.|. Amarth - Fino Alla Fine del Tempo .|.

9. Le distese di Rohan

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Ed arrivò anche quel momento…quel momento che Eomer, re di Rohan, sperava non arrivasse mai. Un giorno salì a cavallo e partì alla volta di Edoras dove Lothíriel, la sua futura moglie, lo stava già aspettando…poche settimane mancavano ormai alla data prestabilita per le nozze ed a tutti i Consiglieri sembrava giusto che il loro re conoscesse, prima di quel giorno, la donna con cui avrebbe dovuto passare il resto della sua vita. Arwen lo guardò allontanarsi da uno dei grandi balconi e quando il cavaliere varcò le porte del palazzo, svanendo tra gli alberi, si portò una mano sul cuore e chiuse gli occhi…

“Tíron i meleth nîn reniol o nin…a im ú gerin o dared hon (Vedo il mio amore che si allontana da me…ed io non sono in grado di fermarlo)” sussurrò quando sentì dei passi avvicinarsi.

“Hon ad beditha na le Arwen…(Lui tornerà da te Arwen)” disse Legolas fermandosi accanto a lei. La dama alzò lo sguardo su di lui e una lacrima scivolò sulla sua guancia.

“Ú gostad i reniad…hûn dîn gwennen nan lîn (Non temere la lontananza…il suo cuore è legato al tuo)” continuò Legolas mettendole un braccio attorno alla vita e stringendola a sé “Ú ninnad thêl nîn…ú dollen i lû o nîr (Non piangere sorella mia, non è arrivato il tempo delle lacrime)”

Arwen si allontanò leggermente da lui e lo guardò intensamente

“In idhrinn Legolas…(Gli anni Legolas)” mormorò “…in idhrinn avorn rimmar ned sen amar…ú gerim lû (gli anni passano velocemente in questa terra…non abbiamo tempo)”

Legolas abbassò improvvisamente lo sguardo ma la dama gli accarezzò la guancia dolcemente

“Lû hain peleth…han mathach ned hûn lîn…han tírach erin thîr dîn (Il loro tempo sta svanendo…lo senti nel tuo cuore…lo vedi sul suo volto)”

“Han iston...(Lo so)” rispose Legolas rialzando gli occhi su di lei “...ú dartha estel (non rimane speranza)”

“Sí...(Qui...)” ribatté Arwen posando una mano sul petto dell'altro elfo, proprio sopra al suo cuore “...ennas ad estel (c'è ancora speranza)”

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Passarono poche settimane ed anche re Elassar partì per Rohan, insieme agli altri invitati alla grande festa. Il viaggio fu di breve durata e senza imprevisti, quando finalmente giunsero ad Edoras, vennero scortati da alcune guardie nella sala del re, ad attenderli però non c’era il re del Mark…la stanza era vuota se non per una giovane donna che stava scherzando con una delle guardie…aveva dei lunghi capelli corvini che le arrivavano fino alla vita e dei grandi occhi nocciola, le labbra carnose e la pelle molto chiara, indossava un lungo abito verde scuro, stretto in vita da una cintura nera di velluto

“Sembra che restando qui abbia dimenticato le buone maniere” sussurrò Aragorn guardando Arwen che però sorrise dolcemente.

La ragazza si voltò di scatto come richiamata da quelle parole e si diresse velocemente verso gli ospiti mentre l’altro giovane si rimetteva nella posizione che doveva tenere.

“Benvenuti ad Edoras!” esclamò la ragazza “Re Eomer sarà qui tra poco…ha lasciato me ad accogliervi e…dalle vostre espressioni non devo aver svolto molto bene il mio compito”

“Ci lamenteremo più tardi col sovrano…” disse Aragorn cercando di rimanere serio ma dopo pochi istanti sorrise.

“Perché ora non saluti come si deve la tua famiglia?” intervenne Arwen avvicinandosi a lei e abbracciandola “Oh Eiliant…mi sei mancata…come stai?”

“Bene madre…come potrei non trovarmi bene in un posto come questo…” rispose Eiliant sorridendo e scostandosi dalla dama per guardarla negli occhi “Tu piuttosto…mi sembri triste…”

“È a causa del viaggio…non preoccuparti…” mormorò Arwen accarezzandole il viso “…sei sempre più bella…”

“Non è vero…” bisbigliò tra sé la giovane abbassando lo sguardo, poi rialzò la testa e si rivolse ad Aragorn “Padre!” esclamò per cambiare discorso, si avvicinò a lui e lo abbracciò “Non essere in collera con me per poco fa!”

“Non lo sono Eiliant…” disse il ramingo sorridendole “…sono appena arrivato…ho tempo di trovare decine di motivi per essere in collera con te…”

La ragazza lo guardò perplessa ma poi sorrise a sua volta e guardò oltre le sue spalle

“Eldarion! Il mio caro fratello!” fece per abbracciarlo ma il giovane fece un passo indietro.

“Ferma dove sei!” disse il principe fissandola “L’ultima volta che ti sei avvicinata a me mi hai fatto cadere da cavallo!”

