.|. Elen nìn, Estel nìn .|.

Capitolo Cinque

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Dagli appunti di Elen

 

- Voi sarete la Compagnia dell’Anello!

Non volevo credere alle mie orecchie, anche se ero ben consapevole che non mi avrebbero mai tradito. Gli hobbit si sono fiondati verso il consiglio lasciandomi sola ed esterrefatta ad osservare quella scena. Osservare re Erlond, che usando migliaia di giri di parole, cercava di arruolare qualcuno per una missione suicida. E chi ha risposto all’appello? Estel per primo e a ruota Legolas. Sgomento, null’altro. All’inizio non ci credevo. Mi ha parlato moltissime volte di questo fantomatico Anello e della sua pericolosità e sapere che si è offerto per distruggerlo…andando in contro al pericolo senza che nessuno lo costringesse…no, non posso crederci.

 

 

I nove compagni stavano ancora guardando Re Elrond che concludeva il suo discorso quando un fruscio giunse alle orecchie di Legolas, accompagnato dal disordinato movimento di una siepe. Fu uno dei piccoli hobbit che esclamò:
- Oh, deve essere quella bella ragazza che se ne stava là Merry…e io che speravo che si unisse a noi

A quelle parole l’Elfo spalancò un attimo gli occhi per poi accigliarsi mentre, quasi consapevole dei pensieri dell’amico, Aragorn si accovacciò a fianco del mezz’uomo:

- Hai detto che c’èra una ragazza nascosta con voi?

- Sì, era molto carina e…ehi?!

Legolas non lo fece finire ma, dopo un mormorio e un vago accenno a delle scuse per gli altri, iniziò a correre verso il bosco. Sapeva che Elen aveva ascoltato tutto e non doveva essere così. Avrebbe voluto dirglielo lui stesso usando delle parole più adatte e invece…ora la cercava tra gli alberi nella speranza di riuscire a spiegargli tutto ciò che era accaduto e che doveva accadere:
- Legolas!

Aragorn, che gli era corso subito dietro, approfittò del momento in cui Legolas smise di correre di scatto per raggiungerlo. Gli si avvicinò col fiato corto:
- Legolas…ma cosa…

- Sshhh..guarda

La mano chiara dell’Elfo indicò un piccolo spazio fa due grandi alberi. Tra essi era seduta Elen, con le braccia strette attorno alle ginocchia, i capelli sciolti che le ricadevano disordinatamente sulla schiena esile:
- Dovremo andare a parlarle forse

- No, andrò io solo Estel. Non ti offendere ma credo che sia meglio così

E detto questo si avviò verso la ragazza:

- Elen?

La sua voce si era fatta improvvisamente bassa e rassicurante mentre s’inginocchiava vicino all’Elfa che non lo guardava nemmeno:

- Non avresti dovuto spiarci lo sai?

- Si…

- E allora come mai lo hai fatto?

- Ero curiosa. E tu come mai lo hai fatto?

Pronunciò queste parole con più enfasi delle precedenti, spalancando in viso a Legolas i suoi occhi color del ghiaccio. Sulle palpebre inferiori erano ancora poggiate delle lacrime:

- Allora? Come mai ti sei offerto per partire?

Bella domanda. Come poteva spiegarle che era la cosa giusta da fare?

- Vedi Elen…c’era bisogno di me come c’era bisogno di Estel o di Gandalf . C’è in gioco tutto, e in questo tutto siamo compresi anche noi

Le passò una mano tra i capelli per riavviarli e scoprirle il viso minuto:

- Mi lascerai sola per tanto tempo… io come farò senza di te?

Ricominciò a piangere come raramente aveva fatto, singhiozzando e facendo tremare le parole:

- Io non voglio rimanere sola, non voglio…perderti Legolas. Insomma io…io ti voglio bene!

- Oh Elen…anche io ti voglio bene

L’Elfo tirò a se il corpo di Elen che in quel momento sembrava più fragile che mai, e lo strinse forte, lasciando che lei si sfogasse ,che si lasciasse prendere da quel pianto:

- Legolas…e se non dovessi tornare?

Chiese alzando il viso ed osservando quello di lui, illuminato da un triste sorriso:
- Non devi nemmeno pensare certe cose elen nìn. Io tornerò, devo tornare a tutti i costi. E sai perché?

Elen scosse la testa. Pur essendo ormai cresciuta in quel momento dimostrava sì e no dieci anni e il suo viso, il suo broncio, ispiravano nell’Elfo un’innata dolcezza che mai avrebbe pensato di possedere:

- Perché tu sei il mio cuore Elen. Dimmi ora: come potrei vivere senza il mio cuore?

Legolas si sentì stringere il torace nell’abbraccio insicuro della ragazza e dovette concedersi due sospiri per ricacciare indietro le lacrime di preoccupazione. Non doveva darlo a vedere, ne a Elen ne tanto meno agli altri, ma lasciarla era un peso davvero enorme, soprattutto ora che la vedeva così fragile.

