.|.  The Evenstar .|.

Bene, ecco il secondo capitolo della fic.

Innanzitutto ringrazio tutte le Wicked Girls e le Mellyn che hanno commentato il primo capitolo.

Ringrazio anche Laila per il suo supporto riguardo all’analisi dei sogni e Kloen e Shalim per avermi sopportato.

TESSORE VVB!

Ci tengo a specificare che la scena che i protagonisti girano per il ROTK è pura invenzione.

Ok dopo la chiacchierata iniziale, che si spengano le luci e lo spettacolo inizi…

 

Capitolo 2

~

“Signor Mortensen? Jackson sta’ chiamando tutti in scena” disse timidamente una giovane comparsa che interpretava un Elfo

“Arrivo subito” disse Viggo. Dovevano girare la scena del passaggio per i Sentieri dei Morti e si trovavano su una valle circondata da alti monti rocciosi. Uno stretto sentiero portava proprio davanti ad una parete completamente verticale dove era stata creata l’entrata delle caverne.

L’ego di Aragorn si alzò dalla sedia che era stata portata li dalla troupe e lì posò il suo copione.

Lui e la comparsa si avviarono verso il regista

“Penso che questi salti di scene siano terribili, vero?” chiese il ragazzo all’uomo accanto a lui

“Hai ragione” assentì Viggo “Ieri ci hanno fatto girare una parte delle scene del Fosso di Helm e oggi sono in cammino verso Gondor” concluse sorridendo

“James, tu di qua” disse un cavaliere rivolto al ragazzo accanto a Viggo.

“Arrivederci” salutò questi correndo verso il suo cavallo. Viggo si avvicinò a Orlando che stava controllando il suo arco. Dovette lottare per soffocare l’istinto di stringerlo a se. Si limitò a passargli un braccio sulle spalle e sussurrargli all’orecchio:

“Dov’eri sparito stamattina?” chiese l’uomo “Quando mi sono svegliato non ti ho trovato più”

Il giovane non rispose e proprio in quel momento arrivarono Peter e John (Gimli)

“Buongiorno ragazzi” disse Peter

“Ciao” rispose Viggo mentre Orlando si limitò a fare un cenno col capo e ad accennare un sorriso.

“Ok, se siete tutti pronti possiamo iniziare” disse il regista rivolto alla troupe

“Tutto ok, PJ” disse un uomo con un paio di cuffie in testa levando il braccio con il pollice alzato

John si allontanò dai due amici e si diresse verso due giovani Elfi, con lunghi capelli color miele.

Erano due gemelli ed interpretavano i fratelli di Arwen, Elladan e Elrohir (Come sono cariniii) che stavano parlottando fra di loro riguardo a chissà cosa.

Viggo rimase sorpreso dal comportamento di Orlando. Sembrava che tentasse in tutti i modi di ignorarlo, sembrava cercasse di immaginarsi di essere solo. Che se la fosse presa per quello che era successo la notte scorsa? L’uomo dubitava che si trattasse di quello, ma restava il fatto che Orlando si stesse comportando in modo molto strano.

Peter diede il via alla scena e tutti presero a recitare la loro parte.

 

Aragorn si lasciò cadere in ginocchio sopra il manto d’erba. Nel suo sguardo c’era timore, disperazione, dolore. Molti dei suoi amici erano caduti in quella guerra assurda. Sentì Legolas che si avvicinava a lui. Una volta arrivato alle sue spalle, l’Elfo disse:

“Gli uomini sono spaventati. Pensano di non farcela. Abbiamo bisogno di tutto l’aiuto possibile”

“Devo dimostrare di saper essere un buon capo. Non ho scelta. Dobbiamo attraversare i sentieri dei morti e convocare quei soldati. Devo confessarti che sono intimorito… questa è un’impresa disperata” fece una pausa, guardando in alto, verso l’amico. Il principe gli mise una mano sulla spalla, per confortarlo “Avrò bisogno di te, del tuo sostegno, Legolas di Bosco Atro” finì il ramingo con un sorriso.

A quel punto l’Elfo avrebbe dovuto rispondere all’uomo, ma rimase in silenzio. Stupito, Aragorn guardò verso di lui e vide che Legolas stava guardando verso le truppe. Si accorse, dopo qualche attimo, di un cavaliere che galoppava verso di loro. Lo sguardo di Legolas diventava sempre più gelido man mano che la figura si avvicinava. Tolse la mano dalla spalla di Aragorn e si allontanò di un passo.

