.|. Mio Piccolo Tesoro .|.

 

2. Il Destino di Estel

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<Sei completamente impazzito Legolas!!! Portare qui un...un uomo!>tuonò Trhanduil.

Gli era stato annunciato che suo figlio voleva vederlo immediatamente per discutere di una cosa urgente. Aveva fatto chiamare nella sala del trono tutti i consiglieri ,compreso Glorfindel, che faceva parte di loro, credendo che Legolas volesse dargli un’importante notizia sugli uomini, e invece gliene presentava uno a corte!!!

 Legolas strinse a sè quel fagottino e come risentito disse:

<Chiamarlo uomo non ti sembra un po’...eccessivo?>

<Sai benissimo quanto la razza degli uomini sia pericolosa per il nostro popolo...quante volte ti ho ripetuto di non avvicinarti in nessuna circostanza a loro?!>

<Ma...padre...è solo un bimbo...>

<Niente 'ma' Legolas!! E' piccolo ora...ma crescerà...e anche se lo farà tra noi, avrà sempre l'anima crudele propria dei mortali!>

<Come puoi parlare in questi termini di una creatura così...così...>Legolas si fermò, cercando le parole e guardando intenerito il piccolo che sgambettava noncurante di ciò che stava succedendo intorno a lui, ed esclamò porgendolo a Trhanduil:

<...così dolce...guardalo, padre!>

Ma il re scosse il capo, caparbio, come se avesse di fronte un ' orrendo orchetto piuttosto che un roseo fagottino e, sedendosi sul trono, guardando prima il bambino e poi Legolas disse lentamente ma con decisione:

<Voglio che te ne liberi, Legolas.....>

Un brusio concitato si levò tra i consiglieri.

Legolas spalancò gli occhi e chiese timoroso:

<Cioè...cosa vuoi che ne faccia?>

Trhanduil abbassò lo sguardo e mormorò:

<Voglio che lo uccidi...>

<...no!>....sussurrò Legolas trasalendo.

Glorfindel ,che fino a quel momento era rimasto tra i consiglieri, si avvicinò a lui e gli cinse un fianco con un gesto protettivo, come a sostenerlo. Legolas gli lanciò uno sguardo supplichevole di aiuto e Glorfindel incominciò un po’ incerto:

<Mio re...mi perdoni...ma non credo che ciò sia necessario...il principe ha ragione...è solo un bimbo, vostra maestà...capisco e ritengo più che giustificabile il timore per gli uomini ,ma...>

<Basta così Glorfindel!>esclamò il re<Anche se dici ciò per amore di mio figlio hai sentito i miei ordini! Voglio quel bambino morto!>

Legolas chiuse gli occhi cercando di celare un gemito, mentre, stringendo a sè il bambino, gli nascondeva il volto nelle pieghe della sua tunica.

<Ma...mio re...>

<Ora basta, Glorfindel...> sussurrò Legolas, ma quel sussurro parve a Glorfindel più assordante di un urlo nella notte silenziosa. Legolas rimase qualche secondo in silenzio poi continuò rivolto al padre:

<Ho capito padre...Glorfindel...dammi il tuo pugnale...>

<Ma...Legolas...cosa dici??>chiese l’altro agitato.

<Non mi hai sentito?>esclamò Legolas allontanandosi bruscamente da Glorfindel e ripetendo in un sibilo:

<Ti ho ordinato di darmi il tuo pugnale!>

Glorfindel si rassegnò: Legolas era pur sempre il principe e non spettava certo a lui fargli cambiare idea. Però, appena pose il pugnale nel palmo di Legolas, mormorò, chiudendo le sottili dita del principe sul manico dell’arma:

<Non farlo…>

Legolas gli rivolse uno sguardo neutro e si volse verso il padre.

<Bene Legolas…sono contento che tu abbia deciso di…>

Ma il re si interruppe bruscamente quando vide il figlio posargli sulle ginocchia il piccolo e in una mano l’arma.

<Ma…cosa…che…>balbettò.

<Io non intendo certo bagnarmi le mani di sangue innocente…se hai deciso di farlo fuori…fa pure!>

E così dicendo Legolas si allontanò dal trono per andare a sedersi su una panca poco distante, incrociò braccia e gambe e con fare provocatorio aggiunse:

<…sempre che tu ne abbia il coraggio padre…>

Trhanduil fu punto sul vivo ed esclamò:

<Certo che me ne libero io…!>

Afferrò il pugnale e lo levò contro il bambino. Si fermò un attimo ad osservarlo…

Il bimbo sgambettata irrequieto ma con un ampio sorriso…emetteva strani gorgoglii di gioia e sembrava felice come non mai…Ad un tratto Trhanduil abbassò il pugnale piegando un poco il volto, facendo scivolare in avanti i lunghi capelli argentati.

Il piccolo ne afferrò una ciocca e si mise a tirarla bonariamente. Trhanduil si sciolse in un mezzo sorriso.

<…Suggerirei di darti una mossa padre…mi sembra assetato di sangue…non vorrai che faccia piazza pulita di tutto il tuo popolo…>esclamò Legolas ad un tratto con un’espressione adorabilmente provocante.

Trhanduil trasalì alle parole del figlio…non poteva certo permettere a Legolas d’averla vinta ogni volta…!Ma ora che ci pensava …gli sembrava quasi…ingiusto…ciò che stava per fare…

Così accarezzò una guancia al piccolo, lo prese in braccio e sospirando, appoggiandosi allo schienale del trono disse con tono esasperato:

<E va bene! Puoi tenerlo con te…>

Legolas sorrise radioso…lo sapeva…in fondo suo padre aveva un cuore d’oro. Abbracciò di slancio Glorfindel, che non fece in tempo a ricambiare ,e poi corse a riprendere in braccio il piccolo.

<Mi aspetto che tu lo faccia crescere il bambino come uno di noi…sei il suo responsabile, ora…>

<Si! Si padre!…Oh! Ti ringrazio!!>esclamava Legolas al colmo della felicità riempiendo di baci la nuca del bambino.

Trhanduil sorrise indulgente e con un gesto della mano ,congedò il principe:

<Va bene…va bene…ora puoi andare…>

<Si padre!>E Legolas, raggiante di gioia corse via dalla sala.

<Legolas…!>esclamò Glorfindel correndogli incontro sorridendo, ma il principe, troppo preso dalla gioia per aver salvato il bambino, gli passò accanto senza neanche rendersene conto ,e uscì dalla sala…

 

***

 

Legolas uscì fuori dal palazzo tenendo stretto a sé il bambino ,corse a perdifiato fino ad arrivare in una raduna bellissima, e una volta lì alzò il bambino sopra la testa ,e ridendo disse:

<Ora starai con me e Glorfindel…e crescerai con noi…>

Lo strinse di nuovo a sé e si sedette tra l’erba rigogliosa, facendo sedere il piccolo sul suo grembo, e cullandolo disse allegramente:

<Ora dovrò darti un nome…sì…!E sarà un nome bellissimo e candido…puro e gioioso…semplice ma speciale…>Osservò sorridendo il piccolo e sussurrò guardandolo negli occhi:

<Ti chiamerai…Estel…>

Il piccolo gridò di gioia e batté allegro le piccole mani paffute e balbettò:

<E..tte…ette!!!>

Legolas rise di gusto e affondando il viso tra i boccoli scuri di Estel mormorò:

<No…è Estel…su…ripeti…>prese le manine del bambino tra le sue e ripeté:

<E…stel…>

Il piccolo assunse un’aria seria che fece sorridere il principe e balbettò:

<E…ste!!!>

L’elfo sorrise dolcemente e baciandogli la fronte mormorò:

<Sì…bravo…ci siamo quasi…avrai tutto il tempo per imparare…>

 

***

 

Glorfindel rimase un po’ scioccato per la reazione di Legolas ma una sonora risata del re lo riportò alla realtà.

