.|. Tutti Pazzi per Haldir .|.

Capitolo 2

~

Legolas aveva trovato Haldir, ma non era solo. C’erano diversi altri con lui tra cui Lord Celebron i gemelli, Gandalf. Era rimasto per un po’ in loro compagnia poi se n’era andato alla ricerca di Aragorn. Gli dispiaceva per come gli aveva risposto. In fondo erano amici da sempre e in quei giorni lo aveva trascurato parecchio.

Sapeva quasi certamente che lo avrebbe trovato al laghetto. Era il suo posto preferito. Era una piccola radura nascosta dagli alberi,con un piccolo laghetto al centro, e alle spalle una montagna. L’acqua di un ruscello che scorreva in alto precipitava giù lungo la parete formando una piccola cascata e riempiva quella polla d’acqua per poi scorrere via attraverso un piccolo e stretto letto.

 

Avvicinandosi sentì delle voci. Una la riconobbe, era quella di Aragorn, ma l’altra no. Si avvicinò silenziosamente e guardò attraverso le piante. Aragorn se ne stava sdraiato a terra con la testa appoggiata alle gambe di Glorfindel che con la mano gli accarezzava dolcemente i capelli.

Quell’immagine lo colpì. Erano così dolci e belli insieme. Sembravano una coppia che si stava godendo un momento di tenerezza lontano da tutto e da tutti.

No, non poteva essere. Non quei due insieme. No… e intanto li fissava incantato. Il bellissimo elfo biondo e pallido era un meraviglioso contrasto con la bellezza bruna dell’uomo. Insieme erano uno spettacolo favoloso. Era indeciso sul da farsi quando Fin lo scorse.

“ Legolas, vieni” lo chiamò.

 

Aragorn fece per alzarsi, ma Fin con una leggera pressione della mano lo fece stare fermo.

“ Unisciti a noi. Si sta così bene qui”

“ Ti stavo cercando” disse Legolas ricolto all’amico “ volevo passare un po’ di tempo con te. In questi giorni ci siamo visti così poco”

Aragorn lo fissò sorridendo. “ Fermati qua con noi. Io e Fin volevamo allontanarci un po’ da tutta quella ressa e allora l’ho portato qua. Sapevo che non ci viene mai nessuno all’infuori di noi due.”

Quelle parole infastidirono Legolas. Quel posto era loro, solo loro. Non aveva il diritto di portarci qualcun altro. Non era giusto. Non diede voce ai suoi pensieri, ma la sua espressione era alquanto contrariata.

“ Mi sono ricordato che devo fare una cosa” disse alzandosi e si allontanò.

 

C’era troppa intimità tra Aragorn e Glorfindel e la cosa non gli piaceva.

“Non è che quell’elfo ha qualche mira su Aragorn?” si chiese.

“ Legolas, finalmente ti trovo” la voce di Haldir lo riscosse dai suoi pensieri. “ Vieni facciamo due chiacchiere” e lo prese sottobraccio.

Haldir era li con lui, voleva la sua compagnia. Non ci poteva credere. Che bello. Per un attimo si dimenticò di Aragorn, di Fin del loro posto segreto. Ma fu un attimo. La compagnia di Haldir si rivelò non essere poi un granchè. Era così pieno di se stesso, che non si accorgeva di quello che gli stava intorno. Come  aveva fatto a trovarlo irresistibile poi? Se lo stava chiedendo. Quanto era meglio la compagnia di Aragorn.  Già, ma l’amico adesso preferiva stare con Fin e lo aveva persino portato nel loro posto. Tanto valeva godere del privilegio di stare con Haldir e far schiattare di invidia tutti quelli che li incontravano.

 

I giorni precedenti il sabato della festa trascorrevano più o meno nello stesso modo. Tutti sempre appresso ad Haldir, uno sfoggio inimmaginabile di abiti meravigliosi. Se qualcuno, che non aveva mai visto un elfo fosse passato per caso da Gran Burrone in quei giorni, avrebbe pensato che le parole che solitamente venivano usate per descrive la bellezza di questo popolo erano insufficienti.

Arrivò anche quel giorno. Mentre i servi correvano a destra e sinistra per gli ultimi ritocchi e per sincerarsi che tutto fosse perfetto, gli invitati stavano rinchiusi nelle loro camere, e fin dal primo mattino diedero inizio ai preparativi. Lunghi bagni profumati, massaggi, e qualunque cosa facesse rilassare. Tutti ci tenevano ad apparire nella loro forma migliore.

 

Elladan e Elrhoir erano nella loro stanza e si stavano preparando. I loro abiti erano uguali. Avevano deciso così. Visto che si assomigliavano, vestiti nello stesso modo avrebbero avuto le stesse possibilità di conquistare Haldir. Solo il colore era differente. Mentre Elladan vestiva in verde scuro, Elrhoir aveva scelto un rosso cupo. Le lunghe tuniche accarezzavano i loro corpi evidenziandone le forme sinuose. Il verde e il rosso erano uno splendido contrasto con il nero dei loro capelli.

