.|. My Best Friend (Forever With You) .|.

1. I and Orlando

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Ne hanno scritti tanti di articoli su questa storia, sulla loro storia, ma nessuno corrisponde a verità. E credo che sia giunto il momento, invece, di porre fine alle false voci e raccontare cosa è successo veramente.

 

Non so da dove cominciare, ma credo di dovermi presentare, per prima cosa.

Mi chiamo Autumn e sono la migliore amica di Orlando Bloom, uno dei protagonisti di questa storia. Ho un fratello più grande e due sorelle minori. I miei non so nemmeno che lavoro facciano, devo ancora capirlo. Non che mi interessi, sono quasi degli estranei. A volte non li vedo per mesi…

Finita la scuola, ho scelto invece di studiare le lingue straniere. Tedesco, francese, spagnolo… parlo anche un po' di italiano, ma veramente pochissimo… le lingue mi affascinano. Da sempre.

Studiare una lingua è conoscere nuovi luoghi, persone, culture… è meraviglioso!

Vorrei diventare scrittrice, ma per adesso mi accontento di tradurre libri scritti da altri. Beh, se vogliamo essere precisi un libro lo sto scrivendo: questo.

 

È difficile dire da quanto siamo amici io e il mio Elfo, ci conosciamo praticamente da sempre! Abitavamo vicini, uno di fronte all'altra, quando lui viveva ancora a Canterbury… Orli ha solo qualche mese più di me, e quindi siamo cresciuti insieme.

Fin dai primi ricordi che ho, lui c'è!

Stesso parco giochi, stessa scuola, stessa compagnia… lo sento come un fratello…

Ci telefonavamo la sera solo per darci la buonanotte, e la mattina per augurarci una buona giornata, anche se ci saremmo visti pochi minuti dopo sulla strada verso la scuola.

Già, la scuola.

Quanti ricordi! Quante ne abbiamo combinate, insieme, in quel periodo!

 

Ma poi è finita. Sembra strano… odi la scuola per tutto il tempo, e quando è il momento di lasciarla ti senti come vuoto, come se una parte di te restasse tra quelle pareti. E forse è proprio così.

Orlando si è trasferito a Londra per studiare recitazione, e io sono rimasta a Canterbury per imparare le lingue. Ci sentivamo spesso per telefono, o ci scrivevamo lunghe lettere. Nei week-end ci incontravamo. Però mi mancava. Tanto. Non è la stessa cosa vedersi un giorno alla settimana, sempre con l'ansia del treno da prendere per tornare alla vita di tutti i giorni, sempre ad accorgersi che quelle ore passavano troppo veloci…

 

Sapete, è difficile definire il nostro rapporto. Chi ci vede potrebbe dire che stiamo insieme, ma non è così. Lo amo, questo si, ma come amico. Ci scambiamo baci sulle labbra, ma come quelli di un bambino ai genitori. Dormiamo nello stesso letto, ma solo per poter parlare fino a tardi. Per svegliarsi al mattino e ritrovarsi insieme.

Mia nonna non la finiva più con la storia che un giorno o l'altro mi sarei pentita di tutta questa fiducia che arrivava al punto di dormire con lui. Un ragazzo. Però io sapevo che non mi avrebbe mai fatto del male. Che non avrebbe mai fatto niente che non volessi anche io.

E non siamo mai andati oltre quei baci e quelle carezze, quegli abbracci e quei "ti voglio bene".

Chi meno accettava quello che ci legava erano le persone con cui uscivamo. Ho avuto qualche ragazzo, ma quasi sempre finiva perché "mi pare un rapporto a tre, e non mi va". Ad Orli capitava lo stesso. Era strano, in effetti, ma non avrei rinunciato a lui per nessuno al mondo.

 

Ricordo che una sera non riuscivamo ad addormentarci: ci auguravamo la buona notte, restavamo in silenzio per qualche minuto, e poi "sei sveglio?". Non c'era un vero motivo per non dormire, semplicemente non ci riuscivamo.

 

***

 

"sei sveglia?"

"si…"

"anche io"

"…"

"…"

"ti va una tazza di cioccolata calda?"

"mhmh"

"lo prendo come un si?"

