.|.  The Evenstar .|.

Tutti i personaggi che ho utilizzato qui sono di proprietà della New Line Cinema, di P.J. e del sommo Tolkien, per non parlare poi delle vite, del carattere e delle immagini private & pubbliche di Viggo Mortensen e di Orlando Bloom. Tutto ciò che ho descritto, narrato, spiegato in questa fanfiction è frutto della mia mente bacata e non ha alcuna corrispondenza con la realtà e se per qualche oscuro miracolo Viggo (che capisce l’italiano) dovesse davvero leggere queste pagine, innanzitutto gli prego di scrivermi, e poi gli chiedo a mani giunte di perdonarmi…

 

Capitolo 1

~

“Allora, che dobbiamo fare oggi?” chiese il Ramingo. Indossava il suo solito vestito nero ed era seduto per terra con la schiena appoggiata ad un tronco.

“Dunque” l’Elfo cominciò ad elencare gli impegni della giornata sulle dita della mano “per prima cosa andiamo al Fosso di Helm con tutto il Rohan, poi c’è la battaglia, tu che ti fai quasi ammazzare e il tuo ritorno”

“Ma non c’era anche la mia scena con Liv e quella di Christopher?” chiese Viggo dubbioso

“No” rispose Orlando incrociando le braccia ed appoggiandosi ad un muro, in modo da fissare l’amico “Liv sta’ poco bene e il nostro ‘Saruman’ fa le sue scene in un altro set”

“Ah!” disse Viggo ancora un po’ confuso, ma accettando di buon grado la spiegazione dell’amico.

Orlando si mise ad osservare il panorama della Nuova Zelanda in lontananza e Viggo ne approfittò per guardarlo. Aveva già indosso il suo costume, con tanto di parrucca e bandana, che serviva principalmente a renderlo ridicolo. Il ragazzo sospirò e il suo fiato divenne una nuvoletta di vapore nella fredda aria di febbraio. Orlando si riscosse dai suoi pensieri e guardò Viggo.

“Ci sei per stasera?” chiese a bruciapelo

“Co… cosa?” rispose Viggo scuotendo la testa, strappato alle sue meditazioni e non riuscendo a seguire il discorso dell’amico

“Al compleanno di ‘Sam’” spiegò pazientemente l’Elfo

“Ah, beh, penso di sì, non ho assolutamente niente da fare…”

“A parte lucidare la spada e ricamare il tuo costume?” lo interruppe il giovane inglese con un sorriso sarcastico

“Simpatico, veramente” rispose Viggo fingendosi offeso “E tu invece? Ci degnerai della tua presenza o sarai troppo occupato a saltare fra gli alberi?”

“Se proprio decidessi di andare a saltare fra gli alberi mi cercherei un po’ di compagnia” rispose maliziosamente il ragazzo, poi, un po’ più seriamente aggiunse “Certo che ci sono anch’io, sennò come fanno quei giovani Hobbit a fare casino?”

“Ma a che ora cominciavano le prove? Pensavo fossero per le 07.00 ma sono quasi le 08.00 e qui non si vede nessuno” disse Aragorn

“Che ci fate qui al freddo, voi due?” chiese Bernard Hill uscendo dall’edificio alle spalle di Legolas insieme ad un’altra dozzina di persone

“Se entro negli studi conciato in questo modo, mi sciolgo letteralmente” spiegò Viggo

“Sì, ti capisco” disse il vecchio attore “Anch’io non sono messo meglio”

“Miranda, vedi di sbrigarti” urlò John Rhys-Davies appesantito da un’armatura di almeno 40kg, rivolto alla bella Eowyn, che appena vide Viggo gli corse incontro dicendo “Sire Aragorn, Sire Aragorn, perché cavolo non mi filate minimamente, ma ci provate anche con l’Elfo qui presente?”.

Si era inginocchiata accanto a lui e, presolo per le spalle aveva cominciato a scrollarlo scherzosamente,

“Hey, non è vero” ribattè Orlando, piccato.

“Ma come non è vero” rispose Miranda ridendo “Quella scena della Evenstar solleva dubbi, mooolti dubbi”.

“E allora forse ti saresti dovuta dare più da fare per conquistarlo. Non sai che il ramingo qui ormai è quasi in mio potere?”. Orlando, accettando di stare al gioco, si era inginocchiato dalla parte opposta di Miranda e aveva abbracciato Viggo, poggiando la testa contro la sua.

