.|.  The Evenstar .|.

Olè, terzo ed ultimo capitolo!
Se siete riuscite a sopportarmi finora... beh, vi ringrazio!

Capitolo 3

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Orlando decise di non comportarsi da incosciente come al solito e seguì tranquillamente l'auto di Viggo e arrivarono alla roulotte di lui dopo circa un quarto d'ora.
I due entrarono, chiacchierando del più e del meno, come al solito, poi Orlando disse
"Bene, preparo qualcosa da mangiare?"
"No!" esclamò Viggo bloccando il ragazzo prima che potesse entrare nella cucina "Sai, ci terrei che non andasse a fuoco"
il ragazzo fece un espressione stupita
"E non fare quella faccia... ricordo perfettamente cosa successe all'ultima festa, quando eri tu a dover badare al fuoco" finì l'uomo con una smorfia
"Ancora con quella storia?" chiese il ragazzo, piccato "Ho solo bruciato un paio di asciugamani..."
Viggo scosse la testa, ridendo "Aspettami qui" poi, dalla cucina aggiunse "E mettiti pure comodo"
"Va bene" assentì Orlando e rimase a curiosare nel salotto dell'amico fin quando Viggo lo chiamò per la cena.
"Sì, arrivo" disse Orlando.
Quando entrò in cucina, Viggo lo guardò stupito. Il ragazzo si era tolto il maglione ed era a piedi nudi. Vedendo l'espressione dell'uomo disse
"Beh, che ti prende? Mi hai detto tu di mettermi comodo. Quando sono in casa non indosso quasi mai le scarpe"
"Di te posso dire tutto tranne che sei prevedibile"
"Lo prenderò come un complimento" ribattè Orlando mettendosi seduto.
Mentre mangiavano, l'uomo raccontava a Orlando dei suoi viaggi, delle sue poesie e Orlando era come incantato da quella voce. Sarebbe rimasto ad ascoltarla per ore.
Si era messo a giocherellare con il bicchiere, quando ad un certo punto si accorse che Viggo era in silenzio. Alzò lo sguardo e notò che l'uomo lo stava fissando.
"Che c'è?" chiese con un sorriso
Viggo scosse la testa, sorridendo a sua volta "Niente, è che... non sai le volte che ho sognato di averti qui con me... come adesso"
"E perché non hai mai detto niente?" chiese Orlando. Viggo rimase in silenzio, così il ragazzo continuò "Viggo, non importa se siamo sul set, coperti di sangue di Uruk-Hai, se mi vuoi, prendimi". Mentre diceva questo, fissava l'acqua del suo bicchiere, mentre lo faceva oscillare lentamente.
"È una proposta?" chiese maliziosamente l'altro
"Vedi un po' tu" rispose Orlando inclinando la testa di lato. Se qualcuno gli avesse detto che avrebbe pronunciato quelle frasi al suo migliore amico, gli avrebbe dato del pazzo...
Il ragazzo sentì Viggo spostarsi alle sue spalle e sussurrargli all'orecchio "Grazie per avermi informato. Posso cominciare da ora?"
Orlando, con un sorriso gli lanciò un'occhiata significativa e Viggo posò le mani sulle spalle del ragazzo, mentre con la lingua gli tracciò il profilo dell'orecchio. Orlando gli posò una mano dietro al collo, portando le labbra di Viggo a contatto con le proprie.
Le mani dell'uomo intanto erano scivolate sotto la maglia del ragazzo, esplorando ogni muscolo del suo torace mentre le labbra di Orlando erano scese fino al collo dell'uomo.
"Viggo..." disse a fatica il ragazzo "Sai ancora di cloro"
"Davvero?"
"Forse dovresti fare una doccia!"
"Solo se tu mi accompagni"
"Ma tu mi inviti a nozze" rispose il ragazzo sorridendo maliziosamente.
I due raggiunsero il bagno e Viggo aprì il rubinetto, facendo scorrere l'acqua mentre Orlando lo osservava, appoggiato al muro e con le braccia incrociate.
Viggo lo fissò negli occhi e il giovane inglese rabbrividì impercettibilmente. Si chiese cosa si celasse dietro quegli occhi, quali pensieri o segreti. In quel momento però vi vedeva solo una cosa, passione, desiderio, amore. Era strano che riuscisse a mostrare nello stesso tempo sentimenti così simili ma così diversi...
Il giovane inglese si sentiva nervoso, ma, nascondendo il tremito della sua voce disse
"Hai intenzione di startene li a fissarmi per tutta la sera?"
"Io potrei senza problemi"
Orlando fece una smorfia, poi con un colpo di reni si allontanò dal muro e si diresse verso l'uomo, con passi lenti e misurati. Una volta arrivato davanti a lui disse
"Beh, spiacente ma io non ho intenzione di star qui senza fare niente" detto ciò posò le mani sui suoi fianchi, attirandolo a se. Il maglione di Viggo e la sua camicia caddero per terra, poi l'uomo guardò il ragazzo, che era rimasto vestito e chiese
"Tu non mi fai compagnia?"
"Hum... no, ho cambiato idea"
"Ma davvero?" disse Viggo sarcastico "Beh, sappi che non accetto un 'no' come risposta". Dicendo questo aveva afferrato i bordi della maglia di Orlando e gliel'aveva tolta, poi le mani dell'uomo scivolarono sul bordo dei pantaloni del ragazzo, slacciandone i bottoni e anche quelli andarono a raggiungere gli altri vestiti già abbandonati per terra.
Orlando portò una mano dietro la schiena di Viggo e lo strinse a se, poggiando la testa sulla spalla di lui, cercando di assorbire il suo calore e di non perdere la testa per il suo profumo.
Viggo a sua volta lo cinse per la vita, dandogli piccoli baci sul collo.
Il giovane, improvvisamente rialzò la testa e, portando una mano sul petto di Viggo lo spinse nella doccia, spingendolo contro il muro.
Il getto di acqua calda li investì entrambi, mentre Orlando immobilizzava il compagno contro la parete, tenendolo fermo con una mano poggiata sul suo petto.
I capelli del ragazzo erano già completamente bagnati ed erano diventati quasi lisci, aderendogli al viso. Il giovane attore unì le labbra con quelle di Viggo, prima era solo un semplice contatto fra i due, poi Orlando accarezzò le labbra dell'altro con la lingua e lui aprì le labbra.
Le loro lingue si carezzarono per un po', quando Viggo improvvisamente afferrò le spalle dell'altro e invertì le posizioni, costringendolo contro la parete e portandogli le mani sulle braccia, bloccandogliele
"Voglio divertirmi un po' io ora, se permetti" disse l'uomo, cominciando a baciare il collo del ragazzo e scendendo lentamente sempre più in basso, ma tenendo sempre bloccate le braccia del ragazzo.
"Viggo, dai lasciami. Lo sai che... odio il fatto di non poterti... toccare" disse Orlando a fatica
"Lo so" rispose l'uomo interrompendo la sua dolce tortura "Ma voglio divertirmi e farti soffrire un po'" finì sogghignando
"Va bene, ok, sto soffrendo, sei contento?"
Sorridendo, Viggo lasciò le mani di Orlando e prese ad accarezzare la sua eccitazione.
Orlando chiuse gli occhi e abbandonò la testa all'indietro, portando le sue mani fra i capelli bagnati dell'uomo.
Viggo alzò lo sguardo su Orlando e si lasciò sfuggire un gemito.
Era semplicemente perfetto.
La pelle leggermente abbronzata, con le tracce delle gocce che scivolavano in basso, la testa abbandonata contro il muro, gli occhi chiusi, le labbra socchiuse e un'espressione estatica sul volto.
Viggo chiuse il pugno su di lui e i sospiri del ragazzo aumentarono di velocità
"Vig...." mormorò il giovane. L'uomo sorrise, mentre sentiva che Orlando stava perdendo il controllo.
Viggo sentì le mani di Orlando tremare mentre il corpo del ragazzo si scioglieva.
L'uomo si rialzò in piedi, mentre Orlando riapriva a fatica gli occhi
"Dio.... Vig è stato stupendo...." Riuscì a dire il ragazzo fra i sospiri
"Sei tu che sei stupendo" rispose l'uomo accarezzandogli la guancia con le nocche.
Orlando girò leggermente il volto e catturò le dita dell'uomo con le labbra, giocandoci sensualmente con la lingua, poi gli prese la mano, la voltò e gli baciò il polso.
Il ragazzo lanciò un'occhiata al volto dell'uomo e vide che, malgrado tenesse ancora gli occhi aperti, anche se a fatica, lui stava cedendo all'eccitazione che cresceva in lui.
Orlando si spostò sul suo petto, bevendo le gocce d'acqua che scivolavano da suo corpo muscoloso, mentre scendeva sempre più in basso, spostandosi verso l'eccitazione del compagno.
Quando la raggiunse cominciò a sfiorarla con le labbra, mentre Viggo cominciò a mormorare il nome del ragazzo. Sorridendo fra se e se per l'effetto che provocava nell'amico, Orlando aprì le labbra, cominciando ad accarezzarlo con la lingua.
Orlando portò le mani sui fianchi dell'uomo e lui intrecciò le dita con quelle del ragazzo.
Il corpo di Viggo era scosso da brividi sempre più frequenti, Orlando sapeva che stava per raggiungere l'eccitazione anche lui. Stringendo più forte le mani di Orlando, Viggo si sciolse, poi si inginocchiò accanto al ragazzo, cercando di riprendere il controllo.
"Sei stato fantastico" gli mormorò all'orecchio. Orlando sorrise, poi gli baciò le labbra e disse
"Ti amo".
I due decisero di finire quell'interminabile (ma estremamente appagante ^_^) doccia e scambiandosi dolci carezze si misero a letto, abbracciati.
Sembrava che non si potessero allontanare l'uno dall'altro, come se, se avessero perso il contatto l'uno con l'altro tutto sarebbe svanito, cosa che fortunatamente non sarebbe mai accaduta.

