.|. Nuova Pace, Nuovi Amori .|.

Bene bene…rieccomi qui con un nuovo capitolo di questa storia appassionante, entusiasmante e che di sicuro sarà entrata nei vostri cuori….lo so che non vedete l’ora di leggere i nuovi capitoli….OVVIAMENTE STO SCHERZANDO!!!! Anzi ringrazio le persone che hanno letto la mia storia e che di sicuro avranno smesso dopo il primo capitolo, visto che di sicuro sarà venuta uno schifo! Comunque se qualcuno fosse casomai arrivato a leggere fino a qui lo ringrazio profondamente….^^, visto che questo e il prossimo saranno i capitoli probabilmente più profondi…o almeno spero di riuscire a renderli tali!

 

P.S Tego, Ale….questo è per voi!!! V.V.TTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTT.B

 

P.P.S: i discorsi con in fondo * sono citazioni dall’ “Otello” di W. Shakespere (speriamo non si rivolti nella tomba ^^

 

6. Il Dolore della Verità

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“Sei stato meraviglioso, come sempre amore mio!” disse Aragorn girandosi verso l’elfo e abbracciandolo “ti amo!” gli baciò dolcemente la guancia “amore…ma che cos’hai? C’è qualcosa che non va?” chiese l’uomo preoccupato guardando il volto dell’elfo, che aveva lo sguardo perso nel vuoto “eh!- esclamò Legolas come risvegliandosi da un sogno- hai detto qualcosa?” “hei! Non una bella cosa essere come assenti, dopo quello che abbiamo appena fatto!” “sì lo so, scusami” “Leg, ma sei sicuro di sentirti bene? Mi sembri strano!” “sì, sì, non ho niente…cioè a dire il vero, mi è sembrato di vedere qualcosa di brutto, ma di sicuro sarà stata una mia impressione…o almeno lo spero- disse poi in un sussurro” “mah!-disse Aragorn sconcertato- alle volte io voi elfi non vi capisco proprio!” “per forza- disse Legolas ridendo- come fai a capire qualcuno che è del tutto diverso da te…neppure io capisco del tutto gli uomini!” appoggiò dolcemente le proprie labbra a quelle dell’uomo al suo fianco e lo baciò dolcemente, Aragorn rispose altrettanto dolcemente al bacio, ma una voce li interruppe “mio signore- disse una voce al di la della porta- re Tranduhil richiede immediatamente la presenza vostra e del principe Legolas” “d’accordo, digli che arrivo…ah! Ci penso io a cercare il principe!” “d’accordo mio signore!” “ah!- disse ridendo Legolas- ma chissà dove mai potrà essere il principe…un re che si disturba a cercarmi…accipicchia!!” “cosa vorrà tuo padre da noi?” chiese Aragorn “non lo so” rispose l’elfo spero solo che quello che ho visto sia solo stato frutto della mia immaginazione…altrimenti non oso pensare alle conseguenze. Il pensiero che i suoi occhi non l’avessero ingannato cominciò a farsi strada nella mente di Legolas mentre si vestiva, sempre di più avvertiva la paura, paura di suo padre, di come l’avrebbe presa se l’avesse scoperto, di cosa avrebbe fatto…sempre più cominciava a preoccuparsi e sempre di più la sua mente cercava di rifuggire quell’ipotesi. “senti Aragorn- disse Legolas- va prima tu, poi vi raggiungerò anch’io, ho delle faccende urgenti da sbrigare!”

 

Aragorn si incamminò e giunse nel salone dei ricevimenti, dove trovò re Tranduhil. L’anziano elfo se ne stava seduto su una poltrona, immobile, come una statua, solo un espressione di profonda rabbia e delusione faceva trasparire il suo essere vero. Appena Aragorn entrò nella stanza gli si rivolse con un tono calmo, grave, ma che lasciava trasparire una profonda disperazione:

 “cosa ti ho fatto di male per farmi una cosa simile?”

 

L’uomo inizialmente non capì “che cosa? Se vi ho in qualche modo offeso parlate, mio signore, ed io cercherò di rimediare al male commesso!”

 

“non fare finta di non sapere di cosa sto parlando Elessar!- disse l’elfo alzando questa volta la voce- come hai potuto portarmi via l’unica cosa che mi restava al mondo, come hai potuto portarmelo via?”

