.|. Forever & Ever .|.
Capitolo Nove ~
Orlando si sentì cingere la vita da due braccia forti e muscolose. Si
lasciò andare ed appoggiò la testa sulla spalla del compagno.
“Viggo…” sussurrò, facendo seguire un debole lamento.
L’uomo, senza smettere di abbracciarlo, cominciò a bisbigliare
nell’orecchio del giovane la sua poesia. Teneramente. Lentamente.
Orlando chiuse gli occhi e si lasciò cullare da quella musicale e
bellissima voce, stretto in un caloroso abbraccio. Poi, però, fu costretto
a tornare in sé e a riconcentrarsi sulle parole: erano diverse da quelle
che sapeva. Queste non le conosceva.
“Your
steady hands cradling my grateful skull: / were you taking in my face to
save an image / you’ve rarely allowed yourself after leaving that cold
alcove? / Am I a photograph you gaze at in moments of weakness? /
You
ordered me off my knees into your arms./ Wasn’t to beg that I knelt: /
only to see you once from below. /
Tried
to say something that filled my mouth and longed to rest in your ear. /
Don’t dare write it down for fear / it’ll become words, / just words.”
( LE TUE MANI
FERME
TRATTENGONO IL MIO GRATO
CRANIO: / STAVI CINGENDO IL MIO
VOLTO PER SERBARE UN'IMMAGINE
/
CHE RARAMENTE TI SEI CONCESSO DOPO
AVER LASCIATO QUELLA FREDDA ALCOVA?
/
Quando Viggo finì,
nessuno dei due parlò. Orlando era commosso e un nodo alla gola gli
impediva di parlare. Anche all’uomo, verso la fine, aveva iniziato a
tremare la voce. Lo strinse ancora di più a sé. Una
calda lacrima solcò il viso del giovane e Viggo se ne accorse. Gli passò
una mano sulla guancia, per asciugarla, e lo girò verso di sé. Guardò in
quegli occhi lucidi e arrossati.
“Orlando… Non si possono conoscere mari e oceani nuovi fino a che non si
ha il coraggio di prendere il largo…” gli disse, tranquillamente ma con
decisione. “Lo
so Vig… Ma…se quel coraggio non lo trovi?” “Lo
si trova, se lo si vuole veramente…” ribattè, avvicinandosi alla bocca
dell’amico. “Sì,
è vero…” rispose Orlando, facendo una piccola pausa. “Allora, adesso,
trova il coraggio di baciarmi…” gli sussurrò poi sensualmente. L’uomo
sorrise. “Per
questo non ho nessuna difficoltà…” e lo baciò. Fu
subito un bacio passionale e pieno di desiderio. Le loro lingue si
univano, si cercavano e tornavano a toccarsi. “Oh
Vig…” gemette Orlando, per riprendere fiato. “Non sai quanto l’abbia
desiderato…”
“Anch’io l’ ho desiderato e sognato tanto…ma ora sono qui… Siamo
qui…” disse l’uomo, cominciando a spogliare il giovane.
Orlando non fece alcuna resistenza e, pian piano, anche lui tolse i
vestiti a Viggo. Lo prese, poi, per mano e lo condusse verso il letto. Si
sdraiarono vicini e il giovane appoggiò la testa sul petto del compagno.
Fece un lungo sospiro, poi disse:
“Quelle ultime strofe che hai detto… Sono nuove, vero?” “Sì.
Le ho scritte alcuni mesi fa, dopo la premiere qui, a New York, de “Il
Signore degli Anelli-Le Due Torri”. Ricordi quando prendesti il mio viso
tra le mani?”
“Sì…lo ricordo bene…” rispose, riflettendo un attimo. “Ecco a che cosa si
riferisce la tua poesia!”
“Esatto…”
“Bhè…complimenti!” disse il giovane, sorridendo timidamente.
“Grazie!” rispose a sua volta Viggo, ricambiando il sorriso e baciando il
compagno sulla fronte.
Intanto che i due attori parlavano, la radio trasmetteva “Wonderful
tonight ” di Eric Clapton. “E’
bellissima questa canzone…” disse l’uomo, alzandosi e mettendosi sopra il
compagno. “E tu
sei meraviglioso stanotte…” continuò, accarezzando delicatamente quel
volto angelico.
Orlando sorrise, ma sentiva crescere dentro di sé il desiderio… Non
avrebbe resistito a lungo così, con Viggo nudo sopra di lui che lo
accarezzava e il suo calore che lo riscaldava. [Solo una domanda: e
chi resisterebbe??!?!?! ^^ NdElf]
Anche il self-control dell’uomo stava per cedere.
