.|. Passione Eterna .|.

7. Finzione Troppo Reale

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La porta si aprì e cinque guardie entrarono nella stanza.

“Bene, il prigioniero ha ripreso le forze…è ora di riportarlo dove dovrebbe stare…” disse uno di loro avvicinandosi all’elfo. Legolas capì subito a cosa si riferiva l’uomo…si appoggiò al muro cercando si allontanarsi il più possibile.

“No…” sussurrò scuotendo la testa. Elenband lo guardò poi fece un profondo respiro per recuperare coraggio e si mise davanti a lui.

“Cosa volete?…Andatevene subito, Re Elassar mi ha dato ordini precisi…il principe deve restare qui…”.

“Guardatelo…” disse l’uomo ridendo “Cosa credi di fare ragazzino?…Noi prendiamo ordini solo dal Capitano ed è quello che dovresti fare anche tu…ora spostati…”

“No…non potete portarlo nelle prigioni…” disse Elenband sostenendo lo sguardo dell’altro “…state agendo contro il volere del re…”

“Per quanto mi riguarda…non credo che il re rimanga ancora tale per molto…” lo interruppe la guardia ridacchiando “…basta parlare…prendetelo…” a quelle parole altri due uomini si fecero avanti ma il ragazzo non si mosse di un passo.

“Vi ho detto di uscire da questa stanza…” gridò ma una delle guardie lo prese per un braccio spingendolo violentemente contro il muro. Elenband sentì un forte dolore alla testa e la vista gli si oscurò. Legolas spalancò gli occhi quando vide il ragazzo cadere a terra, cercò di muoversi ma due uomini lo presero per le braccia…stavano per riportarlo di nuovo in quell’oscurità…

“Lasciatemi…” gridò e si divincolò dalla loro stretta spingendoli lontano ma subito altri due lo fermarono.

“Avanti non ricominciare a fare il bambino…” disse uno di loro, gli mise una mano tra i capelli e gli tirò indietro la testa “…dovrai restarci solo qualche giorno…”

“Già…poi verremo a riprenderti e ti porteremo nell’ultimo posto che vedrai…” continuò l’altro ridendo. Legolas sentiva il corpo sempre più debole, le ferite esteriori si erano rimarginate ma non quelle interiori…la paura iniziò di nuovo a impadronirsi di lui, il solo pensiero di tornare in quel luogo, circondato solo da buio e dolore lo faceva impazzire…non riusciva più a respirare come se una mano gli stringesse il collo…

“Lasciatemi andare…” gridò di nuovo “Non voglio tornare laggiù…”

“Sta zitto…” gli bisbigliò uno degli uomini all’orecchio “…oppure preferisci che t’imbavagliamo…” Ma era come se l’elfo non lo stesse ascoltando, cercava di liberarsi in ogni modo, anche se sapeva che era tutto inutile.

“No…non voglio…vi prego…lasciatemi” la sua voce era sempre più alta e piena di terrore…l’unica speranza che aveva era farsi sentire da Aragorn…ma poteva essere ovunque nel palazzo…ovunque ma non con lui…

“Lasciatemi…lasciatemi…No…”

Eomer stava camminando lentamente per il corridoio immerso nei suoi pensieri, uno degli scudieri gli aveva detto che era meglio non andare a palazzo in quei giorni ma non gli aveva riferito altro. Doveva andare a parlare con Aragorn, forse era successo qualcosa di grave…Arwen…doveva andare da lei…Ad un tratto sentì delle grida provenire da un altro corridoio, senza fermarsi a pensare iniziò a correre, non sapeva se la direzione era quella giusta ma poi la voce divenne più alta…arrivò davanti ad una stanza e lì rimase qualche attimo riprendendo fiato…quello che si trovò davanti lo fece rimanere senza parole. Un ragazzo era semi svenuto sul pavimento mentre cinque uomini stavano trattenendo qualcuno contro la sua volontà…non capiva chi era, vedeva solo dei capelli biondi ma quella voce che implorava pietà gli era famigliare…

“Cosa sta succedendo qui?” disse alzando la voce più che poteva. Le guardie si girarono di scatto verso di lui e allora lo vide…era Legolas…gli occhi sbarrati fissi davanti a sé, lo sguardo terrorizzato…due uomini gli stringevano le braccia costringendolo a camminare.

“Stiamo riportando questo prigioniero al suo posto signore…” disse una delle guardie “…non sono affari che vi riguardano…”

“Sì invece…” lo interruppe Eomer guardandolo “…lasciatelo subito…” ma gli uomini non accennarono nessun movimento.

“Ho detto…” gridò e questa volta strinse il pugno sulla spada estraendola velocemente dal fodero “…lasciatelo subito…” Le guardie si guardarono tra loro ma quando la lama si avvicinò alle loro gole allentarono subito la presa. Legolas cadde in ginocchio ma la paura che era stampata sul suo viso non accennava a diminuire.

“Ora fuori di qui…all’istante…” disse il re di Rohan guardando uno ad uno tutti gli uomini.

“Ve ne pentirete signore…” bisbigliò una delle guardie “…il Capitano verrà informato del vostro gesto…state ostacolando la legge…”

Eomer non rispose, si limitò a fissarlo fino a quando anche lui uscì dalla stanza, mise via la spada lentamente girandosi verso i due rimasti, vide che il giovane stava riaprendo gli occhi massaggiandosi la testa con la mano.

“Stai bene ragazzo?” disse “Sei anche tu uno di loro?”

Elenband annuì mettendosi a sedere “Mi hanno spinto quei maledetti…io sono una guardia del re, e mi è stato ordinato di restare col principe Legolas in sua assenza…Grazie mio signore…se non foste arrivato voi…”

Eomer gli sorrise e guardò l’elfo ai suoi piedi, stava per dirgli di rialzarsi ma le parole si fermarono…aveva ancora gli occhi spalancati e pieni di terrore, respirava velocemente, tremava e continuava a sussurrare delle parole…

“Legolas…” disse inginocchiandosi al suo fianco “Legolas mi senti?…Sono Eomer…se ne sono andati…” ma l’elfo sembrava non sentirlo.

“Non voglio tornare laggiù…” continuava a sussurrare “Non voglio…non voglio…”

“Legolas va tutto bene…” disse dolcemente Eomer e gli mise un braccio sulle spalle. Istintivamente Legolas appoggiò la testa sulla sua spalla, avvicinandosi a lui.

“Non fatemi tornare in quel posto…vi prego…”

“Legolas calmati…è tutto finito…nessuno ti porterà da nessuna parte…” bisbigliò l’uomo mentre gli accarezzava i capelli come con un bambino spaventato.

“Ma dove volevano portarlo?” chiese alzando lo sguardo verso il ragazzo ma senza allontanarsi dall’elfo.

