.|. Amarth - Fino Alla Fine del Tempo .|.

6. Il Segreto Svelato

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Arrivò il mattino ed Eldarion si rigirò nel letto, nascondendo la testa sul cuscino quando la luce del sole inondò la stanza, poi però sentì una mano accarezzargli dolcemente la testa e riaprì gli occhi. Legolas era seduto sul letto, davanti a lui…

“Mmm…ho fatto un sogno bellissimo…” mormorò il giovane mettendosi sdraiato sulla schiena per guardare l’elfo “…c’eri…c’era una persona e…ed è stato bellissimo…”

“Sono felice per te…” disse Legolas sorridendo, era come pensava quindi, e si sentì in parte sollevato “…come ti senti oggi?”

“Non lo so…credo bene…”

L’elfo gli mise una mano sulla fronte e chiuse gli occhi per un istante, ringraziando in silenzio i Valar…

“La febbre è diminuita a quanto sembra…un altro giorno di riposo e sarai guarito completamente…”

“Un altro? Ti prego no!” si lamentò Eldarion scuotendo la testa “Non resisto a passare ore ed ore in questa stanza senza far niente…”

“Ma Eldarion…”

“Ti prego!” ripeté il giovane mettendosi seduto “Sto bene adesso, non mi sento più debole…”

“D’accordo ma devo prima parlarne con tuo padre e con il curatore” sussurrò l’elfo.

~

Aragorn stava uscendo in quel momento dalla propria stanza quando vide Legolas camminare nella sua direzione, si fermò e notò sul viso del compagno una strana luce.

“Cosa ti succede quest’oggi? Sei…”

“Sta bene!” lo interruppe l’elfo sorridendo e fermandosi davanti a lui “Non ha quella malattia di cui parlava il curatore…probabilmente aveva solo…” ma non riuscì a finire la frase…il ramingo lo tirò a sé, abbracciandolo con forza…

“Oh Valar vi ringrazio…” sussurrò.

Legolas respirò profondamente, rilassandosi tra quelle braccia che adorava ma poi gli tornò alla mente quello che era successo la notte precedente…

“Estel…devo dirti una cosa…”

“Ti ascolto…” rispose l’uomo continuando a stringerlo a sé.

“Ieri notte Eldarion aveva molto freddo, nonostante le coperte, tremava e così…sono stato nel letto con lui per riscaldarlo…”

Aragorn si allontanò leggermente da lui per guardarlo

“Potrei essere geloso di questo lo sai?” mormorò sorridendo “Ma questa volta te lo concedo…anche se…” si fermò un istante accarezzando la guancia del compagno “…mio figlio non è più un bambino e sapere che hai passato una notte stringendo lui tra le braccia…dovrai farti perdonare amore mio, lo sai vero?”

Legolas lo guardò stupito ma poi sorrise

“Non vedo l’ora…”

 ~

Passarono alcuni giorni ed Eldarion si riprese completamente. Aragorn passava la maggior parte del tempo nel Salone dei Re per discutere dell’arrivo dell’inverno e di vari problemi come faceva ogni anno…parlare tutto il giorno per cercare di risolvere ogni cosa e di mettere d’accordo tutti gli portava via oltre che al tempo, una grande quantità di energie, una volta non sentiva questo peso ma ora…per di più quel giorno aveva promesso a Legolas che avrebbe passato l’intero pomeriggio con lui, cosa che ormai non era più possibile visto l’ora ormai tarda…

 

“Mi dispiace per il ritardo…” disse il ramingo entrando nella stanza del compagno, vide Legolas indaffarato a sistemare alcune cose in uno degli armadi, così si sedette sul letto “…i consiglieri volevano sapere cosa ne pensavo riguardo a centinaia di argomenti, ho cercato di fare il prima possibile ma…”

“Non importa…” lo interruppe l’elfo voltandosi verso di lui con un mantello tra le mani “…possiamo chiedere alle cuoche di prepararci qualcosa da mangiare e cenare nel bosco…”

“Legolas…”

“Prendiamo i cavalli e raggiungiamo il ruscello, lì ci fermiamo per la cena poi continuiamo fino a quella collina…”

“Quella di cui mi avevi parlato?” gli chiese Aragorn e quando vide il compagno annuire sospirò “Legolas è lontana da qui ed è già tardi…”

“No…ce la possiamo fare e quando calerà la notte, accenderemo un fuoco e ci sdraieremo a guardare le stelle…”

“Legolas…non posso restare lontano da palazzo fino a notte inoltrata…” ribatté il ramingo guardando l’elfo davanti a sé “…domani mattina ho ancora delle riunioni con i Consiglieri…”

