.|. Diari Segreti dei Tempi che Furono .|.

2. Emozioni

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Giorno 25, ore 04:33 a.m.

 

Non posso scrivere, cazzo, ancora non trovo la mia agenda! Jesus fuck, ma non può essere scomparsa! Dunque, cerchiamo di ricapitolare, l’ultima volta ho scritto ieri pomeriggio, poi l’ho lasciata sul tavolino e sono andato dagli hobbit... poi? Ah, poi ho fatto vomitare Orlando, dopodiché stavamo quasi per farlo ancora, prima che John venisse a salvarmi da una grossa fesseria...

Allora devo averla fatta cadere mentre infilavo le mani nei vestiti di Orlie...

A proposito.... prima di baciarmi ancora stava per dire qualcosa... qualcosa riguardo a quella cazzo di notte nella foresta... oh shit. Ho molta paura, adesso. Ho paura che Orlando ci abbia ripensato e che non mi voglia più vedere, ho paura che mi pentirò per sempre di aver fatto quella scopata che mi ha fatto provare sensazioni che non avevo mai provato prima, ho paura del fatto che ancora non ho trovato la mia agenda e soprattutto ho paura che QUALCUNO POSSA AVERLA LETTA, CAZZO!

“Ehm... Viggo?”

 

Chi fottuto bastardo infame scassapalle malefico e perverso rompe i coglioni proprio in questo momen--“Oh, buongiorno John!”

 

“Hai... perso qualcosa?”

 

“Sì, ma non preoccuparti, è un oggetto che io...”

 

“Ieri ho trovato questa...”

 

Mi volto come se alle mie spalle avessi sentito il rumore di una delle due bombe nucleari sparate a Hiroshima e Nagasaki. Cristo! Cristo, Gesù, Maria, John tiene in mano la mia agenda! Merda. Se l’ha letta sono veramente fottuto.

 

“Ah. E... l’hai letta?”

 

“Ho sfogliato un paio di pagine, la curiosità era troppa...”

 

“Capisco. E... quindi?”

 

“Mi sembri confuso, Vig. Molto confuso su alcune cose...”

 

Oh, che scoperta, John. Ma quanto sei bravo, lo vedo anche da me di essere confuso! Dovresti fare lo psicologo, sai? Brutto panzone ficcanaso che non sei altro, ti corcherei di mazzate, se solo ne avessi la forza anche alle 4 del mattino! No, un momento. Non devo essere ingiusto. Finora non mi ha detto nulla di male. Se poi se ne esce fuori con il volerlo dire a qualcun altro, allora commissionerò a qualcuno il suo omicidio, ma per ora sentiamo che ha da dire, Vig. Oh, Signore, dentro di me sto crescendo un piccolo Mefistofele!

 

John continua: “Viggo... io adesso ti farò una domanda precisa, e voglio una risposta sincera.”

 

“Okay, spara!”

 

“Lo ami?”

 

SPLASH, la grande domanda mi piove addosso come acqua ghiacciata. “Sì.” Eh? Ho già risposto? Ed ho anche detto “Sì”!!! Oh, mio Dio, sono più grave di quanto pensassi, lo amo davvero, quella testa di cazzo!

 

“Allora dovresti dirglielo. Santo Cielo, Vig, quel ragazzo ti adora! Non so fin dove arrivino i suoi sentimenti, ma è chiaro che per lui sei speciale!” Grazie, amico è sempre un piacere essere fatti una merda di mattina presto... “Seriamente... cos’hai da perdere? Prova a dichiararti... hai visto mai???”

 

“Non è così facile, John...” Voce calma, arrendevole, quasi depressa. Non sono più io. “Un paio di volte ho provato... ma non ci riesco.”

 

“Potresti lasciare che legga questa, se non te la senti di dirglielo a voce...”

 

“QUESTO MAI! Deve saperlo da me, non da un pezzo di carta!”

 

“Allora good luck, my friend... Riprendi la tua agenda, ecco...” mi ridà finalmente ciò che è mio, “Io vado a prepararmi, quando puoi fatti vivo in sala trucco, che non si sa mai quello che può accadere...”

 

“Già...” abbozzo un sorriso un po’ stiracchiato, “Tutto può succedere...”

 

E mentre il mio grosso e grasso compagno di roulotte si allontana mi torna in mente una canzone, italiana, mi pare, il cui ritornello dice proprio “Sono cose che succedono...”

