.|. Tutti Pazzi per Haldir .|.

Capitolo 7

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“ Perché?” chiese all’improvviso Aragorn, rompendo il silenzio che si era creato fra loro.

“ Non lo so. O meglio so perché l’hanno fatto, ma non lo capisco.” Rifletté un momento. Doveva trovare le parole per spiegare all’amico quanto era accaduto. Dalle sue parole sarebbero dipese molte cose.

“ Aragorn, tu lo sai quanto sia strano a volte l’amore. Prendi noi per esempio. Abbiamo passato anni ad amare in silenzio Legolas e Erestor, consci del fatto che pur essendo a conoscenza dei nostri sentimenti, per loro eravamo solo degli amici. O così credevano. Eravamo sempre con loro, gli offrivamo amore, amicizia, stima, solidarietà. Non gli abbiamo mai fatto mancare nemmeno per un attimo tutto questo. Per loro era naturale che fossimo lì. Eravamo parte della loro vita, della loro routine se così vogliamo dire. Poi all’improvviso li abbiamo privati di tutto questo. Non che li amassimo di meno, ma semplicemente li abbiamo messi in secondo piano. Per una volta abbiamo pensato solo a noi stessi, alla nostra felicità. Stiamo bene insieme. Ammettiamolo, anche se non c’è amore, fra noi c’è comunque sentimento, rispetto, amicizia, attrazione… tanta direi!” Si interruppe un attimo per spiare le reazioni dell’altro. Aragorn aveva chiuso gli occhi e ascoltava attentamente.

 

“ Quando questo è accaduto si sono sentiti persi. Tutte le loro certezze, le loro sicurezze non esistevano più. Adesso erano soli. Questo li ha sconvolti. Hanno perso la testa e non sono più stati in grado di ragionare. Persino Erestor!” Gli sfuggì un sorriso. “ Hanno agito d’impulso, senza pensare, in preda alla disperazione. Non sono stai in grado di valutare quello che facevano e hanno trovato appoggio anche da chi avrebbe dovuto farli ragionare. Vedi Elrond tanto per non fare nomi. Ma anche lui è talmente preso da Haldir, che non riesce a essere presente. Pare che a Gran Burrone in questi giorni l’amore la faccia da padrone. Anch’io ne sono colpito. Non giustifico quello che è accaduto, ma non ce la faccio a prendermela con Erestor, Ci ho provato, ma è durata meno di un secondo. Lo amo troppo per perderlo, specie adesso che l’ho trovato.”

 

Aragorn continuava a rimanere immobile, con gli occhi chiusi. Il viso leggermente sollevato verso il sole, per poterne percepire il calore. Sperava che riuscisse a scaldare il suo cuore.

“ Non lo so Fin, davvero! Non lo so. Perché? Perché non hanno potuto gioire della nostra felicità? Perché noi non abbiamo mai agito così? Cosa ci rende diversi da loro?”

 

Fin fissò l’amico a lungo. Non sapeva cosa dirgli. “ Non lo so. Non so nemmeno perché sono stato in grado di perdonare tutto questo e tu non lo sei. Tu ami Legolas almeno quanto io amo Erestor e come me, hai sempre desiderato che ricambiasse questo sentimento. Forse io sono meno forte di te…”

“ No” lo interruppe Aragorn “ non si tratta di essere più o meno forti. Siamo diversi e la mia capacità di perdono è limitata. Devo riflettere Fin, ho bisogno di tempo.”

Fin annuì. Non poteva fare altro. Rimasero così vicini eppure lontani finché Aragorn non si alzò.

“ Devo andarmene per qualche tempo.” Disse semplicemente.

“ Dove?”

“ Credo che raggiungerò i Raminghi per un po’ di tempo.”

“ Spero di rivederti presto” Fin lo abbracciò stretto. Per un attimo quel contatto gli procurò un fremito conosciuto. Ma non si lasciò andare. Non voleva farlo. Non adesso.

 

Guardò Aragorn partire, poi montò a cavallo e fece ritorno a Gran Burrone.  Un velo di tristezza gli oscurava il bel viso. Non avrebbe potuto fare di più. Al suo rientro andò a cercare Res, voleva aggiornarlo sulla situazione. Gran Burrone era nel caos. Durante la sua assenza erano accaduti fatti strani. Le nozze erano state rimandate.