Legolas lo fissò per un istante, aggrottando le sopracciglia

“Ma lo abbiamo già fatto…voglio dire…sei già rimasto fuori tutta la notte…”

“Sì ma…” iniziò Aragorn, fece un respiro profondo e si lasciò ricadere indietro sul materasso, sdraiandosi completamente “…non credo di farcela in questi giorni…sono veramente stremato…e non vedo l’ora di poter riposare…”

L’elfo aprì la bocca per ribattere ma poi un sorriso malizioso gli comparve sul viso, fece un passo in avanti, appoggiando un ginocchio sul letto e si sedette sopra il ramingo, abbassandosi per raggiungere il suo viso…

“Ed io invece…” gli sussurrò sulle labbra fissandolo intensamente “…non vedo l’ora di fare l’amore con te sotto le stelle…” vide il ramingo sorridere e continuò “…non vedo l’ora di sentirti dentro di me…ti prego…” e gli passò sensualmente la lingua sulle labbra.

“Tu sei la tentazione fatta persona lo sai?” gli disse Aragorn accarezzandogli i capelli “Ma non credo che questa sera riuscirei a…”

“Oh sì che ci riuscirai…” mormorò Legolas appoggiando il petto a quello del compagno e muovendosi lentamente sopra di lui “….so che ci riuscirai…”

“Legolas sono…sono stanco…” rispose il ramingo passando le mani sulla schiena del compagno “…ho bisogno di riposare altrimenti domani non potrò affrontare un’altra giornata come questa…”

“No…ti prego…andiamo…” disse l’elfo alzando la testa per guardarlo “…ti farò passare la stanchezza e…” ma si fermò quando vide l’uomo scuotere lentamente la testa.

“Sul serio Legolas, sai che farei qualsiasi cosa per te ma cerca di capirmi…ho bisogno di riposo…”

“Ed io ho bisogno di te…” sussurrò l’elfo imbronciato come un bambino, mettendosi di nuovo seduto “…voglio passare un po’ di tempo con te lontano da qui…”

Aragorn lo guardò sorridendo quando notò la sua espressione, fece passare l’indice sulle sue labbra poi lo fece scivolare lungo il suo petto, spostò la tunica e gli aprì i pantaloni…

“E adesso cosa vuoi fare?” chiese Legolas seguendo con lo sguardo le sue mani ma poi chiuse gli occhi quando sentì il pugno del ramingo stringersi su di sé “Non…non devi farlo…non è questo che…” subito però le parole furono sostituite da gemiti quando Aragorn iniziò a muovere la mano con forza…poco dopo il ramingo si spostò verso il basso, facendosi scivolare tra le gambe del compagno e Legolas gettò indietro la testa quando, invece delle sue dita, sentì il calore della sua bocca…

“Ah…Aragorn…fermati…” gemette cercando di allontanarsi ma le mani dell’uomo sui fianchi glielo impedivano “…io…voglio che…ah…” si passò la lingua sulle labbra e istintivamente iniziò a muovere il bacino…ad un tratto qualcuno bussò alla porta…

“Legolas…sono io…ti andrebbe di venire con me dal fabbro per controllare la mia spada?”

L’elfo spalancò gli occhi, cercando di trattenere i gemiti e abbassò lo sguardo sul compagno che però continuava a dargli piacere, noncurante delle persona che c’era fuori dalla porta…

“Eldarion non…non adesso…” disse alzando la voce e cercando di non far trasparire nessuna emozione “…sono…occupato…”

“Avanti ti prego…posso aspettarti se vuoi…”

Legolas aprì la bocca per rispondere ma ne uscì solo un gemito quando Aragorn aumentò i movimenti delle labbra…strinse i pugni sulle coperte ed in pochi momenti il suo corpo cedette al piacere…

“Legolas? Va tutto bene?” chiese Eldarion quando sentì quel sospiro “Posso entrare?”

“No!” gridò l’elfo cercando di riprendere fiato ma si accorse del tono con cui l’aveva pronunciato così ripeté più dolcemente “No…aspetta un momento…esco io…” poi abbassò la testa e guardò il compagno sussurrando “Perché l’hai fatto?”

Aragorn si passò la lingua sulle labbra sorridendo, poi mise le mani sul volto dell’elfo, tirandolo verso di sé e baciandolo con passione…

“Perché adoro vederti così…”

“Allora vieni con me…” mormorò dolcemente Legolas sfiorandogli le labbra con le proprie “…e potrai vedermi così per tutta la notte…”

“Non insistere amore mio…ci andremo un’altra volta…” disse Aragorn sorridendogli “…ora va pure con Eldarion dal fabbro…”

“Io non voglio andare con Eldarion dal fabbro…” bisbigliò l’elfo fissandolo “…voglio andare con te su quella collina…”

“Legolas basta…non questa sera…” ripeté il ramingo “…devo riposare…mangerò qualcosa e poi andrò a dormire…”

“Sei sicuro che…”

“Sì…sì Legolas!” disse sorridendo l’uomo, mettendosi seduto e portando il compagno con sé.