In effetti mi è successo di innamorarmi di Orlando, così come ci è successo di fare sesso insieme, così come potrebbe succedere ch’io mi dichiari... com’è che faceva quel cazzo di ritornello???

 

Sono cose che succedono... che ti cambiano...

Che senza preavviso ti colpiscono, lo sai?

Sono cose che succedono... che poi passano...

Che devi usare per cercar di non cadere più...

 

Quel che hai perso non sai se lo ritroverai...

Guarda avanti perché qualche cosa riavrai...

 

Sono cose che succedono... che ti lasciano...

Con l’amaro senso in bocca d’inutilità...

Sono cose che esistono... ma che non cambiano...

Abituati perché la vita, a volte, questo dà...

 

Cazzo, certe canzoni cascano proprio a fagiolo, in situazioni come la mia! Anche la musica è contro di me, porca vacca! Mah, forse John ha ragione. Questa situazione di merda non si sbloccherà mai se non vado da Orlando a chiedergli cosa stava per dirmi e a rivelargli ciò che provo per lui...

Okay, adesso vado in sala trucco, mi preparo, e poi, quando lo incrocio, me lo tiro in disparte e gli dico tutto!

 

....

 

ore 01:14 p.m.

 

Mi faccio schifo, non ho proprio polso! Finalmente posso scrivere, ma non sono molto felice di ciò che sto scrivendo. Mi ero ripromesso di svelare i miei sentimenti ad Orlando, di parlargli con il cuore in mano, di cercare di chiarire tutto... e invece l’ho quasi evitato, chiudendomi nel mio atteggiamento da ramingo-bel-tenebroso-ma-che-gran-testa-di.cazzo-che-sono! Sono proprio un idiota. Qualunque cosa mi ha detto stamattina, ho risposto a monosillabi, gli ho dato a parlare il meno possibile e adesso invece di pranzare sto scrivendo l’ennesima masturbazione mentale su questa cazzo di agenda!!!

Chissà Orlando come ha preso il mio atteggiamento... magari l’ho fatto anche incazzare... siamo molto amici... vedendomi improvvisamente così scostante, vorrà sapere che mi ha preso... ecco... sono nei guai... ma non potevo dirglielo! Non potevo parlargli, mentre mi guardava con i suoi occhioni scuri e mi parlava con quell’accento che dà un tono così suadente alla sua voce... non riuscivo a resistere a quella visione, mi è mancata tutta la forza psicologica che avevo...

 

“Vig, che fai qui da solo?”

 

Salto. Cazzo, ero talmente immerso nei miei pensieri che ho avuto una paura pazzesca. Orlando si è seduto proprio di fronte a me. Mi sa che mi conviene chiudere l’agenda.

 

“Allora?”

 

“Ehm... mah... niente...” Sì, niente un cazzo! “Stavo qui, così...”

 

“Disturbo?” mi chiede languido, guardando l’agenda,

 

“No, no, avevo finito!”

 

“Ah beh, se avevi finito... ti va di chiacchierare un po’?”

 

Ed ecco che tremo. “A che proposito?”

 

“Così, in generale... abbiamo parlato così poco stamattina...”

 

Oh, porca puttana, ma quanto è bello! Come si fa a non saltargli addosso, schiantarlo sul tavolo e brutalizzarlo davanti a tutta la troupe??? No, no calma! Vig, non permettere a Mefistofele di prendere il sopravvento!

 

“Eh... eh già...” commento, un po’ a disagio, “Le occasioni sono state poche...” Che gran balla, l’ho deliberatamente evitato, ma sono troppo vigliacco per dirglielo in faccia, anche perché sarebbero cazzi a spiegare perché l’ho fatto...

 

“Ti vedo un po’ strano, Vig... ma cosa ti sta succedendo?”

 

Coosa??? Hai il coraggio di chiedermi cosa mi sta succedendo?!? Figlio di puttana, TU mi stai succedendo! E’ colpa tua se mi sento così, è colpa del tuo fisico perfetto, del tuo carattere sognatore, delle tue passioni indomite... sei tu la causa delle mie tribolazioni! E’ per te che sto così, perché ti amo!!!

