.|. Goodbye My Lover .|. by Calime E' l’alba, e dopo una notte insonne Orlando guarda la città risvegliarsi, e pensa ai suoi ultimi anni, in attesa forse di una telefonata…. Sentimentale | Slash | Rating PG-13 | One Piece | Commenta - Leggi i Commenti |
Disclaimer: purtroppo il Viggo e Orlando qui rappresentati esistono solo nella mia fantasia!!!! Questa è solo la mia versione dei fatti che li vedono protagonisti, non avendo testimonianze dirette delle loro vite… sigh! - La nebbia si alzava piano, avvolgendo pigramente nelle sue fredde spire la città ancora addormentata. Lenta, in sinuosa, avanzava strisciando, invadendo ogni vicolo, nascondendo ogni angolo, ogni forma, ogni colore. Eppure… c’era qualcosa di rassicurante nella bianca coperta che sembrava quasi voler proteggere la sua città. Orlando rabbrividì leggermente, stringendosi nella coperta di lana che aveva preso dal letto. Non era riuscito a dormire quella notte. Si era girato e rigirato, inutilmente. Verso l’alba aveva deciso di alzarsi, si era avvolto in quella calda coperta e si era preparato un bicchiere di latte caldo. Poi si era affacciato alla finestra, con la bevanda fumante tra le mani fredde, osservando la città addormentata. Si era messo a pensare, ricercando le cause della propria insonnia. Non aveva certo avuto difficoltà ad individuarle: esattamente sette anni prima, quello stesso giorno, aveva conosciuto qualcuno che avrebbe totalmente stravolto tutta la sua esistenza, i suoi sogni, le sue convinzioni, le sue priorità. Qualcuno che sarebbe diventato il centro stesso della sua vita. Sette anni… Orlando sospirò. Gli sembravano molti di più. Da quel momento niente era più stato come prima. Il mondo si era improvvisamente colorato. La vita si era riempita di oro, arancio, rosso, blu; si era riempita di passione, forza, amore. Era come se fino a quel momento avesse vissuto senza vedere, sentire…. Coi sensi offuscati dalla quotidianità. Forse per questo aveva sempre cercato il brivido, l’eccitazione negli sport più estremi: i voli giù dagli elicotteri, lo snowboard spericolato, il surf con onde impossibili… ma da quando aveva conosciuto lui tutto ciò gli era sembrato quasi futile, privo di senso. Improvvisamente aveva scoperto come era bello passare le notti a osservare le stelle e chiacchierare piano. Aveva imparato a godere di ogni minimo regalo che ogni giorno gli offriva, le albe spettacolari, il profumo delle rose, gli improvvisi giochi di luce. Perfino le giornate piovose e di nebbia lo affascinavano, ora. Viggo…. Orlando guardò verso l’orizzonte, dove già il chiarore di una nuova alba faceva capolino tra i tetti. Chissà se anche lui pensava a quel lontano giorno? Era certo di si. Orlando sapeva che per quanto non si vedessero, non si sentissero, non si parlassero più, entrambi provavano ancora le stesse emozioni, condividevano ancora lo stesso sogno, gli stessi pensieri. Lo stereo acceso in sottofondo spandeva nell’aria le note del nuovo cd di James Blunt. Orlando sorrise, sentendo la fine di una canzone
Look who’s alone now It’s not me, it’s not me
Era vero. Nonostante tutto, non era solo. Non lo era mai stato da quel lontano giorno di sette anni prima e sapeva che non lo sarebbe più stato. Orlando sorrise. Un sorriso nostalgico, triste. Strano, nonostante fosse esattamente un anno che non parlava con lui, un anno esatto che non sentiva la sua voce, gli sembrava ieri che aveva risposto al telefono ed era rimasto senza fiato, mentre una voce bassa pronunciava dolcemente il suo nome “Orlando”
Did I disappoint you or let you down? Should I be feeling guilty or let the judges frown?
