.|.  Destiny .|.

Capitolo 2

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Erano passati ormai alcuni mesi da quell'imprevisto in mare, avevano cercato di rintracciare la nave pirata per lungo e per largo, ma senza risultato alcuno... in ogni centimetro di mare, in ogni porto, dovunque. Viggo era andato coi suoi uomini in incognito persino nei vicoli maleodoranti di Tortuga, pur di scoprire qualcosa di rilevante per sapere dove la nave attraccava, o dove potevano nascondersi i suoi uomini, soprattutto *lui*. Si, ma certo, l'importante era il carico, visto che quel giorno stavano trasportando alcuni importanti gioielli che parevano essere molto preziosi per il governatore... però se ritrovando il carico avessero ritrovato anche i Bloom, il mare sarebbe stato finalmente sicuro e lui avrebbe fatto il suo dovere fino in fondo. Avrebbe avuto la sua rivincita... ma l'ultima frase non voleva ammetterla a sè stesso. Come non voleva ammettere, pensando di non capire, la natura di quei sogni che ormai lo tormentavano ogni notte. Sognava sempre quella schiena, con i capelli sparsi e semi-nascosti dalla fascia nera, sentiva ancora e ancora quella voce, si sentiva notte dopo notte sussurrare all'orecchio... sognava quell'odore particolare, sognava a volte anche solo uno sguardo fuggiasco che non apparteneva a nessun volto... E alcune volte, con solo dietro il mare, sognava che quella persona si voltasse verso di lui.... ma quando stava per mostrargli il viso, Viggo si svegliava improvvisamente sudato e ansimante nel suo letto, come dopo un'incubo. Anche quella mattina era stato così, ed era ancora sdraiato mentre stringeva le lenzuola, quasi appiccicate al suo petto sudato, che saliva e scendeva velocemente, cercando di ritrovare il suo ritmo. Lentamente si alzò per spalancare la finestra del terrazzo, e fare entrare la luce del mattino... e restò fermo a scrutare il mare con il suo profumo strano e invitante, respirando a pieni polmoni.
Perchè faceva quegli strani sogni? Era così ossessionato dal carico e dall'idea di poter fare il suo dovere e tenere il mare sicuro? Si, sicuramente *doveva* essere quello.
Non avrebbe mai immaginato che a mille miglia da lì, nella Evil Destiny sperduta in mezzo al mare, qualcun'altro aveva delle notti ancor meno piacevoli... qualcun'altro che invece conosceva bene la natura della sua ossessione...

Orli si era per l'ennesima volta svegliato di colpo, nella sua cabina. Anche quella notte aveva sognato quel maledetto ufficiale, e si malediceva in tutte le lingue. Era sempre stato così, quando una cosa lo incuriosiva anche solo un minimo, lui, come un bambino, doveva avvicinarla, doveva conoscerla, doveva averla. E infatti non faceva altro che pensare e sognare quella divisa sulle sue spalle muscolose, quei capelli, e soprattutto quello sguardo di fuoco, pieno di passione, potere... Si sognava spesso di essere davanti a quell'uomo, in silenzio, quell'uomo di cui a volte vedeva solo la divisa, a volte solo lo sguardo d'odio posato su di lui... sognava il rumore del grilletto... Nel peggiore dei casi invece sognava addirittura di baciarlo, e di aprire gli occhi per prendere fiato da quel bacio passionale e di trovarsi con un bel paio di manette ai polsi! Catturato e pronto per la forca eh, vero caro il mio ufficiale? Si ripeteva dopo lo shock, appena sveglio.
Ma perchè, diamine, era diventato la sua ossessione? In fondo l'aveva visto soltanto una volta, cosa aveva potuto incuriosirlo così?? Tra l'altro era un ufficiale maledizione, e il bastardo aveva pure rotto un accordo, che quasi gli stava costando la libertà.
Per di più sapeva benissimo che tutta la marina era mobilitata per catturarli... non poteva certo essere una sua debolezza quella che li avrebbe fregati, nè ora nè mai.