 

Orlando sorride, mi scompiglia un po’ i capelli con la mano, dicendomi “Beh, ramingo, certo è che sei davvero un tipo strano...” poi si alza e si allontana, in un sensualissimo “Ci vediamo più tardi...” che avrebbe fatto ribollire il sangue anche a Madre Teresa di Calcutta!

Se solo fossi riuscito a dire ciò che pensavo! Purtroppo non ci sono riuscito, e, al posto di quel lungo pensiero che terminava con “Ti amo”, gli ho detto un semplice “Non lo so, Elfboy, mi sento un po’... strano, in questi giorni...”

 

Porca vacca, quanto ci sto male!

 

 

Undicesimo giorno del periodo del Grifone, secondo lo zodiaco Celtico... ore 04:14 p.m.

Basta, la situazione è diventata insostenibile! Devo fare qualcosa. Come in quella canzone dei Lost Prophets, che ad un tratto dice “Get my way or nothing will move on...” ...Ma io che strada devo prendere? Cazzo, sono così confuso...
Sono in sala trucco, mi stanno aggiustando la parrucca bionda che il vento bastardo neozelandese mi ha scompigliato, magari una volta finito ci metto la mia mitica bandana verde pistacchio, così non mi si rovina il parruccone biondo e s’intona anche con la palandrana da Elfo...
Dovrei andare a parlare con Viggo. Non ce la faccio più, sono stati giorni d’inferno, non ho mai passato tanto tempo a rimuginare fra dubbi e incertezze!
Il fatto è che non riesco a capire lui cosa prova... di tanto in tanto mi manda qualche segnale, che però subito dopo viene smentito da qualche strano atteggiamento distaccato e ramingheggiante!
Shit. Come vorrei leggere nel pensiero!
No, non ce la faccio più. Devo dirglielo, deve sapere. Adesso vado da lui e gli dico tutto.

“Vig!” Eccolo lì, seduto sull’erba mentre aspetta gli ordini del Grande Pete, con l’agenda in mano a scrivere pensieri raminghi su cose intellettuali che possono aspettare, devono aspettare... “ Hey, Vig!!!” lo chiamo ancora, più forte. Si gira.

“Hey, Elfboy!” Cazzo, lo odio quel soprannome, ma lui lo dice in una maniera così accattivante, che... no! No, Orlando, devi dirgli una cosa importante, non fare così!

“Viggo, devo dirti una cosa, ma...” Mi guardo intorno. C’è troppa gente, meglio portarlo in un posto più appartato, “Vieni con me.”

“Hey, questa è la stessa radura dove abbiamo visto la Luna!” commenta divertito, “Solo che adesso c’è un Sole che spacca le pietre!”

“Viggo, ascoltami...” Ecco, ci siamo... “Ti ho portato qui, per parlarti di una cosa. Io... lo so che sono passati giorni e giorni, ma...” Coraggio, Orli, puoi farcela, non fermarti! ...Ma ormai ne sono convinto e non voglio tirarmi indietro: fin dal primo istante, dopo quella notte, ho capito di non poter più fare a meno del tuo corpo, delle tue parole, di te. Perché ti amo! Forza, diglielo, coglione, che aspetti???

“Senti, Orli, mi hai portato qui per parlare, no?” la sua voce mette a tacere i miei pensieri, “Lo so che vuoi parlare di quella stramaledettissima notte, ma almeno non tergiversare!” Eh? Cosa? Come? “Dimmelo chiaramente, se adesso mi odi, almeno mi metto il cuore in pace e non ci penso più. Solo cerca di metterci una pietra sopra, perché prima di finire le riprese passeremo ancora molto tempo insieme, quindi...”

“Vig, tira il freno!”

“Eh?”

E che cazzo, neanche mi fai parlare! “Dunque. Ricapitoliamo. Cos’è questo fatto che dovrei odiarti?”

“Beh, vedi... dopo quella notte, dopo quello che ti ho fatto... io credevo che...”

“Che abbiamo fatto, Vig. Eravamo in due, c'ero anch’io.” Ah, adesso ho capito tutto. “Credevi cosa? Di avermi ferito? O addirittura di avermi scioccato? Oppure credevi solo di aver fatto un'idiozia, scopandoti un collega?”

Viggo sembra stupito. E fai bene ad esserlo, mr. Mortensen, ho un paio di preconcetti da sradicarti di dosso...

