.|. Libero di Amare .|.
9. La Vera Identità di Legolas ~ Un nuovo giorno era ormai giunto... gli uccellini cinguettavano allegri ed i raggi del sole illuminavano la camera da letto del re di Gondor. Legolas fu il primo a svegliarsi... si ritrovò stretto ad Aragorn, proprio come si erano addormentati poche ore prima. L'elfo osservò a lungo l'uomo che aveva accanto... sentiva sulla pelle il suo respiro e le sue braccia cingerlo debolmente. Legolas pensò a quanto si sentiva bene e sorrise tra sè... poi avvicinò le sue morbide labbra e quelle di Aragorn sfiorandole con un delicato bacio... A quel quasi impercettibile contatto l'uomo si svegliò... aprì lentamente gli occhi e, trovando il volto di Legolas a pochi centimetri dal suo, sorrise dolcemente. L'elfo accarezzò la guancia del compagno e sussurrò: <Buongiorno mio re!...> Aragorn, con la voce ancora assonnata, rispose: <Buongiorno mio dolce elfo!...>. Si fissarono intensamente e si scambiarono un lungo bacio. <Che bel modo per iniziare la giornata!...> disse Aragorn una volta allontanatosi dalle labbra di Legolas. Il re si mise a sedere e disse stiracchiandosi: <Che ne dici se ci facciamo portare la colazione?...> Legolas sorrise e rispose: <Il sole è già alto nel cielo... credo che l'ora di colazione sia passata da un bel pò!...> Aragorn allora disse scherzosamente: <Allora facciamoci portare il pranzo!> i due si guardarono e scoppiarono a ridere. Poi Legolas si sedette sulle cosce di Aragorn, gli prese le mani, incrociò le dita con le sue e mormorò: <Dormito bene mio re?...> <Molto!... e tu? Hai avuto altri incubi?...> Legolas si mordicchiò il labbro inferiore e disse candidamente: <No, con te al mio fianco niente può spaventarmi!...>. Aragorn mise una mano dietro la testa dell'elfo e lo attirò a sè baciandolo con passione... con l'altro braccio lo strinse forte intorno ai fianchi... Legolas poggiò le mani sul petto dell'uomo e spinse la lingua tra le lebbra del compagno con maggior foga... Entrambi avvertirono l'eccitazione dell'altro che cresceva... All'improvviso, proprio sul più bello, bussarono alla porta... i due sobbalzarono e si distaccarono. Legolas alzò gli occhi al cielo, un pò spazientito, esclamò: <Uffa!... è possibile avere un attimo di pace in questo palazzo?!...> da fuori la stanza una voce parlò: <Sire Aragorn?... è ora di pranzo...> <Si, arrivo!... dì agli alrti di iniziare senza di me...> <Va bene>. Aragorn si rivolse allora a Legolas: <Sentito?... è ora di mangiare... che dici, ci prepariamo?...> l'elfo guardò con un pò di delusione l'uomo e a malincuore rispose: <Si, prepariamoci...>. Aragorn notò il dispiacere di Legolas e, sorridendo maliziosamente, mormorò: <Cos'è?... avevi intenzione di passare tutto il giorno a letto con me?!...> <...beh... mi sarebbe piaciuto!> <Anche a me!... ma abbiamo tutto il tempo per continuare... hai qualcosa da fare oggi pomeriggio?...> Legolas riflettè un momento, poi rispose: <Si, devo strigliare tre cavalli e devo aiutare gli altri ragazzi a sistemare la nuova stalla...> Aragorn s'inumidì le labbra e mormorò languidamente: <Vorrà dire che riprenderemo il discorso dopo cena, ma questa volta nel tuo letto...> <Come volete voi sire Aragorn!...> si sorrisero e si alzarono. Prima di uscire dalla stanza Legolas si ricordò di una cosa che doveva dire ad Aragorn; abbassò lo sguardo e con voce seria disse: <Aragorn... c'è uan cosa di me che dovresti sapere...> il re s'incuriosì: <Dimmi, ti ascolto...> Legolas tirò un profondo respiro, fissò l'uomo e svelò la sua vera identità: <Ecco... volevo dirtelo prima, ma... non ne ho avuto l'occasione... Aragorn, io sono Legolas figlio di re Thranduil, principe degli elfi di Bosco Atro...