.|. Heleg Urui - Ghiaccio Bollente .|.

9. I Theled (La Decisione)

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La debole luce dei primi raggi del sole entrò dalle finestre, rischiarando la stanza. Aragorn si mosse, riaprendo stancamente gli occhi e vide che si era fatto mattino…e le parole di Haldir gli tornarono alla mente…

Prima che sorga il sole…lascialo libero prima che Anor illumini di nuovo questa Terra…

Insieme a quelle di Legolas…

…domani, quando il sole sarà già alto nel cielo…solo allora potrai…tentare di allontanarmi da te…

Guardò per un istante la grande finestra e poi il compagno disteso al suo fianco, ancora nel mondo dei sogni, gli occhi blu aperti, persi nel vuoto…e lentamente si alzò, dirigendosi verso la parete…con un movimento rapido tirò la sottile tenda, facendo ripiombare così la stanza quasi nella completa oscurità…dopodiché tornò sotto le coperte, diede un bacio sulla fronte all’elfo, stringendolo delicatamente a sé, e richiuse gli occhi…e Legolas in quell’istante sorrise.

 

“Merry e Pipino sono già scesi credo…” esclamò Sam scrutando fuori dalla finestra “…non li vedo più qui fuori…”

“Tra poco li raggiungeremo allora…” disse Frodo finendo di allacciarsi la camicia.

“Quando credi che ripartiremo? A quello che ho sentito non deve essere molto lontano il punto che dobbiamo raggiungere…Frodo?” lo chiamò l’hobbit quando vide che lo sguardo del compagno si era perso sul pavimento “Cos’hai?”

“Io non…niente Sam…sto bene…” rispose Frodo accennando un sorriso “…ma nel bosco ieri, mentre gli Elfi ci conducevano qui, ho sentito una voce nella mia testa…”

“L’Anello?” sussurrò Sam avvicinandosi a lui.

“No…non era malvagia…ma sembrava un avvertimento o un rimprovero…non ho compreso completamente cosa intendesse…”

“Non preoccuparti…” mormorò Sam prendendogli le mani “…non ti accadrà niente qui e nemmeno dove ci recheremo…te lo prometto…”

“Mi proteggerai tu, non è vero?” disse Frodo sorridendo dolcemente “Samwise l’impavido…” inclinò la testa sfiorandogli le labbra con le proprie “…le tue gesta sono lodate in ogni Regno conosciuto…ed ogni essere maligno trema al tuo nome…con te al mio fianco non temerò alcun male…”

“Non dovresti scherzare…” bisbigliò Sam “…io ero serio…”

Frodo lo fissò intensamente

“Anche io…” mormorò con dolcezza prima di baciarlo.

 

Legolas allungò una mano verso il vassoio che aveva portato la sera prima, prese una dei frutti rossi e, avvicinandosi ad Aragorn, che ancora riposava, glielo passò sulle labbra lentamente, lasciando che il succo scivolasse tra di esse…attese qualche istante, poi lo mangiò, prendendone poi un’altro e ripetendo la stessa azione…questa volta però, il ramingo aprì leggermente la bocca, catturando le dita dell’elfo che si mise a ridere allegramente…

“Io non sono da mangiare!” esclamò allontanando la mano da lui.

Aragorn gli mise un braccio dietro la schiena, tirandolo sopra di sé

“Io non ne sarei così sicuro, fossi in te…” mormorò sorridendogli, con l’altra mano prese un’altra bacca, la passò sensualmente sulle labbra socchiuse dell’elfo e poi la mangiò, prima di baciarlo con passione…il frutto passò da una bocca all’altra, mentre le lingue danzavano insieme ardentemente, fino a quando l’uomo si allontanò “…con il tuo sapore è più gustoso…”

“Ma ti ripeto che non sono da mangiare, mio ramingo affamato…” bisbigliò Legolas passandosi la lingua sulle labbra e mettendosi seduto sulle gambe del compagno.