“ Erestor, che succede?” il primo consigliere del re sussultò.

“ Fin, meno male che sei tornato.” Lo abbracciò stretto. Il suo Glorfindel era tornato e adesso tutto si sarebbe sistemato.

“ Ieri dopo che te ne sei andato, Legolas e i gemelli sono usciti per andare a caccia. Elladan aveva deciso che dovevano far distrarre Legolas. Non ti dico la fatica che hanno fatto per convincerlo, ma alla fine ci sono riusciti. Sono partiti e lungo la strada hanno incontrato un gruppo di uomini, che stavano bivaccando in una radura. Li hanno inviatati a dividere con loro la cena e hanno accettato. Hanno cominciato a chiacchierare, quando uno degli uomini ha cominciato a fare apprezzamenti su Legolas. Era visibilmente ubriaco. I suoi compagni hanno cercato di farlo tacere, ma non ci sono riusciti. Improvvisamente ha allungato una mano per toccare i capelli di Legolas e questo ha tirato fuori il pugnale e lo ha ferito. E’ scoppiato un parapiglia. Fortuna che i gemelli sono riusciti a calmare Legolas e hanno portato qua il ferito e suoi compagni. Adesso è nelle mani dei nostri guaritori. Solo che quegli uomini fanno parte dell’esercito di Rohan  e adesso chiedono che Legolas venga giudicato per aver ferito il loro compagno.” Res era agitatissimo.

 

“ Res, calmati. Portami da loro.” Fin non sapeva cosa avrebbe potuto fare, ma doveva provare a trovare un compromesso.

Passarono prima in infermeria per informarsi sulle condizioni del ferito. Era solo una ferita leggera, che sarebbe guarita in pochi giorni senza lasciare segni. Raggiunsero poi gli ospiti in uno dei saloni che gli erano stati messi a disposizione.

Erestor presentò Glorfindel, anche se non ce n’era bisogno. I loro ospiti conoscevano perfettamente la sua fama di guerriero ed erano onorati di poterlo incontrare.

Gli fu presentato Eomer, il nipote del re di Rohan e maresciallo dell’esercito. Era il loro capo indiscusso.

Fin chiese spiegazioni sull’accaduto.

“ L’elfo ha accoltellato il nostro amico. Se non lo avessero fermato, lo avrebbe ucciso. Chiediamo che venga regolarmente processato” disse Eomer. Si sentiva un po’ in soggezione nei confronti di Glorfindel. Nel mentre arrivò Elrond seguito da Haldir.  Eomer conosceva benissimo Haldir, avevano combattuto spesso insieme e tra loro era nata una solida amicizia.

“ Eomer, amico mio” iniziò Haldir “ non ti sembra di esagerare un po’? In fondo Legolas si è solo difeso. Magari ha un tantino esagerato.”  Aggiunse all’occhiataccia di Eomer. “Ma il tuo soldato gli ha messo le mani addosso con intenzioni poco chiare.”

“ Ma…” Eomer cercò di ribattere, ma Haldir lo zittì con un’occhiata. Lo conosceva bene e sapeva come prenderlo.

“Io credo che possiamo definire chiusa la faccenda.” Haldir sembrava essersi trasformato. Adesso era diventato il capitano delle guardie che tutti conoscevano. Un perfetto soldato. E la sua figura sembrava essersi ingrandita. Emanava un’aura di potere che soggiogò tutti.

“ Hai ragione Haldir.” Si ritrovò a dire Eomer. “ In fondo ha reagito alla provocazione del mio soldato che è andato giù pesante. Appena guarito toglieremo il disturbo.”

 

“Siete i benvenuti. Potete fermarvi per tutto il tempo che vorrete.” Disse Elrond. Si sentiva sollevato. Per fortuna tutto si era risolto con poco. Si girò verso Haldir e gli fece un sorriso. Adesso potevano tornare a preparare le loro nozze in tutta tranquillità.

Intanto Fin, Erestor e i presenti guardavano Haldir, con rinnovato rispetto. Fin aveva cambiato totalmente opinione su di lui. Non lo giudicava più un elfo spocchioso e arrogante. O meglio l’atteggiamento era sempre quello, ma adesso aveva visto ben oltre e quello che aveva scorto gli era piaciuto.

“ Vado a parlare con Legolas.” Disse Haldir uscendo dalla sala.

