.|. Forever & Ever .|.
Capitolo Quattro ~
I love
when you do that hocus-pocus to me.
The
way that you touch, you’ve got the power to heal.
You
give me that look, it’s almost unreal…it’s almost unreal.
Hey,
we can’t stop the rain, let’s find a place by the fire.
Sometimes I feel, strange as it seems you’ve been in my dreams all my
life.
I love
when you do that hocus-pocus to me…
It’s a
crazy world out there.
Let’s
hope our prayers are in good hands tonight.
(
Almost unreal, by Roxette)
Due
corpi, circondati dalla natura e osservati dalle stelle, si stavano
toccando e due anime unendo in un connubio d’amore eterno e indissolubile.
“Viggo continua…”lo supplicò il giovane. “Continua così, non ti fermare!
Non fermare la tua mano…” Questa volta suonò quasi come un ordine. “E tu
non fermare la tua…” fu l’unica cosa che riuscì a pronunciare l’uomo. Pochi
istanti dopo vi fu un attimo di smarrimento: entrambi, nello stesso
momento, avevano raggiunto l’estasi. Entrambi avevano gridato il nome
dell’altro nell’istante dell’apice del piacere.
L’uomo si sdraiò affianco al giovane, ansimando. “E’
stato…”
“Fantastico!” dissero insieme e Orlando lo abbracciò, dandogli un piccolo
bacio sul naso. I due
rimasero abbracciati fino a notte fonda, sussurrandosi tenere e amorose
parole, appassionati baci e delicate carezze.
**************
It was
a Monday when my lover told me:
“Never
pay the reaper with love only”.
What
could I say to you, except I love you
And
I’d give my life for yours.
I know
we are… we are the lucky ones…
(…)
(Lucky,
by Bif Naked)
***************
Si
stava avvicinando l’alba e non avevano ancora chiuso occhio: era tutto
così magico, speciale, surreale.
Finalmente loro due soli. Finalmente liberi di amarsi. “Non
credi che sia meglio andare?” chiese Orlando, alzando leggermente il viso
dalla spalla di Viggo.
“No…Voglio aspettare che sorga il sole, qui… con te…” gli rispose l’uomo,
catturandogli nuovamente le labbra tra le sue. Il
giovane, con un rapido movimento, si mise sopra di lui e le sue mani
ricominciarono ad esplorare il corpo del compagno.
“Adoro le tue mani…” disse Viggo, che ne bloccò una e, portandosela alla
bocca, iniziò a leccarne sensualmente le dita. “E io
adoro le tue…”replicò Orlando, sentendosi accarezzare la schiena e i
fianchi da quelle mani calde che lo facevano impazzire e perdere ogni
controllo.
“Allora hanno superato la prova!” disse ridendo Viggo. “Sì!”
replicò il giovane, sorridendo a sua volta e baciandolo sul collo.
“Le…le tue sono così morbide…” continuò l’uomo, non smettendo di dare
piacere al compagno. “Le
tue, invece, sono un po’ ruvide!” disse Orlando con una risata
cristallina.
L’uomo si bloccò per un istante e lo fissò dritto negli occhi, ma poi
scoppiò anch’egli a ridere.
“Bhè…mi spiace!” disse con le guance leggermente arrossate. “No,
dai…stavo scherzando! Scherzavo mio re…” gli disse Orlando con sguardo
languido e movendosi lentamente sopra il corpo di Viggo, che fece un lungo
sospiro.
“Adoro le tue mani, i tuoi baci, le tue parole, il tuo sorriso, i tuoi
occhi, il tuo corpo, la tua anima…Amo tutto di te Viggo…” “E io
amo tutto di te Orlando…” gli rispose Viggo, abbracciandolo e portandoselo
più vicino, tanto che gli occhi dell’uno si perdevano nell’incanto di
quelli dell’altro e i loro respiri erano fusi in uno, come il battito dei
loro cuori. “Ti
amo Orlando, con tutto me stesso…”
“Viggo…” “No,
lasciami finire, ora che ho trovato il coraggio. Ti amo e non smetterò mai
di farlo! E’ una sensazione chiara, netta, certa. Mi hai stregato, hai
rapito il mio cuore e la mia anima e non ho intenzione di perderti. Sei
tutto per me e la mia vita non avrebbe senso senza la tua accanto…”
“Viggo, io…” “Ti
prego, non dirmi che non è giusto, che è sbagliato o che non possiamo!
