.|. Amarth - fino alla fine del tempo .|.

3. Il Tempo di Sorridere

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“Eccoti finalmente!” disse Aragorn quando vide il figlio entrare nella stanza. era più di un'ora che lo aspettava insieme a Legolas, quel giorno infatti il principe e l'elfo dovevano uscire nei giardini per esercitarsi con l'arco.

“Scusatemi…non volevo farvi aspettare…” rispose Eldarion fermandosi a fianco del padre con lo sguardo basso.

“Non preoccuparti…” sussurrò Legolas sorridendo “…il sole è appena sorto, abbiamo tutta la mattina a disposizione…”

“Possiamo andare allora?” chiese il giovane guardando Aragorn ma una voce echeggiò nella stanza.

“Vorresti andartene senza aver prima salutato tua madre?”

Eldarion si voltò di scatto e vide Arwen ed Eomer avvicinarsi a loro.

“Madre!” gridò correndole incontro e abbracciandola “Sei tornata!”

“Il mio Eldarion…” bisbigliò la dama stringendolo a sé “…sei sempre più bello..."

"Non è vero..." sussurrò il giovane sorridendo mentre la madre gli accarezzava i capelli.

"A quanto vedo non siamo i soli ad essere tornati!" disse Eomer facendo qualche passo verso Legolas e appoggiandogli una mano sulla spalla.

L'elfo sorrise ma rimase per un momento immobile ad osservare l'uomo davanti a sé...per i Valar quant'era cambiato...anche nei suoi capelli e sul suo volto, come in Aragorn, erano presenti i segni del tempo ma molto più accentuati rispetto al ramingo...ma era ovvio, in fin dei conti Eomer non apparteneva alla stirpe dei Dúnedain, i suoi anni passavano come quelli di qualsiasi altro Uomo...

"Sono felice di rivedervi!" disse Legolas abbracciandolo per poi fare lo stesso con Arwen "Siete stati a Rohan?"

"Sì ma...non è questo il momento di parlarne..." rispose la regina quando vide l'espressione di Eldarion a quella domanda "...non vogliamo rubare il vostro tempo adesso, andate a fare ciò che avevate progettato, ci rivedremo più tardi..."

L'elfo di Bosco Atro annuì e si incamminò fuori dalla stanza seguito dal giovane principe, quando ormai si erano allontanati, Eomer si passò una mano sul volto...

"Valar...è ancora uguale..." sussurrò "...oramai sono abituato a vedere Arwen e sentirmi invecchiato ma con anche lui qui..."

"Non dirlo a me..." bisbigliò Aragorn abbassando lo sguardo sul pavimento.

Arwen guardò il marito e il compagno ma non disse niente...non poteva...

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"Molto bravo!" disse Legolas avvicinandosi al bersaglio che avevano posizionato sull'albero. Riprese la freccia appena scoccata da Eldarion e gliela riportò "Per poco non facevi un centro perfetto..."

"Oh ma...a volte l'ho fatto..." ribatté il giovane sorridendo "...mio padre ha passato giorni interi ad insegnarmi come posizionare gambe e braccia, dove mirare, dove guardare..."

"Certo, lo immagino..." sussurrò l'elfo, si abbassò e raccolse il suo arco e una delle frecce che aveva portato con sé. Eldarion lo fissò ed in pochi istanti lo vide rialzarsi, tendere l'arco, mirare il bersaglio e scoccare la freccia...con una velocità che lo fece rimanere senza parole...voltò la testa e con stupore vide che aveva fatto un centro perfetto...

"Ma come..."

"Ti hanno insegnato a tirare come un Uomo..." disse Legolas riprendendo la freccia appena lanciato per poi avvicinarsi al giovane "...adesso è giunta l'ora che impari a tirare come un Elfo..."

Eldarion sorrise e prese l’arco dalle mani dell’elfo, appoggiando il proprio a terra

“Cosa devo fare di diverso?” disse preparandosi a tirare.