 

“Legolas,amico mio” Haldir entrò nella stanza. Legolas era seduto su una poltrona con le gambe incrociate al petto e lo sguardo perso.

Guardò Haldir, ma non si mosse.

“ Amico mio, devi reagire” nel tono di Haldir si poteva percepire chiaramente tutta la sua preoccupazione. “ Tornerà, lo sento. Devi solo dargli il tempo di riflettere e accettare tutto questo.”

Un barlume di speranza si accese nello sguardo di Legolas “ Tu lo credi veramente?” chiese.

“ Si. Aragorn ha passato tutti questi anni amandoti in silenzio, accettando di esserti solo amico. Adesso che ha la certezza che lo ami, non ti lascerà. Dagli tempo e vedrai.”

Legolas riuscì persino a fare un sorriso stentato. Era uno dei pochi a conoscenza del fatto che Haldir vedeva il futuro. Se gli aveva detto una cosa del genere, l’aveva vista. Non era tipo da dare false speranze a nessuno. Rinfrancato, seguì l’amico a cena.

 

Intanto i preparativi per le nozze andavano avanti. Mancavano solo due settimane e tante cose erano ancora da fare. Tutti correvano, si agitavano. Elrond era talmente nervoso e agitato che gli avevano persino proibito di fare il Re. Queste erano le esatte parole con cui Erestor lo aveva letteralmente buttato  fuori dall’ufficio. Cominciarono ad arrivare i primi ospiti. L’atmosfera si fece allegra e serena e tutto questo faceva bene anche a Legolas, che piano  piano ricominciava a sorridere. E poi tutti facevano a gara per tenerlo impegnato, così che avesse poco tempo per pensare ai suoi problemi. Solo la notte era lunga e difficile. Quando tutto taceva, ecco che ricompariva la tristezza. Alla fine, per non lasciarlo solo nemmeno in quei momenti i gemelli avevano cominciato a dormire nella sua stanza.

 

Legolas apprezzava tutto questo. Era una chiara dimostrazione dell’affetto che tutti provavano per lui, ma continuava a fissare l’arco di accesso a Gran Burrone, nella speranza di veder comparire la figura tanto amata.

Mancavano solo un paio di giorni alle nozze quando Fin decise di tornare alla radura dove aveva trovato Aragorn.

“ Res, sono convinto che sia ancora là. Non si è mai mosso.” Partì e come previsto trovò l’amico.

“ Ti aspettavo.” Gli disse semplicemente Aragorn.  “ Ho preso la mia decisione.” Fin ascoltò ciò che l’amico aveva da dirgli e poi se ne tornò a casa. Non disse a Erestor che aveva trovato Aragorn e nemmeno quello che gli aveva detto. Non voleva creare altro scompiglio. Avrebbe avuto modo di farlo con calma in un secondo momento.

 

E venne il giorno delle nozze. Tutta Gran Burrone era in festa. Erano state fatte le cose in grande per quel giorno. Persino la natura aveva partecipato. Erano sbocciati una miriade di fiori di tutti i colori e il loro dolce profumo aleggiava nell’aria. Le piante avevano più foglie e acquistato un colore più intenso. I ruscelli scorrevano gorgheggiando, facendo da colonna sonora al canto degli uccelli. Il cielo era di un turchese intenso e il sole era un disco dorato che illuminava tutto quanto.

Sotto un grande arco stavano gli sposi che si scambiarono la promessa di matrimonio. Tutt’intorno a loro  i parenti, gli amici e tutta la popolazione sorridevano felici.

Il banchetto ebbe inizio. Tutto era perfetto. Ogni portata era un’opera d’arte di gusto e armonia. I commensali mangiavano e bevevano di gusto. Il tempo trascorreva veloce. Giunse anche il momento del taglio della torta. Era una perfetta riproduzione di Gran Burrone, con due piccole statuine rappresentanti gli sposi. Tutti brindarono con gli sposi alla loro felicità.