Orlando si svegliò, stiracchiandosi alla prima luce del sole. Guardò Viggo che ancora dormiva accanto a se. Se fosse stato possibile, avrebbe detto che era ancora più bello.
Osservò il suo profilo perfetto, sfiorandolo con le dita: i bellissimi occhi, il mento perfetto, le labbra morbide.
Come affiorato dal nulla, gli tornò in mente un pensiero: Viggo che fissava quella ragazza in piscina. Non riusciva a smettere di pensarla con lui. Orlando aveva visto l'uomo completamente perso negli occhi di Lucie.
Improvvisamente Viggo afferrò la mano che Orli aveva ancora sul suo volto, e la strinse.
Orlando stava cominciando a pensare che Viggo era sveglio, e stava per parlargli quando lo sentì pronunciare una parola che lo bloccò. Un nome, pronunciato con molta passione, quasi con desiderio
"Miranda"
Quel nome pietrificò il giovane, che di scatto ritirò la mano. A quel gesto brusco Viggo mosse la testa sul cuscino e aprì lentamente gli occhi.
Appena vide Orlando gli rivolse sorriso dolcissimo dicendo "Buongiorno tesoro" tanto che i sospetti di Orlando vacillarono.
Però... quel nome...
E ora? Come si sarebbe dovuto comportare? Fare una scenata per quella frase insignificante o dimenticare tutto? E se poi fosse stato un indizio...
"Orlando, che succede?" chiese Viggo aggrottando le sopracciglia
"Niente, stavo inseguendo i miei pensieri". Orlando decise di lasciar perdere quella spiacevole sensazione, dopotutto non aveva nessun senso essere gelosi per quella storia da niente. Solo un sogno...
Inaspettatamente anche Viggo stava pensando al suo sogno, che forse avrebbe fatto bene a condividere. I due rimasero in silenzio per un po', fino a quando Viggo si voltò verso il compagno e disse
"Come mai così silenzioso stamattina?"
Orlando scosse la testa, come per scacciare i suoi pensieri. Si voltò anche lui, guardando Viggo negli occhi. Non avrebbe sopportato il fatto di perderlo. Gli accarezzo il volto con la mano
"Pensavo..." rispose vagamente
"Oggi pensi un po' troppo, sai? Non eri tu quello che preferivi la pratica alla teoria? Guarda che così contravvieni alle tue idee"
"Ah, si?" disse Orlando ridendo "Se me lo dice il mio filosofo preferito allora ci credo"
I due, mettendo da parte i loro sospetti e i loro pensieri si prepararono per andare agli studios, comportandosi come al solito.