“Ok, facciamola finita” disse il re di Gondor, alzandosi. “Allora, abbiamo notizie sul dove si sia cacciato il Grande Regista detto anche Divinità Superiore?” Viggo si era alzato in modo da dare le spalle alla porta, e dopo aver pronunciato la sua battuta, si accorse che tutti lo guardavano leggermente pietrificati

“È dietro di me, vero?” chiese e dopo aver ricevuto cenni positivi si voltò e si ritrovò faccia a faccia con il simpatico regista che lo guardava torvo.

“Oh mio Dio” esclamò imbarazzato Viggo

“Tu puoi chiamarmi Peter, o se preferisci Eru” rispose Jackson ridendo, poi prese il controllo della situazione e cominciò a dare ordini a destra e a manca.

“Ok, tutti ai posti, Fran, controllami il campo di ripresa a lungo raggio…. Dov’è il piccolo Gimli? Fatelo salire a cavallo, forza. Bernard, dovresti andare ancora più avanti, Orlando, forse è il momento di toglierti quella bandana, non trovi? … e qualcuno mi porti la mia bicicletta!!!”
Passarono tutta la mattina e il primo pomeriggio a girare le battaglie e arrivarono alle scene del  Fosso di Helm circa alle 15.00.

 

Aragorn ferito entrò velocemente ma zoppicando nella torre del Fosso di Helm, ma prima di entrare si trovò davanti Legolas, che, guardandolo seriamente gli disse:

“Le abdollen” (Sei in ritardo). Poi lo osservò attentamente da capo a piedi e tornò a fissarlo negli occhi dicendogli “Che brutto aspetto”

Sentendo quelle parole e vedendo l’espressione seria che cercava di mantenere l’amico, Aragorn scoppiò a ridere. Intanto Eowyn poco lontano vide i due e, piena di gioia fece per correre dal suo re, ma si bloccò appena vide cosa stava succedendo fra i due.

Legolas aveva preso la mano di Aragorn e ci aveva posato la Evenstar di Arwen. Il ramingo prese per mano l’Elfo per un secondo poi disse

“Hannon le” (Grazie). Eowyn  si voltò, consapevole del fatto che il re di Gondor aveva già donato il suo cuore alla bella Elfa che lei nemmeno conosceva. Mentre Aragorn stava per entrare nella sala del trono si sentì uno “STOOOOOOP” che per poco fece scappare i cavalli

“Che cavolo urli, Peter, ci sento benissimo, o almeno così era qualche secondo fa” sbottò Ian McKellen seduto accanto al regista

“Forse è meglio andare a distanza di sicurezza” disse John che si era fermato un attimo a parlare con l’amico appena dopo aver terminato la sua scena.

“Ragazzi, ma che scena vi sembra questa? Insomma…. Miranda, è tornato il tuo grande amore che credevi morto e Orlando, anche tu, lui è il tuo amico da una vita, è cresciuto con te, sapete tutto l’uno dell’altro e saluti il suo ritorno con un semplice sorriso?”

I due attori interpellati mormorarono qualcosa di scusa e poi un “Sì Peter” ma per Orlando quella parte sarebbe stata più impegnativa di qualsiasi altra che avesse mai fatto. Si sentiva strano quando era accanto a Viggo, quasi non riusciva più a concentrarsi e quella scena metteva alla dura prova i suoi nervi. Viggo era troppo vicino, i suoi sorrisi sembravano di vero affetto… era davvero un bravo attore, il modo in cui lo prendeva per mano, solo per un istante quasi avesse timore di rovinare qualcosa o di farsi scoprire.

Ripeterono quella scena fino allo svenimento, e fortunatamente Jackson, quando cominciò a diventare buio, riuscì a sentirsi soddisfatto.

“Non ho mai fatto una scena tante volte quanto questa” si lamentò Miranda, poi diede una spinta a Orlando dicendogli scherzosamente “Però anche tu potevi impegnarti di più, insomma… tutte quelle moine per niente. Forse se lo baciavi il Grande Capo si sarebbe ritenuto soddisfatto e ci avrebbe fatto andare via prima” vedendo le espressioni che i due si lanciarono si affrettò ad aggiungere “Ragazzi, stavo scherzando”.

Viggo fece una risatina nervosa mentre Orli cominciò a battibeccare con la ragazza, ma pensandoci bene non c’era poi granché su cui ridere. Anche lui durante quelle scene si era sentito… turbato, e forse quei sorrisi che aveva rivolto a Orlando erano veramente affetto. Forse… non era poi tutta finzione…

Tornando coi piedi per terra si accorse che Miranda e Orlando stavano ancora ‘litigando’, così decise di mettersi in mezzo.

“Va bene, basta, fine primo round, continuate domani, va bene?”