Rimasero in quella posizione per diversi minuti. Legolas sembrava essersi dimenticato di Aragorn che li spiava da dietro gli alberi. Era ancora lì il ramingo, fermo immobile a guardare i due che si abbracciavano, a guardare l’amico che consolava la bambina che lui gli aveva affidato tanti anni prima. Forse solo in quel momento si rese davvero conto del legame che si era instaurato tra i due Elfi e, sbagliato o giusto che fosse, cercò di reprimere quella minuscola briciola d’invidia che si era stanziata nel suo corpo. “Come puoi essere così meschino! Infondo anche tu sei stato con Arwen w..ma che dico! Loro non sono insieme in quel senso…oh Valar dovrei vergognarmi di me stesso a questo punto” Pensò l’uomo cercando di trovare un modo per andarsene senza disturbare. Ma non lo fece. Rimase lì dopo aver sentito una frase della giovane Elen:
- Legolas…posso venire da te questa notte? So che sono cresciuta ma vorrei dormire con te, almeno per stasera

C’erano dolcezza ed arrendevolezza negli occhi di Legolas, ed Aragorn riusciva a percepirli anche a metri di distanza. Lo vedeva di rado ma sapeva che avrebbe fatto qualsiasi cosa pur di lasciarla contenta, nei minimi del possibile almeno. E infatti accettò:

- Non ti negherei nulla elen nìn, soprattutto quando mi guardi così. Ora però fai sparire quel broncio. Io vado a sistemare le ultime cose e poi ti raggiungo.

Si abbracciarono ancora e continuarono a dondolarsi per qualche attimo, mentre Aragorn, contro la sua volontà e la sua ragione, sentiva crescere dentro di se le stesse strane sensazioni che si facevano vive ogni volte di fronte all’amico.

 

Dagli appunti di Aragorn

 

Partiamo domani mattina io, gli hobbit, Boromir di Gondor, Gandalf, Gimli e Legolas. Sapevo che non si sarebbe mai tirato indietro. Già, lui e il suo grande senso del dovere…non viene mai meno a nessuna delle cose che si prefigge. Oggi mentre a malincuore lo spiavo durante la sua conversazione con Elen mi sono sentito solo. Vedevo il mio migliore amico abbracciato alla sua piccola protetta , davanti a tutta quella sincerità mi sono sentito un verme. Sono ancora attratto da lui,ma questo ormai ho smesso di negarmelo molto tempo fa, da quella volta a Bosco Atro. E so che lui prova la stessa cosa per me (o almeno lo spero).

 

 

Era l’ultima notte a Gran Burrone quella, e Aragorn sentiva come il dovere di passarla con Arwen, la sua futura sposa. L’avrebbe dovuta raggiungere prima del calar del sole ma, al primo luccichio delle stelle, si trovava ancora a passeggiare nervosamente per i giardini, indeciso sul da farsi. Voleva bene alla bellissima fanciulla ma non voleva alimentare in lei false speranze ora che aveva capito di essere interessato ad un’unica persona:
- Quanto nervosismo Estel…

L’uomo si girò di scatto sobbalzando:

- Ti ho colto di sorpresa? Non è da te…

Aragorn, quando vide davanti a se l’immagine di Legolas rilassò il corpo teso:

- Non cambierai mai vero? Sai che non riesco ad avvertirti quando mi arrivi alle spalle in questo modo

- Mi dispiace, non volevo disturbarti. Credevo fossi con Arwen

L’Elfo sapeva bene di aver toccato un tasto molto doloroso e lo aveva fatto apposta, per indagare nei problemi dell’amico:

- Sai benissimo perché non sono lì Legolas, altrimenti---

- Altrimenti non ti sarei venuto a cercare, giusto

Si sorrisero. Era parecchio che non si concedevano uno di quei piccolissimi battibecchi, che Aragorn ricordava come la causa di vivaci discussioni e grandi risate. I ricordi lo fecero sentire invecchiato, come sempre il primo impatto con l’amico immortale. Anche in quel momento averlo davanti, tale e quale a dieci anni prima, col viso perfetto, lo metteva quasi a disagio:

- Non devi lasciarti sommergere dai problemi Estel…devi lasciare solo che uno di questi prenda il sopravvento. Quando lo farà vorrà dire che quello è il più importante e che quindi la soluzione che saprai dargli è quella che ti occorre

Finito il discorso Legolas guardò l’uomo con negli occhi una scintilla d’incoraggiamento. Aragorn, da parte sua lo guardava con la coda dell’occhio, il viso semi coperto dai capelli scurissimi:

- Se è per questo allora non dovrei soffermarmi un gran che a pensare. So già quello che mi serve

Fece un passo avanti verso Legolas guardandolo negli occhi:

- Mi servono le parole per dire ad Arwen che non la sposerò