“Nelle prigioni mio signore…” rispose Elenband “…è sospettato per la morte di un uomo e le leggi dicono che deve restare rinchiuso fino a quando non verrà stabilito se è colpevole…c’è già stato ma poi è stato colpito duramente dal capitano così l’hanno portato qui per essere curato…ora però che ha ripreso le forze volevano riportarcelo…”

Eomer lo fissava sbalordito…Legolas sospettato di omicidio…non lo conosceva perfettamente ma avrebbe potuto giurare che la cosa era impossibile…

 

“Vostra maestà…credo sia giunto il momento di ascoltare il principe Legolas se voi siete d’accordo…” disse Lumyr mentre i membri del Consiglio si preparavano a lasciare il Salone dei Re dopo aver finito la riunione quotidiana con il sovrano.

“Certamente…” rispose Aragorn sospirando “Ci riuniremo domani pomeriggio…”

“Mio signore, non credete sia meglio che il principe ritorni nelle prigioni fino ad allora?” disse il Consigliere abbassando la voce “…so che è vostro amico ma le leggi parlano chiaro in proposito, se dovesse succedere qualche altro fatto…”

“No…” lo interruppe bruscamente il re “…se sono le leggi che vi preoccupano…ebbene le cambieremo…gli Elfi sono creature della luce, non possono sopravvivere in luoghi come quello, forse il loro corpo sì, ma non la loro anima…il loro spirito può rimanere segnato per l’eternità…non pretendo che voi capiate ma io non permetterò che a Legolas succeda…né a lui né a nessun altro in futuro…quelle prigioni non verranno più utilizzate…”

“Certo mio signore…” disse Lumyr annuendo.

“In questo caso…” intervenne Gaenry “…è meglio avvisare anche il Capitano e le guardie perché credo avessero l’ordine di riportarcelo una volta recuperate le forze…”

Aragorn lo fissò, avrebbe voluto rispondergli ma il pensiero che quegli uomini avrebbero potuto riportare Legolas nell’oscurità in ogni momento prese il sopravvento, si girò e corse via velocemente, non udì nemmeno la voce di Arwen che lo chiamava.

 

Correva…correva più veloce che poteva ma la stanza di Legolas era lontana…forse in quel momento lo avevano già preso, lo avevano incatenato di nuovo a quel muro…lo aveva promesso, gli aveva giurato che non l’avrebbe permesso…si aspettava di trovare la stanza vuota e invece…si fermò sulla soglia, respirando profondamente…

Eomer stava stringendo Legolas tra le braccia, gli accarezzava i capelli sussurrandogli di stare tranquillo, di calmarsi, l’elfo aveva gli occhi chiusi e respirava a fatica…poi vide Elenband a terra vicino a loro che si massaggiava la testa e tutto si fece più chiaro nella sua mente…

“Legolas…” disse avvicinandosi a loro.

“Aragorn…” sussurrò Eomer rialzando la testa.

“Eomer…” disse Arwen entrando dalla porta.

“Arwen…” quando il re di Rohan la vide cercò di rialzarsi ma l’elfo si strinse a lui impedendogli alcun movimento.

“No…” sussurrò.

“Sono Aragorn e Arwen…aprì gli occhi avanti…” gli disse l’uomo ma era come se l’elfo non lo sentisse.

Aragorn s’inginocchiò vicino a loro e posò una mano sulla guancia di Legolas e l’altra sulla sua che stringeva l’abito di Eomer.

“Guardami…sono io…” sussurrò “Legolas…vieni da me…”

L’elfo aprì gli occhi e si girò verso di lui, lentamente si allontanò dal cavaliere che riuscì ad alzarsi.

“Sono qui con te…” continuò il ramingo e lo strinse tra le braccia, subito sentì il suo corpo rilassarsi e il respiro tornare alla normalità “Non succederà più…perdonami…” e gli baciò dolcemente la fronte.

Arwen guardò prima Eomer e poi Elenband

“Forse è meglio che tu vada a farti vedere dai curatori…” disse al ragazzo che si rimise in piedi e barcollando uscì dalla stanza chiudendo la porta.

“Qualcuno di voi può gentilmente spiegarmi cosa sta succedendo?” disse Eomer guardando Aragorn che si era rialzato con Legolas e lo stava accompagnando sul letto.

“Non lasciarmi…resta qui…” sussurrò l’elfo sedendosi.

“Non ti succederà niente…non ti lascerò più…”

“Sono arrivato e tutti mi dicono di andarmene perché non è sicuro restare qui…” continuò l’uomo guardando prima loro e poi Arwen “…poi entro a palazzo e sento delle grida…arrivo qui e trovo Legolas terrorizzato che cerca di liberarsi dalle guardie che vogliono portarlo nelle prigioni perché ha ucciso un uomo e poi…” si fermò per un attimo spalancando gli occhi “…qualcuno di voi può gentilmente spiegarmi anche questo…” alzò una mano indicando Aragorn e Legolas che si stavano baciando dolcemente.

 

Eomer stava seduto sulla sedia con le braccia appoggiate ai braccioli e guardava dritto davanti a sé, in piedi vicino a lui c’era Arwen, gli aveva appoggiato una mano sulla spalla e silenziosamente fissava gli altri due compagni seduti sul letto.

“Ora capisco…” disse Eomer rompendo il silenzio che si era creato “…adesso sì che è tutto più chiaro…” si alzò in piedi e fece qualche passo.

“Eomer cosa vuoi dire?” gli chiese Aragorn sbalordito, fino a quel momento lui non era riuscito a comprendere il perché di tutti quei fatti.

“…ecco perché Aragorn ha accettato così di buon grado la nostra storia…” continuò il cavaliere “…mi sembrava talmente strano che rinunciasse senza problemi alla sua sposa…”

“Eomer…” lo interruppe Arwen alzando la voce “…non è di questo che dobbiamo discutere ora…”

“Hai ragione, scusatemi…” sussurrò il re di Rohan avvicinandosi alla dama e baciandole la fronte “…allora…domani pomeriggio ci sarà una riunione…se Legolas dirà di aver passato la notte con te, come è realmente successo, e tu lo confermerai, le accuse su di lui cadranno ma non quelle su di te, e molto probabilmente ti toglieranno la corona giusto?”

“Diranno che come ho tradito la mia regina potrei tradire anche il mio popolo…” sussurrò il ramingo annuendo.