No, non era accaduto niente in realtà. Nessuna causa scatenante, nessun furioso litigio, nessun complotto ordito ai loro danni. Semplicemente, era finita. Era stata la storia più importante della sua vita. L’unica persona al mondo che avesse realmente amato e che avrebbe amato per sempre. Ma….era finita. Ed era stato lui a volerlo.
‘Cause I saw the end before we’d begun Yes I saw you were blinded and I knew I had won So I took what’s mine by eternal right Took your soul out into the night
Ricordava ancora la prima volta che l’aveva visto. Il sole illuminava il suo volto perfetto e rendeva i suoi occhi azzurri trasparenti come un lago di montagna. Ricordava che si guardava attorno, con aria, smarrita, mentre Peter gli mostrava il set di Hobbittown. Lui aveva appena finito di girare delle scene in un set lì vicino ed era passato di là per salutare gli Hobbit, prima di andare a cambiarsi. Si era avvicinato silenzioso ai due uomini che, assorti nella conversazione, non si erano accorti di lui. Molto tempo dopo Viggo gli aveva confessato di aver creduto di avere una visione. Gli era apparso all’improvviso davanti un essere biondo, circondato dalla calda luce del sole, che creava come un’aurea attorno al suo corpo snello. Quando poi era riuscito a metterlo a fuoco, era rimasto semplicemente senza parole: era bellissimo. Ma questo Orlando l’avrebbe saputo solo molto dopo. Ora ricordava solo l’effetto che quell’uomo aveva avuto su di lui. Oh, certo. Lo conosceva di fama e aveva visto tutti i suoi film, comprato alcuni suoi libri di poesie ed un cd…. Ma niente l’aveva preparato alla realtà. L’aveva fissato ammirato, sentendosi lievemente in imbarazzo, per avere finalmente davanti, in carne e ossa, il suo idolo di ragazzino. E come ogni volta che questo gli accadeva, aveva iniziato a straparlare e fare l’ironico. “Che vedo! Un altro noioso mortale che vorrebbe allietarci con le sue eroiche gesta?” aveva detto, col sorriso che gli tremava sulle labbra. I due si erano voltati verso di lui e PJ aveva sbuffato, ridacchiando. “Viggo, lui è il principe Legolas, di Bosco Atro. L’Elfo più vanitoso e spericolato della Terra di Mezzo!” l’aveva presentato il regista. Orlando aveva allungato una mano, sperando che non si notasse quanto tremava, e aveva aggiunto “Nonché il più bello. In effetti mi chiamano ‘La Stella del Mattino della Terra di Mezzo’ anche se….” aveva aggiunto, ammiccando divertito, un’espressione maliziosa sul volto “Non sono sicuro non sia per le mie notti brave con gli Hobbit…” PJ era scoppiato a ridere, ammonendolo scherzosamente. Ma gli occhi di Viggo non lo avevano lasciato un istante, sembravano volergli leggere dentro e Orlando ricordava bene il brivido che lo aveva attraversato sotto quell’esame minuzioso. Poi Viggo aveva sorriso. Le sue labbra si erano distese, illuminandogli il volto e facendogli perdere quell’aria seria e perplessa e aveva ridacchiato divertito. Aveva allungato la mano a sua volta e stretto quella dell’Elfo. Era in quel preciso momento, rifletté Orlando, che era iniziato tutto. Quando aveva toccato la sua pelle per la prima volta, aveva capito di essere perduto. Sapeva che non avrebbero avuto futuro assieme, sapeva che il loro sarebbe stato un amore impossibile. Ma almeno una volta in vita sua voleva essere davvero felice e poter amare con tutto se stesso, aveva solo sperato che Viggo glielo permettesse.
It may be over but I won’t stop there I’m here for you, if you’d only care.
Era stata una pazzia, Orlando lo sapeva. Aveva deciso lui di rompere del tutto. Ma anche Viggo aveva poi convenuto che era meglio così. Semplicemente, non ce la facevano più.
You touched my heart, you touched my soul You changed my life and all my goals And love is blinded and that I knew when My heart was blinded by you.