Ufficiali, tzè!! Saltò giù dal suo letto, non c'era tempo di farsi cullare dal mare chiuso nella sua cabina, aveva un sacco di cose da fare. Camminando scalzo verso la sedia davanti alla sua scrivania infilò veloce i pantaloni, poi si infilò in un sol colpo la camicia, e senza sistemarsi i capelli con un gesto deciso e veloce delle mani la sua fascia era a posto, allacciata dietro alla testa come sempre.
Per ultima la pistola al sicuro, ed era pronto per raggiungere il ponte, il suo capitano e gli impegni del giorno.
"Orli" Suo padre lo stava salutando con un cenno della testa, e lui ricambiò nello stesso modo. "Capitano". Prese il suo posto al timone, come spesso succedeva. Ormai suo padre era vecchio, e si stava indebolendo, tanto che in pratica ormai i compiti più importanti e la maggior parte degli ordini erano tutti nelle sue mani. Non che ne fosse felicissimo, perchè era molto più comodo quando era qualcun'altro a fare tutto... ma lo faceva volentieri, alla fine non voleva che suo padre si affaticasse troppo, nonostante fosse comunque ancora un valoroso pirata.
E non erano troppo felici nemmeno alcune persone della sua ciurma, più vecchie di lui, che navigavano il mare da anni e anni, e si sentivano surclassate da un ragazzino soltanto perchè era il figlio del capitano. Criss per esempio era uno di questi... era stato il secondo di suo padre quando lui era ancora un'adolescente. Ma poi quando Orli era cresciuto aveva dato modo di dimostrare il suo valore e coraggio, che non poteva essere superato da nessuno, e aveva preso il suo posto a fianco del padre. Ma in molti altri invece lo riconoscevano eccome che lui ormai era la vera anima della Evil Destiny, nonostante avesse solo 26 anni.
"Orli, a che pensi? Non hai mai quella faccia quando sei davanti al timone!" Gli disse ridacchiando suo padre. "A nulla... dormo poco la notte, tutto qui..."
"Non starai mica pensando ancora a quegli ufficiali che ci cercano, vero?"
"Ma certo che no... non dobbiamo aver paura di nulla, no?!" sbottò.
Suo padre sorrise pensando che di sicuro il ragazzo nascondeva qualcosa... quella risposta non lo convinceva. "Orli, visto che quei marinai ti conoscono troppo bene, da quello che mi hai raccontato... non sarebbe meglio se in città per quella cosa mandassimo qualcun'altro?"
Si voltò sicuro "ma figurati papà!!! Ehm, capitano..." si corresse ridendo. Quando erano in mezzo agli altri uomini lui lo chiamava capitano, per rispetto e come un vero secondo avrebbe fatto... tanto perchè per farsi ubbidire da tutta la ciurma dovevano dimostrare che fosse un'uomo e un pirata di polso, non solo un ragazzino che aiutava suo padre.
Continuò "Non ci sono storie che tengono... l'ho fatto altre volte del resto! Vado in città, parlo coi nostri contatti, faccio gli scambi che devo fare e in un'attimo sono di nuovo a bordo e ce ne andiamo."
Ma il padre era un pò preoccupato. "Non è come le altre volte Orli... ci stanno cercando per tutti i sette mari, ti conoscono bene e sei il loro obbiettivo principale... questa volta il colpo era grosso lo sai, e sono passati solo alcuni mesi... non credi che..."
"No capitano, non voglio mancarti di rispetto ma ti ripeto che questo è compito mio, e ho deciso che sarà compito mio anche stavolta. Non c'è nulla di cui preoccuparsi. E per me la faccenda sarebbe chiusa, capitano."
Il padre sospirò, non c'era verso di prendersi a capocciate con quella testa dura... quando decideva una cosa era quella e non c'era ostacolo che avrebbe potuto fargli cambiare idea.

Giunta la sera era tutto pronto... ancorarono la nave poco distante, nascosta dietro agli scogli più alti, dietro alla costa, mentre Orli con la solita barca remava velocemente verso il porto. Come un fulmine era già saltato sopra al porticciolo di legno e camminando cauto e silenzioso come un predatore si stava avvicinando alla taverna, con l'aria fredda che gli sferzava il volto, e nella cintura la sua pistola, stavolta accompagnata dalla sua spada. Una camicia questa volta nera, per mimetizzarsi meglio con la notte, e il colletto alto tirato su, che gli copriva le guance e quindi una parte del viso.