<Glorfindel….Ho l’impressione che ben presto ti pentirai di aver aiutato Legolas a convincermi di lasciargli tenere il piccolo…ora dovrai dividerlo con qualcuno…>e il re ammiccò, sorridendo.

Glorfindel arrossì leggermente e chinando la testa rispose:

<Penso di amare troppo Legolas per pentirmi di avergli concesso qualcosa di cui poter essere felice…>

Il re sorrise di nuovo, tra sé e  sé, soddisfatto. Aveva da sempre visto di buon occhio la relazione tra suo figlio e Glorfindel. Quest’ultimo dimostrava nei confronti di Legolas una totale adorazione…e Legolas non era da meno…

Tanto che quasi temeva di vedersi precipitare ,da un momento all’altro, tra capo e collo una proposta di matrimonio da parte di Glorfindel per suo figlio!

Non avrebbe esitato a dare il suo consenso alla cosa…anzi…

Amava Glorfindel quasi quanto un altro figlio e riteneva che nessun altro avrebbe potuto fare felice Legolas…

<Quando glielo chiederai?>chiese con un sorriso malizioso.

Glorfindel sorrise e chiese, fingendo di non capire:

<Cosa, mio Re?>

<Avanti Glorfindel…oramai potreste benissimo sposarvi…cosa stai aspettando?>

<E’...è solo che mi sento ancora un po’ insicuro…cioè…!>si corresse non appena vide lo sguardo perplesso di Trhanduil<…è solo che…>chinò di nuovo il volto e  sussurrò pianissimo<Non sono sicuro di renderlo veramente  felice…>

<Non dovresti preoccuparti di questo…vi adorate…lo vedo giorno dopo giorno…sono convinto che sareste quanto di più bello possa esistere nel nostro regno…>

Glorfindel sorrise di nuovo e disse, quasi balbettando, mordendosi un labbro ,imbarazzato.

<Pensavo di farlo…oggi…ma dopo quello che è successo non ne ho avuto il tempo…magari…stasera…>

<Bene…capisco…ora faresti meglio a cercarlo…>

Glorfindel annuì e si allontanò velocemente dalla sala.

 

***

 

Trovò Legolas in una raduna, mentre stava cullando il bambino, che stava dormendo tra le sue braccia, si avvicinò e lui e appena Legolas lo sentì, alzò lo sguardo e lo guardò con intensa dolcezza. Glorfindel sospirò sollevato. Il piccolo nulla aveva tolto all’amore di Legolas per lui, e sì sedette accanto a loro, passando una mano intorno alla vita di Legolas.

<Ti ringrazio…>mormorò il principe poco dopo guardandolo negli occhi…

<Di cosa Legolas? Hai fatto tutto tu…Devo ammettere che mi hai preso di sorpresa…per un attimo…ho creduto…>

<Che l’avrei ucciso?>mormorò Legolas tornando a guardare il piccolo.<No…non l’avrei mai fatto…>

<Oh, questo lo so bene…sei troppo dolce ,Legolas…>e così dicendo gli baciò il collo.

Legolas chiuse gli occhi, assaporando il brivido che Glorfindel gli stava trasmettendo.

<Legolas…ascolta…volevo dirti una cosa…>

<Se è per il nome…ci ho già pensato…dimmi se ti piace…l’ho chiamato Estel…>

Glorfindel cercò, con brillante autocontrollo, di ingoiare la delusione…non che fosse così facile fare una proposta di matrimonio…già era nervoso di suo…e ora quella faccenda del nome aveva smorzato tutto il suo entusiasmo.

<E’…è bellissimo…>mormorò guardando il vuoto davanti a sé.

Legolas lo guardò alzando un sopracciglio e Glorfindel se ne accorse.

<No…dico sul serio…perché mi guardi così..?>

<Non è che mi sembravi molto convinto, amore…>

<No Legolas, ti assicuro…Estel…è un nome perfetto…>concluse Glorfindel con un sorriso e specchiandosi negli occhi azzurri di Legolas, che questa volta sorrise e mormorò:

<Non pensare che il mio amore per te diminuirà…non mi hai perso Glorfindel…mi dividi solo con qualcun altro…capito?>

Prima che Glorfindel potesse rispondere Legolas poggiò le labbra sulle sue e lo baciò.

Glorfindel si sentì enormemente sollevato nel sentirlo dire da Legolas e ,dimenticandosi del bambino, siccome il bacio si faceva sempre più appassionato, poggiandogli una mano su una spalla e una sul ventre , spinse leggermente Legolas all’indietro facendolo sdraiare, ma subito si rese conto che il bambino, che si era appisolato, nell’avvertire quel movimento si era svegliato e aveva cominciato a piangere a pieni polmoni.

Legolas si tirò su di scatto, andando a sbattere la testa a quella di Glorfindel,  e noncurante della botta strinse di nuovo il bimbo, ricominciando a cullarlo:

<No Estel…non piangere….buono, buono…>poi rivolto a Glorfindel ,che si massaggiava la fronte, disse<Te lo avevo già detto…è meglio che non facciamo nulla di…strano…quando c’è Estel…>

Glorfindel si passò una mano sul volto, sospirando. Solo questa ci mancava!!

Il piccolo finalmente smise di piangere e Glorfindel chiese a Legolas:

<Posso tenerlo?>

Subito l’altro annuì sorridendo e gli passò il bimbo, Glorfindel lo guardò e disse con voce fintamente arrabbiata:

<Tu, piccoletto…ho l’impressione che mi renderai la vita alquanto difficile…quindi, sia ben chiaro…Legolas si divide a metà ,così siamo contenti tutti e due…>

Estel rise e Legolas incrociando le braccia rispose con tono beffardo:

<Quale privilegio!! Due uomini che si contendono il mio amore…!>

Glorfindel rise e poggiando delicatamente una mano su una guancia di Legolas sussurrò:

<Ti amo…>

Legolas sorrise e mormorò:

<Anche io…>e si perse nel grigio perla degli occhi del compagno, scambiandosi un altro bacio.

 

***

 

Qualche giorno dopo ,Glorfindel stava tranquillamente passeggiando su una loggia del palazzo, aspettando che arrivasse Legolas , quando all’improvviso una voce gaia come quella di uno scampanellio lo chiamò:

<Glorfindel…!Glorfindel!!>

Glorfindel ebbe un tuffo al cuore nel sentire quella voce e si girò. Vide suo fratello Lorodel che correva verso di lui e sorridendo si fermò ad aspettarlo.

