.|.  Destiny .|.

Capitolo 4

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Era ancora buio, anche se l'alba era quasi arrivata, quando Orli si alzò delicatamente lasciando il corpo di Viggo e strofinandosi gli occhi si rese conto di nuovo dov'erano e cosa stava succedendo. Aveva i brividi, e decise di rimettersi la camicia... si che il fuoco l'aveva scaldato, ma non era stato molto saggio stare a torso nudo tutta la notte. Probabilmente quello febbricitante allora era davvero lui... Mentre era in piedi a infilarsi la camicia, con un piede sparse gli ultimi tizzoni di legna rimasti dal fuoco della notte, per spegnerli, ma perse quasi l'equilibrio.
Chiuse gli occhi, cercando di riprendersi un minimo.

Fù in quel momento che Viggo si svegliò, alle sue spalle.
La sua mente era ancora confusa, la testa gli girava terribilmente facendogli lavorare poco il cervello... ricordava solo alcuni sprazzi della giornata prima, e non capiva bene dov'era... sentiva solo tanta ira, e un'odio che lo bruciava... e quando voltandosi vide la schiena di quel ragazzo, non ci vide più dalla rabbia. Non pensava a com'era possibile che fosse lì, non capiva dove si trovava, era come se si vedesse ancora sul ponte tra i cannoni e la morte, e tutto per causa di quel pirata... In un attimo, senza alcuna lucidità, gli saltò addosso, facendolo cadere per terra mentre i due corpi rotolavano nella sabbia "Maledetto bastardo!!!!"

Orli fù spiazzato per un momento, dalla sorpresa e comunque dalla sua improvvisa debolezza, e reagì solo dopo un pò, rendendosi conto che Viggo aveva cominciato a colpirlo, e cercando di respingere i pugni. "Ma che cazzo...!! stai... facendo!!!" Gli mise una mano sulla faccia con violenza e con una ginocchiata lo allontanò, urlandogli quelle parole. Ma Viggo era una furia, lo sguardo di una belva, e si lanciò di nuovo contro di lui, che, mentre di solito si sarebbe battuto e si sarebbe alzato sgusciando via con la sua consueta agilità, non riuscì quasi a muoversi mentre l'altro lo colpiva. Ma era furioso, con sè stesso che non riusciva a regire, e con quel maledetto ufficiale che dopo tutto quello che aveva fatto aveva ancora il coraggio di!!!! Ma i suoi pensieri furono interrotti dall'ennesimo pugno, mentre si divincolava dal peso dell'uomo che era ora a cavalcioni su di lui... era davvero fuori di sè dalla rabbia, e come sempre la sfogò con una delle sue battutine, mentre gli aveva fermato le mani e lo guardava fisso negli occhi con odio "Vigliacco che non sei altro, se mi desideravi tanto bastava che me lo chiedessi, no?!"
Viggo non ci vide davvero più, e con uno strattone si liberò i polsi continuando a colpirlo, senza dargli il tempo di poter reagire, e in men che non si dica, mentre cercava di sgusciare via, Orli si era sentito prendere per le spalle e lanciare a pancia sotto, con la faccia quasi nella sabbia, e sentiva le braccia tenute ferme per i polsi e premute con forza dietro la schiena, mentre l'altro urlava con rabbia dietro di lui.
:: Maledetto schifoso, aspetta che riesco a liberarmi... ::
Viggo si avvicinò al suo orecchio sbraitando cose senza senso, e ricevette una testata in pieno mento dopo aver sibilato con voce roca "Ti fotto fino a sfondarti, bastardo...", ma non mollava la presa. Con una mano gli teneva i polsi fermi, mentre con l'altra gli stava tirando giù violentemente i pantaloni, mentre Orli gli urlava ogni genere di insulto possibile e si divincolava. Ma Viggo continuò "Bastardo!! Tuo padre ha sparato ai miei uomini... avete fatto stragi per un mese, schifosi pirati!!!!! Ma la smetterai... ti faccio vedere io!!!" Urlava e si muoveva come un pazzo, senza nemmeno capire quello che stava facendo o dicendo... assolutamente non era in sè, si sentiva solo sospeso, avvolto dalla sua rabbia, ed il fuoco tutto intorno.