“Per prima cosa…” iniziò Legolas posizionandosi dietro di lui “…tendi l’arco completamente…”

Il giovane principe lo fece ma l’elfo mise la mani sulle sue

“Di più Eldarion…non si spezzerà…” gli sussurrò sorridendo  “…ora avvicina il volto alla freccia, fa in modo che sia il prolungamento dei tuoi occhi…”

Eldarion sentì il cuore iniziare a battere sempre più forte quando Legolas gli mise una mano tra i capelli inclinandogli dolcemente la testa mentre l’altra era ferma sulla sua che teneva l’arco

“Vedi…” disse l’elfo passando la mano sul braccio teso del giovane fino a raggiungere la sua spalla, per poi continuare sull’altro braccio “…in questo modo il tuo corpo è in perfetta sintonia con l’arma che stai usando…”

Eldarion chiuse gli occhi per un istante quando sentì un brivido lungo la schiena…ma perché si sentiva così? Aveva tirato centinaia di volte con l’arco ma si sentiva impacciato come la prima volta che l’aveva impugnato…e poi la voce di Legolas, il suo respiro vicino al viso gli faceva perdere anche quella poca concentrazione che aveva…

“Posso…posso adesso?” chiese con un filo di voce.

“Aspetta…prima fissa il bersaglio nella tua mente…cerca di vedere la freccia che stai per lanciare direttamente in quel punto…” disse l’elfo, poi lentamente fece un passo indietro “…ora…quando ti senti pronto…”

Eldarion lasciò la freccia…e spalancò gli occhi quando vide il risultato del tiro…c’era riuscito, aveva fatto centro…un centro perfetto come non gli era mai successo…rimase un attimo immobile ma poi vide Legolas passargli accanto…

“Complimenti…” sussurrò l’elfo voltandosi verso di lui sorridendo “…non l’avrei mai creduto possibile…”

“Oh…grazie per la fiducia…” si lamentò il giovane fissandolo.

“No…” ribatté l’elfo ridendo “…è solo che…sei molto bravo…”

“E’ tutto merito del maestro…” sussurrò Eldarion rigirando l’arco tra le mani “…comunque mio padre dice che imparo molto velocemente le cose che mi interessano mentre per il resto…”

“Come con l’Elfico?”

“Beh…sì, diciamo di sì…ma quello è anche colpa sua, dovevo studiarlo dai libri e lui non mi aiutava un gran ché…quando poi gli parlavo di ciò che avevo imparato lui era sempre assente, era come se sentirmi pronunciare le parole in quella lingua lo facesse soffrire e allora cercava di allontanarsi…” rimase in silenzio per un attimo quando vide Legolas abbassare lo sguardo “…allora ho provato con mia madre ma lei era sempre occupata in altre cose…da chi dovevo andare…da Eomer forse?” sorrise quando vide l’elfo iniziare a ridere.

“No, non credo proprio…” disse Legolas tra le risate.

Eldarion lo fissò come incapace di allontanare lo sguardo da lui…com’era bello quando era felice…

“Va bene…andiamo ora…” continuò l’elfo cercando di calmarsi “…è quasi ora di pranzo…” prese l’arco del giovane e si avviò “…Tolo…” quando però non sentì i passi del principe dietro di sé, si voltò sorridendo.

“Vieni Eldarion! Tolo significa vieni”

“Ah…sì certo…” ribatté il giovane sorridendo e correndogli a fianco “…non avevo sentito…”

“Usa una scusa più plausibile la prossima volta…” sussurrò Legolas guardandolo ma non riuscì a fare a meno di sorridere a sua volta.

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I giorni passarono e tutti si abituarono di nuovo ad avere Legolas a palazzo, ormai quasi tutti gli Elfi avevano lasciato la Terra di Mezzo, pochi camminavano ancora nel mondo che stava per diventare solo dei Mortali…la regina Arwen e Legolas erano tra questi, ultimi rappresentanti di quel popolo, ma se Arwen era vista ormai come una donna, nonostante la sua eterna giovinezza, il principe di Bosco Atro era in grado di suscitare grande attenzione, il suo fascino provocava sempre grande scalpore tra la gente comune non più abituata a vedere creature come lui.