Miranda fece una linguaccia al ragazzo davanti a lei, diede un bacio sulla guancia a Viggo e scappò via. Orlando prese una freccia dalla sua faretra e impugnò l’arco, mirando alla schiena della giovane con una faccia assassina, poi scoppiò a ridere “Farebbe scalpore sul ‘Corriere della Terra di Mezzo’: Giovane principessa guerriera del Rohan uccisa da una freccia. L’assassino è scomparso misteriosamente ma sembra si tratti di un Elfo. É sospettato il Principe Legolas di Bosco Atro”

“Sì, ma ti manca il movente” rispose Viggo, ormai abituato agli sproloqui del giovane amico

“Ma no che non mi manca, stava importunando me e cercava di rubarmi il Ramingo del mio cuore” rispose Orlando serio

Viggo lo guardò, con un leggero timore negli occhi, mentre il cuore gli mancò di un battito.

“Stai… stai dicendo sul serio?”

Per tutta risposta il ragazzo si mise una mano sul cuore, alzando l’altra

“Un principe elfico dice sempre la verità, tutta la verità e nient’altro che la verità”

Viggo si voltò, alzando una mano e coprendosi gli occhi “E io che ancora ti do retta e spero che tu possa dire qualcosa di sensato”

Detto questo il ‘Ramingo’ si allontanò lasciando Orlando in mezzo a vari tecnici, comparse, e personale vario, poi si voltò e gridò “Per stasera a che ora?”

“Alle otto a Casa Baggins” gridò in risposta il ragazzo dalle orecchie a punta.

 

Casa Baggins. È così che era stato soprannominato l’appartamento dei quattro giovani attori che impersonavano gli Hobbit.

I quattro avevano abbandonato la roulotte per la casa, che si trovava a pochi km dagli studi e che pagavano totalmente loro.

L’appartamento non era molto grande. Era suddiviso in due piani: al piano inferiore la cucina, un salotto, una sala da pranzo e il bagno mentre al piano superiore c’erano quattro stanze da letto.

La sala da pranzo era attrezzata per la cena imminente. La tavola era apparecchiata per nove persone e in un angolo c’erano salatini e aperitivi.

Alle otto, gli ospiti non erano ancora arrivati, e per giunta mancavano anche due inquilini dato che nella sala c’erano solo Elija e Sean Astin.

“Certo che la puntualità  non è il loro forte” disse sorridendo il secondo

“E ancora speri nella loro puntualità? Ma tu hai fatto un bel sogno, Sean!”

Mentre Sean stava per rispondere all’amico si sentì lo stridio dei freni di un’auto e poi un vociare confuso.

“Eccone un po’” disse Elija

Gli ospiti misteriosi arrivarono alla porta e sempre chiacchierando entrarono.

“Si, per me hai ragione Dom, ma prova a convincere Peter della tua idea e ti organizzo una festa” disse Billy Boyd, l’interprete di Pipino rivolto all’amico.

“Ma dai, non può costringerci a rimanere legati un albero per tutta una giornata! Abbiamo bisogno di pause anche noi.”

“E quello che penso anch’io ma il nostro amico ha la testa dura, forse peggio della tua”

“No, nessuno può battere Dom a testardaggine” disse Lij intromettendosi nei discorsi dei due

“Ultimamente Peter è diventato perfezionista. Ho passato la mattina a rotolare per il dirupo del Nero Cancello e poi si lamentava perché i miei piedi non erano fissati a dovere” brontolò Sean.

“Hey, ma non doveva esserci una festa stasera?” chiese Billy guardandosi intorno

“Sì, ma ancora non è arrivato nessuno” rispose Elija

Proprio in quel momento suonò il campanello e Dom andò ad aprire, trovandosi di fronte Viggo.

Indossava un maglione nero ed un paio di jeans.

“Viggo!” lo salutarono tutti

“Salve ragazzi.” Disse agli Hobbit “Allora, festeggiato, quanti anni?”

“Troppi” sospirò Astin

Il nuovo arrivato sorrise, poi si guardò intorno ed infine controllò l’ora.

“Sono le 20.15. Ma l’appuntamento non era 15 minuti fa?”

I quattro annuirono

“E io che pensavo di essere in ritardo”. Non vedendo il collega intorno, Viggo sentì una fitta di disappunto che non riuscì a spiegarsi.

“Con le ultime manie di Peter tutto è possibile” disse Dominic riprendendo il sermone contro il regista che aveva interrotto pochi minuti prima.

Quando oramai tutti erano stremati dalle chiacchiere del ragazzo, il campanello squillò

“Uff, salvati dal gong” disse ridendo Billy Boyd andando ad aprire.