“Oh certo! Dimenticavo!” ribatté la ragazza allontanandosi di nuovo “Erano…tre passi di distanza giusto?” vide Eldarion annuire ma poi sorriderle dolcemente “Sei cresciuto ma non sei cambiato per niente…”

Infine voltò la testa e vide Legolas che, per tutto il tempo era rimasto in disparte…

“Quindi…se non vado errata tu sei…Legolas?” si mise davanti a lui osservandolo per un lungo momento “Non vorrei essere scortese ma…non ricordavo per niente il tuo viso”

“Come potevi?” ribatté sorridendo l’elfo “Avevi solo pochi mesi di vita quando ho lasciato Gondor…” le prese la mano e gliela baciò “…è come se ci incontrassimo per la prima volta…”

“Bene…allora…è un vero piacere conoscerti…Legolas di Bosco Atro…” disse Eiliant sorridendo e facendo un leggero inchino “…io sono Eiliant, loro figlia e sua sorella…” continuò indicando gli altri. Legolas si mise a ridere e lo stesso fecero Aragorn ed Arwen, Eldarion scosse la testa alzando gli occhi verso il soffitto

“Questo lo sa!” mormorò il giovane “A differenza tua, lui ha memoria di chi vede e di cosa fa”

“Ehi!” esclamò la ragazza avvicinandosi nuovamente a lui “Non iniziare a…” ma si fermò quando sentì un’altra voce…

“Padre! Madre! Siete arrivati!”

Tutti si voltarono e videro un’altra giovane dirigersi verso di loro…indossava un abito di velluto rosso, i lunghi capelli biondi erano intrecciati e le ricadevano sulla schiena, la pelle ambrata, le labbra sottili e gli occhi di un azzurro limpido. Si fermò e fece un inchino, sorridendo…

“Benvenuti a Rohan!”

“Tua sorella non ci nota nemmeno e tu sei perfino in ritardo…” disse Aragorn guardandola “…siete state abituate in questo modo?” ma poi le sorrise, inclinando la testa.

“Oh…beh, veramente Eiliant doveva provvedere a voi, il mio compito era di preparare le vostre stanze…”

Legolas notò che a quelle parole, Eiliant aveva aperto bocca per controbattere, ma poi aveva abbassato lo sguardo in silenzio.

“Va bene…per questa volta sei perdonata anche tu Eden…” disse Aragorn ma si accorse che la giovane non lo stava più guardando, il suo sguardo era rivolto verso Legolas…

“Legolas?” sussurrò Eden avvicinandosi a lui con un sorriso sulle labbra…l’elfo stava ancora osservando il comportamento dell’altra giovane ma quando sentì il proprio nome, guardò la ragazza sorridendo e annuì.

“In questi giorni, da quando Eomer ci ha detto che saresti venuto anche tu, lo abbiamo tempestato di domande…” iniziò fissandolo intensamente “…né io né mia sorella ti ricordavamo…così lui ci ha parlato di te, esaltando le tue doti e la tua bellezza ma…le sue descrizioni non reggono il confronto con la realtà…sei molto più di quello che ci ha raccontato…”

A quelle parole Aragorn spalancò gli occhi e lo stesso fece Arwen…si guardarono per un istante, indecisi se dire qualcosa ma fu Eldarion a parlare, facendo un passo verso la sorella e mettendosi a fianco di Legolas che era rimasto immobile con lo sguardo fisso sulla giovane davanti a lui…

“Ben ritrovata sorella…” disse il principe alzando la voce “…è passato molto tempo…forse non ti ricordi nemmeno di me…”

Eden posò lo sguardo su di lui senza però muoversi

“Certo…Eldarion…” sussurrò con un aria di indifferenza “…sei cresciuto…”

“Oh…io sto bene grazie…” rispose il giovane continuando a fissarla “…tu invece?” la guardò per un lungo momento…non aspettava una vera e propria risposta, voleva solo che la smettesse di fissare Legolas in quel modo…dal primo istante che Eden aveva posato lo sguardo sull’elfo si era innervosito…e aveva notato la stessa reazione in Aragorn…non aveva mai avuto un buon rapporto con lei, quando era ancora a Gondor e da quando l’aveva rivista, quelle emozioni che provava nei suoi confronti non erano per niente migliorate…

Per fortuna una voce squillante interruppe quel silenzio imbarazzante che si era creato.

“Re Eomer e Dama Lothíriel”

Aragorn lanciò un’occhiata a Legolas, che la ricambiò sorridendo, poi si avvicinò con Arwen al trono. Eldarion rimase qualche passo indietro insieme all’elfo mentre Eiliant ed Eden si spostarono di lato.

Eomer entrò nel salone e al suo braccio c’era una splendida dama sorridente, vestita di bianco, con lunghi capelli castani che le ricadevano lisci sulle spalle, gli occhi verdi però sembravano nascondere una profonda tristezza.

“Vi hanno già accolto con tutti gli onori che un re, una regina e due principi meritano spero…” disse Eomer fermandosi davanti a loro.