<Fratellone !!>gridò il fratello gettandosi al collo di Glorfindel.

Glorfindel sorrise e dopo un po’, allontanando un poco il fratello ,prendendolo dalle spalle ,lo osservò compiaciuto.

Indossava ancora la divisa da capitano e teneva l’elmo in mano, in modo che i lunghi capelli corvini gli cadessero dolcemente sulle spalle esili .Gli occhi verdi sprigionavano una purezza e una vivacità invidiabili e le labbra, schiuse in un sorriso, erano vermiglie, facendo un contrasto piacevole con la carnagione chiara del viso.

<Eccoti qui di ritorno dalla guerra!>scherzò Glorfindel.<Ma guardati…capitano delle truppe…>

Ma il fratello lo interruppe con fare orgoglioso:

<Capitano delle più grandi truppe di tutti i tempi!>

Risero entrambi di gusto e Lorodel abbracciò di nuovo il fratello.

<Mi sei mancato…>

Glorfindel sentì una stretta al cuore…specialmente negli ultimi tempi, oltre a dedicarsi in modo totale a Legolas e al piccolo Estel, il re lo aveva assoldato tra i suoi consiglieri e quindi, non aveva più molto tempo per andare a trovare il fratello che, praticamente, essendo a capo dell’esercito, viveva ai confini del loro regno e poche volte poteva tornare a palazzo.

<Anche tu Lorodel…mi spiace di non essere venuto a trovarti…>ma si dovette interrompere perché il fratello, preso dalla commozione, aveva praticamente conficcato il volto nel suo petto.

<Certo che per essere un capitano delle guardie del re…sei ancora un bambino Lorodel…>scherzò Glorfindel sentendo però la commozione crescere.

Lorodel allora si allontanò da lui e assumendo un’aria offesa, disse con l’espressione tipica dei bimbi indispettiti:

<No! Non è vero!>

Restarono seri alcuni secondi, poi scoppiarono a ridere.

 

***

 

Legolas intanto camminava per il giardino del palazzo con Estel in braccio.

<Allora Estel…adesso andiamo a trovare Glorfindel…su…ripeti…Glor…fin…del…>

<Go…el…>balbettò incerto Estel. Legolas sorrise e aggiunse:

<Forse è un po’ troppo complicato per ora…>

<Legolas…>

Legolas alzò la testa e vide il re che li guardava affettuosamente.

<Padre…>esclamò allegramente.

Trhanduil sorrise e si avvicinò al figlio. Estel appena vide il re cominciò a battere le mani allegramente. Legolas gli baciò la nuca e gli sussurrò:

<Hai visto chi è arrivato, Estel? Nonno Trhanduil…>

Trahnduil sorrise a quelle parole e accarezzò la testa del figlio, baciandogli la nuca come aveva fatto poco prima Legolas con il bambino.

<Oh Legolas…>sospirò guardandolo negli occhi…occhi identici a quelli dell’unica donna che avesse mai amato…

Poi si sedette su una panchina di marmo e si batté una mano sulle ginocchia, esclamando:

<Vieni qui…>

Legolas guardò il padre con gli occhi spalancati e disse sorridendo:

<Padre…non mi pare il caso, avanti…sono…decenni che…insomma…>

Trhanduil lo interruppe dicendo:

<Esatto, Legolas…sono decenni che non ti tengo stretto a me…su, fammi felice, vieni qui…>

Legolas arrossendo e un po’ impacciato si sedette sulle ginocchia del padre, con Estel stretto tra le braccia.

<Era una sensazione che avevo dimenticato, bambino mio…>sospirò il padre chiudendo gli occhi e accarezzando i capelli del figlio.

Legolas sorrise e poggiò la testa su una spalla del padre, sentendosi al sicuro e rilassato, come quando era bambino.

<Legolas…mi spiace se a volte ti ho fatto mancare il mio affetto…ma tua madre è morta poco dopo la tua nascita…e avevo un regno sulle spalle e a volte non ti sono stato vicino come un padre dovrebbe…>

Legolas scosse la testa, sorridendo.

<Non preoccuparti, padre…non è stato certo l’amore a mancarmi …>

Il re passò un braccio intorno alla vita di Legolas e con una mano accarezzò la testa di Estel che sonnecchiava tra le braccia del figlio.

<E’ davvero un bel bambino…>Legolas annuì e Trhanduil aggiunse:

<Come va con Glorfindel?>

<Benissimo…stavo andando a cercarlo…>

<Vai allora…>mormorò il re in tono amabile.

Legolas si alzò e sorridendo al padre disse:

<Ti voglio bene…>poi abbassando lo sguardo aggiunse con un sorriso adorabile<…papà…>

Poi si voltò e andò via.

Ma se si fosse girato avrebbe visto una lacrima solcare il volto di un padre commosso…

Trhanduil lasciò che il vento la asciugasse e sorridendo sussurrò:

<Amore mio…nostro figlio mi ha fatto il più bel regalo che mai potessi chiedere…proteggi la sua felicità, ti prego…>

 

***

 

<Allora, dimmi…quali notizie dal confine?>

<Pessime…>Glorfindel si rabbuiò nel vedere l’espressione cupa sul viso del fratello.<…pessime….c’e un  esercito di cavalieri di Gondor che sta avanzando verso di noi…abbiamo incontrato alcuni superstiti di Rivendell e ci hanno raccontato che cosa è successo laggiù…terrificante…il bosco in gran parte è stato arso…e i suoi abitanti fatti prigionieri o uccisi…>e qui Lorodel lanciò un’altra occhiata preoccupata al fratello<…dopo aver subito quello che noi tutti sappiamo fin troppo bene…>

Glorfindel si poggiò a una colonna della loggia e guardò fuori, facendo spaziare lo sguardo sui verdi alberi e sul tramonto infuocato:

<Si stanno dirigendo qui…sarà difficile respingerli…dobbiamo fare in modo che il nostro popolo si salvi…dovremmo trovare un rifugio per tutti loro…>

<Non posso credere che una volta Gondor sia stato nostro alleato…>mormorò Glorfindel chiudendo gli occhi mentre la brezza gli scompigliava i capelli biondi.

<Da quando è morto il sovrano Arathorn i nostri rapporti con i gondoriani sono peggiorati…Arathorn era uomo giusto e leale…ma ora che è salito un sovrintendente al trono tutto sta andando in rovina…alleanze…antiche amicizie…si sperava nell’erede di Arathorn per risollevare le sorti della Terra Di Mezzo….Ma si dice sia sparito…e peggio, ucciso anch’egli…>

Rimasero in silenzio per un bel po’. Poi Lorodel esclamò:

<Dimmi…come vanno le cose tra te e Legolas? Sono passati molti mesi dall’ultima volta che vi ho visti…o meglio…sorpresi…>e qui Lorodel sorrise all’espressione di puro imbarazzo del fratello.

<Avresti dovuto avere la decenza di bussare e…>incominciò allora Glorfindel.

<E voi non avreste dovuto fare quella cosa proprio nello studio del principe…dove chiunque poteva entrare!>ribattè Lorodel.