Ma non appena i pantaloni furono giù quello che vide fu come una doccia fredda che gli arrivò in pieno volto, e si fermò, immobile, guardando la scena come se quello che si stava muovendo fino a quel momento non fosse davvero lui... e tornò lucido. Le natiche del ragazzo erano marcate da segni rossi e lividi, e così le gambe poco sotto... probabilmente colpi di frusta e bruciature... quando quasi in trance allentò la presa dalle mani e gliele lasciò, ad Orli si spostò anche la camicia, rivelando gli stessi segni e lividi anche sulla schiena.

L'altro, sentendosi le braccia libere, si liberò con uno scatto violento e una spinta, facendo cadere in terra Viggo e alzandosi in piedi, e mentre si riallacciava i pantaloni urlava "Bastardo idiota!!! Quello non era mio padre!!!"
Ma si voltò subito, camminando velocemente. Non aveva intenzione di spiegare altro, nè chi era quell'uomo, nè cosa fosse successo, e nemmeno per quale strana ragione lui si trovasse su quell'isola in quel momento. Voleva solo mettere in chiaro quel punto perchè non permetteva a quell'uomo di poter anche solo pensare certe cose di suo padre. Di quello che pensava di lui, soprattutto ora, non gli importava minimanente. Si sistemò ancora i pantaloni, e poi la camicia, e poi con un gesto violento di entrambe le mani si spazzolò i lunghi capelli per togliere la sabbia, così come fece con la guancia sinistra, e poi sputò per terra.
Si sentiva il volto bruciare violentemente, e la testa un fuoco scoppiettante. Ma non era solo per lo stato febbricitante in cui era... lo sapeva bene.
Soprattutto odiava il fatto che Viggo si fosse fermato per quello che aveva visto. Per due motivi... primo, perchè odiava il non essere riuscito a fermarlo con le sue mani... maledetta febbre che si sentiva addosso, non permetteva a nessuno di trattarlo in quel modo, di farsi 'sottomettere'... e secondo, perchè non aveva bisogno della compassione di nessuno. Ne aveva passate altre, non era la prima nè sarebbe stata l'ultima. Non l'aveva piegato nemmeno quello, per cui non c'era bisogno di provare pietà o cazzate simili.
:: Dannato ufficiale idiota, maledetto me e quando cazzo ho deciso di lanciarmi in mare, avrei dovuto farcelo annegare:. Ed era furioso con sè stesso anche per quella notte passata a curarlo e tenergli caldo... E per come aveva reagito il suo corpo mentre aveva sentito l'uomo a cavalcioni su di sè, quelle mani sulle sue braccia, sulle sue anche, mentre i pantaloni... :: Maledetto corpo traditore, scommetto che ti sarebbe piaciuto se mi avesse preso! :: ... aveva abbassato le sue difese, per qualcun'altro, quando invece doveva solo pensare a sè stesso... perchè nessun'altro ci avrebbe pensato. Come gli era venuto in mente di sentire certe cose quella notte. Lui non aveva bisogno di quelle debolezze. Per quel bastardo...

Viggo era rimasto fermo guardando il vuoto, mentre si rendeva conto che per la seconda volta dopo anni e anni aveva di nuovo perso il controllo, comportandosi come un'animale... che cosa diavolo era diventato... Non solo si era infuriato e non era in sè quando aveva cercato di colpire quel ragazzo, no, aveva anche cercato di... un violento rossore gli prese la guance. Stava davvero per... non riusciva nemmeno a dirlo, e non poteva ammettere che stava provando qualcosa ricordando quel corpo sotto di sè... Ma comunque stava per fare una cosa terribile, qualcosa che lui in tutta la sua vita non aveva mai nemmeno immaginato... La sua furia lo stava portando a non avere più rispetto per nessuno!! E i suoi pantaloni stretti, incredibilmente più stretti del solito, gli mostravano che rispetto ne avevano ancora meno!!! Non era da lui comportarsi in questo modo, non poteva essere stato lui a fare quelle cose... Un gesto che non si sarebbe mai nemmeno sognato, mai in tutta la vita, che era completamente fuori dal suo essere. Un conto era perdere il controllo, un conto era... No, non poteva pensarci. Non era lui. Era come se avesse visto la scena da fuori, come se fosse qualcun'altro a muoversi.
Ma quel pirata...