La giornata andò bene a tutti, solo che Orlando alla fine era a pezzi. Avevano girato molte scene a cavallo... potremmo anche dire che avevano girato tutto il giorno a cavallo e ora il dolore alla schiena si era risvegliato. Da quando aveva avuto l'incidente gli capitava di stare male, quando sforzava la schiena eccessivamente... esattamente quello che era appena successo.
Aveva una mezza intenzione di andare alla sauna o in piscina, ma non aveva voglia di andare da solo e si mise in cerca di Viggo. Lo trovò fuori dal suo camerino, mentre stava uscendo.
"Hey Vig, dove vai così di fretta?"
L'uomo sobbalzo. Sembrava quasi preoccupato... o colpevole
"Devo andare da David" spiegò Viggo, guardandolo di sfuggita "Sai mi ha chiesto... di..."
"Ah, già, quella scena che non riesce a capire come fare. Sì, me l'aveva accennato. Peccato però, se non facevi niente potevi venire con me"
"E tu dove vai di bello?"
"Alla palestra. Mi devo rilassare un po'"
"Bene, vedrò di sbrigarmi così ti raggiungo" rispose Viggo sorridendo ed avvicinandosi al ragazzo per cingergli la vita con un braccio
"Ti aspetto, allora" concluse Orlando, un po' più rinfrancato.
Viggo accarezzò la schiena del ragazzo, poi si allontanò verso il parcheggio mentre Orlando si fermò per prendere il copione per il giorno dopo, che gli avevano di nuovo modificato.
Infilandosi la giacca e contemporaneamente leggendo le modifiche alle sue battute, il ragazzo uscì nel grande piazzale sterrato che fungeva da parcheggio.
Sempre leggendo, si diresse verso la sua auto, quando con la coda dell'occhio percepì un movimento.
Orlando alzò gli occhi dai fogli e vide una ragazza con i capelli neri raccolti in una coda correre fra le auto, cercando qualcosa con lo sguardo.
Gli ci volle solo un attimo per riconoscerla. Era Lucie. L'attore rimase ad osservare la scena, curioso di sapere cosa stava succedendo, mentre senza accorgersene, stava arrotolando il suo copione in mano. La ragazza rallentò e si avvicinò ad un'auto nera... quella di Viggo.
Il giovane ci rimase male. Che stava succedendo? Lucie aprì la portiera ed entrò, poi i due partirono insieme.
Orlando non riusciva a darsi una spiegazione di quel comportamento. "Ora non cominciare subito a pensare male... dagli un po' di fiducia, maledizione" pensò fra se e se, ma poi si smentì da solo. "E perché allora quella bugia? Che diavolo è andato a fare con lei?
Il dolore lasciò rapidamente lo spazio alla rabbia. Orlando strinse i pugni, lungo i fianchi, accartocciando rabbiosamente il copione che aveva ancora in mano, poi andò alla sua auto.
Sarebbe andato comunque alla palestra, ma ormai non più per rilassarsi. Avrebbe dato qualsiasi cosa per potersi sfogare, ma prendere a pugni il sacco, che era una cosa che l'aveva sempre sfogato, era pretendere davvero troppo dalla sua schiena, che continuava a pulsare dolorosamente.
Se non si poteva sfogare a pugni , si sarebbe dedicato al tiro con l'arco. Quando si esercitava riusciva sempre ad evitare di pensare. Quando era nel campo di tiro esistevano solo lui, la freccia e il bersaglio.
Senza curarsi del suo dolore fisico e schermandosi con la rabbia da quello del cuore, Orlando si mise in strada verso la palestra.

Mentre Orlando era nel parcheggio, incapace di sbrogliare i suoi pensieri, Viggo e Lucie stavano parlando
"Allora ce l'hai fatta" disse lei, cercando di nascondere il suo entusiasmo
"Beh, si ma non è stato facile"
"Ah si? E chi ti ha fatto l'interrogatorio?" chiese Lucie curiosa
"Perché tu l'hai detto a Elija?" chiese a sua volta Viggo, eludendo la domanda
"Sì, in fondo che c'è di male?". Rimasero entrambi in silenzio per qualche minuto
"Allora, dove andiamo?" domandò la ragazza guardando il panorama scorrere veloce fuori dai finestrini
"Non lo so, decidi tu"
"No, non possiamo partire così. È importante che tu ti senta a tuo agio. Non devi trovarti in un ambiente che ti sembra ostile, altrimenti non funzionerà mai"
"Per me è indifferente, un posto vale l'altro"
"Ascolta, vuoi venire da me?" domandò di nuovo la ragazza. Viggo ci penso su un attimo, poi annuì e lei disse
"Ok, allora ti mostro la strada"
Dopo una decina di minuti la ragazza disse a Viggo di fermarsi e gli indicò la sua casa.
Lucie lo portò nel suo salotto, che era molto accogliente. Molti mobili erano in legno. C'erano molte librerie, con testi rilegati e per terra un grande tappeto rosso e marrone. Nella parete di fronte alla porta c'era un caminetto e nella parete contigua, una grande porta-finestra.
Quasi al centro della stanza c'era un bel divano, alcune poltrone e un tavolino ingombro di libri e carte.
"Mettiti pure comodo, io torno subito" disse Lucie mentre usciva dalla stanza, poi un secondo dopo fece di nuovo capolino.
"Se vuoi bere qualcosa, guarda in quel mobiletto laggiù" disse indicando un basso mobiletto accanto alla finestra.
"Ok, grazie" disse Viggo, che cominciava a sentirsi nervoso. Si voltò verso la porta ma Lucie era già sparita.
L'attore si diresse verso il mobiletto e l'aprì. Si sentiva quasi in colpa per non aver detto niente ad Orlando, ma lui non avrebbe mai capito. Avrebbe dovuto spiegargli cose che non erano del tutto chiare neppure a lui.
L'uomo prese un bicchiere e ci versò due dita di un liquore ambrato, rimettendo a posto la bottiglia.
"Parlerò con Orli dopo. Adesso mi serve Lucie" pensò Viggo e mentre cominciava a sorseggiare il suo drink sentì i passi veloci della ragazza sulla moquette che si dirigevano verso il salotto dove si trovava lui.
"E ora al lavoro" disse l'attore fra se e se. Vuotò il bicchiere in un sol sorso e si voltò verso la porta, proprio nel momento in cui Lucie stava entrando.