"certo…"

"…"

"…"

"Orli, tesoro, se non ti sposti non posso alzarmi…"

"mmhhh…"

"dai, Orli… spostati! E non farmi il solletico! Ehi! Finiscila!"

"perché dovrei?"

"perché… perché mi vuoi bene?"

"mai detto che ti voglio bene…"

"come no? bugiardo! Ti prego, smettila…"

"va bene… ma solo perché… perché ti voglio bene…"

"anche io te ne voglio, tanto…"

Un bacio.

"allora, questa cioccolata?"

"ehi! Con calma! Ora vado… se mi lasci passare"

"non ho voglia di spostarmi…"

"perché?"

"così…"

"allora niente cioccolata"

"ok, ok, mi sposto…"

"torno subito!"

 

§§

 

"sei sveglio?"

"si…"

"siamo in due"

"mi fai le coccole?"

"dovremmo dormire, a quest'ora…"

"ti prego…"

"vieni qui… ecco, più vicino…"

 

§§

 

"dormi?"

"no… so iniziando a perdere le speranze"

"anche io"

"caffè?"

"si, e poi quando ci addormentiamo, la settimana prossima?"

"mi sa che non cambia molto…"

"cosa vuoi dire?"

"che tra una settimana saremo ancora qui"

"dai! Non scherzare! Io domani ho lezione!"

"oggi…"

"oggi cosa?"

"sono le quattro… è già domani… cioè, è oggi… insomma, hai capito!"

"circa…

"caffè?"

"caffè"

"questa volta ti alzi tu, però"

 

§§

 

"sei sveglia?"

"sono sveglia"

"ore?"

"cinque e dieci"

"ormai è anche inutile addormentarsi…"

 

§§§

 

Driiin…

"spegnila…"

driiiin…

"Orli…"

click

"fatto!"

"ohhh… proprio adesso che mi ero addormentata suona la sveglia!"

"non dirmelo… sono a pezzi…"

 

"ehi! Ragazzi! Ma che avete fatto stanotte? Un party a giudicare dal numero di tazze sul comodino…"

"beh, nonna, non era proprio un party…"

"non avrete…?"

"no. ma questo non toglie che non abbiamo dormito. Vero tesoro?"

"…"

"Orli?"

"…"

"è incredibile… siamo stati svegli tutta la notte e ora che suona la sveglia lui si addormenta!"

"non sto dormendo…"

"no?"

"non adesso"

"quando ti ho chiamato si, però…"

"forse…"

"va bene, ragazzi, io vado, eh?"

"mmh mhh"

"cosa volete di colazione?"

"caffè e toast"

"e tu Orlando?"

"anche per me… grazie!"

 

 

***

 

Stare con lui era così. Semplice. Spontaneo. Bello.

Non dimenticherò mai quei momenti. Come quando io dovevo studiare e lui faceva di tutto per rendermi la cosa impossibile…

 

***

 

"Orli! Se non la finisci immediatamente con quella penna potrei anche arrabbiarmi!"

"Perché? È divertente!"

"ma io devo studiare! Domani ho compito e non so niente…"

"compito su?"

"il perfekt tedesco… è un casino che non ti immagini!"

"fa un po' vedere? … oddio! Ma che cosa c'è scritto? Sembra arabo!"

"queste sono le spiegazioni…"

"e tu come fai a capire?"

"beh, dopo due anni qualche cosa ho imparato…"

"e qui cosa c'è scritto per esempio?"

"Achtung, che vuol dire attenzione…"

"Achtung?"

"si…"

"ma ci provi tanto gusto a studiare queste cose incomprensibili?"

"le lingue sono belle… e poi sono utili, cosa credi?"

"mi basta il francese…"

"quando andrai in Germania a ritirare qualche premio e non capirai niente di quello che ti dicono allora pensa a questo momento…"

"ma ci sarai tu a farmi da interprete, no?"

"non ci avevo pensato…"

"vedi? Tutto quadra!"

"si, ma…"

"ma cosa?"

"niente… sarà meglio tornare al perfekt…"

"…"

"…"

"dici che me lo daranno un premio in Germania?"

"cosa?"

"mi daranno un premio in Germania?"