“Sono un uomo adulto, so quello che faccio e lo faccio quando voglio farlo.” Continuo, senza rendermi più tanto conto di quello che dico, “Quindi, se in questi giorni mi hai evitato perché ti vergogni di aver fatto sesso con un tuo collega, allora è un conto, e ci mettiamo una pietra sopra; se mi hai evitato perché avevi paura di aver traumatizzato un povero bimbo, allora vaffanculo, svegliati e guardami bene; ma se mi hai evitato perché avevi paura di ciò che io potevo pensare di te... allora prima di tutto devi dirmi cosa hai provato e cosa è stata per te quella notte...”

“Tu avevi detto che è stata una stronzata...”

“Per te è così?”

“Perché vuoi saperlo?”

“CRISTO, VIGGO, ALMENO UNA VOLTA IN VITA TUA, RISPONDI SENZA AVERE UNA CERTEZZA!” Okay, okay, ho sclerato un attimo, ma è lui che mi fa incazzare! Continuiamo, con più calma... “Non puoi pretendere di saperle sempre per primo le cose, rispondi...”

“Per me...” il tono della sua voce si è abbassato, il suo sguardo è cambiato. Adesso ho paura. “Okay, giù la maschera, per me è stata la notte più eccezionale di tutta una vita. Ho provato sensazioni che non avrei mai immaginato di poter provare, ho toccato il cielo con un dito, grazie al tuo corpo e grazie a te.” Come come come? “Io, credo che... ah, al diavolo tutto! Io mi sono innamorato di te, Orlando Bloom.”

Holy shit! Adesso davvero piango! Non ci credo, non ci credo, non ci credo! Mi ama! L’ho sentito dalla sua bocca! Dì qualcosa, Orli, prima di svegliarti da questo sogno! Cazzo, ma perché non ricordo neanche una delle belle frasi che mi ero preparato?

“E tu?” Viggo riprende, dopo qualche secondo di pausa, “Adesso mi disprezzi? Oppure non te ne frega una mazza? Oppure...”

“Oppure chiudi il becco, ramingo che non sei altro! Quello che avevo bisogno di sentirti dire già l’hai detto!” Gli salto addosso, al colmo della felicità. Lo abbraccio, lo bacio, senza neanche dargli il tempo di capire cosa sta succedendo. La mia lingua s’intrufola tra le sue labbra, senza chiedere il permesso. Lentamente, Viggo-Aragorn capisce quello che sto facendo e comincia a collaborare.
Mi porta le mani alla vita, ne fa salire una per giocherellare con i fili biondi della parrucca da Elfo...
Dio, il sapore della sua bocca mi fa perdere la ragione! Lo bacio con più forza, spingendo la sua nuca contro di me con una mano e cominciando, poi ad accarezzargli la schiena...
Ma lui si ferma. Fugge dal mio bacio, mi guarda negli occhi con uno sguardo raggelante.

“Questo cosa vuol dire?” mi domanda. E me lo domandi pure???

“Secondo te?”

“Per favore, devo essere sicuro di non aver fatto una fesseria, rivelandoti ciò che provo. Ti prego, dimmelo.”

“Allora te lo dico: ti amo, ti amo da impazzire!”

Finalmente l’ho detto. Ce l’ho fatta! E lui ricambia! L’ha detto con la sua bocca, ricambia i miei sentimenti! Credo di non essere mai stato così felice in vita mia... sto quasi piangendo, ma non so se è la contentezza o sono le lenti a contatto che danno fastidio...

Ci baciamo di nuovo, quasi per suggellare a dovere ciò che ci siamo appena detti, incuranti del fatto che se continuiamo così dovremo farci truccare e vestire daccapo...
Gli porto le mani alla vita per abbracciarlo ancora, quando ad un tratto un tonfo nell’erba mi distrae.
Da sotto la casacca è caduta la sua agenda... adesso ho davvero una voglia matta di leggerla. E sì, perché se entrambi eravamo bloccati dall’insicurezza sui sentimenti dell’altro, allora forse anche lui ha sclerato sulla carta come me... quasi quasi glie lo chiedo!
“Vig...” mormoro, con la vocina languida e gli occhioni da cerbiatto, “Me la fai leggere?”

“Beh... ormai, perché no?” risponde, con la sua voce da danese sexy,

“Davvero?”

“Solo se poi tu mi fai leggere la tua...”

