.|. Forever & Ever  .|.

Capitolo Quindici

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“Ti aspetto in camera mia. Fai pure con comodo…” disse Viggo a Orlando, uscendo dal bagno e lasciandolo solo.

Il ragazzo aprì il rubinetto, lasciò scorrere un po’ l’acqua e poi si bagnò il viso. Lo pervase una sensazione di freschezza e di refrigerio, che lo fece sentire subito meglio.

Si asciugò e si guardò allo specchio. Sorrise. Era contento di essere da Viggo e l’incidente di poco prima lo aveva già dimenticato. Ora voleva solo andare da lui, così s’avviò verso la stanza del compagno.

 

 

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Say it’s true, there’s nothing like me and you.

I’m not alone, tell me you feel it too.

And I would runaway, I would runaway, yeah

I would runaway,

I would runaway with you.

 

‘Cause I have fallen in love, with you, no never have,

I’m never gonna stop fallin’ in love with you.

 

Close the door, lay down upon the floor,

And by candlelight make love to me through the night…

‘Cause I have runaway…

(…)

 

 (Runaway, by The Corrs)

 

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Lo trovò alla finestra, intento a guardare le stelle.

Si fermò sulla soglia della porta.

Nella camera solo il riflesso argenteo dei raggi della luna e una candela accesa, sul comodino.

E’ divino…pensò, continuandolo a fissare. Poi, lentamente, si avvicinò a lui e gli cinse la vita con le braccia, appoggiando il mento sulla sua spalla.

“Non ti ho sentito arrivare…” gli disse Viggo, inclinando leggermente la testa per poterlo vedere.

“Hai imparato bene dagli elfi…”

Orlando sorrise e lo strinse ancora di più. Quel calore, quel corpo e quella voce lo facevano impazzire. Avvicinò le labbra al collo di Viggo, dove indugiò un momento: l’odore fresco e dolce della pelle dell’uomo lo stava inebriando, tanto che il suo corpo venne percorso da mille piccoli brividi. Viggo lo sentì tremare dietro di sé.

“Orlando…” disse, staccandosi da quella delicata presa e girandosi verso il compagno. “Devo chiederti perdono…”

“Viggo…”

“No, davvero. Ti chiedo scusa per come ti ho trattato qualche giorno fa al telefono e…” fece un lungo sospirò, si strinse nelle spalle e poi continuò: “E poi ti chiedo perdono anche perché non sono stato sincero con te…”

“Non sei stato sincero? Che vuoi dire?” chiese il ragazzo con sguardo interrogativo.

“Intendo che…tutto quello che ti ho detto…del fatto che tra noi non c’è stato niente e non ci sarà un futuro…”

“Sì, sì, lo ricordo…Va’ avanti…”

“Bhè,ecco…Non lo pensavo e non lo penso veramente… Stavo fingendo e mentendo…non solo a te, ma anche a me stesso…”

Il cuore del giovane sussultò.

“Anche perché poco fa…come dire…mi sono dimenticato di fingere, se volevo continuare il gioco!”

Orlando lo guardò stupito.

“Ho detto di amarti, no? Sono stato poco furbo…”

“Viggo…scusa, ma non ti seguo!”

“Allora: se pensassi realmente ciò che ti avevo detto, non ti sarei mai venuto a dire “ti amo”, giusto?”

“Aaaah! Ora capisco… Scusa ma il tuo ragionamento mi sembrava strano e un po’ contorto…”

“Oh non preoccuparti! So che voi elfi siete un po’ duri di comprendonio…” lo provocò l’uomo.

“Come, come? No, caro mio, ti sbagli! Siete voi mortali che non sapete spiegarvi e trovare le parole giuste!” ribattè Orlando a tono.

“Ah davvero?!” replicò Viggo, spingendo Orlando verso il letto.

“Sì…davvero…” sussurrò il giovane in modo sensuale, cercando di opporre resistenza a quelle piccole spinte, senza riuscirci. Cadde sdraiato sul letto e l’uomo si mise sopra di lui, fermandogli le mani sopra la testa e guardandolo negli occhi. Orlando gli sorrise, dolcemente.

Il cuore di Viggo batteva forte e non voleva aspettare: voleva gridare tutto l’amore che provava per quel ragazzo.

“Hai ragione, Orli… Non so trovare le parole giuste…” fece una breve pausa, per osservare ogni singolo angolo del viso del giovane, poi continuò: “A volte, è difficile per me dire certe cose… Cose che, invece, vorrei tanto esprimere.

Ma ora, in questa stanza, ci siamo solo tu ed io… Abbiamo lasciato il mondo fuori da quella porta e, adesso, tutto ciò che voglio dirti sono tre parole: grazie di amarmi…

Orlando lo guardò con tenerezza e gli posò una mano sulla guancia. Anche a lui il cuore pulsava veloce e gli occhi si stavano di nuovo riempiendo di lacrime. Lacrime di gioia.