Molti si sentivano in imbarazzo a causa della sua bellezza immortale e avevano quasi timore a restare con l’Elfo, Eldarion invece non poteva fare a meno della sua presenza , quando stava con Legolas si sentiva felice e più il tempo passava, più quel rapporto di amicizia e complicità che lo legava a lui da bambino diventava forte…ma, sebbene cercasse di nasconderlo a se stesso, alcuni pensieri diventavano sempre più frequenti nella sua mente…pensieri che cercava in ogni modo di sopprimere ma che presto sarebbero diventati troppo potenti da ignorare…

 

“E questo cosa significa?” chiese Eldarion alzando la testa. Era seduto nell’erba, vicino ad un ruscello, con un libro aperto sulle gambe e cercava di imparare alcune parole in Elfico mentre Legolas passeggiava intorno a lui.

“Questo cosa?” sussurrò l’elfo avvicinandosi a lui.

“Niente…lascia perdere…” rispose sbuffando il giovane richiudendo il libro “…non ricorderò mai tutto quanto…”

“Devi capire ciò che stai studiando Eldarion” iniziò Legolas prendendogli le mani e facendolo alzare “Devi sentire nel tuo cuore quelle parole…prova a chiudere gli occhi…”

Eldarion aprì la bocca per ribattere ma poi ubbidì.

“Non è che il buio mi aiuti poi molto…” disse sospirando “…così non vedo nemmeno quello che…” ma si fermò quando sentì l’elfo dietro di sé, il suo respiro caldo vicino all’orecchio.

“Shh…non pensare a niente…” gli sussurrò Legolas “…rilassati…ascolta quello che ti circonda…”

“Io non sento…” disse Eldarion scuotendo leggermente la testa ma poi udì di nuovo la voce dell’elfo e gli sembrò più dolce del solito…quando parlava nella sua lingua sembrava una melodia…

“Shh…lasto i amar…lasto thûl lîn (Ascolta il mondo, ascolta il tuo respiro)” si fermò un attimo e sorrise quando vide che il giovane aveva socchiuso le labbra “Cosa senti?”

“Im…im mathon rimmol en nen... i sûl im in yrn... i urui o Anor erin rhaw nîn...a...(Io...sento lo scorrere dell’acqua...il vento tra gli alberi…il calore di Anor sul mio corpo…e… )” il principe si fermò come incredulo davanti a quello che aveva appena detto…era riuscito a parlare in quella lingua.

“A…? (E…?)” sussurrò dolcemente Legolas spostandogli una ciocca di capelli dal viso.

“Im mathon le…(Io sento te)” bisbigliò Eldarion, il suo cuore batteva sempre più forte, forse non doveva dirlo ma era la verità…in quel momento sentiva solo lui, il suo respiro regolare, il suo profumo…ma ad un tratto sentì sul viso la mano dell’elfo e riaprì gli occhi.

“Molto bene Eldarion…” disse Legolas sorridendogli “…hai visto? Non è poi così difficile…”

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“Per quanto tempo avete deciso di restare?” chiese Aragorn guardando i giardini oltre i portici mentre passeggiava al fianco del re di Rohan.

“Qualche mese credo, almeno per quello che mi riguarda…” rispose Eomer “…poi dovrò tornare dal mio popolo e fare ciò che devo…”

“Sposerai la figlia di Imrahil quindi?”

“Sì, devo assicurare un futuro al mio regno come hai fatto tu anni fa, ormai inizio a sentire il peso degli anni, non posso più indugiare…” Eomer sospirò e guardò il ramingo “…quello che non sopporto però è dover fingere di amare qualcuno…”

“Ti capisco…”

“Quindi…ho intenzione di parlare a Lothíriel dei miei veri sentimenti prima di prenderla come moglie…”

“Eomer…sei…sei sicuro di questo?” gli chiese Aragorn fissandolo “Insomma è…”

“Sì…ho riflettuto a lungo, non voglio ingannarla e non desidero che scopri i miei tradimenti una volta sposati…io amo Arwen ma il mio destino è quello di sposare un’altra donna e di avere un figlio che erediti il mio regno…se questo è il volere dei Valar, non posso far altro che accettarlo ma non voglio vivere nella menzogna…anche se fino ad ora non ho fatto altro che quello…” si fermò con lo sguardo basso e sorrise “…sai cosa desidero Aragorn? Desidero che le mie figlie chiamino me ‘padre’ almeno per una volta…lo desidero veramente…”

“Un giorno, loro ed Eldarion dovranno sapere la verità…” sussurrò il ramingo mettendogli una mano sulla spalla.