Quando fù quasi arrivato dovette trattenere il respiro e acquattarsi velocemente dietro al primo angolo, schiacciato come meglio poteva contro il muro. Due marinai camminavano avanti e indietro lungo il vicolo, mentre altre due guardie laggiù in fondo stavano arrivando verso l'attracco... appena in tempo, sospirò tra i denti.
Forse suo padre aveva ragione, non c'erano mai stati così tanti controlli, specie in quella zona. Ma ormai era in ballo, doveva ballare, e specialmente doveva raggiungere la taverna al più presto. Con passi veloci ma silenziosi era finalmente entrato e adesso il rumore, il fumo, l'odore di rhum e alcool, e la confusione lo mimetizzavano perfettamente, facendodolo sentire meno scoperto che fuori nella notte. Indisturbato e con aria indifferente raggiunse la porta di servizio e si avvicinò all'uomo che aspettava, facendo gli scambi che doveva: soldi, gioelli, carte, passavano da una mano all'altra senza una parola, come sempre.
Dopo un'attimo era fuori, camminando lentamente tra la folla... non c'era tempo di scambiare due chiacchere con l'oste e farsi un bicchierino quella volta, doveva essere svelto e correre alla sua barca, anche se non sapeva bene come avrebbe fatto visto che quei maledetti erano vicino alla sua via di fuga. In quel momento sentì la porta sbattere. Doveva essere una cosa normale, era solo la porta della locanda alla fine, cosa mai... ma perchè l'aveva sentita rimbombare nella sua testa, mentre il rumore della taverna era rimasto solo in sottofondo?
Alzando gli occhi lo vide. Quell'ufficiale. Maledizione. Il primo istinto fu quello di nascondersi fra la folla e aspettare che si allontanasse dalla porta per fuggire. Ma le gambe non risposero, e si accorse che non poteva fare altro che fissarlo, come quasi fosse ipnotizzato, e seguirlo con lo sguardo... Osservava quella mano tesa stretta sul manico della pistola sulla sua cintura, lo sguardo inquisitore sul volto tra il fumo della taverna... le gambe avvolte nei pantaloni bianchi della sua divisa, che segnavano passi lenti e nervosi, dei quali lui sembrava sentire il rumore. O era invece... il suo cuore che aveva accelerato i battiti, agitato, rimbombando anch'esso nella sua testa? ...Tump...tump...tump...
Mentre una parte di lui gli diceva di distogliere lo sguardo e muoversi, l'altro se stesso non gli permetteva di pensare ad altro se non a quella 'visione'. Fù un attimo, e anche l'ufficiale alzò lo sguardo su di lui. L'aveva visto. E ancora lui non muoveva un muscolo, non si voltava, non abbassava lo sguardo, non fuggiva.

Viggo era entrato nervosamente in quella taverna. Non era la prima sera che cercava informazioni lì, ma quell'ambiente non gli piaceva affatto. Doveva comunque stare attento e stare pronto a tutto, tenendo bene d'occhio la sua pistola, perchè non era proprio un posticino sicuro, tanto meno per un ufficiale... visto anche tutti gli sguardi d'odio e i borbottii che suscitava ogni volta che faceva la sua entrata, anche se tutti comunque lo facevano passare, fino a farlo arrivare al bancone dove l'oste sembrava così gentile e smieloso da fare appiccicare le dita al bicchiere. Ma quella sera era più nervoso del solito, e non sapeva perchè ma sentiva quella sensazione d'ansia ingiustificata che lo faceva quasi respirare a fatica. E smise quasi di respirare del tutto, quando si sentì osservare e d'improvviso spostando lo sguardo tra una testa e l'altra vide quella fascia e quegli occhi che l'avevano tormentato a lungo... quello sguardo profondo contornato dalle righe nere attorno agli occhi che questa volta erano su un viso, un viso poco distante da lui, dall'altra parte del locale. Fu come se il sangue gli si fosse ghiacciato nelle vene, mentre, senza distogliere lo sguardo nemmeno per una frazione di secondo, camminava quasi in trance, lentamente, passo dopo passo, non tanto verso di lui ma in avanti, tra una persona e l'altra, senza quasi una meta, catturato da quello sguardo che non voleva lasciarlo. Ma... cosa stava facendo... era lui, era senza ombra di dubbio Orli Bloom, ed era lì a due passi... doveva avvicinarsi e prenderlo, e subito!!!