“Ah eccola, la fregatura!” ...Ma visto che ormai ci siamo capiti, non c’è nulla di male... ridiamo, ci sfottiamo un po’, e poi magari torniamo dagli altri, che sennò Peter ci ammazza sul serio...

 

 

Giorno 29, ore 04:58 p.m.

 

Dio, non posso crederci. Sono un cretino, tutte le mie menate e Orlando ha sempre ricambiato i miei sentimenti... ma come abbiamo fatto ad essere tutti e due così ciechi??? Adesso stiamo tutti e due sdraiati sull’erba, a leggere le rispettive agende e a scoprire tutte le pippe mentali, l’uno dell’altro.

 

“Oh Signore, ma davvero hai scritto questo di me?!?”

 

Orlando ride, con gli occhi posati sulle pagine aperte a caso. “Dove?” gli chiedo,

 

“Qui...” mi avvicina l’agenda indicando anche il rigo, “Che sono ‘da stupro violento!’”

 

“Beh? Credi di non esserlo?”

 

“Ah no, sapevo di essere bello, ma non pensavo fino a questo punto!”

 

“Ti sottovaluti, principe Legolas!” lo afferro per i fianchi, lo faccio mettere supino e gli rubo un bacio, chinandomi su di lui. Mi afferra il volto, aumentando il valore di quel piccolo furto, accarezzandomi le guance con le sue mani bianche, ed ecco che siamo avvinghiati insieme, nell’erba, come la notte in cui ci siamo persi, ma stavolta è diverso... il momento è più... dolce, anche se Orlie nei panni di Legolas è ancora più eccitante, la cosa ha un non-so-che di più alto, più raffinato... chissà, magari è solo un’impressione che ho a causa dei costumi, e...

 

“Oh cazzo, i costumi!”

 

Ci blocchiamo entrambi, ancora naso contro naso. E’ troppo, scoppiamo a ridere tutti e due, alzandoci e ricomponendoci alla meno peggio. Io non sto troppo male, fortunatamente Aragorn non è proprio un tipo pulitissimo, anche la tunica da Elfo non dà troppi problemi, essendo verde... ma adesso Orlando ha la parrucca piena di fili d’erba e un sacco di chiazze verdi sulle mani e sul viso...

 

“Eheheh, adesso in sala trucco mi ammazzano!” commenta divertito, “Sarà la quarta volta che mi rifanno il make-up, oggi!”

 

“Credimi, così sembri davvero un Elfo dei boschi...” mi viene spontaneo... le macchie di terreno ed erba mettono in risalto il candore quasi infantile del suo viso, è una visione che non si può descrivere con le parole... guardando questo volto, comincio a capire com’è successo che mi sono innamorato di lui... “Legolas non è mai stato così bello!”

 

“Mamma mia, che complimento!”

 

“Senti, Orlie...”

 

“Sì?” mi guarda incuriosito, con quei suoi occhioni valorizzati dalle lenti a contatto,

 

“Ti va, dopo le riprese, di farti fare qualche scatto?”

 

“Come mai?”

 

“Così... ho voglia di farti delle foto, per tenerle per me...”

 

“Che trovata romantica... stai diventando smielato, mr. Mortensen, sai?”

 

“E’ una delle controindicazioni di quando ci si innamora!”

 

“Mmm, okay, però ora torniamo dagli altri, sennò ci vengono a cercare di nuovo!”

 

......

 

Giorno 30, ore 01:06 a.m.

 

“Aspetta... prova... prova a metterti così... no, lascia andare le braccia... giù, rilassate... bravo, così è favolosa... chiudi gli occhi, quando ti chiamo riaprili... Orlando!”

 

click.

 

Siamo nella mia roulotte. John -che ormai sa tutto- ha gentilmente portato fuori Beanie, stanno facendo baldoria con gli hobbit, che a quest’ora saranno troppo ubriachi per chiedersi come mai Orlando non è andato con loro.

 

“Adesso come mi metto?”

 

Orlie è seminudo sul letto, gli sto scattando delle foto bellissime, modestamente sono un grande, ma è anche il soggetto che rende molto bene...

 

“Ora... girati, mettiti a torso in giù, e poggia la testa sulle braccia, pensando a persone e mondi lontani...”

 

“Che poeta, che sei!” mi sfotte pure, con quella sua vocina ammiccante, ma sono troppo preso per ribattere, così faccio solo una risatina, mentre gli dico: “Si così... chiudi ancora gli occhi, come prima, io ti chiamo e riapri... Orlando!”