“Ah sì?” esclamò Aragorn, rialzandosi a sua volta e avventandosi sul suo collo, sfiorandolo con le labbra e i denti “Quando ti ho visto nella sabbia…mentre ti accarezzavi…avrei voluto divorarti…consumarti fino a quando non avresti più sentito quel desiderio che ti aveva spinto a posare le mani sul tuo corpo…farti mio…ancora e ancora, fino a quando ti saresti sentito appagato…” sentì le dita dell’elfo tra i capelli “…avrei voluto sfamarmi col tuo corpo e darti me stesso fino a quando anche tu ti saresti sentito sazio…ti volevo così tanto da impazzire…ma quasi avevo paura ad avvicinarmi a te…eri talmente stupendo da sembrare irreale…”

“Oh…Estel io sono reale…” sussurrò Legolas, inclinando la testa all’indietro quando sentì le labbra dell’uomo nello stesso punto in cui, il giorno prima, aveva lasciato quel segno “…e grazie a te ora mi sento vivo come mai lo sono stato…”

“Legolas…” sospirò il ramingo baciandolo in continuazione sul collo “…ma per colpa mia perderai questo dono…se non ti allontani da me morirai…”

“Morirò se mi costringerai a farlo…” lo corresse l’elfo risoluto “…il mio posto è accanto a te o a nessun altro…” rialzò la testa fissandolo negli occhi “…amico mio…” e lo baciò “…mio amante…” di nuovo “…mio amore…”

Aragorn gli catturò le labbra, senza lasciarlo allontanare…quelle stesse parole che aveva sognato…giorni prima…quando era iniziato tutto…

“Fammelo di nuovo Estel…” gemette Legolas inclinando la testa ed esponendo il collo “…voglio essere tuo…solo tuo…”

Il ramingo guardò per un breve istante la pelle candida davanti a sé, poi selvaggiamente si avventò su di lui, quasi volesse divorarlo…bisbigliò solo quelle parole…

“Legolas…meleth…(amore)” e l’elfo sorrise, stringendosi a lui.

 

Passarono alcune ore e la Compagnia, quasi al completo si era riunita ai piedi di un grande mallorn, uno degli alberi dorati di Lothlórien…alcuni Elfi portarono del cibo e poco dopo li raggiunse anche Haldir, guardandosi attorno…

“Spero che le sistemazioni di questa notte siano state di vostro gradimento…” esclamò, sorridendo quando udì i ringraziamenti degli Hobbit “…a quanto vedo però, la vostra Compagnia non è ancora al completo…”

“Effettivamente…” rispose Boromir alzandosi in piedi, guardando l’elfo di Lórien per lo strano tono che aveva usato “…credo che manchi qualcuno…con il vostro permesso…” e si allontanò, salendo le scale che portavano al rifugio.

Bussò alla porta e quando sentì rispondere entrò…

“Perdonate il disturbo…” disse quando vide che Aragorn si stava ancora sistemando la casacca di pelle “…ma credo che vi stiano aspettando di sotto…”

“Sì hai ragione…” mormorò il ramingo annuendo “…è tardi…”

“Non per la partenza…ma per la colazione di certo…” ribatté il cavaliere accennando un sorriso.

“Bene…allora io inizio a scendere…” disse Legolas, si avvicinò ad Aragorn e gli diede un bacio sulle labbra “…a dopo…” e uscì dalla stanza.

Il ramingo rimase immobile per un momento, poi il suo sguardo si posò imbarazzato su Boromir che era restato sulla soglia in silenzio…

“Ah…Boromir…io…”

“Se lo fate un’altra volta davanti a me giuro che vi uccido…” esclamò il cavaliere prima di sorridere divertito per l’espressione di Aragorn “…avanti…gli altri aspettano…” e ridendo tra sé ridiscese le scale.

 

Legolas era inginocchiato vicino all’acqua della vasca che, il giorno prima, aveva assistito al suo momento di passione con Aragorn…sorrise, ripensandoci, poi immerse le mani, bagnandosi il viso…

“Qualche ricordo gradevole legato a questo luogo, principe di Bosco Atro?”

“Niente che possa rientrare nei tuoi interessi Haldir di Lórien” ribatté senza un attimo di esitazione.

Haldir accennò un sorriso astuto, facendo qualche passo verso di lui.