“Sì…” disse Eomer sorridendogli “…non trovi strano tutto questo? Tu, io, Arwen, Legolas ed ora i nostri figli…siamo legati tra noi da segreti e menzogne ma nonostante questo siamo ancora uniti…spero di poter vedere il giorno in cui la verità verrà svelata…”

“Ed io spero che la verità non cambi le nostre vite…” disse Aragorn “…credi che i nostri figli capiranno?”

“Non so risponderti Aragorn” sussurrò Eomer scuotendo la testa “A volte ci ho pensato e…non saprei…come reagiresti nel sapere che i tuoi genitori amano persone diverse oppure che per anni hai chiamato padre qualcuno che non lo era?”

“Oh Valar…cosa dobbiamo fare?” sospirò il re di Gondor.

“Non lo so Aragorn…non lo so…”

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“Perché non mi parli un po’ di te?” disse Legolas sedendosi e appoggiando la schiena ad un albero.

“Cosa vuoi sapere che già non conosci?” gli chiese Eldarion mettendosi seduto con le gambe incrociate davanti a lui.

“Beh…ad esempio non mi hai mai raccontato di quella ragazza che ha catturato il tuo cuore…”

“Non ha catturato il mio cuore…” sussurrò il giovane “…mi piace il suo aspetto e il suo modo di comportarsi, tutto qui…”

“Ma sei finito in prigione per lei…”

“Avevo un’altra scelta forse?” ribatté Eldarion sorridendo e vide l’elfo scoppiare a ridere “Non so cosa provo per Neissia…insomma, con lei sto bene, ci divertiamo insieme ma…non mi fa battere il cuore…ed è questo quello che dovrebbe succedere quando qualcuno si innamora giusto? Insomma…io non sento il bisogno di averla accanto, di sentire la sua voce, non è nei miei sogni la notte e…” ad un tratto si fermò e abbassò lo sguardo…non era possibile…eppure quel pensiero adesso sembrava più chiaro…non era Neissia che gli faceva battere il cuore, non era Neissia che desiderava avere vicino, non era lei che sognava…no, non poteva essere, non doveva essere…ma le sue stesse parole l’avevano avvicinato alla realtà…

Legolas notò la strana espressione sul volto del giovane ma non gli diede peso

“Così sei…stato con lei quel giorno per puro divertimento?”

“Cosa?” sussurrò Eldarion rialzando gli occhi su di lui e scacciando quei pensieri “No…no…io non sono stato con lei…noi ci stavamo baciando in una via nascosta, vicino alla sua casa e sua madre ci ha visto…non è successo nient’altro tra noi…”

“Oh…” annuì l’elfo e sorrise “…da come l’ha raccontata tua padre credevo…”

“Beh credevi male…noi ci siamo solo baciati…e baciati e baciati…” disse il giovane principe poi abbassando la voce “…purtroppo…”

“Mah…Eldarion non riesco a capirti…” ribatté Legolas aggrottando le sopracciglia “…hai appena detto che non provi niente per lei…”

“Sì ma…” disse Eldarion guardando l’elfo, strinse le labbra per un attimo, indeciso se continuare, poi alzò gli occhi al cielo “Ah Legolas! Non…possibile che non…insomma…non ha niente a che vedere con i sentimenti…”

“Eldarion!” disse sorpreso Legolas con un sorriso sulle labbra “Allora era vero che volevi approfittare di lei!”

“No…non intendevo quello…non avrei mai fatto niente senza il suo consenso…” sussurrò il giovane “…è solo che…andiamo anche tu hai avuto la mia età e a guardarti sembra che tu ce l’abbia ancora quindi…sai cosa vuol dire aver bisogno di qualcuno…desiderare qualcuno…”

Legolas abbassò lo sguardo per un attimo e ripensò a quello che era successo la sera prima, quando Aragorn l’aveva legato al letto e aveva giocato con lui per ore, toccandolo e sfiorandolo ma senza mai concedergli il piacere, vendicandosi di quello che aveva dovuto sopportare il giorno del suo ritorno a Gondor…poi finalmente i loro corpi si erano uniti, amandosi con forza e passione tanto che il letto non aveva retto a tutto quell’ardore…L’elfo sorrise quando gli tornò in mente l’espressione stupita del compagno, pochi momenti prima che entrambi raggiungessero l’estasi, mentre guardava il pezzo di legno che gli era rimasto in mano dopo essersi staccato dalla testiera del letto…

“Legolas?” lo chiamò Eldarion e si accorse che stranamente le guance dell’elfo si erano tinte di rosso.

