.|. L'Ultimo Dono .|.

4. Desideri nell'Ombra

Venne così la sera, e tutti gli invitati alla grande festa si riunirono nel Merethrond in attesa dell’arrivo del Re che doveva dare il via alle danze e ai festeggiamenti. Centinaia di persone passeggiavano nel salone, ridendo e chiacchierando, mentre i cuochi controllavano ogni momento i tavoli imbanditi, portando, dove serviva, altro vino e altri dolci.

“È giunta l’ora di scendere” disse Aragorn entrando nella camera della sua futura sposa “Dobbiamo dare il via ai festeggiamenti”

Vide la dama voltarsi verso di lui e sorrise. Era veramente splendida in quel lungo abito verde chiaro che le lasciava scoperte le spalle, per ricadere sulle braccia con tanti veli trasparenti. I capelli corvini erano completamente sciolti, tranne che per due piccole trecce che le partivano dalle tempie per unirsi dietro alla testa…e sotto ad esse, una piccola corona d’argento lavorata.

“Abbiamo ancora qualche momento per noi…” mormorò Arwen rispondendo al sorriso, fece qualche passo e prese due calici da un tavolino, porgendone uno al ramingo “…vuoi brindare con me prima che tutto inizi?”

Aragorn annuì, prendendo il calice dalla mano della dama

“E a cosa vuoi brindare?”

“A noi…a quello che ci unirà…” rispose Arwen fissandolo negli occhi “…alla fiducia che riponiamo l’una nell’altro…e a quello che c’è nei nostri cuori…l’amore infinito e assoluto che proviamo…” vide l’uomo abbassare lo sguardo per qualche istante “…e alla verità che regnerà sempre insieme a noi”

Aragorn sospirò

“Certo…” accennando un sorriso ed entrambi bevvero in un solo sorso il vino presente nei calici.

Arwen notò che, appena finito di bere, l’uomo chiuse gli occhi, aggrottando le sopracciglia…ma poi tornò a sorridere come poco prima.

“Andiamo dunque?” chiese il ramingo tendendo una mano verso di lei.

“Ti raggiungo subito” sussurrò la dama, e appena Aragorn si fu allontanato, bisbigliò tra sé “Senza profumo…senza sapore…così ha inizio…e se i tuoi occhi non mi ingannano, questa sarà la nostra fine…”

Nel salone echeggiò un lungo sospiro di meraviglia quando Re Elassar e la sua futura regina, comparvero in cima alle scale…ne seguì il silenzio, quando Arwen appoggiò la mano sul braccio dell’uomo, e poi gli applausi, appena iniziarono a scendere gli scalini.

“Vi chiedo perdono per la lunga attesa…” esclamò Aragorn guardandosi attorno “…e vi ringrazio di essere presenti a questa festa in onore del nostro matrimonio…so che da tempo attendete queste parole quindi…non indugiamo oltre…e che i festeggiamenti abbiano inizio!”

I musicisti iniziarono dunque a suonare, e molti ospiti si misero a danzare, mentre altri si intrattenevano ancora con discorsi più o meno seri.

Arwen lasciò il braccio di Aragorn sorridendogli, poi si voltò alla sua destra e fissò negli occhi Elrond che, insieme a Gandalf, era appoggiato ad uno dei tavoli imbanditi.

“È iniziato” sussurrò l’elfo di Imladris “ora non ci resta che attendere”

Lo stregone annuì, fumando silenziosamente la sua pipa...si guardò attorno e vide i piccoli Hobbit intenti a gustarsi ogni tipo di torta o dolce che riuscivano ad acchiappare e si lasciò sfuggire una risata…poi notò qualcuno passare davanti a lui…

“Oh! Legolas!” esclamò “Ti credevo ancora a discutere con Gimli delle dame di questo posto”

L’elfo biondo si fermò di scatto, voltandosi verso di lui e chinando la testa in segno di saluto, sia a lui che a Elrond.