Viggo uscì da casa di Lucie più o meno un'ora dopo. Si sentiva incredibilmente meglio, ma aveva un'ombra di rimorso nel profondo della sua anima... il rimorso di quello che non aveva avuto il coraggio di dire ad Orlando.
Deciso a raccontargli tutta la storia Viggo si diresse alla palestra. Pensava di trovarlo in piscina, a rilassarsi. Sapeva cosa aveva sofferto la sua schiena in quella giornata a cavallo (anche lui era a pezzi) ma inaspettatamente lo trovò ad allenarsi al tiro con l'arco.
"Proprio te cercavo" disse avvicinandosi a lui
"Davvero?" chiese senza espressioni il ragazzo prendendo una freccia dalla faretra "E cos'hai da dire?"
"Che è successo Orlando?" chiese Viggo. Il tono di voce del giovane era carica d'odio e risentimento
"Che è successo? Ma mi hai preso per un idiota?" rispose il ragazzo voltandosi di scatto "Pensi che non capisca il tuo giochetto?"
"Quale giochetto?"
"Fai anche l'innocente? Allora vorrà dire che ti spiegherò. Ti ho visto con Lucie oggi, dopo che mi hai mandato via inventandoti quella scusa idiota. Perché hai voluto tenermelo segreto?"
L'uomo non rispose. Si sentiva sprofondare. Tutte le sue peggiori paure si stavano realizzando. Si sentiva così stupido... se solo fosse stato meno idiota e gli avesse raccontato i suoi dubbi... ma era sempre stato un tipo testardo e i problemi voleva risolverli da solo, nei limiti del possibile e non credeva che Orlando potesse prendersela a quel modo.
Il giovane attore prese una nuova freccia e la incoccò "E poi... questa mattina... mentre dormivi hai chiamato Miranda" disse con un filo di voce. Lasciò andare la freccia, che colpì il centro del bersaglio.
"Orlando, voglio spiegarti" disse Viggo avvicinandosi al ragazzo e accarezzandogli la schiena
"NO!" L'arco che Orlando teneva in mano venne gettato violentemente per terra "Stai lontano da me, non ti avvicinare, non voglio avere più a che fare con te!" gli gridò, poi uscì fuori correndo e salì in macchina. L'americano lo raggiunse in tempo per vederlo partire, a tutta velocità nella strada deserta.
Orlando prese una strada secondaria, sempre guidando veloce. I suoi riccioli scuri erano scompigliati dal vento che entrava dalla capote, che era abbassata (Hey, un momento, Isha, ma è febbraio... e io devo viaggiare con la capote aperta??? N.d.Orli-stupito
Zitto e guida! Uff, ma dove son finiti i personaggi di una volta?N.d.Isha
Ma poi mi prendo il raffreddore N.d.Orli
Non ti preoccupare, ti curerò io N.d.Viggo-ke-fa-il-premuroso
BASTAAAA!!! Tutti nella fic, forza, muovetevi! Ma guarda come mi rovinano le scene 'sti due!!!) mentre davanti a lui si stagliava un tramonto pittoresco. I riflessi dorati e rosa si riflettevano sulle nuvole bianche che ingombravano il cielo.
Viggo rimase in piedi davanti alla porta della palestra fino a quando l'auto del giovane sparì dalla sua vista. Sperava che riuscisse a sfogarsi in qualche modo, ma era molto preoccupato per lui. Orlando non era in sé e se gli fosse successo qualcosa per colpa sua non sarebbe mai riuscito a perdonarselo.
L'uomo tornò alla sua roulotte per riposarsi un po'. Infatti la sera avrebbero dovuto girare le scene del Fosso di Helm, ma come aveva pensato, non riuscì a dormire, preoccupato per Orlando. Doveva spiegargli com'era andata la situazione, doveva riuscire a parlare con lui. Questo era l'unico pensiero della sua mente, e rigirandosi sul materasso continuava a ripetersi le frasi che gli avrebbe dovuto dire, immaginando le sue risposte e...
Improvvisamente i suoi pensieri furono interrotti dal suono del suo cellulare. Si alzò di scatto e corse a prenderlo, sperando fosse Orlando, invece era Peter
"Pronto?"
"Viggo..." quel tono di voce non presagiva niente di buono
"Dimmi ti ascolto"
"Hai per caso visto Orlando? Doveva presentarsi qui mezz'ora fa e non si è visto ancora. Al cellulare non risponde e quindi...ho pensato che...beh sì, magari sai dove sia"
Uno spasmo di angoscia strinse lo stomaco dell'attore
"Non so dove sia... l'ultima volta che l'ho visto era alla palestra, un'ora fa. Ha preso l'auto ed è andato chissà dove". Abbiamo litigato. Doveva dirglielo? Viggo decise di no.
"Ah, ok, grazie comunque. Ci vediamo dopo"
Viggo era sempre più agitato. Il piccolo sospetto che nutriva poco prima era cresciuto e lo stava quasi opprimendo. Non riusciva più ad aspettare. Decise di dirigersi agli studios, magari lo avrebbe incontrato per strada, ma quella fu una speranza vana.
Una volta arrivato, quasi rimpianse di non essere rimasto a casa. C'erano tutti gli amici riuniti nella hall, tutti molto preoccupati del fatto che il giovane inglese fosse introvabile.
Appena entrò, Liv lo assaltò "Vig, Vig, sai niente?" chiese ansiosa. Lui scosse la testa e lei tornò seduta accanto a Miranda, che stava tentando di telefonare.
"Niente, è spento, o non prende" disse con disappunto.
"Sentite, io qui senza far niente non ci posso stare" sbottò Elija "Vado a fare un giro in auto, magari lo trovo"
"Ti accompagno" disse Dom
"È una buona idea" disse Cate "Prendo la mia auto anch'io. Hugo, vieni con me?"
L'uomo annuì e poco a poco tutti formarono dei gruppetti da due o tre persone per ricercare Orlando.
Miranda, Liv e Ian insieme a Peter decisero di rimanere ad attendere agli studios, mentre Viggo partì da solo. Era stato fortunato, non avrebbe sopportato uno dei suoi amici. In quel momento non voleva né consolare, né essere consolato e tantomeno passare tutto il viaggio a parlare dei possibili posti dove Orlando sarebbe potuto andare.
Rimasero alla ricerca per circa un'ora e mezza, quando Viggo ricevette una chiamata al cellulare.
Sobbalzò per la sorpresa, poi rispose
"Viggo, l'hai trovato?" chiese Karl
"No, mi spiace. Voi?"
"Niente. Senti, noi torniamo agli studios, per vedere se ci sono novità"
"Va bene, fra poco arrivo anch'io" disse Viggo.
Dopo aver premuto il pulsante per terminare la conversazione, l'attore provò a chiamare il cellulare di Orlando. Si aspettava il messaggio dell'operatore, ma stranamente questo cominciò a squillare dalla parte opposta.
Si raddrizzò meglio sul sedile, sperando che il ragazzo rispondesse, ma dopo un paio di squilli, partì il messaggio dell'operatore. Orlando aveva terminato la chiamata.
"È abbastanza normale, so che mi odia in questo momento, è assurdo anche solo il fatto che abbia pensato mi rispondesse" si disse Viggo scuotendo la testa.
Continuò le sue ricerche, imperterrito per un'altra mezz'ora poi si decise e tornò agli studios.
Era scesa la sera da un po' e il cielo si era riempito di nuvole nere, che presagivano una notte di pioggia. Sarebbe stata una serata perfetta per girare le scene del Fosso di Helm, ma quella sera sarebbero state rimandate.
Una volta rientrato, vide i visi dei compagni pallidi e preoccupati
"Beh, che è successo?" chiese. Cos'altro era successo? Era quasi pietrificato ma riuscì ad avvicinarsi a Peter che gli disse, con voce tremante
"Ha... ha chiamato la polizia" fece una pausa, deglutendo per cercare di sciogliere il nodo che aveva in gola "Hanno trovato l'auto di Orlando"
Viggo rimase in attesa di sentire il resto, ma una parte di lui non voleva sapere, immaginava che non fosse niente di buono. Con la coda dell'occhio vide Miranda asciugarsi gli occhi con il palmo della mano e questo lo fece sentire ancora peggio. E Peter non voleva decidersi a continuare.
"Beh?" chiese
"Ha avuto un incidente. L'auto... l'auto è andata fuori strada a una ventina di km da qui... ha colpito un albero e si è incendiata" continuò il regista, guardando a terra "La polizia non è riuscita a riconoscere il corpo, ma hanno trovato il portafogli con i documenti di Orlando a qualche metro dall'auto..."
Viggo si sentì morire. 'il corpo'... questo significava che Orlando era rimasto nell'auto mentre questa bruciava. Si passò una mano sui capelli, poi la posò sugli occhi.
"Non c'è niente di certo" avrebbe voluto dirgli Miranda, ma non ebbe il coraggio di riaccendere quella flebile speranza nel cuore di tutti. Sapeva infatti che se poi anche questa fosse stata spenta, il dolore sarebbe stato maggiore.
Viggo si voltò e uscì senza una parola, mentre Liv si alzò per seguirlo.
"No, lascialo stare" disse John "Ha bisogno di stare solo. Come penso tutti noi"