<Ci stavamo solo baciando…!>

<Ora per baciarsi ci si deve stendersi sulla scrivania??>aggiunse Lorodel con un’espressione ancor più maliziosa.<…strano che nessuno me l’abbia mai detto!! Anche i massaggi sotto la tunica devono essere qualcosa di nuovo…>

<Lorodel piantala! A dirlo così la fai sembrare peggio di quello che è…!>rispose Glorfindel paonazzo.

<O era un bacio mooooolto appassionato o ho visto male io!>esclamò ridendo Lorodel ,contagiando anche Glorfindel.

Quando ritornarono seri Lorodel chiese:

<Ho sentito dire che il principe ha trovato un bimbo nel bosco…>

<Sì…proprio così…>

Lorodel si appoggiò con entrambe le mani alla balaustra della loggia e mormorò, socchiudendo gli occhi, mentre la brezza che si stava facendo sempre più fredda gli accarezzava il bel volto:

<Ma guarda cosa costringe a fare alle povere madri quel sovrintendente…la madre di questo bimbo sarà stata costretta ad abbandonarlo per non far morire di fame gli altri figli…ho sentito che anche nei villaggi degli uomini sta succedendo il finimondo…non sarà né l’ultimo né il primo bambino a fare questa fine…ma lui per fortuna ha trovato qualcuno che possa prendersi cura di lui…>

E lanciò uno sguardo tenero e rispettoso al fratello che disse, guardando di nuovo verso il bosco:

<Legolas adora quel bambino…>

<Ohoh…qualcuno qui è geloso!!>cantilenò Lorodel divertito.

Glorfindel sorrise e sussurrò:

<Ma piantala…>

<Che bello! Sarò zio! Allora…dimmi…come lo avete chiamato?!>chiese allora Lorodel eccitato…Glorfindel sorrise nel vedere l’emozione del fratello…per lui ogni piccola cosa costituiva una fonte di grande allegria. Prima che potesse rispondere sentirono dei passi lungo il corridoio e poco dopo videro Legolas con in braccio il piccolo.

<Lorodel!>Esclamò Legolas accelerando il passo per raggiungerli.<Da quanto tempo che non ci vediamo! Come stai?>

<Tutto bene, mio principe…>rispose Lorodel inchinandosi per poi rialzare il volto e chiedere:<Stavo giusto chiedendo a mio fratello qual è il nome del bimbo che portate in braccio…>

<Estel.>rispose Legolas sorridendo deliziato e baciando la nuca del piccolo.

<E’ un bimbo molto dolce…>mormorò Lorodel giocando con una ciocca dei capelli di Estel, ma poi continuò ammiccando verso il fratello<Ma la persona che lo tiene in braccio ancor di più…oppure mi sbaglio, Glorfindel?>

<Oh, Lorodel…non cambierai mai…>mormorò Legolas scuotendo la testa e sorridendo.

<Per quanto tempo ti fermerai qui?>chiese Glorfindel, prendendo in braccio Estel e cullandolo dolcemente.

<Poco…devo tornare al confine per tenere sotto controllo la situazione…gli eserciti gondoriani sono sempre più vicini…a dire il vero non avrei voluto allontanarmi ma il re ha insistito tanto nel farmi ritornare almeno un paio di giorni…>

<Mio padre quando vuole sa essere molto dolce e comprensivo…>annuì Legolas.

<E’ un re molto giusto…e sono certo che anche colui che salirà al trono dopo di lui, sarà lo stesso…se non meglio…>concluse Lorodel con un sorriso.

<Mi spiace che abbiamo dovuto fare in modo che tu venissi dal confine…forse saremmo dovuti venire noi da te…>mormorò Legolas. Si sentiva in colpa perché sapeva che i due fratelli, sebbene molto uniti ,non potevano vedersi spesso. Glorfindel aveva sempre rifiutato l’idea di lasciarlo solo anche solo per pochi giorni, e non voleva neanche che si avventurassero lungo il confine in tempi come questi. Avevano litigato più volte per questo motivo. In fondo ,ribadiva Legolas, erano adulti e certo non avrebbero avuto problemi nel difendersi da un eventuale attacco, ma Glorfindel insisteva nel non voler correre rischi.

<Sciocchezze! E togliermi così l’opportunità di svignarmela dal confine? Per i Valar…non fatemi questo!>

Risero di nuovo ma una brezza pungente li investì.

<Comincia a far freddo…andiamo dentro…non voglio che Estel si raffreddi.>disse Legolas passandosi la mani sulla braccia.

Glorfindel nel vedere quel gesto, quasi automaticamente circondò le spalle di Legolas con un braccio, mentre con l’altro teneva il bambino.

<Allora ci vediamo domani Lorodel…>disse al fratello.

<Riposa bene…>aggiunse Legolas con quegli occhi dolci come il miele, che Lorodel adorava.

<Buonanotte.>rispose questi con un leggero inchino e, guardandoli allontanarsi nel corridoio della loggia, rimase molto intenerito dalla scena e sentì un caldo tepore al cuore…era come se gli avesse fatto scordare il pensiero di tutte le notti passate a combattere o in solitudine…li osservò, finché il buio non li inghiottì, gustandosi il calore che emanavano, come se si stesse riscaldando le mani congelate vicino a un fuoco scoppiettante.

E sorrise. Suo fratello e Legolas si amavano…sembrava quasi che quando si guardavano, l’amore sboccasse da tutte le parti.

Lo vedeva nei gesti più piccoli e insignificanti.

Nella delicatezza di Glorfindel quando sfiorava le mani di Legolas, mentre prendeva il braccio Estel.

Nello sguardo estasiato di Legolas quando Glorfindel gli aveva cinto le spalle…

Piccole cose a prima vista insignificanti ,ma che riscaldavano il cuore…

Non era triste nel dover dividere suo fratello con Legolas…anzi…ne era felice…perché sapeva della felicità di Glorfindel…

Rimase lì sulla loggia per qualche altro istante, scrutando ansiosamente l’orizzonte…,come a voler scorgere qualcosa che ormai da tempo temeva. Poi si allontanò, dirigendosi verso la sua stanza. ma non si sentiva molto tranquillo. Qualcosa turbava la serenità che fino a quel momento aveva provato.

 

***

 

<Legolas…>mormorò Glorfindel con aria disperata.<…amore…ti prego…potresti venire a letto??>

Legolas si girò con lo sguardo ridente verso di lui, mentre camminava lentamente per la stanza, con Estel in braccio.

<Aspetta un altro po’…Estel non riesce ad addormentarsi…sembra nervoso…>mormorò trattenendo un sorriso, mentre osservava il piccolo che non accennava a voler chiudere occhio, benché fosse molto tardi…

<Divento io nervoso se non vieni qui accanto a me!>Rispose allora Glorfindel rivolgendo a Legolas, che ora rideva cercando di cullare Estel, uno sguardo tra il supplichevole e il disperato.

<Almeno siedi qui…>continuò  poggiando la schiena sul cuscino e battendo con la mano il margine del letto.

Legolas ,sempre sorridendo, si sedette, e Glorfindel gli cinse un fianco con un braccio, poggiando il mento sulla sua spalla.