 

click.

 

Mi piace questo metodo. Le foto vengono sempre molto naturali, così... Orlando è stupendo, questo momento è stupendo, tutto è stupendo... ancora non riesco a crederci, ho conquistato l’amore di un angelo... non desidero nulla di più... adesso, in questo istante, mi sento veramente e profondamente felice...

 

“Vig...” mi chiama, mettendosi a sedere, con un tono di voce a stento udibile... una voce calda e rilassante proprio come quella di un Elfo dovrebbe essere....

 

“Sì, honey?”

 

“C’è l’autoscatto in quella macchina?”

 

“Certo... perché?”

 

“Vieni qui, facciamocene una insieme...”

 

Tesoro.. e poi sono io quello smielato! E’ una bella idea... mi avvicino a lui, mi fa cenno di stendermi... mi fa appoggiare la testa sulle sue gambe, mi volta verso di lui e si china a darmi un bacio che arriva giusto dopo il click della macchina...

 

“Di questa sviluppane due, mi raccomando!” mi sussurra, tenendomi ancora il viso tra le mani,

 

“Ne svilupperei due milioni e ci tappezzerei la roulotte, ma poi ci perdiamo in discrezione...”

 

“Per il momento è meglio di no, estel”

 

“Mi ecciti, quando mi chiami così!” comincio a baciargli il collo, giocherellando con i suoi riccioli scomposti,

 

“No, Vig, adesso è tardi, devo... aah...” ricambia i miei baci con quei suoi meravigliosi gemiti e mi accarezza il viso, sfiorandolo appena, “Devo tornare nella mia roulotte...”

 

Per questa volta la ragione ha la meglio, mi afferra, poggia la sua fronte contro la mia e mi mormora: “Stanotte no, estel... stanotte si dorme, che domattina -anzi, questa mattina- dobbiamo fare le sequenze di battaglia...”

 

“Sapessi che battaglia ti volevo proporre...” non mi va di lasciarlo andare, mi diverto e faccio un po’ il bambino, accarezzandolo un po’ dappertutto con la scusa di aggrapparmi a lui,

 

“No, dai, stai fermo con le mani!” mi rimprovera, ridendo e divincolandosi a fatica dalla mia presa... si alza, si infila camicia e scarpe e si avvia fuori...

 

“Ehi! Mi lasci così?!?”

 

Al mio ... richiamo, si volta sorridente, mi dà un ultimo bacio veloce e si riallontana, sussurrandomi, prima di uscire, un “Buonanotte” intriso di un’invitante lascivia che lascia ben sperare per le ore a venire...

Una volta solo, smonto il cavalletto, elimino le prove della presenza di Orlando e poi mi abbandono sul letto, cercando di fare qualche oretta di riposo, sognando e immaginando ciò che il mio tesorino ha in serbo per me... ancora non ci credo... ho paura di svegliarmi e scoprire che non era vero niente, ma io e Orlie ci siamo scambiati le agende, perché anche lui aveva la stessa paura... così invece, se mi torna questa paura posso aprire l’agenda di Orlando e rassicurarmi... dormi tranquillo, per stanotte, Vig!

 

 

 

Dodicesimo giorno del periodo del Grifone, secondo lo zodiaco Celtico... ore 03:21 a.m.

 

Sto scrivendo sull’agenda di Viggo... ancora non ci credo, finalmente ci siamo aperti l’uno all’altro... scoprire che ricambia il mio amore è stato come un fulmine a ciel sereno... oh, Isis, sono alle stelle!

Fino a poco fa ero con lui, gli era presa l’incapata di scattarmi delle foto... ed in effetti è stato un momento meraviglioso e dolcissimo... Vig è un grande fotografo... ma non è molto professionale. Mi è quasi saltato addosso, dopo, hihi...

Poso la penna, sorrido, mi stiracchio. Mi passo le mani fra i capelli e chiudo l’agenda. Dormiamo un po’, che tra qualche ora dovrò fare complicati volteggi e mortali coreografie combattive... se mi presento sul set assonnato, poi Bob come minimo mi picchia!

 

...........ore 15:32

 

“Scagliane ancora una, poi raggiungi il cavallo e monta in sella!”