“Se intendete insinuare che sono noioso, posso anche smettere di parlare” ribatté il ragazzo offeso

“Smetti allora” fu il grido generale

“Beh, vedo che la festa si stà scaldando” disse Hugo Weaving entrando insieme a David Wenaham, che interpretavano rispettivamente Elrond e Faramir.

“No, spiacente, ancora non sono arrivati tutti” disse Elwood.

David diede una spinta a Hugo dicendo con finta rabbia “E tu che hai battuto tutti i record di velocità per arrivare qui quando poi non sarebbe cambiato niente”. L’altro sorrise e rivolgendosi agli altri disse “Se la prende per così poco!”

“Sì, come no. Sei arrivato a toccare i 240 km orari… passando fra due TIR. Fra lo specchietto e i camion forse c’erano due centimetri”

“Erano almeno 6 ne sono sicuro” ribatté l’uomo con aria da esperto facendo ridere gli altri.

“Vabbè, cambiamo argomento. Di che parlavate tanto concitatamente poco fa?” chiese DavidTutti i presenti, tranne Dom, fecero gesti di disperazione ma mentre lo scalmanato ragazzo stava per riprendere parola col suo dibattito, Billy, Elija e Sean gli saltarono addosso, immobilizzandolo e tappandogli la bocca. Vedendo le facce perplesse degli ultimi arrivati, con la sua solita calma, Viggo spiegò la situazione.

“Non preoccupatevi, è normale. Sono almeno 20 minuti che sbraita contro Peter e la sua pignoleria”

“Io penso che non sia del tutto sbagliata questa puntigliosità” disse saggiamente Weaving “Insomma, dato che il primo film è stato un successo, il secondo non deve deludere le aspettative” (quanto è saggio zio Hugo!!!)

“Sì, è giust….” Il discorso di David venne interrotto dalle urla dei quattro Hobbit, che si stavano ancora pestando.

“Li lasciamo stare?” chiese ‘Faramir’ guardando gli altri, che contemporaneamente annuirono. Improvvisamente a sovrastare il chiasso dei ragazzi, il rombo del motore di un’auto sportiva, poi una brusca frenata.

“Vado ad aprire” disse Dominic trovando una scusa per scappare dai suoi amici che cercavano di fargli la pelle.

“Ciao Dom” disse Orlando appena l’amico gli aveva aperto “Scusate sono un po’ in ritardo” continuò entrando.

“Me lo immagino, qui abbiamo una nuova vittima di Peter…”

“DOMINIC BASTAAAA!” i tre ragazzi tornarono alla carica e Orlando si spostò appena in tempo prima di essere travolto anche lui.

Entrò nel salottino dove trovò i tre amici a parlare.

“Buonasera” disse appoggiando un gomito sulle spalle di Viggo, che dava le schiena alla porta. A quella mossa Viggo fu scosso da un leggero brivido. Ma perché quel ragazzo gli faceva quell’effetto? E poi, i suoi comportamenti erano intenzionali? Sapeva cosa provocava in lui quando si comportava così?

Dal canto suo Orlando sembrava completamente a suo agio accanto all’amico, e infatti così era.

“Sempre in ritardo, eh?” disse bonariamente David

“Ormai è genetico” disse ridendo Hugo.

Viggo si voltò verso di lui quel poco che bastava per vederlo. Indossava un paio di jeans azzurri scuri, una camicia nera con sopra una maglia a V dello stesso colore.

“No, voi non capite” disse lui disperato “Mi ha chiamato mia sorella”

Viggo sorrise. Anche se la ragazza era un po’ chiacchierona era simpatica e cordiale. Gli aveva fatto buona impressione fin dal primo momento, quando l’aveva conosciuta durante le riprese del primo film, mentre era capitata a trovare il fratello.

“Ma chi manca ancora?”

“Karl” rispose Viggo ad Orli

“Accidenti, mi ha battuto”

In quel momento Karl Urbain, l’interprete di Eomer, fece il suo ingresso nel salotto

“Salve”

“Alla buon’ora” disse David sorridendo

“Scusate, ma non indovinerete mai chi ho trovato qua fuori”

“Un bastardino?” chiese l’Elfo voltandosi verso il ragazzo e incrociando le braccia

“Sempre simpatico, Orlando” disse un’altra persona dietro a Karl

“MR BEAN!!!” esclamò Orlando, al che Sean Bean fece una smorfia dicendo rassegnato e scuotendo la testa.