“Sì io…credo di capire a cosa ti riferisci” sussurrò guardandolo.

Il giovane principe rimase in silenzio per un momento, cercando di trovare il coraggio per parlare…

“Legolas tu…faresti una cosa per me?”

Vide l’elfo annuire e allora continuò

“Vedi io…credo di essere ormai abbastanza grande per…insomma…” fece un respiro profondo “…per avere delle esperienze…”

Legolas lo fissò intensamente per un istante poi sorrise passandosi una mano sul volto

“Non ridere…io voglio solo scendere al villaggio e divertirmi per una notte, tutto qui…ti sembra così assurdo?”

“No, non mi sembra assurdo…” gli rispose l’elfo guardandolo “…è solo che…non capisco perché devi farlo con qualcuno che non conosci nemmeno e che forse non rivedrai più…non preferisci trovare una ragazza…”

“No, non preferisco” lo interruppe Eldarion abbassando la testa poi la rialzò guardandolo “Ti prego Legolas…vieni con me a quella locanda, se sparisco da solo per tutta la sera, mio padre si farà delle domande ma se sono con te non dirà niente…ti prego, non ti chiederò mai più niente…”

L’elfo aprì la bocca per ribattere ma Eldarion iniziò a pregarlo e a fissarlo come quando era bambino…e come succedeva allora, non era più in grado di negargli niente…

“Ti prego!Ti prego! Ti prego!” 

“Shh…basta…va bene…” sussurrò sorridendo “…verrò con te…ma se ti riconosceranno?”

“Non succederà…te lo prometto…” rispose raggiante Eldarion.

“Quando?” gli chiese Legolas rialzandosi in piedi.

“Tra quattro giorni…quella sera le guardie si riuniscono comprese le vedette, così nessuno vedrà dove siamo diretti…” disse il giovane alzandosi a sua volta.

“Hai pensato proprio a tutto!” ribatté l’elfo “Da quanto avevi progettato…”

“Da mesi…se non tornavi tu ci sarei andato comunque da solo, anche rischiando di essere scoperto e punito…” bisbigliò Eldarion "...non resisto più..."

Legolas rise e si incamminò tra gli alberi ma subito sentì la mano del giovane stringere la sua per fermarlo e si voltò di nuovo

"Grazie" disse Eldarion un attimo prima di abbracciarlo. Si strinse a lui, appoggiando la testa sulla sua spalla e chiuse gli occhi...respirò intensamente quel dolce profumo come faceva da bambino e sorrise quando sentì tra i capelli le dita dell'elfo...

"Non devi ringraziarmi..." sussurrò Legolas stringendolo a sua volta e stranamente sentì un tuffo al cuore...erano anni che non teneva tra le braccia il suo piccolo Eldarion...ma le cose erano cambiate e forse era proprio lui stesso a non cercare più quel tipo di contatto...più lo guardava e più rivedeva il suo Aragorn, gli occhi...quegli occhi che amava e in cui desiderava perdersi erano gli stessi...per quello tentava di mantenere le distanze dal principe anche se era quasi impossibile...aveva paura di quello che sentiva e di quello che sarebbe potuto succedere se per qualche attimo la ragione l'avesse abbandonato...

“Mi sei mancato” bisbigliò il giovane, con una voce così bassa come a voler nascondere le proprie parole…ma finalmente era riuscito a dirglielo “Molte volte ho avuto bisogno di te ma tu non c’eri…e ogni giorni rimpiangevo la mia infanzia, a quel tempo mi bastava pronunciare il tuo nome e tu arrivavi…”

“Mi dispiace Eldarion” disse Legolas dolcemente “ma c’erano i tuoi genitori…”

“Sì, loro mi sono stati sempre vicini, ero circondato dal loro amore ma…” si fermò un istante e nascose il volto contro il collo dell’elfo “…era del tuo che avevo bisogno…”

Legolas chiuse gli occhi e non riuscì a far altro che stringerlo a sé più forte.