 

Aragorn rimase atterrito a quelle parole, pronunciate nel colmo della disperazione, ma che lasciavano trasparire un odio profondo nei suoi confronti. Era giunto. Il momento tanto temuto da lui e da Legolas era giunto. Finalmente Tranduhil avrebbe saputo la verità riguardo a suo figlio. Aragorn non sapeva se crucciarsene profondamente o essere felice…finalmente non sarebbero più stati costretti a stare nell’ombra, ma aveva paura…non voleva perderlo, soprattutto per le sciocche manie di un padre orgoglioso e pieno di pregiudizi!

 

“allora vuoi rispondermi?” chiese spazientito il re elfico

 

“io…io non so di cosa” ormai è inutile mentire penso “vostro figlio è unito a me da un legame profondo, lo stesso che mi unisce a lui”

 

“e quale sarebbe sentiamo questo profondo legame…l’amore forse?” disse Tranduhil ridendo ironicamente

 

“sì!” rispose seccamente l’uomo

 

“Per favore! – gridò l’elfo- risparmiami queste menzogne, mio figlio non potrebbe mai amare un…un…”

 

“mortale!” terminò Aragorn con tono duro “sì, invece può, visto che lo fa!”

 

“Ti ho già detto di non mentirmi! Cosa gli hai fatto eh? Cosa hai fatto a mio figlio maledetto…maledetto mortale…quale sortilegio, o quali lusinghe hai usato per conquistarlo * e renderlo tuo schiavo? Cosa hai usato? Rispondi? Stai pur certo che la pagherai molto cara per l’affronto che hai fatto a me e al popolo di Bosco Atro. Ti avverto non provarti mai più  a fare cose del genere…soprattutto a mio figlio” gridò il re.

 

La disperazione, la vergogna, la rabbia, tutto questo erano le sue parole, non poteva accettarlo, non poteva comprendere il fatto che suo figlio avesse donato il suo cuore a un mortale, che fosse diventato il suo gingillo, perché, secondo lui solo questo poteva essere…gli umani, a come lui la vedeva, non erano capaci di sentimenti del genere.

 

“Lui mi ama- rispose l’uomo in tono calmo, ma duro- come io amo lui”

 

“come puo accadere una cosa simile?”

 

“Lui mi ama per i pericoli che ho passato e io amo lui perché li ha compatiti. Questo è l’unico sortilegio che ho usato*!”

 

A quel punto Legolas, che dallo spiraglio della porta aveva assistito a tutta la scena decise di farsi avanti

 

“se non ci credete chiedetelo a Legolas…eccolo che arriva!” disse Aragorn seccamente e uscì dalla stanza

 

Legolas si fece avanti tremante, quell’unica speranza che i suoi occhi l’avessero tradito l’aveva lasciato definitivamente quando aveva assistito a quella conversazione tra suo padre e Aragorn. Oramai lo sapeva e da parte sua aveva intenzione di dirgli tutta la verità. Aspettò che il padre gli vomitasse addosso tutte le brutte parole che doveva dirgli, ma si stupì quando lui chiese….

 

“perché? Perché hai fatto questo a me e al tuo popolo?”

 

“perché lo amo padre, e non mi sembra di fare niente di male!”

 

“È un mortale Legolas, come può averti ridotto così…a essere il suo gingillo, il suo sfogo nelle notti di solitudine…come puoi essere diventato la meretrice di uno stupido mortale?”

 

“io non sono né il gingillo, né la prostituta di nessuno, se stiamo insieme è solo perché ci amiamo!”

 

“no- rispose il re in tono duro- non può esistere una cosa simile, come può averti fatto, cosa ti ha fatto?”

 

“non mi ha fatto assolutamente niente padre- rispose Legolas con lo stesso tono che aveva prima-

io ho visto la sua bellezza attraverso la sua anima e ho consacrato il mio amore al suo valore e onore.*”

 

“tu cosa?” gridò Tranduhil spalancando occhi e bocca “ti…no, non può essere vero! Vuoi vedermi morire di dolore Legolas eh? È questo che vuoi? Rispondi!”

 

“no, padre, sarebbe l’ultima cosa che voglio e tu lo sai!” rispose il principe alquanto incerto delle parole del padre “perché dovrei farti morire?”

