.|. Tutti Pazzi per Haldir .|.

Capitolo 1

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Come ogni primavera Gran Burrone era in fermento. Quel sabato si sarebbe tenuta la grande festa. La più importante perché era la festa che apriva la nuova stagione e dava inizio al periodo più bello e festaiolo dell’anno.

Tutti gli abitanti erano impegnati con i preparativi, come tutti gli anni tutto sarebbe stato perfetto e nessuna delle feste che sarebbe seguita nell’arco della stagione avrebbe uguagliato o superato la loro. Per loro era un gran motivo di orgoglio.

Tutte le personalità della razza degli elfi avrebbero partecipato, nessuno avrebbe rinunciato per nessuna ragione al mondo.

 

Gli invitati erano giunti ormai quasi tutti, per quel giorno era atteso l’arrivo di Lady Galadriel e Lord Celeborn con il loro seguito. Con loro sarebbe arrivata anche Arwen che aveva trascorso parte dell’inverno a Lothlórien.

I gemelli erano nella loro camera intenti a vestirsi, mai come in quei giorni avevano prestato tanta attenzione a quello che indossavano.

“ Elladan, che dici metto questo?”

Elladan  guardò il fratello “ Uhm, non so. Non ti dona particolarmente” invece stava benissimo. Troppo bene. Non voleva che il fratello potesse competere in bellezza con lui. Non in quel periodo e nemmeno la sera della festa.

Ma i gemelli non erano gli unici a prestare tanta attenzione a ciò che avrebbero indossato, tutti gli elfi stavano più o meno passando in rassegna il loro guardaroba. La ragione di tutta questa cura non era da ricercarsi  solo nella festa, ma era dovuta soprattutto al fatto che ognuno di loro maschio o femmina che fosse voleva fare colpo su di lui. L’elfo più ammirato e adorato da tutti gli altri: Haldir.

 

Aragorn se ne stava seduto in disparte, e osservava sorridendo tutto quel trambusto. Non riusciva a capire cosa tutti ci trovassero in Haldir. Forse si diceva io non sono un elfo non riesco a cogliere qualcosa, ma lui non ci trovava proprio niente di speciale.

Anzi, era bruttino, spocchioso, altezzoso, antipatico.

“ Mah, non saprei” continuava a ripetersi. E poi provava un senso di fastidio perché anche Legolas, che lui aveva sempre ritenuto al di sopra di certe cose, era letteralmente sparito dalla circolazione con la scusa che doveva prepararsi per la festa.

“ Anche lui, vittima di Haldir. Ma cosa avrà poi di tanto speciale che tutti gli elfi sono pazzi per lui!”

“ Me lo chiedo spesso pure io” al suono di quella voce Aragorn si voltò e si trovò di fronte Glorfindel.

“ Questo si che è super” fu il suo primo pensiero “ ecco se tutto questo caos fosse per lui lo capirei”

“ Fin, meno male. Pensavo di essere ormai l’unico essere vivente qui a non aver perso la testa.”

“ Aragorn, allora siamo in due. Io quello non lo sopporto proprio e non capisco cosa ci trovino di tanto speciale in lui.” E si sedette scuotendo la testa.

 

Aragorn lo fissò incantato. I suoi lunghi capelli biondi che sembrano fili d’oro si erano aperti a ventaglio celando per un attimo quel volto dai lineamenti perfetti. Per un istante Aragorn desiderò affondare le mani in quella cascata di seta dorata.

“ Per i Valar” pensò “ che mi prende?” si chiese stupito. Mai prima di allora aveva desiderato qualcosa così ardentemente. Fatta eccezione per Legolas, ma quella era un’altra storia.

Glorfindel, studiava intanto Aragorn. Mai prima di allora aveva notato, la sua rude e maschia bellezza. I suoi profondi occhi azzurri e quella bocca così sensuale, fatta per essere baciata.

Scosse la testa per scacciare dalla sua mente l’immagine di quelle labbra.

 

Intanto il fermento era aumentato erano arrivati gli ultimi invitati e con loro Haldir in quanto capo delle loro guardie e della scorta.  Tutti accorsero per vederlo e Haldir se ne compiacque. Sapeva dell’effetto che faceva sulla sua  gente e ne godeva appieno, anzi spesso se ne serviva. Non gli importava, erano gli altri a offrirsi e lui ne approfittava. Come tutte le volte avrebbe potuto scegliere chi preferiva per soddisfarsi.

Un sorriso soddisfatto gli illuminò il viso.

 

“ Ehi  Legolas,fermati” l’elfo si girò scocciato. Aveva fretta e Aragorn sicuramente gli avrebbe fatto perdere del tempo.

“ Aragorn, non ho tempo” rispose continuando a camminare. Per un attimo si pentì delle sue parole leggendo la delusione sul volto dell’amico, ma fu solo un attimo. Doveva andare alla piscina, sapeva che li avrebbe trovato Haldir e voleva passare un po’ di tempo solo con lui, se ci riusciva. Già era una cosa difficile, se poi gli facevano perdere tempo.

“ Dove vai?” gli chiese Aragorn “ Avevo pensato di trascorrere il pomeriggio insieme”

“ Mi spiace, ma non è possibile. Ho da fare” tagliò corto l’elfo riprendendo il cammino.