“Certo…” rispose Aragorn sorridendo “…mai accoglienza è stata più gradita…”

“Qualcosa mi dice che stai mentendo…” ribatté il re di Rohan sorridendo a sua volta “…ma non importa…”

Mentre i due re parlavano, Arwen fissò intensamente negli occhi la futura regina di Rohan…e vide i suoi pensieri, le sue emozioni e per un istante provò quasi pena per lei…non si trovava poi in una situazione molto diversa da quello che stava vivendo lei stessa…

Eldarion rimase a bocca aperta quando vide Eomer avvicinarsi…non credeva possibile che quell’uomo elegante e fiero nella sua tunica dorata, con i capelli legati dietro alla testa, fosse lo stesso che ogni giorno vedeva a Minas Tirith e con il quale parlava praticamente di tutto…sembrava che Eomer ed il re di Rohan fossero due persone diverse. Anche Legolas pensò a quello ma poi lo guardò negli occhi e vide lo stesso uomo che aveva imparato a conoscere…e capì che non era felice…solo quando Eomer guardò Arwen, l’elfo riuscì a percepire una scintilla in quello sguardo.

“Bene…andate a riposare dunque…oppure dirigetevi dove desiderate…” disse Eomer guardando i propri ospiti “…comportatevi come se foste a Gondor e come se questa fosse la vostra casa…i festeggiamenti non inizieranno prima di domani pomeriggio…”

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Passarono diverse ore durante le quali ognuno andò nella propria stanza per riposarsi e ripulirsi dal viaggio e per sistemare le proprie cose, non si sarebbero fermati a lungo ma ogni giorno ci sarebbero state cene e riunioni, oltre alle feste, quindi dovevano indossare abiti adatti ad ogni occasione.

Aragorn stava finendo di mettere i propri vestiti nell’armadio ed Arwen era seduta davanti allo specchio e si stava pettinando quando sentirono bussare alla porta.

“Arwen posso…” disse Eomer entrando nella stanza ma si fermò quando vide che anche il ramingo era presente “…oh Aragorn…perdonami…non credevo…”

“No…non preoccuparti…” rispose l’uomo sorridendo “…qui ho finito…vi lascio soli…”

“Ti ringrazio…” sussurrò il re di Rohan “…ah…Faramir ed Eowyn sono arrivati questa mattina…se desideri parlare con loro dovrebbero essere nel cortile…”

Aragorn annuì e uscì dalla stanza. Quando rimase sola col proprio compagno Arwen sussurrò

“Lei non vuole diventare regina…” vide riflesso nello specchio lo sguardo stupito di Eomer e continuò “…l’ho letto nei suoi occhi…lo sta facendo per il suo popolo, proprio come te…e spera di imparare ad amarti col tempo ma per lei, ora sei solo uno sconosciuto…”

Eomer sospirò e si avvicinò alla dama, le mise le mani sulle spalle e la guardò, riflessa nel grande specchio davanti a lei.

“Devo essere il primo uomo che si sente sollevato nel sentire che la sua futura sposa non lo ama e non vorrebbe sposarlo” mormorò accennando un sorriso.

“Dovresti parlare con lei” continuò Arwen “Si sente in colpa per essere venuta da te con quei pensieri nella mente…dille la verità…così affronterete entrambi il vostro futuro con serenità…” alzò una mano e l’appoggiò delicatamente su quella dell’uomo “…e lei potrà continuare ad amare quella persona che c’è nel suo cuore…”

“Anche Lothíriel quindi è legata a qualcuno?” disse Eomer con un misto di sorpresa e di gioia nella voce.

“Forse…” rispose sorridendo Arwen “…ma questo te lo rivelerà lei se lo vorrà…”

“Ma…non puoi dirmi questo e poi lasciarmi senza spiegazioni!” si lamentò l’uomo.

“Sei troppo curioso re di Rohan…” ribatté Arwen voltandosi verso di lui e alzando la testa per guardarlo negli occhi “…non hai niente di meglio da fare che svelare i segreti degli altri?”

“Forse…” bisbigliò sorridendo Eomer accarezzandole il viso “…vuoi suggerirmi qualcosa tu, mia regina?”

“Chiudi a chiave la porta…” rispose la dama fissandolo “…ora che i nostri cuori sono più leggeri possiamo concederci qualche momento…” e lentamente fece scivolare le mani sotto la tunica dell’uomo.

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Eldarion bussò alla porta davanti a sé e quando udì una risposta entrò lentamente guardandosi attorno…

“Oh…ma non è giusto!” si lamentò “Perché qui è tutto più bello e più grande? Sono anche io un principe!”

“Forse essere un Elfo oltre che un principe qui a Rohan conta di più” rispose sorridendo Legolas finendo di allacciarsi la tunica azzurra che aveva indossato.

Eldarion lo fissò aggrottando le sopracciglia, poi si sedette sul letto, incrociando le gambe davanti a sé.

“Non inventare scuse…non è giusto”

Legolas lo guardò un istante, poi si sedette a sua volta, dalla parte opposta del letto, appoggiando la schiena alla testiera e allungando le gambe fino quasi a sfiorare il giovane…

“Cosa fai qui?” gli chiese dolcemente quando notò che il principe teneva lo sguardo basso, mentre teneva tra le mani un lembo della tunica blu che indossava “Non preferisci restare con le tue sorelle? È da molto che non le vedi…”

“Stai scherzando spero?” rispose a bassa voce Eldarion “Io non le sopporto e loro non sopportano me…o meglio…con Eiliant a volte mi sono anche divertito ma con Eden…faticavo perfino a considerarla mia sorella e adesso che so la verità…mi chiedo comunque come faccia ad essere figlia di Eomer e mia madre…”

“Ogni persona ha qualche qualità positiva Eldarion…” mormorò Legolas “…devi solo essere in grado di vederla…”

“Oh per quello che riguarda Eden si nota a prima vista la sua qualità positiva…per il resto…” si fermò un istante “…no…non ne ha…è bugiarda, arrogante, presuntuosa…” alzò lo sguardo sull’elfo e vide la sua espressione perplessa ma al tempo stesso divertita così abbassò la testa e bisbigliò “…e poi non mi piace come ti guarda…”

Legolas rise quando udì quella frase

“E come mi guarda?”