Viggo uscì dalla hall. Le nuvole nere finalmente erano sfociate in pioggia. L'uomo tornò all'auto, camminando lentamente, e lasciandosi inzuppare dalla pioggia, mischiando le gocce di pioggia che gli scivolavano sul viso con le sue lacrime. Tornò indietro alle roulotte assegnate agli attori, e senza quasi rendersene conto si fermò davanti a quella di Orlando. "Così ti fai solo del male" si disse scendendo dall'auto, ma se lo meritava. Era colpa sua se Orlando era partito arrabbiato in quel modo. Abbassò la maniglia della porta e quella docilmente si aprì.
Viggo entrò. Si diresse verso l'interruttore per accendere la luce, ma poi ci ripensò. Dopo poco i suoi occhi si abituarono alla semi-oscurità dato che una leggera luce filtrava dai lampioni all'esterno.
Guardando verso il divano vide ancora per terra la maglia e la camicia del ragazzo, rimaste abbandonate dalla sera del compleanno di Sean... la loro sera.

These wounds won't seem to heal
This pain is just too real
There's just too much that time cannot erase

I ricordi lo assalirono, impietosi, e l'attore si lasciò cadere sul divano, cercando di sfogare il suo dolore, il suo senso di colpa attraverso le lacrime. Nemmeno tentò di fermarle, sapeva che era una lotta che avrebbe perso.

I've tried so hard to tell myself that you're gone
But though you're still with me
I've been alone all along