“È quello che stavo facendo fino a poco fa…” rispose accennando un sorriso “…ma il nostro amico non vuole sentire ragioni…oltre a dama Galadriel non vede altra bellezza qui”

Elrond guardò divertito prima lo stregone poi Legolas

“Questa sera allora Celeborn dovrà tenere sotto controllo sua moglie”

L’elfo di Bosco Atro rise allegramente

“Ma credo che a Gimli basti un suo sorriso per essere…” ma si fermò quando altre due persone si unirono a loro “…oh Estel…Arwen…”

“Legolas…” bisbigliò Aragorn spalancando gli occhi “…sei…” per qualche strana ragione però sentì la gola arida, come se quella visione meravigliosa l’avesse prosciugato…aveva indossato una tunica di un blu intenso, dello stesso colore del cielo notturno, e su di essa erano ricamati disegni indefiniti, sulle maniche come intorno ai lacci che la chiudevano sul petto…le arrivava fino a metà coscia, lasciando scoperte le lunghe gambe, fasciate da pantaloni scuri che finivano negli stivali di pelle nera.

Lo stesso problema accadde all’elfo biondo, quando il suo sguardo si posò sull’uomo, però fece un profondo respiro e sussurrò, indicando l’abito argentato

“Avevo…avevo ragione quindi…è perfetto su di te…”

“Oh…sì…è perfetto…” ribatté il ramingo sorridendo “…grazie ancora…e…anche tu sei…perfetto…non aveva mai visto questo abito…” alzò timidamente una mano e sfiorò la sua spalla, scendendo poi sul petto.

“Non l’hai mai visto perché non l’ho mai indossato…” mormorò Legolas continuando a fissarlo “…ho portato alcuni abiti apposta per queste occasioni…”

“Se su di te sono così stupendi non vedo l’ora di osservarli tutti…” sussurrò Aragorn e senza accorgersene fece un passo verso di lui “…sembri…” alzò la mano e gli accarezzò la guancia “…un vero principe…”

“È quello che sono…no?” bisbigliò sorridendogli Legolas.

“Bene…” esclamò Gandalf schiarendosi la voce “…Aragorn, poco fa Éowyn ti cercava…forse dovresti andare a salutarla…”

I due amici si voltarono verso di lui e solo in quell’istante si accorsero che Elrond e Arwen si erano allontanati.

“Dov’è Arwen?” chiese il ramingo guardandosi attorno.

“Oh…ci ha lasciato qualche momento fa per andare da Dama Galadriel…” rispose lo stregone.

“Oh…certo…” bisbigliò Aragorn abbassando lo sguardo quasi imbarazzato…da quando aveva posato gli occhi su Legolas, tutto il resto era svanito “…vorrà dire che andrò a parlare con Eowyn…e devo vedere anche suo fratello…scusatemi…” chinò la testa in segno di saluto ma poi guardò di nuovo l’elfo biondo sorridendo.

“A più tardi” sussurrò Legolas, seguendolo con lo sguardo fino a quando si fu allontanato.

 

“La festa non è di tuo gradimento, mia signora?” chiese Aragorn avvicinandosi alla dama di Rohan che se ne stava appoggiata da sola ad una colonna.

“Oh al contrario…mio signore…” ribatté lei sorridendo “…ma dopo aver danzato per quasi un’ora con Faramir sento il bisogno di un po’ di riposo…”

“Allora non è una buona idea quella di invitarti a ballare…” mormorò l’uomo ed Éowyn si mise a ridere…

“Non credo proprio…non ora almeno…” tornò seria e lo fissò negli occhi intensamente “…ma, visto che ho qualche momento…volevo augurarti ogni felicità al fianco di Arwen…ho avuto occasione di discutere con lei ed è una persona splendida…”

“Non posso che ringraziarti…” disse Aragorn sorridendole “…è un piacere sentire queste parole…ora che so per certo che anche tu hai trovato la felicità che cercavi…”

“La felicità dici?” ribatté Éowyn…

 

“Come posso aver trovato la felicità se colui che desidero sta per prendere in moglie un’altra donna?”