<Ma perché non dormi??>chiese con un sussurro disperato Glorfindel, mentre Estel gli tirava piano una ciocca di capelli che era scivolata sul petto di Legolas che mormorava:

<Dormi…dormi, piccolino….>

Glorfindel osservò teneramente Legolas e sorrise. Il principe già era dolce di suo e vederlo cullare un batuffolino del genere era semplicemente irresistibile. Accarezzandogli una guancia con le nocche sussurrò:

<Ti amo…e non mi stancherò mai di dirtelo…>

Il principe sorrise, poi, abbracciando un po’ più a sé il bimbo cominciò a cantare dolcemente, cullandolo:

….

<Elfica fanciulla di un tempo passato

stella che brilla al vento

Bianco il suo mantello e d’oro bordato

E le scarpe grigio argentato…>

Glorfindel rimase ammutolito nell’ascoltare la voce di Legolas…era morbida e suadente…fu come se la stanza all’improvviso fosse inebriata di una calda e profumata brezza…

Legolas aveva una voce soave che, accompagnata dal canto dolcissimo, creava un cannubio in cui potersi perdere per ore e ore…

<Una stella sulla sua fronte ,una luce nei suoi capelli

Il sole brilla tra le fronde a Lorien nei giorni belli

Lunghi i capelli

Bianca la pelle ,chiara la voce

Nell’aria e nel vento come luce veloce

Come sul tiglio foglia vibrante

Nel Nimrodel fra le cascate

Delle acque chiare e spumeggianti

La sua voce come gocce argentate

Squillava tra i flutti scintillanti

Nessuno sa per quali alti valichi

Se all’ombra o al sole lei errando vada…

Perché Nimrodel smarrita in tempi antichi

E persa fu tra i monti e nella rugiada

Nei rifugi oscuri l’elfica nave

Sotto il riparo del monte che da giorni l’aspettava

Nelle raggianti acque profonde

Un vento al monte si levò di notte

E trascinò le navi giù dai porti a flotte.

Nella potente marea pallida venne l’alba

E le terre fuggivano

Grigio svaniva il monte

Oltre le grandi onde violente che spumeggiavano fino all’orizzonte…>

….

Il canto avrebbe dovuto continuare ancora a lungo ma Legolas tacque pian piano…affievolendo sempre di più le parole, finché si accorse che Estel si era addormentato profondamente. Sorridendo si alzò piano e lo pose all’interno della culla che stava a pochi metri dal loro letto, poi si chinò ,gli accarezzò il capo e gli diede un lieve bacio sulla fronte:

<Buonanotte Estel…>sussurrò dolcemente, poi si diresse verso il proprio letto e si mise sotto le coperte, rannicchiandosi accanto a Glorfindel.

<Era ora!>sussurrò questi non appena sentì le mani morbide di Legolas posarsi sul suo petto e sulla sua vita .Il principe ridacchiò, stringendosi ancora di più al suo corpo e sentì Glorfindel baciargli la nuca più volte…

<A me non hai mai cantato…>ribatté all’improvviso Glorfindel, consapevole di stare dicendo una bugia, ma aveva voglia di sentire la voce di Legolas quella sera…come sempre…

<Povero me! Che sciocchezze vai dicendo Glorfindel?>chiese Legolas ridendo piano.

<O almeno non canti più spesso come una volta…prima lo facevi di continuo…>mormorò Glorfindel aggiungendo poi con tono canzonatorio<…non stavi zitto un attimo!>

<Non dirmi che vuoi che ti canti la ninnananna tutte le sere!>aggiunse Legolas trattenendo una risata.

<Perché no? Estel si addormenterebbe più facilmente e io…>

Si interruppe perché Legolas gli chiuse la bocca con la propria.

<E tu…>continuò il principe<…seguiresti il suo esempio…>

<No!>ribatè Glorfindel<non è vero!>

Entrambi soffocarono le risa come meglio poterono, poi Glorfindel sussurrò:

<E’ meraviglioso averti qui accanto a me…sentire il tuo corpo vicino al mio…Legolas…io non riuscirei a sopravvivere senza di te…se un giorno tu mi dovessi lasciare…>

<Ssshhh…Glorfindel…che vai a pensare? Ne abbiamo parlato ,no? Sai benissimo che questo non accadrà mai…ed ora riposa…>

Rimasero qualche istante in silenzio poi Glorfindel mormorò:

<Legolas…devo…dovrei dirti…ecco…>

<Cosa?>sussurrò piano Legolas che già stava per addormentarsi sul suo petto. Glorfindel fu talmente intenerito dall’espressione sul volto di Legolas che scosse la testa e aggiunse:

<No…te lo dirò domani…>

<Guarda che se te ne scordi te lo faccio tornare io alla mente…>rispose Legolas con la voce impastata di sonno.

<Non potrei chiedere di meglio, mio piccolo tesoro…>

<Adoro quando mi chiami così…>sussurrò Legolas sfregando il volto sul collo di Glorfindel come un gattino che fa le fusa.

<Lo so benissimo…>rispose Glorfindel ed entrambi si addormentarono cullati l’uno dal respiro dell’altro

 

***

 

Glorfindel si agitava…era circondato da delle fiamme…urla e grida di terrore gli perforavano le orecchie…

‘Legolas…!’cercava di urlare ma era come se la bocca non volesse muoversi…doveva trovarlo…in quell’inferno…era circondato da una densa nube di fumo…cercava di scrutarvi disperatamente attraverso…ed a un tratto intravide la sagoma di Legolas…sorrise, sollevato, e fece per raggiungerlo, ma appena ci riuscì, fece in tempo solo a scorgere il volto di Legolas annerito dal fuoco e i suoi occhi pieni di lacrime…

gridò disperato e …si svegliò di colpo, ansimante.

‘Un incubo…solo uno stupido incubo…’

Pensò sospirando e passandosi una mano sulla fronte madida di sudore e sentendo la presenza tranquillizzante di Legolas accanto a sè, ma, quando fece per girasi verso di lui, si accorse che c’era qualcosa che non andava…

Il corpo di Legolas, rannicchiato ancora accanto al suo, era scosso da violenti colpi di tosse.

Pochi secondi dopo, non ebbe nemmeno il tempo di accorgersene, un odore acre e soffocante lo investi. Iniziò a tossire convulsamente e cercò di calmarsi e di respirare normalmente mettendosi una mano sulla bocca.

Quando ,costernato ,si rese conto della situazione, vide che dalle fessure della porta ,chiusa ,proveniva del fumo e si intravedeva la luce di qualcosa che ardeva.

<Un incendio!>esclamò e subito si volse verso Legolas scuotendolo per le spalle.

<Legolas…presto…svegliati!>ma il principe, evidentemente stordito dal fumo, aveva perso i sensi.

<Legolas!!!>lo chiamò di nuovo Glorfindel disperato, ma dalle labbra di Legolas uscì solo un rantolo soffocato.

<Maledizione! Chissà quanto fumo ha inalato…>imprecò l’altro mentre un altro attacco di tosse lo bloccò di colpo .Il fumo stava intossicando la camera. Dovevano uscire…

‘Devo…devo portare Legolas fuori di qui…’pensò Glorfindel mentre, cercando di inalare meno fumo possibile, prendeva in braccio Legolas. Uscì nel corridoio ma si bloccò di nuovo.