“Già, io credo sia assurdo ma conosco queste leggi e i Consiglieri possono farlo…” continuò Eomer facendo qualche passo nella stanza “…nell’altro caso invece, se Legolas dicesse di non essere stato con te o comunque tu non confermassi la sua versione…le accuse di tradimento nei tuoi confronti non avrebbero fondamenta ma lui…” si girò e guardò negli occhi l’elfo per un momento per poi posare il suo sguardo sul re di Gondor “…senza qualcuno che confermi la sua storia verrà incolpato e ucciso…”

“Io so quello che devo fare…” disse Aragorn “…quando mi priveranno della corona farò chiamare Faramir, riprenderà il suo posto come Sovrintendente e spero che riesca a trovare chi è stato ad uccidere quel ragazzo…”

“Ma cosa stai dicendo?” sussurrò Legolas fissandolo, con una mano gli strinse il braccio costringendolo a girarsi verso di lui “…non puoi farlo…non devi arrenderti, cosa dirà il tuo popolo?…”

“Legolas ti uccideranno!” lo interruppe l’uomo “…è questo che vuoi? Vuoi morire? Vuoi morire per un reato che non hai commesso?…”

“Io non…” sussurrò l’elfo abbassando lo sguardo per un attimo “…non voglio morire ma non permetterò che ciò che è tuo ti venga tolto a causa mia…e se l’unico modo è…”

“Non dirlo!” gridò il ramingo fissandolo “…hai perso completamente la testa? Non posso lasciare che ti uccidano..."

“Tu non puoi lasciare che ti tolgano la corona Aragorn!” continuò Legolas alzando la voce “Non puoi lasciare Gondor senza la tua guida…” ad un tratto vide che gli occhi dell’uomo si stavano riempiendo di lacrime “…non puoi rinunciare ad essere re…”

“Non farò quello che mi chiedi…” bisbigliò l’uomo scuotendo la testa “…non posso…”

“Tu non puoi perdere il tuo regno…” disse Legolas respirando profondamente.

“Io non posso perdere te!” gridò Aragorn, la voce spezzata dalle lacrime. Legolas non riuscì più a mantenere la freddezza e lo abbracciò, stringendolo più che poteva e baciandogli la fronte.

“Non voglio…ti amo troppo Legolas…” bisbigliò il ramingo “…il mio popolo può vivere senza di me ma io…io non posso vivere senza di te…”

“Non può succedere…” disse Arwen abbassando la testa “…tutto questo per colpa mia…”

“Arwen ne abbiamo già parlato…non devi dire così…” la interruppe Aragorn rialzando la testa per guardarla “…lo sai che non è vero…” Legolas gli accarezzò il viso asciugandogli le lacrime sorridendo. Appena sentì la sua mano, l’uomo si voltò di nuovo verso di lui e gli sorrise dolcemente.

Eomer si girò verso di lei con uno sguardo interrogativo.

“Sì invece…dovevo chiudere quella porta e non l’ho fatto…così Conyc è uscito sul balcone e vi ha visto…” gridò la dama, le lacrime iniziavano a scivolare sul suo viso “…è colpa mia…”

“Shh…calmati adesso…” sussurrò Eomer prendendola tra le braccia e accarezzandogli i capelli “Se solo quel Conyc non vi avesse visti…”

 

All’improvviso qualcuno bussò alla porta ed entrò lentamente

“Sono Elenband vostra maestà…” disse il giovane richiudendo la porta dietro di sé. I quattro si guardarono senza muoversi, ormai il ragazzo li aveva già visti, non potevano più fare niente.

“Scusate l’intrusione…” continuò lui “…ma ho scoperto alcune cose che vorrete sicuramente sentire…” Allora vide gli occhi preoccupati che lo stavano fissando “Oh…non voglio sapere cosa sta succedendo qui dentro e non mi interessa…sono venuto solo per dirvi…” si guardò intorno e respirò profondamente “…non credo che Conyc abbia veramente visto qualcosa…”

Aragorn spalancò gli occhi “Continua…è lascia stare i vari mio signore e vostra maestà te ne prego…”

“Bene vostr…allora…in realtà credo che Conyc non avesse niente a che fare con questa storia, diciamo che è stato solo una vittima inconsapevole…Sono stato fino ad ora a parlare con Gweridith che mi ha dato una tisana per il mal di testa, quella donna è veramente molto gentile ma quando apre bocca è difficile farla tacere, quindi tra una frase e l’altra, molte delle quali senza senso, sapete che ha raggiunto una certa età oramai, mi ha rivelato dei fatti strani che mi hanno incuriosito…” Fece qualche passo nella stanza e si girò verso il re.

“Gweridith quella sera, mentre passeggiava nel corridoio per passare il tempo, vide fuori dalla finestra il povero Conyc che faceva la guardia al cancello…molto più tardi, mentre preparava l’acqua calda per il vostro bagno, notò il Consigliere Gaenry e il Capitano Gwomyr parlare nelle cucine, quando la videro le chiesero dove si trovasse il principe Legolas in quel momento…e sembrarono molto compiaciuti della sua risposta… Sempre quella notte, vide il Capitano Gwomyr correre lungo un corridoio con un arco tra le mani…mettendo insieme tutti i fatti…”

Il ragazzo restò un attimo in silenzio ad osservare gli altri, vide che il re di Gondor aveva appoggiato i gomiti sulle ginocchia e si stava tenendo la testa tra le mani.

“Come hanno potuto…” sussurrava “…perché…”

“Io credo…” iniziò di nuovo Elenband “…che le due persone in questione non siano contenti del vostro modo di regnare, altrimenti perché complottare tutto ciò…forse siete troppo attento che ogni cosa funzioni a dovere, per loro siete troppo perfetto come re e l’unico modo per farvi perdere la corona era questo…a dire il vero prima del vostro arrivo le cose non andavano molto bene ma c’era qualcuno che ne traeva molto vantaggio…e vi lascio immaginare chi…”

“Sì, Faramir me ne ha parlato…” disse Aragorn rialzando la testa “…tornando a noi…prima hai detto giusto, Gweridith è molto saggia ma a causa del suo modo di fare molti la considerano solo una vecchia pazza, tutte queste informazioni possono esserci molto utili ma non possono essere usate davanti al Consiglio…Elenband grazie, quando tutto sarà finito verrai ricompensato se sarò ancora re…vai pure ma resta a palazzo…” Il giovane annuì sorridendo e uscì dalla stanza.

“Bene e adesso?” disse Eomer guardando l’uomo seduto sul letto “Sappiamo che il Capitano delle guardie ha ucciso quel ragazzo con una delle frecce di Legolas per far ricadere la colpa su di lui, quindi molto probabilmente è stato questo Gwomyr a vedervi nel giardino e magari era presente anche quel Consigliere, così insieme hanno organizzato tutto in modo che tu confessassi la tua storia segreta…sono stati proprio bravi…a tal punto che anche avendo scoperto tutto quanto non possiamo farci ancora niente…”

“L’unica cosa certa è che non puoi dire di essere stato con me…” sussurrò Legolas guardando Aragorn “…tu eri con Arwen quella sera ed io…inventerò qualcosa…posso dire di essere stato nella mia stanza a riposare, nessuno può affermare il contrario se ero solo…”

“Appunto Legolas…” gli rispose il ramingo scuotendo la testa “…e nessuno può nemmeno confermarlo, saresti accusato in ogni caso…e poi ci hanno visto, se io negassi di essere stato con te il problema rimarrebbe…chi era l’uomo che baciavi nel giardino? Ci hai pensato Legolas?” L’elfo abbassò lo sguardo sospirando.