Orli deglutì ancora ipnotizzato, senza abbassare gli occhi, mentre l'altro si muoveva in avanti... tratteneva ancora il respiro, mentre la sua mente gli ripeteva 'scappa, devi fuggire, la porta è libera, metti le ali ai piedi e vattene di qui!' Ma non riusciva ad abbandonare quella sguardo e il suo corpo non rispondeva.
Quando però si rese conto che quell'uomo aveva accelerato il passo e si stava avvicinando si svegliò all'improvviso, come se gli avessero tirato una secchiata d'acqua gelata sulla faccia, e quello che seguì accadde tutto in un attimo. Lui che correva veloce e agile verso la porta spingendo la gente sulla sua strada, Viggo che puntava la pistola urlando "Fermo!!!!!!!!!", la gente che si agitava e urlava alzandosi in piedi, qualche sedia che cadeva, e la sua fuga all'aria aperta, mentre si era infilato nei vicoli della città.
Correva con le ali ai piedi, e sentiva i passi affrettati dell'uomo dietro di lui, e anche gli altri mobilitarsi da tutti i lati. Maledizione a lui e alla sua dannata ossessione!!! Se non si fosse fermato a guardarlo non si sarebbe trovato in questo grosso casino... Correva nel vicolo, fino a che non si accorse di avere un piccolo ostacolo... doveva saltare il muretto e poi nascondersi da qualche parte per trovare il modo di fare il giro e raggiungere di nuovo il porto, e velocemente... "Fermo ho detto!!!!" Di nuovo quel grilletto, che aveva sentito nei sogni, che aveva sentito quella volta dietro la sua schiena... Si voltò con un sorrisino sarcastico verso Viggo, sapeva senza dubbio che era lui.
"Uhuh vedo che sono proprio desiderato stasera..."
Non appena quelle parole uscirono dalla sua bocca Viggo sentì il solito brivido corrergli lungo la schiena, ma sospirando si sforzò di ignorarlo "Alza le mani, e sta fermo. Fermo ho detto!!"
Teneva la pistola con entrambe le mani "Ti ho detto di non muoverti, sparo!!!" mentre Orli con uno strano passo felino, lentamente, si avvicinava verso di lui "Avanti, spara? Mi sto solo avvicinando in fondo..." sussurrava.
Quando fu praticamente davanti alla bocca della pistola lo guardò negli occhi, sfidandolo, senza un briciolo di paura sul volto, gli occhi fermi e sottili come due fessure.
"Sans jeter un crie... ricordi? Prier est lache... dunque spara... Ti conviene amico, perchè vivo non mi faccio prendere."
(* =senza lanciare un grido... * =pregare è vile)
Viggo, come il giovane aveva previsto, esitò sentendo il petto dell'altro contro la sua pistola.
E fù quell'attimo di esitazione a fregarlo, perchè Orli con un colpo fortissimo gliela gettò a terra, e con un calcio lo spinse un poco più lontano. Viggo lo guardò con rabbia ma anche con un pizzico d'agitazione, dopo essersi ripreso dal colpo che aveva ricevuto sbattendo contro il muro vicino, e cadendo poi a terra. Orli si stava avvicinando, e Viggo sussultò quando la sua mano raggiunse la cintura dei pantaloni... Sicuramente stava per prendere la pistola, e il pirata non avrebbe esitato come aveva appena fatto lui, l'avrebbe ucciso a sangue freddo.
Ma non distolse lo sguardo, per non mostrare nessuna paura, mentre però il respiro si faceva pesante e il cuore accelereva improvvisamente i suoi battiti.