L’uomo vide che il cavaliere era un giovane uomo che indossava un’armatura leggera, ma poi si accorse che non era affatto un uomo, era una donna. Era Miranda, mentre interpretava Dernhelm, il cavaliere che riesce a sconfiggere un Nazgul.

 

Viggo si guardò intorno. Possibile che a nessuno interessasse quel cambiamento di piani imprevisto? Miranda non doveva essere li, Dernhelm neppure dato che secondo la trama sarebbe dovuto essere con Theoden… L’uomo notò che Peter stava parlando con Fran, per nulla interessato al casino che stava accadendo.

Miranda scese agilmente da cavallo. Aveva un corpetto di metallo, dal quale spuntava una maglia metallica, dei gambali e un paio di pantaloni scuri. In testa un elmo leggero ma abbastanza coprente, da permettere di non essere riconosciuta. Aveva anche uno strano accessorio, che fece pensare Viggo. Aveva legato attorno al braccio destro, a mo’ di laccio, un pezzo di stoffa verde con ricami neri. Prima che l’attore si potesse ricordare dove l’aveva già vista, la ragazza scese da cavallo e si mise fra i due, fissando negli occhi Viggo.

Miranda si tolse l’elmo e una cascata di capelli biondi le ricade sulle spalle. Abbandonò il copricapo per terra e si rivolse all’uomo dicendo:

“Non temere, Estel, c’è grande forza in te”. Quella era la battuta di Orlando. La giovane si mise proprio davanti a lui, mentre Viggo cercava di capire cosa stesse succedendo. Sembrava che nessuno, a parte loro tre, si fosse accorto di niente.

Miranda continuò: “E io ti sarò sempre accanto, sarò la tua luce nel buio, il tuo sostegno nelle difficoltà, la tua speranza”

D’accordo voler rubare le battute di Orlando, ma le frasi che la ragazza stava dicendo non erano in nessuno dei tre copioni e non appartenevano a nessun personaggio.

“Miranda, ma che…” chiese l’uomo stupito, ma lei gli posò un dito sulle labbra. Presto questo fu sostituito dalle labbra della ragazza, mentre le sue mani cominciarono ad accarezzargli la schiena.

Viggo posò le mani sulle spalle di Miranda, con l’intenzione di allontanarla, ma fece l’esatto contrario, e la strinse a se.

“Cosa stai facendo!” si disse, l’uomo. Lentamente sentiva che stava perdendo il controllo mentre una strana eccitazione cresceva in lui.

Mentre la ragazza continuava a baciarlo, Viggo aprì gli occhi, cercando Orlando. Lo vide che si stava allontanando, dandogli le spalle. Il ragazzo si voltò ma Viggo non riuscì a vedere il suo volto perché la luce del sole dietro di lui era accecante, come i raggi del sole che filtrano da una finestra… da una finestra?

 

Viggo tornò lentamente cosciente, tenendo gli occhi chiusi. Era ancora a letto.

“Ma allora era tutto un sogno” si disse, ma perché diavolo non aveva oscurato i vetri? Non era tornato tardissimo, la sera precedente, quindi non si era fiondato a letto senza pensare minimamente a quello che doveva fare. Si accorse però che qualcuno gli cingeva la vita e a quel punto non stava più sognando. I ricordi della sera precedente lo sommersero, come un’ondata di acqua fredda.

Orlando.

Aprì gli occhi e lo vide dormire accanto a se, i riccioli castani scompigliati e un’espressione di tranquillità sul volto. Viggo sorrise, non avrebbe mai voluto svegliarlo, ma lanciò un’occhiata al suo orologio da polso e vide che erano quasi le sei di mattina e per le sei e trenta dovevano essere agli studi per cominciare il trucco. E pensare che quei poveri Hobbit erano già in piedi da almeno due ore…

L’uomo si sollevò su un gomito e cominciò ad accarezzare i capelli al ragazzo.

Dopo poco, questi scosse la testa, mugolando per il disappunto di essere svegliato. Viggo non poté trattenere un sorriso.

 

Orlando si era svegliato appena aveva sentito qualcuno accarezzargli i capelli. Si accorse di essere abbracciato a qualcuno, ma non ricordava chi fosse e non voleva aprire gli occhi, c’era troppa luce, poi sentì una voce

“Forza Elfo pigrone, dobbiamo alzarci”

Il ragazzo aprì immediatamente gli occhi, sorpreso. Quella era la voce di Viggo. Lo vide disteso accanto a se, con un dolce sorriso sul viso, ma la sua espressione cambiò impercettibilmente, quando vide lo stupore negli occhi castani del giovane.