“Cosa risponderesti allora?” continuò il re accarezzandogli una guancia “Con chi eri quella notte?”

“Con me…”

Aragorn e Legolas si voltarono di scatto con un’espressione stupita sul volto, anche Arwen guardò l’uomo al suo fianco spalancando gli occhi.

“Dirà che era con me…” ripeté Eomer facendo qualche passo al centro della stanza “…pensateci bene per un momento…Legolas è stato visto con un uomo quella notte, era buio e chiunque avrebbe potuto confondere due persone, fisicamente siamo molto simili ed io potevo avere i capelli raccolti…per quel fatto del “mio re” che mi avete detto…beh, anche io sono un re…”

Arwen fissò il cavaliere per un attimo poi il suo sguardo si diresse verso Aragorn

“Ha ragione…” sussurrò la dama “…potrebbe funzionare, se Eomer dirà di essere stato con Legolas tutta la notte ogni accusa cadrà…”

“Sì, credo di sì ma…” disse il ramingo guardando negli occhi il re di Rohan “…sei sicuro di volerlo fare Eomer? Questa confessione potrebbe crearti dei problemi…”

“Certo che sono sicuro…tutto questo è successo per colpa mia, sono stato io ad allontanare Arwen dai suoi doveri quella sera…” lo interruppe Eomer “…e poi non mi creerà nessun problema, io non ho una moglie e posso dividere il mio letto con chi voglio, donna o uomo…o meglio Elfo, non fa differenza…ovviamente anche Legolas deve essere d’accordo…”

L’elfo si guardò intorno e vide gli occhi di tutti puntati su di lui

“Sì io…” sussurrò respirando profondamente “…io sono d’accordo, in questo modo tutto dovrebbe tornare come prima giusto?”

“Se quei due non si inventano qualcos’altro…” disse Aragorn guardandolo “…rimarrebbe comunque il mistero sull’identità dell’assassino di Conyc, non abbiamo prove concrete per accusare Gwomyr…ma state tranquilli che quando la riunione sarà terminata, sia lui sia il Consigliere Gaenry me la pagheranno cara…”

Legolas lo fissò per un attimo, aprì bocca per parlare ma Eomer lo precedette.

“Ora che tutto è risolto…potremmo andare a magiare qualcosa? E’ da ieri che non tocco cibo…”

Arwen rise e gli baciò le labbra, poi entrambi si avviarono verso la porta

“Aragorn forse è meglio…” sussurrò la dama.

Il ramingo annuì e si alzò in piedi ma prima di seguirli prese tra le mani il volto di Legolas

“Ti faccio portare qualcosa da Elenband…” sussurrò baciandolo dolcemente “…devi recuperare le forze per domani…” L’elfo sorrise annuendo e lo seguì con lo sguardo mentre si allontanava, nella sua mente però alcuni pensieri stavano prendendo il sopravvento.

 

Arrivò la sera, Legolas era seduto sul letto e guardava fuori dalla finestra, si era tolto gli abiti e aveva indossato quei pantaloni bianchi molto leggeri che usava per riposare, aveva mangiato il cibo che Elenband gli aveva portato, anche se non ne sentiva la necessità ed ora stava ascoltando i rumori che provenivano dal corridoio, per lo più erano passi ma ogni tanto udiva la voce del ragazzo intonare qualche canzone.

Si alzò e andò davanti alla finestra, la luna risplendeva nel cielo…da quanto non usciva da quella stanza? Quanto avrebbe voluto passeggiare di nuovo nei giardini del palazzo, guardare gli alberi e i fiori…ad un tratto un soffio di vento lo investì muovendogli i capelli, chiuse gli occhi e sorrise, non faceva caldo ma gli piaceva comunque sentire l’aria fresca sulla pelle, lo rilassava e ne aveva bisogno. Da quando era rimasto solo aveva continuato a pensare a quello che avrebbe dovuto fare il giorno dopo, ed ogni volta si preoccupava sempre di più…forse non doveva, forse tutto si sarebbe sistemato senza problemi…

Un altro soffio di vento, questa volta più forte…sentì un brivido percorrergli il corpo…Aragorn, non sapeva perché ma i suoi pensieri si diressero su di lui, ormai erano giorni che non sentiva le sue mani, i suoi baci, sapeva che la mente dell’uomo era rivolta altrove e ne aveva tutte le ragioni…ma quanto desiderava stare con lui, avrebbe voluto farsi stringere, farsi amare per dimenticare tutto quello che aveva passato negli ultimi giorni…anche se non lo dava a vedere l’oscurità era ancora dentro di lui e nonostante cercasse in ogni modo di liberarsene non ci riusciva…aveva bisogno di amore…

“Legolas…”

Quando sentì una voce si girò di scatto e si trovò davanti il re di Rohan.

“Scusa non volevo spaventarti…” disse Eomer sorridendo “..ho bussato ma non mi hai risposto così…”

“No, è colpa mia, ero perso nei miei pensieri…” sussurrò l’elfo abbassando lo sguardo.

“Dobbiamo parlare di una cosa…” iniziò il cavaliere facendo qualche passo “…noi non ci conosciamo bene e so di non avere nessun diritto di chiedertelo ma…devo sapere cos’è successo quella notte tra te e Aragorn, devo sapere cos’hanno visto…”

Legolas lo guardò per un attimo, aveva ragione, se quegli uomini avessero chiesto qualcosa a lui, la versione doveva essere la stessa…

“Sì certo…” sussurrò l’elfo abbassando di nuovo lo sguardo “…abbiamo passeggiato nel giardino per un po’, poi Aragorn si è appoggiato ad un albero e…” respirò profondamente indeciso se continuare ma doveva farlo “…mi ha stretto a sé, ci siamo baciati per molto tempo poi mi sono inginocchiato davanti a lui, gli ho aperto i pantaloni e…”

“No…” disse Eomer chiudendo gli occhi per un secondo per poi riaprirli incrociando lo sguardo perplesso dell’elfo “…non voglio saperlo…non continuare…”

“Ma…tu me lo hai chiesto…” sussurrò Legolas alzando le spalle.

“Sì ma…la prossima volta che ti faccio una domanda tu…ignorala…” disse l’uomo sospirando, fece ancora qualche passo nella stanza poi si girò di nuovo verso di lui “…ma le fate spesso queste cose all’aperto o è stato solo un caso…” quando vide che l’elfo stava per rispondere però lo fermò “…no, lascia perdere, come non detto…ignorami…”

Legolas sorrise abbassando lo sguardo “Comunque…” sussurrò “ …non è successo nient’altro, siamo rimasti fuori fino a quando ha iniziato a piovere e dopo poco siamo rientrati…”

“E siete stati insieme tutta la notte giusto?” disse il cavaliere poi bisbigliando tra sé “…e non voglio sapere a fare cosa…”

“Sei sicuro?…” disse l’elfo sorridendo e vide che anche l’uomo, nonostante non lo stesse guardando, sorrise.