L’elfo si mise in piedi, sistemandosi gli abiti, poi alzò di nuovo lo sguardo su di lui    

“Posso svegliarti quando tornerò?”

“No…non puoi…” rispose ridendo Aragorn scuotendo la testa “…quello che ti è permesso fare e infilarti sotto le coperte e chiudere gli occhi…”

Legolas annuì stringendo le labbra ma poi sorrise dandogli un bacio sulle labbra

“Ti amo…buonanotte…”

 ~

“Oh…eccoti…” disse Eldarion rialzandosi quando vide Legolas uscire dalla stanza e richiudere la porta velocemente dietro di sé “…ti va di…” ma vide subito l’elfo annuire così sorrise e si incamminò lungo il corridoio insieme a lui.

“Non credo sia già pronta, altrimenti mi avrebbero avvertito però…magari vedendomi capiranno che sono stanco di aspettare…insomma, capisco quello che dice mio padre…i fabbri hanno molto lavoro da svolgere ma…non mi piace vantarmi ma in fondo sono il principe…potrebbero…” ma si fermò quando vide lo sguardo assente di Legolas “Qualcosa non va?”

L’elfo si accorse di quella domanda e guardò sorridendo il giovane scuotendo la testa

“No…sto bene…” ma non era vero, era preoccupato per Aragorn…mai in tutti quegli anni l’aveva sentito parlare così…e aveva paura…paura che quel tempo che aveva tanto temuto stesse arrivando…

Raggiunsero le fucine e dopo pochi passi incontrarono un fabbro che appena li vide, spalancò gli occhi stupito e si inchinò…

“Vostra altezza…cosa fate qui?”

“Sai benissimo cosa faccio qui Berianed…” disse sorridendo Eldarion “…a che punto è?”

“Oh certamente…è quasi finita, mio signore…”

“Dunque posso vederla?”

“Ma…mio principe…” sussurrò il fabbro guardando con timore il giovane “…sapete qual è il volere di Re Elassar a riguardo e…”

“Ma io desidero vederla Berianed…” ribatté Eldarion “…non negherai al tuo principe questo favore…”

Legolas vide l’espressione di panico sul volto dell’uomo e quella invece decisa sul viso del giovane principe e scosse la testa, sorridendo tra sé…

“Berianed…” sussurrò facendo un passo verso il fabbro “…Re Elassar vi ha dato ordine di non mostrare la spada al principe Eldarion?” vide l’uomo annuire lentamente e continuò “E allora così sarà…puoi andare ora e grazie per il tuo tempo…”

Berianed si inchinò di nuovo e velocemente uscì dalla stanza.

Eldarion spalancò la bocca stupito, fissando l’elfo…alzò la mani verso il soffitto e sospirò…

“Ah perfetto!” disse entrando nella stanza adiacente “Ma perché ti ho chiesto di accompagnarmi?” passò accanto ai vari fuochi che ancora ardevano fino a raggiungere un’altra camera dove ad una parete erano appese vari tipi di armi, per lo più spade e pugnali, mentre negli angoli erano ammucchiati alcune parti di armature…

“Perché l’hai fatto? Io voglio solo vedere la mia spada…mia…hai capito? È mia e qui l’unico a non poterla vedere sono io!” continuò fermandosi al centro della stanza e voltandosi verso l’elfo.

“Stavi usando il tuo potere per ottenere ciò che volevi…” disse Legolas avvicinandosi a lui “…non devi farlo Eldarion…”

“Ma ti prego!” si lamentò il giovane “Per una volta che il titolo di principe serve a qualcosa…”

“Non importa se sei principe o re…quell’uomo ha fatto una promessa a tuo padre e tu stavi cercando di fargliela infrangere…”

“Promessa? Ordine Legolas! L’hai detto tu stesso poco fa!” ribatté Eldarion facendo qualche passo “Mio padre gli ha ordinato quello…e non venirmi a dire che non è utilizzare il proprio potere!”