 

Poi si aprirono le danze. Il salone e i giardini vennero invasi dalla musica e dalle risate degli invitati. Si ballava ovunque: nel grande salone addobbato a festa e negli splendidi giardini. In mezzo a tutto quel parapiglia, solo Legolas se ne stava in disparte. Aveva sperato che Aragorn sarebbe tornato almeno per le nozze. Ma così non era stato. Si chiese per un attimo se l’avrebbe mai rivisto. Il cuore gli diceva di si, ma la ragione gli diceva il contrario. Gli amici lo osservavano preoccupati. Anche loro avevano sperato che Aragorn, tornasse ed erano delusi come Legolas. Solo Glorfindel sembrava non essere preoccupato. Se ne stava abbracciato al suo Res e non lo lasciava un momento. Erano splendidi insieme. Il giorno e la notte, la luna e il sole.

Elrond e Haldir camminavano mano nella mano tra gli ospiti, intrattenendosi con loro. Ogni tanto si rivolgevano uno sguardo languido o si scambiavano un tenero bacio.

 

La festa era nel suo pieno svolgimento. Legolas se ne stava appoggiato a una delle colonne e lasciava vagare il suo sguardo sulle coppie che danzavano, così immerso nei suoi pensieri da notarle appena. Non si accorse di una figura che  era entrata nella sala e camminava verso di lui. Improvvisamente i ballerini si fermarono e  la musica cessò. Tutti si volsero a guardare l’uomo che era entrato e  camminava a testa alta con lo sguardo fisso sull’elfo ignaro di quello che stava accadendo. Legolas si riscosse, per l’improvviso silenzio. Vide che gli sguardi di tutti erano rivolti verso l’ingresso della sala e si volse in quella direzione. Per poco non svenne. Aragorn! Il suo Aragorn era lì e camminava verso di lui. Vestito con uno splendido abito di fattura elfica avanzava con  il suo incedere elegante. In quel momento si poteva scorgere in lui il Re che un giorno sarebbe diventato. Incrociò il suo sguardo e vi lesse amore, dolcezza, tenerezza e passione. Rimase lì inchiodato finché Aragorn non lo raggiunse e, presolo per mano lo portò al centro della pista. L’orchestra ricominciò a suonare una dolcissima canzone e loro cominciarono a ballare. Tutti fissavano incantati quelle due splendide figure che volteggiavano sulla pista, gli occhi negli occhi, i corpi fusi come se fossero un tutt’uno.  Poi presero tutti a  danzare.

Aragorn portò Legolas fuori e smise di ballare.

 

“ Aragorn, sei tornato.” Fu tutto quello che l’elfo riuscì a dire, perché la bocca di Aragorn si chiuse sulla sua in un bacio pieno di passione.

“ Vieni.” Gli disse Aragorn e presolo per mano lo condusse nelle sue stanze. Entrò trascinandosi dietro Legolas e richiuse la porta alle loro spalle. Poi si girò e ricominciò a baciare Legolas, schiacciandolo con il suo corpo contro il muro. Fu un bacio lungo e intenso. Si staccarono per riprendere fiato, ma fu solo un attimo, poi ripresero quel lungo bacio. Aragorn cominciò a sbottonare la tunica di Legolas, facendogliela scivolare dalle spalle. La sua bocca scese nell’incavo del collo e poi più giù, fino ad arrivare ai capezzoli, che prese a succhiare e mordicchiare finché non divennero duri come il marmo. Sollevò per un attimo il viso a fissare il suo compagno e quello che vide gli fece ribollire il sangue. Legolas se ne stava languidamente appoggiato al muro, la testa leggermente gettata all’indietro, gli occhi chiusi, dalla bocca dischiusa uscivano gemiti di piacere. Quella bocca così perfetta. Allungò le dita per sfiorare quelle labbra tumide, che subito si richiusero su di esse leccandole e succhiandole. Un gemito sfuggì dalle labbra di Aragorn. I loro corpi si cercavano, i loro bacini si sfioravano. I vestiti erano di troppo. Si spogliarono freneticamente. Aragorn Schiacciò Legolas contro il muro e questi gli passò le gambe dietro la schiena. Voleva sentirlo contro di sé.

