.|. Il Destino degli Elfi .|.

Capitolo 2

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Haldir si risvegliò. Cercò di alzarsi, ma un dolore lancinante al fianco lo trattenne.

Aveva vaghi ricordi di quello che era accaduto. Era con Meril a Lórien. I due stavano passeggiando tranquillamente. Haldir era molto nervoso. Aveva la Donna-Elfo che aveva sempre cercato, ma ora non aveva il coraggio di confidarle ciò che provava. Era sempre stato molto bravo a combattere, ma quando si trattava di una donna allora non riusciva più a ragionare.

Meril si fermò. Sentiva la sua indecisione e timore. Lo prese per un braccio e lo voltò verso di sé. Gli accarezzò i biondi capelli.

“Haldir, sembri strano oggi”.

“Sì, Meril… in effetti”.

Non riusciva a trovare le parole più adatte. Le accarezzò il volto e glielo prese fra le mani. Avvicinò il suo volto a quello della donna e la baciò. Sentì le labbra di Meril tremare leggermente a quel tocco, ma lentamente si lasciò andare. La Donna-Elfo mise le braccia attorno la vita di Haldir.

“Finalmente, Haldir, pensavo che non ne avresti avuto mai il coraggio”.

“Ma bene…. Guarda i due piccioncini innamorati. Haldir mi hai portato via il suo amore e la pagherai cara, molto cara”.

Quando Haldir si era voltato aveva visto Legolas che lo guardava con odio. Nei suoi occhi brillava una strana luce, una luce sinistra.

“Legolas che ti prende?”

Il principe fece un cenno col capo.

Haldir sentì un grido alle sue spalle. Si voltò e vide Meril tra i suoi fratelli che la trattenevano.

“Orophin… Rumil… fratelli miei per fortuna si…”.

Rumil rise di gusto. Prese la spada che teneva sul fianco e si avvicinò a Haldir che in quel momento stranamente non era armato. Rumil si fermò e prese il fratello per il polso.

“Non ti conviene fare nulla altrimenti Meril…”.

Il tono di Rumil era minaccioso. Fece notare a Haldir che loro fratello stava tenendo un coltello alla gola di Meril e se solo si fosse mosso la sua amata sarebbe morta. Rumil prese per i capelli il fratello che l’osservava con preoccupazione.  Rumil tirò a sé il volto e lo fissò dritto negli occhi.

“Sai fratellone non ho mai sopportato la tua arroganza e la tua presunzione… e poi come mi trattavi, dall’alto in basso… soprattutto da quando hai l’amore di Meril… lei adesso sarà del nostro Signore e Padrone e tu… mi pagherai tutto ciò che ci hai fatto passare a Orophin e me”.

Legolas guardava Rumil con soddisfazione. L’unica cosa che non riusciva a comprendere era come mai Haldir e Meril non erano in suo potere. Era una cosa che non accettava.

“Rumil… Ti prenderai la rivincita su Meril più tardi. Ora legalo e andiamo. Non abbiamo tempo da perdere”.

“Sì, mio Signore, come vuoi”.

Rumil eseguì a malincuore gli ordini di Legolas che si avvicinò a lui. Il nuovo Signore dell’Anello gli accarezzò i capelli, gli girò il volto e glielo accarezzò dolcemente.

“Vedrai che la tua vendetta sarà molto piacevole, Rumil”.

Rumil sorrise. Aveva perfettamente capito cosa voleva dire il suo Signore.

Legolas sfiorò le labbra dell’Elfo con un bacio.

“E ora andiamo. Voi due. Dovete trovarmi il Ramingo. Lo voglio vivo, anche lui dovrà soffrire prima di morire. Chi me lo porterà avrà una ricompensa”.

Sul volto di Legolas apparve un sorriso diabolico.

“Mio Signore, perdonami”.

Legolas si voltò. Celeborn lo stava fissando. Legolas gli fece cenno di avvicinarsi e l’Elfo si inchinò.

“No, Celeborn, alzati. Non voglio che tu t’inginocchi di fronte a me”. Celeborn alzò lo sguardo. “Sei il mio più fidato consigliere e il mio amante”, aggiunse sottovoce Legolas.

Celeborn si alzò.

“Tutto è pronto. Galadriel e Gandalf ti stanno aspettando”.