Risparmia questi discorsi e queste parole perché li conosco anch’io. Non
sono uno stupido e, proprio per questo, non ci do peso. Quello che so di
certo è che sono innamorato di te e quello che dice la gente non mi
interessa. Ti ho trovato…” disse Viggo tutto d’un fiato.
“Viggo aspetta!” “No!
Io ti amo! Ti amo! TI AMO!!” gridò con convinzione, senza smettere di
tenere Orlando tra le braccia. Il suo grido rimbombò tutt’attorno. I due
si stavano fissando, il giovane con gli occhi un po’ lucidi, ma con uno
sguardo serio e deciso.
“Viggo…”disse poi dolcemente, rilassando i muscoli del viso. “…Anch’io ti
amo…” e si avvicinò per baciarlo, ma l’uomo si scostò con un sorriso. “Tu
vuoi farmi morire!” gli disse. “Mi avevi fatto preoccupare, sai? Mi
guardavi in modo così serio e freddo che, per un secondo, il mio cuore ha
smesso di battere!”
Orlando, però, non gli rispose: voleva baciarlo e così fece. Un
bacio pieno d’amore, ma anche carico di desiderio e passione. Le
loro lingue s’intrecciavano, giocavano e toccavano ogni punto della bocca.
Nessuno aveva la supremazia: erano alla pari, non c’erano vinti o
vincitori.
Intanto anche le mani avevano ripreso a muoversi e i due si spogliarono di
nuovo. “Ti
voglio Viggo…” gli sussurrò Orlando all’ orecchio. “Ti voglio qui,
adesso…”
L’uomo non se lo fece ripetere due volte ed invertì le posizioni: essere
sopra il compagno e il sapere di poter “comandare” e “guidare” l’atto gli
piaceva e lo eccitava. Con
una mano accarezzò i capelli di Orlando e, lentamente, la sua lingua
cominciò a passare su tutto il corpo del giovane, i cui gemiti iniziavano
ad essere più frequenti.
“Vig…sei magnifico!” disse a bassa voce, inarcando leggermente la schiena
quando le labbra dell’uomo arrivarono all’ombelico e al basso ventre.
L’uomo avvicinò una mano alla bocca di Orlando, che la aprì, dando un
leggero e innocuo morso all’arto del compagno; poi cominciò sensualmente a
succhiargli le dita. Viggo
gemette, allontanando la lingua dalla pelle dell’amico. “Non
smettere…” disse Orlando con un lamento. “Non adesso…” “Mi
sembra di averla già sentita questa richiesta…” rispose Viggo
ironicamente. Orlando sorrise. “Sì,
è vero…Ma non so cosa farci: è colpa tua!”
“Colpa mia, eh?!”
“Bhè…Non so se effettivamente si possa chiamare “colpa”… E’ che tu sei
così bravo a farmi eccitare e a darmi piacere che…”
“Mmmmm….che parli troppo!” lo ammonì teneramente l’uomo, che si alzò
leggermente per succhiare il labbro inferiore del compagno e passargli una
mano tra le cosce.
Chiuse il pugno e cominciò a muoverlo, prima lentamente, poi con più
decisione. Orlando chiuse gli occhi: dalla sua bocca uscivano solo gemiti
di piacere e il suo respiro diventò rauco, come quello del compagno.