“Beota del sud”

“SEAN, che bella sorpresa!” disse Sean Astin facendo la sua comparsa in sala, seguito dagli amici e da un dolorante Dominic “Pensavo che fosti impegnato con il tuo ultimo film”

“SI, ma mi sono preso una vacanza, non ne potevo più così ho pensato di rivedere i vecchi amici”

“Hai fatto più che bene” disse Billy

“Scusate se sono entrato così, ma la porta era aperta. Ho bussato ma non avete sentito”

“Già, erano impegnati a farsi fuori” disse Hugo, poi tutti si misero a tavola, pronti per la cena.

La serata proseguì allegramente con chiacchiere di svariati argomenti, fino a quando, a fine cena, David disse ad Elija:

“Ah, quasi dimenticavo, oggi ho incontrato Lucie in centro. Ti saluta affettuosamente”

Il ragazzo diventò color pomodoro.

“Hey, e chi sarebbe questa Lucie?” chiese curioso Viggo

“Vado a farmi un cocktail!” disse alzandosi di scatto e dirigendosi in cucina.

“Fanne uno anche a me, grazie” gli gridò dietro Orlando

“Hey non puoi scappare così, ora vieni qua e confessi” sbottò Karl

“Eliiijaa!” chiamò insistentemente Sean Astin

“Dai, tanto lo facciamo confessare appena torna” disse furbescamente Billy

Elija entrò in cucina e prese un bicchiere grande. Cominciò a preparare il drink per Orlando, dato che a lui era servito solo come diversivo e cominciò a versare nel bicchiere un po’ di Vodka. Fece per prendere anche dei succhi di frutta, ma non ne trovò

“Devono essere nel ripostiglio” pensò e aperta una porticina, scese in una specie di piccola cantina.

Nel frattempo Dominic e Billy entrarono nella stanza e cominciarono a pasticciare col cocktail di Orlando, pensando fosse per Elija, mischiando nel bicchiere alcuni alcolici a caso. Poi se ne andarono, proprio mentre Elwood tornò in cucina e finì di preparare la bevanda portandola in salotto al ragazzo. Lij aveva in mano un bicchiere anche per lui che conteneva semplice aranciata.

“Grazie Lij”

“Prego”

“Allora, Elwood non ci hai risposto” disse David con un sorrisetto

“Beh… oh, insomma ragazzi, è… ci siamo visti un paio di volte, non….”

Orlando bevve un lungo sorso dal bicchiere, poi disse con una smorfia “Un po’ forte questa roba, che è?” cominciò a ridere e il bicchiere gli cadde di mano spargendo il contenuto sul tavolo

“Orlando!” disse Karl preoccupato

Lui appoggiò un gomito al tavolo e la fronte alla mano, dicendo “Lij, ma cos’era quell’affare? Oh, se solo questa stanza smettesse di girare e trovassi un posto per sentirmi male”

“Ma cos’era quella roba” chiese a sua volta Viggo preoccupato, scrutando l’amico seduto alla sua destra

“Ma scusa Lij, tu che stai bevendo?” chiese leggermente preoccupato Billy

“Aranciata, perché?”

“Perché quello che ha bevuto Orli era uno scherzo destinato a te” disse Billy

“Forse non dovevo aggiungere Scotch e Ginger” disse Dominic

“E neppure Cherry e Porto” aggiunse Billy

“Che avete fatto?!?” chiese incredulo Elwood mentre Orlando chiuse gli occhi e abbandonò la testa sopra il tavolo.

“Non preoccupatevi, è tutto sotto controllo. Sto’ benone, sto’” disse Orlando alzandosi in piedi con aria da capitano e ricadendo sulla sedia un paio di secondi dopo

“Lo riporto a casa io” disse Viggo

Orlando lo guardò con una strana espressione, inclinò la testa lateralmente e prese a cantare:

“Are you gonna take me home tonight

Oh down beside your red firelight

Oh and you give it all you got

Misterious man you make the rocking world go round” (adattamento di “Fat Bottomed Girl” dei Queen)

Viggo scosse la testa, rassegnato e disse

“Andiamo” poi prese il ragazzo per un braccio e lo tirò in piedi

“Secondo me voi siete pazzi” disse Sean Bean ai due ragazzi che tenevano la testa bassa mentre Viggo sorreggendo Orlando si avviò all’ingresso preceduto da Sean Astin, ma mentre stavano per uscire dal salotto, Viggo perse la presa sul ragazzo, che cadde in braccio a Hugo seduto in una poltroncina

“Sai, ti preferisco coi capelli lunghi” disse il ragazzo cominciando a scompigliare i capelli all’attore

Viggo e Sean, in un moto di disperazione afferrarono entrambi un braccio di Orlando e lo tirarono in piedi di nuovo, mentre Weaving stava ridacchiando per il comportamento del ragazzo. Senza altri incidenti, i tre arrivarono alla porta d’ingresso e Astin li salutò e li ringraziò, scusandosi per il comportamento dei due ragazzi.