 

Aragorn immobile fissava la figura che si allontanava in fretta. Si sentiva profondamente ferito. Aveva capito dove stava andando l’amico. Un dolore sordo si impossessò di lui. Sapeva che quello che provava per Legolas non era semplice amicizia, ma qualcosa di molto più profondo, ma aveva imparato ad accettare di non essere ricambiato. Da tempo aveva i suoi  sentimenti sotto controllo e riusciva a conviverci, ma adesso il fatto che anche la loro amicizia fosse messa da parte lo faceva star male. Scosse la testa, come a voler scacciare la tristezza e le lacrime che erano spuntate nei suoi occhi. Possibile che nessuno si accorgesse che Haldir non li considerava. Che per lui tutto quello era solo un gioco, che si divertiva a prendersi gioco di loro, della loro ammirazione.

 

Poco lontano Glorfindel aveva assistito a tutta la scena. Gli dispiaceva per Aragorn. Aveva da tempo capito i suoi sentimenti per Legolas e lo ammirava per come aveva affrontato la cosa. Quel lampo di dolore che gli era passato nello sguardo, avrebbe voluto cancellarlo con dei baci. Gli scappò un sorriso amaro. Lui, il capitano delle guardie di Sire Elrond, che faceva strani pensieri sul futuro Re di Gondor.

“ Bah, caro mio, cambia strada.”

I suoi non erano certo pensieri d’amore. No quello mai, il suo cuore apparteneva ad una sola persona che però come Legolas per Aragorn era cieco nei suoi confronti. Però una bella storiella senza troppi coinvolgimenti, quella si che l’avrebbe apprezzata.

 

 Una strana idea cominciava a prendere forma nella sua mente. Si era accorto che Aragorn era rimasto colpito da lui, perché non approfittarne? Perché non unire le loro solitudini? Non era un’idea da scartare.

Era così immerso nei suoi pensieri che non si accorse di Erestor e gli finì addosso.

“ Eh, ma guarda dove metti i piedi” gli disse questi scocciato. Stava cercando Haldir, ma non gli riusciva di trovarlo da nessuna parte e cominciava a innervosirsi. Fin lo fissò perplesso. Era strano che Res fosse così agitato e scortese, lui di solito freddo e controllato.

“ Scusa” gli disse “ ero sovrapensiero e non ti ho visto.” Gli disse.

Erestor gli chiese “ A cosa stavi pensando di così interessante?”

“ Aragorn” sussurrò Glorfindel con sguardo languido e si allontanò.

Res lo fissò a bocca aperta “ Aragorn?”  Per un attimo aveva temuto di sentirgli rispondere Haldir, ma quella risposta lo aveva spiazzato.

 

Decise di ritornare nel suo ufficio, aveva un sacco di lavoro e voleva sbrigare tutto in fretta per avere più tempo da dedicare agli ospiti e a uno in modo particolare.

Ma le parole di Fin si erano impresse nella sua mente e per un attimo desiderò che avesse pronunciato il suo nome con quel tono così languido che gli aveva provocato i brividi.

Fin e Aragorn, no non poteva essere. Non ce li vedeva proprio insieme. Eppure un immagine si fece strada nella sua mente. Vedeva Fin con indosso solo un paio di pantaloni aderenti che abbracciava Aragorn e si chinava verso di lui per baciarlo, mentre il manto dorato dei suoi capelli celava i loro volti agli sguardi indiscreti. No, no era impossibile. Certo Fin era bello. Alto, con un fisico perfetto, un viso dai lineamenti cesellati, i grandi occhi azzurri e quel manto setoso di oro puro che erano i suoi capelli. Chiunque l’avrebbe trovato attraente.  Anche Aragorn, a pensarci bene non era male. Aveva un fisico muscoloso, una bellezza maschia, rude, occhi profondi come laghi di montagna. Si decisamente attraente. Avrebbero formato una splendida coppia insieme.

 

Quel pensiero gli procurò un sottile disagio. Pensare a Fin in coppia con qualcuno lo infastidiva. Decise di non approfondire, per evitare risposte spiacevoli.

In un’altra stanza  intanto, Sire Elrond stava urlando con la sarta perché il suo abito per la festa non era ancora stato ultimato.

“ Insomma, quanto tempo ci vuole. Lo voglio finito entro sera”

“ Ma sire” la povera sarta e le sue aiutanti in quei giorni avevano ricevuto rimproveri da tutti. Nessuno era disposto ad aspettare, volevano gli abiti pronti e subito. Poco prima era stata ripresa aspramente anche da Arwen per la stessa ragione. L’anno successivo avrebbe fatto in modo di sparire in quel periodo, sarebbe andata dalla sorella, che s’arrangiassero.

 

“ Si sire” rispose chinando la testa. Non poteva fare altrimenti. Gli unici previdenti come ogni anno erano stati i gemelli. Infatti già da qualche settimana aveva terminato i loro abiti.

Ma si sapeva, ogni volta che Haldir veniva a Gran Burrone era sempre la stessa storia. Una gara al vestito più bello. Possibile che non si accorgessero che quell’elfo non li calcolava per niente. Gli unici che sembravano esserne immuni erano Aragorn e Glorfindel, i suoi preferiti. Quell’anno aveva deciso di fare loro una sorpresa. Aveva cucito due abiti meravigliosi per la festa. Sarebbero stati sicuramente i più belli di tutti. Lo erano già così.