Non riusciva a capacitarsi di quello che era successo, non riusciva a credere che fosse vero.
Il pensiero di non rivedere più Orlando... di non averlo più a far parte della sua vita... era il suo peggiore incubo e la cosa più terribile era che si era realizzato e niente avrebbe potuto cambiare la realtà dei fatti.
L'uomo era seduto a capo chino, il viso rigato di lacrime e il corpo in preda ai singhiozzi. Chiuse gli occhi.
"Orlando" mormorò. Nella sua mente lo rivedeva, pieno di vita, con il suo sguardo dolcissimo, mentre gli chiedeva, quasi implorante, di andare a fare surf con lui e gli hobbit...
Lo rivedeva nelle sue litigate con Miranda, o mentre ne combinava qualcuna delle sue.
Viggo rialzò lo sguardo. Si chiese di nuovo perché fosse andato li. Tutto in quella stanza gli ricordava di loro due.
Quel posto era così freddo... non lo sarebbe sicuramente se, accanto a sé, Viggo avesse avuto il suo Elfo, il suo amore, il suo dolce Orlando.
Gli aveva mai detto di amarlo? Non ne era sicuro. Non avrebbe mai avuto la possibilità di dirglielo ancora.
Come aveva potuto essere talmente idiota? Quel pomeriggio avrebbe potuto fermarlo prima che salisse in quella dannata macchina. Se solo ci avesse provato... invece se n'era rimasto a fissarlo, mentre il ragazzo se ne andava.
Non riusciva a bloccare le lacrime. L'unica cosa che era sempre riuscito a calmarlo o a renderlo meno triste era l'abbraccio del suo giovane amico... ma Orlando non era più li per consolarlo.
"Perché? Perché mi è stata tolta la cosa più preziosa che il destino mi aveva dato? Perché in questo modo assurdo, insensato..."
Forse avrebbe fatto meglio a farla finita. Come poteva vivere pensando che avrebbe potuto salvarlo ma non ci aveva nemmeno provato?
Viggo si lasciò ricadere stancamente contro lo schienale del divano, chiudendo di nuovo gli occhi mentre la debole luce esterna gli faceva brillare le lacrime che aveva sul volto.
"Viggo..."
Avrebbe fatto meglio ad andarsene da li. Il dolore che provava era ancora troppo vicino. Gli sembrava ancora di sentire Orlando chiamare il suo nome, come aveva fatto la notte prima, solo un sussurro al suo orecchio, ma che era stato capace di scatenare nell'uomo profonde emozioni.
"Viggo..."
Gli sembrava di impazzire. "Mi dispiace" mormorò con la voce rotta di pianto "Anche se ormai è inutile che te lo dica"
Una mano sfiorò la spalla di Viggo e a quel contatto l'uomo aprì gli occhi.
Si guardò intorno, cercando di mettere a fuoco la persona che aveva davanti e Viggo rimase letteralmente di sasso quando si accorse che la persona davanti a lui era Orlando!
Certo, un Orlando non proprio in buone condizioni, ma almeno in carne e ossa.
Il ragazzo era bagnato fradicio, i capelli scomposti e appiccicati sul viso, i vestiti sporchi di fango e aveva un taglio sul sopracciglio.
Questi fu il primo a riprendersi dalla sorpresa, anche se si stava chiedendo che cosa ci facesse Viggo li, al buio e con un aspetto sconvolto. Era entrato silenziosamente, notando che la porta era rimasta socchiusa e aveva visto l'attore seduto sul divano, abbandonato contro la spalliera. Cercando di mostrarsi ancora risoluto disse:
"Ti avevo detto di lasciarmi stare, che ci fai qui? Sei venuto a chiedere perdono? Sappi che non voglio ascoltarti"
Viggo era come se non avesse sentito una parola del discorso e senza una parola si alzò di scatto, imprigionando il giovane in un abbraccio, come se temesse di vederlo sparire da un momento all'altro.
"Ma... Viggo" mormorò Orlando che, sempre più stupito da quella reazione, decise di abbandonare il suo comportamento scontroso e abbracciò a sua volta l'uomo, attendendo che si calmasse.
"Viggo, avanti, va tutto bene... Calmati" gli disse dolcemente.
Lo fece sedere sul divano e accese una piccola lampada, rischiarando la stanza. Orlando osservò il volto di Viggo, gli occhi arrossati e lucidi che sembravano incredibilmente stanchi... infine chiese
"Puoi dirmi che è successo? Non ti ho mai visto in queste condizioni"
Viggo era ancora incredulo, non riusciva a capire come potesse Orlando essere li davanti a lui, ma alla fine riuscì a parlare.
"Dopo che te oggi ne sei andato dalla palestra, sono tornato a casa, ma temevo che ti potesse essere successo qualcosa, dato come te n'eri andato. Dopo un po' mi ha chiamato Peter, dicendomi che avevi un appuntamento con lui ed eri in ritardo di mezz'ora. Preoccupati, siamo partiti tutti a cercarti, ma senza trovarti. Sono rientrato agli studios per ultimo e quando sono tornato mi hanno detto che la polizia aveva trovato la tua auto finita fuori strada e incendiata, con il tuo corpo dentro. Hanno detto che ti avevano riconosciuto grazie ai documenti e noi, insomma, abbiamo pensato che tu fossi..."
Orlando scoppiò a ridere e Viggo ci rimase male