 

Ti pare facile, eh, Bob? A dare indicazioni siamo tutti bravi, non sei mica tu che devi salire a cavallo con un salto carpiato e caricare il nulla... Beh, vediamo se ci riesco, Morgan mi ha fatto vedere più di una volta e mi sono anche allenato...

Cazzo ce l’ho fatta! Wow sono grande! Caricaaaaaaaaaa!!!

 

“Okay, stop!” grida ad un tratto Pete, “Adesso il combattimento ravvicinato!”

 

Mmm, facile a dirsi, ma stiamo combattendo contro il vuoto! Uattà!!! Zzzà!!! Un colpo qui, uno là... Damn mi sento un idiota! Gimli è caduto da cavallo... vabbè fa niente... continuiamo l’allegra battaglia degli ubriachi...

 

“Bene, buona così!” grazie Signore per questo dono! “Viggo, vieni qua, giriamo la tua caduta e poi ci fermiamo per un paio d’ore, così vi rimettete tutti in sesto!”

 

Wow, quella specie di macchina impazzita è una figata, sembra uno di quei tori delle sale giochi... dev’essere divertente dondolarci su, e -- Ahi, che testata!!! Hah, Viggo ha tranciato la protesi di gomma dell’orchetto, huhu, questa non me l’aspettavo...

 

“Adesso mi servono Legolas e Gimli! Vieni qui Orlie!” oh, tocca a me...

 

“Sì, arrivo...”

 

“Allora, parte lui puntandogli contro l’ascia, e quando vi dice che Aragorn e morto tu lo afferri per qui e gli dici ‘Tu menti!’ guardandolo incazzatissimo, okay?”

 

“Okay, vai!”

 

“E... azione!”

 

“Aragorn! Aragorn! ...Dimmi cosa è successo e ti faciliterò il trapasso!”

 

“E’... morto... ha fatto un piccolo capitombolo dalla rupe...”

 

“Tu menti!”

 

“Bene, Orlando, ora guarda cos’ha in mano...”

 

La Stella del Vespro. Okay, adesso una bella faccia scioccata, poi un paio di passi verso la rupe, guardo le tracce dello scivolone e poi fisso i miei occhioni di Elfo sconsolato nel vuoto del burrone... Adesso Theoden darà indicazioni sul da farsi ed io lo guardo malissimo quando dice di lasciar stare i morti...

 

“Vieni.” Una paterna pacca sulla spalla e speriamo che Peter dica le paroline magiche....

 

“Stop! E adesso un paio d’ore di pausa!” Finalmente, musica celestiale! “Più tardi ci spostiamo! Chiamatemi Andy, che facciamo il litigio tra Sam e Frodo vicino al fiume!”

 

Ah, bene, così mi riposo un po’ di più... e magari sto un po’ con Vig...

 

“Orlando?”

 

Chi è? Ah, John “Hey, dimmi!”

 

“Viggo ti sta aspettando, nella nostra roulotte. Sean non c’è, ma non so dirti dove sia...”

 

“Cacchio, ti fa fare pure il messaggero!” che razza di situazione! “Mi dispiace, che ti ci sia trovato in mezzo...”

 

“Figurati, lad... E’ un po’ come se l’avessi sempre saputo... adesso corri da lui, su!”

 

“Grazie, sei un amico.” Davvero un amico, John... anche per il fatto di tenere la bocca chiusa... non è facile saper una cosa del genere senza spifferarla ai quattro venti... Jesus, se si venisse a sapere sarebbero davvero cazzi! Saluto il mio sorridente compagno Nano -chissà come faranno a farlo apparire basso- e mi avvio verso il mio Vig, senza neanche preoccuparmi di togliere il costume.

 

La porta del trailer è appena socchiusa, c’è un silenzio che fa quasi spavento... ma c’è?

“Viggo?”

 

“Vieni, avvicinati.”

 

Ah, eccolo... è steso sul suo letto, nascosto dalla penombra... però vedo chiaramente che ha ancora addosso il costume di Aragorn. Ho capito cos’hai in mente, ramingo!

 

“Mmm... siamo giunti a questo, sire Aragorn?” lo guardo, divertito da questo stuzzicante giochino... “Vuoi dunque violare il corpo di un Elfo?”

 

“Voglio darti un motivo valido per chiamarmi estel...” mormora allora lui, fissandomi... Dio, come si fa a resistere a questa voce??? “E voglio sentirtelo gridare più e più volte!”