Cominciò a fare lucidità nei suoi pensieri... 'quello non era mio padre', aveva detto. Come un flash-back si ricordò dell'uomo che stava per sparare a lui e Sean, quando Orli era intervenuto, la prima volta che lo aveva visto... voltandosi e guardando la schiena del pirata che si allontanava cominciò a ricostruire gli avvenimenti. Quella schiena che tormentava i suoi sogni, quella schiena che aveva visto fuggire nell'acqua quando aveva deciso di lasciarsi andare... cioè di lasciarlo andare. Guardando poi come il ragazzo si scompigliava i capelli per togliere la sabbia, non ci fu nemmeno bisogno di domandarsi perchè lui fosse libero dalle corde, nè perchè il ragazzo fosse lì, nè perchè quella notte non avesse sentito il freddo... ma si alzò di scatto come se avesse chiaro tutto, guardando la fascia che aveva al braccio, pensando poi alle ferite che aveva visto sul corpo dell'altro, e lo rincorse con gli occhi sgranati, prendendolo per un braccio. Ma Orli si voltò liberandosi dalla presa e spingendolo via
"Che cazzo vuoi ancora?"
"Scusami, ascolta non ero in me..."
Ma Orli lo bloccò parlando duro "Non ho bisogno delle tue scuse."
"Ma te le devo, mi hai aiutato e io non mi rendevo conto di quello che stavo facendo poco fa..." parlava guardando la fascia sul suo braccio, poi per terra, poi di nuovo Orli.
Orli si avvicinò duro e minaccioso, gli occhi due fessure di rabbia, lo sguardo talmente carico d'odio, quello sguardo che Viggo credeva di aver visto solo una volta, quando aveva impedito che uccidessero lui e Sean. Gli parlò in faccia, regolando la voce, a denti stretti
"Ascolta bene amico. Non ho bisogno delle tue scuse e non ho bisogno della tua compassione, siamo intesi?! DIMENTICA quello che hai visto. E se ti ho aiutato stanotte è solo perchè mi sarebbero girate le palle a stare solo in quest'isola, se ce ne vogliamo andare dobbiamo essere in due. Adesso muovi il culo se ti interessa sapere come possiamo sopravvivere qui."
A Viggo andò di nuovo il sangue al cervello, daccordo che stava per fare una grossa cazzata e avrebbe dovuto chiedere scusa e incassare in silenzio, ma era già difficile abbassare la testa e farlo, se l'altro non accettava le scuse e ancora gli si rivolgeva in questo modo poi!!
Con un colpo della testa mise a posto i capelli che gli stavano cadendo sul volto, e con le mani sulle anche e il suo solito sguardo carico d'odio urlò
"Benissimo!! Ritiro le scuse allora!! Non sei altro che uno stupido bambino che non accetta di perdere!! Perchè non vai da tuo padre a piangere?!!"
Si morsicò la lingua quando lo sguardo dell'altro venne attraversato da un breve flash di dolore, nascosto immediatamente dalla sicurezza e dalla sfrontatezza che lo caratterizzava sempre, mentre rispondeva con un sorriso ironico che a Viggo sembrò però più amaro del solito.
"Proprio mio padre mi ricorda che non si può sempre vincere, amico. E fidati che l'ho imparato bene, e in un modo che non potrò dimenticare" Sibilò con rabbia "Vedi di impararlo anche tu, ufficiale. O forse TU hai paura di non essere perfetto?"
Touchè... fu tutto quello che pensò Viggo. Ma stavolta restò in silenzio, e non solo perchè Orli aveva ragione... non solo perchè quel ragazzo senza sapere nulla di lui gli aveva buttato in faccia il suo punto debole, quella voglia di essere perfetto per nascondere la sua insicurezza, il bisogno di avere tutto sotto controllo per non perderlo mai... ma soprattutto perchè aveva capito quanto nascondesse Orli. Aveva sbagliato a pensare certe cose di lui, e probabilmente adesso il giovane aveva bisogno d'aiuto e non voleva ammetterlo... c'era qualcosa di pesante che lo faceva soffire, e voleva sapere cosa gli era successo, e cos'erano quei segni, dov'era suo padre... e come mai fosse anche lui sull'isola. Non lo conosceva affatto, in fondo quello era stato il loro primo vero 'discorso' dopo quegli incontri di frasi e sguardi, e già avrebbero dovuto odiarsi... Ma era come se lo conoscesse da sempre, come se fosse parte di sè, nonostante l'avesse negato fino a quel momento. Ma sarebbe stato difficile raggiungerlo, specialmente dopo quello che aveva combinato quella mattina... e anche dopo quella stupida frase fatta, la peggiore che potesse venirgli in mente. Ma in fondo su quell'isola erano soltanto loro due, forse c'era la possibilità di riuscire a parlarsi, una volta per tutte. Ci avrebbe provato.