“Non fingere di non essertene accorto!” ribatté Eldarion “Ti guarda come…come se ti volesse…e non deve…non può…tu ami mio padre e solo lui può guardarti in quel modo…”

L’elfo inclinò la testa, sorridendo dolcemente a quelle parole…gli sembrava così strano sentirle uscire dalle sue labbra…ma da un lato ne era felice…felice di sapere che Eldarion aveva accettato la realtà e non ne stava soffrendo…

“Ancora una volta il sangue degli Elfi ha avuto la meglio…” sussurrò “…hai percepito le sue emozioni…” poi abbassò lo sguardo sorridendo “…per fortuna non sei in grado di leggere nel pensiero…se avessi visto cosa c’era negli occhi di tua sorella ti saresti messo davanti a me per proteggermi…”

“Cosa?” esclamò Eldarion fissandolo sbalordito, poi però si corresse “Cioè…non voglio sapere cosa…posso immaginarlo ma…tu sai…tu puoi leggere i pensieri?”

“Sì…credevo lo sapessi…” rispose l’elfo “…se voglio farlo e l’altra persona non me lo impedisce…oppure anche se non lo desidero ma l’altro vuole che io lo faccia…”

“Mio padre mi aveva accennato qualcosa ma…non avevo mai immaginato che anche tu potessi farlo…” si bloccò improvvisamente con lo sguardo fisso davanti a sé “…quindi…in tutto questo tempo tu hai sempre visto i miei pensieri…hai visto ogni cosa…”

“No…no Eldarion…” disse Legolas scuotendo la testa “…quando eri bambino lo facevo per capire cosa volevi ed era divertente quando tuo padre non sapeva come comportarsi e invece arrivavo io e tutto si sistemava…ma da quando sono tornato…non l’ho mai fatto…” vide gli occhi del giovane fissi su di sé e accennò un dolce sorriso “…a volte vedevo le tue emozioni sì, ma non mi sono mai spinto oltre…non se tu non lo desideravi…”

“Perché?” gli chiese Eldarion fissandolo intensamente.

“Perché avevo paura…” sussurrò l’elfo “…paura di vedere i tuoi veri sentimenti…paura di vedere la realtà…”

“Ti spaventa quello che provo per te?”

“No Eldarion…” rispose Legolas mettendosi seduto e appoggiando una mano su quelle del giovane…aspettò che il principe alzasse lo sguardo su di lui e quando incrociò i suoi occhi continuò “…ma non voglio vederti soffrire…”

Eldarion rimase per un momento in silenzio poi gli sorrise

“Facciamo una prova…io penso a qualcosa e tu indovini…”

Legolas aprì la bocca per ribattere ma poi sorrise e fissò intensamente il giovane davanti a sé…e dopo un istante disse

“Va bene…andiamo…” e si alzò da letto, avvicinandosi alla porta…vide Eldarion alzarsi lentamente e avvicinarsi a lui con cautela “…se vuoi visitare il palazzo dobbiamo uscire di qui…”  

“L’hai fatto veramente!” esclamò il giovane con un sorriso sulle labbra.

 

Camminarono lungo il corridoio con passo veloce e appena svoltarono l’angolo, Legolas si bloccò di scatto…Eldarion invece andò a sbattere contro qualcuno che arrivava dalla parte opposta…

“Oh…” esclamò sorpreso il giovane.

“Oh…” gli fece eco la ragazza facendo un passo indietro.

“Perdonatemi signora…” disse il principe abbassando la testa “…non vi avevo vista…” ma poi alzò lo sguardo su di lei e rimase per un istante a bocca aperta…era molto bella…aveva dei lunghi capelli mossi color dell’oro sciolti sulle spalle, una veste bianca con un corpetto di un blu intenso proprio come i suoi occhi.

“No…voi perdonatemi…” sussurrò la dama alzando a sua volta lo sguardo su di lui “…non badavo a dove mi dirigevo…è la prima volta che vengo in questo posto e credo di essermi persa…desideravo uscire all’aria aperta ma non sono in grado di trovare la via giusta…”

Eldarion aprì la bocca per parlare ma si ritrovò improvvisamente senza parole quando incrociò i suoi occhi.

“Dovete proseguire lungo questo corridoio e poi svoltare a destra…” disse Legolas accennando un sorriso “…scendete le scale e vi ritroverete nel cortile…”

“Vi ringrazio…” rispose la dama “…se non vi avessi incontrato avevi continuato a vagare per ore…” guardò incuriosita Legolas e poi sorrise “…voi…voi siete un Elfo se la vista non m’inganna? Siete dunque il principe Legolas di Bosco Atro…i miei genitori mi hanno parlato spesso delle avventure che avete vissuto insieme…”

“Non vi sbagliate mia signora…” disse l’elfo sorridendole.