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Aragorn era appoggiato alla stipite della porta e osservava gli uomini lavorare all’interno della stanza, avrebbe voluto aiutarli, non gli era mai piaciuto restare senza far niente ma non poteva…lui era il re e non gli avrebbero mai permesso di unirsi a loro…così aveva dovuto spiegare ai falegnami e ai tessitori cosa voleva, si fidava di loro ma quando trovava il tempo, controllava ogni cosa e ogni particolare…ad un tratto sentì dei passi avvicinarsi e si voltò appena in tempo…Legolas l’aveva già raggiunto…

“Cosa fai qui?” sussurrò prendendo l’elfo per le braccia e spingendolo indietro contro il muro per evitare che vedesse all’interno della stanza “Non eri con Eldarion?”

“Sì ma…siamo appena tornati…” rispose Legolas alzando la testa per guardare oltre la sua spalla “…cosa stanno facendo? Lasciami vedere…”

“No…non ancora…è una sorpresa…”

“Estel…” si lamentò l’elfo sospirando “…almeno dimmi di cosa si tratta…”

Aragorn si guardò attorno poi avvicinò le labbra all’orecchio del compagno

“Eldarion è cresciuto e ha bisogno di una stanza più grande, così ho deciso di far sistemare la mia per lui…ed io...o meglio, noi verremo a riposare qui, è molto più spaziosa, prima della stanza vera e propria c’è un’anticamera, un grande camino e…in questo momento i falegnami ci stanno costruendo un letto diciamo…più adatto alle nostre esigenze…”

“Hai detto loro che volevi un letto più resistente? Sul serio?” sussurrò Legolas ridendo “Non ci credo…”

“Io sono il re e ogni mio desiderio è un ordine” rispose il ramingo sorridendogli “mi serviva semplicemente un nuovo letto per una nuova camera”

“Certo e…tutti questi cambiamenti non sono dovuti a quello che è successo ieri notte vero?”  

“Non so a cosa ti riferisci…”

“Oh…io sì invece!” disse l’elfo fissandolo “Te ne restavi lì a ridere con quel pezzo di legno tra le mani mentre io ti supplicavo di non fermarti proprio in quel momento…non è stato per niente divertente…” vide che il compagno stava iniziando di nuovo a ridere così gli prese il mento costringendolo a guardarlo “…quindi, re di Gondor, fa in modo che i tuoi uomini facciano un buon lavoro altrimenti, quando sarà pronto, dovrai provare il tuo nuovo letto da solo…”

“Non ti credo…” bisbigliò Aragorn scuotendo la testa divertito “…non lo farai…”

“Non mettermi alla prova…ramingo” gli disse Legolas sorridendo “…potresti pentirtene…” e con quelle parole si allontanò di nuovo da dove era giunto.   

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Scese la sera ed Eomer aveva deciso di passare un po' di tempo da solo, passeggiando sotto i portici, noncurante del forte vento che si era alzato. Aveva appena parlato con Arwen e, come succedeva sempre, la dama l'aveva rassicurato che il suo amore per lui non sarebbe cambiato, nonostante il matrimonio che presto sarebbe stato celebrato. Eppure dentro di sé non si sentiva tranquillo, non se la sentiva di affrontare tutto quello che già una volta Arwen ed Aragorn avevano vissuto, tutte quelle bugie, quei finti sorrisi ed abbracci...e poi il pensiero di dover giacere con un altra donna solo per dare alla luce il suo erede...era sbagliato, tutto sbagliato ed era ingiusto, nei confronti della sua futura moglie e del figlio che sarebbe nato...ma Theoden aveva dato a lui l'incarico di guidare il suo popolo e non poteva deluderlo, non poteva lasciare che Rohan cadesse in rovina, era quello il suo destino...

Ad un tratto vide in lontananza qualcuno appoggiato ad una delle colonne, le braccia incrociate sul petto e la testa alzata, il bel viso illuminato dai raggi della luna...

"Non riesci a trovare riposo principe?" disse avvicinandosi a lui "E' molto tardi..."