"Scusa, non sto' ridendo di te è solo... che oggi dopo che sono andato via dalla palestra ho guidato un bel po', cercando di calmarmi, poi mi sono fermato sul ciglio della strada, conscio che se avessi continuato a guidare a quel modo alla fine mi sarei potuto ammazzare, anche se in quel momento non mi importava niente. Insomma, mi sono allontanato dall'auto calmandomi un po'. Improvvisamente mi sono ricordato di Peter e ho acceso il cellulare, per chiamarlo. Dovevo dirgli che stavo bene e di non preoccuparsi, ma qualcuno mi ha colpito alle spalle e sono andato a sbattere la testa contro un sasso che era per terra" disse indicandosi la ferita Mi sono risvegliato forse mezz'ora dopo e sono tornato qua a piedi, dato che da queste parti non passa mai nessuno. E per di più si è messo anche a piovere, così ho fatto la doccia"
Era la prima volta che Orlando vedeva Viggo senza parole. Continuava a fissarlo e a stringerlo a se. Il ragazzo sorrise, accarezzandogli la guancia con le dita.
"Scusami, non avrei dovuto comportarmi in quel modo" disse il giovane, ma Viggo lo interruppe
"No, è colpa mia. Se non fossi stato tanto testone da tenerti segreti i miei pensieri tutto questo non sarebbe successo. Orlando io... devo darti una spiegazione. Oggi..."
Ma Orlando gli posò un dito sulle labbra "No, non ora. Prima dobbiamo chiamare gli altri. In fondo sono tornato dal Regno dei Morti proprio ora... è giusto che lo sappiano"
"Hai ragione" disse Viggo continuando ad abbracciare Orlando
"Forse se però mi lasci andare, posso prendere il telefono che ne pensi?" disse il ragazzo ridendo e, controvoglia, Viggo lo lasciò andare. Orlando prese il telefono e compose il numero di Peter, ma Viggo gli prese la cornetta dalle mani.
All'occhiata interrogativa dell'inglese rispose dicendo "Gli facciamo uno scherzino"
"Dai, Viggo, ma poi ci collassa!" rispose Orli fingendosi preoccupato
Viggo sorrise, poi Peter rispose
"Pronto?"
"Peter, dove sei?"
"Sono ancora agli studios, perché?" chiese il regista, la sua voce era ancora carica di dolore
"C'è qualcuno con te?"
"Viggo, mi dici che succede?". Ora Peter si stava insospettendo
"C'è qualcuno che vuol parlare con voi" disse l'americano e passò il telefono a Orlando che disse
"Ciao Peter!". Dall'altro capo della cornetta c'era solo silenzio
"Pete? Mi riconosci?"
"Orlando????" fu solo un sussurro "Ma come... cosa..."
"Ebbene si , non vi siete liberati di me. Mi faccio portare agli studios, raduna tutti la, ok?"
Ancora sconvolto per la sorpresa, Peter disse qualcosa che suonava come un'affermazione, poi entrambi riappesero.
"Io vado a farmi una doccia" disse Orlando, bagnato fradicio che stava cominciando a rabbrividire
Viggo annuì , dicendo "Ti aspetto qui. Anche se sarei tentato di seguirti"
"Lo so" rispose il ragazzo baciandolo sulle labbra "E anch'io lo vorrei, ma..."
"Sì, hai ragione, prima dobbiamo pensare agli altri" Non c'era risentimento nella voce dell'uomo, anche lui capiva che non era il momento di abbandonarsi al piacere.
Orlando sparì nel bagno e Viggo rimase ad attenderlo pazientemente in salotto.
Dieci minuti dopo erano in auto, diretti agli studios
"Preparati" disse Viggo ad Orli "è molto probabile che verrai assalito"
"Ma ci sarà il valoroso re di Gondor a salvarmi, vero?" rispose Orlando con un sorriso
Viggo lo prese per mano, guardandolo negli occhi. "Per te ci sarò sempre"
Entrambi rimasero immobili per degli attimi che sembrarono ore, fino a quando Viggo disse "Se non scendiamo ora ho paura che non scenderemo più"
"Hai ragione" confermò Orlando, e con uno sforzo di volontà enorme lasciò la mano dell'uomo e scese dall'auto per ritrovarsi di nuovo sotto una fredda pioggerellina.
I due entrarono negli studios e appena gli attori, riuniti a tempo record da Peter videro i due, la stanza cadde nel silenzio più assoluto.
"Orlando?" chiese Dom
"Ma come...?" disse stupito Karl
Miranda si alzò di scatto e corse ad abbracciarlo (No, non mi maledite la povera Miranda... è solo un'amica per Orli. Volete mettere con la Liv?) e un attimo dopo anche tutti gli altri avevano assalito i due.
Dopo l'euforia e l'incredulità iniziali, Orlando riuscì a spiegare quello che era successo. Gli amici li tennero a chiacchiera per almeno due ore, felici che quella brutta storia si fosse rivelata infondata (ok, tutti contenti tranne il povero ladruncolo morto... ih ih ih come sono sadica).
"Sarai stanco, dopo questa disavventura. Se vuoi ti riaccompagno a casa" disse Liv avvicinandosi ad Orlando
"Grazie, ma ci pensa Viggo"
"Ma io sono più vicina a 'casa' tua!" insistette lei
Lui sorrise e scosse la testa "Non hai capito... io voglio dormire con il mio Aragorn" (Battuta gentilmente offerta da mio fratello ^_^)
Tutti rimasero impietriti da quella affermazione, poi Orlando, ridendo, prese la mano di Viggo e corse fuori. I due uscirono dall'edificio e attraversarono il parcheggio fermandosi davanti all'auto, ansanti.
"Non posso crederci, gliel'hai detto!". Viggo era ammirato e sorpreso insieme
"Prima o poi lo avrebbero capito" rispose il ragazzo "E secondo me è meglio prima che poi, almeno così sapranno tutti che sei mio" Orlando avvicinò le labbra a quelle di Viggo
"E lo stesso vale per te" rispose Viggo, baciandolo. Interruppe il bacio per sussurrare sulle labbra del compagno "Dillo pure a Liv e a Dom"
"Dom? Come sai di lui?"
"Shhh" Viggo posò un dito sulle labbra di Orlando, per poi baciarlo di nuovo.