“Tutto quello che accade in questo luogo rientra di dovere nei miei interessi, sia esso riguardante il Bosco d’Oro o…la vita del mio popolo…”

“Allora…come ti ho già detto…” esclamò Legolas alzandosi in piedi “…non hai niente di cui preoccuparti…”

“È buffo ma…io sono convinto del contrario…” proseguì l’elfo di Lórien “…questo luogo ha assistito a qualcosa di spregevole ed è mio preciso dovere impedire che si ripeta…”

“Smetti di parlare per enigmi…” mormorò l’elfo di Bosco Atro voltandosi verso di lui per affrontarlo “…sappiamo entrambi dove vuoi arrivare con le tue affermazioni…dimmi ciò che devi e poi vattene…”

“Bene dunque…” iniziò Haldir fissandolo “…vogliamo partire dal fatto che tu e quell’Uomo avete ceduto alla lussuria in un luogo dove chiunque ha il permesso di giungere? E che, per colpa vostra, qualcuno del tuo stesso popolo avrebbe potuto perdere l’innocenza che ha diritto di conservare?”

“L’innocenza non si perde con la conoscenza…” ribatté Legolas quasi stupito da quelle affermazioni “

“Sì, quando questa avviene in modo errato, in un tempo sbagliato e con una persona inadeguata…” incalzò l’elfo di Lórien, poi abbassò la voce “…e mi dispiace, non sai quanto, che tu l’abbia persa in questo modo, con qualcuno che doveva essere tuo amico…”

“Lui è mio amico…” replicò l’elfo di Bosco Atro facendo un passo verso di lui “…lo è stato e sempre lo sarà…non ti permettere di affermare il contrario…”

“Amico è colui che allevia le tue ferite, per cercare con ogni mezzo possibile di renderti felice e allontanarti dalla sofferenza…non colui che, egoisticamente, ti tiene legato, costringendoti ad un destino che non ti appartiene e precipitandoti in un baratro di dolore e… morte…” alzò una mano, spostando la ciocca di capelli biondi dal collo dell’elfo “…guardati Legolas…lasci che il tuo corpo venga marchiato dalla mano dell’oblio…perché è a questo che ti porterà…l’oscurità e l’abbandono, in nome di qualcosa che non potrà perdurare…il declino e la fine per qualcosa che non può essere chiamato amore…”

“Io lo amo…” bisbigliò Legolas adirato “…come puoi giudicare quello che provo? Come puoi dire che quello che ci lega non è amore?”

“Amore, per il nostro popolo, significa eternità…” rispose Haldir “…felicità senza tempo, una passione che arde in eterno, senza mai spegnersi…il conforto reciproco per tutta la vita, per sempre…come può darti questo se la sua sorte è già segnata?”

“Parli dell’amore come se lo conoscessi..” sussurrò l’elfo di Bosco Atro sostenendo lo sguardo dell’altro “…ma come puoi conoscerlo e giudicare le mie azioni? Dovresti sapere cosa significa sentirsi completi e appagati…dovresti comprendere cosa si prova a tenere stretto tra le braccia colui che ami per l’intera notte, senza avere bisogno di nient’altro e desiderare solamente che si svegli, per poterlo guardare ancora una volta negli occhi…”

“Io conosco l’amore…” rispose Haldir, chiudendo un istante gli occhi “…l’ho conosciuto centinaia d’anni fa…e per tutto questo tempo mi sono sentito proprio come dicevi…completo…ora il mio compagno è partito per Valinor, gli è stato assegnato il compito di condurre parte del nostro popolo in quelle Terre…e ogni giorno non desidero altro che poter andare da lui e riabbracciarlo ma…” sospirò guardando l’altro elfo “…ho dei doveri qui…e sapere che fino alla fine di questa guerra non potrò rivederlo mi riempie il cuore d’angoscia…al tempo stesso però, non temo la lontananza, perché so che lui è legato a me e mi attende…e quando giungerò da lui resteremo insieme, uniti per l’eternità nelle Terre Immortali dove il nostro amore rimarrà sempre verde…” vide che Legolas aveva abbassato lo sguardo “…perché donare il tuo cuore ad un Mortale? Perché rinunciare al dono della vita che Iluvatar ti ha concesso per seguire qualcuno che non può darti speranza? Hai ancora la possibilità di scegliere una vita diversa, lontana dalla morte che, presto o tardi, calerà su di te…il destino dei mortali non ti appartiene…”

Legolas rimase in silenzio a lungo, il viso oscurato dal peso che sentiva dentro di sé, poi debolmente sussurrò

“Min lú, pen echant theled hen (Un tempo, qualcuno fece questa scelta)”