Aragorn spalancò gli occhi a quelle parole

“Éowyn…io credevo che tu e Faramir…”

“Io e Faramir non siamo niente…come potrei essere qualcosa con lui?” esclamò la dama facendo un passo verso di lui “Non bramo nessun altro che te…è del tuo amore che ho bisogno per essere felice…” improvvisamente alzò le mani, spingendo l’uomo contro il muro dietro di lui “…è del tuo corpo che ho bisogno per scaldarmi…”

“Éowyn…te ne prego…” bisbigliò Aragorn quasi senza voce per quel gesto inatteso “…sai benissimo che…” ma non riuscì a terminare la frase…la labbra della dama di Rohan si posarono sulle sue ed in pochi istanti si ritrovò a rispondere a quel bacio appassionato...le afferrò le braccia per spingerla via ma fece l’esatto opposto…la strinse a sé, sospirando quando sentì il suo corpo contro il proprio…

“Anche tu mi vuoi Aragorn…” sussurrò Éowyn interrompendo solo per qualche attimo il bacio “…sai benissimo che sono l’unica donna che potrebbe prendere quel posto al tuo fianco…sono l’unica adatta a te…”

Il ramingo tentò di rispondere ma si lasciò sfuggire un gemito quando sentì le mani della dama insinuarsi tra i lembi della lunga tunica

“Éowyn…non posso farlo…io…”

“Sì invece…” ribatté lei spingendolo in un angolo nascosto “…tu puoi…tu vuoi…”

Aragorn abbassò lo sguardo e vide che Éowyn gli aveva aperto i pantaloni senza un attimo di esitazione…

“No…non…non qui…” ma appena la donna iniziò ad accarezzarlo con forza, perse il controllo…la rialzò da terra, spingendola contro il muro e sollevandole le lunghe vesti bianche.

“Voglio essere tua Aragorn…” sospirò la dama aggrappandosi al suo collo e incrociando le caviglie dietro la sua schiena “…adesso e per tutta la vita…”

“Éowyn…” gemette l’uomo un istante prima di farla sua “…Éowyn…”

 

“Sì…diciamo che ho trovato la felicità…ci vorrà del tempo…ma sarò felice”

Aragorn sbatté le palpebre, lasciandosi sfuggire un sospiro…era di nuovo di fronte ad Éowyn…si guardò attorno…tutto era come prima…non si erano spostati…non era successo…niente…ma come poteva essere? Un sogno? Un sogno ad occhi aperti? Ma non era del tutto un sogno…no…sentiva il proprio corpo pervaso da una strana euforia…alzò una mano e si asciugò il viso dal sudore…anche quello non era normale…poco prima stava bene…

“Mio signore…?” lo chiamò la dama incuriosita “Qualcosa non va?”

“Come..?” sussurrò il ramingo guardandola quasi con timore “No…sto bene…o almeno credo…”

“Lo spero…visto che mio fratello voleva parlarti…e sai meglio di me che quando inizia un discorso lo porta avanti fino alla fine” ribatté Éowyn sorridendo “Credo sia nella sua camera ora…”

Aragorn rimase in silenzio un lungo momento, cercando di comprendere cosa gli fosse accaduto…poi annuì…

“Sì…bene…allora andrò a parlargli…” gli venne spontaneo prendere la mano della dama per baciarla ma poi si bloccò, come spaventato che potesse accadere qualcosa come poco prima…e si limitò a sorriderle, prima di allontanarsi.

Attraversò velocemente la sala, guardandosi attorno alla disperata ricerca di…Legolas…anche se non voleva ammetterlo voleva parlare con lui…raccontargli quello strano sogno che aveva vissuto…ma lo vide con Haldir (che non è morto qui!) e altri Elfi di Lórien…sembrava si stesse divertendo e non voleva disturbarlo per qualcosa di cui nemmeno era sicuro…forse l’aveva solo immaginato…uno strano scherzo della mente.

Salì le scale e raggiunse la camera di Éomer…la porta era semiaperta ma bussò comunque…

“Oh…Aragorn…” esclamò il cavaliere di Rohan voltandosi “…stavo per scendere a cercarti”

“Per quale ragione non sei ancora sceso allora?” ribatté il ramingo sorridendogli “Non ti piacciono le feste?”

“Indovinato…vostra maestà…” rispose Éomer accennando a sua volta un sorriso divertito “…troppa confusione…troppe persone…troppe domande…”

“A cui non desideri rispondere immagino…” concluse Aragorn sedendosi sul letto appena il cavaliere glielo indicò con la mano.