Ma cosa era successo? La sera precedente… la sera precedente era al compleanno di Sean… poi ricordò il cocktail di Dom e Billy… Viggo che lo accompagnava a casa… la loro notte insieme. Tutto gli tornò in mente, lentamente e la sua espressione stupita si trasformò in un sorriso

“Buongiorno” disse all’uomo strofinandosi gli occhi e stiracchiandosi “Che ore sono?”

“Quasi le sei” rispose lui

“Allora dobbiamo sbrigarci. Io posso anche arrivare in ritardo, ormai è un’abitudine, ma tu spacchi sempre il secondo. La gente potrebbe cominciare a sospettare qualcosa…” disse sorridendo Orlando

“Che sospettino allora” disse Viggo alzando le spalle “Come stai?”

“Un po’ di mal di testa ma è normale, anzi di solito dopo una sbronza mi sento molto peggio”

“É merito del mio straordinario caffè” rispose Viggo con un sorriso

“Davvero? Allora ti scoccerebbe andare a fare il bis?” chiese Orlando con occhi imploranti

Viggo scosse la testa e più rivolto a sé stesso che al ragazzo, disse “Ok, andiamo” alzandosi controvoglia dal letto.

L’uomo cominciò a rivestirsi lentamente, mentre osservava divertito Orlando che, solo con i pantaloni addosso, vagava per la camera in cerca di qualcosa

“Cosa hai perso?” gli chiese

“Il maglione… il maglione nero e la camicia che avevo ieri sera”

Viggo si bloccò e lo fissò, con un’espressione molto significativa. Il ragazzo lo fissò dapprima senza capire poi ricordò

“Ah, già è vero” disse ridacchiando “Sono rimasti sul divano vero?”

“O sotto il divano, o dietro, insomma li attorno””

“Faccio prima a prendere qualcos’altro, con la confusione che ho in salotto li ritrovo fra 10 giorni”

“Mentre tu finisci di prepararti, io vado di la e preparo la colazione, ok?”

“Va bene, arrivo subito” rispose il ragazzo da dentro l’armadio

 

Il ragazzo scelse una maglietta leggera e sopra prese un maglione di lana con strani disegni. Si fermò un attimo a riflettere. I ricordi della sera precedente gli stavano tornando in mente, e adesso riusciva a ricordare anche le sensazioni provate. Le mani di Viggo, il suo corpo, la passione che aveva visto nei suoi occhi…

Orlando sorrise. E pensare che per tutto quello che era successo avrebbe dovuto ringraziare Dominic e Billy. Chissà quando avrebbe avuto il coraggio di ammettere anche solo con se stesso quello che provava per Viggo. Chissà SE l’avrebbe mai ammesso.

Il ragazzo decise di raggiungere l’uomo in cucina. Entrò silenziosamente e trovò Viggo ad aprire ogni sportello esistente, nel tentativo di trovare qualcosa.

Orlando prese un paio di tazze da uno sportello accanto a lui, poi si sedette su un angolo del tavolo, dicendo:

“Cerchi qualcosa?” Gli sembrava di recitare di nuovo la sua parte in Wilde, la battuta era simile, come l’atteggiamento.

“Sì, le tazze” rispose Viggo voltandosi verso di lui. Poi le vide sul tavolo e disse “Va bene, me ne faccio una ragione. Non riuscirò mai a trovare niente in questa cucina”

“Cucina è una parola grossa. Saranno al massimo 2 metri quadrati…” polemizzò il ragazzo

“Allora non riuscirò mai a trovare niente in questi due metri quadrati” si corresse l’uomo

Si sedettero, tazze alla mano, sul divano che li aveva ospitati anche la notte precedente e chiacchierando del più e del meno, bevvero i loro caffè.

Orlando posò la sua tazza sul tavolinetto accanto al divano e guardò l’orologio.

“Beh, considerando il tutto siamo anche in anticipo. Sono solo le 6:10. Ora abbiamo due possibilità. O partiamo subito e arriviamo agli studios con calma, oppure restiamo qui ancora un po’ e poi guido io.” (N.d.Isha cercava un motivo per superare i record di velocità ^_^)

Senza aspettare la risposta di Viggo, Orlando si sporse verso di lui e gli sfiorò le labbra con un bacio.