Alla fine anche il sole era uscito a picchiare sulle loro teste, mentre camminavano in silenzio uno dietro l'altro, affondando i piedi nella sabbia.

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Quella sorta di palafitta era proprio lì dove Orli si ricordava, poco distante dal mare, tra le palme. In un attimo si era arrampicato lanciando all'altro la scaletta, sempre senza guardarlo in faccia. La tensione si poteva tagliare col coltello... Viggo preferiva mille volte il tipo di tensione che avevano prima, quella danza di sguardi e insicurezza era comunque meglio di questo silenzio stagnante... e soprattutto gli mancavano le battute, seppur irritanti, del giovane pirata. Ma in fondo se l'era cercata, per cui era lui che doveva tirarsi fuori da quella situazione, così provo a parlare
"Come sapevi di... questa?"
Il silenzio fu l'unica risposta per un momento, prima che Orli si decidesse a parlare, mentre apriva la porta di legno "Sono stato qui molto tempo fa, per fare degli accordi con della gente che la usa per quando è di passaggio. Aspetteremo che tornino."
Entrando Orli si diresse subito verso la cassa che stava nell'angolo, mentre Viggo dava un'occhiata intorno. Era ovviamente vuota, a parte la cassa, la pelliccia di un qualche animale buttata in mezzo alla stanza, qualche coccio di vetro sparso qui e là.
Orli nella confusione aveva trovato solo qualche coltello, altre cose inutili e delle vecchie borracce. Prese le borracce, un coltello e una specie di sacca mezza bucata guardandola sarcasticamente e mentre ritornava verso la porta parlò a Viggo "Aspetta qui o fatti un giro sulla spiaggia, ma non fare nulla di stupido, e non allontanarti. Io vado a prendere dell'acqua, so dov'è. E visto che immagino che il nostro ufficiale non saprebbe trovare del cibo, cercherò qualcosa."
Non gli diede il tempo di rispondere che era già saltato giù.

Orli camminava verso la sorgente, cercando di ricordare la strada. Nel frattempo aveva raccolto qualche bacca schifosa - meglio di nulla, pensò - qualche frutto e qualche noce di cocco.
Non si sentiva ancora bene però... due o tre volte dovette fermarsi per riprendere il passo: sentiva la testa girare, sudava freddo e la camicia sbottonata continuava ad appiccicarglisi sulla pelle... Ma continuava a camminare, non era nulla in fondo aveva sentito di peggio... e poi non poteva che andare lui, mica poteva mandarci l'ufficiale, pensò quasi con disprezzo.
Per raggiungere la sorgente doveva arrampicarsi sopra a delle rocce, e anche se con un pò di fatica ci era riuscito e stava cercando di scendere con le borracce piene. D'improvviso però un giramento di testa improvviso più forte degli altri gli fece mancare per un'attimo la vista, e senza quasi accorgersi posizionò male il piede e prendendo una storta si ritrovò con la schiena per terra, un dolore lancinante all'osso del collo.... ma senza nemmeno urlare, dopo essersi ripreso per un attimo dalla botta, strinse i denti e con gli occhi chiusi cercò di rialzarsi, accorgendosi di non riuscire a farlo. Dannazione non poteva essersi rotto qualcosa, avrebbe sentito molto più dolore! Ma se chiudeva gli occhi si sentiva come risucchiato da un vortice, per cui decise di darsi un'attimo prima di riprendere.
:: Ok... nessun problema... adesso ti riprendi un attimo Orli e poi riparti... nessun problema affatto, non mi sono rotto nulla e anche se fosse posso camminare anche con una gamba sola!!! Cazzo!!::

Era però passato troppo tempo e Orli non si faceva vivo... Viggo cominciava a preoccuparsi, anche se si sentiva stupido... il ragazzo sapeva bene quello che faceva, non che fosse uno qualunque che andava a riempire le borraccine al ruscello... E allora perchè non tornava ancora? Ok che gli aveva detto di non muoversi e di non fare nulla di stupido, ma mica poteva starsene lì con le mani in mano!! In fondo Orli aveva detto che questa sorgente era vicina, per cui non sarebbe stato difficile trovarla. In effetti era quasi arrivato quando vide Orli disteso per terra e prese a correre per raggiungerlo.