“Esattamente…” mormorò Éomer facendo un passo verso di lui “…è un onore per me diventare il successore di Theoden ma non è piacevole sentirsi ricordare in continuazione che quello era il posto di mio cugino…”

“Tu sei stato come un figlio per Theoden…” lo interruppe il ramingo “…non possono incolparti di essere sopravvissuto al posto di Theodred…”

“Puoi non crederci ma alcuni lo pensano…” sussurrò Éomer sorridendo amaramente “…dicono addirittura che l’ho lasciato morire per salire su quel trono…ma ovviamente a loro non importa che io amassi mio cugino come un fratello…avrei voluto prendere il suo posto sì…ma nel fango dove è caduto per difendere Rohan”

“Mi dispiace…” bisbigliò Aragorn “…ma ora devi pensare al futuro e onorare la memoria di Theodred e di tuo zio diventando Re”

“Ed è…per questa ragione…” disse Éomer annuendo “…che desideravo parlarti…devo sapere se Gondor tornerà ad essere nostra alleata o meno…capisco che è il momento meno adatto…la festa…il matrimonio…ma…”

“Sì…” lo interruppe il ramingo alzando lo sguardo su di lui “…ebbene…non è proprio il momento giusto come hai detto ma la risposta è sì…Gondor e Rohan saranno alleate come un tempo…e i regni degli Uomini torneranno ad essere uniti…”

Éomer annuì in silenzio poi sorrise…

“Bene…non mi serve sapere altro per ora…ci sarà un tempo e un luogo per discutere di ogni cosa ma adesso…” prese un’anfora e versò del vino in due calici “…brindiamo al tuo matrimonio e alla nostra alleanza…”

Aragorn si alzò in piedi e prese uno dei calici

“Non ti piacciono le feste…ma vedo che non è lo stesso per il vino…”

“Dovevo pur passare la notte in qualche modo” esclamò ridendo il cavaliere.

“Ma è sempre meglio brindare in compagnia piuttosto che soli…Re di Rohan…” disse il ramingo sorridendogli “…ricordatelo…”

“Mmm…cercherò…” ribatté Éomer ed insieme bevvero il vino…quando lo finirono, il cavaliere prese di nuovo l’anfora versandosene di nuovo fino a svuotarla “…oh…sono stato scortese…non te ne ho offerto dell’altro…”

“Non importa…” mormorò Aragorn facendo un cenno con la mano “…e meglio che questa sera non beva troppo…sembra che il mio corpo mi faccia già degli strani scherzi senza bisogno del...”

 

Ma prima ancora di terminare la frase, vide Éomer davanti a sé che gli avvicinava il proprio calice alle labbra…

“Puoi prendere il mio” gli sussurrò sensualmente il cavaliere.

Aragorn cercò di rispondere ma sentì il vino scivolargli nella bocca e non poté far altro che berlo senza obiettare…chiuse gli occhi, inclinando indietro la testa per finirlo, mentre Éomer alzava di più la mano…pochi attimi dopo però, al posto del calice, sentì qualcosa di morbido e caldo…e spalancò gli occhi quando la lingua del cavaliere di Rohan iniziò a sfiorare la sua…tentò di spingerlo via ma non ci riuscì, così cercò di indietreggiare…ma finì contro il materasso e cadde disteso sul letto…

“Éomer…?” bisbigliò stupito “Hai perso la ragione? Cosa…?”

“Siamo alleati giusto?” mormorò Éomer chinandosi su di lui “Voglio solo dimostrarti la mia alleanza…” e si avventò sul suo collo mentre con le mani gli apriva i lacci della tunica e dei pantaloni.