“Beh, io proporrei di rimanere qui un po’, se tu sei d’accordo” rispose l’uomo aprendo gli occhi azzurrissimi per fissarli in quelli castani del ragazzo

Orli non poté trattenere un sorrisetto di soddisfazione per essere riuscito nel suo scopo, ma Viggo non avrebbe mai risposto negativamente, dato che ormai aveva perso la testa per lui

Questa volta fu Viggo a baciare Orlando. Le mani dell’uomo cominciarono ad esplorare la schiena del ragazzo, scendendo sempre più in basso, mentre Orlando stava accarezzando il petto e il collo di Viggo.

Mentre il loro bacio diventava più appassionato e le loro carezze più intime, ad un certo punto squillò un cellulare.

Orli fece finta di niente, cingendo i fianchi dell’uomo e portandosi più vicino a lui e sperando che il seccatore riagganciasse.

Avrebbe preferito passare una giornata a fare shopping con Liv piuttosto che rispondere a quel telefono (N.d.Isha questa è pura malignità >_< ) ma dato che il cellulare continuava a squillare fu costretto a separarsi da Viggo, che si lasciò sfuggire un gemito per il disappunto, e a cercare quel telefono.

Riuscì a trovarlo dentro un cassetto. Orlando vide l’occhiataccia dell’uomo, che stava a significare

“Tu l’ordine non lo conosci”

Senza notare il numero di chi stava chiamando, Orli rispose.

“Pronto” disse leggermente alterato

“Hey Orli, ti ho svegliato?” chiese Hugo Weaving

“Ah, ciao Hugo, no, non mi hai svegliato”

“Come stai?” chiese l’attore che interpretava Elrond

“Beh, bene” rispose il giovane attore “Anche se devo essere sincero, stavo meglio prima. Sai che con la tua telefonata mi hai interrotto mentre…” Viggo gli lanciò un’occhiata da far paura “mentre facevo la doccia?”

“Oh, scusami. Ho chiamato solo per sapere se eri in condizioni di venire oggi”

“Ma non ci sono problemi” disse Orlando ridendo e lanciando un’occhiata a Viggo (W i doppi sensi….^_^) “Ci ha pensato Viggo…”

“A cosa avrebbe pensato, scusa” chiese Hugo perplesso mentre Viggo si batté la mano sulla fronte e poi si coprì gli occhi scuotendo la testa

“Ieri sera, mi ha fatto…” fece una pausa, fissando Viggo con uno sguardo malizioso, poi con voce bassa e suadente finì la frase dicendo “un caffè miracoloso”

“Ah, ok. Allora ci vediamo… ah già ma tu non hai l’auto. Hai lasciato la tua Z4 (bmw, l’amore di mio cug) a casa Baggins. Devo passare a prenderti?”

“Grazie, ma è passato Vig per darmi uno strappo”

“Allora sei a posto?”

“Sì, ho bisogno solo di lui”

 Dall’altro capo del telefono, Hugo rise dicendo “Se mi dici così potrei anche pensare male…”

“Ma come sei maliziosa Mizzie” disse Orlando riferendosi ad un precedente ruolo di Hugo Weaving, dove recitava la parte di un travestito. Anche se era stato acclamato per quel ruolo, Hugo non ne era poi troppo fiero e il ragazzo non perdeva occasione per prenderlo in giro

“Idiota” rispose Weaving “Facendo finta di non aver ascoltato i tuoi sproloqui, e quindi ignorando buona parte di questa telefonata, vi aspettiamo agli studios, ok?”

“Ok, partiamo subito” rispose Orli ridendo

“Ci vediamo dopo” salutò Hugo, poi Orlando chiuse la comunicazione e con una smorfia disse:

“Vig, dobbiamo andare”

L’uomo annuì dicendo “Solo un attimo”.

Si diresse in cucina, ricominciando ad esplorare cassetti e sportelli vari.

Orlando, incuriosito gli chiese “Ma che stai cercando?”

“I coltelli, dove li tieni?”

“Sono...” fece per rispondere il ragazzo, poi si fermò e chiese a sua volta “No, un momento, che devi farci?”

“Un’ascia, daghe elfiche… non hai niente qui? Sai mi serve qualcosa per ucciderti e mi sono dimenticato la spada…”

“Non mi dire che te la sei presa per così poco” disse Orlando avvicinandosi all’uomo e cingendogli la vita “Lo sai che adoro provocarti” gli sussurrò sulle labbra

“Già, sei unico” rispose Vig “È per questo che sono pazzo di te”. Le loro labbra, già vicine si unirono per un dolce bacio, poi i due uscirono dalla roulotte di Orli e si diressero agli studios.