Ma l'altro non sembrava così felice di vederlo quando Viggo si avvicinò
"Ey, ma non ti avevo detto di non allontanarti?!?"
Viggo si avvicinò per tirarlo su, ma l'altro spinse via le mani "Ce la facevo da solo!! Non mi sono rotto niente!! Avevo solo bisogno, uhm, di un momento!"
Viggo, dopo aver arrotolato i pantaloni fin sopra al ginocchio destro di Orli, ed essersi accertato che il ragazzo non avesse nulla di grave, vedendo come ancora il giovane volesse fare il duro cercò di nascondere quel sorrisino che stava per marcare le sue labbra...
"Ok, ce la facevi anche da solo, ma se c'è qualcuno che ormai ha fatto qualcosa di stupido perchè non approffittare della sua spalla?"
Orli non disse nulla, e si fece aiutare ad alzarsi in piedi, guardando con la coda dell'occhio l'ufficiale con quell'espressione quasi divertita sul volto, poi zoppicando un poco prese a camminare fino a che sbottò "Beh?! Vedi qualcosa che ti diverte?"
Viggo rispose cercando di stare serio, ma senza riuscirci "Uno zoppo che suda freddo e ripete 'sto bene, sono un pirata tutto d'un pezzo io'" Gli fece il verso e poi ci mancò poco che scoppiasse a ridere.
"Ehy, io *sono* un pirata tutto d'un pezzo!!!" Ma dicendo questo l'espressione di Orli si era ammorbidita un pò, e le sue labbra avevano preso quella strana piega che assomigliava quasi ad un sorriso. Si appoggiò alla spalla di Viggo mentre camminavano, e fingendo non chalance borbottò "Va bene, ti userò come bastone della mia vecchiaia... anche se qui quello vecchio sei tu..." L'altro non rispose alla provocazione, e sorrise mentre lo aiutava a camminare, prendendo una delle borracce e sorseggiando un pò d'acqua, passandola poi anche ad Orli.

La giornata era trascorsa senza ulteriori intoppi, avevano mangiato qualcosa, Viggo aveva controllato la gamba di Orli per essere sicuri che fosse davvero tutto a posto - e per fortuna si trattava solo di una slogatura - ed Orli aveva dormito quasi tutto il pomeriggio, steso sulla pelliccia che stava sul pavimento, e si era appena svegliato, aprendo gli occhi e trovando già quasi buio.
"Ey ufficiale, perchè non mi hai svegliato prima?" Si alzò seduto e si accorse che stava già perfettamente, la testa era a posto e si sentiva rinvigorito confronto alla mancanza di forze che il suo corpo aveva sofferto prima. Aveva solo avuto bisogno di un pò di riposo, il suo fisico in fondo aveva sempre reagito bene a tutto. Inoltre aveva quasi dimenticato il piccolo incidente del mattino... anzi, adesso a pensare a Viggo quasi gli veniva da ridere, e sorrise. Chissà se l'uomo non avrebbe preferito affogare che rimanere intrappolato su un'isola con un pirata, un pirata da cui doveva anche farsi perdonare... Sghignazzò per un secondo, prima di vedere arrivare Viggo e tornare alla sua espressione neutra, facendo finta di nulla. Viggo entrò chiudendo la porta e si sedette dietro ad Orli, tirando su il colletto della sua camicia, spostandosi i capelli dagli occhi, mentre appoggiava la schiena contro il muro di legno e alzava una gamba per appoggiarci mollemente il braccio e poi il mento. Orli tornò a stendersi in modo da poterlo guardare, il volto di Viggo quasi proprio sopra di sè, i capelli sparsi un pò sulla pelliccia e un pò sul pavimento di legno, la camicia aperta come sempre, i pantaloni un pò sbottonati... allargò le braccia lasciandosi andare nella posizione più comoda possibile.
Si guardarono giusto per un'attimo, un'altro dei loro particolari momenti... ma questa volta era strano... non erano occhi sconosciuti, non era la curiosità... Il tempo si era fermato come sempre, ma non era come le altre volte... Ognuno dei due conosceva tutto e niente dell'altro, ognuno dei due aveva adesso la scelta di stare in silenzio e continuare quel gioco di sguardi, oppure spezzare il ghiaccio e dire qualcosa. Ma nessuno pareva avere intenzione di aprire bocca. Solo che questa volta era tutto molto più imbarazzante... continuare a tenere gli occhi fissi adesso era qualcosa di molto più... vulnerabile. Erano lì, vicini, soli tra quattro pareti di legno e sperduti in mezzo all'oceano, dopo tutto quello che avevano pensato l'uno dell'altro... e quel silenzio cominciava a diventare sempre più fastidioso... anche se nessuno dei due ancora aveva spostato lo sguardo.