Sire Elrond era già pronto. Doveva scendere a ricevere gli ospiti. Ma non riusciva a staccare gli occhi dalla sua immagine riflessa nello specchio. Indossava una tunica in seta cangiante color oro, sopra un paio di pantaloni neri aderenti. Il tessuto ricamato emanava un luce splendente e creava un notevole contrasto con il nero corvino dei suo capelli.

 

Al fianco della figlia Arwen, Elrond faceva gli onori di casa. Anch’essa splendida con una tunica di pizzo bianco trasparente infilata sopra un abito scollato di seta bianca. Era semplicemente favolosa. Gli ospiti arrivarono uno dopo l’altro. Erano tutti bellissimi. Le stoffe più belle mai viste erano state usate per creare abiti che non facevano altro che accentuare la già leggendaria bellezza elfica.

Arrivò Legolas. Era vestito di Verde, suo colore preferito. La tunica aderente, accentuava le curve del suo corpo sinuoso a ogni movimento.

Per ultimo, o almeno così credeva, arrivò Haldir. Completamente vestito di nero. Il colore scuro metteva in evidenza i suoi capelli che sembravano argento puro e contrastava nettamente con il candore della sua pelle. Un ovazione di meraviglia accompagnò il suo ingresso. Sorrise. Ecco lo sapeva che sarebbe stato così. Aveva aspettato apposta per fare il suo ingresso e ne era stato ricompensato.

 

Ma la sua entrata fu subito surclassata dall’arrivo della splendida coppia formata da Aragorn e Glorfindel.

Gli abiti che la sarta aveva cucito per loro erano semplicemente meravigliosi. Glorfindel indossava una tunica in seta blu notte. Nel tessuto erano intarsiati sottili fili color oro che catturavano la luce ad ogni singolo movimento, riflettendola in aurea che contornava la sua figura. Le lunghe gambe erano vestite da un paio di attillati calzoni blu infilati negli stivali di pelle. I lunghi spacchi sui fianchi della tunica lasciavano intravedere la linea perfetta delle gambe.

Al suo fianco stava Aragorn vestito con una tunica color argento intessuta di fili neri, un paio di attillati pantaloni neri infilati negli stivali. Il tessuto scivolava sul suo fisico evidenziandolo fin nei minimi particolari.

I due erano un contrasto perfetto e tutti li ammirarono a bocca aperta.

Pensino Haldir, per un attimo ne rimase incantato.

 

La festa procedeva perfettamente. Tutti si stavano divertendo. Haldir circondato dal solito gruppetto di ammiratori, si godeva il suo successo. Teneva un braccio appoggiato sulle spalle di Legolas e intanto parlava con tutti.  Ma il suo sguardo correva spesso in direzione di Aragorn. Ne era rimasto colpito. Mai un uomo gli era apparso di una bellezza così folgorante. Si accorse che lo voleva. Doveva trovare il modo di avvicinarlo.

Aragorn intanto non aveva lasciato per un attimo il fianco di Fin. I due erano arrivati in ritardo alla festa non volutamente. La sua mente ritornò a quegli istanti.

 

Si stava vestendo, quando aveva sentito bussare alla porta. Era Fin, che pronto era passato a chiamarlo. Lo fece entrare. Per una volta ancora rimase abbagliato dalla bellezza dell’elfo.

“ Sono quasi pronto” gli disse andando a prendere la tunica per infilarsela. Ma fu bloccato da Fin. L’elfo lo prese per un braccio e lo spinse contro il muro. E lo baciò. Dapprima gli sfiorò semplicemente le labbra, ma quando sentì che l’altro non lo respingeva e anzi che rispondeva al suo tocco, approfondì il bacio. La sua lingua si insinuò nella bocca di Aragorn, cominciando a esplorarla, mentre le mani accarezzavano il petto nudo giocando con i suoi capezzoli. I loro corpi si sfioravano e potevano sentire il loro desiderio crescere. Aragorn aveva cominciato a slacciargli la tunica, quando sentirono bussare alla porta. Era la sarta che voleva vedere come andava l’abito di Aragorn. I due si scostarono in fretta e Aragorn le disse di entrare, mentre si infilava la sua tunica.

“ Ah Fin, eccoti qua. Ero passata anche da te. Volevo vedere come stavate. Si, avevo ragione, siete magnifici. Stasera surclasserete chiunque.” Posò loro un tenero bacio sulla guancia e se ne andò.

 

Fin e Aragorn si fissarono un momento negli occhi. Nessuno dei due era interessato alla festa. Avrebbero voluto riprendere da dove erano stati interrotti, ma non potevano.