“Ok Orli, ora tu fai il bravo che ti porto in macchia, va bene?”

L’uomo condusse l’amico alla sua BMW berlina nera e lo fece stendere sui sedili posteriori. Il ragazzo sembrava profondamente addormentato e Viggo si fermò un momento ad ammirarlo. Aveva qualcosa di innocente ma nello stesso tempo incredibilmente attraente.

Era rimasto colpito dal ragazzo fin dalle prime volte che l’aveva visto, e avrebbe sicuramente considerato i suoi sentimenti come ammirazione, se Orlando non avesse tenuto quel comportamento nei suoi confronti. Forse per il giovane inglese era tutto uno scherzo ma i suoi atteggiamenti avevano fatto capire a Viggo che non era semplice rispetto e ammirazione quello che provava per l’amico, ma attrazione vera e propria (N.d.Isha: certo con la ex che si ritrova……).

Scuotendo la testa dai suoi pensieri, Viggo aprì la portiera del lato guida e si mise al volante.

Dopo alcuni minuti che era sulla strada, si sentì tappare gli occhi e Orlando gli sussurrò all’orecchio:

“Indovina chi sono?”. Dal tono si capiva perfettamente che era ubriaco.

“Orli, toglimi le mani dagli occhi! Già che devo guidare al contrario!!! Sai ci terrei a portarti a casa intero…”

Il ragazzo lo lasciò e agilmente saltò sul sedile anteriore tenendo il broncio

“Non mi vuoi più bene!” lo accusò

“Ma no… non è quello è che…”

Orlando poggiò la testa sulle gambe dell’amico

“È che sono ubriaco, vero? Ma non è così. Io stò benone”

“Si, certo, come no. Mi sembra chiaro che tu sei perfettamente sobrio” rispose Viggo in tono sarcastico

“Perché tutte le volte che ti sono vicino tu tremi? Sono io che ti faccio questo effetto?”

L’uomo rimase senza parole, non sapendo cosa rispondere, ma per fortuna il ragazzo si rialzò di sua spontanea volontà e rimase seduto e tranquillo fino a quando arrivarono alla sua roulotte.

Appena parcheggiata l’auto, Viggo aiutò il ragazzo a scendere.

“Orli, dove sono le chiavi?”

“Non mi servono le chiavi, basta la parola magica. ‘dite amici ed entrate” rispose il ragazzo mettendosi a ridere.

“Dubito che succeda qualcosa anche se dovessi ripetere Mellon per tutta la notte”

Il ragazzo non rispose, continuando a ridacchiare, così Viggo si fece forza e cercò di prendere le chiavi nelle tasche del ragazzo ma l’impresa non risultò essere facile. Infatti Orlando gli aveva passato un braccio sulle spalle e non riusciva a reggersi bene in piedi, quindi per raggiungere le chiavi, doveva quasi abbracciarlo.

Il giovane si abbandonò contro di lui, non facilitandogli per niente l’operazione, anzi, amplificando il contatto fra i loro corpi, cosa che Viggo avrebbe preferito evitare. Comunque, alla fine riuscì nell’impresa e presegli le chiavi dalle tasche posteriori, portò Orlando sul divano. Il ragazzo si mise seduto, allungando le gambe davanti a se e abbandonando la testa all’indietro sullo schienale.

“Ti preparo qualcosa che ti farà stare meglio, ok?”

Dato che il ragazzo non rispose, Viggo decise di fare di testa sua e si diresse in cucina, con l’intenzione di preparare ad Orlando un buon caffè forte, ma dopo aver frugato per mezza cucina non era ancora riuscito a trovare la caffettiera, così si decise a chiedere al giovane attore.

“Hem, Orli? Dove tieni la caffettiera?” disse facendo capolino dalla cucina

“Sotto il lavello” rispose lui ad occhi chiusi rimanendo immobile. L’americano annuì e si mise a frugare nello scaffale che gli aveva indicato l’amico. Mentre metteva nella macchinetta la polvere di caffè, gli capitò sotto gli occhi la foto di Jenna, la modella fidanzata di Orlando.

Viggo scosse la testa nel vedere quella Barbie. Aveva un vestito bianco che le lasciava la schiena completamente scoperta e si era appoggiata con un braccio alla spalla del ragazzo.

L’uomo non li vedeva per niente bene insieme.

“Forse starebbe meglio aggrappata al braccio di un qualche attore tutto muscoli tipo VanDamme. Ha il tipico atteggiamento da oca giuliva” pensò.