"Ahimè no...ma a quanto sembra non sono l'unico...anche la tua mente è turbata da pensieri che ti impediscono di dormire?"

"Sì, ma ormai devo imparare a convivere con loro..." sospirò Eomer appoggiandosi all'altra colonna "...non esiste rimedio..." poi rialzò lo sguardo su di lui sorridendo "Perché non mi parli di ciò che ti affligge? Forse posso aiutarti ad alleggerire il tuo fardello..."

"Ah...non credo..." rispose il principe sorridendogli a sua volta "...e poi sono sciocchezze...non sono degne della tua attenzione..."

"Questo lascialo giudicare a me!" ribatté il re di Rohan "E se sono futilità allora ben vengano...riusciranno a farmi sentire meglio..." lo vide abbassare lo sguardo per un momento ma poi udì la sua voce, anche se molto debole...

"Il desiderio...è quello che mi tormenta...all'inizio credevo fosse una sensazione di passaggio ma adesso...sta diventando sempre più forte, più difficile da controllare e...non sono ancora in grado di dire con certezza se c'è qualcosa altro nel mio cuore ma...quello che sento mi sta facendo impazzire..."

"A quanto sembra poco fa ti sbagliavi..." sussurrò Eomer "...non è affatto una sciocchezza...il desiderio può rendere un uomo suo schiavo e farlo agire in completo contrasto con la ragione...non sottovalutarlo mai principe Eldarion...mai..." guardò il giovane davanti a sé e incrociò il suo sguardo "...credimi...puoi amare qualcuno con tutto il cuore ma il desiderio può farti perdere la testa e spingerti a fare cose che mai vorresti..."

"E come l'hai sconfitto?" gli chiese Eldarion fissandolo, vide l'espressione dell'uomo e accennò un sorriso "Andiamo, non sono più un bambino...lo capisco da come ne parli...anche tu ti sentivi attratto da qualcuno, qualcuno che forse non amavi ma desideravi sentire...dimmi come sei riuscito a vincerlo?"

"Io non ci sono riuscito..." bisbigliò Eomer con lo sguardo basso, non voleva parlare con Eldarion di quello ma ormai non poteva più tirarsi indietro "...io amo...una donna, con tutto me stesso, ogni giorno della mia vita lo vivo per lei ma quando guardo..." fece un profondo respiro prima di continuare "...quando guardo quell'altra persona sento dentro di me questo desiderio che mi spinge verso di lui, ora non posso spiegarti i motivi ma posso solo dirti che nonostante abbia cercato in tutti i modi di dimenticare...l'attrazione che provo nei suoi confronti non è diminuita...”

Eldarion rimase un istante in silenzio…

“E…lui sa di questa tua attrazione?” vide l’uomo aprire la bocca stupito e gli sorrise “L’hai detto tu poco fa! Hai detto ‘lui’…Avanti Eomer voglio solo sapere se hai mai avuto l’opportunità di vivere quel desiderio…”

“Devo prestare più attenzione quando parlo con te…” sussurrò Eomer fissandolo “…sei giovane ma molto astuto…”

“Quindi?”

“Quindi cosa?”

“Eomer!” si lamentò Eldarion sospirando.

“Sì…” bisbigliò l’uomo abbassando lo sguardo “…ho avuto la possibilità di sentirlo…ma purtroppo non eravamo in noi in quel momento anche se poi nelle nostri menti è riaffiorato ogni particolare…”

“E’ stato il tuo amante?”

“Amante? Oh no…non potrei mai e nemmeno lui, amo troppo…quella donna per farla soffrire…”

“Ma?” disse Eldarion fissandolo “C’è un ‘ma’ alla fine vero?”

“Ma…” ribatté Eomer sorridendo “…non nego che l’ho desiderato e lo desidero tutt’ora…e non posso fare a meno di vederlo come un sogno che però rimarrà sempre tale…” alzò la testa e guardò il giovane, i capelli scuri mossi dal vento “…ed è così che deve essere…”

Eldarion abbassò di colpo lo sguardo e sentì il proprio cuore iniziare a battere…non era possibile…eppure aveva detto proprio così…un sogno…

“Devo…è meglio che vada ora…grazie comunque…buonanotte…” e con quelle parole si allontanò velocemente.