“Il mio nome è Faerwyn e…” lo fissò ancora per un lungo momento poi sorrise abbassando lo sguardo imbarazzata “…perdonatemi ma…non avevo mai visto un Elfo prima d’ora e le storie che raccontano sul vostro popolo non vi rendono giustizia…la vostra luce è così forte da far invidia alla luna…”

“Purtroppo il mio popolo ha lasciato queste sponde…” mormorò Legolas “…e quella luce di cui parlate sta ormai svanendo nella Terra di Mezzo…siamo rimasti in pochi e ancor meno hanno deciso di passare la propria vita qui…”

“Questo mi rattrista…desidererei tornare indietro per poter vedere gli anni passati…”

“Il passato è colmo di angoscia, sia per il mio e sia per il vostro popolo…” sussurrò l’elfo dolcemente “…siate felice di vivere in un tempo di pace e armonia…”

Faerwyn sorrise annuendo poi la sua attenzione tornò sull’altro giovane che nel frattempo non aveva mai smesso di guardarla.

“E voi?”

“Io…io non sono un Elfo mia signora…” mormorò Eldarion debolmente.

“Sì…lo vedo…” disse ridendo allegramente la ragazza “…anche se…per quanto riguarda il vostro aspetto non avete nulla da invidiare a quel popolo…”

Legolas sorrise quando vide l’espressione incredula del principe.

“Lui è Eldarion, figlio di re Elassar di Gondor e della regina Arwen Stella del Vespro” esclamò, alzando leggermente la voce per sottolineare le proprie parole.

Faerwyn aprì per un istante la bocca stupita mentre il suo sguardo restava fisso sul giovane davanti a lei.

“Eldarion…” ripeté sorridendo “…il figlio di Aragorn…”

Il principe guardò nervosamente prima la dama e poi Legolas…avrebbe voluto correre lontano per nascondersi…e soprattutto per ricominciare a respirare perché da quando aveva posato gli occhi sulla splendida fanciulla non c’era più riuscito…

“Bene…è stato un onore conoscervi…principe Eldarion…” continuò Faerwyn sorridendogli poi guardò l’elfo “…e anche voi, principe Legolas…ora scusatemi…cercherò di raggiungere quel cortile…” fissò per un lungo momento il giovane poi fece un inchino e si allontanò lungo il corridoio.

Legolas fece qualche passo ma si accorse che Eldarion non era più al suo fianco così si voltò e vide che era ancora immobile e stava respirando profondamente.

“Ti senti bene?” gli sussurrò avvicinandosi nuovamente a lui con un sorriso sulle labbra.

“No…no per niente…” rispose scuotendo la testa “…chi è quella stupenda creatura e da dove viene?”

“Dall’Ithilien…credevo l’avessi riconosciuta…” disse l’elfo “…è la figlia di Faramir ed Eowyn…beh, nemmeno io l’avevo mai incontrata ma l’ho capito dalle sue parole e anche dal suo aspetto…assomiglia a sua madre e se ha preso da lei anche il carattere, oltre all’avvenenza, è molto forte, coraggiosa e testarda…”

Eldarion annuì e si incamminò lungo il corridoio…Legolas lo guardò e capì che i suoi pensieri erano rivolti altrove.

~

Scese la sera e Legolas decise di passare qualche ora all’aperto…Rohan non era come Gondor, lo ricordava bene, non era circondato da alberi ma da immense pianure, colline e montagne…e, nonostante fosse un paesaggio splendido, non si sentiva a suo agio come tra i boschi che aveva imparato ad amare. Uscì nel cortile e si guardò attorno…ad un tratto vide una dama seduta alla fine di una rampa di scale e sorrise.

“Eiliant…” sussurrò avvicinandosi a lei “…cosa fai tutta sola qui fuori?”

“Oh…Legolas…” bisbigliò stupita lei alzandosi di scatto in piedi “…non…non sono sola…o meglio, lo sono ma sto aspettando…una persona…” poi lo fissò “…ti ha mandato mio padre per controllarmi?”

“No…no di certo” rispose ridendo l’elfo “perché avrebbe dovuto?”

“Niente…così…” disse sorridendo Eiliant, poi abbassò la voce “…almeno non sei con mia sorella…” vide lo sguardo incuriosito di Legolas e continuò “…io…so che non dovrei dirlo ma…da quando ti ha visto nel salone non ha fatto altro che parlare di te…sta lontano da lei ti prego…”

“Perché dici così?”

“Perché…tu non la conosci…riesce sempre ad ottenere ciò che desidera e chi desidera…nessuno le ha mai negato niente…tutti sono intimoriti e ammaliati dalla sua bellezza e dalla sua audacia…”

Legolas la guardò negli occhi intensamente e sorrise

“Va bene…seguirò il tuo consiglio…” sussurrò “…ma il mio cuore appartiene a qualcuno ed anche se tentasse, non riuscirebbe in ogni caso a sedurmi…”

“Aspetta a dirlo…” bisbigliò tra sé la dama.