 

Aragorn si portò verso il letto e vi si lasciò cadere sopra, trascinando Legolas con lui. Legolas si sedette sopra di lui e cominciò a baciarlo mentre le loro virilità si sfioravano accendendo ancora di più il loro desiderio. Legolas  scivolò verso il basso e cominciò a leccare il ventre di Aragorn, scendendo lentamente sempre più in basso finché non arrivò all’inguine. Si fermò un attimo suscitando una protesta del compagno, poi si impossessò di lui. Aragorn si inarcò leggermente per permettere all’elfo di prenderlo tutto. La bocca di Legolas gli provocava sensazioni sconosciute. Mai era arrivato a un tal punto di piacere. Sapeva che non avrebbe resistito ancora per molto. Si sollevò e invertì le posizioni. La sua bocca  scese sul compagno e cominciò a leccare e succhiare. Mise una mano sulla bocca di Legolas che cominciò a baciarla e leccarla, poi scese verso il centro del suo piacere e cominciò ad penetrarlo dolcemente prima con un dito, con un secondo e con un terzo. Si muoveva lentamente, con delicatezza finché non raggiunse quel punto che strappò un gemito di paicere a Legolas.

 

“ Prendimi Aragorn…adesso!”  Aragorn prese un’ampollina di olio dal comodino e si preparò. Allargò la gambe dell’amante sollevandogli leggermente il bacino ed entrò in lui. Legolas si irrigidì per il dolore, sembrava volesse spaccarlo in due. Aragorn aspettò che si rilassasse e poi cominciò a muoversi dentro di lui. Lentamente, per abituarlo. Il piacere si sostituì al dolore. Legolas allacciò le sue gambe intorno alla vita di Aragorn e prese a muovere il bacino verso di lui, seguendo il ritmo delle sue spinte. La mano  Di Aragorn si  chiuse a pugno sul compagno. I respiri si fecero più veloci, i gemiti sempre più intensi mentre il ritmo aumentava. Aragorn sentì il seme del compagno bagnargli la mano e il ventre, si spinse con più forza dentro di lui e venne.

 

“ Aragorn” Legolas si girò a guardare l’amante. Nei suoi occhi brillavano le lacrime che cercava inutilmente di trattenere. “ Grazie. Grazie di essere tornato e di avermi perdonato.”

Aragorn gli asciugò il viso e gli sorrise.

“ All’inizio ero così arrabbiato, che non volevo tornare. Poi ho visto Glorfindel.”

“ Hai visto Glorfindel?” chiese Legolas stupito.

“ Si. Ha cercato di convincermi a tornare. Ma la rabbia era ancora tanta e così gli ho detto che avevo bisogno di tempo e che per un po’ mi sarei unito ai raminghi. Lui ha capito ed è ritornato a casa. Ma io non ce l’ho fatta. Sono rimasto lì in quella radura a pensare. Man mano che passava la rabbia, mi veniva quasi da ridere. Certo che dovevi essere proprio disperato per fare una cosa del genere.”

 

“ Altro che disperato.” Rispose Legolas accoccolandosi tra le sue braccia. Aragorn cominciò ad accarezzargli la spalla mentre riprendeva a parlare.

“ Si! L’ho capito. Solo una paura folle di perdermi poteva averti portato a fare una stupidaggine del genere. Allora ho capito quanto grande doveva essere il tuo amore per me. E ho cominciato a pensare di tornare. In fondo stavo per avere l’unica cosa che avessi mai veramente desiderato: Te.”  Legolas gli sorrise dolcemente.

“ Io. Questo elfo cieco e sordo al richiamo dei sentimenti. Se tu avessi decisi di non tornare, io sarei morto. Il mio cuore si sarebbe spezzato.”


Aragorn si chinò su di lui. “ Questo non lo avrei sopportato.” Mormorò prima di prendere nuovamente  possesso  delle sue labbra. Ben presto la passione divampò di nuovo e i loro corpi ricominciarono a muoversi al ritmo della sua musica.

I giorni che vennero furono ricordati per molto tempo come i più sereni e felici che mai si fossero  avuti a Gran Burrone. Passeggiando per i giardini, o nelle varie stanze della casa era facile incontrare Elrond con Haldir, Fin con Res e Legolas con Aragorn e vederli scambiarsi  tenerezze.

Vennero celebrate anche le nozze di Arwen. Gli unici che guardavano con annoiato distacco tutto questo, erano Elladan ed Elrohir che non ne potevano più di tutta questa zuccherosa dolcezza.

“ Vieni Elrohir, andiamocene a caccia. Qua rischiamo un’overdose di zuccheri” disse Elladan al fratello. I due partirono e stettero fuori quasi un mese, nella speranza che le cose cambiassero.  Ma… al loro ritorno… scoprirono che tutto era come prima.