“Éomer no!” esclamò Aragorn, senza però far nessun movimento per impedire i suoi gesti “Non occorre niente di…” un gemito, quando la mano del cavaliere di Rohan iniziò ad accarezzarlo “…tutto…questo…”

“Rilassati Aragorn…” gli sussurrò Éomer sfiorandogli il ventre con le labbra ad ogni parola “…non voglio farti alcun male…e non voglio niente in cambio…” si inginocchiò tra le sue gambe, ai piedi del letto “”…desidero solo darti piacere…fidati di me…” avvicinò le labbra all’eccitazione del ramingo “…se dobbiamo essere alleati…è necessaria la fiducia tra di noi…”

“…oh Valar…” gemette Aragorn quando sentì il calore circondarlo “…non devi…fermati…” ma quelle suppliche sembravano significare l’esatto contrario, mentre si spingeva nella bocca del cavaliere.

 

“…vino?” terminò Éomer ridendo “Non ti preoccupare, non ho intenzione di far ubriacare il re che mi ospita con tutti gli onori”

Aragorn scosse la testa, abbassando all’istante lo sguardo…di nuovo…un altro sogno…non era possibile. No…questa volta poi era stato ancora più intenso…aveva sentito i brividi di piacere che le labbra di Éomer gli stavano provocando…anche adesso percepiva quel calore nel corpo. Stava forse impazzendo?

“In ogni caso…” proseguì il cavaliere porgendogli il calice “…se ne gradisci ancora…”

Il ramingo tenne gli occhi fissi sul calice…stava per scuotere la testa e rifiutare, ma invece lo afferrò, bevendo in un solo sorso il vino.

“Grazie” sussurrò, appoggiando entrambi i calici, ormai vuoti, sul tavolo vicino a lui.

Éomer si lasciò sfuggire una risata

“Non incolpare me se la tua mente tra qualche ora inizierà a farti impazzire”

Il ramingo fece un profondo respiro

“Non corro questo rischio…sta già succedendo” bisbigliò, e senza attendere la replica del cavaliere “Ora perdonami…devo tornare o si chiederanno il motivo della mia prolungata assenza” si avvicinò alla porta e uscì velocemente, richiudendola.

“Ma perché?” sospirò “Cosa mi sta accadendo?”

Si guardò attorno poi scese nuovamente le scale, cercando di sembrare calmo alle decine di persone che incrociava in continuazione.

 

“E così, nemmeno tu partirai, tra pochi giorni” esclamò Haldir portandosi il calice alle labbra.

“No, devo prima tornare da mio padre…” rispose Legolas bevendo a sua volta un sorso di vino “…e non credo che sia suo desiderio lasciare presto queste Terre”

“E se lui decidesse di restare per anni…” continuò l’elfo di Lórien “…faresti lo stesso o guideresti chi, del tuo popolo, volesse recarsi ai Porti Grigi?”

“È un mio dovere guidare il nostro popolo…” ribatté Legolas “…ma in verità…il mio cuore è legato ai boschi dove sono cresciuto…e sarà difficile abbandonarli per sempre…come altrettanto doloroso, sarà dire addio a coloro che amo e che invece dovranno restare qui…”

Haldir annuì sospirando

“Parli di dolore amico mio…non oso immaginare l’angoscia che riempie il cuore della nostra Stella del Vespro…lei dovrà salutare la sua famiglia e il suo popolo per l’eternità…” sospirò di nuovo “…eternità che ha deciso di donare al popolo Mortale”

“È stata una sua scelta…” mormorò Legolas abbassando lo sguardo “…non spetta a noi giudicarla…in ogni caso io…” ma si fermò di scatto…e il calice argentato che stringeva nella mano cadde a terra, rovesciando il vino sul pavimento e attirando l’attenzione di chi era poco distante.

“Legolas…?” lo chiamò incuriosito Haldir ma l’elfo di Bosco Atro non rispose…rimase in silenzio ad osservare la propria mano che, pochi istanti prima, era stata attraversata da una fitta di dolore…come se la lama di un pugnale ne avesse ferito il palmo.

“Legolas..?” ripeté Haldir alzando la voce con un velo di apprensione per la reazione improvvisa dell’amico “Cosa ti è successo?”

“Io devo…” sussurrò Legolas respirando velocemente “…devo andare…ha bisogno di me…” rialzò lo sguardo sull’elfo di Lórien, per poi guardarsi attorno “…devo andare…devo trovarlo…” e con quelle parole si allontanò velocemente, facendosi strada tra gli ospiti presenti nel salone.