Questo ardeva come una fornace. Era lambito dalle fiamme .e il fumo sempre più denso gli faceva lacrimare gli occhi e gli rendeva difficile respirare.

Udì un gemito di Legolas, e stringendolo di più a sé mormorò baciandogli la fronte madida di sudore:

<Non preoccuparti amore…ti porto fuori io di qui…>

Mentre barcollava per il corridoio udiva urla e risate malvagie…ma cosa stava succedendo?? Possibile che ciò che temeva Lorodel si fosse avverato? Possibile che l’esercito gondoriano fosse giunto fino a palazzo e datogli fuoco?

Glorfindel digrignò i denti dalla rabbia…cercò un’uscita secondaria…se le cose stavano così, uscire dall’entrata del palazzo sarebbe come suicidarsi…

Per fortuna la trovò facilmente, percorrendo un corridoietto che non aveva subito grandi danni. Si stupì tuttavia di non aver visto nessuno nel palazzo…probabilmente, e nessuno era venuto a cercarli o ad avvisarli dell’incendio, voleva dire che tutto era accaduto troppo all’improvviso..

Sperava che tutti si fossero messi in salvo…specialmente suo fratello…e il re…

Glorfindel non si ricordò del piccolo Estel che giaceva all’interno della culla…cosa che invece avrebbe dovuto fare per evitare molte sofferenze in futuro…ma il fato quella sera non volle così…e Glorfindel, convinto di aver finalmente tratto in salvo Legolas, uscì dalla porticina…giusto in tempo per udire crollare alle sue spalle, ormai carbonizzati, i resti di travi e porte.

Si bloccò di colpo ,perché aveva intravisto qualcuno…si nascose dietro un albero e, posando Legolas tra le sue radici, e controllando che respirasse normalmente, si mise a sbirciare quello che era un nutrito numero di uomini…una trentina, quasi tutti a cavallo e con dei tizzoni in mano .Stavano ridendo sguaiatamente ,ma Glorfindel non vi diede peso più del dovuto.

Ora il problema era passare inosservato ,raggiungere la boscaglia più fitta, dirigersi a nord e riuscire a superare il fiume, per poi giungere una piccola insenatura...una volta lì sarebbero stati al sicuro..

 Riprese in braccio Legolas, e cominciò ad avviarsi cautamente, quando un grido gli fece gelare il sangue nelle vene. Si voltò e andò di nuovo vicino all’albero e ciò che questa volta riuscì a scorgere lo lasciò senza fiato.

Un uomo a cavallo teneva per i capelli suo fratello, che cercava di liberarsi ma senza riuscirci perché aveva delle ferite gravi e malapena riusciva a rimanere in piedi.

<Ma guarda ,guarda…cosa abbiamo qui? Chi siamo riusciti a stanare come un coniglietto indifeso?>

esclamò l’uomo ridendo e strattonando di nuovo con crudeltà quei bellissimi capelli neri come la pece.

Glorfindel sentì il cuore stretto in una morsa nel vedere il corpo di suo fratello  annerito dalle fiamme e lenito dalle scottature…i suoi occhi verdi erano ricolmi di lacrime ,che si rifiutavano di scendere sulla guance una volta color ebano ma ora annerite, che li rendevano ancora più belli

‘Lorodel…’pensò con angoscia Glorfindel e si rese conto che poco dopo il fratello voltò lo sguardo verso di lui.

‘Vai via Glorfindel…’gli comunicò mentalmente.

‘No…’

‘Te ne prego…salvati…e salva il principe…andate oltre il fiume…’

‘Lorodel…’

‘Non voglio che tu mi veda in questo stato…oramai…’

Ma la loro comunicazione fu bloccata dall’uomo che teneva Lorodel per i capelli.

<E allora? Dimmi…prima che ti costringa io a farlo con le cattive…>Lorodel gemette<Dove sono quei luridi dei tuoi consanguinei? Dove vi nascondete?>

Glorfindel vide le labbra di Lorodel serrarsi e la mano dell’uomo schiaffeggiargli il bel viso già provato.

<Parla maledetto!>gridò l’uomo ma Lorodel tacque. Allora l’uomo scese da cavallo e parandosi di fronte all’elfo, gli scagliò un pugno in pieno stomaco, Lorodel si accasciò a terra, premendosi le mani sullo stomaco ,sputò sangue vivo ma non parlò.

Tutti gli altri soldati cominciarono a innervosirsi ma l’uomo che aveva appena colpito Lorodel, sorrise tranquillo e disse:

<Non preoccupatevi ragazzi…so io, in casi come questi, come far cantare un elfo…>

Glorfindel rabbrividì alla vista dello sguardo terrorizzato del fratello mentre cercava di allontanarsi dall’uomo che gli sorrideva beffardo. Lorodel dovette fermarsi quando un tronco gli bloccò la schiena, e il fratello inorridì quando vide l’uomo avventarsi su suo fratello come una bestia selvaggia e strappargli di dosso i vestiti, per poi bloccargli i polsi sopra la testa e prenderlo selvaggiamente.

Udì le urla disperate di Lorodel riempirgli la testa. Ma il luogo del rifugio non lasciò quelle labbra insanguinate dai morsi feroci dell’uomo.

Rimase lì, immobile…non avrebbe potuto fare nulla…era impossibile…

Rimase lì, impotente.

Rimase lì…sentendo le urla del fratello, mischiate a singhiozzi, diminuire sempre di più, per poi udire quella voce tanto amata spegnersi del tutto e per sempre.

L’uomo che aveva violentato Lorodel si alzò dal suo corpo senza vita e rise selvaggiamente, gli altri seguirono il suo esempio.

<L’ho sempre detto…questi elfi sono buoni solo per fare sesso…>

<Ma capitano…se l’elfo si è lasciato morire…ora abbiamo perso l’unico che poteva rivelarci il loro nascondiglio…>

<Di questo non devi preoccuparti…li staneremo prima o poi…gli elfi non resistono nel vivere lontano dai boschi…e un elfo in città non passerebbe certo inosservato…pattuglieremo ogni singolo anfratto di questo luogo pulcioso e ne troveremo un bel po’ da portare al sovrano…o per vendere come schiavi…>disse l’uomo poi con un sussurro aggiunse<…li troveremo tutti…oh si…>

Poi si chinò con un sorriso sul corpo di Lorodel e dandogli un morso su una gota bagnata di lacrime sussurro, guardandolo negli occhi ormai privi di vitalità:

<Un peccato…un vero peccato…eri niente male, piccolo…>

E subito si rialzò ridendo e salendo in groppa al suo destriero, distribuendo ordini ai suoi uomini.

Glorfindel allora si allontanò velocemente…nella sua testa rintronavano la voce allegra di suo fratello e le sue urla…vedeva i suoi sorrisi e le sue lacrime…persi ora, per sempre.

Arrivò al fiume, lo attraversò al guado, tenendo stretto a sé il corpo di Legolas, e una volta arrivato all’altra sponda, trovo con qualche difficoltà l’insenatura e vi entrò…

Subito udì le voci di amici e conoscenti…

Una giovane elfa corse verso di lui, appena lo vide:

<Glorfindel…oh meno male! Noi tutti temevano per  te e il principe…>

Ma Glorfindel non rispose…era stremato nel corpo e nello spirito.