Legolas lo fissò per un istante

“Tuo padre è il re di questo regno e…”

“Ed io lo diventerò!” lo interruppe il giovane alzando la voce “Perché allora lui può comportarsi in questo modo ed io no?” quando pronunciò quelle parole vide Legolas abbassare di colpo lo sguardo e chiudere gli occhi, così si avvicinò a lui lentamente e gli mise una mano sulla spalla…

“Mi dispiace…” sussurrò e incrociò di nuovo gli occhi blu dell’elfo “…non voglio discutere con te per questo…”

Legolas accennò un sorriso…quelle parole erano state come una pugnalata al cuore…sapeva benissimo che sarebbe successo…e sapeva fin troppo bene anche quando, Eldarion sarebbe diventato re di Gondor…

“Perché non mi mostri come ti hanno insegnato a combattere?” mormorò indicando con la mano le armi appese alla parete “Non saranno splendide come la tua ma hanno la stessa funzione…”

Eldarion gli sorrise e si avvicinò al muro…prese una delle spade e la fece roteare per qualche istante davanti a sé, poi fissò intensamente Legolas…

“Lo farò soltanto se anche tu mi mostrerai cosa sai fare veramente…”

L’elfo ricambiò lo sguardo per un momento e poi prese a sua volta una delle spade…

“Non posso rischiare di far del male al principe di Gondor…” disse sorridendo, fermandosi davanti al giovane con la spada alzata davanti al viso.

“Ma è il principe di Gondor che te lo chiede…” rispose Eldarion e senza aggiungere una parola iniziò ad attaccare.

Combatterono a lungo ma nessuno dei due prevalse sull’altro…si fermarono solo un istante dopo aver incrociato le spade e essersi spinti indietro…

“Sei…bravo…” disse Legolas recuperando un po’ di fiato “…forte come tuo padre e forse anche più agile…si nota che in te scorre il sangue del mio popolo…”

“Mio…padre…mi aveva detto quanto…fossi in gamba ma…non immaginavo così…” rispose ansimando Eldarion passandosi un braccio sulla fronte per asciugare il sudore “…se solo non facesse così caldo…” e con una mano si slacciò i primi lacci della tunica che indossava per poi alzare di nuovo gli occhi sull’elfo con un sorriso sul volto…

Legolas socchiuse le labbra per respirare più profondamente ma quando vide quello sguardo sentì un fremito lungo il corpo…perché Eldarion era così bello? Si aprì a sua volta i primi lacci della tunica come se in quel modo riuscisse a ricevere più aria ma non servì a molto…quando vide il giovane passarsi una mano tra i capelli per portarli lontano dal viso sentì un calore invaderlo improvvisamente…ma non lasciò il tempo al proprio corpo di reagire e si scagliò di nuovo contro il principe…Eldarion alzò la spada in tempo, rispondendo all’attacco ma si ritrovò con la schiena al muro…

“Mi hai preso alla sprovvista…” sussurrò sorridendo fissando Legolas al di la delle spade incrociate davanti ai loro volti “…un punto per te…”

“Non devi mai abbassare la guardia in combattimento…” bisbigliò l’elfo “…l’abilità sta anche in questo…” ma non riuscì a finire la frase, Eldarion lo spinse indietro con una tale forza da fargli quasi perdere l’equilibrio…appoggiò un ginocchio a terra, abbassando la testa per un istante per poi rialzarla lentamente.

Quando Eldarion incrociò di nuovo i suoi occhi si sentì bruciare…ma non per il calore provocato dai fuochi…sentì il proprio respiro aumentare di intensità…molte volte aveva sognato un momento simile e in quei sogni Legolas lasciava cadere a terra la spada per poi spingerlo con forza contro la parete e baciarlo con ardore…chiuse gli occhi per un istante ma poi gli riaprì e attaccò di nuovo l’elfo che però parò il colpo spostandosi lateralmente e rialzandosi…

“Ah!” gemette Eldarion mettendosi una mano sulla coscia “Un altro punto per te…”

“Ti ho ferito…oh Valar non volevo!” sussurrò con gli occhi sbarrati Legolas quando vide la reazione del giovane…probabilmente l’aveva colpito con la lama mentre si spostava…

“Non è niente, è solo un graffio…” rispose il principe preparandosi di nuovo al combattimento “…avanti principe Legolas…tocca a te…”

L’elfo non se lo fece ripetere ma per paura di far del male ad Eldarion, i suoi colpi ora erano molto più leggeri ed i pochi momenti si ritrovò a sua volta contro la parete…

“Hai trattenuto i colpi…” sussurrò il giovane fissandolo “…non è giusto…”

“Ti sbagli…io non…”

“Non mentire…” lo interruppe Eldarion sorridendo “…ho visto cosa c’era nel tuo sguardo prima…c’era una luce che non avevo mai visto…tu sei un guerriero…”

“No…io non amo combattere…” rispose Legolas cercando di non diminuire la forza con cui teneva ferma davanti a sé la spada.

