di dosso a Legolas, perciò non si accorse del sorriso malizioso che comparve sulle labbra di Aragorn. L’elfo invece se ne accorse e guardò negli occhi del ramingo leggendogli nel pensiero.

“Proviamo…” pensò l’elfo.

Piano mise una mano dietro la testa di Orlando poggiando le sue labbra su quelle del giovane. L’attore trasalì a quel contatto, ma non riusciva a staccarsi dalle labbra del Principe.

Aragorn si sedette sulla sedia dove, fino a poco tempo prima era seduto Viggo. Osservò i due che si baciavano e la scena lo fece bruciare… stava guardando Legolas che baciava se stesso… era troppo anche per lui.

Si rialzò e appoggiò una mano sulla testa di Orlando che lo fissò per un attimo negli occhi.

Il giovane si alzò e si allontanò dal letto in direzione della porta, ma prima di aprirla si girò verso i due e disse:

-         Che avevate in mente? –

-         Di farti capire una volta per tutte che quello che desidera il nostro corpo alle volte non è quello che vuole il nostro cuore… - disse Aragorn guardandolo.

-         Io non capisco Aragorn… io ho baciato Legolas… e dentro di me… -

-         Mi hai desiderato, così come io ho desiderato te Orlando, - disse Legolas sempre seduto sul letto fissandolo negli occhi – ma questo non toglie che non è te che il mio cuore desidera amare… e nemmeno Viggo desiderava realmente me, ma il mio corpo che è molto simile al tuo, hai capito adesso? –

-         Sì ho capito Legolas… non confondere il desiderio con l’amore… il fatto che però io desideri Viggo non vuol dire che non lo ami vero? – chiese Orlando stupito.

-         Orlando!!! – urlarono gli altri due insieme.

Il giovane attore li guardò e tutti e tre si misero istintivamente a ridere.

-         Bene io vado da Viggo… voi restate qui e mi raccomando, non uscite per nessuna ragione al mondo. –

-         Non preoccuparti, abbiamo molte cose di cui parlare… - disse Aragorn scambiando uno sguardo con Legolas.

Orlando annuì ed uscì dalla stanza lasciando soli il Principe di Bosco Atro ed il Re di Gondor.

 

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Appena uscito dalla stanza di Orlando, Viggo si era recato con passo spedito nella sua. Una volta entrato si era sdraiato sul leggo chiudendo gli occhi… piano le immagini di quella giornata si affollarono nella sua mente. Di colpo suonò il telefono, non voleva rispondere, ma immaginava si trattasse di qualcosa di urgente. Alzò la cornetta e dall’altra parte del filo sentì la voce di Peter:

-         Viggo va tutto bene? – chiese il regista.

-         Sì Peter. Non preoccuparti, domattina ti spiegherò tutto. Non aspettatemi per cena, ho un forte mal di testa e preferisco restare in camera. –

-         Sicuro Viggo che non ti serva niente? –

-         Sì Peter ne sono sicuro. –

-         Senti ed Orlando? – chiese ancora il regista.

-         Peter scusa un attimo bussano alla porta. –

Viggo appoggiò la cornetta sul comodino ed andò ad aprire la porta ritrovandosi di fronte Orlando. Si spostò di lato per farlo entrare. Il giovane entrò e notò che Viggo era al telefono.

L’uomo lo guardò un attimo negli occhi, poi si voltò e riprese la cornetta in mano dicendo:

-         Peter adesso scusami ma ho da fare. –

-         No Viggo aspetta – urlò il regista – sai per caso se anche Orlando non scende a cena? – disse con tono malizioso.

-         Cosa ti fa pensare che io possa sapere cosa ha intenzione di fare Orlando? – rispose l’uomo quasi urlando.

Orlando si avvicinò all’uomo mettendosi alle sue spalle e con dolcezza prese la cornetta dalle mani di Viggo che si lasciò cadere stancamente sul letto. L’attore più giovane lo osservò mentre lentamente rialzò la schiena dal materasso mettendosi a sedere sul bordo del letto. Avvicinò la cornetta all’orecchio e disse:

-         Peter ascolta sono Orlando… ne io ne Viggo scendiamo a cena stasera, abbiamo molte cose di cui parlare. –

-         Ok. – rispose il regista che non ebbe tempo di aggiungere altro perché Orlando aveva riattaccato.

Orlando si sedette sul letto accanto a Viggo. C’era silenzio in quella stanza rotto solo dal respiro dei due uomini.