 

Qualche ora dopo, un Elfo biondo con una tunica verde si diresse verso il camerino di Aragorn. Silenziosamente entrò e trovò il ramingo che, da solo, stava finendo di vestirsi. Sorridendo, si appoggiò allo stipite della porta, mentre l’altro ignorava ancora la sua presenza.

Ad un certo punto il ramingo, sentendosi osservato, si voltò e vide Legolas che lo fissava divertito

“Mi chiedevo quando ti saresti accorto di me” disse l’Elfo

“E tu che ci fai qui?” chiese Viggo

“Beh, i miei truccatori sono abituati a fare tutto in tempo record dato che sono sempre in ritardo. Oggi ero puntuale…”

Viggo si mise la tunica nera e cominciò ad armeggiare con i lacci, inutilmente. Si sentiva nervoso, sentiva gli occhi di Orlando su di se, che studiavano ogni suo movimento

“Aspetta, ti aiuto” gli disse il ragazzo, facendo un passo verso di lui

“Non ti avvicinare” rispose burbero l’uomo

Orlando si bloccò, stupito e sorpreso dal comportamento di Viggo, quando questi continuò

“Già sei irresistibile di tuo, figurati vestito in questo modo” disse a bassa voce “E poi sono in ritardo”

Sollevato, Orlando sorrise

“Allora lascia fare a me”

“Guarda che poi non rispondo delle mie azioni, capito”

“Non ti preoccupare, farò il bravo”

Orlando prese le mani dell’uomo e le spostò dalla tunica, facendogliele ricadere lungo i fianchi, poi una volta allacciata la tunica nera, il ragazzo prese la cintura da una sedia e gliela legò in vita.

Una volta finito di vestirlo lo fissò negli occhi per un istante, poi, senza una parola, i due uscirono, dirigendosi verso il solito luogo d’incontro chiacchierando tranquillamente. Entrambi sapevano che se avessero esitato un altro attimo non sarebbero più usciti da quel camerino in tempo…

 

Orlando e Viggo avevano in programma la scena dei Sentieri dei Morti e passarono la mattina a provare la scena, con risultati abbastanza buoni. Mentre stavano per muovere le truppe, Peter si intromise.

“Ragazzi, ma che avete oggi?” chiese scrutando i due, poi con un sorriso “Siete fantastici… non ho interrotto le scene quasi mai…”

“E non ha nemmeno urlato, e per questo io ringrazio” si intromise Fran

“Prendetevi una pausa, 15 minuti, ok?”

A queste parole tutti gli attori cominciarono a sparpagliarsi in giro, chiacchierando. Orlando e Viggo aspettarono John che si dirigeva verso di loro, quando in lontananza apparve un cavallo.

“Chi è l’intelligente che viene a cavallo?” chiese Orlando scrutando la figura in lontananza

Viggo improvvisamente si ricordò del sogno e uno strano timore lo prese, ma man mano che la figura si avvicinava vide che non era un giovane in armatura, ma un uomo con tunica e mantello

“È David!” disse John

“Hai ragione” assentì Viggo

L’uomo li raggiunse in breve tempo e Orlando chiese

“Che ci fai qui, e a cavallo poi?”

Faramir sorrise poi disse “Avevamo bisogno del Grande Capo, ma il cellulare è sempre occupato, così ho deciso di fare una capatina qui”

“A cavallo?” chiese scettico Viggo

“Ho bisogno di allenarmi. Hey, Orli, come stai? Postumi di ieri sera?”

“Niente di grave, solo un lieve mal di testa”

“Mi spiace… certo che quei due sono veri terremoti”

Il regista notò il nuovo arrivato, terminò la chiamata al cellulare e si rivolse a David

“David! Che ci fai qui?”

“Abbiamo bisogno di te a Osgilliath, ma sei irreperibile per cellulare, così ho deciso di chiamarti di persona”

“Ah, ok, prendo la bici e arrivo”

“Non vorrai mica lasciarci dirigere da lei vero?” chiese John piano facendo un lieve cenno con la testa verso Fran

“Perché no?” chiese il regista

“Beh, ha la gentilezza di… di un Uruk-Hai”

“TI HO SENTITO JOHN” urlò la donna da lontano. Peter rise e scuotendo la testa si allontanò

“Stavo scherzando Fran, lo sai che ti adoro” disse il Nano alla donna

“Si certo, anche 10 minuti fa l’ha chiamata Oscura Signora ” mormorò Viggo a David, il quale scosse la testa divertito da quella scenetta.