 

Si alza, avventandosi sulle mie labbra come un cacciatore sulla sua preda e subito è una lotta fra le nostre due lingue, che si sfiorano, si separano, si rincontrano... la sua è la più forte e si introduce un po’ di più nella mia bocca, mentre mi accarezza il collo e mi sfila il mantello...

Interrompe il nostro bacio per invitarmi con lo sguardo a sedermi sul letto, accompagnando i miei movimenti tenendomi un braccio intorno alle spalle.

Mi adagio sul materasso, trascinandomelo addosso. Gli sfilo la pesante palandrana da ramingo, riuscendo così a vedere la sua eccitazione, la calzamaglia è abbastanza stretta.

Mi bacia di nuovo, mentre mi toglie la tunica verde e mi accarezza i capelli biondi da Elfo.

“Non era proprio questo che avevo in mente, ma può andare...” gli sussurro, dopo avergli portato le braccia al collo,

 

“E dimmi, principe Legolas, ti aggrada, tutto ciò?” mi chiede, cominciando poi a mordicchiarmi il collo,

 

“Mmm... da morire!!”

 

Andiamo avanti così per un po’, strusciandoci l’uno contro l’altro, come per ballare, ascoltando la più sensuale delle canzoni, e finiamo di spogliarci a vicenda, tra i sospiri e gli aneliti, isolandoci dal resto del mondo.

Eccolo. Sento il suo sesso entrare in me con la potenza che solo un re può avere, fa male, ancora non sono riuscito ad abituarmici, ma Valar, al tempo stesso mi piace, mi piace e non capisco perché... forse per il suo calore e le sue mani, che mi tengono i fianchi, mentre lui continua a spingere e.. ooh, non resisto è troppo bello... non so nemmeno se i lamenti che emano sono di dolore o di piacere... forse di tutti e due...

“Oh, estel!”

 

“Sì, mio principe, dillo ancora!”

 

Aah, ora ha portato una mano sul mio ventre e mi sta accarezzando in un modo che... “Oh, estel!!!” grido più forte... ed è più forte che lui spinge...

 

“Oh, mio principe!” ripete, sospirando. Lo guardo un istante, mentre gli accarezzo la schiena. Ha chiuso gli occhi, ansima... sta per venire e... mmm... lo sento ancora più forte... “OOH, ESTEL!!!”

 

Non so esattamente cosa sia successo, pochi secondi fa. L’orgasmo mi ha annebbiato la mente. So solo che ho premuto le mani contro la schiena di Vig fino a graffiarlo.

Adesso siamo stesi insieme, l’uno appiccicato all’altro, ci stiamo anche un po’ stretti perché il letto è singolo, ma non dispiace a nessuno dei due, siamo troppo rintronati e sudati per preoccuparcene. Il sudore ha inumidito anche i capelli da Elfo, che in parte scendono sparsi sul cuscino ed in parte mi si sono attaccati al collo e alle spalle.

 

“Allora, mio principe?” mi sussurra ad un tratto Viggo, cominciando a giocherellare con una ciocca di fili biondi e baciandomi una spalla con la punta delle labbra,

 

“Credo che nessun Elfo sia mai stato violato in maniera tanto piacevole...” gli accarezzo il viso, e faccio in modo che me lo appoggi sul torace. Holy shit, Viggo mi fai impazzire! “Adesso però è meglio che vada...”

 

“No, non te ne andare!” mi si avvinghia addosso cercando di trattenermi, fra paroline dolci e mugolii indistinti, non appena gli ho detto che me ne devo andare... quant’è carino quando fa così, sembra un micio!

 

“Dai Vig... Beanie potrebbe tornare da un momento all’altro, saranno quasi le cinque... se ci vede così sai che festa?”

 

“Mmmmm... uffa!”

 

Mi molla malvolentieri, raccattando i miserandi resti del suo costume e rivestendosi pian pianino, mentre io faccio lo stesso. Lo bacio ancora una volta, prima sulla bocca e poi sulla fronte, per poi dirgli un lieve “A dopo, estel”, dopodiché mi allontano e guadagno l’uscita, sistemandomi la parrucca come posso...

Sospiro... questo paio d’ore passato insieme mi ha rasserenato la giornata... è bello essere innamorati!