Lentamente cominciò a muovere il bacino contro quello di Orlando che,
istintivamente, aprì le gambe per stare più comodo. Un gemito uscì dalla
bocca di entrambi.
“Viggo…sei sicuro? Sei sicuro di quello che vuoi?”
“Sì…mai stato più sicuro, te lo giuro…” rispose, non fermando i suoi
movimenti. “E tu? Vuoi che smetta?”
“Smettere? Ma sei pazzo?!” Viggo lo guardò negli occhi e scoppiarono a
ridere. Poi il giovane si fece serio:
“Scherzi a parte… Sì Vig, anch’io sono sicuro di quello che voglio…” “E
cosa vuoi?” “Te…”
*****************
There’s nothing that I could hide
You
know me better than anybody else
(…)
Baby
I’m naked, naked with you
Feels
like the first time
I’m
trembling, shaking
My
heart’s overtaken
Feels
like I’m falling
All
over again
Baby
come and take me
‘Cause
I’m trembling, shaking
My
heart’s almost breaking
Baby,
I’m naked with you…
(…)
So
let’s lose ourselves in the night,
Forget
the world for a while
Make
love till the morning light
Take
me wherever you want to, baby…
(Naked,
by Celine Dion)
*****************
Le
mani dell’uomo cominciarono ad esplorare il corpo dell’amico, ricercando i
punti più sensibili. Anche
quelle di Orlando non rimasero ferme e percorsero ogni centimetro di Viggo. In
quella notte tiepida di luglio, in una delle città più importanti del
mondo, due anime si erano rincontrate. In
quella stanza d’albergo, con la musica che accompagnava i loro movimenti,
due corpi si stavano toccando e i loro sospiri rendevano l’aria della
notte ancora più calda e torbida.
“Orlando continua…” supplicò Viggo, in preda al piacere.
“Mmmm…no, mi spiace, ma… ora devo smettere…Non voglio che tu raggiunga il
piacere così…” disse il giovane, fermando la mano. Il compagno riaprì gli
occhi, un po’ deluso. “Mi
vuoi lasciare così insoddisfatto?” chiese, aggrottando le sopracciglia. “No…
E’ solo che vorrei…” s’interruppe un attimo per guardarlo negli occhi e
poi continuò: “Voglio fare l’amore con te…”
L’uomo sorrise e lo abbracciò.
“Anch’io voglio amarti… E questa volta, penso, non ci saranno impedimenti
ed interruzioni…” rispose l’uomo, baciandogli il lobo dell’orecchio. Il
giovane accennò un sorriso. “Hai
ragione! Quella volta che…”
“Sssshh…” lo interruppe Viggo. “Non parlare…” e cominciò a baciarlo su
tutto il corpo, con passione. Ogni
volta che le labbra dell’uomo venivano sostituite dalla sua lingua, la
pelle di Orlando tremava e brividi, simili a scosse elettriche, gli
percorrevano il corpo, leggermente sudato. Una
mano si fermò nel punto più caldo ed eccitato, facendo uscire un grido
dalla bocca del giovane. Ma
Viggo voleva di più: voleva fargli perdere completamente il controllo e
sostituì la mano con la bocca.
Orlando s’irrigidì, stringendo le lenzuola con entrambe le mani. Gemette.
L’uomo, soddisfatto, non si fermò, facendo aumentare sia la sua
eccitazione che quella del compagno. Il
calore stava divorando Orlando, che non riusciva né a parlare, né a
respirare: si lamentava.
Lamenti di puro appagamento.
“Fermati…” gli riuscì questa richiesta, ma fu poco convincente.
“Fermati Viggo…” ci riprovò. Allora l’uomo si arrestò, guardandolo.
“Vieni qui…” gli disse, prendendo il suo viso tra le mani e baciandolo con
trasporto. Viggo
si perse in quel bacio sublime e dolce. Poi la sua bocca rimase vuota: le
labbra di Orlando erano passate sul collo e sul petto. L’uomo si stese
delicatamente sopra il compagno, cominciando a muoversi. Il
giovane smise di baciarlo e, poco dopo, sentì Viggo entrare in lui.
Dolcemente. Senza fretta.
“Aah!!”si lamentò, mordendosi le labbra ed irrigidendosi un poco. Ma non
era dolore quello che aveva provato. Tutt’altro. Era un piacere nuovo,
intenso, forte. Viggo
si fermò un istante, per poi riprendere a muoversi dentro l’amico.