Eldarion lo fissò un istante in silenzio poi sorrise sensualmente

“Beh…allora ti piace farlo con me…” sussurrò e notò che l’espressione seria sul volto dell’elfo si stava trasformando in un sorriso.

“Forse sì…” bisbigliò Legolas senza staccare gli occhi da lui “…mi piace sentire in te la mia stessa forza…”

A quelle parole Eldarion perse la concentrazione che aveva avuto fino in quel momento e allentò per qualche istante la presa sulla spada…la lama dell’elfo così scivolò sulla sua andando a finire contro il petto del giovane…

“Ah!” gridò Eldarion facendo un passo indietro e lasciando cadere sul pavimento la spada.

“Oh no…” sussurrò l’elfo lasciando a sua volta l’arma “…siediti laggiù Eldarion e non ti muovere…” accompagnò il principe sulla panchina di legno e corse via per poi tornare dopo poco con dei panni puliti e un barattolo di unguento.

“Mi dispiace tanto…” bisbigliò Legolas mentre apriva completamente la tunica del giovane “…non avrei mai dovuto permettere che accadesse…”

“Legolas è solo un taglio…guarirà presto…” disse Eldarion sorridendogli ma poi chiuse gli occhi, stringendo le labbra per resistere al dolore quando l’elfo inizio a ripulirgli la ferita, inginocchiandosi davanti a lui…dopo pochi momenti però sentì sul petto le dita di Legolas che si muovevano dolcemente per ricoprire il taglio con l’unguento che aveva portato…riaprì gli occhi e incrociò quelli dell’elfo…

“Puoi perdonarmi?” gli chiese Legolas guardandolo preoccupato…era così strana quella situazione…gli sembrava di averla già vissuta…ma non c’era Eldarion allora…

“Sei perdonato…” mormorò sorridendo il principe “…però voglio la rivincita…” e vide Legolas sorridere a sua volta…senza pensare alzò una mano e passò dolcemente l’indice sulle sue labbra continuando a fissarlo intensamente…

“Mi piace vederti sorridere…”

L’elfo sentì il proprio cuore iniziare a battere prepotentemente così si alzo in piedi di scatto, abbassando lo sguardo…ed in quel momento notò la macchia di sangue sui pantaloni di Eldarion…

“Dobbiamo…dobbiamo curare anche l’altra ferita…” disse.

“Oh…non è niente, è solo un graf…” iniziò il giovane ma poi si guardò “…va bene, non sarà un graffio ma guarirà da sola…”

“Devo fermare il sangue Eldarion…” sussurrò Legolas prendendo uno dei panni puliti “…abbassa i…”

“Cosa? No!” ribatté il principe alzando la voce “Non ce n’è bisogno…”

“Eldarion la vedi quella macchia di sangue che continua ad espandersi?” disse seriamente l’elfo “Quello significa che devo farlo…”

“Ma non mi fa male…”

“Ti prego…non fare il bambino…” esclamò Legolas inginocchiandosi di nuovo davanti a lui “…posso tagliare con un pugnale tutto il tessuto se lo desideri ma non mi sembra il caso dato che basterebbe abbassare…”

“No…ti prego…ascoltami non serve…” disse Eldarion scuotendo la testa velocemente…non poteva fare una cosa simile…non voleva che Legolas vedesse quanto il suo corpo avesse ceduto al desiderio…poco prima quando aveva sentito le sue mani su di sé credeva di impazzire…

“E se…se arrivasse qualcuno? Non posso farmi vedere così…”

“Eldarion basta adesso…” sussurrò l’elfo avvicinando le mani alla vita del giovane ma Eldarion si spostò all’indietro afferrandogli i polsi con forza…

“Legolas…” disse fissandolo seriamente “…ti ho detto di no…”

L’elfo fece per ribattere di nuovo ma poi vide la sua espressione decisa e si arrese

“Come desideri…è tardi adesso, credo sia meglio tornare…”

“Va pure…ti raggiungerò dopo…”

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Era già tardi e la notte era scesa su Minas Tirith. Legolas entrò lentamente nella stanza di Aragorn…quella che considerava anche la sua stanza, e vide che l’uomo aveva lasciato accesa una candela su uno dei comodini…sorrise, avvicinandosi al letto…guardò il compagno disteso su un fianco sotto le coperte, una mano sotto il cuscino e l’altra appoggiata sul materasso…si tolse gli abiti e lo raggiunse cercando di non fare il minimo rumore. Rimase a fissarlo a lungo chiedendosi cosa stesse sognando, chiedendosi se poteva esserci lui in quel sogno poi gli baciò dolcemente la fronte, gli alzò il braccio e si avvicinò a lui, lasciandolo poi ricadere lentamente sopra di sé…si abbassò e appoggiò la testa al suo petto, ascoltando il suo cuore battere regolarmente e senza accorgersene, una lacrima scivolò sulla sua guancia…

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 Passarono alcuni giorni e finalmente la camera che Re Elassar aveva ordinato fu finita. Aragorn aveva detto a Legolas di raggiungerlo lì e infatti dopo pochi momento la porta si aprì lentamente e l’elfo entrò nella camera.