"ma che ne so! Non ho poteri di preveggenza! L'unica cosa che so è che se non mi lasci studiare e continui ad interrompermi potrei farti del male…"

"non lo faresti mai"

"mettimi alla prova"

"ok… forza…"

"si, però non vale scappare… lascia che ti prenda e poi vedrai… ehi! Orli! Vieni subito qui! Esci dall'armadio"

"non ci tengo a farmi fare del male"

"ma non ti faccio niente, lo sai…"

"visto?"

"cosa?"

"che non sei capace di farmi del male"

"è che ti voglio troppo bene!"

"…"

"ok, ora posso continuare a studiare?"

"non te l'ho mai impedito!"

"noo? Prima mi hai tentato con un gelato, poi mi giravi le pagine del libro, quindi non la finivi più di scarabocchiarmi sul quaderno… e adesso mi fai parlare e…"

"scusa…"

"non guardarmi in quel modo"

"perché?"

"perché non riesco a restare arrabbiata…"

"appunto"

 

 

***

 

Oppure quando lo aiutavo a provare qualche scena e non la finivamo più di ridere. Bastava un niente e non smettevamo più! In effetti la scena era piuttosto comica… lui era Amleto, io facevo l'amico con cui si confida. Lì, in mezzo alla stanza, il letto ancora da fare, con il copione in mano e in pigiama… come si fa a restare seri e calarsi nella parte?

 

***

 

"si, ma se fai così non è che mi aiuti…"

"non è colpa mia… è che non riesco a concentrarmi, a quest'ora…"

"nemmeno io, ma non possiamo continuare a ridere!"

 "non riesco a rimanere seria… Amleto me lo immaginavo… beh, non conta come lo immaginavo io, ma di sicuro non era in pigiama quando parlava con i suoi amici!"

"perché no?"

"come perché?"

"beh, non è che tu con quella maglietta a righe sia molto in tema…"

"magari al tempo andavano le righe…"

 

***

 

Poi lui si è rotto la schiena. È stato un brutto periodo quello. Andavo da lui appena potevo, ma non potevo fare molto.

Era a pezzi. Aveva paura di rimanere paralizzato. E anche io avevo paura.

 

***

 

"buongiorno, tesoro"

"ciao…"

"coma va oggi?"

"solito…"

"…"

"…"

"…"

"vorrei che tu potessi abbracciarmi"

"lo vorrei anche io… vorrei poterti stringere a me e farti le coccole, e… e vorrei che… che tutto tornasse come prima"

"sarebbe bellissimo"

"succederà. Devi solo avere pazienza"

"i medici dicono che non ci sono molte speranze…"

"i medici sono sempre pessimisti"

"…"

"…"

"mi dai un bacio?"

"tutti quelli che vuoi"

 

§§

 

"ti porto qualcosa da bere?"

"no, grazie…"

"sicuro?"

"sicuro"

"…"

"tra due giorni ho l'operazione… se va bene potrei anche tornare a camminare…"

"sono sicura che andrò tutto benissimo"

"ho paura"

"ci sono qui io"

"e se andasse male?"

"ssttt… non ci pensare"

 

§§

 

"buonanotte, allora"

"resti finché non mi addormento?"

"si"

"…"

"…"

"mi fa male…"

"vuoi che chiamo l'infermiera?"

"no… lascia stare… tanto mi dice che non può farci niente"

"cerca di dormire…"

"tu resti qui, vero, fino a che non dormo?"

"si, resto qui…"

"…"

"…"

"…"

"mi dai il bacio della buonanotte?"

Un bacio.

Un altro.

Un altro ancora.

 

***

 

Fortunatamente, l'operazione andò bene, e dodici giorni dopo l'incidente Orlando uscì dall'ospedale con le stampelle. Sembrava un sogno.

 

***

 

"non credevo sarebbe mai arrivato questo momento… e ho quasi paura di svegliarmi e scoprire che non è reale"

"lo è. Te lo assicuro"

"è bellissimo"

Sorrisi. Ora tutto sarebbe andato bene, me lo sentivo.

 

***

 

E infatti Orlando poi è stato bene, a parte qualche mal di schiena che ci teneva svegli per tutta la notte…

 

***

 

"ahi…"

"ti faccio male? Scusami"

"no, non sei tu…"

"continuo?"

"si, ti prego"

Gli stavo massaggiando la schiena. Continuai.

"…"

"…"

"mmhhh… ma perché adesso mi fa così male?"