Pochi secondi dopo i due erano pronti alla partenza quando Orlando richiamò David

“Hey, Dav, senti… con te ci sono Astin e Elwood, vero?”

“Certo”

“Potresti dirgli di aspettarmi, questa sera quando stacchiamo? Ho lasciato la macchina a casa loro e vorrei un passaggio per riprenderla”

“Glielo dirò senz’altro, ci vediamo dopo”

“Ciao” disse John. Una volta che i due se n’erano andati, l’uomo si voltò verso Orlando

“Postumi di ieri sera?” chiese

“Ho subito gli attacchi di Dom e Billy” rispose Orlando, per poi continuare con il racconto della serata, ovviamente tralasciando qualche piccolo particolare ^_^

 

Alcune ore dopo, nella sala d’aspetto degli studios, Orlando stava aspettando i suoi amici.

Era seduto su una poltroncina rossa di velluto con le braccia appoggiate sullo schienale e stava guardando il cielo che si stava oscurando dalle grandi finestre.

Ad un certo punto sentì una voce dietro di lui

“Ciao Orli”

Si voltò e vide Dominic e Billy, visibilmente a disagio

“Ciao” rispose lui cordialmente

“Lij e Sean hanno ancora da fare, ci hanno chiesto di accompagnarti noi a casa” disse Dom

“D’accordo” rispose il ragazzo. Prese la sua giacca e si alzò, avvicinandosi ai due amici e avviandosi all’uscita.

“Senti, Orli, per quanto riguarda ieri sera…” cominciò improvvisamente Billy

“Ragazzi, non vi preoccupate. Non me la sono presa e non ce l’ho con voi” disse Orlando sorridendo “Anzi vi devo un favore”. Ebbe l’istinto di pronunciare questa frase, ma poi riuscì a bloccarsi in tempo. Avrebbe dovuto dare motivazioni che non aveva voglia di inventare. Si limitò ad aggiungere “Ok?”

I due, sollevati sorrisero all’amico e scherzando e raccontandosi gli ultimi avvenimenti, salirono sull’auto di Dom (la bmw azzurra di Sean B. ^_^) e partirono in direzione casa Baggins.

Durante il tragitto, però, la conversazione cadde su un incidente accaduto sul set. I due ragazzi presero a darsi le colpe a vicenda, fino a quando Dom alzò un po’ troppo la voce

“Smettila di urlare, guarda che ci sento” ribatté Billy

“Vedi di calmarti tu, io non sto orlando...” si accorse della gaffe e si corresse “…urlando” lanciò un’occhiata al ragazzo sul sedile posteriore, che rispose

“Ok, ho capito, non è che vi siete bevuti il mio cocktail?” disse Orlando, cercando di deviare il discorso dall’argomento che stava diventando pesante.

Fortunatamente erano arrivati a destinazione e i tre scesero.

“Grazie ragazzi, ci vediamo” disse Orli cercando le chiavi della macchina e avvicinandosi ad essa

“Non rimani un po’?” chiese Dominic

“No, grazie, devo andare. Ci vediamo”

“Ciao” risposero all’unisono i due amici

“Secondo me ha paura di noi” mormorò Billy a Dom, che fece un sorrisetto, sempre osservando l’amico.

Orlando salì sulla sua auto e partì velocemente mentre Dom e Billy rientravano in casa.

Era quasi il tramonto, anche se erano a malapena le 17.00. La strada era sgombra di traffico e questo permise al ragazzo di procedere ad una velocità abbastanza sostenuta, forse anche troppo. Aveva acceso la radio ma non la stava ascoltando.

Il suo pensiero era rivolto a Dom.

Appoggiò il gomito al finestrino e, mordicchiandosi una nocca, ripensò allo sguardo che gli aveva lanciato quando aveva fatto quella gaffe.

C’era qualcosa in quello sguardo. Dolore? Forse. Rassegnazione? Probabile.

Che Dominic fosse attratto da lui?

“Che sia attratto da chi vuole” disse Orlando fra sé e sé “Io so chi voglio”. Azionò l’indicatore e parcheggiò davanti alla sua roulotte.

 

Gli attori di LOTR avevano una palestra riservata ai loro allenamenti: scherma, tiro con l’arco, palestra generica e altre cose, ma c’era anche una piscina, usata principalmente per rilassarsi un po’.