Ma fù sorpreso di vedere che l'altro aveva tirato fuori una spada e la stava rivolgendo verso di lui, senza puntarla però troppo vicino al suo corpo, e l'agitava calmo mentre parlava
"Allora amico, non ti pare più leale giocare senza le pistole? E cos'è quella faccia, credevi che ti avrei bucato la testa senza pensarci troppo? E' la seconda volta che insinui o pensi queste cose sul mio onore, sono leggermente offeso, sai?" Gli sorrise sarcastico.
Viggo non rispose. "Allora senti, io avrei una certa fretta, sai non vorrei farmi circondare da te e dai tuoi amici... quindi, o mi lasci saltare quel muretto e mi lasci in pace, o tiri fuori la spada e combatti... potrei tagliarti la gola in una frazione di secondo, lo sai questo? Ma non mi metto contro un'uomo disarmato, per cui vedi di muovere il culo..."
Viggo allora con uno scatto senza farselo ripetere due volte era in piedi, e aveva impugnato la sua spada estrandola dal fodero nella cintura, lanciandosi contro Orli, che però era prontissimo a ricevere il suo colpo. E le due spade si scontrarono, mentre il rumore metallico rimbombò nel vialetto, e per entrambi fù un brivido, come se fossero stati i loro corpi a scontrarsi. Il pensiero stavolta era comune, mentre le due spade erano ancora incrociate, e Orli faceva scivolare la sua arma contro quella di Viggo, sfiorando la lama con la sua, come un implicito invito, una sfida. E la danza cominciò immediatamente, un danza di passi, sguardi, movimenti, respiri, spade una sull'altra... un colpo dietro l'altro, incessantemente. E ancora quello strano pensiero inebriava le loro menti, mentre i due si domandavano perchè questa battaglia stava dando quelle sensazioni, quei brividi... erano così vicini, con quel ritmo quasi armonioso dei colpi metallici e dei loro respiri, che sembrava quasi un corpo a corpo, anzi sembrava quasi... sesso.
Orli lo provocò "sei così irruente anche a letto, ufficiale?!"
L'altro si infuriò ancora di più, e raddoppiò l'intensità dell'attacco, mentre Orli, seppur indietreggiando, sembrava avere pieno controllo di sè. Ancora un paio di colpi ed era quasi contro un muro, perdeva terreno. Ma in un attimo, con l'imprevedibilità che lo contraddistingueva aveva ribaltato la situazione, e saltando sulle casse vicino si era ritrovato poi alle spalle di Viggo, gettando la sua spada lontano con un calcio che gli aveva colpito il braccio, come prima aveva fatto con la sua pistola.
Picchiettando sulla spalla di Viggo con la sua spada lo fece voltare, e guardandolo negli occhi parlò sorridendo malizioso "Grazie per il divertimento amico... adesso però devo proprio *scappare*" E con un balzo felino saltando il muretto e correndo l'aveva lasciato in mezzo al vicolo... Viggo dopo essere rimasto a fissare la schiena del ragazzo che correva si era finalmente scosso e gli aveva urlato "Non è finita qui, Bloom!! Devi ancora raggiungere il porto!!!"
Ma Orli era già una scheggia che schizzava nei pertugi della città.

C'era quasi riuscito, era finalmente arrivato al porticciolo sfuggendo due o tre volte alle altre guardie, e adesso, abbandonando l'idea di andare via con l'imbarcazione con la quale era arrivato, Orli si era gettato in acqua, pronto, grazie ai favori del buio che rendeva il mare scurissimo, a nuotare fino alla sua Destiny. Ma doveva aspettare il momento opportuno, ed ora era nascosto contro il palo del porticciolo, con le mani strette attorno al legno umido, ogni minimo movimento bloccato dal rumore che avrebbe fatto l'acqua intorno a lui. I passi andavano e venivano, voci vicine e lontane, che lo cercavano, dappertutto. Ma quando sembravano ormai sempre più lontane, e si era convinto di muoversi velocemente prima di sentirle di nuovo vicino a lui, con una mano ancora attaccata al palo si ghiacciò fermo sul posto. Dei passi. Ma erano troppo vicini per pensare di tornare a nascondersi sotto al porticciolo, si sarebbe sentito lo scrosciare dell'acqua se si fosse mosso da quella posizione... doveva solo stare immobile e sperare che, chiunque fosse, decidesse di tornare indietro. Erano troppi lì intorno, c'era solo il mare aperto e nessuna via di fuga, nè angolo per nascondersi, e uno solo avrebbe richiamato tutti gli altri.