Fin accarezzò il viso di Aragorn e sorridendogli dolcemente “ Vieni, andiamo. E’ solo rimandato” Aragorn si avvicinò gli posò un leggero bacio sulle labbra “ Si, solo rimandato” e insieme uscirono.

“ Aragorn, sei uno splendore” la voce di Haldir che gli sussurrava all’orecchio, riportò l’uomo alla realtà. Si girò a guardarlo.

“ Haldir, sono contento di rivederti”. Non lo sopportava, questo si. Ma comunque lo ammirava perché era un ottimo soldato.

Cominciarono a conversare amabilmente di tante cose. Ma mentre l’attenzione dell’elfo era tutta concentrata sull’uomo, questi invece era altrove. I suoi occhi perlustravano la sala e ogni volta che vedevano la figura di Glorfindel si posavano su di essa con desiderio. Più di una volta Haldir, seguendo il suo sguardo, aveva notato i loro cenni di intesa.

“ Bene, bene” pensò “ fra questi due c’è qualcosa”. Aveva nei confronti di Glorfindel un sentimento di amore odio. Lo ammirava perché era un grande, ma lo invidiava anche. Ne era geloso, perché sapeva che se solo Glorfindel avesse voluto, avrebbe potuto oscurare la sua fama e la sua bellezza in qualunque momento.

 

Se fosse riuscito a conquistare Aragorn, avrebbe avuto una bella rivincita. Era certo di poterlo fare. Il suo potere sugli altri Elfi era pressoché assoluto, pochi ne sfuggivano. Figuriamoci se quell’umano, con le debolezze tipiche della sua razza, poteva scappargli.

La ragione per cui Haldir risultava così irresistibile agli occhi di tutti era molto semplice. Sua nonna  gli aveva rivelato, tanto anni prima il segreto di un’erba magica di cui si era persa memoria. Quest’erba praticamente rendeva la persona che ne faceva uso irresistibile agli occhi degli altri. Gli unici su cui non aveva effetto erano le persone innamorate, perché il loro cuore apparteneva a qualcun’ altro. Per cui Haldir dedusse che Fin fosse innamorato, ma il suoi errori furono:  di credere che fosse di Aragorn e che quell’erba avesse potere anche sugli esseri umani.

 

Fin teneva d’occhio i due. Aveva capito il gioco di Haldir. Era tranquillo per quello che riguardava Aragorn, ma non voleva che l’elfo potesse combinare qualcosa di strano.

I suoi occhi incontrarono quelli di Aragorn e i due si scambiarono un lungo sguardo carico di promesse. Entrambi non vedevano l’ora che quella festa finisse per poter stare insieme.

Intanto quegli sguardi non erano passati inosservati nemmeno a Legolas e Erestor. I due stavano parlando con Haldir, quando questi si era allontanato per avvicinare Aragorn e adesso li stavano osservando.

Si scambiarono uno sguardo stupito. Nessuno dei due credeva che tra Fin e Aragorn potesse esserci qualcosa, ma quegli sguardi erano più eloquenti di mille parole.

 

Legolas, percepì uno strano senso di fastidio a quel pensiero. Ma cercò di scacciarlo. Non voleva pensare all’amico tra le braccia di qualcun altro che non fosse lui. Persino vederlo con Haldir, non gli dava così fastidio. Vedeva l’elfo con altri occhi ora. Era bello, quello si. Ma si chiedeva, cosa ci avesse trovato di così particolarmente interessante, da perderci la testa come gli era successo in quei giorni. Aragorn era mille volte meglio. Guardò Res e per un attimo intravide nello sguardo dell’altro i suoi stessi pensieri.

Già! Anche Res, stava aprendo gli occhi e si chiedeva come aveva anche lontanamente potuto preferire Haldir a Fin. Ma ormai era troppo tardi.

 

La festa era nel pieno del suo svolgimento, Haldir stava cercando in tutti i modi di fare breccia su Aragorn, ma sembrava un’impresa impossibile. Gli occhi e la mente dell’uomo erano tutti concentrati su Glorfindel.

“ Per i Valar. Non ce la posso fare. Mi dispiace avrei fatto volentieri uno sgarbo a quell’antipatico. E Poi Aragorn non è per niente male. Pazienza, dedicherò la mia attenzione a qualcun altro.” E dopo aver salutato l’uomo si diresse a passo sicuro verso Legolas, Res e Elrond che stavano conversando con i gemelli e Arwen.

 

Il gruppetto, sorrise ad Haldir. Finalmente li degnava della sua presenza. Cominciò così una gara tra padre e figli per attirare l’attenzione dell’elfo, mentre Legolas e Res con espressioni corrucciate osservavano Aragorn e Fin flirtare.

Ad un certo punto videro Fin sussurrare qualcosa all’orecchio di Aragorn che annuì e i due si allontanarono insieme.

“ Vieni, andiamocene.”  E preso Aragorn per un braccio, Fin lo accompagnò fuori sulla balconata del salone.