“Se è dall’avvenenza che devo preoccuparmi…non dovrei nemmeno restare qui accanto a te…” disse l’elfo ma notò che Eiliant abbassò subito lo sguardo così gli mise una mano sotto il mento, rialzandole delicatamente la testa “Perché lo fai? Ogni volta che qualcuno ti fa un complimento tu lo neghi…”

“Perché è Eden quella bella…” mormorò la giovane guardandolo “…è lei quella luminosa come il sole…”

“E tu lo sei altrettanto…” la interruppe Legolas fissandola “…la bellezza che hai nel cuore si riflette sul tuo viso…non dubitarne Eiliant…e non temere per lui, se il destino vi ha uniti, nessuno potrà dividervi…”

Eiliant spalancò gli occhi incredula

“E tu come sai…” ma le sue parole vennero interrotte quando qualcuno si diresse verso di loro velocemente.

“Legolas! Legolas!” gridò Eldarion fermandosi di colpo vicino a lui “Per fortuna ti ho trovato…” poi vide anche la sorella che si stava alzando in piedi “Oh…Eiliant, ci sei anche tu?”

“Sì ma ho capito che dovrò andarmene…” mormorò la dama sorridendo “…sei molto elegante fratello…” guardò un’ultima volta l’elfo poi si allontanò.

“Cosa c’è Eldarion?” gli chiese Legolas osservandolo attentamente “È successo qualcosa?”

“Sì…Faerwyn mi ha chiesto di passeggiare con lei nei giardini ed io ho accettato ma…” si fermò un istante guardandosi “…non so cosa indossare…credi che questa vada bene? O forse dovrei mettere quella nera? O quella verde?”

“Eldarion!” lo interruppe l’elfo alzando la voce divertito “Calmati! È solo un abito…”

“Sì ma…voglio che sia quello adatto…voglio…”

“Vuoi che si senta attratta da te?” gli chiese sorridendo Legolas e vide il giovane abbassare lo sguardo imbarazzato “In quel caso ogni abito sarebbe adatto…non farebbe differenza…”

“Perché dici così? Ti ha detto qualcosa? Hai letto i suoi pensieri?”

Legolas rise, scuotendo la testa e si incamminò nel cortile.

“Avanti dimmelo ti prego! Dimmi cos’hai visto nei suoi occhi!”

“Eldarion…basta…”

“Almeno dimmi come ti sembro!” disse il giovane mettendosi davanti a lui e appoggiando una mano sul suo petto “Ti prego”

“Vuoi sapere se ti trovo attraente?” mormorò l’elfo e vide Eldarion annuire lentamente. Lo osservò attentamente e non poté fare altro che pensare a quanto fosse bello…i capelli castani leggermente ondulati che gli sfioravano le spalle e quella tunica argentata, chiusa sul petto da un nastro incrociato, che faceva risplendere i suoi occhi chiari come due stelle sulla superficie di un lago illuminata dalla luna…gli accarezzò una guancia, spostandogli dietro all’orecchio una ciocca di capelli e annuì “Sì Eldarion…molto…”

“Grazie” sussurrò il giovane sorridendo prima di allontanarsi velocemente.   

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Aragorn era appoggiato vicino alla finestra, da quella stanza si vedevano le immense distese di Rohan e la sua memoria tornò indietro negli anni a quando, con Legolas e Gimli, stavano seguendo le orme degli orchetti che avevano rapito Merry e Pipino…si chiedeva se sarebbe riuscito ancora a correre miglia e miglia senza fermarsi a riposare, spinto solo dalla speranza di salvare i propri amici…abbassò lo sguardo con un sorriso amaro sulle labbra…sapeva qual’era la risposta…come sapeva che invece Legolas l’avrebbe fatto e sentì una stretta al cuore…a volte si spaventava dei propri pensieri quando provava quell’invidia nei confronti del compagno…Legolas era sempre forte e vitale come un tempo mentre invece sentiva dentro di sé la vita scorrere via, come la pioggia dalle foglie di un albero dopo un temporale…possibile che desiderasse che anche Legolas fosse mortale? Scosse la testa come per scacciare quei pensieri ma non ci riuscì…molte volte l’aveva desiderato…avrebbe voluto condividere con lui tutto quanto, anche il passare del tempo…ma per Legolas il tempo non passava…quando gli diceva, sempre più spesso, che si sentiva stanco, l’elfo lo guardava con quei suoi occhi profondi come se non comprendesse il significato di quelle parole e questo gli faceva male…soffriva nel sapere che un giorno sarebbe arrivato il momento di dirgli addio per sempre e lui l’avrebbe guardato ancora in quel modo…incapace di dare un senso alla morte…come ogni creatura immortale destinata a vivere per l’eternità.

Sentì la porta aprirsi e richiudersi così si voltò lentamente e si trovò davanti Legolas con un’espressione preoccupata sul viso…e solo in quell’istante si accorse che due lacrime erano scivolate sulle sue guance…

“Perché piangi amore mio?” sussurrò l’elfo avvicinandosi a lui, gli accarezzò il volto, asciugando con il pollice le lacrime ma altre scesero nuovamente.