“Orli…Voglio amarti…completamente…” Il
ragazzo aprì gli occhi e prese il viso di Viggo tra le mani. “E allora…”
ma non riuscì a finire la frase che furono presi dal panico. In
lontananza, infatti, si sentivano delle voci che li chiamavano. “Oh
mio Dio!” disse Viggo con la voce tremante “Rivestiamoci!” In
pochi attimi si misero gli abiti addosso, ma i loro sguardi erano
abbattuti ed insoddisfatti. “Mi
spiace Orli…” l’uomo parlò per primo, prendendo per mano il compagno. “Non
preoccuparti, non è colpa tua…” rispose il giovane, togliendo la mano da
quella di Viggo ed evitando di guardarlo negli occhi. Il suo sguardo,
infatti, si voltò in direzione delle voci, che, intanto, si stavano
avvicinando. Poco
dopo videro spuntare da dietro una siepe Peter Jackson e alcuni
collaboratori. “Ah!
Eccovi! Grazie al cielo!” gridò verso i due attori. Quando gli fu vicino,
disse, ansimando e tutto sudato: “Ehi, ma dove eravate finiti? Perché
siete qui? Caspita…ci avete fatto prendere un colpo! Quando siamo tornati
e non vi abbiamo trovato…eh…eh…scusate: non ho più fiato!”
“Tranquillo Peter!” lo rassicurò Viggo. “Siamo venuti qui per stare un po’
in pace e per vedere l’alba, che, giusto per la cronaca, sta spuntando!” Detto
questo si girò verso Orlando, che stava osservando quello splendido
spettacolo naturale: le
prime luci del mattino lo rendevano ancora più bello ed attraente.
Sembrava veramente un angelo.
**************
Ora e per sempre,
mentre dal tuo volto innocente sono rapito/
Sul mio viso il
rossore mi ha già fregato
E stregato dalla
tua visione/
Nel vento di
passione so che Cupido mi ha centrato/
Nascerà questa
canzone che parlerà di noi/
Fermando il tempo e
poi per sempre sarà la tua canzone/
Che balleremo e
poi/ fermando il tempo e noi/
Per sempre…
Nei miei occhi quei
momenti, notti intere lì a parlarti/
(Per sempre, by
Gemelli DiVersi)
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Il
regista li scrutò per un momento e notò un leggero rossore sulle loro
guance, il viso un po’ sudato e un’atmosfera d’imbarazzo, tensione e
nervosismo. Ma non ci diede troppo peso, data l’ora e la faticata (!!), e
continuò: “Bene! Ora che vi ho ritrovato, posso andare! Ciao e a domani
belli!” e si avviò verso casa. Dopo pochi metri, però, si arrestò di
colpo, si voltò verso i due uomini e disse: “Ah!
La prossima volta, magari, lasciate un biglietto…!! Saluti!” e se ne andò
con un sorriso malizioso sulle labbra.
Quando lui e gli altri furono abbastanza lontani, Viggo abbracciò il
compagno da dietro, appoggiando il mento sulla sua spalla. Orlando prese
tra le mani quelle dell’uomo.
“Guarda che bello il sole quando sorge…” disse, avvicinando la guancia a
quella di Viggo. “Sì,
è bellissimo…E’ ancora pallido ma i suoi raggi già scaldano…”replicò
l’uomo, che non riusciva, però, a smettere di guardare il giovane. “Sei
il mio sole, amore mio…”continuò Orlando, girando il viso verso quello di
Viggo e, prima di baciarlo, gli sussurrò: “Ti amo…ti amo! E grazie…”
Intanto che si baciavano, ad entrambi salirono le lacrime agli occhi e,
quando si guardarono, i loro occhi erano lucidi e un po’ arrossati.
“Grazie a te Orli…” rispose l’uomo, passando le dita tra i capelli morbidi
e lisci del giovane. “Stiamo qui un altro po’?” gli chiese, non
staccandogli gli occhi di dosso. “Sì.
Voglio godermi ancora questo spettacolo con te…” e si tornarono a sedere. Si
abbracciarono stretti stretti l’uno all’altro, illuminati e riscaldati dai
primi deboli e fiochi raggi di sole. Il
loro cuore, però, era colmo di tristezza: le riprese stavano giungendo al
termine e con esse si avvicinava la consapevolezza della separazione e
dell’addio.
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(…)
No
matter how they call us
(…)
( No matter what,
by Boyzone)
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