Una volta che ebbe preparato la bevanda per l’amico, Viggo tornò in salotto e la porse all’amico, che aprì leggermente gli occhi e prese a sorseggiarla

“Grazie” mugugnò fra un sorso e l’altro.

Viggo rimase immobile di fronte al divano e Orlando lo osservò senza farsi notare. Anche se non era completamente in se riusciva facilmente ad accorgersi che l’uomo aveva qualcosa di strano, qualcosa che non andava. Sembrava particolarmente nervoso e questo non era da lui.

“Hai bisogno di qualcosa?” chiese al ragazzo seduto e questi, scosse leggermente la testa.

“Beh, allora… io vado”

“Ok”

Viggo prese le chiavi della macchina che aveva in tasca, nel fare questo, fece cadere un oggetto argentato e brillante. Si chinò per raccoglierlo ma Orlando lo precedette.

Si accorse che quello che aveva in mano era la Evenstar di Arwen e, osservandola disse:

“Sai, mi ha chiamato mia sorella oggi”

“Sì, l’avevi detto” lo interruppe Viggo

“Le ho raccontato della scena di oggi e lei mi ha detto che secondo lei il finale doveva essere diverso” il ragazzo si alzò “E io sono d’accordo con lei”

“No, Orli non riesco a seguirti”. Viggo era confuso dai ragionamenti dell’amico, che gli si avvicinò fissandolo intensamente negli occhi

“Le abdollen”. Lo sguardo del ragazzo scivolò lungo il corpo dell’amico per poi tornare a concentrarsi sugli occhi “Che brutto aspetto”

Quella volta però Viggo non si mise a ridere immaginandosi e anche un po’ temendo quello che stava per succedere.

Orlando intanto aveva preso la mano di Viggo e ci aveva posato il gioiello. L’uomo prese per mano il ragazzo dicendo “Hannon le”.

Ma questa volta non lasciò andare la mano di Orlando, anzi, lentamente e indugiando molto, fece scorrere la sua mano sul braccio del ragazzo, che continuava a fissarlo intensamente. Nei suoi occhi c’era una luce strana, diversa.

Viggo portò la sua mano dietro al collo di Orlando e con dolcezza lo attirò verso di se, lentamente, lasciando al ragazzo la possibilità di allontanarsi se avesse voluto.

Quando fra le loro labbra c’erano solo un paio di centimetri, Viggo si fermò.

Orlando sentì sulle proprie labbra il respiro veloce dell’uomo, il suo profumo e non riuscì a controllarsi. Unì le labbra con quelle di lui, lasciando cadere il ciondolo a terra.

Quel bacio l’aveva desiderato a lungo anche lui. Tutte le scene che faceva erano un tentativo di nascondere quello che veramente provava per l’amico. Era stato incuriosito dall’eccentrico comportamento dell’americano e troppo tardi si era accorto del suo fascino e dell’attrazione che aveva risvegliato in lui.

Presto il semplice contatto che c’era fra di loro diventò più passionale. Orlando si avvicinò ancora di più a Viggo, cingendogli la vita con le braccia, mentre l’uomo gli stava accarezzando la schiena.

Il loro bacio appassionato si interruppe per un attimo e Orlando fissò Viggo, implorandolo con gli occhi di non andarsene. Negli occhi azzurri dell’americano vide desiderio, passione, ma tutto quelli che disse fu:

“Orli, ma sei sicuro? Cioè ti rendi conto…”

“Sì”

“Ma sei ubriaco” obiettò Viggo. Anche lui desiderava spingersi oltre ma non avrebbe sopportato che Orlando potesse fare qualcosa di cui poi si sarebbe pentito

“E tu? Tu sei sicuro? Tu ti pentirai di quello che stai per fare?” disse una vocetta nella sua testa, voce che fu subito messa a tacere.

“No che non sono ubriaco… e se poi lo sono non importa. Si dice che quando siamo ubriachi allontaniamo la nostra razionalità e quindi facciamo quello che ci dice il nostro istinto. Questo è quello che provo sul serio” rispose il ragazzo.

Viggo fece un sorrisetto. Non faceva discorsi di tale serietà nemmeno quando era sobrio. Che tutta la sua saggezza si risvegliasse quando non era in se?

Viggo poggiò le mani sui fianchi del ragazzo, mentre Orlando si toglieva velocemente il maglione. Non appena questo cadde a terra, Orlando venne spinto sul divano e Viggo si inginocchiò accanto a lui, cominciando a sbottonargli la camicia, e baciandogli il petto che veniva denudato.