“Mi sono lasciato trasportare dai ricordi, tutto qui…” rispose Aragorn guardandolo, alzò una mano e con l’indice gli sfiorò le labbra dolcemente e vide i suoi occhi socchiudersi per un istante…fece scivolare la mano dietro al suo collo e si strinse a lui, appoggiando la fronte sulla sua spalla…immediatamente sentì sulla schiena le sue mani…

“Non riuscirei a vivere gli anni che mi restano senza di te…” mormorò il ramingo respirando profondamente.

“Non dovrai farlo Estel” rispose Legolas accarezzandolo.

“Ho avuto paura…mi sono sentito morire quando Eldarion mi ha detto quello che prova per te…” continuò l’uomo “…ho temuto che scegliessi lui al mio posto…la sua giovinezza…la sua voglia di vivere…”

“Come hai potuto dubitare di me?” lo interruppe l’elfo, cercò di rialzargli la testa per guardarlo negli occhi ma Aragorn si rifiutò “Posso essere stato tentato da lui ma quello che mi lega a te è più forte di ogni tentazione”

“Sai cosa mi spaventa di più?” sussurrò Aragorn contro il suo collo “Mi spaventa il fatto che io l’avrei accettato…avrei accettato di vederti con lui perché saresti stato felice più a lungo che con me…”

“Estel! Come puoi…”

“Ed è successo anche con Lanthir…” continuò il ramingo senza badare a lui “…avevo una paura tremenda quando sei stato a Bosco Atro per così tanto…temevo che potessi accorgerti che stavi sbagliando con me…ma anche in quel caso l’avrei accettato perché con Lanthir avresti potuto passare il resto dell’eternità…”

Legolas strinse le labbra e mise le mani sulle braccia del compagno allontanandolo con forza da sé e finalmente incrociò i suoi occhi…

“Come puoi crederlo?” gli sussurrò fissandolo “Come puoi anche solo pensarlo? Il mio cuore morirebbe lontano dal tuo…io morirei lontano da te…come potrei essere felice con qualcun altro?”

Aragorn chiuse gli occhi e le lacrime gli bagnarono di nuovo le guance, li riaprì quando sentì sul viso la mano del compagno…così fece lo stesso, accarezzandogli la guancia e avvicinando il viso al suo…

“Io non potrò restarti accanto per sempre…” gli sussurrò sulle labbra “…passeranno anni, ma per te saranno veloci come un battito d’ali di farfalla…ed allora io dovrò lasciarti…il mio tempo finirà…” vide che il compagno aveva chiuso gli occhi “…me ne andrò Legolas…”

L’elfo rimase in silenzio, nella stanza risuonavano solo i loro respiri, ma poi riaprì gli occhi e fissò quelli pieni di lacrime dell’uomo…

“Ed io verrò con te…”

Aragorn scosse la testa violentemente mentre il suo cuore batteva all’impazzata…non poteva farlo…non doveva…glielo aveva promesso quel giorno, quando si erano legati davanti ai Valar…non voleva che Legolas rinunciasse alla sua immortalità per lui…cercò di parlare ma le labbra dell’elfo si posarono teneramente sulle sue per impedirgli ogni parola…

“No Legolas…” bisbigliò quando l’elfo si allontanò leggermente per respirare “…sai qual è il destino degli Uomini una volta lasciata questa Terra…”

“Shh…” mormorò l’elfo posandogli due dita sulle labbra “…io ti amo Estel…come puoi desiderare che passi l’eternità nella sofferenza senza di te? Se anche tu mi ami non puoi chiedermi di passare il resto della mia vita nel dolore…”

“È proprio perché ti amo Legolas…non voglio che rinunci a vivere…” lo interruppe Aragorn allontanando il volto dalla sua mano “…hai il dono della vita…vivi!”

“Non c’è vita nell’oscurità e nel dolore…” ribatté l’elfo appoggiando la fronte a quella del compagno “…quando mi lascerai…la mia luce e il mio amore se ne andranno con te…” lo baciò nuovamente questa volta con più passione “…non posso vivere senza la mia anima…”

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“Eomer!” esclamò stupita Arwen, rialzandosi di scatto dal letto quando sentì il compagno entrare di colpo nella stanza “Ma cosa…” le parole però le furono rubate quando l’uomo la strinse con forza a sé, baciandola appassionatamente…

“Avevi ragione…” disse Eomer sorridendo e continuando di tanto in tanto a darle dei veloci baci sulle labbra “…in tutto…Lothíriel ama un altro uomo…oh Arwen dovevi vedere la sua espressione quando le ho raccontato la verità, sembrava essere tornata in vita…come qualcuno uscito da una prigione in cui credeva di passare il resto del suo tempo…”

La dama gli sorrise a sua volta, fermandogli il viso con le mani per riuscire a parlare senza essere continuamente interrotta sai suoi baci…

“Siete entrambi pronti ad affrontare quello che vi aspetta?” sussurrò “Non sarà facile…”

“Me ne rendo conto…” rispose il re di Rohan prendendola tra le braccia e rialzandola da terra “…ma affrontare il futuro con serenità è già un grande aiuto…” la adagiò sul letto e si sedette accanto a lei, accarezzandole il viso “…e poi…ora so che nessuno potrà mai allontanarmi da te…” vide che Arwen chiuse improvvisamente gli occhi così le baciò la fronte “…sempre che tu voglia restare ancora con me…”

“Io resterò per sempre con te Eomer…” ribatté la dama aprendo di nuovo gli occhi “…la mia vita è accanto a te o in nessun altro luogo…”

L’uomo rimase per un istante a riflettere su quelle parole ma Arwen lo tirò verso di sé, facendogli perdere ogni contatto con la realtà.