Intanto all'interno dell'edificio, Liv era ancora scioccata da quanto aveva sentito e continuava a balbettare frasi sconnesse. Miranda sorrise, era contenta per loro.
Ian scoppiò a ridere "E bravi quei due. Fanno tanto gli innocentini ma in fondo..."
Alle sue risate si unì anche Hugo, che aveva finalmente capito il doppio senso della telefonata del giorno prima.
Gli altri stavano cominciando a commentare l'accaduto, più o meno sconvolti, quando Cate prese parola
"Non abbiamo il diritto di sparlare di loro" disse seria "Non mi pare giusto"
"Cate ha ragione, non possiamo cambiare i nostri atteggiamenti nei loro confronti" aggiunse Miranda.
Gli altri annuirono, confermando le frasi delle due donne.
Peter, dal canto suo, era proprio contento. Quei due li aveva visti subito bene insieme, ecco il perché delle scene di 'profonda amicizia' fra Legolas e Aragorn. (Hai capito il regista... furbetto)

Viggo e Orlando erano tornati alla roulotte dell'inglese.
Una volta entrati, Viggo disse "Ora devo proprio spiegarti..."
"Non ora, per favore. Qualunque cosa tu abbia fatto è acqua passata."
Viggo scosse la testa "No, sento il bisogno di dirtelo... non ci starei bene altrimenti"
Con un sospiro Orlando si lasciò cadere sul divano e disse "D'accordo, racconta"
Viggo gli spiegò tutta la storia, dall'inizio.
I suoi sogni di Miranda e la confusione che gli avevano lasciato in testa... poi il giorno in cui lui era andato a Casa Baggins con Dom e Billy, Elija gli aveva parlato di Lucie e della sua passione per la psicologia.
In piscina l'aveva guardata a quel modo perché stava pensando seriamente di tentare di parlare con lei.
L'aveva incontrata il pomeriggio, quando aveva allontanato Orlando con una scusa ridicola e lei, dopo aver ascoltato i sogni, gli aveva chiesto di focalizzare i particolari. Viggo a quel punto si era ricordato della strana stoffa verde e nera che trovava sempre addosso a Miranda.
Lucie gli aveva spiegato che per comprendere a fondo i sogni bisognava focalizzare l'attenzione sui particolari a prima vista insignificanti.
Il famoso brandello di stoffa era in realtà la bandana di Legolas e la ragazza aveva spiegato all'attore che le situazioni vissute in quei sogni avrebbe voluto condividerle con la persona che aveva quella bandana. In realtà lei non sapeva che Viggo si stava riferendo ad Orlando.
"Sono venuto a cercarti per raccontarti tutto, alla palestra, ma ormai il danno era fatto. Mi dispiace di essere stato così idiota. Se non avessi avuto tanti stupidi segreti, ci saremmo potuti risparmiare queste angosce"
Orlando si avvicinò a Viggo, che si era seduto distante da lui sul divano. Gli accarezzò la guancia con le nocche e disse
"Dì al tuo ego poeta di non angosciarsi più. È tutto passato, ormai. Adesso ho solo voglia di dormire" La mano di Orlando scese dalla guancia sul collo fino alla spalla di Viggo. Stringendolo a se e guardandolo negli occhi finì "E di sentirti accanto a me"
"Come potrei non accontentare un principe?" rispose Viggo con un mezzo sorriso
"Andiamo"
I due si misero a letto (non cominciate subito a fare pensieri strani... a DORMIRE!!!
Sì, per ora N.d.Orlando
ORLANDOOOOO!!!!! Fuori di qua, questo è lo spazio riservato ai commenti dell'autrice!
Ha ragione, Orli. E poi, noi abbiamo di meglio da fare N.d.Viggo
-Isha scuote la testa, sconsolata-), abbracciandosi e trovando calore l'uno nell'altro.
Orlando chiuse gli occhi pensando a quanto era accaduto negli ultimi tre giorni. La loro storia d'amore e di passione avrebbe portato anche molti problemi, altre battaglie e...
"Li combatteremo insieme"
Sentendo quella voce rispondere ai suoi pensieri, Orlando riaprì di scatto gli occhi, rendendosi conto di aver pensato ad alta voce.
"Sì, insieme" confermò "Almeno fino a quando la Compagnia sarà fedele"
"Allora ricordati" gli sussurrò Viggo all'orecchio "Che tu avrai sempre la mia spada"
"Ah già, infatti era rimasta qui" disse Orlando accennando con un cenno del capo all'arma appoggiata alla parete
"Ecco perché non la trovavo da nessuna parte" rispose l'uomo (Mi censuro da sola é.è).
Orlando intanto cominciò a percorrere il petto nudo di Viggo con le dita, seguendo disegni immaginari.
Sottoposto a quella dolce tortura, Viggo rabbrividì di piacere
"Ma tu non avevi sonno?" chiese al ragazzo che gli era salito a cavalcioni sulle gambe
"Beh... mi è passato" rispose sorridendo prima di baciarlo.

Il cielo cominciava schiarirsi quando i due amanti decisero di concedersi un po' di tregua.
"Sai, dovremmo ringraziare Liv" disse Orlando con gli occhi chiusi, accoccolato contro il petto di Viggo
"E perché?" chiese l'uomo, con la voce che tradiva la sua stanchezza
"Regalarti quella Evenstar è stata la cosa più intelligente che abbia mai potuto fare"
Viggo ridacchiò a quella frase poi gli posò un bacio fra i capelli, mentre sentiva il respiro del ragazzo farsi più profondo e più tranquillo. E fu con il suo amore addormentato fra le braccia che anche Viggo cominciò ad addormentarsi. La sua mente cominciò a vagare fra i pensieri più o meno coerenti.
Tutte le opinioni che avrebbero potuto avere gli altri, gli scandali, i segreti...appoggiò la guancia sul cuscino e il mento sulla testa di Orlando.
Beh, avrebbe lasciato gli altri a preoccuparsi di tutte le questioni di opinione pubblica e cose del genere.
Aveva finalmente trovato una cosa preziosa che il destino gli aveva concesso e avrebbe sacrificato tutto per lui.
I've been alone all along...
Non più... non sarebbe più rimasto solo... adesso c'era Orlando accanto a lui e sapeva che non lo avrebbe mai lasciato.
Viggo si costrinse a chiudere gli occhi e dopo pochi attimi stava dormendo anche lui.

 

Fine



Ce l'ho fatta? Davvero? No, è impossibile. Ma... non credo ai miei occhi. Qualcuna ha avuto il coraggio di leggere questa indecenza???
Ragazze, complimenti davvero, siete state molto coraggiose.
Oddio ke fine orrendaaaa!!! Me ne rendo conto che fa schifo ma non riuscivo + a chiudere...
Si, lo so che son stata cattiva a censurare l'ultima scena hot, ma sapete, volevo finire questa storia prima di natale ^_^
Beh, ok, passo ai ringraziamenti:
Prima di tutto ringrazio Laila, Klo e Shal... Laila per i suoi consigli e ispirazioni, Klo e Shal per avermi sopportato. Ah, anche Elf Lady, che è stata shockata in anteprima dal finale (vero ciccina?) Cmq la ringrazio tantissimo per i suoi consigli.
Altri ringraziamenti a mio fratello, (Legobaby ^_^) che mi ha fornito spunti interessanti... benedetta innocenza.
Ringrazio inoltre tutte voi Mellyn e Wgirls per avermi permesso di scrivere questa roba.... TESSOREEEE!!!
Ed infine grazie a Orli e Viggo, che si son divertiti abbastanza in questa fic...
Ed ora tocca a voi, ke ne pensate? Voglio commenti, capito????
Kiss
Isha
P.s. il testo della canzone è tratto da "My Immortal" degli Evanescence
P.p.s. Un ringraziamento speciale a Kloen, che è riuscita a trovare il fegato di leggere tutta la mia fic!!! Un bacione tessora, sei un mito...