Celeborn si voltò verso Haldir. Gli fece molto piacere vedere il traditore nelle mani di Rumil. Si avvicinò a Meril.

“Celeborn, zio Celeborn”.

Meril era terrorizzata. La sua voce tramava. Non poteva pensare che Celeborn fosse caduto nel potere dell’Anello. Lo osservò. Gli voleva ancora molto bene, sperava solo che non gli avrebbe mai fatto del male.

“Mio Signore…”.

Legolas si avvicinò a Celeborn.

“Non ti preoccupare, la tratteremo come traditrice e se vedrai che qualcuno non la tratti come dico io avrai la possibilità di farle tutto ciò che vuoi”.

“Grazie mio Signore”.

Legolas si voltò e fece cenno ai suoi uomini di seguirlo. L’Elfo camminò in silenzio. Stava assaporando il suo potere, Haldir lo poteva vedere distintamente, ma poteva anche sentire la paura di Meril e lui in quel momento non poteva fare nulla. Avrebbe dovuto aspettare il momento più opportuno per cercare di salvare Meril e portarla ai Porti Grigi e lì farla imbarcare. Se poi gli fosse stato possibile l’avrebbe raggiunta.

Si fermarono solo dopo molte ore. Legolas fece accompagnare Meril in una tenda separata e fece cenno di lasciarlo da solo con Haldir e Celeborn. Legolas si avvicinò a Haldir.

“Prima o poi prenderemo il tuo amico Aragorn e anche lui pagherà per quello che mi ha fatto!”

“Aragorn ti ama”.

“Mi ama? Mi ha umiliato! Ecco cosa ha fatto! MI HA UMILIATO! MI HA PIAGATO AL SUO VOLERE! SI E’ APPORFFITATO DI ME! E… HA OSATO PORTARMI VIA AL MIO AMANTE!”

“No… non è vero… Aragorn ti ama… ti ha aiutato a ritrovare tua sorella, la tua pace interiore…”.

“ZITTO HALDIR!”

Legolas diede uno schiaffo all’Elfo che tenne a fatica l’equilibrio. Un rivolo di sangue scese dalle labbra di Haldir. Legolas sorrise. Avvicinò il volto a quello del Guardiano e lo baciò. Amava il sapore del sangue. Era così dolce e inebriante.

Haldir cercò di divincolarsi. Non aveva mai fatto nulla con un Elfo del suo stesso sesso e certamente se avesse voluto fare qualcosa non avrebbe mai scelto Legolas. Sentì le braccia del principe che lo prendevano saldamente per la vita. Una mano del principe lo teneva per la testa. La lingua di Legolas esplorava la sua bocca con avidità e passione.

“Hai un buon sapore, Haldir, mi piace molto”.

Haldir lo guardò senza dire nulla. Non voleva cedere alle provocazioni di Legolas.

“Lasciami andare, Legolas”.

“Penso tu abbia capito male, Haldir”, rispose Legolas succhiano il lobo dell’orecchio. “Qui tu non dai gli ordini qui, Haldir, sono io a darli. Tu non vali nulla, Guardiano, sei in mio potere… e ne sono felice”.

“Legolas per favore, lascia almeno andare tua sorella”.

“Mi stai pregando? Oh… non me lo sarei mai aspettato da te, Haldir. Tu lo spavaldo Guardiano di Lórien, pieno di sé. Hai sentito Celeborn?”

“Sì, mio Padrone, ho sentito e mi piace sentirlo pregare”.

Legolas sorrise. Celeborn aveva ragione.

“Lasciare mia sorella? No, mi spiace”.

“Cosa ti ha fatto?”

“COSA MI HA FATTO?”

“Sì… cosa ti ha fatto?”

“SI E’ INNAMORATA DI TE, NON AVREBBE MAI DOVUTO TRADIRMI!”

“Non ti ha tradito. Ti prego lasciala…. Sfogati su di me, ma lei… lei…”.

“Lei cosa?”

“Non farle del male”.

Legolas si voltò verso Celeborn che sorrise.

“Temo sia troppo tardi. La principessina è nelle mani dei tuoi adorati fratelli. Lo sai che anche loro ne erano innamorati? E tu gliel’ hai portata via. Sei stato molto crudele, Haldir, ma in fondo non ci si poteva aspettare altro da te. Hai sempre pensato a te stesso e mai agli altri”.