:: Va Via, avanti, non qui, non qui... non qui dannazione...:: era il mantra nella sua testa, mentre chiuse gli occhi... ma sentì che i passi si erano fermati proprio sopra di lui, e dalle sue labbra che stavano trattenendo il respiro uscì solo un "Merda!" sottovoce e impercettibile, quando aprendo gli occhi e alzando lo sguardo si era reso conto che il proprietario di quei maledetti passi era proprio Viggo.
Si stavano di nuovo guardando, fermi e immobili. Per un attimo gli era balzata in testa l'impressione che Viggo non lo avesse visto, perchè era fermo, non gli parlava, non urlava agli altri, non gli puntava nessuna pistola e non aveva fatto ancora nessuna mossa per prenderlo. Ma no, stava guardando proprio lui, e dritto negli occhi.
Orli questa volta non riusciva tanto a fare uno dei suoi sorrisini sarcastici, o una delle sue battute... era comunque sicuro di una cosa, come aveva promesso a quel Viggo prima, non si sarebbe lasciato spaventare, e no non si sarebbe fatto prendere vivo, *mai*. Un brivido lo scosse, e non era per il freddo del mare. Era fottuto...

Quello sguardo sembrava durare infinitamente, e ancora Viggo non si muoveva. Ma quando si decise ad aprire bocca per avvisare gli altri, mentre sollevava la pistola, si rese conto che la voce non gli usciva... Non sapeva cosa stesse guidando i suoi movimenti... Non era in debito con quel ragazzo, aveva salvato suo fratello ma lui l'aveva lasciato poi andare no? Per cui erano pari. No, non voleva pensare che quel Bloom avrebbe potuto ucciderlo, per ben due volte, pochi minuti prima, e non l'aveva fatto... Cosa importava, era comunque un pirata ok? :: Quindi avanti Viggo, avvisa gli altri e giustizia sia fatta...:: Doveva finire in prigione come si meritava... e poi lui avrebbe compiuto il suo dovere, suo pensiero fisso, e avrebbero aspettato che qualcuno venisse a cercare il giovane pirata... tutto sarebbe andato secondo i loro piani...
Si, era la cosa giusta da fare. Ma non riusciva a sopportare quello sguardo, in cui non c'era nessuna paura, e quella mano che tradiva invece i suoi pensieri: tesa e nervosa mentre stringeva il legno, con le dita strette convulsamente in quella presa agitata.
Senza capire perchè lo stava facendo, e soprattutto senza sapere cosa stesse facendo, rivolgendogli l'ultimo sguardo si voltò allontanandosi da lì, senza dire nulla, e mentre gli altri tornavano indietro urlò: "è andato da quella parte, quel vicolo laggiù!!". Mentre correva lontano disse fra sè e sè... "Per stavolta... per stavolta... Ma la prossima, Orli Bloom...!!!"
Orli rimase con gli occhi sgranati per un attimo, vedendoli correre lontano da lui, ma si riprese imediatamente mentre nuotava veloce verso la sua nave. Non capiva bene perchè, ma l'ufficiale l'aveva lasciato andare, dopo aver cercato in tutti i modi di catturarlo... Era incredibile, cosa gli era passato per la testa, com'era possibile?
Arrivato finalmente alla sua nave salì la scaletta, un pò appesantito dai vestiti bagnati, scrollando i capelli, mentre tutte le sue domande e i suoi dubbi venivano lentamente sostituiti da un pensiero... che uscì dalla sua bocca senza quasi se ne accorgesse, mentre passava la lingua tra le labbra, per asciugare le goccioline che gli scendevano dal volto e morivano lì, assaporando il mare salato...
"Non so perchè l'hai fatto, ma *so* che ci rincontreremo... Viggo...".