Viggo decise di prendere la sua chance, del resto si era ripromesso di parlare con Orli, e ancora si sentiva quasi in dovere di dirgli qualcosa di sè, dopo il suo comportamento... e non aveva dimenticato tutto quello che il ragazzo non gli aveva detto, per cui se per caso si fosse aperto lui per primo, magari anche l'altro avrebbe preso il suo esempio. E non appena le prime parole uscirono dalle sue labbra, si sentì come se per tutta la sua vita non avesse aspettato altro che parlare a quel ragazzo, sì proprio ad Orli. Anzi come se non avesse fatto altro per tutta la vita.
"Sai perchè odio tanto i pirati, ragazzo?"
"Perchè siamo belli, forti, e fottiamo sempre gli ufficiali?" Sorrise.
"Avanti, sentiamo..." riprese guardandolo seriamente.
In fondo gli piaceva sentire quella voce calda e profonda, roca... e gli piaceva questa intimità che si stava creando, mentre dentro e fuori c'era solo il silenzio della sera.
"Era il 22 luglio di quasi 20 anni fa... dei pirati hanno distrutto la città, bruciato tutto. Io avevo quasi 18 anni... mio padre voleva che io portassi via Sean... lui aveva solo 10 anni... Io volevo invece restare lì ed aiutarlo, sapevo già usare la spada e sparare... Volevo difendere la casa, assieme agli altri uomini... Ma mio padre mi urlò di prendere Sean e correre a nascondermi, e alla fine intuii che non c'era altro modo per proteggere mio fratello... lui continuava a piangere... Io volevo battermi, capisci? Ma sono scappato con Sean in braccio..."
Una pausa, aveva chiuso gli occhi. Orli sapeva dove tutto questo sarebbe finito... si alzò lentamente, mettendosi a sedere davanti a Viggo, che stava con la testa bassa e i capelli davanti al volto, ma che quando riaprì gli occhi trovò il suo sguardo che gli diede il coraggio di continuare.
"Quando i pirati se ne sono andati, tutto era distrutto... le case bruciate, la gente piangeva per le strade... Morti ovunque... Ho lasciato Sean da una persona che conoscevo, e sono corso sulla collina per trovare... Non ho mai trovato il corpo di mia madre, non so cosa sia successo. Ma ho visto mio padre che... gli avevano... lascia stare. Dopodichè io e Sean siamo stati cresciuti da alcuni amici dei miei, che comunque devo dire non ci hanno fatto mancare nulla... In ogni modo nemmeno un mese dopo ero nella marina. Ho giurato a me stesso che fino a quando fossi stato vivo, nemmeno uno di loro..." abbassò gli occhi "...nemmeno uno di voi sarebbe stato vivo quanto me."
Ci fu silenzio per un attimo. Poi Orli parlò, sottovoce "Mi dispiace..." Quelle parole alle sue orecchie suonarono totalmente ridicole... Si era sentito il ghiaccio nelle vene, sia per quella rivelazione, che per le ultime parole che l'avevano colpito sulla testa una per una 'uno di voi'. Ma cos'altro poteva dirgli? 'Amico io non sono quel tipo di pirata?' Aveva già cercato di parlargli di quella cosa che lui chiamava onore, e credeva di averlo dimostrato abbastanza... ma poteva biasimarlo, adesso? Poteva convincerlo del contrario in quel momento? Oppure, magari poteva dirgli 'ormai è passata', e dargli una pacca sulla spalla? Sapeva bene cosa l'altro provava, e non poteva certo biasimarlo per tutto l'odio che aveva provato in quegli anni. Lui stesso odiava quel tipo di persone, non erano pirati erano assassini... E sapeva che non erano solo lui e suo padre a pensarla in quel modo... ma gli faceva veramente schifo pensare che la metà di *loro* era davvero così.
Viggo fece un mezzo sorriso, cercando di superare il momento in cui aveva risentito il cuore stringersi ricordando quegli avvenimenti... E sussurrò "Lo so... che ti dispiace... ci credo."