“Pent i anna estel… (Una leggenda che infonde speranza)” mormorò Haldir “…dan na i vethed…he firn (ma alla fine, lei scomparve)”

“Arwen credeva nel suo amore…” continuò l’elfo di Bosco Atro “…si era legata a lui, aveva rinunciato all’immortalità per restargli a fianco…”

“Ma è stata saggia a intraprendere un’altra via…il suo cuore ne ha sofferto e a lungo ancora ne soffrirà…ora però ha di nuovo la speranza, troverà qualcun altro che le donerà la felicità…” fece un passo verso Legolas appoggiandogli una mano sulla spalla “…anche tu puoi ancora fare una scelta diversa…sei un Elfo, una creatura eterna, non rinunciare alla tua immortalità per colpa di un sogno…”

“Ed è una colpa credere in un sogno?” bisbigliò Legolas guardandolo quasi con disperazione.

“È una colpa credere in un sogno che rimarrà soltanto tale…” ribatté Haldir “…lui morirà e tu ricadrai nell’oblio a causa della sua perdita, non troverai più pace né riposo e il dolore sarà così lacerante da portare il tuo cuore a spegnersi…è questo il tuo sogno? È questa la tua speranza?” si avvicinò ancora di più e le ultime parole uscirono dalle sue labbra come un soffio “È questo l’amore in cui credi?”

Legolas chiuse gli occhi, respirando profondamente come se quelle frasi gli avessero tolto tutta l’aria…poi, con un filo di voce, sussurrò

“Lasciami solo Haldir…te ne prego…vattene via…”

“Non voglio vederti soffrire amico mio…nessuno vuole vederti soffrire” e con quelle parole l’elfo di Lórien si allontanò.

 

Aragorn camminava tra gli alberi, guardandosi attorno…doveva trovare Legolas…dovevano ripartire e doveva fare la cosa più difficile…quello che non avrebbe mai voluto fare…ad un tratto lo vide in lontananza, in piedi, da solo, vicino alla vasca d’acqua…

“Legolas…cosa fai qui?” chiese raggiungendolo rapidamente…ma quando l’elfo si voltò verso di lui, si bloccò, come se non riuscisse più a muoversi…i suoi occhi blu erano velati di lacrime “Cos’è accaduto?”

“Haldir…” bisbigliò Legolas.

“Hai parlato con lui?” sussurrò il ramingo e quando lo vide annuire proseguì “E cosa ti ha detto?”

“Quello che già sapevo…” rispose l’elfo guardandolo negli occhi “…quello che entrambi sappiamo fin troppo bene…”

“Lui ha ragione…” disse l’uomo annuendo “…le sue parole sono…”

“…la verità…” continuò Legolas “…lo so…ogni cosa che ha detto è vera…”

Il silenzio calò all’improvviso tra di loro…anche gli alberi sembravano immobili, per paura di turbare quel momento…restarono a guardarsi negli occhi per un attimo che sembrò interminabile, fino a quando Aragorn sussurrò…

“Dobbiamo decidere…”

Legolas annuì.

“Io non…non voglio vederti soffrire…” disse il ramingo con un filo di voce “…e non voglio che tu soffra a causa mia…”

“Ed io non voglio soffrire…” ribatté l’elfo.

Aragorn sentì una stretta al cuore…c’era riuscito…ancora una volta …aveva allontanato da sé la persona che amava alla follia…ma quella stretta invece di diminuire aumentava…doveva essere sollevato e invece…si sentiva spaventato, angosciato…come se l’unica sicurezza che aveva fosse svanita...e si ritrovò a pronunciare quelle parole, come se in realtà non fosse lui a parlare…come se in realtà non avesse più la forza per parlare…

“Allora entreremo a Caras Galadhon come due amici…”

“Sì…” rispose Legolas “…due amici…come siamo sempre stati…” e fece un passo verso di lui, abbracciandolo…delicatamente, come quel giorno era successo con Boromir.