Haldir non rispose. Guardò la mano di Legolas. L’Unico brillava al dito dell’Elfo.

Legolas si accorse cosa stava fissando il Guardiano e alzò la mano.

“L’Unico… grazie a lui mi sento più forte quella forza che Aragorn lentamente mi ha levato, ma ora… ora mi sento forte, finalmente forte. Tu non capisci Haldir”.

Legolas accarezzò il volto dell’Elfo.

“No non capisco…. Non capisco come tu abbia potuto lasciarti influenzare dall’Unico. Come hai potuto, non capisco. Perché?”

“E perché tu non sei uno dei miei uomini e mi stai tradendo?”

Orophin entrò nella tenda. Guardò Haldir senza dire nulla. Non gli importava cosa sarebbe accaduto a suo fratello, aveva osato tradire il suo Signore. Non glielo avrebbe mai perdonato. Guardò Legolas. Era diventato molto più bello e l’aura maligna lo rendeva ancora più interessante.

“Scusa, mio Signore, mi spiace disturbarti”.

“Non ti preoccupare, Orophin, non disturbi”.

“Mio Signore, abbiamo fatto ciò che ci hai ordinato. Meril sa essere molto accondiscendente quando vuole”.

“Bene, sono molto soddisfatto di Rumil e te”.

“La nostra Signora ti vuole vedere”.

“Portatela pure”.

Meril entrò poco dopo. Indossava un abito nero lungo. I suoi capelli erano stranamente acconciati. Lentamente si avvicinò al fratello.

“Mio Signore”.

Meril diede un bacio al fratello. Legolas mise un braccio attorno alla sua vita e sorrise.

“Sei splendida, Meril”.

“Per te, mio Signore, questo ed altro”.

“Meril”.

La principessa si voltò. Vide solamente allora Haldir. Si avvicinò a lui. Lo osservò con attenzione. Gli accarezzò il petto dolcemente. Le mani delicate di Meril esploravano il corpo di Haldir con curiosità. Quella pelle morbida le piaceva molto, non quanto quella di Legolas o Celeborn, ma anche quella le dava strane sensazioni. Le sembrava di ricordare qualcosa, ma non era possibile, Legolas non avrebbe mai fatto del male alle persone a cui lei teneva.

“Sarebbe lui il traditore”.

“Meril, non ti ricordi di me?”

La giovane Donna-Elfo guardò Haldir negli occhi. Rimase immoboile alcuni istanti.

“Perché dovrei ricordarmi di te? Non vedo come mai. Ho solo sentito il mio Signore e Celeborn che parlavano di te… e di quell’altro che ha umiliato Legolas. Spero che entrambi abbiate la punizione che vi meritate”.

Haldir guardò con dolore Meril. Come aveva osato Legolas a farle del male? O forse Meril stava recitando perché non le fosse fatto dell’altro male? L’Elfo abbassò lo sguardo. Non voleva vedere la donna che amava in quello stato. Era forse grazie al suo amore per Meril che era riuscito a resistere? Ma a quanto pare non era lo stesso per lei. Si era solo illuso. Era un amore fasullo, erano state tutte vane speranze, ora ne aveva la certezza.

“Mia dolce Meril, non voglio che tu rimanga qui. Haldir sarà punito come si deve”.

“Ma io…”.

“No, Rumil e Orophin saranno d’ora in poi le tue guardie. Va con loro”.

“Mio Signore…”. Legolas guardò Meril negli occhi in silenzio. “Come vuoi”.

Meril si allontanò da Haldir per andare a salutare suo fratello.

“Divertiti e puniscilo come si deve”.

Legolas attese che Meril se ne andasse per avvicinarsi al prigioniero.

“Cosa le hai fatto?”

“Oh… io nulla, semmai i tuoi amati fratellini. Sono molto soddisfatto di loro, mi stanno servendo bene, al contrario di te”.

“Maledetto”.

Legolas girò attorno al Guardiano per andarsi a fermare dietro di lui. Fece cenno a Celeborn di avvicinarsi e mettersi di fronte al suo ex Guardiano.

“Bene, Haldir”, disse Celeborn. “Ora ti pentirai amaramente di aver tradito il mio Signore”.