“Ora…” iniziò Eomer avvicinandosi a lui “…credo di conoscere abbastanza il genere di uomini che vi hanno fatto questo e sono più che sicuro di una cosa…non si arrenderanno facilmente, quando domani dirò di essere io il tuo amante cercheranno in tutti i modi di dimostrare che non è vero…quello che voglio dire è...forse ci chiederanno una prova…”

“Lo so…” disse Legolas fissandolo negli occhi “…so che possono arrivare a tanto ma io non sarò da meno, non lascerò che portino via ad Aragorn ciò che è suo di diritto…non m’importa cosa mi chiederanno, se servirà per salvare lui ed il suo regno…io lo farò…”

Eomer rimase senza parole, non riusciva a credere che la persona che aveva davanti era la stessa che poche ora prima tremava per la paura tra le sue braccia…lo guardò per un momento…la luce della luna rendeva la sua pelle chiara quasi come i pantaloni che indossava facendolo sembrare una fredda statua di marmo…una fredda ma bellissima statua…i suoi occhi però erano pieni di coraggio, decisione, forza…il suo sguardo rivelava la vita che c’era in lui, la passione con cui avrebbe difeso il suo amore era così forte da far sparire ogni timore…

“Legolas…” sussurrò l’uomo avvicinandosi a lui “…se ci chiederanno una prova…dovremo sembrare amanti…”

L’elfo annuì “Lo so…proviamo…”

Eomer sentì il battito del cuore aumentare di velocità, non sapeva se ci sarebbe riuscito…era solo un bacio ma continuava a pensare a lei…ma proprio per lei doveva farlo, non sopportava vederla soffrire…

Si avvicinò lentamente a lui senza distogliere lo sguardo dal suo, i pugni chiusi lungo i fianchi, e appoggiò le labbra sulle sue.

Legolas chiuse gli occhi, non riusciva a muoversi…ma perché? Doveva farlo, doveva far credere a quelle persone che quell’uomo era il suo amante…eppure gli sembrava di tradire Aragorn con quel gesto…

Entrambi fecero un passo indietro guardandosi

“Non siamo molto convincenti…” sussurrò Eomer “…so che è difficile Legolas ma lo è anche per me…entrambi amiamo altre persone ma è per loro che lo stiamo facendo…dipende tutto da noi…”

“…possiamo farlo lo so…” disse l’elfo “…forse chiudendo gli occhi e pensando a loro…”

Il cavaliere annuì “…va bene, riproviamo…” poi sussurrò tra sé “…non ho mai avuto così tanti problemi nel baciare qualcuno…”

Legolas sorrise e si avvicinò di nuovo a lui, chiuse gli occhi e posò le labbra sulle sue, questa volta però mise una mano dietro la sua testa mentre con l’altra si strinse a lui…pochi attimi dopo sentì sulla schiena le mani dell’uomo, lo stavano accarezzando dolcemente…senza pensare aprì la bocca e lasciò che la sua lingua entrasse in contatto con la sua…forse non doveva farlo…nella mente continuava a ripetersi che quello non era Aragorn…ma il suo corpo non voleva collaborare…

Eomer si stava perdendo completamente in quel bacio, all’inizio pensava ad Arwen ma quando sentì la pelle morbida e il corpo caldo contro il suo la sua mente lo lasciò…iniziò a succhiare avidamente quelle labbra e quella lingua, stringendo forte l’elfo a sé…non aveva mai baciato un uomo…o meglio un Elfo che non sia Arwen, si sentiva strano…era sempre stato lui la persona dominante in queste situazioni e invece con lui non doveva dimostrare niente…poteva lasciarsi andare…alzò una mano e gli accarezzò i capelli…erano così sottili, lisci come la seta…era così bella la sensazione che provava nel sentirli scivolare tra le dita…involontariamente sfiorò più volte con il palmo della mano il suo orecchio, sentì il corpo dell’elfo tremare tra le sue braccia e un gemito uscire dalle sue labbra…non riusciva a capire, forse era perché da giorni non stava con Arwen…ma si sentiva bruciare sempre di più…

Legolas stava perdendo contatto con la realtà…non era Aragorn…eppure il suo corpo aveva ceduto al piacere…quel piacere che da giorni aspettava di ricevere…doveva fermarsi…ma poi sentì la sua mano e quel controllo che cercava di mantenere andò perduto…istintivamente si mosse contro di lui e non riuscì a trattenere un altro gemito quando sentì nell’uomo la stessa eccitazione che si era impadronita di lui…

“Eomer…” gli sussurrò sulle labbra senza riaprire gli occhi ma invece di allontanarlo, con la mano dietro la sua testa lo strinse di nuovo a sé.

Eomer non comprendeva più se quello che stava accadendo era reale…non era più un semplice bacio stava andando oltre…non doveva continuare ma non riusciva a fermarsi…quando sentì che l’elfo lo tirava a sé di nuovo invece delle labbra scese sul suo collo, sfiorando con la lingua la pelle morbida…il profumo dei suoi capelli era completamente inebriante…era troppo…doveva fermarsi…doveva…

“Eomer…basta…” sussurrò Legolas ma sia accorse che la sua voce era poco più di un gemito, non riusciva a trovare la forza di allontanarsi per primo e sperava che l’avesse il cavaliere ma non sembrava così…non poteva continuare, stava per superare ogni limite e non voleva…

“Fermiamoci…basta…” disse ancora una volta con più convinzione.

Entrambi si allontanarono di scatto e rimasero a fissarsi per un lungo momento senza parlare, il silenzio era rotto soltanto dai loro respiri.

“Ora…” sussurrò Eomer “…ora eravamo molto più convincenti no?…”

“Sì… credo…” rispose Legolas abbassando lo sguardo “…credo che così possa funzionare…”

“Già…bene…è meglio che vada adesso…” continuò l’uomo voltandosi per aprire la porta “Buonanotte…” prima di uscire però si fermò girandosi di nuovo verso di lui “…ma cos’è successo?…” sussurrò “…io non…” Quando lo guardò vide che nei suoi occhi c’era la stessa domanda…e non solo quella…c’era anche desiderio, ed era probabilmente la cosa che anche l’elfo poteva scorgere nel suo sguardo…

“Devo…devo uscire di qui…” bisbigliò e velocemente lasciò la stanza richiudendo la porta dietro di sé.