Orli ricambiò il sorriso. Subito quasi senza pensare abbassò lo sguardo prima di ritirare su la testa e ricercare il contatto di sguardi con Viggo, e cominciò a parlare di sè. Non l'aveva mai fatto con nessuno, ma sentiva che tutto era così naturale... Quell'uomo quasi gli leggeva dentro... e in quel momento non voleva scappare. Del resto che male poteva fare raccontare a qualcuno il suo passato... e non qualcuno, ma *quell'ufficiale*...
"Mia madre invece è morta quando avevo sette anni. Sapevo che mio padre doveva avere qualcosa che lo teneva lontano da casa... anzi, mio padre non era mai stato in casa, da quando ero nato, da quel sapevo. Ma mandava sempre qualcosa per mantenerci. Lo so, perchè mia madre non ne ha mai parlato male o altro. Per cui ho aspettato solo un paio d'anni, e poi ho lasciato quel maledetto istituto dove volevano farmi seguire le loro regole... sfruttamento, ecco cos'era... una prigione, se non una tomba, specie per quelli più deboli... ma io debole non lo ero, e nessuno poteva darmi regole. Quindi mi sono fatto le mie. Così ho preso il largo, al massimo con un paio di costole rotte, e ho cominciato a vivere per strada. Ma non potevo restare lì per molto, mi avrebbero ripreso e ricacciato da dove ero scappato... Non sapevo come mettermi in contatto con mio padre, così appena ne ho avuto la possibilità e qualche anno in più, sono andato a cercarlo. Stavo quasi per farmi ammazzare a tortuga, quando finalmente l'ho trovato, e ho saputo che i bastardi si tenevano tutto quello che lui continuava a spedirmi. Così sono salito a bordo con mio padre..."
Viggo sgranò gli occhi. Il ragazzo era rimasto solo a sette anni ed era cresciuto solo contro tutti, prima contro la gente nell'istituto, poi contro la strada... era ancora poco più di un bambino e doveva essere già un pazzo se si era messo a cercare suo padre addirittura a Tortuga! Era sorpreso, ma doveva ammetterlo, anche affascinato, da come Orli stava cominciando a sorridere pensando a quello che stava dicendo e quello che stava per dire, il primo vero sorriso che vide su quel volto, o almeno così gli sembrò. E ascoltò ancora.
"Mi ha detto che dovevo proprio essere suo figlio se ero riuscito a sopravvivere in quel modo... Gli ho risposto che nessuno poteva ingabbiarmi, che volevo la mia libertà, che volevo andare con lui. Ma che mi sarei guadagnato il posto come un membro della sua ciurma... E non lo stavo pregando, non l'avrei mai fatto..." rise guardandolo negli occhi per un momento "Prier est lache, comprendi? Mi ha detto quella frase in francese, come a darmi ragione, a rafforzare le mie parole..." Proseguì tornando a guardare il vuoto, come se vedesse davanti agli occhi quel momento. I capelli davanti al volto, quello sguardo quasi scintillante, pieno di passione, di libertà, di vita "Credo di averlo stupito... E mi sentivo orgoglioso di essere suo figlio. Mi ha detto che se davvero era quello che volevo, se volevo davvero essere un pirata..." Si voltò scuotendo un poco la testa per spostare i capelli dal viso, poi ancora parlò, con la voce forse ancora più bassa e affascinante "beh, ricordo che si è tolto la fascia e me l'ha messa tra le mani... e già stringendomi quella tra i capelli mi sono sentito un tutt'uno col mare, che mi dava finalmente quella libertà che mi era mancata da sempre... Mi sentivo finalmente non solo libero, ma libero di essere forte. Per quello ti ho giurato che sarei morto piuttosto che farmi catturare. Il resto fa parte della storia della Evil Destiny..."
Viggo era davanti a lui con la bocca aperta... se aveva creduto che la sua vita fosse stata difficile, adesso gli era sembrata quasi una passeggiata. Ma tutto di quel discorso lo aveva ammaliato... la voce con cui il giovane lo raccontava, lo sguardo intenso, la storia in sè... e il modo in cui Orli era diventato quello che era. Si svegliò di colpo dai suoi pensieri e si voltò guardando la fascia attorno al suo braccio e guardando poi Orli fece per togliersela "Oh mi spiace, prendila non sapevo che..." Ma Orli lo fermò e gli posò una mano sulla sua fermandolo "No, no, tienila... l'ho messa per la ferita no? Poi me la rendi quando sei a posto ok?" Entrambi sentirono un brivido a quel contatto, qualcosa che quasi li fece tremare... quella sensazione che avevano sentito nella testa, nel cuore, nello stomaco e nel sangue, ogni volta che si era incontrati e si erano fermati occhi negli occhi per dei secondi che sembravano eterni, adesso era amplificata e moltiplicata per mille... Orli sciolse subito la situazione spostando la mano e con sicurezza e un occhiolino aggiunse "semai mi dovrai un favore, eh ufficiale?"