Non disse nulla: non voleva interrompere Viggo e quel momento.

“Non ho mai avuto il coraggio di dirtelo, ma ora quel timore è scomparso: grazie di avermi amato e di continuare a farlo…

Grazie per essere i miei occhi quando non riesco a vedere, o la mia bocca quando non posso parlare… Grazie di avermi sollevato ogni volta che sono caduto. Ma, soprattutto, grazie per avermi fatto capire che cosa significa avere un sogno e riuscire a realizzarlo: non avevo mai sognato prima che arrivassi tu…prima che tu diventassi il mio sogno…”

 

Silenzio. Nella stanza solo i loro respiri e la luce fioca della candela.

Gli occhi dell’uno non si erano mossi da quelli dell’altro e anche i loro corpi erano fermi, immobili.

Orlando fu il primo a parlare:

“Io sarò per sempre al tuo fianco…non sarai mai solo… e ogni volta che sussurrerai o griderai il mio nome e mi cercherai, io sarò lì per te. Ci sarò per vederti sorridere…

Sei la mia vita, Viggo. Il mondo a cui appartengo…” disse, un po’ commosso ed emozionato.

L’uomo continuò a fissarlo, sorridendogli teneramente e sentendo gli occhi pizzicare leggermente. Li chiuse, e una lacrima cadde sulla sua guancia. Orlando alzò di poco la testa e baciò il punto dove la lacrima si era fermata. Viggo ricadde sul petto del compagno, che cominciò ad accarezzargli i capelli.

“Posso sentire il tuo cuore…” mormorò Viggo, tenendo gli occhi chiusi. “Resterei così per sempre…”

“E allora fallo…” gli disse il giovane a bassa voce e alzandogli il viso con una mano. “Resta con me per sempre…” e lo baciò dolcemente.

Prima le loro lingue si sfiorarono, poi cercarono più contatto, fino a trovarsi coinvolte in un vortice di passione e desiderio.

Le mani dell’uno cominciarono a toccare il corpo dell’altro, facendo tremare la pelle sotto i vestiti.

Continuarono a baciarsi, alternando  momenti di euforia e di dolcezza.

Potevano di nuovo sentire quel sapore…  Il loro sapore…

Non era più in ricordo, così come non lo erano le carezze… E non lo sarebbero più stato.

Non era un sogno. Erano svegli e quello che stavano vivendo era la pura realtà.

Erano insieme.

Loro due…così vicini e così vivi.

 

“Voglio fare l’amore con te, Orlando…” Questa frase di Viggo sembrò quasi una supplica.

“E io voglio fare l’amore con te, Viggo…” rispose il ragazzo sorridendo.

L’uomo sbottonò lentamente la camicia del compagno, guardando e sfiorando ogni singolo tratto di pelle. Poi passò ai pantaloni, che fece ricadere a terra.

“Sei così bello… Ho quasi paura a toccarti…” disse l’uomo un po’ titubante.

“Non preoccuparti…” sussurrò Orlando, prendendo una mano del compagno e portandosela sul petto. “Non mi rompo così facilmente…” continuò, prendendo di nuovo la mano e cominciandone a succhiare sensualmente le dita. “Puoi toccarmi…”

Dalle labbra di Viggo uscì un gemito di piacere e rimase immobile: la lingua calda di Orlando sulle sue dita lo stava incantando…incatenando.

Si risvegliò da quell’incantesimo quando sentì le mani del compagno aprirgli i calzoni, che vennero sfilati e lasciati cadere, e poi togliergli la maglietta. Anche lo sguardo di Orlando era fisso e perso su quel corpo così muscoloso, tonico e ben scolpito.

“Se mi guardi così, mi fai arrossire…” scherzò l’uomo.

“E’ inevitabile, per me, non guardarti così… Sembri un dio greco…”       [Vero Venu?! ^_^  NdElf]

“Non esagerare!” replicò Viggo imbarazzato.

“Non sto scherzando! La perfezione, la sensualità e la mascolinità di quelle sculture si è tutta concentrata in te…” gli disse, facendolo sdraiare e mettendosi sopra di lui. “Sei un capolavoro, mio re…” sussurrò all’orecchio dell’uomo, che, con un leggero strattone, lo attirò ancora di più a sé.

Con le mani ferme sui fianchi del giovane, cominciò a leccargli il collo, indugiando nei punti in cui sentiva Orlando gemere più forte, per poi passare alla mascella, alle labbra e poi ancora al collo.

Un forte calore si stava impossessando dei loro corpi che, insieme alla mente, chiedevano di più.

“Vig… non  ce la faccio più…Non resisto…” si lamentò il ragazzo, con le guance che iniziavano a tingersi di rosso.

“Davvero? E se ti dicessi che potrei continuare così tutta la notte?” lo schernì l’uomo.