> l'uomo spalancò gli occhi e rimase a bocca aperta per lo stupore... <C... cosa?!... sei... sei un principe?!...> e Legolas annuendo: <Proprio così...> <Ma... allora cosa ci facevi tra gli schiavi?...> allora l'elfo raccontò brevemente la sua storia: <è accaduto tutto così improvvisamente... il giorno prima vivevo felice tra la mia gente e quello seguente mi ritrovavo rinchiuso in una stanza buia e sporca!...> sorrise amaramente, poi continuò: <Avevo bisogno di riflettere, così decisi di fare una lunga passeggiata... camminai a lungo e mi spinsi oltre i confini del mio regno... ero stanco, così mi sdraiai all'ombra di un albero. Dopo un pò avvertì delle voci in lontananza e subito dopo vidi due uomini avvicinarsi... all'inizio non ci feci molto caso, ma quando notai che i due avevano in mano un bastone e che stavano venendo nella mia direzione, mi resi conto della situazione e capii il pericolo che stavo correndo. Così mi alzai e cominciai a correre... ma ero molto stanco e sentivo le gambe pesanti... continuai a correre il più veloce possibile, ma inutilmente perchè i due uomini mi raggiunsero, mi bloccarono con la forza e mi colpirono in testa con il bastone. Persi i sensi... quando mi svegliai mi ritrovai in quell'orrenda stanza, con altri ragazzi e ragazze... da quel giorno iniziarono le torture... dopo circa un mese il "padrone" decise di vendermi a un mercante che trattava schiavi... poi un bel giorno, quando tutte le speranze sembravano svanite e mi ero rassegnato ad andare incontro al mio crudele destino, arrivò un bellissimo cavaliere degli occhi azzurri in groppa al suo destriero che mi restituì la libertà e mi portò nel suo maestoso palazzo e, come se non bastasse, mi donò il suo cuore e mi regalò una nuova vita...>. Legolas fece una breve pausa. All'inizio del "racconto" aveva la voce triste e lo sguardo cupo, ma quando si trovò a parlare del lieto fine il suo umore cambiò radicalmente ed il suo rancore si trsformò in gioia. Aragorn era rimasto molto colpito dalla storia di Legolas... non riusciva a perlare, dire un semplice "mi dispiace" gli sembrava banale e superfluo, così balbettò: <Io... io...> e Legoals, per sdrammatizzare, esclamò ironicamente: <Piaciuta la storia?!...> <Oh Legolas, che cosa terribile!... quante ne hai passate povero amore mio!...> <è vero, è stato difficile, ma ora è tutto solo un brutto e lontano ricordo... e questo grazie a te meleth nin!...> Aragorn guardò commosso il suo elfo, poi gli gettò addosso e lo strinse forte a sè, come per paura che qualcuno glielo potesse portare via... Legolas ricambiò l'affetto dell'uomo baciandolo con intensità sulle labbra. Aragorn si allontanò leggermente e sussurrò all'orecchio dell'elfo: <Ti amo Legolas, e ti amerò per sempre! Non mi accontento di averti restituito la libertà e la voglia di vivere, voglio darti anche la felicità, il piacere, ma soprattutto l'amore!...> <Si Aragorn, insegnami ad amare!...> il re sorrise e disse: <Oh, ma non c'è bisogno che te lo insegni... sai già farlo benissimo da solo!...> e così dicendo riprese a baciarlo. Quando si staccarono per riprendere fiato, Legolas sospirò e disse: <Ora andiamo o faremo freddare tutto il pranzo!...> <Già, il pranzo!... me ne ero completamente dimenticato!... sbrighiamoci, altrimenti Amelia ci verrà a tirare per le orecchie!...> <Si mio re... ti amo tanto, sai?...> Aragorn accarezzò i capelli di Legolas e con dolcezza sussurrò: <Anch'io mio principe!...>
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