 

Legolas rimase immobile cercando di fare chiarezza nei mille pensieri che affollavano la sua mente…ma cosa aveva fatto? Non era da lui gettarsi tra le braccia di qualcuno solo per avere conforto, ma era stato più forte di ogni altra cosa, voleva sentire il calore…ma era sbagliato…ormai era successo e non poteva più farci niente, l’indomani tutto sarebbe finito e ognuno sarebbe ritornato alla propria vita, doveva solo dimenticare…

Si sdraiò lentamente sul letto e si ricoprì con le lenzuola, chiuse gli occhi sospirando e vide il suo volto…Aragorn…cosa avrebbe pensato di lui?…ma perché…non era successo niente, dovevano fingere di essere amanti ed era quello che avevano fatto, non provava nessun sentimento per Eomer, se non una semplice amicizia…era stata quella situazione a rendere entrambi più vulnerabili…niente di simile sarebbe più accaduto…

I suoi pensieri furono interrotti quando qualcuno entrò silenziosamente dalla porta.

“Non credevo di trovarti già a letto…” disse Aragorn sorridendo mentre si avvicinava a lui.

“Mi hai detto tu di riposare…” sussurrò Legolas guardando l’uomo che lentamente si stava togliendo i vestiti “…non dovresti essere qui…non è sicuro almeno fino a domani, se tutto andrà bene…”

“E perché?” disse il ramingo sdraiandosi a sua volta sotto le coperte con solo i pantaloni addosso “…qualche legge mi vieta di passare la notte a parlare con un mio amico? In ogni caso Elenband resterà di guardia…” con una mano gli accarezzò il viso.

“Di cosa dobbiamo parlare?” gli chiese l’elfo fissandolo preoccupato.

“Non lo so…” bisbigliò l’uomo un attimo prima di abbracciarlo e baciarlo con passione. Legolas si strinse a lui rispondendo al bacio…finalmente quelle braccia, quel calore che aveva tanto atteso…l’eccitazione che poco prima si era risvegliata in lui prese di nuovo pieno possesso del suo corpo…senza riuscire a trattenersi si mosse contro di lui…ma Aragorn si allontanò…

“Aspetta…” sussurrò il ramingo sorridendo quando sentì un lamento uscire dalle labbra del compagno “…ho un altro piano in mente…” passò un dito sulla sua fronte, continuando poi sul profilo del naso e sulle labbra “…nei tuoi occhi, in questi giorni, ho visto solo paura e dolore…questo non sei tu, ti amo e non posso tollerare la tristezza nel tuo sguardo…” si avvicinò fino a quando con le labbra poteva sfiorargli l’orecchio mentre con la mano gli accarezzava il petto scendendo sempre più in basso “…questa notte voglio farti raggiungere il piacere così tante volte da farti dimenticare tutto quello che è successo…”

Legolas strinse il pugno sulla coperta quando la mano di Aragorn iniziò a muoversi su di lui, prima lentamente poi più forte, mentre con la lingua gli sfiorava l’orecchio…

Il ramingo era sdraiato al suo fianco e lo guardava sorridendo, più lo toccava e più sentiva il bisogno di averlo completamente ma no…non quella notte…passarono pochi momenti e vide l’elfo piegare indietro la testa sul cuscino con le labbra semiaperte…i suoi gemiti lo facevano impazzire ma non voleva che anche Elenband dall’esterno li sentisse…gli mise delicatamente l’altra mano sulla bocca e dopo poco sentì l’elfo perdere completamente il controllo…

“Come ti batte il cuore…” sussurrò Aragorn appoggiando la testa sul petto del compagno in attesa che il suo respiro tornasse alla normalità.

“Batte per te…” bisbigliò Legolas mentre con la mano gli accarezzava i capelli.

Il ramingo si mise sopra di lui baciandolo ma capì che stava per dire qualcosa così gli lasciò libere le labbra.

“Domani sarà l’ultimo giorno vero?” disse l’elfo fissandolo “…poi tutta questa storia sarà finita…”

“Lo spero…ma non parliamo di domani…” rispose l’uomo abbassando lo sguardo sul suo corpo “…o meglio, se vuoi tu parla pure…io ho altro da fare…” e sorridendo gli baciò il collo e il petto, scendendo su di lui.

Legolas richiuse gli occhi quando sentì che i baci stavano raggiungendo quel punto.

“Estel…” sussurrò sorridendo “Estel…dobbiamo parlare di una cosa…”

“Ti ascolto…” bisbigliò Aragorn un attimo prima di iniziare a muovere la lingua su di lui.

“…domani…quando…ci chiederanno…forse…” ma alla fine ci rinunciò e i sospiri si sostituirono alle parole.

 

“Va tutto bene?” disse Arwen stringendosi contro il corpo nudo di Eomer “…non sei mai stato così silenzioso dopo aver…” Il re di Rohan sorrise baciandola e ricoprendo entrambi con le coperte.

“Sì certo…sto solo pensando a domani, a quello che dovrò dire…” poi abbassando la voce “…a quello che dovrò fare…”

“Non preoccuparti…ormai è finita, ogni cosa tornerà a posto…” disse la dama baciandolo di nuovo “…quando tu e Legolas direte di essere amanti ogni accusa cadrà e quei due non potranno fare più niente di male a nessuno, anche se a dir la verità non so ancora cosa Aragorn abbia in mente per loro…”

“Già ma questa storia degli amanti…non so se…” sussurro l’uomo guardando il soffitto.

“Funzionerà…sta tranquillo” lo interruppe lei “…dovete solo mentire per un giorno…forse però per dare più credibilità alla storia dovevi passare la notte con lui, non con me…”

Eomer la guardò con gli occhi spalancati

“Sto scherzando…” continuò ridendo “…andiamo, devi solo fingere di essere il suo amante non devi diventarlo per davvero…” improvvisamente tornò seria e distolse lo sguardo da quello del compagno “…sarebbe atroce…” sussurrò “…quando oggi ti ho visto con Legolas, mentre lo abbracciavi, mi sono sentita persa…nella mia mente sono riaffiorati i ricordi di quando vidi Aragorn stringerlo e baciarlo nel bosco di Lothlòrien, io ero già a conoscenza del loro amore anche se loro ne erano all’oscuro ma…vederli così…era stato comunque troppo, io amo Legolas come un fratello ma non potrei sopportare di perdere ancora l’uomo che amo a causa sua…”

Eomer sentiva il cuore battere sempre più forte, l’ultima cosa che voleva era vederla soffrire, e soprattutto a causa sua, quello che era successo poco prima nella stanza di Legolas era stato uno sbaglio, per pochi momenti aveva ceduto al desiderio, la debolezza della carne aveva ottenebrato la sua mente ma mai più avrebbe ripetuto lo stesso errore…anche se l’indomani forse avrebbe dovuto di nuovo avvicinarsi a lui…

“Arwen guardami…” sussurrò avvicinando il volto a quello della dama “…io ti amo con tutto il cuore…amo te e nessun altro…non provo assolutamente niente per Legolas, è solo un amico come lo è Aragorn…qualsiasi cosa succederà, qualsiasi cosa vedrai…sappi che nel mio cuore c’è posto solo per una persona…e quella persona sei tu…mi credi?”