Aragorn posò le mani sulla sua schiena, tenendole immobili…dopo qualche istante sentì sulla spalla la mano dell’amico, e fece lo stesso con lui…

“Allora andiamo, amico mio…” mormorò e quando l’elfo annuì, si voltò, ed iniziò ad allontanarsi, facendo scivolare la mano lungo il suo braccio… sentì sul proprio, la stessa cosa da parte di Legolas, e chiuse gli occhi, pregando in silenzio i Valar che non gli sfiorasse la mano, altrimenti non avrebbe resistito a quel contatto e avrebbe perso la ragione che fino a quel momento aveva mantenuto…

Ma la mano di Legolas non raggiunse la sua, si fermò al polso…il pugno dell’elfo si richiuse su di esso, impedendo all’uomo di fare anche solo un passo in più…così entrambi si fermarono, immobili, uno di schiena all’altro…

“Aragorn…io ho cambiato idea…non voglio essere tuo amico…”

Il ramingo spalancò gli occhi, mentre il cuore iniziò a battergli furiosamente nel petto.

“…io voglio essere…il tuo compagno…” proseguì dolcemente Legolas “…posso esserlo Aragorn?”

Ma non ottenne risposta…l’uomo chiuse a sua volta la mano sul polso dell’elfo e lo tirò indietro verso di sé, stringendolo con forza e posando le labbra sulle sue con tutto l’ardore che sentiva…

“È sbagliato…è sbagliato…” bisbigliò prima di baciarlo di nuovo.

“No…per loro è sbagliato…per il mio popolo è sbagliato…non per me…” sussurrò l’elfo rispondendo con la stessa passione.

“Ma morirai…oh Valar…non puoi volerlo…”

“Preferisco dividere questa vita con te…” rispose Legolas fermandosi per baciarlo di volta in volta “…e morire al tuo fianco…piuttosto che…cercare qualcuno che non potrà mai darmi la felicità…”

Aragorn sentì le lacrime agli occhi ma sorrise

“È colpa mia…” bisbigliò “…non riesco a lasciarti andare…”

“Ma sono io che non voglio allontanarmi…” ribatté l’elfo “…sono io che non ti lascerei mai…”

“No…non…non puoi dirlo…sono io che ho iniziato tutto quanto…” continuò l’uomo “…per colpa mia siamo a questo punto…”

Legolas lo fissò intensamente, prendendogli il volto tra le mani

“Ma sono io che non riesco a smettere di amarti…se c’è un colpevole, quello sono io”

“Ed io sono colpevole di averti dato il mio cuore senza che tu me lo abbia chiesto…” ribatté Aragorn debolmente “…ti ho legato a me e ti ho fatto credere in questo sogno, ti ho fatto credere in questo amore…” fece un profondo respiro appoggiando la fronte a quella dell’elfo “…ma è una colpa credere in un sogno? È una colpa credere nell’amore?”

“Se lo è…” sussurrò Legolas sorridendo “…allora vivremo nella colpa…”

Aragorn sentì il cuore battere così forte da esplodere, sorrise e, prima di baciare il compagno con tutta la passione, la tenerezza e l’amore possibile, gli bisbigliò sulle labbra

“Ti amo”.

 The End

 

Oh flai…(che solo chi vede Zelig capirà…hi hi hi)

E siamo giunti ancora alla fine…siete ancora qui? L’avete letta tutta? Ma grassie!

Ok, allora…lo so, non ditelo, scommetto che qualcuno di voi penserà “Ma ancora con questo amore…echeppalle (attaccato!!)”  Va bene, avete ragione, ma cosa c’è di più bello? All’inizio poteva sembrare una ff esclusivamente basata sul sesso (anche dal titolo dai…hi hi hi) e infatti mi sono anche scervellata per fare delle descrizioni un pochino più piccanti del solito ma poi…che ci volete fare…i sentimenti sono sempre i più importanti.

Forse un giorno scriverò una storia dove Aragorn e Legolas si odiano o si usano a vicenda e basta…ma fino ad allora…lasciateli amare…almeno nelle ff dove tutto è possibile.

E ovviamente i dovuti ringraziamenti alle mie Mellyn (e va bene, non siete di mia proprietà…ufi!) perché senza di loro non sarei qui a scrivere (e guai a chi dice qualcosa!) e a tutte le Wicked’ s Girls (è scritto così giusto? J) della mailing list.

E ultimi (che non ho mai ringraziato come si deve! Hi hi hi) i Legolas e Aragorn interpretati da Orlando e Viggo (certo, sono vecchi amici…), perché come ispirano loro non lo fa nessuno! (Vabbè avete capito! Hiiiiiiiiii)

Namarie

Ene