Avevano stretto subito una forte amicizia, ma entrambi si erano resi conto che quello che li univa andava ben al di là. Si erano innamorati. Follemente. Disperatamente. Non erano stati capaci di nasconderlo, mentirsi… gli occhi dell’uno erano sempre stati lo specchio di quelli dell’altro e i loro cuori si erano legati indissolubilmente. Si erano confessati il loro amore sotto la pioggia battente, che bagnava i loro volti e gli incollava i vestiti al corpo. E lì, in mezzo a un bosco, con l’odore della terra bagnata che si mischiava al loro, avevano fatto l’amore per la prima volta. Si erano scoperti, amati, ritrovati.
I’ve kissed your lips and hold your hand Shared your dreams and shared your bed I know you well, I know your smell I’ve been addicted to you.
Si erano donate l’uno all’altro senza riserve. Accettandosi completamente, con le loro vite, i loro passati, i loro errori… erano stati gli anni più belli per entrambi e avrebbero sempre vissuto di quei ricordi, fino a quando avrebbero potuto stare ancora assieme.
Goodbye my lover Goodbye my friend You have been the one You have been the one for me
Orlando sospirò, perdendosi ancora nei ricordi. Non sapeva quando e come tutto era cominciato, ma a poco a poco quella storia li aveva quasi logorati. Oh certo, in Nuova Zelanda tutto era stato perfetto! Il resto del cast era come una famiglia e li aveva sempre coccolati e protetti; anche il primo anno in giro per le premiere era stato bellissimo. Era stato fantastico vedersi, stringersi forte, baciarsi, infischiandosene di stampa e fotografi. Ma poi le cose erano peggiorate. Orlando aveva iniziato a girare un film dopo l’altro, a girare il mondo per le premiere, a volte si svegliava di notte all’improvviso, senza ricordarsi dove si trovava. Riuscivano a vedersi poche volte e per troppo poco tempo. Orlando ricordava una volta in cui si erano visti per solo un’ora nella sala d’aspetto vip di un aeroporto. Lui partiva per l’ennesima premiere, Viggo per una esposizione fotografica. Era stato straziante.
I am a dreamer but when I wake You can’t break my spirit, it’s my dreams you take And as you move on remember me Remember us and all we used to be
Erano andati avanti così per un bel po’. Orlando non poteva più muoversi liberamente, si ritrovava subito circondato da fotografi e giornalisti. Non era neanche più libero di starnutire! Ogni ragazza, amica, con cui usciva veniva subito indicata come sua nuova fiamma. Ormai passava per un vero playboy e questo confaceva che complicare ulteriormente tutto. Viggo era diventato geloso, il non vederlo lo faceva impazzire. Negli ultimi tempi quasi ogni telefonata si concludeva con un furioso litigio, che aveva sempre lo stesso tema: Kate. Orlando sospirò, sorridendo tristemente. Povera Kate! Quella ragazza era proprio sfortunata. Non solo era il personaggio più odiato dalle ragazze, ma i suoi film erano tutti dei fiaschi!!! Inoltre aveva una storia piuttosto triste ed era piena di problemi. L’aveva conosciuta a duna premiere e avevano stretto subito amicizia. Lei si era dichiarata attratta da lui, ma Orlando aveva fin dall’inizio messo in chiaro che era innamorato di un’altra persona, ma che avrebbero potuto essere buoni amici, da quel giorno si erano visti spesso, lui l’aveva aiutata ad arredare la sua nuova casa, lei l’aveva accompagnato a Cannes… essendo più libera da impegni, aveva potuto raggiungerlo sui vari set ed Orlando le era stato molto grato. Lei gli aveva confessato della sua storia impossibile con Lundi, un modello australiano con cui stava da diversi anni, e lui, tempo dopo, del suo amore per Viggo. Quante volte avevano pianto l’uno sulla spalla dell’altra, si erano ubriacati assieme, gridando il proprio dolore. Eppure non avevano mai oltrepassato la sottile linea dell’amicizia, nonostante le gelosie di Viggo e la pazzie di Lundi. Malgrado tutte le sue rassicurazioni, il bel Danese non sopportava le foto che li ritraevano assieme, le storie dei giornalisti, le battute degli amici….