"Viggo..." l'altro sorridendo rispose.
"Cosa?"
"Lo conosci il mio nome... Viggo, non 'ufficiale'."
Orli si mise a ridere, e tornando a sdraiarsi per terra rispose "Sisi ok, comunque sia..."
Guardandolo dalla sua posizione riprese a parlare
"E dimmi un pò, Viggo" scandì quella parola quasi a farlo apposta, ma sentì mentre usciva dalle sue labbra che aveva un suono così... perfetto. Rise fra sè e sè, era davvero una cosa stupida.
"Come mai mi hai lasciato scappare quella notte?"
"Beh, avevi salvato me e Sean, e poi..."
Orli lo fermò subito "nah-ah amico, non eri in debito con me... Mi hai lasciato poi andare quella volta, o no?" Sorrise maliziosamente "Ok diciamo che mi *era dovuto* visto che vi avevo salvato il culo e che stavi per spezzare un'accordo... Ma nella tua testa sono convinto che a quel punto per te eravamo pari... Non sbaglio, mmmh?"
Viggo guardò altrove, poi proseguì "E tu perchè non mi hai ucciso, nel vicolo?"
"Ey amico, non si risponde con una domanda ad una domanda! E poi che domande sono? Devo offendermi ancora una volta per la scarsa considerazione che hai del mio onore?" Finse di essere serio, ma si leggeva nei suoi occhi quell'espressione a metà tra il divertito e il curioso.
Viggo non rispose. In fondo non lo sapeva nemmeno lui... Ci fu un momento di silenzio, in cui nessuno parlò. Ma c'era ancora quell'atmosfera intima e calda attorno a loro, e Viggo decise di tentare di andare più a fondo... non voleva chiedere direttamente di suo padre, nè spingersi troppo oltre chiedendo di quei segni che aveva visto... Ma qualcosa... "Senti Orli... Che è successo alla Evil Destiny...?"
L'altro si irrigidì, fece per alzarsi nervosamente, e Viggo quasi si maledisse per aver rovinato il momento... forse era troppo presto... Orli rispose solo "Ammutinamento no?"
Viggo annuì con la testa, decidendo che era meglio non chiedere altro, per il momento.
Ma Orli si era già alzato, andando verso la porta, mentre diceva "Controllo sia tutto a posto qui fuori... hai tirato su la scaletta?"
Orli uscì nel freddo della notte, pensando a suo padre... avrebbe voluto solo sapere se stava meglio, e sperava che magari nemmeno sapesse che Criss... Scosse la testa, e tirando sù la scaletta si sedette con le gambe penzoloni. Alzando gli occhi al cielo prese a contare le stelle, come i pazzi... almeno si sarebbe distratto da quel pensiero, e anche dal pensiero di... Viggo. Era strano, si era aperto con quell'uomo, poco fa, e aveva sentito l'altro fare altrettanto. Era la prima volta, forse nemmeno con suo padre aveva mai parlato così. Con suo padre era lui quello che ascoltava, che aiutava. Aveva sempre pensato solo a sè stesso, e parlato solo con sè stesso. Ma con Viggo era stato tutto talmente naturale... Ma no, non fino a quel punto. Non se la sentiva di parlare di quello, non poteva essere così vulnerabile e parlare di quello che lo preoccupava in quel momento, o di quello che aveva passato, non voleva pietà, non voleva aiuto. Un conto era aprirsi e raccontare il suo passato, un conto era aprirsi adesso e dirgli... No, lui in fondo era sempre lo stesso, non aveva ancora bisogno di nessuno, giusto? Sospirò, ma proseguì quello che stava facendo anche quando sentì i passi dietro di lui fermarsi dalla porta.
Viggo si era fermato appoggiato allo stipite di legno, con le mani nelle tasche dei pantaloni bianchi, ed aveva tirato indietro la testa, alzando gli occhi, come incuriosito da quello che Orli stava guardando.
Restarono così, e ancora altro silenzio li accompagnò.