Gemiti. Lamenti. Grida. Sospiri.
Avvinghiati insieme, fecero l’amore come mai prima di allora: Orlando con
un trasporto e un impeto che non aveva mai provato, e Viggo con una
tenerezza che gli era sconosciuta.
L’uomo fu il primo a raggiungere il piacere. Esausto, ricadde sul petto
del giovane, che fece un piccolo lamento di protesta.
“Orlando…amore mio…non riesco a dire niente…” disse ansimando. “E
allora non dire nulla…” gli rispose, invertendo le posizioni. “Ora
tocca a te raggiungere il piacere…Ho visto che prima, quando ho smesso di
muovermi, hai storto la bocca…” disse l’uomo, sorridendo maliziosamente. “Sì,
è vero…Stavo anch’io quasi per…” ma venne interrotto da un improvviso e
avido bacio del compagno.
L’uomo lo prese per le braccia, ma non fece in tempo ad avvicinarlo a sé
per dargli un altro bacio, che Orlando entrò in lui, con delicatezza e
morbidezza. Viggo gemette. Il
giovane, un po’ titubante, cominciò a muoversi lentamente, ma l’uomo lo
prese per i fianchi, spingendolo di più dentro di sé. “Non
preoccuparti, non mi fai male…” gli sussurrò l’uomo, in preda alla
passione. “Continua così, non fermarti…”
Orlando continuò a muoversi, toccando e baciando il compagno. Ad un
certo punto si sentì quasi mancare.
“Viggo…io sto per…” “Sì,
amore…non fermarti…continua…”
“Vig!” urlò il giovane, sentendo dentro di sé una vampata di bollore.
“Continua…continua Orli…ti sto sentendo…è bellissimo…ti sto sentendo…”
disse Viggo, guardando il compagno inclinare il collo all’indietro e
facendo più pressione sui suoi glutei per non fargli perdere il ritmo.
Orlando gridò il nome dell’uomo e sentì un’intensa esplosione di calore e
di benessere, come un fuoco d’artificio. Tremò.
Ansimava e sudava. Ma si sentiva bene, rilassato. Sorrise.
“Guarda che bello che sei…” gli disse Viggo, stringendolo a sé.
“Amore mio…è stato una favola!” ribattè Orlando, sdraiandosi vicino
all’uomo. “Grazie…”
“Grazie a te per avermi fatto provare sensazioni ed emozioni nuove, fin’ora
sconosciute…” Ci fu
un momento di silenzio. Nell’aria ancora le note provenienti dalla radio. “E’
stata la nostra prima volta…” disse il giovane, accoccolandosi ancora più
vicino a Viggo. “Sì…
la nostra prima volta…” “Ed è
stata bellissima! Mai avrei immaginato si potesse raggiungere tale
piacere! E questo stato di beatitudine e rilassamento…” “Sì,
hai perfettamente ragione. E’ indescrivibile ciò che abbiamo provato… Ma
del resto, solo con te avrei potuto sentirmi così…” gli disse l’uomo,
abbracciandolo.
“Viggo, posso chiederti una cosa?”
“Dimmi”.
“Ma…questa è stata…” il giovane si sentì un po’ imbarazzato e le sue
guance si accesero di un rosso vivo. Viggo sorrise, avendo intuito dove
voleva arrivare quella domanda. Così lo precedette: “Sì.
E’ stata la mia prima volta con un uomo…” Orlando affondò il viso nel
cuscino e rise. “Non
preoccuparti! Non devi sentirti imbarazzato! E poi, se devo essere
sincero, anch’io ti avrei chiesto la stessa cosa…” lo rassicurò l’uomo. Il
giovane lo fissò negli occhi. “Tu
sei stato il mio primo uomo, Viggo… E rimarrai anche l’unico…” si
interruppe un momento per avvicinarsi di più all’uomo. “Mi interessi solo
tu…Mi piaci solo tu. E solo tu mi fai sentire così… Non potrei trovare in
nessun’ altra o altro…” ma venne bloccato da un caldo e tenero bacio.