I’ve seen you cry, I’ve seen your smile I’ve watched you sleeping for a while I’d be the father of your child I’d spend a lifetime with you I know your fears and you know mine
Ricordava ancora la loro ultima notte assieme. Si erano rivisti dopo tre mesi di lontananza. Era capitato quasi per caso, avevano scoperto che sarebbero stati a New York la stessa data, solo per una notte. Si erano abbracciati, increduli, stringendosi forte, quasi a non volersi più lasciar andare. Avevano pianto, riso, fatto l’amore… ebbri di una felicità che non aveva confini, non aveva fine. Durante la notte, Orlando si era svegliato e aveva guardato a lungo l’uomo che amava dormire accanto a sé. Aveva osservato quel volto perfetto segnato dalla fatica, logorato dalla sofferenza che, Orlando lo sapeva bene, il loro amore gli causava. Aveva accarezzato quei capelli biondi, affondandoci le mani in quel gesto che adorava compiere. Aveva posato le labbra sulla sua tempia e ascoltato il suo respiro regolare. Allora aveva capito, ed una grossa lacrima gli era scivolata sulla guancia. Non potevano più andare avanti così. Non era giusto né per l’uno né per l’altro. dovevano smettere di sentirsi, vedersi….fino a quando entrambi sarebbero stati liberi. Liberi di stare assieme, amarsi, costruirsi una vita assieme. L’aveva risvegliato con i propri baci e le proprie carezze. E in silenzio, tra le lacrime, si erano amati dolcemente, come la prima volta, riscoprendosi e donandosi totalmente l’uno all’altro.
We’ve had our doubts but now we’re fine And I love you I swear that’s true I cannot live without you
Eppure l’amava ancora e l’avrebbe amato per sempre, si questo Orlando era assolutamente certo. Così come lo era del fatto che sarebbero tornati assieme, in un futuro non lontano. Si sarebbe rifugiato ancora tra le sue braccia, quel porto sicuro che lo aveva sempre protetto dal mondo. Avrebbero allontanato dubbi, gelosie, paure, per rifugiarsi, stavolta per sempre, in un mondo che era solo loro.
Goodbye my lover Goodbye my friend You have been the one You have been the one for me
Si erano detti addio all’alba, per una pura coincidenza proprio il giorno dell’anniversario del loro primo incontro…..
And I still hold your hand in mine In mine when I’m asleep And I will bear my soul in time When I’m kneeling at your feet
Da allora non si erano più visti, né sentiti, se si escludeva quell’unica telefonata all’anno, il giorno del loro anniversario. Seguivano le proprie vicende attraverso i giornali,le interviste ai media, internet, gli amici…. La Compagnia non li abbandonava mai, rispettando e comprendendo la loro scelta.
Goodbye my lover Goodbye my friend You have been the one You have been the one for me
Orlando sorrise al sole nascente, augurandogli mentalmente il buon giorno. Il telefono squillò e il suo sorriso si allargò, illuminandosi. Col fiato corto e la mano che gli tremava appena, rispose
“Orlando” lo chiamò dolcemente la voce roca che amava. “Viggo” lo chiamò a sua volta, in un soffio. “Buon anniversario, amore mio.” Sussurrò Viggo. Orlando era certo che avesse le lacrime agli occhi, come lui, lo sentiva. “Buon anniversario…… Ti amo poeta” aggiunse poi, con dolcezza. Un sorriso. Una lacrima. “Ti amo cucciolo”
I’m so hollow baby, I’m so hollow I’m so, I’m so, I’m so hollow.
Thanks to:
la mia beta adorata Elf, la mia paziente mammina
Baba e la dolcissima Fiore. Grazie per la splendida giornata
passata assieme!!!! ^____^
PERCHÈ LORO SI AMANOOOOOOOOO!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
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