La fanciulla aggiunse, mordendosi le labbra.

<Glo…Glorfindel…Lorodel…è stato…ecco…>

<Lo so Nidrel…>

<Vedi…lui è rimasto indietro per aiutarci a scappare…>mormorò lei guardando Glorfindel con affetto quasi fraterno<…ha salvato la vita di decine di noi…e…ecco…>ma tacque, comprendendo il dolore che attanagliava il cuore dell’amico.

Glorfindel fece vagare per qualche istante lo sguardo nel vuoto ma poi lo fermò con tenerezza sul viso annerito e sofferente di Legolas…

<Mi sei rimasto solo tu..>mormorò con un sorriso disperato ,mentre una lacrima gli solcava il volto e si infrangeva sulle labbra riarse di Legolas.

La ragazza si allontanò.

Glorfindel si avvicinò di nuovo vicino al fiume ,di sedette a terra, strappo un pezzo di stoffa dalla sua tunica, la bagnò e la passò sul viso di Legolas.

Poco dopo lo vide sbattere debolmente le palpebre e tossire due o tre volte…

Gli sorrise. Legolas ricambiò e sussurrò:

<Cosa è successo?>

<Un incendio Legolas…Gondor ci ha attaccati…siamo al sicuro ora…è tutto tranquillo…>

<Allora…>mormorò Legolas confuso, alzando una mano verso il suo viso e sfiorandogli una guancia con le dita<…perché stai piangendo?>

<Sssh…>mormorò Glorfindel con un sorriso, baciandogli una gota.Ad un tratto sentirono una voce:

<Legolas!Glorfindel!Varda sia lodata!!! Per Elbereth!Sieta salvi!>Era Trhanduil che veniva verso di loro. Il re abbandonò la propria dignità di sovrano, per possedere quella di padre, e abbracciò il figlio, soffocando un sospiro di sollievo sul suo collo.

<Temevo di averti perso…o piccolo mio…>

<Padre…>mormorò Legolas con una smorfia divertita.

<Tu non puoi immaginare…avevo quasi perso la speranza…>

Legolas sorrise ma poco dopo aggrottò le sopracciglia e sussurrò lentamente:

<Speranza?…>poi, con il panico nella voce aggiunse:<…Glorfindel…Dov’è Estel?>

Glorfindel trasalì…se ne ricordò solo allora. Aveva lasciato il piccolo a palazzo…

Legolas si alzò barcollante, ma ricadde subito tra le braccia di Glorfindel.

<Devo…devo tornare a prenderlo…>balbettò cercando di rialzarsi aggrappandosi alle spalle del compagno.

<No, Legolas! Non puoi far nulla…>esclamò Glorfindel trattenendolo saldamente per la vita.

<No, no!!! Devo salvarlo!>Gridò Legolas sconvolto, liberandosi con uno strattone dalle braccia di Glorfindel e correndo via.

<Legolas!!> gli urlò dietro Glorfindel alzandosi per raggiungerlo ma ricadde subito in ginocchio stremato. Gli mancavano le forze…

<Dannazione!!>gridò dando un pugno a terra, tremante di rabbia. Trhanduil si inginocchiò accanto a lui, aiutandolo a rialzarsi e si scambiarono un’occhiata sofferente.

<Sai meglio di me che non avrebbe avuto pace se non lo avrebbe fatto…>sussurrò il re e Glorfindel vide il volto del re stanco, spaventosamente stanco…e rassegnato.

Si…era vero…non sarebbe riuscito a fermare Legolas…ma perderlo…per un suo errore, non riusciva a sopportarlo…

 

***

 

Legolas corse veloce fino ad arrivare di fronte al palazzo.Spalancò gli occhi, atterrito…il luogo nel quale era nato, vissuto…era ormai un tizzone ardente ,prossimo a crollare in un cumulo di cenere.Un’anta della porta principale era in fiamme,l’altra era già distrutta.Vi passò cautamente attraverso e fu investito da una vampata di calore impressionante.L’intero corridoio era lambito da lingue di fuoco e un fumo denso e acre ne rendeva irrespirabile l’aria.

Fece un gran respiro e si inoltrò attraverso i vari corridoi e stanze che conducevano alla sua camera.

Lo sguardo si offuscava ogni passo di più. Le gambe stavano per cedere. Arrivò vicino alla porta della sua camera ma sentì le forze mancare .Si aggrappò allo stipite della porta, chiudendo gli occhi che gli lacrimavano abbondantemente.

Poi lo sentì…il pianto di Estel…

Fu come una boccata d’aria fresca .Si rialzò. Barcollò dentro la camera e si diresse verso la culla dove Estel piangeva ,spaventato, tendendogli le braccia. Legolas sorrise e lo prese subito tra le sue braccia, stringendolo forte.

<Valar…Valar vi ringrazio…>sussurrò mentre si voltava per uscire di nuovo fuori.

Ma si bloccò subito. Il fuoco aveva raggiunto la camera…non poteva più uscire…

Corse dall’altra parte della stanza e si affacciò alla finestra. Doveva buttarsi se non voleva morire…e Estel con lui.

Salì sul bordo di pietra e strinse a sé Estel…erano diversi metri di altezza, in condizioni normali non sarebbero stati un problema ma ora era indebolito…comunque non aveva scelta…il calore, come un mentore ,gli sfiorò la schiena e Legolas ,chiudendo gli occhi e abbracciando ancora più stretto a sé Estel, si buttò.

Un salto nel vuoto .Il cuore di Legolas salì in gola. E atterrò poco dopo ,malamente, andando a sbattere un ginocchio sulla dura terra e non preoccupandosi di riparare se stesso ma Estel.

<ah…Maledizione…devo…essermi ferito…>borbottò tra i denti rialzandosi mentre un dolore lancinante gli attanagliava la gamba.

 <Ma tu, amore mio…stai bene, si?>sussurrò con dolcezza ad Estel che lo guardava spaventato ma indenne. Abbassò un attimo lo sguardo e vide il ginocchio sporco di sangue attraverso la stoffa strappata.

Cercando di non pensarci cominciò a correre verso la foresta, dirigendosi verso il fiume. Ma ad un certo punto si bloccò.Il fuoco aveva raggiunto gli alberi e gli sbarrava la strada.Si voltò velocemente e tornò indietro,alla ricerca di un’altra via per il fiume.Ma pochi attimi dopo si fermò di nuovo...

Si rese conto di essere completamente circondato da fiamme troppo alte…si girò, correndo in un’altra direzione.

Arrivò vicino la riva del fiume e, con il cuore che man mano cominciava a riprendersi dalla paura, vide Glorfindel,che ansimante, evidentemente l’aveva appena guadato.

<Glorfindel!>gridò.L’elfo alzò lo sguardo che subito si illuminò vedendo Legolas, sorridergli, con Estel in braccio.