Per la verità di piscine ce n’erano due, collegate solamente per un arco creato nel muro che divideva le due sale.

Viggo con un’ultima bracciata raggiunse il bordo della piscina e emerse dall’acqua. Si passò la mano sul volto e poi sui capelli biondi mentre piccole gocce d’acqua rotolarono lungo il suo petto e la sua schiena.

Adorava quel luogo. C’era quasi sempre silenzio e in quel luogo riusciva anche a non pensare. Qualche volta aveva bisogno anche di quello.

Si voltò appoggiando la schiena al muretto e la testa sul bordo della piscina, quando sentì una voce sopra di se

“E io che pensavo che a quest’ora qui non ci fosse nessuno” disse Orlando, poi prima di lasciare il tempo a Viggo di muoversi o dire qualcosa, si chinò velocemente posandogli un bacio sulle labbra

“Perché non mi fai compagnia?” chiese Viggo, una volta che il ragazzo si era staccato da lui

“Volentieri” rispose questi. A quelle parole, Viggo afferrò le braccia di Orlando e fece per tirarlo in acqua.

“No, no, tipregotiprego, aspetta!” implorò il giovane e a quelle parole Viggo lo lasciò.

Orlando si allontanò di un  passo. Velocemente si tolse il maglione e i pantaloni e si tuffò nell’acqua calda, poco lontano da Viggo.

Il ragazzo riemerse

“Accidenti, quest’acqua è caldissima…” Viggo lo guardò, sorridendo

“Che ne dici di fare un paio di vasche?”

“Sei sicuro di farcela?” chiese scherzando il giovane inglese

“Muoviti ragazzino” disse Viggo cominciando a nuotare.

Nuotarono per un po’ fino a quando l’attore americano si fermò in un punto della piscina dove ci si poteva sedere e l’acqua gli arrivava alle spalle.

Rimase a guardare Orlando nuotare, spiando ogni suo movimento e cercando di imprimerselo nella mente.

Ad un certo punto il ragazzo si accorse di essere rimasto solo e fermatosi, cercò di trovare Viggo con lo sguardo. Dopo qualche attimo vide dov’era seduto l’uomo e si affrettò a raggiungerlo.

“Abbandoni di già?” chiese il ragazzo fissando l’uomo. I suoi occhi marroni erano arrossati per il contatto con acqua e cloro

“No, volevo solo guardarti, ma dato che mi hai tolto il divertimento dovrò fare qualcos’altro” e detto questo Viggo afferrò Orlando per la vita e lo fece sedere sopra di se, con la schiena contro il suo petto.

Cominciò a baciargli il collo e le spalle che aveva fuori dall’acqua, catturando con le sue labbra le gocce che scivolavano giù.

Intanto le mani di Viggo erano scese lentamente dal petto del giovane, ai fianchi, alle cosce, fino a raggiungere l’eccitazione di Orlando.

Il ragazzo, però, si voltò improvvisamente, sedendosi a cavalcioni sulle gambe di Viggo. Non sopportava il fatto di non poterlo toccare, sentirlo accanto a se. Lo baciò con passione, cominciando a contraccambiare le carezze che aveva ricevuto poco prima.

Ad un certo punto, però, Viggo fermò le mani del ragazzo con le proprie, e lo fissò negli occhi, come se cercasse di capire i veri sentimenti di Orlando. Come se avesse capito i pensieri dell’altro, il giovane attore disse “Ti amo, ma come ho fatto a starti lontano per tutto questo tempo?”

“E continuerai ad amarmi anche quando sarò vecchio e rugoso?” chiese Viggo con un sorriso

“Non dire sciocchezze Viggo” disse serio Orlando, fissandolo “Lo sei già”

“Che bastardo” sbottò l’uomo sorridendo e, afferrato il giovane attore per la vita (che se la rideva di gusto), lo lanciò nell’acqua poco lontano.

Appena il ragazzo riemerse fece per dire qualcosa al suo amico, ma lo vide serio e concentrato, quindi evitò di parlare e si accorse di udire delle voci... che si dirigevano verso di loro

 

“Ma sei sicuro di potermi portare qui” chiese la voce di una ragazza

“Certo, non devi preoccuparti” la risposta di un ragazzo, poi il rumore della porta che si apriva

“Ah, e questo è a vostro uso personale?”