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La stanza era ormai illuminata solo dalla debole luce di alcune candele e alcune di esse stavano ormai per esaurirsi ma ai due compagni sembrava non importare…non avevano bisogno di niente quando stavano insieme…anche l’aria stessa sembrava superflua perché respiravano l’uno nell’altro in quell’abbraccio di amore e di passione…il leggero lenzuolo dorato scivolava sempre più in basso, sulla schiena dell’uomo, ad ogni singolo movimento mentre nel silenzio echeggiavano debolmente i loro sospiri di piacere. Aragorn era disteso sopra a Legolas, con una mano lo teneva stretto a sé mentre l’altra era unita a quella dell’elfo…lentamente si spingeva dentro di lui, a volte dolcemente e a volte con più intensità ma senza mai allontanare gli occhi da quelli blu del compagno…sentiva sul viso il suo respiro veloce mentre quelle labbra perfette si muovevano per lasciare uscire i gemiti troppo forti da trattenere…

Legolas girò la testa lateralmente per guardare la propria mano e quella del ramingo unite sul cuscino…le dita intrecciate…aveva sempre adorato quel gesto e anche Aragorn lo sapeva…sentì un brivido in tutto il corpo, non sapeva se era stato per quella visione o per il movimento dell’uomo, ma fu così forte che quasi perse il controllo di se stesso…la voce del compagno però lo riportò indietro…

“Guardami…” sussurrò “…guarda me…continua a guardarmi…”

L’elfo ubbidì, cercando di trattenersi, aiutato anche dal ramingo che diminuì l’intensità dei movimenti…forse per la prima volta desiderava che quel momento non arrivasse anche se stava mettendo a dura prova il proprio corpo…voleva restare sospeso ai confini di quell’estasi che solo Aragorn era in grado di dargli…quando si concedeva a lui non era lussuria…era amore allo stato fisico, puro, forte, intenso e dolce come quello che sentiva per lui…e a volte temeva il tempo in cui questa parte del loro rapporto sarebbe potuta venire a mancare…

“Vorrei continuare così per tutta la notte…” sospirò Aragorn sorridendogli “…e se mi fosse possibile anche per giorni…”

“…anch’io…” rispose l’elfo dolcemente, muovendo la mano sulla sua schiena.

“…ma…non ci riesco…” mormorò il ramingo, ridendo debolmente “…tu mi fai perdere la ragione troppo in fretta…”

“…oh è mia la colpa quindi…” ribatté sorridendo Legolas “…ammetti piuttosto che siete voi Uomini e la vostra scarsa resistenza a…ah…” strinse le labbra, chiudendo gli occhi per controllarsi, quando Aragorn si spinse con forza dentro di lui.

“…noi Uomini cosa?” gli sussurrò sulle labbra, ascoltando divertito i gemiti che l’elfo tentava di trattenere “…non sfidarmi in questo Elfo…se ti sfiorassi in un certo punto perderesti all’istante ogni controllo…”

Legolas spalancò gli occhi quando Aragorn avvicinò le labbra al suo orecchio

“…no…non…” gemette e sentì solo il suo respiro caldo.

Il ramingo lo guardò di nuovo sorridendo

“Allora non mettermi alla prova quando…” l’elfo però gli impedì di continuare a parlare coprendogli la bocca con la mano…

“Shhh…” bisbigliò e nel silenzio si sentì una porta chiudersi e alcuni passi nella stanza adiacente.

“Eldarion è tornato…” continuò Legolas “…ed è tornato solo…”

“Perché?” gli chiese Aragorn, allontanando il volto dalla sua mano “Chi altro doveva seguirlo nella sua stanza?”

“Lui è…uscito nei giardini con la figlia di Faramir ed Eowyn” rispose l’elfo velocemente.

“La figlia di…oh beh…” disse il ramingo sorridendo “…devo dire che mio figlio ha degli ottimi gusti…” però si fermò all’istante, abbassando lo sguardo “…anche se…questo lo sapevo già…”

A quelle parole Legolas lo fissò intensamente

“Forse anche lui ha trovato qualcuno da amare…” sussurrò “…e che lo ami tanto quanto io amo suo padre…” rialzò di più le gambe, incrociando le caviglie dietro alla schiena del compagno e non riuscì a trattenere un gemito quando sentì il corpo del ramingo completamente dentro di sé “…a…amami…”

“…oh Valar…” sospirò Aragorn, stringendo più forte la mano dell’elfo e muovendo l’altra sulla sua coscia “…adoro quando mi tieni così…” iniziò a spingersi nuovamente dentro di lui sempre più forte “…mi sembra di essere una parte di te…” e più forte “…è come se…i nostri corpi fossero una cosa sola…come i nostri cuori…” e più forte “…e…si fondessero in un'unica…” e ancora più forte “…anima…” le ultime parole si unirono a quelle di Legolas

“…ti amo Estel…”

…per poi perdersi nei sospiri al culmine della passione.