Una volta che la camicia fu completamente aperta, Viggo si mise a sfiorare il sole tatuato accanto all’ombelico di Orlando, tornando a cercare febbrilmente le sue labbra. Poi la sua mano scivolò più in basso, giocherellando con i bottoni dei pantaloni del ragazzo, ma a quel punto Orli si staccò da lui e disse

“Però sei ingiusto”

“Come?”

“Finora ti sei divertito solo tu”. Con quelle parole Orlando piegò un ginocchio e posatolo sul petto di Viggo lo spinse a terra, salendogli a cavalcioni sullo stomaco

“Che hai intenzione di farmi?” chiese Viggo

“Hai qualcosa in mente?” Chiese a sua volta Orlando “Oppure ho carta bianca?” continuò maliziosamente

“Mi fido di te” rispose l’uomo

“E fai male, re di Gondor”

“Fai attenzione a quello che fai, principe di Bosco Atro”

“Me ne ricorderò”. Orlando lo baciò sul collo e Viggo reclinò il capo, per facilitare le azioni dell’amico. Orlando mise le mani sotto la maglia dell’amico, cercando il contatto con la sua pelle, poggiò poi la testa sul suo petto, inebriandosi col suo profumo. Sentì il respiro di Viggo aumentare la velocità mentre le mani di Orli sfioravano le zone più sensibili. L’uomo posò le sue mani sulle spalle del ragazzo e le immerse nei suoi capelli ricci, cercando di liberare la passione che cresceva in lui attraverso il contatto con l’amico.

“Amico?” si chiese “È giusto chiamarlo amico a questo punto? Forse definirebbe meglio la situazione la definizione ‘amante’”.

Viggo ignorò i suoi pensieri e solo a quel punto si accorse che Orlando era sceso da sopra di lui e che gli aveva chiesto qualcosa

“Cosa?” chiese confuso

“Ho detto aiutami ad alzarmi… non ce la faccio” ripetè il ragazzo, concludendo la frase con una risata. Per un attimo Viggo pensò che Orlando avesse cambiato idea e un’ombra di angoscia gli oscurò lo sguardo.

Si alzò in piedi e fece alzare il ragazzo, che era a dorso nudo. Evidentemente questi si accorse dei pensieri dell’altro perché gli sfiorò l’inguine con la punta delle dita e gli disse

“Hey, non penserai che ti voglia lasciare così, vero?” Il ragazzo si staccò da lui e fece alcuni passi barcollanti verso la camera da letto. Vedendo il suo precario equilibrio, Viggo si diresse velocemente da lui e gli cinse la vita con un braccio. Arrivati nella stanza, Orlando si lasciò cadere sul letto, dicendo a Viggo una sola parola, una sola richiesta

“Spogliati”

L’uomo fissò i suoi occhi chiari in quelli castani del ragazzo e cominciò a spogliarsi, senza mai distogliere lo sguardo.

Lentamente si tolse il maglione nero e lo fece cadere per terra, poi, si slacciò i bottoni dei jeans, uno ad uno. Scalciò via le scarpe e fece scivolare i pantaloni a terra, liberandosene. Poi si avvicinò al ragazzo e gli disse malizioso

“Ringrazia Peter che questi letti sono da una piazza e mezzo, altrimenti dovevamo arrangiarsi da qualche altra parte”

Orlando fissò l’uomo davanti a se sorridendo, poi Viggo gli tolse le scarpe e anche i pantaloni di Orlando finirono per terra.

“Im aniron le, aran nin” (ti voglio, mio re) disse in perfetto accento elfico il giovane inglese mentre Viggo stava sfiorando le sue gambe, salendo lentamente verso il suo bacino.

Sapeva che il ragazzo era vicino al limite, il punto di non ritorno, stava perdendo il controllo e sapeva di non potersi trattenere a lungo neppure lui. Si inginocchiò fra le gambe di Orlando e il ragazzo avvinghiò le proprie gambe dietro la schiena compagno, per aumentare il contatto fra di loro.

Viggo continuò le sue carezze, chiudendo il pugno su di lui.

Il respiro di Orlando si fece più rapido e le sue mani afferrarono spasmodicamente le coperte.

Viggo osservò il volto del ragazzo, disteso sotto di lui, sopraffatto dalla passione mentre stava raggiungendo l’apice del piacere.

Orlando si sollevò dal materasso quel tanto che bastava per afferrare le spalle di Viggo e tirarselo sopra. Una volta che entrambi erano distesi, Orlando baciò Viggo con passione, poi si misero sotto le coperte, abbracciati.

Dopo pochi minuti, però Viggo si accorse che il ragazzo si era addormentato. Gli posò un bacio sulla fronte e chiuse gli occhi a sua volta.