Arwen sorrise annuendo prima di baciarlo con passione.

 

“Saesa…sii’ (Ti prego…adesso)” gemette Legolas quando iniziò di nuovo a vedere le stelle, non sapeva quante volte avesse già raggiunto l’estasi quella notte, ogni attimo sentiva sul corpo le mani e la bocca di Aragorn…un piacere continuo, insieme dolce e intenso che gli faceva superare ogni limite…

Quando il ramingo sentì il corpo dell’elfo sciogliersi nuovamente gli passò la lingua sulle labbra aperte per poi scendere sul collo e sul petto ricoperti ormai dal sudore della passione.

“Come va?” gli sussurrò stringendolo tra le braccia, sentiva contro il petto il cuore di Legolas che batteva prepotentemente e sul collo il suo respiro caldo che lentamente tornava normale…era così bella quella sensazione…sarebbe rimasto così per tutta la notte ma anche se non voleva ammetterlo, si sentiva molto stanco e non restavano molte ore per riposare, in più il giorno seguente avrebbe dovuto affrontare il Consiglio…

“Devo risponderti?” bisbigliò l’elfo sorridendo.

“No, non serve…mi basta guardarti…” disse l’uomo baciandolo sulla fronte. “Vuoi che continui?”

“No…” rispose ridendo Legolas “…non avrei mai pensato di dirlo ma…non credo di farcela ancora, se vuoi che domani mi alzi da questo letto è meglio riposare…a meno che tu non voglia che io…” ed iniziò a baciare il collo di Aragorn, ma sentì le sue mani sul volto.

“Questa è la tua serata…” sussurrò il ramingo “…non ce n’è bisogno…” e lo strinse di nuovo chiudendo gli occhi.

 

Era quasi mattina e Legolas stava osservando il compagno disteso al suo fianco, da molto il suo sonno non era tranquillo, continuava ad agitarsi, a scuotere la testa, avrebbe voluto svegliarlo ma poi in certi momenti tornava ad essere calmo, così si limitava ad accarezzargli il viso. Ad un tratto lo sentì bisbigliare il suo nome…l’elfo sorrise e scese lungo il suo corpo baciandogli il petto e il ventre fino a raggiungere ciò che cercava…

Aragorn non capiva se era un sogno, un incubo o cos’altro…continuava a vedere Gwomyr e Gaenry che si prendevano gioco di lui…poi tutto cambiò e si ritrovò nel giardino con Legolas, lo stava baciando e dopo poco l’elfo si inginocchiò davanti a lui…ma non era più lui l’uomo con Legolas…ora vedeva la situazione dall’esterno…Legolas stava dando piacere a Eomer…Ora erano in una stanza e ancora Eomer stava abbracciando e baciando il suo elfo…

 

“No…” sussurrò. Legolas alzò lo sguardo ma vide che stava ancora sognando così continuò a passare la lingua su di lui, chissà che sogno era? Era strano…il corpo del ramingo aveva quasi raggiunto il massimo dell’eccitazione anche senza i suoi baci ma la sua mente sembrava negarla…

 

Basta…gridò ma dalla sua bocca non uscì alcun suono…la scena cambiò di nuovo ma non i protagonisti…Eomer era sdraiato sopra a Legolas e si muoveva con forza…dentro di lui…stava amando il suo elfo…No…No…vi prego…sentiva i suoi gemiti, lo sentiva gemere il nome del re di Rohan…ad un tratto sentì una mano sulla guancia, abbassò lo sguardo e vide Legolas disteso sotto di lui…guardò di nuovo davanti a sé…ora Eomer stava facendo l’amore con Arwen…Ti amo Aragorn…disse l’elfo senza aprire bocca…Amami…senza farselo ripetere lo baciò…sentì il corpo perdere lentamente contatto con la realtà…ma quale realtà? Dov’era?…l’unica cosa che sentiva chiaramente era il calore di Legolas…poi il piacere lo raggiunse…onde accecanti di luce…e aprì gli occhi…

 

“Aaye (Salve)…” sussurrò dolcemente Legolas sdraiandosi sopra di lui “ Ma cosa stavi sognando?”

Il ramingo lo guardo per un attimo senza parlare, cercando di capire se era vero o no ma quando sentì le labbra dell'elfo e il proprio sapore nella sua bocca capì che era reale.

“Non lo so…era tutto così strano…” bisbigliò abbracciandolo.

“Non essere così vago…cosa c’era nel tuo sogno di così eccitante?…” gli chiese Legolas sorridendo “…non è stato tutto merito mio…”

“C’eri tu…” rispose l’uomo baciandolo di nuovo “…ma c’era anche Eomer e tu stavi con lui…lo baciavi e…più che un sogno era un incubo a dir la verità…”

Legolas sentì un brivido lungo la schiena, non era possibile, perché aveva fatto quel sogno? Iniziava a sentir crescere dentro di sé la paura di quello che sarebbe successo quel giorno.

“Per fortuna alla fine eri di nuovo con me…e mi hai riportato alla realtà…” continuò Aragorn sorridendo “…e in un modo molto piacevole…grazie…” girò la testa verso la finestra e vide che il sole era già alto nel cielo, doveva essere quasi ora di pranzo.

“Legolas…” disse alzando la voce “…perché non mi hai svegliato…” e velocemente si alzò dal letto rivestendosi. L’elfo lo guardò perplesso

“Ma come…credevo di averlo fatto…” sussurrò.

“Sì ma prima intendevo…è tardissimo…” continuò l’uomo allacciandosi la tunica “…mi staranno cercando…”

“Il Consiglio si riunirà questo pomeriggio…c’è tempo per…” ma le parole di Legolas furono interrotte bruscamente da quelle del ramingo.

“Non c’è solo quel maledetto Consiglio…ho altri compiti da svolgere, dei doveri verso il mio popolo e non posso sprecare un’intera mattinata a letto senza far niente…” il tono che aveva usato era molto serio, quasi fosse arrabbiato, non sapeva perché…forse era stato quell’incubo, sembrava così reale…vedere Legolas tra le braccia di un altro gli aveva fatto completamente perdere la testa…

“Esci pure se vuoi, ma vedi di non allontanarti troppo…” continuò Aragorn avvicinandosi alla porta, poi bisbigliando tra sé “…altrimenti mi accuseranno di aver cercato di farti scappare…”

Legolas guardò la porta richiudersi, perché l’aveva trattato in quel modo? Non aveva fatto niente di male…sentiva il cuore battergli forte…quelle parole…strinse le labbra e si girò verso la finestra…Aragorn non gli aveva mai detto che passare delle ore insieme a lui era tempo sprecato…

 

“Legolas…”

L’elfo si girò di scatto, non aveva sentito il cavaliere avvicinarsi, forse perché stava ancora pensando alla frase che aveva detto Aragorn poco prima.