“Ancora… Baciami ancora…” lo supplicò Orlando quando l’uomo si staccò da
lui per riprendere fiato. Dopo
un bacio e un altro ancora, si rilassarono, stando sdraiati sul letto,
mano nella mano e con gli occhi chiusi. I loro respiri, pian piano,
stavano tornando regolari. Ad un
tratto Orlando percepì le note della canzone che stavano trasmettendo e si
girò verso il compagno. Viggo aprì gli occhi, sentendosi osservato, e
guardò a sua volta il giovane. Si
sorrisero e, con voce bassa e affettuosa, Orlando sussurrò queste tenere
parole nell’orecchio del compagno:
I
could stay awake just to hear you breathing
[Potrei restare sveglio solo per
sentirti respirare/
While you’re far away and
dreaming mentre
sei lontano e stai sognando/
I could spend my life in this
sweet surrender Potrei
passare la vita in questa dolce resa/
I could stay lost in this moment forever
potrei restare perduto in questo
momento per
Every moment spent with you is a moment I
treasure
sempre/ ogni momento che trascorro con te è un
Momento
di cui faccio tesoro/
Don’t wanna close my eyes, don’t wanna fall
asleep
Non voglio chiudere gli occhi e addormentarmi
And I don’t wanna miss a thing e
non voglio perdere niente/
‘Cause even when I dream of
you Perchè
anche quando sogno di te/
The sweetest dream would never
do il
sogno più dolce non sarebbe abbastanza/
I’d still miss you
baby Mi
mancheresti ancora/
And I don’t wanna miss a
thing… e
io non voglio perdermi nulla…
Laying close to you, feeling
your heart beating
Giacere accanto a te,
sentire il tuo cuore battere/
And I’m wondering what you’re dreaming
e mi chiedo che cosa tu stia
sognando/
Wondering if it’s me you’re seeing
mi chiedo se sono io quello che
stai vedendo/
Then I kiss your eyes and thank
God we’re together
Poi bacio i tuoi occhi e
grazie a Dio siamo
I just want to stay with you in
this moment forever
insieme/ voglio soltanto
stare con te in questo
Don’t wanna close my eyes…
I don’t wanna miss one smile, I don’t wanna
miss one kiss
[Non voglio perdere un sorriso o un bacio
I just wanna be with you, right
here with you just like this
Voglio soltanto stare con te/
proprio qui
I just wanna hold you close,
feel your heart so close to mine
dove ti piace/ Voglio
soltanto tenerti
And just stay here in this
moment stretto
e sentire il tuo cuore vicino al
For all the rest of
time…
mio/ e restare qui in quest’attimo
per
Il resto del
tempo…]
(I
don’t want to miss a thing, by Aerosmith)
Viggo
era commosso. Le lacrime gli rigavano il viso. Non sapeva cosa dire. Era
tutto così stupendo! I
sogni diventati realtà. E quella canzone così romantica e dolce che
Orlando gli aveva dedicato. “Ti
amo…” disse dolcemente. “Con tutto me stesso…”
“Anch’io ti amo tanto…vita mia…” gli rispose Orlando, poggiandosi sulla
sua spalla e chiudendo gli occhi, scaldato dal corpo del compagno. La
mattina seguente il cielo era grigio e nuvole scure preannunciavano
l’arrivo di un temporale, che non si fece attendere. Tuoni e lampi si
abbatterono sulla città americana e una pioggia torrenziale cominciò a
bagnarla e a causare i primi disagi.
Orlando si svegliò con il suono delle gocce che sbattevano violentemente
contro i vetri delle finestre. Non
aprì subito gli occhi: preferiva rimanere ancora al calduccio, fermo nella
posizione in cui si era trovato. Ma
c’era qualcosa di diverso.
Mancava…qualcuno. Mancava il respiro di…
Orlando si alzò di scatto, con gli occhi spalancati, e si voltò verso la
parte dove avrebbe dovuto vedere Viggo. Già… “avrebbe dovuto”… Ma non fu
così: il posto accanto a lui era vuoto. Freddo.
“Vig!” lo chiamò il giovane. “Vig sei in bagno?”
Attese qualche secondo, poi riprovò: “Vig ci sei?”
Nessuna risposta. Solo il tintinnio della pioggia. Il
giovane rimase immobile, fissando un punto indefinito della stanza. Si
morse il labbro inferiore.
Chiuse gli occhi. I battiti del cuore erano aumentati. Era agitato.
Strinse i pugni. Era
successo di nuovo. Non
voleva versare una lacrima, ma non riuscì nel suo intento e, poco dopo,
cominciò a piangere, ricadendo sul letto, afflitto e stanco.
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Lay a
whisper on my pillow, leave the winter on the ground.
(…)
It
must have been love, but it's over now,
(It
must have been love, by Roxette) |