“Mmmm, saresti terribilmente egoista…e crudele…” mugolò il giovane. “Non farlo, ti prego…

Impazzirei…”

“E io voglio farti impazzire…” rispose Viggo, aspettando un momento prima di proseguire la frase per vedere la reazione del compagno, il quale lo guardò incredulo con occhi spalancati. Sorrise, soddisfatto, e continuò: “Ma lo farò in un altro modo…” e, così dicendo, fece ricadere Orlando sul letto e, messosi sopra di lui, cominciò a sfiorargli il ventre con le labbra…per poi scendere all’inguine, dove la bocca venne sostituita dalla lingua.

Un lamento di piacere uscì dalle labbra del giovane, che iniziò a mordere il cuscino, per cercare di soffocare il più possibile i gemiti che stavano diventando sempre più frequenti e alti.

Questa sensazione di calore, piacere ed eccitazione andò avanti per qualche minuto, fin quando Orlando non supplicò il compagno si smettere.

“Oh Vig… Se continui…”

“Se continuo…che succede?” chiese ironicamente l’uomo, riprendendo quella piacevole tortura.

“Lo sai benissimo… Non fare il finto tonto!” Scherzò Orlando, che sentiva arrivare il momento dell’appagamento.

“No che non lo so…”

“Vig, ti prego…”

“Bhè…se me lo chiedi così, allora…” e si spostò, mettendosi vicino al compagno.

Orlando fece un piccolo lamento di disappunto e poi lo guardò.

“Guarda che sei stato tu a chiedermi di fermarmi…”

“Lo sai che, quando ti ci metti, sai essere veramente insopportabile?”

“Dici?” disse l’uomo, catturando il labbro inferiore del giovane.

“Mmmm…sì…” rispose Orlando sospirando. “Sei così…così…”

“Così come?” domandò Viggo, che mise una mano sul punto più eccitato e sensibile del compagno.

“Ah!…Così…”

“Mi sembra che tu stia quasi balbettando, Mr Bloom…” lo provocò l’uomo, non fermando il movimento della sua mano.

“Vig…ah…ti prego…” gemette Orlando, che aveva perso completamente il controllo di se stesso.

“Ti prego cosa?” gli sussurrò Viggo vicino alla bocca.

“Fammi…raggiungere il piacere…Dentro di te…”

“Mmmmm…sei esplicito ragazzo mio…!!” continuò l’uomo a schernirlo. “Ma…avrò pietà di te…” gli disse sorridendo e lasciando che il giovane invertisse le posizioni. “Amami e fatti amare…”

 

Si amarono ancora più veramente, teneramente e completamente della prima volta.

Durante quegli istanti di passione, amore ed appagamento, si erano fusi in una cosa sola.

Un corpo, un’anima, una mente…un cuore.

Un tutt’uno che viveva all’unisono.

 

 

Ansimanti, accaldati ed esausti ricaddero sul letto. Sorrisero. Orlando aveva le lacrime agli occhi.

“Vig…è stato una favola…un sogno…”

“No, Orli, non è stato un sogno…ci siamo amati davvero e…lo faremo ancora… e ancora…” gli rispose l’uomo, che, accorgendosi delle lacrime del giovane, gli baciò la fronte e lo abbracciò forte.

Il profumo dei capelli del ragazzo lo inebriò piacevolmente.

“Vorrei farti piangere così… per il resto della mia vita…” gli disse dolcemente. “Farti piangere solo per il piacere, e per la forte emozione di quando si raggiunge l’apice dell’appagamento…”

Orlando si mise ancora più vicino al compagno, che proseguì:

“E…te lo prometto, amore mio: lo farò…”

Il giovane alzò il viso verso quello dell’uomo, che gli sorrise.

“Sì, Orli…Sarò sempre al tuo fianco… Starò con te per sempre…”

“Per sempre e oltre…” finì il ragazzo, sorridendo e baciando il suo uomo.

Quando si separarono per riprendere fiato, Viggo guardò il ragazzo negli occhi e, stringendolo a sé, aggiunse con voce calda e sensuale:

“Per sempre più un giorno…”

 

La scelta era stata fatta. E le fondamenta del loro futuro gettate.

 

 

 

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(…)

Every time I look at you, baby, I see something new

That makes me higher than before

And makes me want you more…

I don’t want to sleep tonight, dreamin’s just a waste of time

When I look at what my life’s been comin’ to

I’m all about lovin’ you…

 

(…)

I’ve lived, I’ve loved, I’ve lost, I’ve paid some dues,

Baby, we’ve been to hell and back again

Through it all you’re always my best friend

 

For all the words I didn’t say and

All the things I didn’t do,

Tonight I’m gonna find a way…

 

(…)

You can take this world away

You’re everything I am

Just read the lines upon my face

I’m all about lovin’ you…

 

(All about lovin’ you, by Bon Jovi)

 

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