Il rimango rimase in silenzio ad osservare l’espressione di stupore sul volto del compagno poi sorrise, avvicinandosi a lui e dandogli un bacio sulla tempia…

“Allora?” sussurrò dolcemente “Cosa ne pensi?”

Legolas fece ancora qualche passo guardandosi attorno…non era solo grandissima era immensa…all’entrata c’erano delle pesanti tende che formavano una specie di anticamera dove c’erano le armi del re, superate quelle si arrivava alla camera vera e propria…un grande letto era posizionato al centro con delle colonne finemente lavorate ad ogni angolo che formavano un baldacchino dal quale scendevano delle tende leggere che circondavano l’intero letto…sulla parete di fronte c’era un camino con davanti e ai lati una parte in legno rialzata che permetteva di sedersi…il pavimento era quasi interamente ricoperto da tappeti bellissimi ed infine c’era una grande finestra dalla quale si poteva scorgere gran parte del bosco che circondava il palazzo…

L’elfo rimase senza fiato per un lungo momento, poi si voltò verso il compagno

“È…è indescrivibile…”

“Sono contento che ti piaccia…” rispose Aragorn continuando a sorridere.

“Piacermi è dire poco…” sussurrò l’elfo avvicinandosi al letto e scostando con una mano le tende che lo circondavano…vide che, come il tendaggio in tutta la stanza, anche le lenzuola erano bianche e ricamate con dei motivi che ricordavano molto quelli che gli elfi usavano per i loro abiti…ad un tratto sentì vicino all’orecchio il respiro dell’uomo…

“Hai visto la testiera?” gli sussurrò il ramingo sensualmente “L’ho fatta intagliare apposta in quel modo…”

“Credo sia perfetta…” bisbigliò sorridendo Legolas “…spero sia tanto resistente quanto bella…”

“Lo sarà amore mio…puoi contarci…” rispose Aragorn baciandogli una guancia.

“C’è solo una cosa che non comprendo…” disse l’elfo avvicinandosi ad un tavolo e indicando in alto, sopra di quello “…quello lassù…”

Aragorn seguì con lo sguardo e vide che il compagno si riferiva ad una sbarra di ferro posizionata ad una certa altezza dal pavimento…

“Insomma…devono aver sbagliato l’altezza…” continuò Legolas guardandosi attorno “…ce ne sono anche in altri punti per appendere armi, cinture o abiti e sono giuste ma questa…potremmo anche arrivarci alzando una mano ma poi c’è questo tavolo e…” si fermò quando vide il compagno sorridere “Perché lo trovi divertente?”

Aragorn lo guardò per un istante senza rispondere, poi si avvicinò al tavolo e lo spinse lungo il muro allontanandolo da quel punto…

“Appoggiati alla parete e afferra quella sbarra…” sussurrò mettendosi davanti a lui.

Legolas aggrottò le sopracciglia incuriosito ma poi lo fece, appoggiò la schiena al muro e alzò la braccia, stringendo i pugni come gli era stato detto…

“E adesso?” chiese ma subito il ramingo si avvicinò a lui, fece scivolare la mani lungo i suoi fianchi fino a raggiungere il suo fondoschiena e lo rialzò da terra, aprendogli le gambe…Legolas spalancò la bocca per la sorpresa, fece forza nelle braccia e incrociò le caviglie dietro alla schiena del compagno…

“Ora ti è più chiaro perché è a questa altezza?” gli bisbigliò Aragorn sulle labbra muovendosi lentamente contro di lui.

L’elfo guardò in alto per un istante poi riabbassò lo sguardo sull’uomo sorridendo

“Sì…credo di averne compreso il motivo…” mormorò “…ma se…” lasciò la sbarra e mise la mani sulle spalle dell’uomo “…se fossi stanco e non riuscissi a restare in questa posizione?”