“Scusami…” disse Eomer fermandosi a pochi passi da lui e appoggiandosi all’albero “Dev’essere destino…ogni volta che tento di parlarti ti faccio spaventare…”

Legolas sorrise “No…diciamo che arrivi sempre nei momenti in cui sono a stretto contatto con la mia mente…è da molto che non esco e stavo contemplando le meraviglie di questo giardino…” Aveva mentito…ma non poteva certo parlare con lui di quello che era successo quella mattina.

“So che è il momento meno adatto…” disse l’uomo abbassando lo sguardo “…visto quello che dovremo forse fare tra poche ore ma…la scorsa notte…”

“Non ce n’è bisogno…” lo interruppe Legolas guardandolo “…sappiamo entrambi cosa e perché è successo…come sappiamo che non succederà mai più, non dobbiamo dire altro…va tutto bene”

“Certo…” disse Eomer sorridendo “…hai ragione…ieri sera Arwen mi ha parlato di quando ti ha visto con Aragorn per la prima volta e di quanto ha sofferto già una volta per la perdita di colui che amava ed io mi sono sentito così in colpa…anche solo per averti toccato…”

“Arwen sapeva del nostro amore…” sussurrò l’elfo facendo un passo verso di lui “…non fraintendermi ma…nonostante tenga a te come amico nel mio cuore c’è posto per una sola persona…Arwen può stare tranquilla, io amo Aragorn con tutto me stesso…”

“Ma come…non mi ami?” disse Eomer guardandolo seriamente “Tutti questi anni…passati a compiere atti di sfrenata passione in ogni luogo e non provi niente per me?”

Legolas spalancò la bocca fissandolo ma poi vide che sulle labbra dell’uomo comparve un sorriso che divenne presto una risata.

“Dovresti vedere la tua faccia in questo momento…” disse il cavaliere continuando a ridere.

L’elfo lo guardò ancora per un momento poi scosse la testa e non riuscì a trattenere una risata “Uomini…” sussurrò.

Ad un tratto Eomer smise di ridere e prese Legolas tra le braccia stringendolo, mentre con una mano gli accarezzava i capelli. L’elfo rimase immobile, non si aspettava una cosa simile ma poi sentì la voce dell’uomo.

“Stanno passando alcuni membri del Consiglio Reale…” gli bisbigliò all’orecchio “Ci hanno visti…spero che non abbiano anche sentito…”

Legolas si strinse a lui “Non devono aver sentito…non devono…” sussurrò disperato ma poi sentì una voce e dei passi.

“Principe Legolas il re vuole…” disse Elenband avvicinandosi, quando li vide abbracciati la sua voce si abbassò “…vederti”

L’elfo si allontanò da Eomer, lo guardò e poi si incamminò velocemente seguito dal ragazzo che lo fissava.

“Non guardarmi così Elenband…” disse senza voltarsi “…non è come pensi, capirai tutto più tardi…almeno spero…”

 

“Avvicinati” disse il re di Gondor quando lo vide entrare. Era solo nella grande sala, in piedi vicino al trono.

“Siediti…”

L’elfo lo guardò stranamente “Non posso sedermi…quello è il tuo posto…”

“E’ il mio posto e voglio che ora ti ci sieda tu…” disse l’uomo e rimase ad osservare il compagno che lentamente si sedeva sul trono, accennò un sorriso quando lo vide guardarsi attorno come un bambino spaventato perché consapevole di aver fatto qualcosa di male.

“Ora…sei tu a prendere le decisioni…” continuò mettendosi davanti a lui e abbassandosi appoggiando un ginocchio a terra “Cosa devo fare con il Consigliere Gaenry e il Capitano Gwomyr?”

Legolas lo fisso per un attimo indeciso se rispondere o no…ma perché lo stava chiedendo a lui? Non aveva alcun potere a Gondor e non poteva intromettersi nelle decisioni del sovrano…fece un profondo sospiro…

“Risparmia loro la vita…” sussurrò guardandolo negli occhi “…so che sono malvagi e hanno fatto del male ma non voglio assistere ad altri spargimenti di sangue…non quando è possibile evitarli, stiamo vivendo un periodo di pace…un ragazzo innocente è morto senza una ragione ma non è con la vita di altri uomini che lo riporteremo tra noi…” abbassò lo sguardo ma sentì sulla guancia la mano di Aragorn.

“Sarai un grande re un giorno…” disse l’uomo sorridendo “…e il tuo popolo ti rispetterà e ti amerà come ti rispetto e ti amo io…quando tuo padre deciderà che per te sarà giunto il momento di prendere tra le mani le sorti del vostro regno…”

“Non credo…” sussurrò Legolas “…non credo che diventerò mai re di Bosco Atro…mio padre vuole che mi sposi e che…” ma era così difficile continuare “…non diventerò re…”

“Perché Legolas? E’ il tuo destino…” disse Aragorn guardandolo dolcemente ma quando incrociò lo sguardo del compagno tutto gli fu più chiaro.

“Non posso rinunciare a te…” continuò Legolas “…se diventare re significa dover fingere di essere felice con qualcun altro, fingere di amare qualcun altro…beh, rimarrò quello che sono…non mi interessa governare un regno se per farlo devo rinnegare me stesso e perdere tutto quello che amo”

Il ramingo non riusciva a distogliere lo sguardo da lui, capiva perfettamente cosa provava perché erano le stesse emozioni che sentiva dentro di sé quando credeva di dover rinunciare a lui per diventare re di Gondor. Abbassò la testa e la appoggiò sulle gambe del compagno.

“Estel prima mi hai detto una cosa…” sussurrò l’elfo, sapeva che molto probabilmente l’uomo l’aveva detto senza pensarci ma quelle parole continuavano a restargli fisse nella mente “Hai detto che…” ma fu interrotto da una voce.

“Aragorn…” disse Arwen entrando nel salone “…i Consiglieri chiedono se sei pronto per cominciare la riunione…”

 

“Resta la dietro fino a quando non sarai chiamato” disse Aragorn all’elfo indicandogli la seconda uscita vicino al trono.

“Tra poco arriverà anche Eomer…” aggiunse Arwen guardando il viso preoccupato di Legolas “Andrà tutto bene”

L’elfo annuì e uscì dalla stanza fermandosi vicino alla porta aperta, fece un profondo respiro…avrebbe voluto parlare con Aragorn di quella mattina, in quel modo si sarebbe tolto un peso dal cuore…ma ormai doveva lasciare da parte quella questione e pensare al resto. Sentì delle voci e si girò, era molto distante ma vide lo stesso chiaramente due persone passare lungo l’altro corridoio che si poteva scorgere da quel punto. Uno era il Capitano Gwomyr e al suo braccio c’era una ragazza, con lunghi capelli corvini sciolti sulle spalle, stavano ridendo e parlando a bassa voce.

Legolas li guardò per un momento ma poi sentì che nel Salone dei Re la riunione stava cominciando.