<Legolas!!>esclamò alzandosi, al colmo della gioia. Legolas era salvo…era lì…

Il principe fece per correre verso di lui…pochi metri…pochissimi metri e sarebbe tornato da Glorfindel e suo padre…

Ma un albero in fiamme rovinò giù, trascinandone giù con se altri due e formando un muro di fuoco.Legolas indietreggiò,spaventato e cercò disperatamente un varco in quelle fiamme alte quasi quanto lui,ma ad un tratto si sentì attanagliare la spalla. Trasalì, voltandosi. Un uomo a cavallo, vestito con l’armatura di Gondor ,lo guardava sorridendo beffardo.

<Legolas!>sentì Glorfindel gridare dall’altra parte.

<Ma guarda un po’…sapevo che prima o poi qualcuno sarebbe tornato a riprendersi quel mocciosetto che gridava e strepitava…>

Legolas sentì il respiro farsi sempre più veloce e si allontanò di scatto dall’uomo e vide alle spalle di questo altri sei o più soldati. Indietreggiò, finchè non sentì le fiamme lambirgli la schiena.

<Tesoruccio…dove vuoi andare? La corsa è finita…>cantilenò beffardamente l’uomo, scendendo dal cavallo.

<Legolas!!!>gridò Glorfindel aldilà del muro di fiamme.<Legolas!Scappa via da lì!!!>

<non posso….non posso….>mormorò Legolas stringendo a sé Estel che ora piangeva forte.

<Oh…no, no…piccolino…non piangere…andrà tutto bene…>sussurrò baciandogli la nuca.

<Legolas!! Legolas!!!>gridò di nuovo Glorfindel.

<Oh…ma ti stanno cercando…che peccato…avvisa pure che non tornerai a casa, piccolo…>sogghignò divertito mentre gli altri soldati ridevano.

<Maledizione!>gridò Glorfindel dall’altra parte<Non toccarlo! Guai a te se solo lo sfiori!>

<Non mi pari nella condizione di potermi dare ordini elfo…ma anche se tu lo fossi, non potresti comunque…>ribattè l’uomo tranquillo continuando ad avvicinarsi con calcolata lentezza a Legolas.

Glorfindel si sentiva del tutto inutile.

Dopo Lorodel…avrebbe perso anche Legolas…

Se non ci fosse stato quel maledetto muro di fuoco!

Ad un tratto tra le fiamme vide gli occhi di Legolas,che si era voltato verso di lui,colmi di lacrime, nel suo viso bellissimo…il fumo del fuoco gli fece scostare un poco i capelli per farli finire sul suo volto.

‘Glorfindel…il bambino…prendi il bambino…’gli comunicò mentalmente.

‘Legolas…cosa stai dicendo?…hai trovato un modo per uscire da lì?’

‘Io non uscirò da qui, Glorfindel…’e Legolas qui fece un sorriso reso più dolce dalla serena rassegnazione.

‘Che…stai dicendo?’

‘proverò a buttare Estel oltre le fiamme…devi prenderlo Glorfindel…devi crescerlo…’

‘no…no…Legolas…non lasciarmi…’

Legolas sorrise di nuovo ma questa volta mormorò qualcosa, che fu coperto dal fragore dell’incendio, Glorfindel però riuscì a leggere sulle sue labbra:

<Ti amo…>

Poco dopo Legolas diede un ultimo bacio al bambino sussurrandogli:

<Elfica fanciulla di un tempo passato…stella che brilla nel vento lontano…ricordati questa canzone Estel…ricordati di me…>

Estel fece una piccola risata e con una manina minuscola afferrò un dito di Legolas che mormorò:

<Sarai salvo…mio piccolo tesoro…>e poi lo buttò dall’altra parte,Glorfindel prese subito in braccio il piccolo, guardando disperato l’uomo che si avvicinava a Legolas.

<Ed ora vieni qui…>l’uomo afferrò il polso di Legolas strattonandolo con cattiveria verso di sé. Legolas cominciò ad avere paura. Sentiva le lacrime pungergli gli occhi ma non sapeva cosa fare…

<Ti ho lasciato la possibilità di salvare quel bambino…ma tanto prima o poi lo uccideremo…insieme a tutti quelli della tua razza…ma nel frattempo, come ricompensa, potresti farci divertire un po’ con il tuo corpo…che ne dici? Abbiamo faticato tanto per correrti dietro…>e con una spinta lo buttò verso due dei soldati che nel frattempo erano scesi da cavallo. Lo immobilizzarono ,tenendolo per le braccia mentre l’uomo si avvicinava a lui, spogliandolo solo con lo sguardo. Legolas rabbrividì quando le dita dell’uomo si infilarono rapide sotto la sua tunica e gridò:

< Non toccarmi!!!>poi alzò un ginocchio e colpì l’uomo in pieno stomaco con forza. Quando questi rialzò il volto, tenendosi le mani premute sullo stomaco dal dolore fulminò l’elfo con uno sguardo.

<Maledetto…>sibilò colpendolo al volto con uno schiaffo talmente violento da farlo cadere a terra.

 Fu un attimo.

Legolas sentì sbattere la testa su una pietra. Il sangue gli colava dalla nuca per formare una piccola pozzanghera a terra.

La vista gli si annebbiò del tutto…sentì le palpebre pesanti… e dopo non vide né senti più nulla.

Solo il buio.

<Dannazione…per poco questo piccolo bastardo non mi rompeva due costole con quella ginocchiata…>sussurrò l’uomo osservando il corpo di Legolas, apparentemente esanime, a terra. Un soldato gli si avvicinò, inginocchiandosi e osservando il sangue scendergli lungo una guancia.

<Capitano…è..?>disse incerto.

<No…non è morto…>si chinò su Legolas sfiorandogli il viso con sadica dolcezza e ammirandone i tratti stupendi, nonostante anneriti dal fumo e dal dolore, che prima non aveva avuto il tempo di notare<…ma guarda qui che splendore…>sussurrò rapito spostandogli una ciocca di capelli dal viso<…è perfino più bello di quell’altro… manco si è fatto toccare…un caratterino, eh?>

<Che ne facciamo, capitano?>chiese un altro soldato.

<E’ un peccato lasciarlo qui…credo che lo porterò con me a Gondor…un simile gioiello mi farà guadagnare un bel po’…>sogghignò il capitano osservando il volto e il corpo di Legolas con un’occhiata lussuriosa.

 

§§§

 

Per chi si stesse chiedendo quando entra in scena Aragorn adulto, sarà nel prox capitolo…ho sbagliato i conti…sarebbe dovuto essere in questo ma poi la cosa mi è scivolata di mano…(ma ti rendi conto che nn sai gestire una tua fic??? Nd Meleth)(uffiiii…cattiva>.<..Nd Estel…)(realista…Nd Meleth)

Spero ke ‘Mio piccolo tesoro vi stia piacendo!!! E chiedo scusa se per far avanzare la storia ci metto un secolo ma sto mandando avanti varie fic di TLOTR e ogni tanto mi intreccio il cervello nelle varie trame e le confondo un po’ …se poi non mi viene la giusta ispirazione…apriti cielo! ^.^’’

Ah…la ‘ninnananna’ di Legolas è una poesia de TLOTR sempre cantata da lui…^^…

(Tolkien si starà rivoltando nella tomba…povero propfi ç_ç)

 

Bye! Estel*