“Beh…in questo caso…” rispose Aragorn continuando a tenerlo tra le braccia, si spostò lentamente vicino al camino e lasciò scivolare l’elfo lungo il suo corpo fino a farlo sedere sul legno “…c’è anche questa soluzione…” si inginocchiò tra le gambe del compagno e, mettendogli le mani sui fianchi, lo tirò sopra di sé. Legolas mise istintivamente una mano indietro sul ripiano in legno, per non perdere l’equilibrio e sorrise…

“Comunque se non bastasse c’è sempre quello…” continuò l’uomo indicando il letto dietro di sé.

“E…quando metteremo alla prova tutte queste novità?” bisbigliò Legolas mettendo le braccia dietro la testa del compagno e stringendosi a lui.

“Anche questa sera se lo desideri…” rispose Aragorn sfiorandogli le labbra con la lingua.

“Oh certo che lo desidero…” sussurrò l’elfo respirando velocemente “…non devi nemmeno chiedermelo…” e lo baciò con passione.                        

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Eomer entrò lentamente nella stanza di Arwen e la vide accanto alla finestra, illuminata dalla luce della luna che risplendeva alta nel cielo…fece qualche passo verso di lei e finalmente la vide voltarsi…ed allora si fermò quando notò sul suo viso una profonda tristezza…

“Devo parlarti…” disse l’uomo “…non posso più resistere senza sentire la tua voce…”

“Non ti ho mai privato di quella…” rispose la dama guardandolo “…ho solo avuto bisogno di stare sola e pensare…per questo ti ho evitato e mi dispiace…”

“Arwen io…”

“Shh…” bisbigliò l’elfo avvicinandosi a lui e scuotendo la testa “…non devi dire niente…rispondi solo ad una domanda…”

Eomer la fissò un istante poi annuì

“Mi ami?” chiese la dama fermandosi davanti a lui.

“Sì…sì Arwen…ti amo…ti amo così tanto e…quasi quello che provo mi spaventa perché rinuncerei a tutto quanto per poter restare con te…” rispose l’uomo stupito di quella domanda.

“Allora non mi serve sentire nient’altro…” sussurrò Arwen accennando un sorriso “…non mi importa cosa succederà…io ti appartengo e ti apparterrò per sempre…”

“Arwen mi dispiace per…” iniziò Eomer ma la dama gli mise l’indice sulle labbra, fissandolo intensamente…

“Eomer…c’è un momento per parlare e c’è un momento per restare in silenzio…” bisbigliò Arwen appoggiando l’altra mano sul petto dell’uomo “…questo è il momento di restare in silenzio…dimostrami quello che mi hai detto poco fa…”

Eomer inclinò la testa sorridendole, gli prese la mano nella sua e la baciò poi la strinse a sé, baciandole la fronte, le guance e infine le labbra…l’abbracciò sollevandola da terra e portandola fino al letto…la stese dolcemente sul materasso e si rialzò, solo il tempo di togliersi la tunica…

“Lo stesso vale per me amore mio…” le sussurrò sulle labbra, sdraiandosi sopra di lei “…io appartengo a te e ti apparterrò per l’eternità, qualsiasi cosa succeda…”

~

Eldarion camminava velocemente lungo il corridoio con un sorriso sulle labbra…quasi non riusciva a crederci e invece quella che stringeva tra le mani era proprio la sua spada…ed era più bella di quanto potesse mai immaginare…sulla lama erano incise delle scritte in elfico e l’elsa era lavorata alla perfezione…finalmente, dopo tutto quel tempo…probabilmente Legolas aveva detto qualcosa a suo padre e così si era deciso…si sentiva così felice…tanto che quasi ad ogni passo si fermava per rimirarla…e non solo per la spada, aveva anche una nuova camera, più grande di quella precedente…ma doveva sbrigarsi…per prima cosa doveva ringraziare suo padre poi sarebbe andato da Legolas per mostrargliela…la sera era già arrivata ma non era tardi e sicuramente suo padre era ancora sveglio a scrivere nella sua stanza come spesso gli diceva…

Raggiunse la nuova stanza del padre e bussò…non ottenne risposta, così riprovò ma ancora niente…sapeva che era molto ampia e forse il rumore del fuoco copriva i suoi colpi…così mise una mano sulla maniglia ed aprì la porta, richiudendola dietro di sé ed entrò lentamente nella stanza…

“Pa…” aprì la bocca per parlare ma subito sentì dei sospiri…rimase un momento immobile…non era possibile che…poi li udì di nuovo e si passò una mano sul viso sorridendo…aveva sorpreso i suoi genitori ad amarsi…perché capitavano tutte a lui le situazioni imbarazzanti…per fortuna quelle tende pesanti che dividevano la stanza gli avevano nascosto quella visione…adesso doveva solo andarsene senza farsi sentire…si voltò, facendo un passo…e chiuse gli occhi quando sentì di nuovo la voce del padre…