“Non solo questo, tutto lo stabile”

“Potrei pensare di farmi affidare una particina. Sai mica se Peter cerca personale?” chiese la ragazza, ma la sua domanda non ebbe risposta e su tutto scese per qualche attimo il silenzio, poi lei riprese a parlare, con un tono di voce agitato e di volume un po’ più alto del normale

“Hey, ma che stai facendo? Fermati, NO!”.

Orlando e Viggo si guardarono preoccupati, poi sentirono il rumore dell’acqua, segno che la ragazza ci era stata lanciata di peso. Il ragazzo, dal canto suo se la rideva di gusto

“Hey, ma chi è? Dalla risata sembra Elwood” disse sottovoce Viggo

I sospetti dell’uomo furono cancellati dalla risposta della ragazza

“Elija ti odio!”

“E dai, che non ti ho gettata dentro con tutti i vestiti, almeno ringraziami”

“Oh, certo, ma tu aiutami ad uscire”

“Va bene” il ragazzo si sporse sul bordo, afferrando la mano della ragazza, ma lei lo tirò dentro la vasca

“Ora siamo pari”

A quel punto i due amanti rimasti nascosti decisero di farsi avanti, per non passare da guardoni

“Hem… salve” disse Orlando facendo capolino nella sala accanto alla loro

“Orli, che ci fai qui?” chiese Lij

“Sono qui con Vig” rispose l’inglese mentre l’uomo faceva la sua comparsa accanto ad Orlando

“Ragazzi, lei è Lucie” disse Elija indicando la ragazza accanto a lui che stava cercando di domare i capelli neri, che portava lunghi fin sotto le spalle.

“Ciao” salutò lei togliendosi l’accappatoio fradicio ed uscendo dalla piscina per stringere la mano ai due “Rimanete a farci compagnia?” chiese

“No, dobbiamo ancora andare a cena” disse Orlando

“Se è per questo anche noi” disse Elija appoggiando i gomiti al bordo della piscina

“Grazie Elwood ma io sono abbastanza stanco e domani dobbiamo andare fino a Gondor” si intromise Viggo con un sorriso

“Ah, già, è vero, va bè, allora a domani”

I quattro si salutarono e Viggo e Orlando uscirono.

“Hai intenzione di rimanere a fissare la porta ancora a lungo? Quei due sono usciti da un pezzo e io potrei anche diventare geloso, senza contare che mi stai lasciando solo” disse Elija a Lucie.

Lei si voltò, sorridendo “Stavo solo pensando una cosa” agilmente rientrò in piscina “Non devi sentirti geloso, capito, caro il mio Hobbit?” gli sorrise e gli posò un bacio sulle labbra.

Lij rispose al bacio, mentre accarezzava i capelli di lei.

 

Intanto Orlando e Viggo, recuperate le loro cose, si erano diretti verso gli spogliatoi per una doccia.

L’attore inglese, però, era rimasto stranamente silenzioso. Non aveva ignorato lo sguardo che la ragazza e Viggo si erano lanciati. Era geloso e non sapeva nemmeno darsi una spiegazione del motivo di tale gelosia.

“Ti aspetto nella Hall” disse Viggo interrompendo i pensieri di Orlando, che annuì più per istinto che per affermare di aver capito quello che l’amico gli aveva detto.

Continuò a rimuginare sulla faccenda per un pezzo, poi si convinse che non poteva essere niente di importante e, di nuovo sereno, raggiunse l’attore nella Hall.

“Allora che si fa? Vieni a cena a casa mia?” chiese Viggo con un sorrisetto

“Per me va bene, spero almeno che non ti lamenterai perché non trovi più niente” rispose Orlando

“Fai anche il sarcastico?”

“Lo sai che adoro punzecchiarti”

“Sì, purtroppo lo so. A dopo allora” disse Viggo dirigendosi verso la sua auto

Orlando gli lasciò prendere un po’ di vantaggio, tanto sapeva che lo avrebbe raggiunto, se non superato, grazie alla sua guida… hem diciamo sportiva.

“Si prospetta l’inizio di una bella seratina, e forse senza postumi di alcool stavolta” disse Orlando fra sé e sé.

Salì in auto e si diresse alla roulotte di Viggo.

 

 

E anke il capitolo 2 è terminato. Su, tessore, fatevi coraggio. Un ultimo capitolo e questa angoscia sarà finita :-p

Ke ne pensate? Commentate pleaseee! E se vi ho tremendamente annoiate perdonatemi

Kiss

Isha