 

“come hai potuto…già era troppo  che tu ti fossi concesso a lui, ma ora vengo anche a scoprire che hai celebrato con lui il vostro legame…tu…tu…non solo, sebbene senza ufficializzazione, ma sotto gli occhi dei Valar, hai sposato un uomo, ma anche un mortale!”

 

“non vedo cosa ci sia di male, il legame rimarrà segreto…hai sempre detto che volevi solo la mia felicità e che mi avresti voluto bene qualsiasi cosa fosse successa, ma a quanto pare le tue erano solo parole al vento!” disse Legolas e improvvisamente due gocce argentee scivolarono sul suo viso “avrei dovuto immaginarlo…hai fatto come tutte le altre volte e io stupido sono caduto ancora nella rete delle tue menzogne…è come quando ero bambino, montagne di promessa che tu non hai mai mantenuto, neppure una volta.”

 

“io voglio ancora solamente la tua felicità, ma non può essere questa! Non puo!” disse Tranduhil la cui rabbia nella voce aveva ora lasciato spazio solo a una profonda disperazione

 

“questa è la mia felicità!- gli urlò Legolas ora colmo d’ira- solo che la tua mente che ragiona solo per il tuo utile non lo capisce, tu non capisci, non potrai mai capire!”

 

“Legolas io capisco benissimo invece, ho alle spalle un esperienza più grande della tua, dovresti fidarmi dei miei consigli”

 

“i tuoi non sono consigli! Il tuo è solo un volere dettato dall’invidia”

 

“cosa vorresti dire con questo?” chiese tuonando Tranduhil. A quelle parole aveva avuto uno scoppio d’ira. Non tollerava che il figlio gli dicesse cose del genere, eppure in cuor suo lo sapeva, sapeva che quello che Legolas diceva era la verità…ed era proprio il guardarla in faccia che lo faceva star male ancora di più

 

“Lo sai benissimo cosa voglio dire! Per te gli uomini sono tutti meschini e disonesti a priori, solo perché tu hai nutrito amore per una mortale, che poi ti ha spezzato il cuore, solo per quello non accetti il fatto che io ami un mortale. Tu dalle sua parole hai capito che mi ama veramente, ma sei troppo invidioso del fatto che io sia riuscito dove tu hai fallito per accettare di lasciare un amore come il nostro intatto. Sei invidioso di me e dentro di te lo sai…lo sai benissimo, tu avresti voluto avere quello che ho io adesso e secondo il tuo modo di ragionare se non l’hai potuto avere tu, non l’avrà mai nessun altro vero padre? Tantomeno io. Ammettilo.” Legolas era furibondo, per nulla al mondo avrebbe rinunciato anche a lui, come aveva fatto per colpa di suo padre per tante altre cose. Covava quella rabbia dentro da lunghissimi anni e adesso stava gettando addosso al padre tutto il veleno che a causa sua aveva dentro. “ Tu sei solo uno stupido invidioso! Come un bambino che se non ha ciò che vuole cerca di rubare tale cosa agli altri!”

 

Tranduhil a queste parole non ci vide più dalla rabbia. Si alzò di scatto dalla sua sedia arrivando con un balzo davanti a Legolas e lo colpì con forza sulla guancia con uno schiaffo. A lungo aveva cercato di reprimere quella verità che in cuor suo sapeva e ci era quasi riuscito, finché proprio suo figlio non gliel’aveva rimessa davanti, con rabbia…per difendere l’amore a cui tanto teneva, per difendere la sua felicità e quella del suo compagno.

 

“sta attento Legolas!- gli disse con voce bassa, ma quasi respirando a stento per la troppa rabbia- non osare mai più rivolgerti a  me con quel tono. Sei pur sempre mio figlio anche se sei grande ricordatelo e non ti permetto di trattarmi così. Hai passato ogni limite. Non voglio sentire un'altra parola su questa storia. Di addio al tuo Aragorn, sii la sua prostituta un ultima volta, perché tra due giorni all’alba io ripartirò per Bosco Atro e non lo farò da solo, tu tornerai a casa con me e puoi scordarti di rimettere piede a Gondor, almeno finché io sarò in questo mondo.”

 

Uscì dalla stanza sbattendo violentemente la porta e lasciò Legolas li, in piedi, freddo e fermo, come una statua, ma che appena Nike entrò, dicendogli di aver sentito tutto si gettò ta le braccia della ragazza e iniziò a piangere a dirotto, come mai prima in vita sua.