 

“…sì…oh…Valar…non ti fermare…”

 

Ma perché? Cos’aveva fatto di male per dover assistere a quello…fece un altro passo ma poi si bloccò di nuovo spalancando gli occhi…quando udì un altro gemito…

 

“…Estel…”

 

Quella voce…non era possibile…eppure gli sembrava…non era quella di sua madre anche se era altrettanto dolce…si voltò di nuovo e raggiunse lentamente il punto dove le tende finivano e vide il grande letto e su quello, nascosti dal tendaggio sottile, due corpi che si muovevano…riconobbe suo padre, disteso mentre l’altro…il suo cuore iniziò a battere forte…sempre più forte…e il respiro gli venne a mancare…quando vide la persona sopra a suo padre inarcare la schiena e gettare indietro la testa…vide i lunghi capelli chiari ricadergli sulla schiena mentre i suoi gemiti diventavano più forti nel momento in cui raggiungeva il piacere…

Eldarion non riusciva a muoversi…sentiva dentro di sé un dolore fortissimo…e non poteva nemmeno allontanare quella visione perché i suoi occhi si rifiutavano di chiudersi…mentre due lacrime scendevano sul suo viso, rigandogli le guance…

 

“…Legolas sei…sei stato splendido…” sussurrò Aragorn mentre riprendeva fiato, alzò le mani e fece scivolare le dita tra i morbidi capelli biondi fino a raggiungere la schiena del compagno…

L’elfo aveva ancora la testa inclinata all’indietro e le labbra socchiuse…ma quando riprese il controllo del proprio corpo avvertì la presenza di qualcuno…poi però le mani del compagno lo rapirono nuovamente…

 

Eldarion scosse la testa lentamente come a voler dire a se stesso che quello che aveva visto non era vero…ma purtroppo non era così…e senza accorgersene la sua spada, quella spada che aveva desiderato a lungo…gli scivolò dalla mano finendo sul pavimento…

 

Legolas girò di scatto la testa e lo stesso fece Aragorn quando sentirono quel rumore…ed entrambi rimasero senza fiato quando videro il principe in piedi con le braccia lungo i fianchi…

“Oh Valar…Eldarion…” sussurrò l’elfo con gli occhi spalancati.

 

Eldarion rimase ancora immobile, guardando il volto di Legolas attraverso la tenda leggera, poi fece qualche passo indietro ma quando sentì le lacrime scivolare ripetutamente sul suo viso, si voltò e corse fuori dalla stanza lasciando la porta aperta. Corse e corse lungo i corridoi…non riusciva a fermarsi e non riusciva a pensare…nella sua mente era indelebile l’immagine di Legolas con suo padre…così fece l’unica cosa che gli sembrò giusta in quella situazione…andare da sua madre…

Arrivò davanti alla porta e bussò ma senza attendere risposta entrò nella stanza…ma rimase a bocca aperta quando vide Eomer sdraiato accanto a sua madre mentre la baciava con ardore…respirò velocemente e quasi sentì il proprio cuore esplodere…mosse le labbra per parlare ma dalla sua bocca uscì solo un sospiro…

Arwen ed Eomer si rialzarono di scatto quando sentirono la porta aprirsi ma era ormai troppo tardi…videro il volto di Eldarion rigato dalle lacrime e quell’espressione sconvolta sul viso…

“Eldarion…” bisbigliò la dama mettendosi in piedi e allungando una mano verso il figlio.

Ma il giovane scosse violentemente la testa, stringendo le labbra e uscì velocemente dalla stanza, correndo via.

 

Arwen si voltò verso il compagno in preda al panico…

“Eomer…cosa…” bisbigliò.

“Calmati…” disse l’uomo rimettendosi la tunica “…è grande, capirà…però dobbiamo parlargli…”

Prese per mano la compagna e uscì nel corridoio ma si fermò di colpo quando vide Legolas e Aragorn correre nella loro direzione…

“Eldarion è entrato nella nostra stanza…” disse il ramingo guardando prima Arwen e poi Eomer “…ci ha visti mentre…”

“Ed è entrato anche nella nostra…” sussurrò la dama sospirando.

“Prima o poi dovevamo dirglielo…” disse il re di Rohan.

“Ma non doveva venire a saperlo in questo modo!” ribatté Legolas fissandolo.

“Ormai è successo…” mormorò Aragorn “…cosa facciamo?”

“Qualcuno deve andare a parlargli…” disse Eomer.

Si guardarono per un lungo momento in silenzio…fino a quando…

“Vado io…” disse Aragorn incamminandosi per il corridoio.