"non lo so"

"cioè, perché proprio oggi?"

"è un giorno particolare?"

"è domenica. E tu sei qui"

"dai, non lamentarti sempre… vedrai che adesso ti passa…"

"mi sembra di averla già sentita questa, due ore fa"

"una e mezza"

"è uguale…"

"ma il medico cosa ti dice?"

"che è normale e che dovrei affaticarmi meno… ma io ti giuro che non faccio sforzi…"

"non c'è niente che puoi prendere?"

"si, ma non funziona granché…"

"cerca di rilassarti…"

"è un po' difficile"

"lo so, ma tu provaci… i massaggi fanno più effetto se non sei così teso"

"…"

"…"

"grazie per restare qui…"

"non devi ringraziarmi, lo sai!"

"non so come farei senza di te… davvero…"

"nemmeno io… sei la persona più importante della mia vita…"

"e tu della mia"

Mi chinai per dargli un bacio.

In quel momento entrò la madre di Orlando e si mise a ridere.

"cosa ci trovi di così divertente nel fatto che io stia soffrendo?"

"non ridevo per quello…"

"e per cosa allora?"

"perché è la storia di una domenica su due, Orlando… e ogni volta che io torno a casa vi trovo qui sul letto, tu disteso lei seduta… ormai me lo aspetto… è un appuntamento… se salti una volta mi preoccupo"

"io non mi preoccuperei… anzi, sarebbe un sogno!"

"senti, Autumn, se vuoi andare a lui ci penso io…"

"non c'è problema, davvero…"

"sicura?"

"sicura, si. La cosa può essere anche divertente"

"per te forse…"

"dai, Orli, lo so che anche tu ti stavi divertendo, non negarlo!"

"forse un po'…"

"vedi? E poi se non ti divertissi non fingeresti due volte su tre…"

"non fingo mai di star male"

"no?"

"no"

"guarda che lo so… capisco quando mi stai mentendo"

"e quando mai avrei fatto finta e perché?"

"domenica scorsa… perché ti piace farti coccolare…"

"non è vero! Non stavo fingendo… e poi perché non l'hai detto domenica scorsa?"

"perché a me piace stare qui con te… così…"

"piacerebbe anche a me, se la schiena non mi facesse così male"

"non ti fa così tanto male"

"come puoi dirlo?"

"lo so… sei tu che esageri…"

"forse un pelo… ma proprio poco poco…"

"va bene, va bene… come vuoi tu"

"no, non dire così"

"…"

Mi alzai e mi allontanai. Volevo giocare, volevo che venisse a cercarmi…

"ehi! E adesso dove stai andando? Non puoi lasciarmi qui solo e abbandonato! Non puoi!"

"…"

"Autumn!"

"…"

"ti prego…"

"…"

"guarda che non vengo a cercarti…"

"…"

"Autumn? Tesoro?"

"…"

"dai! Non lasciarmi qui così!"

"…"

"ti prego… ho bisogno di te…"

"sei incredibile! Riesci sempre a farmi fare quello che vuoi tu!"

"non è vero… riesco solo se anche tu lo vuoi"

 

***

 

Pochi mesi dopo, all'aeroporto, lo salutai. Partiva per la Nuova Zelanda verso il suo primo ruolo importante in un film. Sarebbe stato Legolas in "Il Signore degli Anelli". Io adoravo il libro di Tolkien e sapevo che sarebbe stato perfetto nei panni del biondo Elfo Principe di Bosco Atro.

 

***

 

"Hai promesso di venire a trovarmi, eh!"

"E secondo te potrei non mantenere la promessa? Ma lo sai quanto adoro "Il Signore degli Anelli"? E quando adoro te?"

"Allora parti con me adesso…"

"non posso, adesso. Devo dare gli ultimi esami. Ma poi ti prometto che prendo il primo aereo e ti raggiungo"

"promesso?"

"promesso"

"allora ciao…"

"ciao, Legolas, a presto"

"mi mancherai"

"Peter ti farà lavorare tanto che non avrai il tempo di sentire la mia mancanza!"

"E tu studierai tanto da non sentire la mia…"

"A presto"

"A presto"

 

***

 

Lo guardai allontanarsi. Guardai l'aereo partire.

Finalmente si stava realizzando il tuo sogno, Tesoro mio.